Qua non c'è nessuno..1

Dentro l'ufficio dove sto io, ci sono 6 scrivanie per 4 postazioni. Le scrivanie sono disposte a T sui due lati dell'ufficio, lasciando un corridoio di passaggio nel centro per accedere alla finestra e all'ufficio accanto, dove dorm..siede PiccoloCapo. Da un lato ci sono Termico e Termica, ovvero la TermoCoppia, dall'altro lato ci siamo io e Stagista (una volta c'era Disegnatrice al suo posto). In totale ci sono 4 persone, 4 esseri più o meno umani, 4 entità con proprie emozioni e propri sentimenti.
Eppure...
Passa GrandeCapo per andare da PiccoloCapo e nota l'assenza di uno o due elementi “Porcazzozza!!! Ma qua non c'è mai nessuno??? Dove caxxo sono? Perché non sono qui seduti a produrre?”
Passa PiccoloCapo per andare da qualsiasi parte e nota l'assenza di uno o due elementi “Ma qua non c'è mai nessuno? Dove sono andati? A trombare?” (l'ultima parte la aggiunge se gli assenti sono in coppia, come per esempio Termico e Termica o Termico e Stagista)
Passano i fanc..colleghi della sezione Progett Mannaggiament e notano l'assenza di uno o due elementi “Maccheccaxxo!!! Ma qui non c'è mai nessuno? Eccheccaxxo! E dove diavolo è finito?”
Alla fine, dopo decine di volte al giorno, rompe un po' essere considerati “nessuno”.. specialmente dall'ultima categoria, composta da gente che passa la giornata a farsi le pippe (si, letteralmente, compresa Architetta che è la loro responsabile) fino alle 17.30 quando arriva di corsa urlando che ci sono lavori urgenti da completare prima di subito..

Diamoci un taglio

C'erano molti disegni da plottare, tagliare e piegare e tutto doveva essere pronto per l'indomani mattina.
Io lancio in stampa i vari disegni e mi approssimo alla sala plotter per gestire i cambi rotolo e cominciare a tagliare e piegare i disegni man mano che escono.
Prendo il primo disegno, lo posiziono sulla taglierina, taglio i bordi corti, riposiziono, taglio i bordi lunghi, posiziono sul tavolo e prendo un foglio A4 per avere le dimensioni di piegatura (all'epoca non si faceva ancora il rettangolo indicativo attorno al testalino) e comincio a piegare con una certa accuratezza, fino a ridurre il disegno al formato giusto, e lo metto da parte.
Nel frattempo è uscito un altro disegno ed è in fase relativamente avanzata il terzo.
GrandeCapo passa da lì, assiste alla mia opera e si rende conto che sono totalmente inefficiente (a suo parere) e perdo troppo tempo nel fare le cose, quindi entra dentro cominciando a sbraitare e bestemmiando tutti gli dei passati presenti e futuri, afferra un disegno e, al grido di “Cosa caxxo fai? Si fa così!” infila il disegno nella taglierina, taglia via il lato corto dalla parte del testalino, comincia a piegare a occhio (il vero ingegnere ha le misure negli occhi, non perde tempo con i fogli di carta di riferimento) e poi si accorge che ci sono ancora i margini laterali da tagliare, quindi infila nella taglierina e rischiando di far saltare la lametta, taglia via i bordi dal disegno già piegato, mentre io lo guardo inorridito.
“Ecco! Vedi? Se stiamo ad aspettare a te, domani siamo ancora qui!” mi fa, gettandomi il disegno tagliato e piegato (anzi, piegato e tagliato).
Io prendo il disegno, lo apro davanti a lui e, come volevasi dimostrare, piegare a occhio senza rifilare prima ha fatto si che il disegno fosse storto, e poi tagliare dopo un disegno piegato storto ha fatto si che metà disegno fosse senza più squadratura, ma il fatto di tagliare anche il bordo sull'ultimo lato corto ha creato la situazione più paradossale: quel disegno alla fine somigliava parecchio a quelle bamboline di carta che si fanno ritagliandole su un foglio di carta piegato..
E così, causa la MIA incapacità e la MIA perdita di tempo, abbiamo dovuto ristampare un disegno completamente, eppure sono sicuro che ci avrei messo di meno a piegarlo a modo mio che a ristamparlo..
Per fortuna, GrandeCapo se ne è andato nel suo ufficio a meditare sulla figura di merda che aveva appena fatto..

Alla fiera dell'est...

All’epoca le manifestazioni non le facevano ancora a Rho ma a Milano, e tra le altre c’era la biennale ricorrenza dell’INTEL (non Inter, INTEL, fiera dell’elettrotecnica, elettronica e illuminotecnica, alla quale si partecipa per conoscere le ultime novità del settore e per scoprire le novità delle case produttrici, selezionando accuratamente i rappresentanti che faranno poi visita..)

La prima volta che ci sono andato ero al Politecnico, in compagnia dei miei compagni di corso, con lo scopo fondamentale di raccattare cataloghi (no: i rappresentanti non passavano dagli studenti, e i professori si divertivano a dare esercizi che richiedevano l’uso di cataloghi per procedere).
Tra le altre cose, oltre alla raccolta di cataloghi, ottenemmo alcuni software di progettazione (all’epoca sotto DOS), che non ho praticamente mai usato (chi ce l’aveva il computer? L’ho avviato una volta al LAIB del Poli, un giorno che non c’erano né virus né laureandi..) e che immagino da qualche parte ci sia ancora quel mega floppone da 5” (e 1/4) con dentro un programma di illuminotecnica che all’epoca sembrava una cosa spaventosamente enorme (circa 600 KB di programma? Da spavento!!!) mentre adesso siamo molto più abituati a programmi infiniti (l’attuale versione va installata da DVD, visto che sono più di 2,5 GB e non fa niente di più, ma ha una interfaccia grafica più bella anche per il database, che oltre a nomi, modelli e valori tecnici carica anche la foto dell’apparecchiatura, e alla fine fa anche il rendering 3D..)

La seconda volta ero già un tecnico e lo scopo era quello di conoscere delle alternative alle sole ditte che ci consideravano. Tra l’altro, ottenni anche una copia di quella che, all’epoca, era una novità assoluta: la guida BT, ovvero una raccolta di formule e tabelle per dimensionare un impianto elettrico senza problemi anche se non si ha a disposizione un computer con prodotti tipo la ciofeca. La tenevo come una reliquia e non permettevo a nessuno di sfiorarla, pena l’amputazione delle mani!

La terza volta che ci andai ero già passato dalla parte opposta della barricata: ero ormai un consulente/progettista e lo scopo era quello di farmi conoscere, contattare più rappresentanti possibile e magari avere dei contatti con vari imprenditori del settore. Quest’ultima parte non la ottenni, per i rappresentanti invece fui messo in lista, ma secondo una categoria particolare che si basava sull’importanza del progettista nell’ambito degli studi più rinomati e sull’importanza dei lavori effettuati (praticamente, il primo rappresentante che venne a trovarmi, lo fece solo per svuotarsi il magazzino dai cataloghi vecchi, e lo fece dopo 3 anni da quell’incontro..). Non ottenni nulla, e smisi di andare.

Ormai le guide e i cataloghi li scarico direttamente dal web, assieme ai programmi di calcolo tecnico (si: si può fare, essendo tali programmi gratuiti e assolutamente legali: richiedono solo la registrazione al sito e la conseguente disponibilità a ricevere pubblicità, promozioni, notizie e spam vario e assortito), i rappresentanti li chiamo direttamente quando mi servono e inoltre la fiera è stata spostata a Rho, e l’ultima volta che sono andato a Rho è stata una cosa allucinante.

Si, praticamente non ci sono più andato, ma.. non credo di averci rimesso nulla.

CurriQulo

Come al solito, anche questa è una storia vera, purtroppo...


CurriQulo! by mk66

Ovviamente ho omesso tutti i dati, ma quella non era la sola "perla" che ho trovato!

Purtroppo le altre non posso mostrarvele, per la privacy dell'autore, ma volendo potete senza dubbio immaginarvele: non ci vuole moltissima fantasia, ci può riuscire anche un ingegnere...  :-D

Eeett..cccchuuu!!!

Primavera avanzata di molti anni fa.

Tornavo dal Politecnico verso casa e, alla fermata subito prima del Parco del Valentino, di fronte alle mura diroccate dell’istituto Galileo Ferraris (quello dell’ora esatta) sale una coppia di donzelle, una delle quali apparentemente sconvolta dall’allergia da pollini.
Si piazzano vicino alla mia postazione chiacchierando tra loro di vari problemi di complessa natura, quando il tram si ferma al semaforo prima di girare e di avvicinarsi alla fermata successiva.
In quella si sente una voce stentorea dall’altra parte del mezzo, urlare “Signori, biglietti!”
Una delle due esclama “Caxxo! Il controllore!” ed entrambe frugano nella borsetta alla ricerca del biglietto da timbrare, quando il tram riparte e svolta subito.
A quel punto entrano in gioco simultaneamente la fisica e la chimica organica.
La partenza improvvisa con svolta del carrozz.. tram fa sì che le persone dentro, soggette ai principi dell’inerzia e dell’accelerazione centrifuga, compiano movimenti inconsulti: una delle due donzelle viene urtata e per il contraccolpo urta la sua amica, questa aveva le mani nella borsetta alla caccia del biglietto, quindi non riesce a tenersi e viene spinta di lato dagli effetti della forza centrifuga, finendo per spiattellarsi contro chi occupava in quel momento la postazione accanto.
Subito dopo, mentre alzava il viso per ringraziare chi l’aveva tenuta in piedi a spese del proprio fiato, evitandole un disastroso contatto contro le sbarre e il finestrone, l’allergia colpì, obbligandola a un repentino e inarrestabile starnuto.


In definitiva, al posto di ringraziarmi per averla aiutata (correndo comunque dei gravissimi pericoli, essendomi svuotato da tutta l'aria che avevo in corpo quando mi è piombata addosso), mi ha letteralmente lavato la faccia!


Meno male che i miei anticorpi vampireschi erano potentissimi già allora, anche se all'epoca non ero ancora un vampiro...

La battaglia di Legnano

Le terre longobarde non consistono solo nella megalopoli caotica, ma ci sono molti altri posti forse meno conosciuti dai più, ma ben noti a un vampiro.
Un giorno, nella Piccola Ditta dove facevo tutto, GrandeCapo mi disse “Domani mattina vieni qua alle 6!” “Alle 6? Per essere qua alle 6 devo prendere il tram alle 5, e non so nemmeno se ci sono tram a quell’ora..” (non è vero: i tram cominciano a sferragliare sotto casa mia alle 4, ma lui non lo sapeva, e all’epoca non ero automunito..)
“Cerca di arrivare per le 6, che c’è da andare fuori sede!” “Dove?”
“A Legnano..” “Legnano? Dove c’è la lega?”
“No, noi andiamo dalle suore, al solito..” “Che palle! Mai una volta che ci divertiamo: le leghiste sono più fighe delle suore..” (anche perchè la media dell'età è sicuramente inferiore ai 65 anni)
L’indomani mattina, prima che il sole sorgesse, io ero lì, tra le tenebre, a suonare al citofono della ditta, e PiccoloCapo mi aprì (almeno anche lui era stato tirato giù dal letto in orario strano) e mi fece andare in magazzino, dove un paio di ragazzi cantieristi stavano caricando il materiale dentro il furgone.
La mia roba (lo strumento e le sonde) era già dentro, quindi afferrai un paio di blocchi e una manciata di penne e balzai a bordo.
GrandeCapo si mise alla guida, con me a fianco e i ragazzi nel sedile dietro, imboccando quasi subito l’autostrada per Milano e procedendo a velocità di crociera come fossimo sul Millenium Falcon o meglio, su un caccia stellare dell’Impero (stranamente però non vedevo i pannelloni laterali e nemmeno GrandeCapo aveva indossato un’armatura nera dalla quale uscivano i rumori amplificati del suo respiro)
Il viaggio proseguì con GrandeCapo che, per evitare di addormentarsi mentre filava a 180 all’ora, raccontava storie stupide e urlava ai ragazzi dietro quando vedeva nello specchietto che si erano addormentati. Tutto questo fino all’uscita dal Piemonte: che dopo il Ticino, alla prima uscita, abbandonammo l’autostrada per incanalarci in una stradicciola lungo i campi, fino a quando girò per buttarsi direttamente fuori strada nei boschi, o meglio in un sentiero sterrato che manco si vedeva, dove il furgone passava giusto giusto.
Ovviamente il sentiero era a doppio senso e ovviamente a un certo punto arrivò un’automobile dalla direzione opposta, quindi entrambi si spostarono in modo da avere una ruota sul sentiero e l’altra nel prato, e si incrociarono rasentando lo strofinamento (Ma caXXo! Ma siamo in Lombardia o in Vietnam? Ma che caXXo di strade sono?)
Al termine del lunghissimo sentiero (mentre stavo notando che nessuno dormiva più) imboccammo una stradicciola appena più grande, che si avvicinò a dei centri abitati, finchè non giungemmo alla nostra destinazione, Legnano.
Procedendo ancora oltre, uscimmo dalla cittadina e raggiungemmo l’obiettivo: una casa di riposo in costruzione, dove dovevamo montare gli impianti e cominciare le misure di quanto già installato.
Otto ore di lavoro, un’ora di pranzo al bar a Legnano, e quattro ore di viaggio (2 andata e idem ritorno).
Tutto questo si ripetè per molto tempo: 3 settimane. Tre lunghissime settimane di guerra con viaggi allucinanti (anche se guidava qualcun altro) e misurazioni sconcertanti (da parte mia: i cantieristi lavoravano nella cabina elettrica nel sotterraneo, ma gli impianti nei piani erano a posto e toccava a me girarmi l’intero fabbricato, stanza per stanza, per misurare tutto, a partire dalla continuità per finire alla caduta di tensione, anello di guasto e livello di illuminazione sia normale che di emergenza. Oltre alla misurazione dell’impianto di terra, ma fortunatamente il prato era vasto, quindi non avevo problemi per piantare i picchetti..

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...