Il pelo del lupo...

La guardai!
Lei continuava a parlare, ma io non prestavo alcuna attenzione alle sue parole.
Di fatto non capivo più nulla di quello che mi diceva.
Mi alzai lentamente, scuotendo la testa.
Lei tacque un istante, rendendosi finalmente conto che non la stavo più ascoltando.
Mi osservò mentre uscivo dalla stanza.
Pochi istanti dopo notai la sua presenza sulla porta della stanza dov'ero andato, mi guardava ma taceva.
Mi alzai dalla sedia che avevo usato per allacciarmi le scarpe e mi avviai verso il frigorifero, aprii la porta e presi la prima bottiglia che trovai ingollando due lunghi sorsi freddi.
Posai la bottiglia e chiusi la porta del frigorifero, quindi mi avvicinai a lei.
Lei mi guardò incerta e silenziosa, mentre le mie dita sfiorarono il suo volto, aprì la bocca per dire nuovamente qualcosa ma le mie dita la fermarono poggiandosi sulle sue labbra, poi le scivolarono sotto il mento e le sollevarono il viso verso il mio... un istante dopo un lungo bacio profondo e appassionato bloccò le frasi che non avrebbe mai più detto e che era meglio non dicesse nemmeno in quel momento!
Mi staccai malvolentieri da quelle labbra, ma non potevo fare altrimenti.
Lei riaprì gli occhi e si voltò verso di me un istante prima che mi chiudessi la porta dietro le spalle: un istante troppo tardi per fermarmi, ma non si mosse: sapeva perfettamente che non potevo fermarmi.
Me ne andai, solitario nella notte cupa e profonda, cercando tra le tenebre la via di casa, senza voltarmi.
Sapevo che mi stava osservando dalla finestra, se mi fossi voltato l'avrei vista, e se l'avessi vista non sarei più stato capace di allontanarmi, ma dovevo farlo: dovevo andarmene e allontanarmi da lei!
Eppure alla fine mi voltai!
La casa era piccola e lontana, quasi all'orizzonte visibile. Solo il chiarore della finestra la rendeva ancora percettibile, e in mezzo a quel chiarore un'ombra scura indecifrabile!
Non potevo vederla, ma sapevo che era lì e che mi stava guardando!
Non poteva vedermi, ma sapeva che ero lì e che la stavo guardando!
Mi voltai di nuovo e mi incamminai tra le tenebre, spostandomi dalla strada solitaria quando iniziò a crescere il rumore della moto che si stava avvicinando, nascondendomi dietro un albero: non potevo permettere che mi vedessero.
Osservai il motociclista che andava in direzione della casa.
Mi incamminai nuovamente, più leggero nell'animo, mentre le luci lontane rivelavano che stavo avvicinandomi al centro abitato e quindi a casa.
...
Riflettei un attimo che, forse, in quello stesso istante, lui era già con lei, la stava baciando e forse stavano anche facendo l'amore...
Un fremito mi percorse, forse un brivido per il freddo della notte, forse qualcosa di diverso... non saprei dirlo!
Poco prima della svolta per casa c'era il solito locale, e la musica assordante riempiva la serata e la strada!
Avevo bisogno di distrarmi, di non pensare a nulla!
Entrai dentro!
La ragazza si avvicinò rapida, accostò le labbra al mio orecchio e mi chiese quale fosse la mia ordinazione, poi accostò il suo orecchio alle mie labbra per sentire la risposta, la solita risposta che ormai conosceva a memoria, e scomparve con un sorriso soddisfatto: sapeva già che avrebbe avuto una buona mancia quella sera!
Ormai conosceva le regole del gioco!
Mi si parò davanti con la mia pinta di birra, mi diede il bigliettino del conto, prese i miei 200 dinari e nemmeno fece la sceneggiata di dirmi che non aveva il resto, sapendo che le avrei lasciato la mancia per un bacio: premette immediatamente le labbra sulle mie e si allontanò sorridendo con 30 dinari in tasca, sapendo che dopo una mezz'oretta avrebbe potuto ripetere la stessa manfrina, e poi ancora... fino a quando sarei andato via dal locale!
Sorseggiai la birra lentamente, ma non riuscivo a dimenticare!
Il volto della Spagnola continuava a materializzarsi davanti a me, con lo sguardo acceso di gioia mentre facevamo l'amore... lo sguardo agitato mentre rispondeva al telefono... gli occhi spaventati mentre mi diceva di andarmene che il suo fidanzato sarebbe arrivato a breve... il sorriso nel suo sguardo mentre la baciavo un attimo prima di andarmene...
...
Sollevai lo sguardo e vidi la ragazza che mi fissava, le feci cenno di portarmi un'altra birra e lei sorrise annuendo.
Un attimo dopo era accanto a me, posava la birra sul tavolino e mi baciava, sfilandomi dalle dita la banconota da 200 dinari, prima di allontanarsi.
La guardai!
In fondo non era male, sapevo di piacerle, o almeno sapevo che le piacevano i miei soldi, ma quel gioco stupido del bacio per la mancia non le dava alcun fastidio, anzi ci provava gusto e sapevo che lo faceva solo con me.
Forse forse... la notte era ancora lunga, lunga e fredda... avevo bisogno di calore e la Spagnola non poteva darmene...
La guardai mentre si avvicinava ancheggiando, con una birra in mano e con lo sguardo carico di desideri...

Era una strana giornata!

Era una strana giornata!
Il sole splendeva alto nel cielo, abbagliando con la sua luminosità, ma nessun tepore si sollevava dalla terra colpita da quei raggi freddi per via del clima invernale, anzi, un venticello freddo da nord soffiava lungo le strade.
La bicicletta avanzava lentamente trainando il carrettino con le ruote, carico di travi e assi di legno da recupero.
Il ragazzo pedalava con fatica lungo le strade in salita.
Ogni tanto, da qualche cortile una voce lo chiamava, lui deviava il suo percorso ed entrava dentro con la propria bicicletta, sparendo nel buio del cortile per poi ricomparirne dopo quasi un'ora, con qualche tavola in meno sul carretto e qualche pezzo di legno rotto in più.
Usciva, dava uno sguardo veloce in alto e ricominciava a pedalare, proseguendo in quello che sembrava essere proprio un lavoro, malgrado la giovanissima età: non poteva avere più di 13 anni, ma la corporatura era soda e le mani forti, da uomo e non da ragazzo.
Proseguì ancora un poco, dirigendosi verso il parco dove aveva intenzione di fermarsi un attimo a riposare, ammirando il verde spettacolo della natura in mezzo alla città e dimenticando per un attimo quello che succedeva attorno a lui ogni giorno.
Poche persone giravano per le strade, per lo più vi erano donne che andavano a comprare da mangiare, ragazzi che raccoglievano le erbe dai prati per portarle a casa e aggiungerle al pasto, alcuni passanti che si dedicavano rapidi ai propri affari e, in lontananza, un paio di militari in uniforme che camminavano senza troppa fretta.
Era una strana giornata!
All'improvviso il lacerante suono di una sirena squarciò l'aria!
Tutti si bloccarono, voltandosi verso la fonte del suono, increduli che in un simile momento la crudele realtà si riversasse su di loro!
Non fece in tempo a dissolversi il suono delle sirene che il cielo si oscurò come se una immensa nube si frapponesse tra il sole e la terra, mentre devastanti deflagrazioni si succedevano rapide!
La corsa rapida verso gli alberi, verso un qualsiasi riparo, mentre le deflagrazioni si avvicinavano!
Il boato che lo assordò, mentre una spinta devastante lo gettò a terra, l'affanno e il respiro strozzato mentre cercava disperatamente di spostarsi, conscio di quanto stava per succedere, mentre il sibilante fischio lacerava l'aria attorno a lui!
Un boato tremendo, assordante, devastante! La fiammata accanto a lui! Il suo corpo che rotolava spinto dalla violenza dell'esplosione!
Una corporatura forte e soda, da uomo, ma era pur sempre un ragazzino!
Il dolore lacerante levò ogni barlume di conoscenza e le tenebre piombarono su di lui: l'ultima cosa che vide furono le sue mani intrise di sangue, del suo sangue!
...
Non sapeva quanto tempo fosse passato, e non capiva dove fosse finito, ma sentiva che era sdraiato su un letto, sentiva che c'erano diverse persone attorno a lui, aprì la bocca e cercò di chiamare. Qualcuno rispose.
Gli chiesero chi fosse e cosa facesse in quel posto a quell'ora, e lui rispose dicendo il proprio nome e raccontando di come il proprietario della bottega lo mandasse in giro a rattoppare gli scuri danneggiati delle finestre, per ripristinare l'oscuramento necessario a non far filtrare le luci delle case e non facilitare il tragico lavoro dei bombardieri notturni nemici.
Poi lui chiese cosa fosse successo.
Gli raccontarono che l'allarme era giunto in ritardo, che il bombardamento era cominciato subito, che era stato colpito da una bomba esplosa al suo fianco e raccolto da un paio di militari e portato all'ospedale, ma che la carenza di personale e di mezzi avevano impedito un tempestivo intervento: avevano fatto il possibile, ma per il suo occhio destro era troppo tardi: la scheggia più grossa aveva tranciato il nervo ottico!
Era una strana giornata!
Lacrime colarono silenziosamente sulle sue gote, da sotto le bende, mentre gliele levavano e lui si rendeva conto che non avrebbe mai più visto il mondo come lo conosceva...

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...