Progettazione continuativa…

E’ stata una settimana di fuoco…
Per una volta, il lavoro non è stato gestito da GrandeCapo in prima persona (e forse questo è un bene) ma da SuperAmministratore in persona (e sicuramente questo è un male)
Naturalmente, SuperAmministratore vede le cose in un modo un pochino alterato, in quanto lui è convinto che l’ingegneria funzioni in maniera astratta… l’ingegnere fa un paio di disegni, una relazione, un paio di cifre su un computo e… finisce lì… Peccato che il Cliente non la veda allo stesso modo, ed il Cliente stavolta è uno di quelli che non ha solo la C maiuscola…
Per farla breve e saltare dettagli irrilevanti, SuperAmministratore ha preventivato dei tempi molto giusti per fare i lavori (senza dubbio più azzeccati di quelli che avrebbe tirato fuori GrandeCapo…) ma la maggior parte di questi tempi se li è tenuti da parte lui per fare le sue offerte, le sue riunioni con il Cliente, le sue riunioni con i responsabili delle ulteriori attività, le sue riunioni con ArchitettoSenzaRitegno (cui è stata affidata la progettazione edile…) ecc…
Alla fine, i tempi per fare effettivamente i lavori si sono ridotti notevolmente, ma siccome l’appalto è gestito come per l’Ente pubblico, ecco che la documentazione promessa (e quindi da produrre) è cresciuta a dismisura…
PiccoloCapo ha posto rimedio setacciando tutto il personale disponibile e… avviando marce forzate nella lavorazione… Io avevo un lavoro da terminare, quindi sono stato lasciato fuori, fino al venerdì… quando SuperAmministratore ha capito che non si sarebbe riuscito a fare niente, anche perché ArchitettoSenzaRitegno continuava a spostare i layout senza alcun valido motivo (e senza avvertire in tempo, che è peggio…) e non si riusciva a decidere come posizionare gli impianti… SuperAmministratore ha lanciato una serie di bestemmie, ed è andato da GrandeCapo a dirgli di sospendere ogni altro lavoro per far mettere tutti a sua completa disposizione… poco dopo mi arriva una telefonata di GrandeCapo che ha cercato di impormi una fermata straordinaria nel fine-settimana… peccato che io avevo preventivato di fare altri lavori (miei) con i quali sono già in un ritardo notevole… ed ho risposto picche… sorbendomi una filippica sulla disponibilità, sulla responsabilità, sulle infinite parole che finiscono con …ità e che significavano che io, perfido e crudele delinquente, non mi sottomettevo alle sue necessità… facendo straordinari non pagati… mentre lui andava tranquillo al mare… (peccato che ci sia stato brutto tempo…)
Naturalmente, il lunedì vengo egualmente inserito nello staff di lavorazione e scopro che la consegna è fissata per il venerdì… bene, c’è parecchio tempo, e siamo in una quindicina di persone a lavorare… peccato che io non sappia cosa devo fare, non abbia mai visto i posti dove dovrò realizzare gli impianti e, soprattutto, non abbia alcuna idea di cosa dovrà esserci lì dentro… ma, a parte queste piccole quisquilie, iniziò ad operare secondo le indicazioni di PiccoloCapo: tu fai la progettazione con il programma – la "ciofeca", n.d.r. – mentre io ti do i dati da inserire… ovvero prende uno schema a blocchi, me lo consegna e… fai tutti i quadri segnati, poi vediamo cosa metterci dentro…
Apro il programma (la ciofeca) e iniziò a trasformare quello schema a blocchi in una base di impianti elettrici… per la pausa pranzo è tutto a posto… poi iniziano le variazioni…
L’ArchitettoSenzaRitegno ha cambiato il layout, le canaline non possono più passare da lì perché è diventato un compartimento REI, quindi non dobbiamo forare i muri, giriamo dall’altra parte… le linee si allungano, aumenta la caduta di tensione… servono cavi di sezione più grossa, la canalina non basta, bisogna prendere un’altra canalina, ma non c’è posto dove metterla…
Termico non è capace di calcolare la distribuzione dell’impianto di climatizzazione con le nuove impostazioni e… ha bisogno di una centrale di trattamento aria in più… che naturalmente va alimentata… “da quanti kW?” “ah, be.. poi te lo dico…” “no, me lo dici adesso, se devo fare i calcoli…” “e, ma adesso non lo so…”
PiccoloCapo ha cambiato la distribuzione mettendo nuovi quadri nello schema a blocchi, e bisogna ricominciare ad inserire dati nella ciofeca…
Per completare le impostazioni, lunedì sera sono uscito che era passata di parecchio la mezzanotte (ovviamente i mezzi pubblici non girano praticamente più a quelle ore, ed ovviamente io non vado in ufficio in macchina per regalare soldi al comune…)
Martedì mattina ricomincio e… saltano fuori mille casini e mille cambiamenti, ma sistemo tutto e, alle tre di notte riesco a tornare a casa… (ovviamente continuo a non andare in ufficio in macchina, ma un collega fa più o meno la mia strada e mi dà un passaggio… solo che viaggiare a fianco di uno che sembra crollare addormentato sul volante ogni minuto, non è il massimo della vita…)
Mercoledì mattina arrivo in ritardo (subisco il cazziatone di PiccoloCapo, entrato circa cinque minuti prima di me…) e scopro che ArchitettoSenzaRitegno ha di nuovo stravolto tutto (la consegna resta sempre per venerdì…), ovviamente ricomincio a fare i calcoli e scopro che devo nuovamente sostituire cavi e quant’altro… ma stavolta non si può fare niente, dobbiamo concludere… SuperAmministratore sta bestemmiando in tutte le lingue conosciute e sconosciute… ricominciamo con i lavori, calcolare, generare i file di disegno e le schede di verifica… chiedere a Disegnatrice se, tra una telefonata e l’altra, può stampare i disegni che vengono inseriti nella cartella di lavoro… e magari farne anche dei PDF da consegnare… insegnare a Segretaria le basi del CAD per fare in modo che possa stampare i disegni nella cartella di lavoro… e magari farne anche dei PDF, quando Disegnatrice è troppo occupata con le telefonate… chiedere alla nuova Stagista se le dispiace fermarsi un pochino di più (anche oggi…) e completare i lavori… alla fine di tutto, visto che non si può fare a meno di raccogliere il materiale e darsi da fare per preparare qualcosa da consegnare… ben undici persone (ovviamente non Disegnatrice, in fondo c’era solo più da disegnare e stampare, a che serviva una Disegnatrice…) si sono fermate in ufficio ininterrottamente fino a venerdì mattina… perché SuperAmministratore potesse andare poi a consegnare il lavoro… (unica ricompensa, il fatto che SuperAmministratore portasse tutti in pizzeria e pagasse le pizze con la carta di credito aziendale… in fondo, un’ora potevamo anche prendercela, mentre il plotter continuava a sfornare disegni su disegni, svuotando una coda di stampa pressochè interminabile…)
Venerdì mattina alle 6, chiunque fosse passato nella zona dei Murazzi, avrebbe visto un nuovo gruppo di sbandati… probabilmente più “fatti” di quelli che uscivano dai locali… che si aggiravano tra i bar ancora chiusi alla ricerca di un posto dove far colazione… mentre il plotter completava lo svuotamento della coda di stampa, sfornando disegni su disegni…
Venerdì in tarda mattinata, ArchitettoSenzaRitegno raggiunge SuperAmministratore nel nostro ufficio e se ne esce con un “forse si sarebbe potuto fare così…” SuperAmministratore se ne esce con un “ma ormai mi sembra troppo tardi…” forse incoraggiato dagli occhi iniettati di sangue di ben undici persone che hanno alzato la testa fissando ArchitettoSenzaRitegno con quello che può senza dubbio essere definito uno sguardo omicida… e dalle proteste di Disegnatrice (che, rientrata in orario normale, si è accorta che sono rimaste delle tavole da piegare e rilegare e dei CD da masterizzare, e che dovrà fare lei anche se non sono suoi lavori, è compito della segretaria…) e dal fatto evidentissimo che Segretaria non si regge più in piedi (anche perché, altrimenti, Disegnatrice non sarebbe sopravvissuta a quello che ha detto…) e che il gruppo di ammutinati sta autonomamente decidendo di andare a casa a dormire… (naturalmente, nel mio caso, facendo la strada a piedi, visto che non ho il coraggio di salire sull’autobus affollato dopo essere vissuto dentro il mio stesso sudore per più di 48 ore… in fondo sono solo 5 chilometri…)

Servizi di informatica applicata…

Ovviamente, sto parlando di quel programma da me ribattezzato “la grande ciofeca”, che la ditta produttrice cerca di far passare come un programma per effettuare calcoli e verifiche impiantistiche, in particolare nel settore elettrico, ma non solo…

Ho conosciuto questo programma parecchi anni fa, quando era ancora funzionante sotto DOS e le “schermate” erano composte da una decina di righe di testo giallo dentro un rettangolo violetto su uno sfondo blu… (meravigliosa scelta di colori…) e sfruttava in modo pressochè allucinante i tasti funzione (allora mi pare ce ne fossero solo 10, sulle tastiere… e se non avevi la tastiera standard, era un bel casino…)
Ogni funzione da far valutare al programma (inserimento di nuove apparecchiature, calcolo dati, salvataggio ecc.) erano implementate sull’uso di un tasto funzione, o sull’inserimento di una stringa alfanumerica non ben definita, che pare desse l’ordine al computer di fare quella determinata subroutine che corrispondeva al pigiare quel tasto funzione… peccato che gli elettricisti che conoscono il linguaggio macchina (assembler) sono numerosi quanto i programmatori che conoscono gli impianti elettrici…

In ogni caso, era sempre possibile ricorrere all’assistenza tecnica, visto che nel pacchetto di acquisto del programma era compreso – al modico prezzo aggiuntivo di circa cinquecentomila lire – l’abbonamento per un anno agli aggiornamenti e l’assistenza telefonica da parte dei programmatori che avevano realizzato questo immenso database… bastava telefonare in orario giusto (l’assistenza funzionava solo per quattro ore al giorno, certi giorni al mattino e certi al pomeriggio… un po’ come l’orario di visita del medico di famiglia…), non parlare assolutamente in termini tecnici da elettricisti (quei poveracci dall’altra parte sono programmatori, non elettricisti…), studiarsi prima dei buoni manuali di programmazione ricchi di gergo tecnico da programmatori (quei poveracci da questa parte sono elettricisti, non programmatori…), ricordarsi di leggere i 48 capitoli del manuale d’uso del programma, dove c’è scritto quant’è bello, quant’è figo, quanto fa bene i calcoli, quanto fa… ma non c’è scritto cosa fare quando si blocca perché stai cercando di inserire un interruttore magnetotermico e “lui” vuole un differenziale… (normalmente, l’assistenza si concludeva con una frase del tipo “…legga il manuale, da pagina 1 a pagina 2468…”), e prepararsi a copiare il risultato del programma in esecuzione (quello che dava l’errore) su un CD (chi li aveva già, altrimenti far generare gli output per copiarli su una serie di floppy… naturalmente era un pochino complicato far generare degli output ad un programma che si bloccava completamente, obbligando a riavviare il computer…) e poi spedire tale supporto alla casa produttrice, che lo avrebbe analizzato (in barba alle leggi sulla privacy…) ed avrebbe risposto entro poche settimane… (naturalmente, questo fa capire che, nel meraviglioso mondo dei programmatori, non ci sono mai scadenze al giorno prima di iniziare i lavori…)

Naturalmente, questo accadeva molti anni fa… adesso la situazione è notevolmente migliorata…
Adesso, il programma ha acquisito una meravigliosa interfaccia grafica con effetti tridimensionali, sulla quale si crea materialmente l’impianto elettrico, poi si inseriscono i dati delle varie apparecchiature, e questo programma crea infine una serie pressochè infinita di elaborati grafici e testuali che, sfruttando le meraviglie dei programmi annessi, si traducevano in una serie di elaborati già bell’e pronti da inserire in un progetto…
Naturalmente, questo significa che bisogna avere installati office e autocad, oltre alla ciofeca… e naturalmente, visto che ad un certo punto funzioneranno in contemporanea, avere una certa struttura di hardware, che consenta l’esecuzione contemporanea della ciofeca, di tre finestre di word in fase di stampa unione da database esterno, di una finestra di autocad in fase di script LISP da programma esterno e… naturalmente, del sistema operativo e di quant’altro potrebbe servire in un ufficio tecnico di impiantisti… tranne autocad e office, che se ci sono altre finestre aperte, al termine dell’esecuzione “lui” chiude tutto, anche quello dove erano in corso altri lavori… (questo quando non genera un errore irreversibile, perché i programmi annessi sono già in utilizzo…)

Passando alle ultime potenzialità di windows, la ciofeca ha assunto una procedura di installazione da CD mediante un autoplay che, in soli 25 minuti, installa il programma, carica tutti i database delle apparecchiature con un livello di personalizzazione che ha dell’incredibile (nel senso che si ha la possibilità di scelta per le cartelle di destinazione tra l’opzione di default e l’opzione di default…) e, alla fine, richiede l’inserimento della chiave hardware e il riavvio del sistema… senza levare il CD… Una volta riavviato, tenta di ripartire l’installazione che bisogna bloccare, levare il CD e riavviare nuovamente il computer… a quel punto, se la chiave hardware viene riconosciuta, si è pronti ad operare…

Cioè, a dire il vero, si è ancora in una fase preoperativa: bisogna ancora configurare gli “accessori”… word, excel, autocad… affinchè possano essere gestiti come strumenti di lavoro dalla ciofeca… ovvero ridurre al minimo indispensabile i livelli di protezione (tanto mica ci sono virus o altro che si nascondono nelle macro di office…) e configurare opportunamente il gestore di stampa della ciofeca in modo che la stampa-unione di word e gli script LISP di autocad ricevano il loro segnale direttamente dalla ciofeca e usino esclusivamente i modelli della ciofeca… personalizzabili al massimo, basta che ogni utente si chiami come la ditta che produce la ciofeca… (o che abbia un qualche pirla nell’ufficio tecnico che si incarichi di modificare “a mano” tutti i file prodotti in word, excel e autocad…) A dire il vero, il programma è in realtà personalizzabile, basta essere in grado di conoscere il significato recondito delle sigle usate nei modelli di stampa unione e delle variabili usate dal programma, e rifarsi daccapo il modello di office o di autocad… oppure utilizzare un proprio modello avendo cura di lanciare il programma non da schermata grafica, ma da una finestra di testo stile DOS, con una serie di parametri ed opzioni aggiuntive, creando una stringa alfanumerica in esadecimale che dovrebbe far capire al programma che si sta cercando di fargli usare strumenti diversi da quelli di default… peccato che gli elettricisti che capiscano la rappresentazione esadecimale del linguaggio macchina siano numerosi quanto i programmatori che capiscono che un programma elettrico deve essere utilizzato da elettricisti, non da programmatori…

Dopo quest’ultima fase, si è finalmente in grado di far partire il programma, stampare la guida in linea di 48 capitoli dove c’è scritto quant’è bello, quant’è figo, quanto fa bene i calcoli… leggersela attentamente, iniziare ad inserire interruttori e… assistere impotenti alla comparsa di finestre di messaggio con su scritto “Errore irreversibile!” e spegnimento del programma… senza naturalmente aver salvato alcunchè…
Naturalmente, non bisogna mai cercare di capire perché i valori dei database di questo programma non coincidano molto con le caratteristiche (da catalogo) delle apparecchiature che dovrebbero rappresentare, né tantomeno pensare di creare un proprio database di apparecchiature (seguendo le istruzioni dettagliate di circa 100 pagine di manuale) perché alla fine della procedura, dopo solo due mesi di lavoro fuori orario… ci si accorge che si sono dimenticati di segnalare che, alla fine, bisogna ricompilare l’intero programma con il nuovo database… peccato che il codice sorgente sia sito presso la casa costruttrice, che in tal modo si ritrova (aggratis) un nuovo database da inserire nella prossima release…

In ogni caso, è sempre possibile ricorrere all’assistenza tecnica, visto che nel pacchetto di acquisto del programma è compreso – al modico prezzo aggiuntivo di circa 500 euro – l’abbonamento per un anno agli aggiornamenti e l’assistenza telefonica da parte dei programmatori che hanno realizzato questo immenso database… basta telefonare in orario giusto (l’assistenza funziona solo per quattro ore al giorno, certi giorni al mattino e certi al pomeriggio… un po’ come l’orario di visita del medico di famiglia…), non parlare assolutamente in termini tecnici da elettricisti (quei poveracci dall’altra parte sono programmatori, non elettricisti…), studiarsi prima dei buoni manuali di programmazione ricchi di gergo tecnico da programmatori (quei poveracci da questa parte sono elettricisti, non programmatori…), ricordarsi di leggere i 48 capitoli del manuale d’uso del programma, dove c’è scritto quant’è bello, quant’è figo, quanto fa bene i calcoli, quanto fa… ma non c’è scritto cosa fare quando si blocca perché stai cercando di inserire un interruttore magnetotermico e “lui” vuole un differenziale… (normalmente, l’assistenza si conclude con una frase del tipo “…legga il manuale, da pagina 1 a pagina 2468…”), e prepararsi ad inserire il progetto in esecuzione (quello che da l’errore) come allegato di una email da spedire all’ufficio di assistenza della casa produttrice, che lo avrebbe analizzato (in barba alle leggi sulla privacy…) ed avrebbe risposto entro poche settimane… (naturalmente, questo fa capire che, nel meraviglioso mondo dei programmatori, continuano a non esserci scadenze al giorno prima di iniziare i lavori…)

Beh, forse qualcosa è cambiato… per fortuna, le varie case produttrici continuano a creare e distribuire programmini gratuiti, senza alcuna assistenza, che hanno solo ed esclusivamente il database delle apparecchiature di quella casa, e funzionano benissimo, senza scomodare office ed autocad e senza impegnare eccessivamente le risorse dei computer con effetti grafici tridimensionali…

altro gatto... altra cabina...

La manutenzione in una cabina elettrica non è una cosa molto frequente, sia perché in condizioni di funzionamento normale le apparecchiature non hanno particolari problemi, sia perché ben pochi hanno voglia di entrare dentro un locale stretto, in cui sono contemporaneamente presenti apparecchiature di bassa e media tensione…

Quando il Cantierista rientrò da due manutenzioni programmate di fila e tutte e due le volte mi riferì (dato che ero io il responsabile dei cantieri…) di aver trovato parecchie tracce di escrementi animali, cominciai a preoccuparmi, anche perché dal suo discorso non era chiaro che fosse un animale, e lasciava intuire che c’era qualcuno (o qualcosa) che se ne andasse a passeggio dentro la cabina elettrica, usandola come fosse un bagno… il chè non è bene…

Decisi di andare a vedere di persona, e mi armai dei necessari permessi (da parte del cliente) per accedere alla cabina…

Era passata solo una settimana dall’opera di manutenzione (e pulizia) eppure qualcosa lasciava intuire che c’era stato un ulteriore accesso a quella cabina, da parte del misterioso disseminatore di escrementi…

Il diretto responsabile dell’accesso alla cabina mi ha chiaramente riferito che, tra il mio cantierista ed il sottoscritto, nessuno ha richiesto le chiavi di accesso alla cabina.

Il souvenir che gli ho mostrato era comunque troppo recente per essere stato abbandonato dal mio collega e, siccome io, Cantierista ed il responsabile del cliente eravamo insieme, ognuno di noi poteva testimoniare per l’altro… anche se non era comunque così recente da essere attribuito a me…

Cantierista fece notare che la posizione era quella dove normalmente si concentrava il maggior numero di simili ricordi…

In quella zona, trovammo abbastanza facilmente un tratto di cunicolo aperto, che da vecchie documentazioni di cui non eravamo a conoscenza (avendo preso dopo l’appalto) rivelava la presenza di una ormai dismessa ulteriore cella di media tensione, dedicata all’alimentazione di un’altra cabina più piccola in un’altra sede dell’edificio, attualmente venduta a terzi… il cunicolo era quello dove passavano i cavi di media tensione che alimentavano quel trasformatore… ed era vuoto… stranamente, il coperchio non era completo ed in parte restava aperto il cunicolo stesso… anche se era pressochè inaccessibile ad un normale essere umano…

Capito che gli escrementi non erano di origine umana, ma animale e che quello doveva essere l’accesso del misterioso ospite, restava da capire chi fosse codesto folle spargitore di rifiuti organici… ma quella era la nostra giornata fortunata…

Sentii dei rumori nel cunicolo e feci spegnere la luce… attendemmo alcuni istanti e… fece capolino qualcosa di piccolo e silenzioso… accendemmo la luce e… vedemmo un gatto randagio che stava tranquillamente facendo i suoi bisogni a pochi passi da noi…

Ci guardò con indifferenza, e noi ci guardammo l’un l’altro, poi il gatto se ne andò da dove era venuto…

Il giorno dopo mettemmo un coperchio al cunicolo e, da allora, nessun corpo estraneo fu trovato durante la normale manutenzione della cabina…

ai topi piace l'isolante...

Il cliente non riusciva a capire come mai saltasse sempre l'interruttore, e siccome il cliente era uno di quelli che pagano bene, GrandeCapo decise che era un lavoro per Superm... ehm, per il responsabile dell'ufficio tecnico, e così il giorno dopo posteggiai la Panda VAN aziendale nel cortile di una delle più belle Ville che abbia mai visto (non che ne abbia viste molte...) e mi sradicai fuori dal cabinato (era così inadatta al mio fisico che la guidavo direttamente con le ginocchia...), presi la valigia dello strumento e la borsa degli attrezzi, quindi mi avvicinai al portone e suonai...
Il maggiordomo da film che mi venne ad aprire mi scrutò come fossi un immondezzaio e scrutò con la stessa aria la macchina, sulla quale campeggiava la scritta adesiva recante il nome della ditta... quindi mi fece cenno di seguirlo (nessuno aveva ancora aperto bocca...), mollandomi in una saletta da anticamera che era più grande dell'alloggio in cui abito...
Il padrone (il cliente, dal punto di vista di GrandeCapo, il RompiMarroni, dal mio punto di vista...) venne giù quasi subito, non mi diede la mano e mi disse “C'è un problema!” “Mi dica?” “Mi scatta l'interruttore!” “Quale interruttore?” Mi guardò come se fossi l'idiota che ero, non disse più niente, chiamò il maggiordomo e mi fece condurre nel locale tecnico, dando ordine che mi assistesse nell'impresa... (sai mai che combino qualche guaio...)
“Qual è l'interruttore che scatta?” chiesi io, vedendo che il quadretto era piuttosto affollato... “Quello lì!” rispose il maggiordomo indicando uno degli interruttori. Io mi avvicinai, lessi la targhetta e scoprii che l'interruttore incriminato era adibito al pompaggio dell'acqua dalla cisterna esterna (leggi pozzo...), allora cominciai a pensare (no, non ci fu alcun principio di incendio...)
“Dunque, l'interruttore è un magnetotermico differenziale quadripolare, adibito al comando e protezione della linea del pozzo!” aprii il quadretto e controllai il cavo... “La linea uscente è in cavo multipolare, la sezione è appropriata alla taglia dell'interruttore... il cavo procede verso il pozzo in cavidotto interrato...” Uscii, dirigendomi al pozzo, sempre seguito dal maggiordomo “... La linea che arriva al pozzo è la stessa che esce dal quadro, pare non ci siano giunti e/o interruzioni... La taglia del motore è appropriata, e l'assorbimento non supera le caratteristiche di cavo e interruttore! Il collegamento a terra è opportunamente eseguito!” mi voltai verso il maggiordomo “Devo verificare il problema! Attacchiamo la macchina!”
Azionai la pompa e... dopo pochissimi istanti, si spense... tornai dentro e... l'interruttore era scattato...
Chiesi al maggiordomo di riavviare la macchina al mio segnale e riarmai l'interruttore, collegando opportunamente lo strumento (aveva anche una funzione di analizzatore di rete, che nessuno usava mai, ma era quella che mi serviva di più...
Avviamento della macchina e... STAC... scatto dell'interruttore...
Analizzo i risultati dell'analizzatore di rete e... ci sono un paio di valori che non mi convincono...
Per escludere ogni cosa, faccio un paio di misurazioni e, i risultati coincidono con quello che mi immaginavo... non c'erano più dubbi...
Chiamo in ditta, risponde Segretaria e mi faccio richiamare da GrandeCapo sul cellulare...
“Che c'è?” “GrandeCapo, sono qui dal cliente e... c'è un problema: mandami un paio di Cantieristi con una quarantina di metri di cavo 5G16 in EPR da sostituire in tubazione interrata e un po' di veleno per topi...!” Il maggiordomo mi fissò stralunato quando parlai di veleno per topi, e mi disse “Guardi che qua non abbiamo topi...” “Lo spero per voi, ma a me serve un po' di veleno per topi!” Mi guardò come se avessi detto che mi volevo suicidare e... si affrettò ad allontanarsi da me...
Dopo un po' di tempo, arrivò il furgoncino dei Cantieristi, ed i ragazzi prepararono il tutto a tempo di record...
Sganciarono il vecchio cavo dall'interruttore, lo sganciarono dal motore egli fissarono il nuovo cavo, sul quale fissarono tramite nastri le varie bustine di veleno per topi, quindi collegarono il nuovo cavo al motore ed iniziarono a tirarlo, tirando via il vecchio cavo...
Nel giro di non molto tempo, il maggiordomo vide arrivare nel locale tecnico l'estremità del nuovo cavo, che Cantierista si affrettò a collegare sotto l'interruttore ed a provare... tutto a posto...
Io presi il vecchio cavo e, mentre lo arrotolavamo, mostrai al maggiordomo che in parecchi punti l'isolante era sparito... “Topi!” dissi, indicando i tratti dove era stato messo a nudo il rame... “In alcuni punti si erano quasi create le condizioni per un bel corto circuito, ma nella maggior parte si erano limitati a creare dei punti di dispersione... era il differenziale che scattava, e meno male che c'era, altrimenti ci sarebbe stato l'intervento del magnetotermico, ma molto più in là e... probabilmente il vostro motore non ce l'avrebbe fatta...”
Poi aggiunsi “Pare che ai topi piaccia l'isolante... spero che quelle buste di veleno per topi durino a lungo, ma se ricominciasse a scattare, sappiamo già a cosa è dovuto...”
Il maggiordomo mi guardò stupito, mentre gli diedi da firmare il foglio di intervento eseguito...

Millenium bug… 48 ore per non morire…

I più vecchi si ricorderanno che, al termine del secolo scorso, ci fu una minaccia terribile per l’umanità, un qualcosa al cui confronto le tanto paventate catastrofi nucleari parevano delle sciocchezze…
Sto parlando del più grosso problema della civiltà dei computer, le due cifre che, azzerandosi, avrebbero provocato catastrofi spaventose e perdite di dati in merito a miliardi e miliardi di esseri viventi, che non sarebbero più risultati da nessuna parte e quindi sarebbero stati virtualmente inesistenti… (ed in una società dove tutto è virtuale, essere virtualmente inesistenti equivale ad esserlo realmente…).
Il termine ultimo per definire tale preannunciata catastrofe senza precedenti nella storia dell’umanità è stato “Millenium Bug” (mi pare sia uscito in contemporanea con la versione “Millenium Edition” di Windows, ma non sono sicurissimo di questo aspetto della vicenda… né di possibili correlazioni, sempre che ce ne siano state…)
In sostanza, il cliente di allora era una struttura sanitaria gestita da personale religioso, ed il panico creato dalla notizia fu tale da spingere quelle simpatiche e gentili donnine a supplicare piangendo GrandeCapo di porre rimedio con l’aiuto del loro Grande Capo e quello, più terra-terra, dei mezzi tecnologici di cui disponevamo all’epoca…
GrandeCapo prende a cuore la gestione dell’intera faccenda, il benessere e la sicurezza delle povere suore, dei medici, dei poveri ricoverati costretti a subire, inermi, il triste destino della sparizione virtuale sia loro che dei loro malesseri, e principalmente, il crollo della gestione informatizzata (?) delle Sale Operatorie…
Non essendoci limiti alla sua onnipotenza (e forse anche al pagamento della parcella…), GrandeCapo decide di optare per un rapido ed accurato controllo delle funzionalità di gruppi elettrogeni, gruppi di continuità e quant’altro, poi pensa bene (?) di raddoppiare la protezione, noleggiando un paio di giganteschi gruppi elettrogeni, da affiancare a quelli già esistenti…
La squadra di pronto intervento assiste quindi all’ingresso di un paio di veicoli da fantascienza, che depositano nel cortile i due gruppi elettrogeni, ed i tecnici addetti sballano (nel senso che aprono le confezioni) i due generatori, permettendoci di accedere e procedere con il collegamento impiantistico…
Noi montiamo i cavi, installando degli interruttori intebloccati nei quadri elettrici di cabina, in modo che, in caso di mancanza di rete, avvenga immediatamente la commutazione sia sul gruppo elettrogeno ufficiale sia su questi gruppi di emergenza…
Collaudo, messa in servizio e… tutto a posto… via a casa… No, contrordine!!!
La suora che fa le veci del direttore sanitario, ci avvisa che l’ente ospedaliero non vuole correre rischi… e GrandeCapo prende nuovamente a cuore la situazione (o a portafoglio…) e decide, seduta stante, di installare un presidio operativo permanente sul posto…
Tutti questi paroloni possono essere tradotti con la seguente frase: “qualcuno dovrà stare qua fino al termine del casino…”
Si organizzarono i turni, e si decise che i cantieristi si sarebbero smazzati la parte operativa dei turni di controllo, ma era necessario mettere qualche responsabile a coordinare i cantieristi…
Nelle 48 ore più critiche (dalle 12 del 31 dicembre alle 12 del 2 gennaio), sarebbero stati tutti presenti, negli altri giorni (eravamo ancora a prima di Natale) sarebbe bastata la presenza alternata di CapoCantierista e del responsabile dei cantieri
E’ inutile stare a dettagliare, quindi farò un breve riassunto…
Sappiamo che i temuti danni non ci furono, mentre ci furono parecchi casini negli immediati prima e dopo…
In definitiva, furono le 48 ore più lunghe della mia vita, e fu il servizio di vigilanza più inutile (per fortuna) della mia vita…

Si gira in senso antiorario: da sinistra a destra…

Questa storia è molto vecchia... la inserisco adesso perchè mi è capitato di recente di incontrare il protagonista, e mi è tornata in mente la vicenda... se a qualcuno interessa, si parla comunque di almeno dieci anni fa...

Il cliente era una struttura privata nel settore sanitario, e la struttura doveva essere ceduta all’ente pubblico preposto, quindi occorreva mettere a posto documentazione e impianti, affinché fosse tutto in regola… Per fortuna, dato che il cliente era già acquisito da un po’, il responsabile dell’ufficio tecnico aveva già pronta buona parte della documentazione, tutta perfettamente a posto…
Si trattava quindi di sistemare poche cosine, ma in ogni caso GrandeCapo mandò l’intera squadra dei Cantieristi, insieme a CapoCantierista e, non contento, mandò anche il responsabile dei cantieri, oltre ad appropinquarsi lui stesso…
Ad un certo punto, visto che il responsabile dei cantieri concordava con il responsabile dell’ufficio tecnico (non potevo darmi torto da solo…) sul fatto che la documentazione fosse in regola, GrandeCapo decise di non sprecare l’occasione e di organizzare una seduta di "manutenzione ordinaria"… (ovvero diede l’ordine di fare pulizia, ma fa più figo in parcella…)
Al termine dei lavori, la squadra di manutenzione si ritrovò in cabina, dove le apparecchiature non erano mai usate e quindi mai pulite (ovviamente), e CapoCantierista disse “Puliamo tutto, ma attenzione a non toccare niente… Qua se scatta qualcosa sono c@##i…!”
I ragazzi facevano molta attenzione, anche perché fare scattare un interruttore generale o un interruttore di media tensione non è una delle esperienze più affascinanti della vita… e nemmeno del portafoglio…
GrandeCapo entrò dentro e vide che i lavori procedevano a rilento (secondo lui…), così si affiancò al Cantierista più giovane (ed inesperto…) e cominciò ad urlargli contro, nella migliore tradizione di un sergente che addestra le reclute…
Il povero ragazzo cercava di rispondere ma questo scatenava ancora di più le ire di GrandeCapo, che giunse ad urlare “…Tu non capisci niente! Levati di lì! Dammi quello straccio!” Il ragazzo si allontanò, consegnando lo straccio e trattenendosi a stento dallo scoppiare a piangere (o dal mollare una sventola a GrandeCapo…) e GrandeCapo prese lo straccio ed iniziò a dare una dimostrazione pratica di come si pulisce… “Vedi! Si deve fare così! In senso antiorario, da sinistra a destra…” (si, avete capito bene: il senso antiorario è da destra a sinistra, ma non credo che GrandeCapo conoscesse la differenza, e non parlo della differenza tra orario e antiorario…)
Io, attirato dalle urla e dalle imprecazioni, mi avvicinai alla cabina ed afferrai al volo la situazione, vidi che tutti gli altri si erano allontanati dalla cabina (avendo finito la loro parte) e che il malcapitato stava lì, immobile, dietro le spalle di GrandeCapo… e vidi cosa stava facendo GrandeCapo…
Fu un attimo, mi gettai dentro, travolgendo sia GrandeCapo che il ragazzo con la mia massa non indifferente e li gettai entrambi a terra qualche metro oltre la cella del quadro di media tensione… un istante prima che il boato facesse diventare tutti sordi…
Entrambi subirono solamente uno shock…
GrandeCapo aveva fatto scattare il comando della leva di messa a terra della cella dell’interruttore di media tensione che, essendo di vecchio tipo un po’ riadattato, non aveva più gli interblocchi funzionanti ed era scattato in chiusura, provocando immediatamente un corto circuito tra fase e terra, che aveva fatto praticamente esplodere i sezionatori di linea ed i fusibili… scardinando la porta del quadro e scagliandola dove un attimo prima erano entrambi posizionati…
Non so come finì in seguito, quando GrandeCapo dovette pagare per i danni dell’intervento intempestivo ed il fuori servizio non autorizzato, ma so che il ragazzo fa ancora adesso l’elettricista, ed è molto attento, cauto e preciso nel suo lavoro…

A volte ritornano…

Ricordate l’impresa che aveva imbrogliato con le tavole di AutoCAD per cercare di farsi pagare più soldi?… Sono tornati…

Altra gara, sempre in Grande Azienda, e sempre per conto di Società UltraEsperta… solo che stavolta il nostro referente non è lo stesso…

Naturalmente, la gara è stata vinta da quella stessa impresa, che non è stata (evidentemente) depennata dall’elenco dei fornitori… e naturalmente ben presto sono cominciati i problemi…

Il cliente chiama GrandeCapo dicendogli che ci sono dei problemi (sorvoliamo sui commenti alla nostra serietà professionale…) e GrandeCapo chiama il suo Agnello Sacrificale preferito… e mi spedisce a fare un sopralluogo…

La scena è pressochè identica a quella dell’altra volta, salvo che si svolge direttamente presso Grande Azienda, ed io sono da solo… senza CapoCantierista che si ricorda meglio di me…

Subito mi danno tutti addosso, ma nessuno pare sia concorde con gli altri sul vero motivo del dissidio, ed alla fine ho preso nota di almeno una ventina di cose che sarebbero completamente sballate nel nostro progetto… (non mi convince: errare è umano, ma una ventina di situazioni sballate, tutte insieme… è gravissimo!!!… e siccome io non sbaglio praticamente mai…)

“Un momento, ho qui la documentazione! Vediamo di fare un sopralluogo…” “Eh! Ah no, adesso siamo tutti occupati…”

Uhm, non vogliono fare il sopralluogo? Chissà come mai?

Esco dalla riunione e mi approssimo dall’altra parte, fingo di dover parlare con qualcuno (ormai conosco tutti, là dentro…) e mi faccio accompagnare in un sopralluogo personale…

Poco dopo, il CapoCantiere della ditta arriva con la sua squadra per smontare le apparecchiature che, secondo loro, non dovrebbero esserci… e vede lì a me ed al mio accompagnatore… che si affretta a chiamare la sorveglianza…

Beccati sul fatto, sono costretti a chiamare il cliente, che… alla fine confessa!

In definitiva, cercavano tra tutti di scaricare su di noi una loro mancanza (ed un accordo interno tra loro…) ed in realtà volevano solamente fregare la Grande Azienda…

Per una volta, la sorveglianza ha avuto ragione di esistere, e pare che sia il nostro cliente che quell’impresa non avranno più a che fare con la Società UltraEsperta e tantomeno con la Grande Azienda… per un certo periodo di anni…

Eh si: in fatto di grafica, windows non lo batte nessuno… ehm! guarda che questo è linux…

Quel giorno avevo da preparare del materiale per un lavoro che avrei dovuto fare in esterno, presso la sede del cantiere di turno e, naturalmente, il portatile aziendale era stato requisito da qualcuno…
Per evitare problemi (sia immediati che futuri…) ho chiesto di poter trasferire la documentazione che mi serve nel mio portatile (ben disponibili, specie se non chiedi nulla di costoso…) e così ho portato il portatile in ditta, l’ho collegato, l’ho avviato ed acceso, per prepararmi a trasferire tutta la documentazione (naturalmente mediante chiavette USB, il portatile lo posso anche portare, ma connetterlo alla rete??? Non sia mai…!!! E se facessi qualche c@##@ta?!?!?! E se danneggiassi la rete?!?!?! E se…)
PiccoloCapo si appropinqua in quel momento e vede il mio portatile, allora si avvicina, osserva con attenzione e… decide di dare aria alla bocca per esprimere la sua competenza…
“Bello… Che caratteristiche ha?” “Beh, non è proprio il massimo… ha 256 MB di RAM, un HD da 80 GB e…” “Ah! Il mio ha 1 GB di RAM e 160 GB di HD!”
Capendo che PiccoloCapo ha solo voglia di farmi perdere tempo, grugnisco un assenso e continuo il mio lavoro… (non rispondo che lui ha anche il triplo della mia paga, senza contare i benefit vari...)
Inserisco la chiavetta USB (la mia, da 2 GB) e parte immediatamente la finestra per il riconoscimento automatico, cui faccio seguire un comando di copia, e, nel frattempo muovo il mouse per non far partire il salvaschermo (non ho abbastanza memoria per gestire anche quello…), così PiccoloCapo ha la possibilità di vedere bene la schermata: wallpaper, dock bar, finestre e icone…
“Uhm! Veramente carino! Bello ‘sto Vista…”
Rendendomi conto che era ancora lì, ma non avendo capito cosa chiedesse, me ne esco con un “Cosa?”
Lui risponde, con un leggero tono di invidia… “La grafica del tuo computer… Vista è davvero bello… meglio di XP… Comunque è chiaro: in fatto di grafica, Windows non lo batte nessuno…”
Io lo guardo sconcertato, poi faccio… “Ehm! Guarda che questo è Linux… Gnome…”
Un po’ sconcertato, ma non volendo dare prova di scarsa competenza informatica, PiccoloCapo se ne esce con un “Ah si, mi sembrava infatti… Linux, quella patch di Vista per macchine più vecchiotte…” e se ne va via…
Io resto un attimo sconcertato, capisco che non ha mai sentito parlare nemmeno lontanamente di Linux (se non per vaghi accenni), quindi probabilmente pensa veramente che possa essere una versione di Windows…

NOTA: se riuscissi a procurarmi la quantità di RAM che lui NON utilizza sul suo portatile, gli avrei messo su il “cubo” e simili stron#@te, che avrebbe veramente potuto prenderlo per Vista… a mezzo consumo…

Alcune piccole stranezze, che nessuno nota…

Più passa il tempo e più mi rendo conto di qualcosa di strano, nel mondo dell’ingegneria (conosco poco altri mondi, quindi non mi metto a fare confronti e comparazioni…)

Ho provato a partecipare a gare d’appalto, tentando di aggirare l’ostacolo della “precedente esperienza almeno quinquennale per lavori analoghi con importi superiori a 3 volte quello di gara”… confortato dal fatto che i vari responsabili degli appalti presso gli enti pubblici, da me precedentemente contattati, mi avevano assicurato che, in quanto nuovo iscritto presso l’Ordine degli Ingegneri, avevo una specie di abbuono (d’altronde, come faccio ad accumulare i lavori per avere i requisiti per le gare d’appalto, se non posso lavorare perché non ho i requisiti per le gare d’appalto?)

Ma nell’ente pubblico c’è sempre chi dice una cosa e chi ne fa un’altra…

Risultato: io non ho mai potuto partecipare ad una gara d’appalto dell’ente pubblico, perché non ho i requisiti necessari…

Però, in compenso, ho avuto modo di collaborare con altri studi prestigiosi, di quelli che le gare d’appalto le vincono, oltre a parteciparvi, e mi sono reso conto che questi personaggi non hanno la minima idea di cosa stanno facendo…

Ho lavorato per ingegneri civili che sviluppavano impianti elettrici ragionando con l’idea del “…tanto bisogna portare solo due fili…” Già, e la terra? E l’alimentazione trifase? E gli impianti speciali?…

Ho lavorato per altri ingegneri civili (e architetti) che progettavano impianti elettrici con l’idea del “…la presa con i fori piccoli fa passare 10A, quella con i fori grossi fa passare 16A, se gli faccio due voragini col Black & Decker, quanti ampere passano?…” Non lo so, fai pure la prova… ma prima firmami l’assegno per l’ultima parcella che mi pagherai…

Ho lavorato per ingegneri elettronici che progettano impianti elettrici senza avere la minima idea di cosa sia il trifase…

E’ vero: finchè gli appalti li prenderanno questi personaggi, ci sarà sempre bisogno di gente che sappia fare veramente il lavoro… e magari sappia completarlo nei tempi che loro hanno previsto… (già, pare che questi personaggi siano capaci anche di fare i programmatori…)

Ma, gli ingegneri delle nuove generazioni, quando potranno far valere il loro potenziale… in prima persona…?

Lascia perdere, Linux non fa per te… cos’è sta roba…

Il titolo di questa storia copre un periodo di tempo di circa 4 anni.
La situazione è la seguente: ero arrivato da poco a svolgere i miei incarichi per la Ditta, e da poco avevo conosciuto i vari personaggi, tra i quali c'era un giovanotto simpatico che aveva la mansione di programmatore e l'incarico di sviluppare un applicativo che consentisse ai dipendenti della Ditta di accedere alla loro area operativa, aprire la commessa e trovarsi già belle e pronte le cartelle relative a relazioni, elaborati grafici, calcoli ecc. ed ognuno avrebbe potuto operare sui propri file senza problemi, avendo comunque a disposizione i file comuni che sarebbero dovuti servire a ciascuno che operava su quella commessa particolare, il tutto in un ambiente stile intranet, con creazione automatica dei modelli dei vari file, secondo lo standard aziendale e la classificazione decisa da AmministratoreDelegato e da PiccoloCapo a seguito di apposita riunione con le alte sfere dirigenziali... inoltre pare si sarebbe dovuta tener traccia sia delle comunicazioni inviate e ricevute, sia delle ore singolarmente e globalmente dedicate all'attività, oltre a tantissime altre cose... Lasciamo perdere: per fortuna, io non avevo alcun incarico relativo a tale sviluppo di applicativi. Torniamo in tema: parlando con questo Programmatore, ho visto che utilizzava più computer, in alcuni dei quali non c'era Windows...
Siccome la cosa iniziava ad interessarmi, gli chiesi alcune informazioni su Linux. Ben lieto di poter dare sfogo alla sua loquacità repressa, Programmatore iniziò a decantarmi le meraviglie di Linux non come tali, ma in contrapposizione alle carenze (vere e presunte) di Windows, come sovente si riscontra (purtroppo...) in certi forum nei quali è più facile vedere una specie di fanatismo religioso che un vero spirito di condivisione come dovrebbe essere alla base di Linux (e che fanno, secondo me, più male che bene alla comunità linuxiana...).
Non avevo intenzione di reagire, ma non potei fare a meno di chiedere dettagli quando cominciò a parlarmi di “shell”, “bash”, “mount” “root” e simili parole allora senza senso, almeno per me...
Vedendo che non capivo ciò di cui stava parlando, mi gelò con un'occhiata e mi disse “Lascia perdere! Non è roba per te!”, poi si voltò e andò via. Non potei mai più chiedergli niente, in merito... (ogni volta che capitava, mi liquidava con la stessa frase…)
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Di recente, incontro Programmatore (che aveva già da un po' lasciato la Ditta ed ora lavorava nell'ambito dell'Assistenza Tecnica per i computer) per caso, ci rechiamo in un bar e chiacchieriamo da vecchi amici. Mi racconta che ora fa assistenza ai computer ed io colgo al volo l'occasione: devo aggiungere un secondo hard disk al mio computer per potenziarlo, e far sostituire la ventola...
Programmatore mi dà l'indirizzo del suo Laboratorio di assistenza, e ci mettiamo d'accordo perché si venga a prendere il computer una sera, per passare poi a rendermelo un paio di sere dopo... (la mia auto era ferma dal meccanico...)
Arrivato da me, si siede al computer e lo accende. Non appena il BIOS lascia il posto a GRUB, Programmatore esclama scioccato “Cos'è sta roba?!” io lo guardo stupito, mentre GRUB lascia il campo a Ubuntu che inizia a caricarsi, e dico “Linux, Ubuntu...” Lui mi guarda come stessi parlando africano (e forse aveva anche ragione...), mentre GDM appare e mi chiede “username” e “password”, che immediatamente inserisco, permettendo l'avvio di Gnome, con la sua bella e rilassante schermata.
Programmatore resta immobile (a bocca aperta) a guardare, poi si volta e mi fa “Ma tu hai Linux?” “Come vedi...” “E questo è Linux?” “Si, è Ubuntu, una distribuzione di Linux...” “E come hai fatto ad installare una cosa simile?” L'ho guardato senza rispondere, ho preso la chiavetta USB, l'ho inserita nell'apposita porta e Ubuntu l'ha immediatamente rilevata, aprendo una finestra di Nautilus dalla quale si capì che la chiavetta era vuota. Apro la cartella Home, seleziono tutti i file (compresi quelli nascosti) e li copio nella chiavetta (avevo i back-up, ma meglio abbondare...), poi smonto la chiavetta e la metto al sicuro, gli do il CD di ripristino di Windows XP ed il foglietto con sopra scritto Username e Password per le configurazioni che presumo dovrà fare e lo saluto...
Ovviamente, il computer non mi viene riportato in tempo utile, così (nel frattempo la mia auto è stata riparata) parto e vado a prendermelo.
Arrivo al laboratorio e Programmatore mi fa fare un giro turistico entusiasta, mostrandomi i suoi gioielli... Io noto immediatamente la onnipresenza di schermate relative a Windows (strano, per uno che mi aveva fatto una simile scenata in passato...) ed infine vedo il mio computer acceso e funzionante, con una bella schermata stile Windows XP classico. Mi dice che l'ha tenuto acceso parecchio per vedere se era tutto a posto o se scaldava, poi mi mostra dal pannello del Gestore Risorse la presenza del nuovo hard disk, con la sua capienza, e mi dettaglia i motivi che, esclusivamente per la salvaguardia del mio computer da danni futuri inimmaginabili, gli hanno impedito di portarmelo indietro... Ok, va bene: non ho avuto veramente necessità di usarlo, così gli dico che mi dia il computer, lui lo spegne, lo scollega e lo posa sul bancone.
Prendo il computer e me ne vado (mi manderà la fattura e provvederò al saldo...)
Arrivo a casa, collego il computer, lo accendo e... “GRUB?!?! Dove diavolo è finito?!?!” Prendo il telefono e lo chiamo immediatamente “Cos'è? Non riesci a collegare il computer?” Mi fa, tentando di scherzare, ma il mio tono lo gela subito “Vorrei capire cos'è successo al mio Linux?” Dopo qualche tentennamento, ammette che ha dovuto reinstallare Windows per un qualche misterioso problema di periferiche o di driver. Capisco quindi che GRUB è stato sovrascritto, ma non è un problema... lo ringrazio per avermi avvisato tempestivamente e attacco, piglio il CD di SuperGrub e lo schiaffo dentro, poi avvio la macchina per ripristinare GRUB, ma al riavvio SuperGrub non trova Linux (?!?!). Riavvio con il CD Live di Ubuntu e cerco la partizione di Linux, ma... sorpresa: non c'è niente!!!
Richiamo Programmatore e chiedo spiegazioni, e lui mi dice che ha dovuto (???) formattare tutto e piallare Linux, reinstallando Windows XP... (in quella, la fase di avvio è pressoché ferma, salvo il cursore lampeggiante, e mi accorgo che il cursore lampeggiante di XP è blu e non verde, così decido di andare a fondo) “...ehm! Si, ho dovuto mettere SP2 e...” “Ma come SP2? La mia macchina è troppo vecchia! E' già tanto che sopporta SP1! Non mi ha mai permesso di installare SP2, senza poi andare a put... qualche giorno dopo!” (è vero: io NON posso mettere Windows XP con SP2 sul mio computer, ma devo tenere solo SP1, e non c'è santo che tenga. In ogni caso non mi importa molto, visto che Windows lo uso molto poco...) “...ecco, il fatto è che...” “Ma come hai fatto a mettere SP2 sul mio XP?” “...ehm! Quello non è il TUO XP...” “COSA??? Vuoi dire che mi hai installato un Windows XP diverso??? Ma io ti ho dato il MIO CD di ripristino e ti ho dato USERNAME e PASSWORD per accedere e fare tutto quello che dovevi fare...” “Maddai! Ti ho messo anche Office...” “ECCHICC@##OSENEFOTTEDIOFFICE???? Io non lo uso nemmeno...” “E come fai a scrivere senza Office?” “M€§DA! Uso OpenOffice, che fa TUTTO quello che mi serve! E NON VOGLIO AVERE PROGRAMMI ESTRANEI SUL MIO COMPUTER, visto che peraltro si tratta di un COMPUTER AZIENDALE!!!!!!!!!!!”
Silenzio da parte sua, e riaggancio immediato da parte mia…
Ho preso il MIO CD di ripristino di Windows XP, ho formattato tutto ed ho reinstallato il mio XP, poi ho installato SP1 ed infine ho reinstallato Ubuntu, ripristinando pian piano tutte le mie configurazioni preesistenti... (e meno male che avevo il backup completo della mia Home...)

NOTA: non ho ancora visto la fattura, ma credo che non me la manderà tanto presto... penso abbia paura di una denuncia... anche se non penso la farei mai: in fondo era un tipo simpatico, peccato che Linux non facesse per lui…

I predatori dei dati perduti…

Non so se è un problema solo mio, ma ultimamente sto cominciando ad odiare il Drag’n’Drop di Windows… (e dire che fino a poco tempo fa lo trovavo molto utile…)
Forse è meglio chiarire, prima che qualcuno fraintenda…
Nella Grande Società SuperEsperta, abbiamo un computer che SuperAmministratore si ostina a chiamare server, anche se, a mio parere, non server a niente… il tutto è gestito tramite windows xp, ed il problema più grave, oltre al fatto che questo sedicente server salta un giorno si e l’altro pure (al punto che, parafrasando una nota pubblicità televisiva, lo abbiamo ridenominato Rana…), è che chiunque lavora nella società, può tranquillamente fare ciò che vuole sulle cartelle contenute… TUTTO ciò che vuole…
Da quando è stato piazzato il server, SuperAmministratore ha dato l’ordine perentorio di lavorare sul server, e non in locale. Io, visti i risultati, ogni mattina mi copio in locale la cartella della commessa su cui sto lavorando, e la ripristino la sera, ma io normalmente lavoro da solo. Lavorando in equipe, ognuno dovrebbe copiarsi in locale le sottocartelle sulle quali lavora, ma pochissimi hanno il buon senso di fare ciò…
Capita sovente (almeno due volte a settimana…) che qualcuno lanci urla disumane perché è misteriosamente scomparsa la cartella della commessa sulla quale ha lavorato nell’ultimo mese… o perché non si trovano più i file salvati il giorno prima…
Visto che, normalmente, quando succedono questi disastri, SuperAmministratore non è mai in sede, ecco che i tapini si gettano alla disperata ricerca di qualcuno che sia in grado di rimettere a posto le cose, ed in queste occasioni, qualcuno di loro si rammenta che esisto anch’io…
“Senti, non riesco più a trovare i file della commessa tale…” oppure “Senti, sai che fine ha fatto la cartella della commessa tale…” sono le richieste standard che mi arrivano in queste situazioni…
In questa situazione, di solito mi faccio lasciare il numero della commessa, la data in cui la stessa è stata vista l’ultima volta o in cui i file sono stati modificati l’ultima volta, e apro la finestra di Esplora Risorse, accedo al server e faccio una cosa che nessuno ha mai fatto prima… visualizzo le cartelle per dettagli… e ordino la schermata per data di modifica, poi vado a visualizzare le cartelle che hanno subito modifiche dopo la data incriminata, le apro una ad una e… sorpresa: in una di queste cartelle normalmente trovo la cartella scomparsa, ripristinandola magicamente, per la gioia del malcapitato di turno…
Avviene di solito che qualcuno selezioni una di queste cartelle col mouse, poi costui sposta il mouse e, grazie al drag’n’drop di windows, la cartella viene trascinata dentro un’altra cartella, complice la mancanza di blocchi atti ad impedire una situazione del genere…
Un giorno ho capito che il principale dei responsabili di tali misteriose sparizioni di file è colui che di solito si lamenta per primo… PiccoloCapo, con il suo maledetto vizio di far muovere il mouse a scatti… ma ho notato che ci sono altri due candidati al primo posto nel ruolo di scombinatori del sistema: GrandeCapo e lo stesso SuperAmministratore… ed a me tocca giocare ai predatori dei dati perduti…

…ma tu sei un acaro…?

Una delle prime cose che PiccoloCapo ha imparato su Linux è che chi lo utilizza è un pazzo sadomasochista che si autodefinisce hacker… stranamente la parola è molto usata nel mondo mediatico di PiccoloCapo, quindi lui ne conosce tutta la storia, non si fa fuorviare dalla disinformazione pubblica ed è in grado di esprimerne il più recondito significato in un attimo… come ha dimostrato un giorno chiacchierando di computer con Disegnatrice, Segretaria e Stagista, dopo averle invitate a prendere il caffè…
Non sono stato invitato (chissà perché…) ma l’orario è quello in cui cado preda delle mie leggendarie crisi di astinenza da caffeina, così me ne frego della loro presenza e mi avvio verso la macchinetta…
“…e si, quella gente che usa linos fa danni… entrano nei computer tramite internet e ti cancellano tutto quello che trovano, ti spiano dal monitor mentre fai la doccia e POI ti rubano i numeri di carta di credito e ti fotografano la tua identità cancellandoti…”
Le fanciulle presenti pendevano dalle sue labbra, ascoltando il Verbo che usciva e donava loro la Verità Rivelata… io, per trattenermi dallo scoppiare a ridere, avevo staccato il neurone dedicato, penetrando con una rara acrobazia informatica dentro i meandri del mio cervello non elettronico e imponendo, tramite comandi direttamente in linguaggio macchina, un cambiamento di stato al programma di gestione binaria del suddetto neurone… (naturalmente, in quel modo non avevo neanche capito che adesso stava rivolgendosi a me… e purtroppo non avevo disattivato i neuroni dedicati a Disegnatrice e Segretaria, quello dedicato a Stagista sembra che non sia ancora stato sviluppato, ma non dispero: i programmatori dei miei neuroni sono veloci…) ed in quell’istante Disegnatrice e Segretaria mi fanno “Ma tu sei un acaro???” guardandomi come se fossi effettivamente una bestia immonda… (o come se temessero che riuscissi a spiarle attraverso il monitor del loro computer, mentre si facevano la doccia... evidentemente loro si fanno la doccia con il computer davanti...)
Io mi volto, le guardo con finto stupore, e faccio “Perché, vi sembro un insetto?” (lo so che gli acari non sono veramente insetti, e che evidentemente il vizio di PiccoloCapo, nato e cresciuto in periodo di autarchia, di tradurre ogni cosa in italiano aveva fatto fraintendere le deboli menti lì riunite… ma, effettivamente, viste le mie dimensioni, darmi dell’acaro è alquanto strano…)
Naturalmente, la mia bomba aveva un doppio effetto (il secondo era diretto verso PiccoloCapo...) PiccoloCapo non riesce a trattenersi dal ridere alla mia battuta (avendone capito il primo significato, ma non avendone capito il secondo significato) e loro si voltano sconcertate a guardarlo incollerite, convinte di essere state prese in giro da lui per l’ennesima volta, mentre io prendo il bicchierino del caffè e me ne torno alla mia postazione…

(NOTA: non sono un programmatore, e non so fare altro che combinarmi qualche macro senza troppe pretese, ma se programmare un computer – notoriamente una macchina stupida – è semplice come plasmare certe deboli menti – notoriamente allo stesso livello, che futuro che avrei presso certe grosse aziende di informatica…)

Siamo qui riuniti in questa Commissione per...

Era la prima volta che mi decidevo a partecipare attivamente alla vita dell’Ordine… (finora, questo Ente astratto era stato da me inteso solo come un qualcosa cui bisognava pagare una quota di iscrizione annuale per poter poi esercitare…)
Quando mi arrivò il modulo di iscrizione alla Commissione, pensai “In fondo, perché no? Che ho da perdere?”… la risposta arrivò dopo poco tempo…
Una folta riunione di personaggi di spicco, nomi famosi nell’ambito dell’ingegneria…, esseri che normalmente erano considerati come delle specie di divinità, rivelavano infine di avere un corpo ed una mente come i comuni mortali…
Il primo giro di presentazione si svolse con frasi del genere “Io sono Tizio dello studio Tale… Credo che molti di voi ne abbiano sentito parlare… Non sto a dilungarmi nella presentazione…” ed altre (molte di più, tra le quali la mia…) “Io sono Tizio, nessuno mi conosce ed ho fatto questo e quest’altro… ed ho finito la presentazione…”
Ovviamente, dall’alto di quelle menti supreme, solo qualche cenno di sbadigli denotava che avevano prestato un minimo di attenzione alle presentazioni di noi comuni mortali…
Venne il momento di nominare coloro che avrebbero dovuto coordinare e dirigere questa Commissione… non ci fu alcuna gloria… i giochi finirono prima di cominciare… con tale delirio di onnipotenza…
E venne l’ora di decretare l’ordine del giorno per la riunione successiva, e fu chiesto a tutti quali fossero le disponibilità di orario, quando intervenne uno di questi Dei onnipotenti, che disse “Io posso partecipare solo da tal ora a tal ora…” e fu deciso l’orario delle riunioni…
Alle varie riunioni, alcuni di loro deliberarono che membri del consiglio fossero invitati a partecipare alle riunioni degli enti normatori ed altri deliberarono che membri degli enti normatori fossero invitati a partecipare alle riunioni del consiglio…
Altri (tra cui io…) chiesero di discutere di problemi legati all’applicazione delle leggi e normative sui casi pratici… ma uno di tali onnipotenti disse “Non esistono problemi nell’applicare le leggi e le normative… chi ha problemi in tal senso non è degno di entrare in questa Commissione…” Fu subito ritirata la richiesta, poi i comuni mortali si contattarono l’un l’altro per risolvere i propri problemi…
Poco dopo fu fatta una richiesta, da parte di una di queste divinità onnipotenti, su come fosse meglio compilare un modulo in rete per ottenere un eventuale abbonamento alle normative vigenti… e su quale fosse il metodo migliore di interpretare le normative su casi reali… E venne aggiornata la riunione per risolvere il problema delle normative…
Alla riunione successiva, fummo tutti coinvolti nel risolvere il terribile problema di questo onnipotente colpito dal fato avverso e, quando mi posero a me la questione, lessi incredulo il problema e gli diedi la soluzione in meno di dieci minuti... (di cui tre impegnati a leggere il problema e sei impegnati a capire se l’onnipotente stava prendendosi gioco di noi mortali…)
“Ma com’è possibile? Saranno mesi che ci sto studiando sopra e non riesco a trovare il sistema…” “Si tratta di un problema che mi è già capitato più volte di dover risolvere… e che non mi ha mai impegnato più di tanto… Credevo fosse una sciocchezza, per chiunque utilizzi un minimo il cervello…”
“Cosa significa? Che non uso il cervello?” “Non lo so! Non posso parlare di cose delle quali non conosco l’esistenza…”
Inutile dire che non partecipai mai più ad una simile riunione, ma in fondo non ho visto problemi...

cavo pigro come un ghiro...

Come da manuale, il semplice lavoro di sostituzione di una linea in cavo posata entro cavidotto interrato, stava dando un sacco di problemi…
Come da manuale, quando il gioco si fa duro… cioè, quando ci sono problemi in cantiere, chi deve… entrare in gioco?
Così eccomi in cantiere, dalla parte opposta della regione in cui abito, assieme a CapoCantierista ed a due Cantieristi.
“Ecco, dobbiamo alimentare quel lampione laggiù!” “Vedo, e come lo alimentereste?” “Da lì!” e mi indica un pozzetto aperto, dove una serie di cavi si infila in un tubo interrato e sparisce nel nulla…
“Abbiamo visto che uno dei cavi arriva al lampione, quindi lo sostituiamo con il cavo nuovo…”
L’idea è corretta, quindi la domanda sorge spontanea… “Infatti, e allora?” “Il problema è che non ci riusciamo!” “Cosa vuol dire?!” Abbiamo aperto il pozzetto in prossimità del lampione, abbiamo scollegato il cavo che arriva, abbiamo fissato il nuovo cavo a quello vecchio e…” “… E adesso dovete tirare il cavo vecchio da qua, levandolo ed inserendo al suo posto quello nuovo…” faccio io, CapoCantierista annuisce “Si, ma non riusciamo a tirare via il cavo…”
Guardo il pozzetto “Non mi sembra ci siano così tanti cavi da ostruire il tubo…” “No, infatti! E’ che lo iniziamo a tirare, ma dopo pochi centimetri, non si muove più…” “Vediamo!”
I due Cantieristi afferrano il cavo, CapoCantierista afferra il cavo e ordina “Tira!” il cavo si muove di pochissimi centimetri, poi si blocca…
Io li guardo “E’ il cavo giusto?” “Certo, abbiamo provato con il tester…” “Uhm…Ok! Avete un argano elettrico?” “No!”
Rifletto un pochino, poi ho l’illuminazione!
“Nel capannone là dietro! Ho visto degli argani portatili! Chiamo il cliente e gli chiedo se possiamo utilizzarli…”
Telefono al cliente e, dopo i convenevoli di rito, gli accenno la situazione e gli chiedo il permesso di utilizzare uno degli argani che giacevano nel capannone… la risposta è affermativa, così lo dico a CapoCantierista, che assieme ai due ragazzi va a prendere un argano, lo posiziona, lega il cavo vecchio alla fune e… avvia…
Dopo un primo istante di urla laceranti dell’argano, il cavo inizia a scorrere di qualche centimetro, poi un pochino di più, di più, sempre di più… ed infine si sente un tonfo cupo ed il cavo inizia a muoversi liberamente…
Spegniamo l’argano (non abbiamo a portata di mano molta benzina per il gruppetto elettrogeno…) e si ricomincia a tirare a mano, quando un ticchettio continuo ci fa allontanare dal pozzetto “Che c@##o sta succedendo?” Urla CapoCantierista, quando all’improvviso degli animaletti saltano fuori dal tubo, correndo all’impazzata e balzando oltre il pozzetto, per disperdersi nei campi vicini…
“Che diavolo erano?” Io li guardo, mentre spariscono nell’erba alta, e rispondo “Credo fossero dei ghiri… Penso troveremo i resti del loro nido, trascinando via il cavo…” “Ghiri?” fa il CapoCantierista “Ecco perché il cavo non si muoveva…” io sogghigno “Già! Questo cavo era proprio pigro come un ghiro…”

Scusa, perché non me lo dai?…

Stavo accanendomi con quell’accidente del nuovo programma di calcolo impiantistico (la “ciofeca”…), con le sue strutture strane Simil-CAD e le sue meraviglie grafiche, cercando di capire perché dietro tanta capacità grafica dei programmatori non ci fosse anche un minimo di competenza tecnica (o almeno l'idea evidentemente INCONCEPIBILE di avvalersi della consulenza di qualche tecnico che dicesse loro cosa il programma DEVE FARE, non cosa DEVE FAR VEDERE!!!), che permettesse di stampare dei risultati senza avere strane e incomprensibili sorprese…
Non mi ero reso conto che Segretaria era dietro di me, stava guardando ciò che facevo ed i suoi occhi stavano luccicando nel vedere le capacità grafiche di quel programma (che per lei non poteva essere altro che un banalissimo salvaschermo… ed in fondo non aveva nemmeno tutti i torti…)
Ero ormai quasi arrivato al punto di mettermi a piangere, per capire DOVE C@##O ERANO QUEGLI STRAMALEDETTI ERRORI CHE CONTINUAVA A SEGNALARMI QUELLA M€§DA DI PROGRAMMA, quando Segretaria si appoggia a me da dietro (solitamente mi inc@##erei, ma in quel momento non è che mi dispiacesse molto sentire le sue tette premute contro le mie spalle…) e, con le labbra a pochi centimetri dal mio orecchio, sussurra con la sua voce più sexy “Scusa, perché non me lo dai?”
Ero talmente distratto che stavo già per sbott… ma uno dei miei neuroni si attivò in quel momento e mi consentì di chiederle “Cos’è…Che…Dovrei…Darti?” (Parlai come nel film “Frankenstein junior” separando accuratamente ogni parola e limitando il più possibile il mio vocabolario a termini assolutamente non ambigui!)
“Ma quello!” disse lei, indicando lo schermo e sporgendosi sopra di me in modo che non mi risultasse difficile intravedere una delle sue tette attraverso la scollatura…
Guardavo la tetta, ma sapevo che stava indicando il programma, così riuscii a risponderle “Vuoi fare i calcoli elettrici?” “Mannò, sciocco, non prendermi in giro!” fece lei, piegandosi un po’ di più per darmi un finto schiaffetto e quasi sbattendomi la tetta in bocca…(per non parlare di dove mise la mano, per evitare di capotarsi direttamente sopra di me...) con uno sforzo notevole, riuscii a risponderle “Beh! Quel programma serve per fare calcoli elettrici, quindi se lo vuoi, vuol dire che intendi metterti a fare calcoli elettrici…!”
Lei mi guardò stupita per alcuni istanti (sempre senza alzarsi dalle mie spalle… e senza levare la mano…) poi sorrise, dicendo “Ah! Credevo che servisse per fare i disegnini…” e si alzò un po’ delusa, per tornare al suo posto…
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(Va bene, lo ammetto: sono un idiota! In quel momento mi resi conto che in ditta non c'era nessuno, a parte noi due... e quella sera lei tornò a casa con una copia del pacchetto di installazione di quel programma per “fare i disegnini”… mancavano le basi dati, ma tanto non voleva fare i calcoli elettrici…)

Perché mi hai levato internet?

1) Gli Stagisti…

Ultimamente, lo standard aziendale era un pochino cambiato (altrimenti che standard sarebbe…)
A me sono passati più di due anni prima che SuperAmministratore si decidesse a fornirmi il collegamento a Internet, ma ai nuovi arrivati (Disegnatrice, Stagista1 e Stagista2) è stato concesso immediatamente…
Naturalmente, era ben chiaro a tutti che, malgrado non ci fosse alcuna comunicazione ufficiale, SuperAmministratore controllava ogni navigazione, e teneva traccia dei siti che venivano visitati…
Stagista1 era una ragazza simpatica ma con tanti problemi… sapendo che difficilmente la sua permanenza nella Grande Società SuperEsperta non sarebbe durata a lungo (come facesse poi a saperlo, io non lo so…), passava metà delle sue giornate lavorative a consultare i siti online di annunci economici e di agenzie interinali, per cercare un lavoro (forse se si fosse impegnata un pochino di più, il lavoro lo avrebbe trovato più facilmente, ma ho già detto che aveva tanti problemi… e quando non bastavano quelli che aveva, se ne creava di nuovi…)
Stagista2 era un tipo strano: credo fosse anche simpatico, ma nessuno riusciva a capire quando parlava… peraltro, i primi giorni che arrivò da noi, venne posizionato su una scrivania in attesa che gli fosse installata una postazione, e per quei primi giorni chiunque passava lo vedeva immobile e assorto a fissare la parete… Quando gli fu installata la postazione, i primi giorni chiunque passava lo vedeva immobile e assorto a fissare il monitor… (un giorno qualcuno si accorse che sia il monitor che il computer erano spenti…) Anche lui, un giorno iniziò ad attaccarsi a Internet e vagare tra i siti degli annunci economici e quelli delle agenzie interinali…
Un giorno, Stagista1 e Stagista2 arrivarono in ufficio, accesero il computer e… non riuscirono a collegarsi ad Internet…
Andarono a reclamare da SuperAmministratore e ricevettero una risposta del genere “Ho visto cose che non mi sono piaciute…”
Da allora, fino al termine della loro permanenza, Stagista1 e Stagista2 non videro più Internet…

2) Disegnatrice…

Disegnatrice arrivava in ufficio, si collegava ad Internet e apriva il programma di posta elettronica, leggeva tutte le decine di email che le arrivavano (indipendentemente da chi fosse il mittente…) e rispondeva a tutte… Poi si faceva un giretto sui siti che le venivano consigliati nelle varie email che riceveva e, sovente, teneva aperto il portale sul quale visualizzava la propria casella di posta elettronica…
Un giorno SuperAmministratore si presentò nell’ufficio che condividevamo io e Disegnatrice ed esclamò “Non riesco ad accedere a Internet: mi si dice che la linea è occupata!” si rivolse ad entrambi, ma guardava direttamente Disegnatrice (e non credo fosse per l'ovvio motivo che è meglio di me, da guardare…). Lei disse “Ah, ma io non sto facendo niente! Non sono neanche collegata! Forse lui…” “Io non ho neanche aperto Internet, sto lavorando con l’immane ciofeca e non ho abbastanza memoria per aprire anche la Rete…” SuperAmministratore grugnì un assenso (era vero: l’immane ciofeca – il famoso programma di calcolo elettrico – era una specie di idrovora, per quanto riguarda la memoria del sistema…) e si piazzò nella postazione di Disegnatrice, vedendo chiaramente la finestra di Internet Explorer ridotta ad icona…, la ingrandì e… il portale più incasinato e saturo di c@##ate si presentò ai suoi occhi…
Chiuse Internet Explorer e se ne tornò al suo ufficio…
Disegnatrice si rivolse a me, dicendo “Ma non può fare così! Non ne ha il diritto! Io guardo ogni tanto la posta e basta…” Io non le risposi (mi estraniai, immerso nei meandri del programma di calcolo che, nella mia infinita benevolenza, continuavo a chiamare l’immane ciofeca…)
Il giorno dopo, Disegnatrice non trovò più il collegamento a Internet, ed è corsa a reclamare, ma SuperAmministratore deve averle risposto molto male… e da allora non ha più potuto accedere…
Da allora, se qualcuno le parla di Internet, lei risponde stizzita “Non mi interessa: io disegno, non mi serve navigare in rete…”

3) Io…

Come ho già detto da qualche parte, prima che SuperAmministratore si decidesse a dare a me il collegamento alla Grande Rete, sono passati più di due anni, e l’ha fatto solo quando PiccoloCapo gli ha detto che serviva il mio ingresso nello staff di un superprogetto, per il quale era indispensabile ricercare quantità incredibili di informazioni in rete…
Da allora, mi connettevo per controllare la mia posta elettronica e visitare i principali portali di settore… e, durante la pausa pranzo, per seguire quel paio di forum cui partecipo…
E venne il giorno in cui, mentre avevo lanciato una serie di plottaggi di fogli formato A0 sul plotter (sfruttando la connessione del server di rete, come si ostina a chiamarlo SuperAmministratore…), squillò il telefono con il tono imperioso di GrandeCapo… ero convocato in riunione…
Non potendo bloccare in alcun modo il computer (quando si lanciano le stampe o i plottaggi tramite quel server… è meglio non fare assolutamente nulla… quel server è noto anche come Rana: si blocca un giorno si e un giorno si…), e non potendo rinviare la convocazione di GrandeCapo, mi alzai e mi diressi al suo ufficio (l’antro maledetto…), commettendo l’errore di chiedere a Disegnatrice di controllare, ogni tanto, la prosecuzione dei plottaggi…
(peraltro, perché essendoci Disegnatrice, i plottaggi li devo fare io? Boh! Misteri delle Grandi Società…)
Quando terminò la riunione, ritornai alla mia postazione e Disegnatrice mi avvisò che i plottaggi erano finiti (ma va: dopo solo 2 ore?) e che aveva anche pensato di piegarli e archiviarli nel dossier di consegna (peccato che l’abbia solo pensato…) ma non sapeva cosa dovevo farci realmente (e già, lei non ha partecipato ai lavori, neanche alla parte da disegnare su CAD…), quindi non aveva fatto nulla…
Stranamente, la mia sedia era molto calda ed il salvaschermo non era ancora in funzione…
Mi viene un orrendo sospetto… ma no: non è possibile… non può essere così stupida… dovrebbe saperlo che ci sono i controlli…
Apro la finestra di FireFox (l’unica cosa su cui SuperAmministratore mi aveva dato retta: sostituire FireFox a Internet Explorer, come browser di default…), vado sulla cronologia e… “Che c@##o sono questi siti?!” Lei mi guarda stupita e fa “Ah, io non so niente… io non ho Internet…” “Già, e presto non l’avrò neanch’io…”
Lei mi guarda in modo strano, poi si rimette a “lavorare”
Questo accadde di giovedì…
SuperAmministratore era fuori sede… rientrò in ufficio il lunedì dopo la pausa…
Il martedì mattina, non riuscii più a connettermi a internet… ma non è il caso che vada a chiedere il motivo…
Aspetto: quando mi inseriranno in qualche altro staff di superprogetti (dalle notizie di Radio Corridoio non dovrebbe mancare molto…), riavrò la mia connessione… e mi ricorderò di bloccare il computer non appena levo le mani dalla tastiera…

Come funziona un impianto elettrico...

PiccoloCapo urlò il mio nome, ed io accorsi…
“C’è da fare una verifica!” “Ok! Dammi i dati!” “Si tratta di questa linea…” e mi consegna un foglio con una serie di appunti scritti a mano “…dammi i risultati del Programma…” “La ciofeca? Faccio prima a fare a mano…” “No, mi servono i risultati del Programma…!” “Evabbè!”
Mi posiziono al computer, apro la ciofeca, inizio ad impostare i dati, salvando un passaggio si e l’altro pure…
Dopo circa mezz’ora, completo l’inserimento, salvo tutto e avvio la fase di stampa… “Errore irreversibile!” ed il programma si chiude… “Beh, almeno mi ha fatto finire di inserire tutti i dati…” Riapro, ricarico tutto e rilancio la stampa… “Errore irreversibile!” e si richiude…
PiccoloCapo si avvicina sogghignando, sentendo le bestemmie che sto lanciando… “Com’è?” “@#$§§%&AR%&&£$°@@!”
Guarda un pochino, poi fa “Non importa che stampi, dammi solo i valori… per adesso...” “Se è solo per i valori, eccoli!” e gli mostro la schermata riepilogativa… “ECCHEC@##O!!!! Perché non funziona?” “Lo chiedi a me o è una domanda retorica…?” “Ma non è possibile… Abbiamo già fatto tutto, ora non possiamo dire che non funziona…” “Eh?!” “Beh! E’ tutto già installato… ci hanno chiesto le verifiche e dobbiamo dargli un po’ di carta…” “Scusa, ma… a parte che questa ciofeca non ritengo abbia autorità tali da essere considerato un programma di verifica, tu fai un impianto in questo modo e pretendi che sia verificato…” “Ah, ma tanto è quello che serve… Abbiamo sempre fatto così e tutto è sempre andato bene…” “Ed allora perché non lo certifichi dicendo queste frasi agli ispettori?” “Perché gli ispettori sono come voi ingegneri: non capiscono un c@##o e vogliono solo vedere dei fogli di carta!!!” “In ogni caso, un cavo di quella sezione non è corretto per quella portata…” “Cosa? Ma se consideriamo i 3 ampere al millimetro quadro…” “Ottieni solo c@##ate!” “Gli impianti si sono sempre fatti così…” “A casa tua cos’hai come sezione?” “Che c’entra?” “Cos’hai?” “2 e mezzo…” “E come interruttore?” “16 ampere, differenziale…” “Casa tua è da rifare!” “Cosa?!?!” “Se hai un 2 e mezzo, con i tuoi 3 ampere al millimetro quadro non puoi superare i 7 ampere e mezzo… il tuo 16 ampere non ti protegge…” “Che c@##o stai dicendo?!” “Io? Sei tu quello che parla dei 3 ampere al millimetro quadro…”
Stufo di quella discussione PiccoloCapo si allontanò dicendo “…non può non proteggermi, è un differenziale…”
Finsi di non sentire, per evitare di entrare in un’altra discussione sull’effettiva utilità dei differenziali (che, solo per caso, venivano chiamati anche “salvavita”…)

Mai con i colleghi... e MAI E POI MAI con le colleghe...

PiccoloCapo è da parecchio che sollecita le consegne dei lavori, perché lui, da bravo manager (si, ha studiato uno di quei libri del genere “diventare manager in 10 minuti” o simili…) deve tenere d’occhio i costi e le perdite…
CapoDiFuori arriva, fornisce un rilievo fatto alla c.d.c. (no, non chiedetemi di tradurlo…) e se ne va via, senza spiegare nulla… tanto lui ha capito cosa c’è da fare…
Io mi arrabatto a fare i lavori, cercando di capire qualcosa, facendo i rilievi necessari (no, quelli di CapoDiFuori servono solo per favorire il disboscamento dell’Amazzonia…), facendo calcoli, disegni, relazioni e computi metrici, per poi sentirmi dire che ci metto troppo tempo…
A furia di proteste e continui dissidi, PiccoloCapo si è finalmente deciso a permettermi di sfruttare le risorse della Grande Società SuperEsperta, non solo in termini di computer ma anche in termini di personale…
La ripartizione degli incarichi avviene di solito così: PiccoloCapo ordina a Progettista, ProgettistaGiovane e Disegnatrice di mettersi a mia disposizione per i lavori, loro dicono che in serata termineranno i loro lavori e dall’indomani saranno a mia disposizione…
L’indomani mattina, Progettista riceve una chiamata da qualche cantiere e parte immediatamente…
ProgettistaGiovane prende le indicazioni del mio lavoro, poi telefona a Progettista, e si fa chiamare da lui, che ne richiede la presenza in cantiere… ma, prima di partire, mi sforna la relazione su cui stava lavorando… ovvero quella che ha preso e fatto “salva con nome…” senza ulteriori modifiche…
Disegnatrice, impegnatissima a fare di tutto (tranne che il suo lavoro), imprecando contro tutto e tutti, decide di farsi dare il materiale da disegnare, io le fornisco i rilievi e le do le indicazioni di come devono essere realizzati gli impianti, così che lei possa tracciare le linee con un minimo di logica…
E, mentre io sono impegnato a fare i calcoli, le relazioni ed i computi metrici, lei è impegnatissima a… telefonare alle sue amiche e truccarsi…
Quando le faccio notare che la consegna è urgente, inizia ad imprecare anche contro di me, ed alla fine si decide a dedicarsi al CAD… (non ho ancora capito perché GrandeCapo la paga… è sempre malata, non c’è mai, quando c’è non fa niente, quando fa sbaglia tutto…)
Nel frattempo arriva qualcuno dei capi e le da ordine di sospendere tutto perché deve stampare un disegno che serve a lui (senza utilità ai fini della fatturazione…)
Ovviamente, lei obbedisce, poi ricomincia a telefonare, truccarsi ed imprecare quando le chiedo di finire il lavoro…
Nel frattempo, Progettista e ProgettistaGiovane tornano dal cantiere e mi chiedono di fare loro dei calcoli al volo (con l’immane ciofeca…) e, alla mia risposta negativa (ho da fare, anche voi avete il programma: usatelo!) corrono a piangere da PiccoloCapo, che viene ad ordinarmi di sospendere per fare i loro lavori… per poi riprendere i miei lavori, senza ricevere una sola mano d’aiuto, da nessuno di loro…
Al termine di tutto, quando ho finito di fare tutti i lavori che Progettista e ProgettistaGiovane avrebbero dovuto darmi una mano a fare, chiedo a Disegnatrice se ha finito con i disegni… mi becco un’altra sfilza di imprecazioni e… alla fine mi stampa i disegni, poi si attacca al telefono e ricomincia a truccarsi…
Io prendo i disegni, li guardo e… apro il CAD e li rifaccio daccapo… Non ha fatto nulla…!!!
E poi arriva PiccoloCapo a sollecitare i lavori “Ma come sarebbe non hai finito? Se ci avete lavorato in metà di mille…” Si, lui è convinto che il lavoro di squadra funzioni… e non da retta a nulla, quando gli spiego che il lavoro di squadra lo sto facendo io da solo… “Ma se tutti, nel rapportino, segnano le ore sotto la tua commessa, vuol dire che stanno lavorando per te…” “Può essere, ma io non ho ancora visto nessuno…!!!”
Ed alla fine di tutto questo, mi chiedono perché io cerco di evitare di chiedere la collaborazione dei colleghi e… tanto meno delle colleghe…

Detesto avere ragione…

Quel giorno GrandeCapo ricevette una chiamata preoccupante da uno dei pezzi grossi di Società UltraEsperta, che gli comunicava che c’era un grosso problema in Grande Azienda… (pare che un nostro progetto fosse stato sbagliato in pieno e che l’impresa che aveva preso il lavoro stesse chiedendo delle varianti stratosferiche…)

In quanto responsabile di quel progetto (ed in genere di tutto ciò che aveva a che fare con i lavori di Grande Azienda…) vengo immediatamente affiancato da CapoCantierista e spedito sul posto…

Il cliente ci aspetta con uno dei responsabili dell’impresa (peraltro una mia vecchia conoscenza, dedito più al fregare gli altri che al fare lavori buoni…) che, mentre il cliente ci comunica che l’impresa stava trovando delle notevoli difformità nei progetti da noi realizzati, ci mostra una copia del progetto (che ovviamente risale ad almeno due anni prima…). Lo stesso tipo, molto gentilmente si offre di rifare la progettazione al posto nostro, o di metterci a disposizione il suo personale per tutto il tempo necessario a rifare tutti i sopralluoghi ed i progetti (naturalmente, a nostre spese…)

Appena se ne va via, il cliente (che mi conosce…) mi fa “Io non credo che questa ditta stia giocando in modo pulito…” Io sogghigno “La ditta non lo so, ma quel tipo lì lo conosco da lunga data… e di sicuro non è affatto pulito... Ma com’è che avete dato l’appalto a loro?” “Hanno fatto l’offerta migliore… ben al di sotto delle altre ditte” “Già, ed ora cercano di recuperare…”

Ad ogni modo, credo sia bene recarsi sul posto e vedere cosa diavolo è successo…

Io e CapoCantierista facciamo un sopralluogo e, man mano che procediamo, troviamo poche tracce di quanto ha detto il tipo… allora chiamo il GrandeCapo, e decido di farmi spiegare bene la situazione…

Alla fine, salta fuori che l’impresa contesta alla Società UltraEsperta (e di conseguenza a noi della Grande Società SuperEsperta) che la documentazione non corrisponda a realtà, che i lavori segnati da fare non siano quelli corretti, e tante simili sciocchezzuole…

GrandeCapo teme di dover pagare delle penali, e ci ordina di mettere tutto a posto, in modo che la Società UltraEsperta non possa rivalersi su di noi… non importa come…

Io e CapoCantierista, mentre completiamo il rilievo, ci rendiamo conto che in questi lavori c’è qualcosa che non quadra, torniamo in sede e… ci buttiamo alla ricerca della documentazione…

Troviamo i dossier e… sorpresa: la documentazione della nostra copia ufficio è diversa da quella che ci è stata mostrata…

Io e CapoCantierista parliamo ad alta voce, e nell’ufficio di fronte, GrandeCapo si attacca al telefono e chiama il cliente, riferendo i progressi nel nostro scagionamento dalle accuse… In pratica, la scena si presenta così:

Io e CapoCantierista, alle prese con i dossier e GrandeCapo alle prese con il telefono:

Io… o CapoCantierista “Ecco qua! Mi sembrava che c’era quel documento..:”

GrandeCapo “…Abbiamo trovato…”

Io “Ecco la gabola: hanno seguito le vecchie planimetrie…”

GrandeCapo “…Trovato tutto! La colpa è dell’impresa…”

Io a CapoCantierista (sottovoce) “Ma ho detto che abbiamo trovato tutto?” CapoCantierista (ridendo) “Evidentemente, il senso era quello…”

Conclusione: l’impresa stava cercando di marciarci sopra, approfittando di una vecchia planimetria modificata… noi ci siamo scagionati, la Società UltraEsperta ha dimostrato all’impresa di aver apprezzato lo scherzetto, l’impresa ha terminato i lavori senza richiedere alcuna variante e… da allora, cascasse il mondo, se non me lo ordina esplicitamente GrandeCapo (con tanto di scritto…), io faccio uscire solo file in PDF, mai più tavole planimetriche in DWG… (che chiunque può poi modificare con altre tavole già in suo possesso…)

Chi ha la precedenza…

Quando in un cantiere devono operare più imprese, sarebbe opportuno coordinare i loro interventi, in modo che non ci siano conflitti tra le lavorazioni, e forse questo viene anche fatto, ma sarebbe utile che, a farlo, sia qualcuno competente in merito…
Quando si lavora per una struttura sanitaria di proprietà di un ente religioso, il qualcuno competente normalmente non esiste… quindi viene sostituito da qualcuno del personale… che non capisce nulla di ciò che deve fare…
La nuova cabina elettrica stava per essere messa in servizio e, stranamente, non eravamo in ritardo sulla tabella di marcia…
Avevamo ormai preparato i quadri (dei bellissimi power-center…) e dovevamo installarli, in modo che i serramentisti potessero procedere con il montaggio delle porte e rendere finalmente la nuova cabina inaccessibile al personale che cercava di imboscarsi…
Entriamo nel cortile con il camion aziendale, dov’erano posizionati i power-center, li scarichiamo (grazie alla gru incorporata nel camion stesso) e, tramite un efficiente servizio di carrelli, li spostiamo verso la cabina elettrica, dove dovranno abitare per almeno una trentina d’anni…
Giunti alla cabina, restiamo tutti di sasso: le porte erano piazzate e la cabina chiusa a chiave…
Nella mia qualità di responsabile delle attività di cantiere (pare fossi anche quello…) vado nell’ufficio del cliente e chiedo spiegazioni…
“Scusi, Madre… ma come facciamo a portare gli armadi (non avrebbe capito se parlavo di power-center e tantomeno se dicevo quadri elettrici) dentro la cabina se avete piazzato le porte…” “Si. Lo so… ma è passata Suora… ed ha visto che mancava la porta e… l’ha fatta mettere…” la suora nominata aveva il brutto vizio di considerarsi la sostituta della Madre Superiora e di fare il bello e cattivo tempo lì dentro, utilizzando metodi da lager nazista con le sue sottoposte… e cercando di farlo anche con me, sebbene le avessi già mostrato il mio caratteraccio durante una messa in servizio di un trasformatore, qualche tempo prima…
La convocammo e le ripetei la richiesta “Ah no! Le porte ci vanno! Sennò è pericoloso!” “Infatti, ma vanno messe dopo che sono dentro tutti i quadri… gli armadi!” “Ho visto che alcuni del personale andavano dentro per non lavorare…” “Che c’entra con la sicurezza della cabina?” “E se si fanno male?” “Premesso che non c’è corrente, perché la cabina non è ancora in servizio, se si fanno male sono ca…voli loro!” “No, sono io la responsabile, ed ho fatto mettere le porte…” “Bene, adesso vi toccherà levarle, sia le porte che la parete che avete realizzato…!” “Ma… non si può…” “Infatti, non si può portare un armadio dentro una cabina quando la porta è più piccola dell’armadio stesso…” “Oh, insomma! Infilateci dentro quegli armadi e metteteci a posto questa cabina…”
Eravamo ad un punto di stallo, ma io decisi di giocare l’asso di briscola… presi il telefonino e feci per chiamare GrandeCapo, al chè lei si rammentò delle precedenti esperienze e disse “Ma davvero non potete portare quegli armadi dentro la cabina… neanche smontandoli?” “No, possiamo smontarli solo in parte, ma poi dobbiamo rimontarli dentro e serve troppo tempo… oltre a dover fare troppe prove di collaudo… devo vedere se GrandeCapo è d’accordo o se dovremo farci pagare una variante per questa situazione che non dipende dalla nostra volontà…”
Lei impallidì, poi disse “Va bene! Chiami pure…” (ovviamente, rifare parete e porte costava di più…)
Fu così che, dietro ordine di GrandeCapo, procedemmo a smontare i power-center per quanto possibile, introdurli lo stesso dentro la cabina, riassemblarli e rimontarli… mettendoci dodici ore al posto delle previste quattro… poi presi la strumentazione e feci tutte le prove di messa in servizio che avevo già fatto in officina, ed infine il tutto era pronto da essere alimentato… ma a quel punto serviva l’ente fornitore…
Naturalmente, la Madre Superiora fu molto felice di pagare la variante che GrandeCapo aveva richiesto, ed esternò la propria felicità alla Suora, che spero abbia imparato a gestire le precedenze…

Antiparallelo

Quel giorno CapoCantierista venne da me con un pezzo di cartoncino semiconsumato e imbrattato con diversi segni di pennarelli, di diversi colori inconsueti… presumo fossero quelli che sua figlia non utilizzava mai a scuola… e mi fa “Senti, mi devi fare uno schema per questo antiparallelo…”
Lo guardo stralunato “Cosa ti devo fare?” “Uno schema per questo antiparallelo, che devo fare i collegamenti…” “Uno schema per …cosa???” “Ma che, sei sordo o sei str@§#o?” “Piano con i complimenti, se non vuoi che inizio anch’io… Spiegami cosa diavolo è un antiparallelo!” “Eh, ma tu non sei ingegnere? Dovresti sapere tutto…” “Tutto, tranne le c@##@te che ti inventi tu!” “Veramente, l’ha detto GrandeCapo…” “Va bene! Digli di spiegarmi cosa c@##o è, poi ti farò uno schema…”
Dopo questo simpatico scambio di convenevoli, CapoCantierista andò a chiamare GrandeCapo, per segnalargli che mi ero ammutinato… ed entrambi si presentarono da me con aria di superiorità…
“Quindi l’ingegnere non conosce l’antiparallelo?!” “Sai com’è: nel mio piano di studi non erano comprese le c@##@te…”
GrandeCapo perde immediatamente tutto il suo sarcasmo e si prepara al duello fisico… “Quali c@##@te? L’antiparallelo è un sistema impiantistico perfettamente valido e funzionante…” “Fammi un esempio!” “Lo si utilizza negli impianti di illuminazione pubblica…” “Fammi un esempio!” “Lo fanno tutti…” “FAMMI UN ESEMPIO!!!”
Dopo un po’ di discussioni, si decise a dirmi cosa intendeva lui per antiparallelo…
“Allora, se non prendiamo la fase da una cabina e il neutro dall’altra cabina, i carichi sono alimentati in antiparallelo…”
Io lo guardai a bocca aperta, come un idiota, e lui si convinse di essere nel pieno della ragione, inorgogliendosi tutto… finché la mia bocca era rimasta abbastanza aperta da far uscire l’aria che era dentro…
“Ma…” Un attimo di panico apparve nei suoi occhi, ma non fece in tempo ad interrompermi… “…se tu fai una cosa del genere, lo sai che metti la tua linea in mano a qualsiasi idiota decida di andare a fare manutenzione… E se nella seconda cabina attacca una fase anziché il neutro? E se succede un guasto su un’utenza? E se devi mettere mano ad un’utenza intermedia, cosa vai a staccare? E se non ti fai un coordinamento ed un interblocco tra le due protezioni, come fai ad essere sicuro che hai staccato tutto e non ti trovi invece qualcuno appeso a friggere…? E tutto questo (e molto altro ancora) solo per avere la stessa caduta di tensione su ogni singola utenza intermedia?” “Cosa?” “Si, è l’unico lato positivo… a fronte di decine e decine di lati negativi… dei quali ti ho elencato solo i più gravi…”
GrandeCapo si voltò verso CapoCantierista e urlò “CHE C@##O MI VOLEVI COMBINARE????” “Ma…” “STAI ZITTO!!!! SE NON CI FOSSE LUI, HAI VISTO CHE CASINO AVRESTI FATTO???” “…” “TI HO DETTO DI STARE ZITTO!!!! ADESSO VAI E LEVI QUESTA C@##@TA DA QUEI POSTI DOVE L’HAI MESSA!!!!! E VEDI DI MUOVERTI, CHE ALTRIMENTI NON TI PAGO NEMMENO LE ORE!!!”
CapoCantierista mi lanciò un’occhiataccia, poi partì e se ne tornò direttamente in cantiere… ma io che ci posso fare, se le c@##@te mi danno fastidio… e se lui ha paura di contraddire GrandeCapo…

Segretaria al caffè… 2…

Ancora una volta, mentre stavo per rimediare alla mia crisi di astinenza da caffeina, mi ritrovai in compagnia di Segretaria, che era passata alla macchinetta un minuto prima…
Mentre inserivo la chiavetta nella macchinetta e premevo il tasto solito (quello ormai consumato, che aveva ben impresse le mie impronte digitali…), sentii un profumo diverso dal solito provenire dalla fanciulla… e, siccome quando prendo il caffè sono più incline al buonumore, le chiesi di che si trattasse, e lei sorridendo mi disse “Ho preso un tè al limone… vuoi assaggiarlo?” Siccome avevo pessimi ricordi di tale bevanda alle macchinette, le dissi di no “…preferisco il mio caffè, grazie lo stesso…”
Presi il bicchierino e mi sedetti al tavolino accanto a lei, provvedendo diligentemente a mescolare il caffè. La macchinetta faceva un caffè veramente buono, ed il profumo era inebriante, al punto che, sebbene occupata a bersi il suo te al limone, Segretaria fissava il mio bicchierino di caffè e… quando terminai di mescolare mi chiese “Scusa, me lo fai leccare?”
…naturalmente, si riferiva al cucchiaino…

A cosa serve una disegnatrice?

Infatti, anche a me ogni tanto viene da farmi la stessa domanda, specie quando la suddetta Disegnatrice mi viene affiancata anche per qualche lavoro…
Già condivido con la suddetta persona la scrivania (in realtà si tratta di tre scrivanie, disposte in modo da formare una T… io occupo il lato dove ho messo i puntini, Disegnatrice occupa il resto, il telefono e… parte del mio lato…)
Oltre a condividere la scrivania ed il telefono (lo condividiamo? Allora posso usarlo anch’io…), ogni tanto a qualcuno salta in mente che possiamo anche condividere il lavoro, ovvero devo farle disegnare gli impianti che rilevo o progetto, mentre io mi dedico a cose più importanti e proficue, come fare i calcoli con la ciofeca o preparare le relazioni, i capitolati ed i computi metrici che saranno da consegnare al cliente, insieme ai suddetti disegni…
Niente di male, anzi! Sono ben lieto di ricevere aiuto, ma… non da Disegnatrice…
Si parte con una sequela di imprecazioni contro il lavoro, i capi, i colleghi schiavisti, i computer, i politici, la destra, la sinistra, quelli che gliela chiedono, quelli a cui la darebbe volentieri ma che non se la filano proprio… (no, non sto esagerando…)
Si prosegue con un apertura delle tavole di rilievo sulla mia scrivania (quando non direttamente su di me…) e un continuo chiamarmi per chiedermi “Ma questo cos’è?” “Ma questo dove va?” “Ma questo come si fa?” “Ma questo lo posso disegnare così?” “Ma questo lo devo proprio disegnare?”… e via così…
Nel frattempo le squilla il telefonino, allora interrompe tutto, per rispondere e dire alla sua amica (quella che l’ha chiamata) che adesso non solo i capi, ma anche il suo collega la carica di lavori, la schiavizza, le fa battute ardite e cerca solo di portarsela a letto… (dev’essere in crisi di astinenza di scop…te, visto che anche darle del lavoro da fare e rispondere alle sue domande insulse significa cercare di portarsela a letto… magari un giorno faccio che chiedergliela direttamente, così vediamo se me la da o se mi mette – a pieno titolo – nell’elenco di coloro che gliela chiedono quando lei la darebbe volentieri a qualcun altro che non se la fila proprio e…)
Al termine di tutte queste disquisizioni, giunge il momento in cui (tra una telefonata, un ritocco al trucco, una telefonata, una serie di imprecazioni, una telefonata e… una telefonata…) occorre provvedere a mettere insieme il lavoro, compresi i disegni, che si affretta (imprecando e telefonando…) a completare e stampare…
Raccolti i fogli dal plotter, mentre si procede (io, mica lei… troppo impegnata a telefonare…) alla delicata fase di “taglio e piega”, ecco che ci si accorge che il disegno è sbagliato, non sono stati inseriti i rilievi, è tutto fuori scala, i simboli non sono corretti, la legenda è illeggibile, i dati di commessa sono sbagliati, ecc.
Torno da lei, oso disturbarla mentre telefona, per dirle che il disegno è da rifare e mi risponde “Ah, ma io non so niente! Mi date le informazioni sbagliate, io non sono un tecnico, io sono solo una disegnatrice!…” e continua con i lavori malgestiti, i colleghi cafoni e schiavisti, i programmi di disegno che non sono telepatici, i computer, i politici, la destra, la sinistra, quelli che gliela chiedono, quelli a cui la darebbe volentieri ma che non se la filano proprio…
Morale: vado al computer, apro i disegni e me li rifaccio da solo… a che mi serve avere una disegnatrice… tanto alla fine sono io quello che deve rispondere dei ritardi nelle consegne…

Un nome, una garanzia…

Partiamo da un collega della Grande Società SuperEsperta, che un giorno ha cominciato a richiedere la mia assistenza per un lavoro con un cliente sito in un paese sperduto che non figura neanche nelle carte geografiche…
Iniziai a controllare l’impianto e mi resi conto che c’era qualcosina di strano…

Vidi un incredibile proliferazione di interruttori differenziali, di qualsiasi taglia, disposti secondo un ordine che non esiterei a definire Random... (non era infrequente il trovare interruttori piccoli a monte di interruttori grossi, a loro volta a monte di interruttori di taglia intermedia, e via così...). La situazione non consentiva di effettuare alcuna prova, in quanto lo strumento faceva scattare l'interruttore di taglia inferiore, indipendentemente da dove si trovasse...

Venne deciso di ordinare al Responsabile tecnico di tale cliente di procedere con una risistemazione degli interruttori, in modo che si partisse da quelli di taglia superiore scendendo via via fino a quelli di taglia inferiore... Gli si consigliò anche di usare i differenziali solo per la protezione delle utenze terminali, quelle con le quali potrebbe entrare in contatto il pubblico... e non con le linee di distribuzione principale che collegano solo i quadri elettrici l'un l'altro... e sulle quali è molto poco probabile che possa mettere mano il pubblico...

Dopo qualche giorno, lo stesso tipo mandò una comunicazione via fax chiedendo se era possibile mantenere in parte la situazione attuale e modificare solo il nuovo, magari utilizzando qualche interruttore di recupero, anche se non propriamente della taglia indicata... gli fu risposto di attenersi alle prescrizioni date...

Al termine dei lavori, il tipo comunicò che era tutto a posto e che si poteva andare a fare una verifica, per poter quindi certificare il tutto... andai giù e... le modifiche avevano rispettato solo in parte le prescrizioni: aveva sostituito alcuni interruttori, ma aveva lasciato al loro posto altri, ed aveva anche sostituito delle apparecchiature con altre di taglia diversa da quella indicata, perché aveva qualcosa in magazzino...

Gli fu detto di rifare i lavori rispettando le prescrizioni (che paghi a fare uno studio di progettazione, se poi fai quello che vuoi???)

Arrivò quindi un messaggio via fax che chiedeva se era possibile ripristinare un interruttore a protezione di una linea, anche se aveva una taglia superiore a quella indicata in sede progettuale, furono fatti i calcoli necessari e gli fu risposto che, in quel caso particolare, non c'erano controindicazioni... sostituì almeno una decina di interruttori, senza preoccuparsi di darci indicazioni in merito... (poi telefonò per sapere come mai una delle linee che gli avevamo progettato era andata a fuoco... ed al termine del sopralluogo, gli fu risposto che se noi gli progettiamo una linea con un cavo di una certa sezione e un interruttore di una certa taglia, è perché quei valori sono tra loro coordinati, quindi non può pretendere che un interruttore di taglia diversa – superiore – protegga una linea di sezione diversa – inferiore – senza problemi... tradotto: fai quello che ti dico, visto che mi paghi per darti un consiglio...)

Per farla breve, ad ogni sopralluogo post-lavoro di adeguamento, si trovava qualche c@##ata proveniente dal fatto che aveva pensato di riutilizzare qualcosa che aveva in magazzino, magari perché era del colore giusto o si adattava allo spazio rimasto nel portello del quadro elettrico, senza dover allargare tale spazio... ed ogni sopralluogo si concludeva con una prescrizione di effettuare un ulteriore intervento per rimettere a posto tali casini... ed ogni intervento si concludeva con una variante del tipo in questione, che veniva scoperta solamente quando si faceva il sopralluogo successivo... (l'ho già detto che costui stava in un paesino sperduto neanche segnato nelle carte geografiche... e ho già detto chi è che doveva farsi i vari sopralluoghi, quando il mio collega ha lasciato la Grande Società, un paio di settimane dopo avermi scaricato questo cliente...)

Ormai sono quasi quattro anni che si va avanti con questo cliente... ed ho veramente esaurito la pazienza, ma pare che, di volta in volta, siano sempre di meno le magagne trovate... forse c'è ancora speranza, di farla finita con lui senza ricorrere a mezzi estremi...

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...