Strane sensazioni 3

Talvolta non faccio nemmeno in tempo a sedermi che riappare PiccoloCapo (altre volte passa anche una mezza giornata)
“Senti, guru...?” “Che c'è adesso?”
“Hai presente le etichette?” “Quelle della nutella?”
“No, quelle della ciofeca! Dunque, io ho queste etichette standard e c'è un pulsante Cambia etichette, ma come faccio a impostarle?” “Clicchi, e sulle finestre che si aprono selezioni ciò che vuoi visualizzare!”
“Si, lo so!” “E, oltre a saperlo, l'hai anche fatto?”
“Certo! Ho variato tutto, per vedere i dati che mi interessano, ma poi quando clicco su Applica mi restano tutte uguali a prima!” “Lo so!”
“E come lo sai?” “Ho sentito un fremito nella Forza!”
“Eh?” “Sono o non sono un guru?”
“Beh, si! E allora? Come faccio a cambiarle?” “Non puoi!”
“Come no?” “Semplice: le variazioni che fai alle etichette avranno effetto esclusivamente dal successivo progetto!”
“Cosa?” “Ho detto: le variazioni che fai alle etichette...”
“Si, si... ma io devo variare questo progetto!” “Perché? Le etichette non figurano nei report finali, e quelli li puoi variare in qualsiasi momento!”
“Si, va bene, ma io devo vedere quei dati mentre procedo, altrimenti non so dove sono e come andare avanti!” “Allora fai le modifiche, poi chiudi tutto, riapri il programma, avvia un nuovo progetto e avrai le etichette che vuoi te!”
“E questo progetto?” “Quale parte di “avranno effetto esclusivamente dal successivo progetto” non era chiara?
“E ma che schifo di programma!” “Hai detto che conosci personalmente il titolare (e programmatore originale), no? Lamentati con lui!”
“Allora non si può fare niente? E se riavvio il computer?” “Perderai una mezz'oretta per tornare alla stessa situazione di prima!”
“Ma c'è il pulsante Applica le modifiche!” “Che immagino hai già usato e non ha applicato nessuna modifica?”
“Si, ma allora non si può fare niente?” “Telefona all'assistenza, nei loro orari da medico della mutua, e spiega il problema! Forse possono modificartelo al volo o comunque faranno uscire una nuova versione tra 15 giorni con questa modifica!”
“Bah! Che schifo di programma!” “Ciao...”
E se ne torna nel suo antro.
E quella strana sensazione si fa sempre più distinta: credo che in un prossimo futuro riceverò molte telefonate con richieste di consulenza informatica (ovviamente aggratis, credono loro) su un certo programma... o che il servizio di assistenza (regolarmente pagato, anche se inutilizzato) del suddetto programma riceverà le innumerevoli telefonate che si è risparmiato in questi lunghi anni...

Strane sensazioni 2

Altro macabro visitatore degli ultimi giorni è PiccoloCapo, che, avendo finalmente cominciato a lavorare in prima persona, si sta dedicando a quello che ritiene essere il compito più semplice: le verifiche con la ciofeca! (povero illuso!)
A tal riguardo, malgrado la sua millantata esperienza con questo programma (a sentir lui, lo ha visto nascere e tenuto a battesimo), mi spunta sovente in ufficio per chiedermi informazioni tra le più svariate, cose che, a pensarci bene, fanno riflettere non solo sulla sua conoscenza del programma, ma anche su altre conoscenze molto più di base... strano, per chi si vantava di essere il migliore elemento della ditta precedente (o forse non molto strano, conoscendo bene la ditta precedente).
“Senti, hai presente la ciofeca?” “Si, credo di averla vista un paio di volte...”
“Ecco, appunto! Tu che sei un guru con quel programma, sai come si fa a cambiare marca?” “Eh? Che marca?”
“Dunque, io ho tutti interruttori ABB, ma adesso devo mettere un altro quadro dove hanno usato interruttori Schneider! Come lo metto?” “Devi aggiungere la base dati Schneider al progetto!”
“Si, lo so!” “E, oltre a saperlo, l'hai anche fatto?”
“Certo! Ho aggiunto la base dati, ma non vedo lo stesso la marca” “E poi, hai associato la nuova base dati al progetto?”
“Naturalmente!” “E allora dovresti vedere tranquillamente le apparecchiature della nuova casa!”
“Non le vedo! Vieni un attimo?” “Impossibile che non le vedi! Vediamo!”
Vado con lui alla postazione
“Allora, io ho questo quadro e devo usare Schneider...” “Apri la base dati di Schneider!”
“L'avevo già aperta... come si fa?” “File, Apri, Base dati e cerchi Schneider!”
“Si, volevo solo la conferma: ho fatto giusto!” “Allora associa la nuova base dati al progetto!”
“Ho fatto anche questo... come si procede?” “Strumenti, Associazioni, selezioni la nuova base dati e clicchi su Associa!”
“Appunto, ma non me lo ha fatto!” “Rifallo, che vediamo cosa succede!”
“Allora... strumenti... associazioni...” “Infatti, non è stata associata: è ancora nella finestra a sinistra e non in quella a destra!”
“La clicco?” “Si, selezionala e poi clicca su Associa!”
“Ok, adesso che la finestra si è chiusa?” “Vai sul quadro, clicca sull'interruttore e nella lista delle marche troverai anche Schneider!”
“Eccola, infatti... eppure ho fatto così anche prima! Perché non avrà funzionato?” “Perché non hai fatto proprio così!”
“Ma no! Ti giuro che ho fatto tutti questi passaggi! E' che questo programma non funziona!” “Funziona male, ma queste cose le fa normalmente...”
E me ne torno nel mio antro, mentre una strana sensazione si comincia a materializzare dentro la mia testa.

Strane sensazioni 1

Ormai sono stato condannato, e vivo in stato di isolamento costante... o quasi.
In realtà, in questi ultimi giorni di presenza in ufficio, mi stanno arrivando tantissime visite di Quasi_Ex_Colleghi, come non avevo mai visto.
In primo luogo, CapoCantierista, che viene costantemente (quasi tutti i giorni) per farsi plottare dei disegni da utilizzare per i rilievi, solitamente su ordine di CapoDiFuori, e per fare delle modifiche su CAD o su Word a bozze di documentazione che butta giù direttamente lui. Il problema è che, malgrado il suo impegno, non è assolutamente capace di utilizzare il computer per qualcosa di diverso dal fare copia-incolla in Word (già con Excel va nel panico, figuriamoci con il CAD).
CapoDiFuori gli dice “Fai questa relazione descrivendo i lavori da fare per l'adeguamento!” o “Abbiamo in archivio una tavola dello stabilimento TalDeiTali, stampala!” e lui parte, attraversa l'intero edificio, e giunge da me “Scusa se rompo, ma...” “CapoDiFuori s'è inventato qualche altra caxxata?”
“Si, vuole che gli stampo una tavola dello stabilimento per fare un rilievo... e io non so dove sono...” “Nel Non-Server, dove altro possono essere?”
“Si, ma non so a quale commessa fanno riferimento...” “E lui non lo sa?”
“Non me l'ha detto!” “Di là c'è pure Segretaria, che sa usare quella sottospecie di gestionale! Non puoi chiederlo a lei?”
“Non ha tempo: è impegnata...” “A prendere il caffè con CapoDiFuori?”
“Beh, non lo so se stanno prendendo il caffè...” “Ok, vediamo...”
Affidandomi al miglior database esistente (la mia memoria) recupero la commessa giusta e la tavola corretta, quindi la salvo in locale, la pulisco di tutto lasciando solo le pareti e i pilastri (tanto, se deve fare un rilievo, non gli serve altro) e lancio il plottaggio, ma prima gli chiedo “Quante copie ti servono?” “A me ne basta una!”
“Sicuro? Non è che vuoi separare gli impianti di illuminazione, forza motrice e correnti deboli su più tavole per maggior chiarezza?” “Non è un'area affollata: dovrebbe starci tutto su una tavola sola! Inoltre mica posso andare in giro con tanti disegni aperti e segnare le apparecchiature su uno o sull'altro o sull'altro ancora: la divisione la dovrà fare poi quello che butterà tutto su CAD!”.
Lui scende, la prende, la taglia e la piega, poi se ne torna di là e... dopo una mezz'oretta circa ritorna.
“Che altro c'è?” “CapoDiFuori ha detto che il testalino va cambiato...”
“Ovvio: quello era un lavoro di 5 anni fa, ma tanto serve per un rilievo mica per una consegna! Si metterà il testalino giusto quando si farà la bella copia del tuo rilievo... e ci penserà chi sarà ancora qui!” “Si, d'accordo... ma lui ha detto così! Lo sai che è un insegnante e quindi abituato a rompere...”
“Certo! Lo so benissimo che è un grandissimo rompicoglioni! Come so benissimo che non metterà mano su questa tavola: il rilievo e tutto il lavoro sporco lo faranno altri, come pure i disegni finali, lui si prenderà solo il merito davanti a GrandeCapo!” “Si, ma adesso...”
“So pure che non è certo lui che paga la carta sprecata con le sue stampe...” “Va bene, ma adesso...”
“Adesso lo chiami e gli dici di alzare il culo e chiedere a Segretaria di fornirmi tutti i dati da mettere nel testalino, visto che io non so nemmeno su quale commessa stiamo lavorando!” “Va bene, vado...”
“Guarda che hanno inventato il telefono!” “Si, ma va bene così...”
Tempo venti minuti e mi arriva la telefonata di Segretaria che mi dice “La commessa da usare è NumeroCommessa!” “Grazie, e per il resto?”
“Che resto?” “Mica ci va solo un numero di commessa nel testalino!”
“E' tutto scritto nel "gestionale"...” “...a cui io non posso accedere da almeno 3 anni...”
“E allora? Come faccio?” “O mi detti tutti i dati per telefono, mentre io li scrivo materialmente o prendi il testalino stampato e lo correggi a manina, con la penna biro, tu che puoi accedere, poi lo ricopierò!”
“Va bene, adesso chiedo!”
Dieci minuti e risuona il telefono
“Senti, CapoDiFuori ha detto che, essendo solo una tavola di rilievo, va bene così: non è importante correggere il testalino adesso! E poi non è bello stampare troppa carta inutilmente!” “Che strana sensazione di dejavù!”
“Piuttosto, ha detto di stampare altre 2 copie della stessa tavola, così in una si fanno i rilievi dell'illuminazione, in un'altra della forza e nell'altra ancora delle correnti deboli...” “Che strana sensazione di dejavù!”

Idee regalo - pubblicità per i lavori della mia sorellina

Visto che si stanno approssimando nuovamente le festività, rinnovo un annuncio pubblicato l'anno scorso, che potrebbe essere utile a qualcuno.
Ovviamente, siccome io sono attualmente all'estero, se siete interessati contattate direttamente lei.

Buone Feste! :D

In ordine alfabetico...

Alla faccia della fiducia!
Bel sistema di lavorare!
Che razza di deficiente!
Devo smetterla di imprecare, altrimenti finisce male!
E' meglio che spieghi tutto dall'inizio!
Fino a ieri sera tardi, è stato qui CapoDiFuori, che porta dentro solo guai.
Generalmente, la cosa non mi tocca più di tanto (specie da quanto sono nel mio antro in solitaria), ma stavolta le conseguenze sono state nefaste pure per me, nel senso che sono stato coinvolto nella fase conclusiva di un lavoro iniziato nel lontano 2003 (siamo a fine 2009, pensate un po' voi).
Ho quindi ricevuto, nel pomeriggio, la visita di CapoCantierista, che fa normalmente da spola tra CapoDiFuori e me, visto che ci sono di mezzo ben 2 uffici e un intero atrio da attraversare in mezzo al freddo e al gelo. CapoCantierista mi ha accennato che una delle ditte responsabili del suddetto lavoro ha pensato bene di fallire e dileguarsi senza consegnare alcuna documentazione, e lo stabilimento ha ora necessità di produrre la suddetta documentazione per ottenere il famigerato CPI (Certificato Prevenzione Incendi) da parte dei Vigili del Fuoco (si tratta di uno stabilimento ad alto rischio di incendio e di esplosione).
Ingenuamente, mi è scappata la frase più logica in merito alla situazione stessa che si era venuta a creare, e l'ho detta chiaramente “Il nostro compito è individuare tutte le aree coperte da certificazioni per i lavori svolti, e poi stabilire, per le aree non coperte, se è possibile fare noi stessi una dichiarazione di rispondenza, che sostituisca le dichiarazioni di conformità mancanti, ovviamente verificando prima che gli impianti esistenti in tali aree siano conformi alle normative e alle disposizioni di legge! E scaricando dai siti dei costruttori degli apparecchi antideflagranti le certificazioni che ci serviranno!”
La risposta era quella giusta, sia perché l'ho detta io, che perché è l'unica cosa fattibile in una situazione simile (ben venga la 37/08 che ha sostituito l'ormai antiquata 46/90 definendo finalmente questa pratica alternativa indispensabile), ma non immaginavo mai a che cosa sarei andato incontro!
Mi sono subito chiesto, vedendo l'espressione di CapoCantierista, cosa fosse successo, ma la risposta è stata questa: “CapoDiFuori ieri ha fatto un sopralluogo e ha segnato i codici delle apparecchiature site dentro la cabina del metano!” al ché ha fatto seguito la mia domanda “Ok, e adesso?”
Naturalmente, presentivo come sarebbe finita la discussione, ma ho aspettato lo stesso la risposta “Adesso si tratta di scaricare da internet le certificazioni, ma io non sono capace!”
Ovviamente avevo intuito dove voleva andare a parare, così ho preso il foglio con le sigle scritte a manina da CapoDiFuori, ho aperto firefox e ho cercato di decifrare i geroglifici scritti, cosa complicata non avendo a disposizione la Stele di Rosetta, quando ecco che scoppia il primo casino!
Parte subito la prima serie di imprecazioni: “Porc... Ma che caxxo c'è?” I filtri che SuperAmministratore ha messo su internet mi hanno stroncato ogni possibilità di ricerca, dato che molti dei siti aziendali che cercavo venivano classificati come elementi ostili, per cui non si aprivano le rispettive pagine (e il mio atto di insubordinazione nel tentare di accedere a tali pagine sarebbe stato riferito a SuperAmministratore direttamente)
Quei pochi siti che riuscivo ad aprire comunque avevano però filmati flash di presentazione e immagini dei prodotti in jpg che naturalmente sono filtrati e bloccati, per cui non riuscivo a capire nulla (alla faccia dei sedicenti uebb-desainer che li hanno fatti sbagliando prima il collegamento dell'organo di comando del loro corpo, visto che evidentemente erano convinti che il cervello stia in mezzo alle gambe e non in mezzo alle orecchie, o seguivano la famosa barzelletta su chi sia il vero capo del corpo umano...).
Riempiendo l'ambiente di imprecazioni e bestemmie varie e assortite (e meno male che non c'era RSPCapo, altrimenti mi avrebbe denunciato immediatamente al Tribunale della Santa Incu...Inquisizione!), ho aperto uno dei pochissimi siti cui riesco ad accedere comunque (non le storie della sala macchine, un altro), e ho scoperto che qualche uebb-desainer con un briciolo di cervello c'è ancora: il sito si è aperto in versione semi testuale, permettendomi comunque di procedere.
Scartabellando tra i vari link e collegamenti, ho visto che sono arrivato alla pagina dei cataloghi, da dove ho preso le informazioni sui vari prodotti, scoprendo che praticamente tutti i modelli esistenti nella lista sono in realtà fatti da una casa costruttrice di Krukkolandia! ...e inoltre ho scoperto che costoro erano i referenti italiani dei suddetti krukki!
Tra l'altro, ho anche scoperto che costoro avevano a disposizione una serie incredibile di certificazioni belle e pronte, per ciascun prodotto che loro stessi producevano/rivendevano.
Una volta capito il sistema, ho notato che le certificazioni avevano la stessa siglatura precisa indicata tra i geroglifici di CapoDiFuori, per cui mi sono automaticamente salvato il sito tra i pochissimi preferiti e scaricato tutte le certificazioni esistenti (quelle che non servono per la cabina metano serviranno per gli altri locali: deposito bombole, centrale infiammabili, deposito esplosivi, impianto di distribuzione gas, eccetera...)
Veramente un grandissimo colpo di fortuna, che non ho capito come possa essere capitato a me, e soprattutto cosa dovrà capitarmi adesso per compensare e rientrare nella mia solita e tradizionale sfiga cosmica!
Zoccola bagascia! Ecco il livello del mio buonumore in questo momento! Ho appena scoperto come si è riequilibrata la bilancia della mia sfiga cosmica!

...

Che vuol dire che non avete capito il titolo? Leggete la prima lettera iniziale di ogni frase!

E’ un bel lavoro, ma chi lo fa?

Si, quando si propongono quelli che, nella mente bacata di un vampiro sono i metodi migliori di progettare un impianto che garantisca anche un certo livello di sicurezza, viene riconosciuta la bontà dell'idea, ma viene anche fatto notare che non concorda molto con l'economia aziendale, occupando più tempo del 'normale' copia-incolla e salva con nome. In particolare, uno dei lavori recenti, mi ha particolarmente colpito per un simile dettaglio pressoché insignificante, quale potrebbe essere la salvaguardia della vita umana a fronte del puro interesse economico.

Praticamente, si tratta di un centro estetico, uno di quei luoghi strani dove gli esseri umani (non necessariamente di sesso femminile) si recano per tentare di apparire più belli di quello che sono (almeno esteriormente) senza ricorrere alla chirurgia plastica.
Sicuramente non c'è nulla di male, visto che la vanità è comunque una delle 7 virtù fondamentali e che la principale formatrice delle menti umane ci sta da decenni inculcando (c'è la C in mezzo, vero?) l'idea che bisogna essere comunque strafighi/strafighe a prescindere, per poter diventare membri della grande famiglia del mulino bianco formata da calciatori, veline e politici.
Il problema è che un simile loco ha in essere l'obbligo (costantemente ignorato dai rispettivi titolari e gestori, ma siamo in Italia: chi è che rispetta le leggi?) di rispettare certe caratteristiche tecniche più o meno equiparate a quelle di un centro medico, ovviamente senza arrivare ai limiti paranoici della sala operatoria (ma solo perché qui non si opera nessuno). Ed è pure giusto: i clienti si devono infatti sottoporre a trattamenti ai limiti della sopportazione umana, quasi medicali, oltre a dover essere anche molto pazienti e molto ricchi... quasi da clinica privata di telefilm americani...

Fatto sta che, a seguito di ispezione, i tecnici dell'ASL hanno riscontrato anomalie impiantistiche e hanno chiuso l'attività del centro fino all'adeguamento.
Il titolare del centro si è quindi rivolto a GrandeCapo, che ha affidato l'incarico di progettare l'adeguamento a CapoDiFuori, il quale ha subito inviato Cantierista per i rilievi e ha decretato che qualcuno a caso segua la progettazione in ufficio, mentre lui stava a casetta e telefonava ogni 3 ore per mettere fretta, che il ricco cliente sta perdendo milioni di euro per ogni giorno di mancata attività.
A seguito dei rilievi, la prima cosa di cui mi sono accorto è che, almeno questa volta, i tecnici dell'ASL hanno agito correttamente: solitamente non ne capiscono una mazza di impianti elettrici, come la maggior parte di coloro che sono preposti alle verifiche degli impianti elettrici stessi, ma di fronte a certe fotografie non ho avuto bisogno di impostare la ciofeca per capire che, se finora non c'è rimasto secco nessuno è solo una pura questione di fattore C!
Ovviamente, impostando la ciofeca ho ricevuto conferma delle mie sensazioni. A prescindere dal fatto che l'impianto risale all'inizio degli anni 80 (quando ancora non esisteva alcuna legge sulla sicurezza impiantistica) e che è più che evidente che non ha mai subito nulla che possa rientrare in qualche modo nell'ambito della manutenzione ordinaria (a parte la sostituzione delle lampade fulminate e la pulizia delle telecamere di sorveglianza), figuriamoci qualcosa che somigli a manutenzione straordinaria (compreso quindi anche il banalissimo adeguamento obbligatorio al momento dell'uscita delle suddette leggi, negli anni 90) e che gli interruttori preposti alla protezione sono talmente obsoleti che nemmeno le case produttrici hanno più i cataloghi necessari a verificarne le caratteristiche (figuriamoci i database della ciofeca), è risultato subito ovvio che non c'era alcunché di corretto (credo di aver battuto ogni record di visualizzazione di pallini di divieto, per non parlare degli errori irreversibili con riavvio del programma che seguivano ogni rielaborazione di calcoli).
La mia reazione è stata quella ovvia: ho preparato una mail per CapoDiFuori dicendogli che costoro fanno sicuramente prima a rifare tutto da capo che a cercare di rattoppare!
Ovviamente, la risposta è stata del tipo “E' sicuramente un bel lavoro, ma chi lo fa? Questi hanno fretta di riaprire, quindi bisogna intervenire con il minimo di invasività, cercando di rattoppare il più possibile senza ritrovarsi poi nei casini!” (naturalmente la risposta era telefonica, non scritta: mica può compromettersi in questo modo ordinandomi esplicitamente di passare sopra a delle anomalie così evidenti e di falsificare i risultati dei calcoli).
Ho quindi cominciato a cercare di dare un minimo di ordine a quella specie di impianto, cercando di piazzare strategicamente un buon impianto di terra e dei differenziali che facessero da ultima linea di difesa per la salvaguardia della vita dei clienti (e per proteggere in seguito il poveraccio che dovrà poi firmare gli elaborati progettuali, quando qualche giudice indagherà su qualche morte misteriosa dentro un centro estetico, che sicuramente non farà successo come un bell'omicidio in una cattedrale...).
Alla fine di una lunga guerra, sono riuscito a rattoppare la situazione riorganizzando un pochino meglio i dispositivi di protezione, affidandomi ai dispositivi nuovi per proteggere sia i vecchi intoccabili sia le linee e le apparecchiature che verranno applicati addosso ai clienti.
Ovviamente, il ricco cliente non è rimasto molto contento, perché lui pensava che bastasse scrivere una dichiarazione in cui la Grande Società diceva che i tecnici ASL avevano sbagliato e che tutto era a posto, per riaprire e riprendere l'attività e i guadagni.
GrandeCapo non è stato molto contento dei costi sostenuti (anche lui sperava di cavarsela con una banalissima dichiarazione) ma CapoDiFuori ha sostenuto che, nelle condizioni attuali, gli interventi che LUI MI aveva suggerito (???) sono sicuramente i migliori per salvare capra e cavoli.
Fatto sta che hanno cercato al volo un'impresa installatrice (suggerita da GrandeCapo) che facesse gli interventi indicati e per permettere al ricco cliente di riprendere la propria attività (ovviamente nessuno ha accennato a futuri interventi per adeguare seriamente un impianto con circa 30 anni di vita).

Devo quindi prendere nota di un particolare: se anche mai potessi permettermelo, non recarmi mai da questi signori per un trattamento di tipo estetico!
(pazienza: resterò come sono, bello e affascinante come sempre, con tutte le donne ai miei piedi, quando mi affaccio dal balcone del quarto piano dove abito...)

Per chi suona la campana?

Il 58 era l’unica linea (all’epoca) che raggiungesse quel posto sperduto in cui lavoravo, impiegando esattamente 35 minuti (gran parte del viaggio è su corsie preferenziali, quindi nulla di ché), ma bisognava fare attenzione a non prendere per sbaglio il 58/ (che faceva lo stesso percorso fino a 3 fermate prima, poi deviava e andava da tutt’altra parte) e anche a non cadere nell’errore di sottovalutare le pause caffè.
Quella ditta era estremamente rigorosa con gli orari (timbratura ingressi e uscite su badge elettronico, oltre che timbratura del momento in cui si iniziava a lavorare su una commessa..) e le punizioni fioccavano con estrema severità (al confronto, il Mega-Direttore Arcangelo di Fantozzi era veramente un angioletto: lì non si crocifiggeva il personale in sala mensa per il semplice motivo che la sala mensa, al di fuori dell’orario del pranzo, era usata come spogliatoio per il personale e non c’era spazio tra gli armadietti e il tavolone per piazzare anche delle croci..)
Ero al capolinea, entro nel pulman e riesco a trovare anche un posto. Siccome devo andare all’altro capolinea, mi siedo. Il pulman si riempie, dietro di noi è già pieno anche il 58/ e si sta riempiendo un altro 58. Ci sono quindi 3 autobus in coda fermi al capolinea, tutti e tre pieni come carri bestiame (cioè la condizione normale per gli autobus torinesi) e da un po’ di tempo il cicalino che dà il segnale di partenza sta suonando continuamente.
Alcuni (me compreso, essendo seduto al fondo dell’autobus) sentono suonare il cicalino del pulman dietro, e persino dal terzo autobus qualcuno si sporge chiedendo a gran voce dove fossero finiti i conducenti, visto che stava ormai strombazzando anche quello.
Peraltro, il fatto di avere 3 pulman fermi al capolinea implicava un altro dettaglio: la strada dietro rimaneva parzialmente ostruita e molte automobili strombazzavano per segnalarsi l’un l’altra di procedere e superare l’ingorgo, mentre un ulteriore 58/ che era sopraggiunto, aveva pensato bene di fermarsi oltre la strada (mica poteva chiuderla completamente) e far scendere tutti i passeggeri fuori fermata.
Dopo un certo periodo di varia durata, un gruppetto di 3 conducenti esce sghignazzando dal bar, si avvicina ai pulman e si separa con una frase simpatica “Su, andiamo a fare anche questa..” “Si, scarichiamo sto pacco!”, salirono ciascuno sul proprio mezzo, incuranti delle proteste del bestiame che avevano a bordo (quello del pulman dov’ero io rispose a una “Signora, se non la smette di rompere non partiremo mai!”) e finalmente i 3 pulman partirono, per giungere alle loro destinazioni in perfetto ritardo.. (per fortuna, qualche tempo dopo – purtroppo troppo tardi per me per recuperare la paga persa – uscì una legge che legalizzava appunto il fancazz.. dei tranvieri, cioè il ritardo dovuto a cause imputabili ai mezzi pubblici)
Grazie, ATM, per questi meravigliosi momenti!

Se telefonando...

Come ho detto da qualche parte, io e CapoCantierista stiamo seguendo un lavoro di certificazione per il nostro cliente principale AziendaImmensa, per poter ottenere il famoso certificato di prevenzione incendi (CPI) per uno degli innumerevoli stabilimenti.
Questo lavoro richiede in primo luogo la raccolta della documentazione relativa alle certificazioni esistenti, l'analisi della suddetta documentazione (metti caso che qualche impresa abbia rilasciato la dichiarazione di conformità, ma casualmente abbia dimenticato gli allegati obbligatori) e la mappatura di tutte le aree coperte da certificazione così da poter individuare le aree non coperte e analizzare le possibili procedure operative (sostanzialmente certificare noi, mediante dichiarazione di rispondenza o attestare che nei punti scoperti non esistono impianti, si: è possibilissimo, ci sono intere aree grandi quanto stadi di calcio completamente dismesse e senza più nulla...)
In realtà, il responsabile di codesto lavoro è nientemeno che CapoDiFuori (come sempre, del resto, quando c'è di mezzo AziendaImmensa...), ma al solito CapoDiFuori è fuori (pura coerenza!) e non è in sede, soprattutto quando servirebbe che fosse in sede!
A un certo punto, CapoCantierista mi giunge trafelato nel mio antro e mi fa “MK! Abbiamo un problema!” “Troviamo una procedura per riportarli a terra!” rispondo io, lui mi guarda senza capire e sempre più trafelato, allora gli faccio “Dimmi tutto!”

[...]
CapoCantierista è simpaticissimo, ma ha un problema: ogni volta che succede qualcosa di imprevisto si agita in maniera inverosimile e di conseguenza non riesce a spiegarsi, col risultato che o gli si tirano fuori le parole con le tenaglie, o si cerca di estrapolare le cose importanti da un discorso lungo e inconcludente, oppure ancora si fa un mix di entrambe le opzioni precedenti. Lascio a voi la possibilità di indovinare quale opzione ho seguito io: la 1, la 2 o la 3?
[...]

“E quindi, non si riesce a identificare l'area coperta da questa certificazione?” “Praticamente... si”
“E non c'è alcuna planimetria da dove si vede qualcosa che possa aiutare?” “No: sono tutte senza alcuna colonna e alcun riferimento ad altre zone”
“E CapoDiFuori che ne dice?” “Ecco... veramente non l'ho ancora chiamato...”
"Perchè?" "Sai com'è? Lui è professore... poi è anche ingegnere... magari ha altre cose da fare..."
"Ma scusa, non sono ingegnere anch'io?" "Si, ma tu non mi urli dietro come fa lui..."
“Ah! Vuoi che lo chiamo io?” “No... preferirei capire se è possibile risolvere la questione in qualche altro modo...”
“Che modo?” “Non lo so: magari posso andare io a vedere domani mattina se individuo qualcosa...”
“Su un lavoro di 5 anni fa relativo a degli uffici che probabilmente sono già stati dismessi in uno stabilimento grande quanto 6 campi di calcio e in piena attività?” “Dici che è difficile?”
“Difficile no, praticamente impossibile!” “E allora che facciamo?”
Penso un attimo, poi “Mi domando se, telefonando...” “Eh?”
Non gli do retta, ma prendo il telefono e faccio un numero “Pronto? ExCantierista?” “Si, sono io, chi parla?”
“Ciao, sono MK! Ti disturbo?” “Oh, ciao MK, no no: dimmi tutto...”
“Come va? Sei di nuovo aggregato alla manutenzione dentro l'AziendaImmensa?” “Si, infatti sono qui adesso...”
“Puoi farmi un favore?” “Certo, dimmi...”
“Ti ricordi degli uffici di un certo DottoreIrresponsabile?” “Quello che aveva quella segretaria privata strafiga? E che li hanno beccati mentre stavano facendo un testa-coda in ufficio?”
“Possibile, ma io non lo conosco...” “Si, sicuramente è lui! E' stato una barzelletta per dei mesi! Certo che mi ricordo, che ti serve?”
“Ci sono ancora quegli uffici?” “Uhm... no: sono stati smantellati un paio di anni fa...”
“Capito, ti ricordi mica dove fossero?” “Certo, erano qui a due passi... dove c'è adesso la Sala Espositiva!”
“Maddai! E' così recente la Sala Espositiva?” “Qui si, prima era dall'altra parte...”
“Mi sai dire anche le coordinate di riferimento?” “Sicuro: ti ho detto che è qui a due passi, aspetta un secondo...”
Attendo e, dopo un minuto circa “...eccomi, allora: le colonne di riferimento sono...”
“Perfetto! Ti ringrazio!” “Ma di niente, serve altro?”
“Se non hai il numero di telefono di quella segretaria, per adesso no, grazie! Ciao” “Mi dispiace ma non ho il suo numero. Ciao”
Attacco il telefono, mi rivolgo a CapoCantierista (che tira un sospirone di sollievo) “Missione compiuta, comandante: abbiamo le coordinate per il rientro!”
...
Ovviamente, il fatto che gli uffici fossero stati smantellati e al loro posto fosse stata costruita una Sala Espositiva rendeva inutile studiare la certificazione di quel lavoro, ma questo punto è secondario, in quanto riferibile alla seconda fase del lavoro, dove si analizzeranno le certificazioni trovate in funzione delle aree attualmente in uso, per fare la mappatura completa di cui parlavo prima.

Fess-buk, il ritorno...

Ormai regno incontrastato nel mio nuovo ufficio in solitaria, spoglio e freddo, zampettando sulla tastiera del mio computer e facendo passeggiare il mouse sul suo tappetino, mentre il monitor mi mostra imperterrito le schermate di autocad, di openoffice e della ciofeca (non in simultanea, ovviamente, che le possenti vuork-stesscion hanno solo 1 GB di RAM non espandibile e non ce la fanno a gestire tutta sta roba insieme).
Ogni tanto, viene a trovarmi CapoCantierista, con cui sto seguendo un lavoro di certificazione di uno degli stabilimenti del nostro cliente principale, chiedendomi informazioni su come impostare tabelle in word o come recuperare dei file finiti nel posto sbagliato, mentre io mi dedico alle elaborazioni grafiche con il CAD, e queste sono le uniche volte in cui una forma di vita umana si interfaccia con me (a parte quando incontro casualmente qualche collega nel corridoio mentre facciamo a gara a chi arriva primo al bagno)
Si, lo so: sembra abbastanza noioso e deprimente, ma posso assicurarvi che in realtà E' abbastanza noioso e deprimente, ma che volete farci: una vita solitaria è il vero prezzo del potere!!! :-(

Quando ecco che, un giorno all'improvviso, qualcosa di inaspettato sconvolge la mia deprimente tranquillità: il suono improvviso del telefono.
Sollevo la cornetta e rispondo “MK!” e dall'altra parte mi giunge una voce nota “Ciao, tesssoro! Puoi venire qui da me?”
“Che è successo?” “Ho un problema grossogrosso col computer, che solo te puoi risolvermi!” e attacca...
Mi alzo, esco dalla gabbia, seguo il lungo corridoio e raggiungo il mio ex-ufficio, dove Termica sta chiacchierando tranquillamente con Stagista, mentre io entro e le chiedo direttamente “Che è successo?”
Lei mi guarda stupita, poi si ricorda di avermi chiamato e mi fa “Senti, io ho provato ad aprire firefox ma non funziona! Come mai?” “E che ne so io?”
“No, dai: se nemmeno tu me lo sai risolvere, come faccio?” “Nemmeno io?”
“Ho chiesto a ProgettistaGiovane, ma non ne sa nulla...” “E, se non ne sa niente lui, pretendi che ne sappia qualcosa io?”
“Ma tu sei in gamba e mi hai sempre risolto tutti i problemi...” “Non è il caso di fare la lecchina!” le rispondo, mentre aggiro la sua scrivania, prendo il mouse e, senza guardare le innumerevoli icone nel desktop, apro direttamente il menù di Windows per lanciare firefox, che ovviamente si avvia felice e contento.
Io la guardo con posa interrogativa (presente Spock in Star Trek quando fissa il capitano Kirk o il dottor Mc Coy alzando il sopracciglio?) e lei mi fa “Si, si avvia ma non funziona!” “Siccome è aperto sulla pagina di gugol, ne deduco che sia connesso in rete...” provo a digitare uicchipedia e premere invio e appare la pagina principale dell'enciclopedia online “...e questo mi conferma che la mia deduzione è esatta. Se un web browser si collega alla rete e si connette ai siti permettendoti di navigare, vuol dire che funziona: il suo scopo nella vita è quello, e lo sta facendo!”
Lei mi guarda come se non capissi niente, poi mi prende il mouse dalle mani e clicca sulla sua pagina di fess-buk, esclamando stizzita “Questo ti sembra normale?”
Io le rispondo, senza nemmeno guardare la pagina “Certo che no!” “E allora, come si risolve il problema?”
Indico Stagista “E' lei che aveva scoperto il modo di farla finita con quel coso lì!” “Ma che c'entra? Io mica voglio chiudere con fess-buk! E poi anche lei ha ripristinato la sua pagina!” (lo dicevo io, che prima o poi sarebbe successo...)
“E allora?” “E allora, perché non posso vedere le foto e i video dei miei amici?”
“Sarà un problema dei filtri messi sulla navigazione...” “Questo me lo ha detto anche ProgettistaGiovane, ma lei li vede!”
Guardo Stagista che mi conferma di poter vedere tutto (quindi i filtri sono selettivi...), poi guardo la pagina e noto che non tutte le immagini sono nascoste, quindi può effettivamente non essere un problema di filtri: una cosa simile me l'ha fatta anche a me su un forum una volta...
Le faccio cenno di passarmi il mouse, apro la finestra delle opzioni e le svuoto la cache, chiudo firefox, accedo alla cartella nascosta e controllo che effettivamente la cache sia stata svuotata, riapro firefox, le scarico e le installo ccleaner, chiudo firefox, le imposto il ccleaner e faccio una bella passata (ci sta un po' a risolvere i problemi e infine a fare pulizia), quindi le restituisco il mouse.
“E adesso?” “Prova un po'!”
Lei riapre firefox, accede alla sua pagina di fess-buk dove vede benissimo tutte le foto dei suoi amici... ed essendo lì, anch'io vedo un paio di foto niente male... ;-)
“Grazie, tesssoro! Lo sapevo che mi risolvevi tutto!” “Allora, che ne dici di un compenso?”
“Eh? Sentiamo un po': che cosa vorresti? Ricordati però che io sono fidanzata!” “Ma chi se ne frega di te? Presentami quella tipa lì, piuttosto...”
Lei guarda la foto e chiude di colpo la pagina “Ehi! Niente scherzi: quella non capisce niente di computer e ti sfrutterebbe di continuo...” “E cosa cambierebbe?”
“Che non potrei più sfruttarti io! Ti voglio tutto per me!” “Egoista! Impedire a un'amica con 2 tette così di risolvere i propri problemi al computer...”
“E poi guarda che anche quella è fidanzatissima...” “Che c'entra? Io mica sono geloso...” ma subito dopo me ne vado, troncando la discussione prima che degeneri.

Windows, solo problemi...

Come ho detto, sono stato trasferito in un ufficio solitario, quasi come se fossi diventato un dirigente, anche se ovviamente i motivi non sono certo quelli.
Come al solito, il giorno dopo (venerdì), giunto alla pausa pranzo, blocco il computer ed esco per andare a mangiare il solito panino e bere il solito cappuccino, come ogni giorno, ma quando ritorno mi accorgo di alcuni dettagli inconsueti.
Prima di tutto, sedendomi e muovendo il mouse per avviare la finestrella di sblocco del computer, vedo che non ottengo alcun risultato, quindi guardo il case e scopro che è bellamente spento.
Lo riaccendo, ma vedo che l'avvio è stentato (nel senso che è più lento del solito) e a un certo punto mi segnala degli errori e si blocca.
Riavvio e il bestione parte, ma la schermata di XP finale non è quella settata con le mie impostazioni, quindi avvio i potenti sistemi di controllo (scandisk) e mi avvisa che dovrà fare la scansione al riavvio, per cui riavvio ulteriormente.
Scansione lunghissima, con una caterva di errori allucinanti, a cui pone rimedio automaticamente eliminando i file corrotti.
Appena parte, vedo che XP assume effettivamente la mia schermata, ma...
PANICO TOTALE!!!
Non parte più autocad, non parte più firefox, non parte nemmeno internet explorer... solo openoffice e outlook si salvano (office non lo so: praticamente non lo uso nemmeno, visto che si impalla una volta si e l'altra pure).
Nel frattempo, ho scoperto che c'è stato un black-out, che ha causato lo spegnimento ed evidentemente tutti i problemi.
Provo quindi a fare un ripristino di configurazione, ma al termine della fase lunghissima di elaborazione, scopro che i problemi restano irrisolti.
Siccome sono un consulente e non un dipendente, evito di fare troppi danni e chiamo in soccorso il sysadmin facente funzioni ProgettistaGiovane, che viene, smanetta, sfruculia, gira e rigira, rifà un altro ripristino di configurazione, rifà un altro scandisk e alla fine mi dice “Non si può fare niente!”
“Uh? Io devo finire un lavoro col CAD entro lunedì mattina...” “Tieni il cd di autocad, reinstallalo!”
Trovo l'opzione di riparazione dell'installazione, ma non funziona, quindi disinstallo e reinstallo daccapo (ci rimetterò le mie personalizzazioni, ma va bene lo stesso: le rifarò...).
Al termine, autocad riparte, quindi posso lavorare, ma internet non mi funziona assolutamente: appare un messaggio secondo cui una DLL risulta non valida (e non serve a nulla nemmeno reinstallare firefox).
ProgettistaGiovane si copia il messaggio e va a cercare la soluzione in rete, mentre io riprendo a lavorare sul CAD.
Alla fine (metà pomeriggio), l'amico ritorna e mi fa “Senti, non esiste alcuna soluzione! Bisognerà formattare, ma adesso è tardi: facciamo lunedì?” “Ok, adesso finisco il lavoro col CAD, che almeno quello è sistemato!”
Quando termino, mi accorgo che manca una mezz'oretta all'orario di uscita, quindi (affetto da delirium smanettis da ubuntiano) provo a riavviare firefox e mi segno il nome della DLL non valida (mswsock.dll), la cerco con Esplora Risorse dentro Windows/System32 e scopro che esiste ma ha dimensione 0B, quindi chiamo ProgettistaGiovane e gli chiedo di cercare la stessa DLL nel suo computer (la trova con dimensione 245B), allora gli spiego la mia idea: “Tanto si dovrà formattare, ma se provassi a sostituire la mia DLL con la tua, credi che andrebbe?” “Boh! Proviamo...” e mi spedisce il file via email (che per fortuna funziona), poi viene a seguire la procedura.
Sostituisco il file, riavvio il sistema un'altra volta, avvio firefox e... si apre la pagina principale del firefox reinstallato... lasciando ProgettistaGiovane a bocca aperta “Cacchio! Ha funzionato!” “Beh, sembrerebbe di si...”
Mi guarda e fa “Bravo! Ti sei evitato la formattazione!” “TI HO evitato la formattazione! Non crederai mica che la faccia io?”
A quel punto accenna a scherzare: “Vedo che a usare Linux qualcosa l'hai imparata con i computer...” “Sicuramente se avessi avuto qua Linux, non avrei avuto tutti questi problemi!”
E via per il meritato riposo... sempre troppo breve...
Lunedì rientro, accendo il computer e apro il file di CAD che avevo finito venerdì per lanciarlo in stampa, ma scopro che non mi vede il plotter! EccheccaXXo!!!
Pannello di controllo, stampanti... e dove diavolo sono finite tutte le stampanti? Occacchio!!! Aggiungi stampante, NO! Impossibile completare l'operazione, il server di stampa non è avviato!
Comincio a incazzarmi, ma provo lo stesso a riattivarlo dal pannello di controllo, ma nulla: termine improvviso dell'operazione!
E' il momento di cercare aiuto, quindi apro firefox e, sulla casella di ricerca di google scrivo il messaggio esatto della finestrella che mi appare, trovo subito 2 risultati: una pagina microsoft e un forum di supporto a Windows XP.
Seguendo la prima non ottengo alcun risultato, anche perché mi dice esattamente le stesse cose che già ho fatto, per poi rompere i marroni chiedendomi se mi è stata utile.
Seguendo la discussione nel forum, invece, scopro dall'intervento di un utente che il servizio del server di stampa dipende da un altro servizio connesso alla stampante installata, per cui cerco tra i vari servizi di sistema e scopro una voce che comincia comunque con HP... e non è attiva.
Ci provo, la avvio e poi vado sul server di stampa, lo avvio ma non me lo permette, quindi lo imposto in automatico (secondo le indicazioni del forum) e riavvio il sistema.
Alla fine del caricamento, apro il pannello di controllo, apro la finestra della stampante e... eccole tutte lì, belle e lucenti: i 2 plotter, la stampante effettiva e la stampante virtuale del PDF Creator.
Prova di plottaggio del mio disegno e di stampa di una relazione... superate brillantemente.
Per scrupolo, provo a fare un PDF con PDF Creator e lo crea, ma al momento in cui cerca di aprire Acrobat Reader per visualizzarlo mi spara lo stesso messaggio di errore che avevo con autocad, per cui vado a ripristinare l'installazione del visualizzatore di PDF e riprovo senza problemi.
Per il momento, è tutto a posto!
Per il momento... pare che i difetti li scoprirò col tempo, man mano che procedo... ma pare anche che ho capito come risolvere le cose senza eccessivi problemi, e soprattutto senza formattare.

La dinamo eccitatrice...

L'elettrotecnica è una materia quasi esclusivamente maschile, per cui è ricca di trattazioni scientifiche con esempi che solo i maschietti possono capire...
Il primo impatto lo si ha di fronte allo strumento base per la generazione di energia elettrica: l'alternatore o generatore sincrono.
Per funzionare, si basa sul principio del campo elettromagnetico rotante, ma siccome non è un motore ma un generatore, il campo magnetico lo deve creare il rotore stesso, per poter quindi indurre nei circuiti dello statore la necessaria forza elettromotrice che, alla fine della fiera, si traduce in tensione elettrica... nulla di più semplice, specie se non usate questa sintesi per fare bella figura all'interrogazione, perché è quasi sicuro che il risultato non sarà quello che sperate... ;-P
La domanda sorge spontanea: come si crea il campo elettromagnetico?
La risposta qualunque studente di fisica la sa meglio di me, ma siccome nessuno si offre di scriverla la sintetizzo io: con una corrente elettrica che percorre le spire nei poli del rotore. Tale corrente elettrica è generata da un generatore (pensa un po'...) di corrente continua, per gli amici una dinamo.
Siccome il suo scopo è quello di 'eccitare' il circuito di induzione, ecco che viene conosciuta come 'dinamo eccitatrice' (da non confondersi con altre alternative per diverse eccitazioni più sul genere letterario o antropologico...)
Ciò premesso, iniziamo la trattazione sull'alternatore parlando della dinamo eccitatrice!
[...omissis...]
Alcuni di voi si chiederanno “Cosa diavolo è questo?”
Semplicemente il preambolo ad una lezione del corso di macchine elettriche tenuta presso il Politecnico, che ho ritrovato consultando i miei vecchi appunti simil-stenograf-registrati... la parte [omissis] è l'effettiva lezione, ma è talmente ricca di termini tecnici e formule matematiche che ho preferito risparmiarvela... mentre il preambolo è stato molto più sullo stile delle mie storielle, ma vi assicuro che io ero tra i banchi, non in cattedra...

Come modifico la mia firma?

Ormai erano un po' di giorni che non succedeva più, al punto che cominciavo a pensare che non ci sarebbe stato più bisogno di ripetere una simile esperienza, ma non mi ricordo mai che io non indovinerò mai niente!!!

Ero lì tranquillo a sfruttare openoffice per recuperare un file di word stranamente corrotto: era stato fatto dal cliente con la versione nuova di office, ma siccome noi abbiamo quella vecchia e non riuscivamo ad aprirlo, costui ci ha fatto il favore di salvarlo nella versione precedente e rimandarcelo, assieme a una serie di commenti del genere “Cercate di aggiornarvi, brutti pezzenti!”
Ma ovviamente quando era arrivato era praticamente illeggibile: solo nel tentativo di aprirlo word saturava tutte le risorse del computer e occorreva riavviare la macchina, così dopo due riavvii, ho deciso che era ora di passare al gioco duro, e quando il gioco si fa duro, ecco che entra in campo l'imbattibile oo-writer, che ha aperto il file senza battere ciglio (anche perché non le ha, le ciglia...).

Mentre controllavo che non si fossero rovinate delle formattazioni importanti, ecco che sento un mormorio continuo tra le due 'ochette' vicino a me (Termica e Stagista), ma ovviamente non ci faccio caso, finché...

“MK! Tesssoro!” “Eh? Che c'è?”
“Come si fa?” “A fare cosa?”
“A modificare la firma!” “Che firma?”
“La firma dei messaggi!” “Messaggi? Firma?”
“Massì... la firma dei messaggi di posta elettronica... come la modifico?” “Un attimo...”
Apro autluk, cerco il comando e “Strumenti, Opzioni, Formato posta!”
“Eh? Cosa?” “Menù Strumenti, Opzioni...”
“Non c'è!” “Impossibile!”
“Opzioni ce l'ho sotto Visualizza!” “Che autluk hai?”
“E che ne so io?” “Comunque, da Opzioni apri la scheda Formato posta e...”
“Non c'è niente del genere!” “Ripeto: impossibile!”
“Vieni a vedere, se non mi credi!” “Non ho detto che non ti credo: dico solo che è impossibile!”
“E vieni a vedere!” “Va bene: vengo subito!”
Mi alzo e faccio il giro delle scrivanie per raggiungerla, guardo il monitor e...
“Vedi che non c'è? Miscredente!” “Hai ragione! E' colpa mia: dovevo specificare che quando parlo del menù Strumenti, mi riferisco alla finestra principale di autluk e non a quella della mail che stai scrivendo!”
“Ah?! Maddai... c'è veramente!” “Ovvio! Credevi che dicessi bugie?”
“No, certo... va bene così, grazie, tesssoro...” “Si si... va bene così...”
E torno al mio posto, grato che il pomeriggio è quasi terminato e tra poco se la dovrà sorbire il suo fidanzato...


Peraltro non avevo mai notato che M$ avesse messo una doppia serie di menù nella finestra di autluk e anche nella finestra di composizione della mail, per giunta menù con gli stessi nomi ma elementi diversi.

Tardi...

Per l'ennesima volta, grazie alle castronerie di CapoDiFuori, mi sono trovato a dover rifare daccapo un lavoro, per chiuderlo prima di subito, ovvero CapoDiFuori mi ha detto che il Cliente gli ha telefonato dicendo che quello che avevamo fatto era tutto sbagliato e che occorreva spedirgli subito la versione corretta pena cause, danni, galera, invasione di cavallette e apocalisse, non necessariamente nell'ordine.
Ovviamente, al solito, mi accorgo pressochè immediatamente che le parti sbagliate sono quelle sulle quali ha posto le sue mani (non è difficile scoprire chi ha fatto le ultime modifiche su calcoli e relazioni varie, malgrado il nome che viene normalmente scritto sul testalino alla voce “redatto da...” (si: CapoDiFuori appone sempre e comunque la sigla corrispondente al mio nome, mai la sua, per potersi parare il qlo davanti alle sfuriate di GrandeCapo, e io devo discolparmi mostrando a tutti chi ha realmente fatto il lavoro, peccato che PiccoloCapo abbia convinto GrandeCapo che io sia un pericolosissimo “acaro” capacissimo di modificare le impostazioni di programmi sicuri e inattaccabili come word ed excel facendo risultare che li abbia fatti qualcun altro...)
Ciò non toglie che, al solito, CapoDiFuori arriva alle 14.30, fino alle 16.30 prende il caffè e chiacchiera con le donzelle (notoriamente indaffaratissime...) e alle 17 mi dice che è tutto da rifare, e che va consegnato tutto entro il mattino dopo... (alle 18.30 esce dal Pronto Soccorso e se ne torna a casa sua in mezzo alle capre, ma questa è un'altra storia...)

Quando la (termo)coppia scoppia..

Doveva succedere: nessuna unione dura per sempre! E oggi infatti è accaduto!

Tra il caldo settembrino (che quest'anno pare ancora estivo) e la rabbia delle vacanze finite, ecco che Termico rientra dal cantiere tutto sudato e affannato (ha dovuto posteggiare la macchina piuttosto distante, oltre ai canonici 30 metri che è disposto a tollerare, e di conseguenza ha dovuto pure camminare...) e urlando come al solito, chiudendo la porta con un calcio visto che aveva le mani occupate.

Entrato in ufficio e sedutosi al suo posto, dopo aver gettato a terra la valigia della strumentazione, lancia il rotolo di disegni che ha sotto braccio sulla scrivania di Termica esclamando “Ecco qua! Ti ho portato un regalo!” mentre accende il computer.

Il rotolo di disegni si apre e spinge via la radio di Termica (il famoso aiPodNano) che rischia di sfracellarsi a terra, ma viene salvato al volo da una parata a tuffo della ragazza, che si volta realmente inviperita “Ma che caxxo fai? Sei impazzito?”
To: “Macchè! Io ti porto un regalo e tu mi tratti così?”
Ta: “Che regalo? Mi stavi distruggendo l'aipodnano...”
To: “Embè? Lo ricompravi! Tanto ormai è vecchio: ha già un anno, non serve più a niente e va cambiato!”
Nel frattempo il computer si accende e lui si collega subito a internet (e ovviamente apre la sua pagina di fess-buk)
Ta: “Mavaffan... non posso comprare nulla: devo prendere casa per quando mi sposerò!”
To: “Meglio comprare l'aipod che sposarsi, fidati...”
Ta: “Piantala di dire caxxate e dimmi cosa vuoi?”
To: “Quei disegni..”
Ta: “Che cosa sono questi disegni?”
To: “Le planimetrie da modificare per il cantiere..”
Ta: “E che vuoi da me?”
To: “Fai le modifiche sul cad!”
Ta: “Certo che no: non so nemmeno di cosa stai parlando?”
To: “Oh, senti! Io non mi metto a fare il caddista: sono un ingegnere, non posso essere sfruttato così!”
Ta: “E perché? Io non sono lo stesso un'ingegnerina?”
To: “Che c'entra?”
Ta: “Se tu non vuoi fare il caddista perché sei un ingegnere, nemmeno io faccio la caddista, per lo stesso motivo!”
To: “Ma piantala! Così fai qualcosa e ti stacchi da internet!”
Lei vede la pagina di fess-buk aperta sul computer di lui, vede il sorriso sprezzante sul volto di lui, e ovviamente si incazza come la proverbiale biscia, esclamando “Io non faccio nulla di questo genere!”
Lui comincia a urlare “Oh, fai quel caxxo che vuoi! Se non ti va di lavorare non farlo!”
Lei urla a sua volta “Che caxxo dici? Ma ti sei rincoglionito del tutto col caldo?”
To: “Piantala, stronza!”
Ta: “Stronzo ci sarai te!”
To: “Ma vaffan...”
Ta: “Ma vaffan... te!”
Il gioco finisce con l'arrivo di PiccoloCapo, che sogghignando richiama all'ordine i bambini “Che succede?”
To: “Le ho chiesto di modificare le planimetrie con il cad e non lo vuole fare!”
Ta: “Non è vero! Lui ha...”
PC: “Cosa? Ti rifiuti di fare il lavoro che ti è stato chiesto di fare?”
Ta: “No, io non...”
PC: “Se è così dillo subito, che cerchiamo un sostituto!”
Ta: “Ma io non...”
Ma PiccoloCapo non le presta attenzione e se ne va via (sicuramente per informare GrandeCapo).
To: “Vedi che sei stronza? Che l'hai fatto intervenire a fare?”
Ta, piangendo: “Ma io non...”
To: “Dai, smettila! E fai queste modif... AAAAHHH!!!!!”
In un istante, Termica (furiosa e piangente) ha saltato la scrivania gettandosi addosso a Termico, e in un attimo lo stava riempiendo di schiaffi, calci e pugni... obbligando i presenti a intervenire: Stagista mi urla di separarli, poi telefona a RSPCapo per chiamarlo, mentre io mi vedo costretto (purtroppo, per una volta che succede qualcosa di divertente in ufficio...) ad alzarmi e separare i due contendenti: afferro Termica abbrancandola da dietro e la sollevo di peso facendola sedere di botto sulla scrivania di Termico e contemporaneamente allungo il piede e lo poso sul petto di Termico per tenerlo bloccato a terra, che nessuno dei due si muova e danneggi l'altro, o peggio danneggi me: devo anche salvaguardare il mio corpo, anzi, ora che ci penso: "Stagista! Alza il culo e muoviti: vieni a darmi una mano a tener separati questi idioti indemoniati, che non ho voglia di usare la presa vulcaniana su di loro!"

Compratelo e chiedi il rimborso spese..

Tempo fa, quando si aveva bisogno di materiale da cancelleria, per esempio penne, matite, gomme, pinzatrici, mine per le micromine (non le micromine (*)) blocchi, quaderni e cose simili, bastava andare a chiedere a Segretaria.
Adesso, da alcune settimane, mi sta capitando che vado da Segretaria e le chiedo materiale di cancelleria, ma lei risponde malamente.
“Ciao, mi servirebbe un righello..” “Non ne hai a casa?”
“Perché dovrei portare qui il mio righello da casa e vederlo sparire nel giro di un giorno?” “Perché io ho l’ordine di non comprare righelli!”
“E allora? Come misuro le planimetrie?” “O ti porti il righello da casa, oppure lo compri te e chiedi il rimborso spese..”
“Che arriverà con le calende greche, come al solito?” “Non lo so!”
E questo per il righello, ma anche per le penne, per i bloc-notes, per le gomme e per le mine delle matite..
Che ci sia qualche problema di natura economica dietro?

(*) le micromine non le hanno mai comprate, visto che la maggior parte di noi se le sarebbero fregate. Hanno sempre preferito provvedere al materiale da consumo, ovvero le mine..

La riva bianca e la riva nera

Alcuni, non conoscendomi, potrebbero prenderla a male per il fatto che negli ultimi post di questa serie abbia parlato male della zona lombarda. Ripeto che costoro non mi conoscono, altrimenti avrebbero capito che le mie sono quelle che vengono definite critiche costruttive, e sono basate esclusivamente sulla mia personale esperienza in merito. Non è certo colpa mia se mi sono sempre trovato male sull'altra sponda.
A proposito, basta semplicemente considerare il confine, ovvero il Ticino, ma principalmente il Lago Maggiore.
La mia principale meta di vacanza è Arona, sulla riva del suddetto lago. Sapete che le mie vacanze sono giornaliere, ovvero parto al mattino presto per raggiungere il lago, passo lì la giornata e ritorno la sera tardi (sovente la notte) a casa.
Arona è una cittadina piccola ma graziosa, con una strada di passeggio, molti negozi e l'imbarcadero per raggiungere le attrattive turistiche del lago. E' vero che il servizio tende a rovinarsi (come qualsiasi altra cosa in Italia che abbia minimamente a che fare con l'ente pubblico..) ma resta comunque la possibilità, per chi vuole, di prendere il battello fino a Stresa e lì cambiare per visitare le incantevoli Isole Borromee, oppure resta la possibilità di farsi la lunga crociera (eventualmente con pranzo a bordo) fino in Svizzera, per prendere un gelato e un souvenir (a prezzi svizzeri, ovviamente..) scrivere una cartolina agli amici e raggiungere la stazione ferroviaria per tornare indietro con il caratteristico Trenino delle Cento Valli, raggiungendo Domodossola dove si cambia per prendere il treno che riporterà ad Arona. Una gita pesantuccia, ma davvero indimenticabile, che trae il meglio del lago e del caratteristico panorama alpino.
Di fronte ad Arona sorge Angera, molto simile e caratteristica per la Rocca, bersaglio di molti turisti fotografi. E' la prima fermata del battello, solo 5 minuti per attraversare il lago in un punto nemmeno troppo largo, eppure ci si trova realmente in un altro mondo: negozi scarsissimi, pochissima scelta, l'unica passeggiata è il lungo lago e, nel giro di poco, si è fuori dalla cittadina. La cosa migliore che si può fare, oltre a prendere un caffè o un gelato, è ammirare con nostalgia il panorama di Arona e attendere il battello di ritorno.
Stresa, incantevole città famosa per i concorsi di miss Italia. La posizione favorevole la rende strategica per l'imbarco verso le isole, forse la principale attrattiva turistica del lago.
Isola Madre, passeggiata nel vialone sulla riva, in mezzo ai mille banchetti dei venditori di souvenir e ai mille locali specializzati per pasti e rinfreschi, fino a giungere all'ingresso del Palazzo, dove si possono ammirare le stanze, gli arredi e gli affreschi di un'epoca che non c'è più. Al termine della visita al Palazzo, si esce a visitare il meraviglioso giardino che, grazie al clima del lago, ospita piante tipiche di ogni parte del mondo. Facile incontrare anche la fauna caratteristica del posto, in particolare i pavoni bianchi, che sembrano attendere in posa che i turisti facciano loro le foto.
Isola Bella, analoga all'Isola Madre, si distingue per la magnificenza del Palazzo e del giardino, ineguagliabili anche nell'architettura che già si nota avvicinandosi col battello, e che culmina nel piazzale dove le divinità olimpiche siedono in mezzo al verde e alla fontana. Anche qui impossibile evitare di incontrare i pavoni bianchi che si pavoneggiano.
Isola dei Pescatori, caratteristica sia per l'assenza di Palazzi che per la presenza di un vero villaggio di pescatori perennemente abitato (non solo durante la stagione turistica), caratteristicamente rimasto all'epoca secentesca, oltre agli immancabili bar e ristoranti e ai negozi di souvenir.
Dall’altra riva, non ho visto nulla di simile. Ho girato verso Ispra, anche per motivi di lavoro, ho visitato molte cittadine, eppure devo continuamente ripetermi sul fatto che esiste una differenza abissale (anche solo turisticamente parlando) tra la riva piemontese e la riva lombarda.
E questo, semplicemente limitandomi al Lago Maggiore...

Appalto pubblico e (dis)organizzazione aziendale

In questi giorni prima di ferragosto, visto che manca pochissimo alla chiusura bisettimanale della Grande Società (che permetterà a tutti coloro che non seguono cantieri di andare in ferie, o almeno di riposarsi), sono tutti sull'orlo di una crisi di nervi dato che bisogna consegnare un lavoro urgentissimo (si tratta di un progetto pubblico, quindi le scadenze sono irrevocabili salvo penalizzazioni... anche se non so chi si troverà in un ufficio pubblico a ricevere la documentazione in questo periodo...)

Al solito, la disorganizzazione regna sovrana, come la mancanza di comunicazione: l'appalto in realtà l'ha preso ArchitettoSenzaRitegno, che non sa nemmeno come si fanno certe cose. Fatto sta che siamo in uno stadio da progetto definitivo (per chi non è pratico di progetti e appalti pubblici, il progetto definitivo è ben lontano dall'essere effettivamente una cosa definitiva), quindi dobbiamo sviluppare un progetto funzionante (senza entrare troppo nei dettagli, per quello c'è il successivo stadio del progetto esecutivo) e comunque restare nel budget ipotizzato nella precedente fase di progetto preliminare.

Già normalmente questo è estremamente difficile, ma quando c'è di mezzo anche ArchitettoSenzaRitegno la cosa diventa impossibile.

Lui è il titolare dell'appalto, quindi quando giunge con le indicazioni da dare a GrandeCapo e SuperAmministratore, nessuno dice nulla (GrandeCapo evidentemente pensa solo alla fase successiva di fatturazione, e SuperAmministratore non ne capisce assolutamente nulla...), per cui ci si limita al solito:
  • GrandeCapo “C'è questo lavoro urgente da fare! Sospendete tutto il resto!”
  • PiccoloCapo “Ma non possiamo sospendere tutto. Vediamo se riusciamo a trovare qualche sistema per fare comunque tutto lo stesso..”
  • SuperAmministratore “Facciamo una riunione di coordinamento per capire come gestire le cose e chi deve fare cosa!”
(queste 3 frasi sono la sintesi finale di una riunione di coordinamento tra gli alti vertici aziendali durata ben 6 ore!!!)

Dopo la riunione di coordinamento (altre 8 ore per non capire assolutamente niente), ognuno di noi si chiede “Ok, ma... IO cosa devo fare?” e PiccoloCapo prende in mano la situazione “Ci penso io! Allora.. tu fai questo, tu fai quest'altro, tu fai quell'altro ancora, tu invece fai... Marò che fatica!!! Vado nel mio ufficio, non svegliatemi se non è necessario!”

Alla fine del giro, cominciamo a sviluppare le idee secondo le informazioni che i Progetta Mannaggiamenti estorcono con la forza ad ArchitettoSenzaRitegno, mentre quest'ultimo è impegnato a giocherellare con le planimetrie edili.

Ovviamente le cose precipitano subito!

ArchitettoSenzaRitegno pretende che i calcoli illuminotecnici che lui in prima persona personalmente e di persona ha fatto (fare a una notissima casa produttrice di apparecchi illuminanti) siano rispettati alla lettera.

Il Progetta Mannaggiamenti incaricato si rivolge a me, affinché col mitico programma di calcolo illuminotecnico possa verificare i calcoli fatti con quel particolare tipo di apparecchi illuminanti (come? Non avete capito a cosa possa servire ripetere 2 volte gli stessi calcoli illuminotecnici? Maddai! Si vede proprio che non siete pratici di lavori con l'ente pubblico... Ah, non l'ho capito neanch'io, ma nemmeno io sono pratico di lavori in più stadi e a costi maggiorati...)

ArchitettoSenzaRitegno sforna le proprie planimetrie in continuazione sulle quali lo staff di progettazione elettrica posiziona gli apparecchi illuminanti richiesti e tutte le utenze elettriche, mentre lo staff di progettazione tecnologica posiziona le utenze termomeccaniche (ovviamente negli stessi identici posti) e io controllo le lunghezze e le potenze, per fare i calcoli sulla ciofeca.

Ovviamente devo anche avere i dati di potenza assorbita dalle macchine tecnologiche, ma questi non arrivano, in quanto dipendenti dalle singole macchine scelte e siamo di nuovo in fase di richiesta offerta, dato che la precedente release è stata annullata quando ArchitettoSenzaRitegno ha stravolto le planimetrie ridimensionando gli spazi dei locali tecnici. Cambiano quindi le macchine, cambiano le potenze, cambiano le linee di alimentazione, cambiano i miei calcoli, cambia infine il dimensionamento dei quadri elettrici, cambia la dimensione della cabina elettrica, cambia la potenza di fornitura da richiedere poi all'ente fornitore di energia... e poi ArchitettoSenzaRitegno dice “Ma che problemi hai a spostare un paio di cavetti?”

Infine, i Progetta Mannaggiamenti dovranno fare i conti e (farci) produrre i computi metrici, dove naturalmente è risultato che abbiamo sforato di un bel po' il budget stabilito in fase preliminare (da chissà chi?).

Alla fine del giro, malgrado un cambiamento continuo di planimetrie fino all'ultimo giorno, riusciamo comunque a produrre e consegnare in tempo utile tutta la documentazione cartacea (in 5 copie) più quella su supporto informatico (un bel DVD di dati). Cosa se ne farà poi l'ente pubblico di un malloppo di carta simile che non ha alcuno scopo, nemmeno quello di finire in gara di appalto? Forse è solo un complotto per eliminare fisicamente l'Amazzonia?

Naturalmente, per questa incredibile performance, occorre ringraziare:
  • ArchitettoSenzaRitegno, che ci ha permesso di scoprire ancora una volta che molti erano assenti il giorno che distribuivano i cervelli;
  • il Progetta Mannaggiamenti incaricato, che ha dimostrato con i fatti come coloro che gestiscono queste cose devono essere decisi e devono sapersi imporre per far valere le proprie decisioni.. lui ha dimostrato che non è il lavoro adatto a lui;
  • i rappresentanti delle varie case produttrici, che sono stati così gentili da non mandarci affanculo visto che gli cambiavamo le richieste ogni 2 giorni;
  • il personale tecnico e amministrativo dell'ente pubblico, che ha dimostrato chiaramente che è possibile anche fare dei progetti preliminari nel breve intervallo tra due pause caffè.. specie se poi c'è chi farà il vero lavoro al loro posto;
  • il titolare della copisteria, che plottava i disegni man mano che gli arrivavano via email e che ha dei plotter veramente efficienti che, come lui stesso, non hanno problemi a funzionare continuamente per tutta la notte;
  • la posizione e la conformazione del pianeta Terra, che ha permesso di avere un periodo di rotazione di 24 ore, perfettamente equivalente a 3 giornate lavorative canoniche, consentendoci quindi di triplicare gli sforzi;
  • il titolare degli appalti dell'ente pubblico, che non sapendo come passare il tempo in ufficio ha imposto la data di consegna dei lavori il 10 agosto;
  • la legge Merloni, che prevede una ulteriore fase di progettazione esecutiva, dove sviluppare tutti i dettagli, e che sarà l'effettivo progetto che andrà poi in appalto per le gare... ma ci penseremo poi a settembre;
  • PiccoloCapo, che ha organizzato tutto nel migliore dei modi e ha dormito tutto il tempo, svegliandosi giusto all'ora di uscita canonica, per andare a casa a mangiare, guardare la tv e dormire;
  • SuperAmministratore, che non ha fatto nessun'altra riunione di coordinamento per organizzare i lavori;
  • GrandeCapo che, pur essendo al mare, non ha rotto i cojoni telefonando quotidianamente per sincerarsi che la truppaglia mantenesse comunque la linea;
  • la pizzeria all'angolo, che sta aperta tutta la notte e ci ha permesso di non morire di fame durante questa lunga settimana di 9 giorni;
  • la crisi economica, che ha impedito ad alcuni negozianti di chiudere e andare in ferie, in particolare la copisteria e la pizzeria già ricordati, ma anche alcuni bar utili per una rapida colazione;
  • gli ausiliari del traffico, che con le multe erogate alle auto posteggiate dai miei colleghi hanno quasi sanato il debito pubblico di Torino;
  • il fatto che i capi non mi paghino alcuno straordinario, che altrimenti in certi periodi potrei montarmi la testa e credere di aver vinto il jackpot del superenalotto.

Attenti alla Segretaria!

ATTENZIONE!!! QUESTO POST INCLUDE UNA SERIE DI SPETTEGULESS DA UFFICIO RELATIVAMENTE VOLGARI E NON TROPPO CENSURATI!!!
E' VIETATA LA LETTURA AI MINORI SENZA LA PRESENZA DEI GENITORI E AGLI IMPIEGATI SENZA LA PRESENZA DELLE SEGRETARIE!!!


E’ un periodo in cui Segretaria è altamente ostile con chiunque: ringhia, graffia e morde in continuazione, e qualcuno, dopo essersi fatto fare le iniezioni per evitare di contrarre la rabbia, ha proposto anche di farla sopprimere, ma nessun canile e nessun veterinario ha accettato l'incarico, non disponendo di attrezzature adatte per l'eliminazione fisica di una simile belva feroce...

Naturalmente, i colleghi sono tutti abbastanza preoccupati e ci si chiede cosa possa esserle accaduto, e ognuno si sente in dovere di esporre il proprio parere in merito, così scoppia la seguente discussione.
Termico “Ma che ha quella? Ha mica il suo ciclo?”
Termica “Il ciclo ce l'ha ininterrotto da almeno sei mesi, allora..”
Termico “E allora che caxxo ha?”
Stagista “Credo che sia più giusto dire che caxxo NON ha..”
Termico “Dici che non se la tromba più nessuno?”
Progettista “Chi è che non si tromba più nessuno?”
Termico “La cagnaccia dall'altro ufficio..”
Progettista “Ah, è che ormai se la sono trombata tutti, e nessuno ci vuole tornare..”
ProgettistaGiovane “Ma di chi parlate?”
Termica “Di quella stronza che sta di là!”
ProgettistaGiovane “Segretaria?”
Termica “Quante altre stronze conosci?”
ProgettistaGiovane “Beh, in questa società è pieno..”
Termica e Stagista “Grazie, brutto bastardo!”
ProgettistaGiovane “E mica dicevo a voi due..”
Termica e Stagista “E a chi ti riferivi? Che qui ci siamo solo noi come fanciulle!”
ProgettistaGiovane “Io pensavo ad Architetta..”
Termico “Quella non è stronza: è una grandissima troia!!!”
Termica “Comunque ha ragione Stagista: credo che sia in astinenza di caxxi!”
Termico “E non trova qualcuno che glielo dia?”
Termica “Ma perché? Tu ci andresti?”
Termico “E che c'entro io?”
Architetto “Che succede?”
Termico “Ecco, forse lui..”
Architetto “Io cosa?”
Termico “Tu te la tromberesti Segretaria?”
Architetto “Perché no?”
Termica “E tua moglie?”
Architetto “Anche, ma con lei è normale..”
Termica “Ma voi uomini fate proprio schifo: ti tromberesti una stronza come lei?”
Architetto “Se ci sta, non vedo perché no..”
Termica “Vabbè, voi uomini ragionate col caxxo!”
Architetto “Non prendertela: se vuoi trombo anche te!”
Termica “Fottiti!”
Stagista “Ma sei proprio un porco: tu sei sposato, lei è fidanzata..”
Io, rientrando dalla pausa caffè “Ma che avete da gridare così?”
Termica e Stagista “Non sono caxxi tuoi! Stiamo parlando di quella stronza di Segretaria che è incazzata perché nessuno se la tromba!”
Segretaria, apparendo dietro di me (dato che stavamo prendendo il caffè insieme) “Ah si? Grazie mille! Ora ho finalmente capito di chi posso fidarmi e di chi invece devo fare attenzione che non mi pugnali alle spalle!”
Tutti (tranne me, ovviamente) “Ma no, dai.. erano solo delle cazzate.. tanto per parlare..”
Segretaria “Andate tutti affanculo!!! Non provate a venirmi davanti se non per motivi esclusivamente lavorativi! Bastardi pezzi di merda e tanto meno voi due troiacce!” e se ne va, sbattendo la porta!

Che brutto vizio, quello di parlare alle spalle delle persone!

Mamma, son tanto felice...

Viste le passate esperienze nelle terre del nord-est, era ovvio che durante la fase di ritorno fossi particolarmente felice, man mano che mi avvicinavo a casa (Ok, trovatemi qualcuno che non è felice di tornare a casa dopo trasferte, periodi di naja, lavori osceni e cose simili.. ovviamente sono esclusi coloro che vivono con la suocera..)
Oltretutto, seduto nel posto sul treno, accanto al finestrino, ammiravo il panorama esterno rinfrescando le mie scarsissime nozioni di geografia (e a volte anche di storia), così i miei pensieri erano di questo tipo:
Ecco il Ticino, ora lo attraverso ed entro in piemonte..
Ecco Novara, con il suo caratteristico campanile..
Ecco le risaie del vercellese, a seconda del periodo con o senza acqua (ormai per la maggior parte tramutate in campi di coltivazione di granturco anziché riso..)
Ecco Vercelli, immersa nella pianura afosa e opprimente..
Ecco Santhià, con il suo scalo ferroviario e l'inimmaginabile quantità di zanzare che una volta mi hanno dissanguato..
Ecco in lontananza, oltre i vapori del caldo afoso che pervade la zona, le torri di refrigerazione della centrale di Trino, ennesimo esempio dello spreco pubblico..
Ecco il ponte della Dora Baltea, che scorre rapida dal Monte Bianco attraverso la Valle d'Aosta, la zona di Ivrea e infine separa la provincia di Vercelli da quella di Torino, infatti superato il ponte entro in provincia di Torino..
Ecco quindi Rondissone, conosciuta principalmente per il casello autostradale, ma nota agli elettrotecnici per l'importante stazione elettrica..
Ecco Chivasso, con la sua centrale termoelettrica caratteristica, dove ho visto dal vivo la storia degli impianti di produzione dal dopoguerra al periodo in cui mi sono laureato, ed ecco dietro nascere il Canale Cavour, le cui acque consentono l'irrigazione delle risaie di tutta la zona..
Ecco, infine le colline torinesi, disposte al contrario rispetto a quando le osservo dal cortile di casa, siccome vedo Superga all'estrema destra e le Maddalene a sinistra, mentre da casa è esattamente il contrario..
Ecco l'Orco, fiumiciattolo che è diventato di fatto la spiaggia tipica dei torinesi, ansiosi di sdraiarsi sui ciottoli per prendere il sole, in compagnia delle pantegane locali, in modo da non apparire palliducci andando al mare in estate nella classica riviera ligure..
Ecco, superate velocemente Brandizzo e Settimo, l'inconfondibile porta di accesso di Torino..
Ecco la ferrovia che corre in mezzo ai prati di città, attraversando i vari quartieri, in attesa che venga realizzato il passante ferroviario.. (in realtà, adesso il passante ferroviario esiste, quindi tutto questo tratto da quando entra a Torino, il treno lo fa ormai nel sottosuolo e non si vede più nulla, e per uscire da Porta Susa non bisogna più fare il sottopasso ma salire di fatto al livello stradale, anzi tra poco scomparirà anche l'attuale stazione di Porta Susa, sostituita da una più moderna e un pochino spostata)
Ecco che il treno si immerge sottoterra per attraversare l'area di piazza Statuto, e io mi preparo accanto alla porta a destra, mentre le luci rivelano che stiamo per uscire dal passaggio sotterraneo, e il rallentamento del treno avvisa che stiamo giungendo ormai alla stazione di Porta Susa.
La voce gracchiante all'altoparlante segnala “Porta Susa, stazione di Torino Porta Susa. E' in partenza dal binario 3 il treno proveniente da (Milano / Venezia o Trieste, fate voi.. ci sarebbe anche Aosta volendo, ma il percorso è lo stesso solo da Chivasso..) diretto a Torino Porta Nuova. Non effettua fermate!”
In effetti, il capolinea è a Porta Nuova, da dove ripartirà poi in direzione opposta, ma a me viene più comodo Porta Susa, maggiormente collegata mediante mezzi pubblici alla zona della mia abitazione, e mi evito quindi gli ultimi 6 chilometri tutti sotterranei (se volessi, ora mi basterebbe prendere la metropolitana, che fa lo stesso tratto ma è molto più comoda e veloce).
Scendo dal treno, sottopassaggio e uscita dalla stazione e mi trovo nella piazza, dove mi aspetta al capolinea l'autobus che mi porterà verso casa..

Gardaland...

Durante il periodo di permanenza a Verona, mi è capitato più volte di avere delle giornate libere, singole e intervallate, quindi inutili ai fini di una licenza, ma che sfruttavo biecamente procurandomi permessi per girare le zone limitrofe.
A volte, è capitato che insieme a me avesse la giornata libera anche qualcuno dei miei compagni di sventura, e che anche lui prendesse il permesso, uscissimo insieme e ci recassimo da qualche parte non necessariamente in città (lo so che non ci si potrebbe allontanare, ma in fondo mica eravamo in guerra..)
Una volta, uscendo e raggiungendo la stazione, vedemmo che a breve sarebbe partito il treno che faceva la prima fermata a Peschiera. Mi volto verso l'amico e chiedo “Oltre al carcere, cosa c'è a Peschiera?” “Il lago, nient'altro.. ma vicinissimo c'è Gardaland!”
Detto fatto: biglietti (con lo sconto riservato alla nostra particolare categoria di impiegati statali) e via, destinazione Peschiera.
Scendiamo e, non sapendo nulla, ci avviamo a piedi sul lungolago verso il parco di divertimenti, che raggiungiamo in tempo per scoprire la presenza di un servizio di autobus dalla stazione di Peschiera e di aver comunque diritto allo sconto sul biglietto di ingresso.
Entriamo, ci guardiamo intorno e vediamo le giostre che immediatamente proviamo: cabine di teleferica che fanno il giro del parco, la monorotaia che mostra tutto dall'alto passando all'interno dei giri della morte delle montagne russe, sulle quali ci sediamo al giro successivo (per evitare inconvenienti, ci sediamo in fondo, così siamo sicuri di non lasciare tracce sugli altri del nostro passaggio..)
Scesi barcollando, ci dirigiamo verso una tranquilla sala di proiezione dove viene simulato dal movimento dei sedili ciò che viene proiettato sullo schermo, in quel momento trasmettevano una simulazione delle montagne russe più sconcertanti del mondo..
Usciti da lì, andammo a mangiare (e soprattutto bere) qualcosa, per poi infilarci nel galeone dei pirati, beccandoci spruzzi di acqua a seguito delle cannonate, e ammirando i fantastici effetti di luce..
Di fronte a noi, ci trovammo infine quella che veniva soprannominata la nuvola, sulla quale ci sedemmo e questa fece il suo sporco lavoro: 3 giri per parte.. scendemmo barcollando e io mi fermai, mentre il mio amico si avvicinava “Che c'è?” “Niente, sto aspettando che scenda anche il mio stomaco: dev'essere rimasto lì da qualche parte..”
Ancora un giro tranquillo e rilassante sulla monorotaia e poi dinanzi a noi apparve in tutta la sua maestosità la giostra del colorado (mi pare si chiamasse così: seduti su un vagoncino a forma di tronco d'albero si precipitava sull'acqua, facendo la doccia sia a noi stessi che agli spettatori..). No, non prendemmo la foto..
Alla fine, venne l'orario del ritorno. Prendemmo il treno, tornammo a Verona e ci avviammo verso la base, ovviamente non dimenticando di fare una lunga sosta presso una delle birrerie in zona.
A volte anche io mi diverto.

Impresa di pulizie..

Sono parecchi anni che lavoro con la Grande Società e mi ricordo molti episodi del passato: all'inizio, dalla mia postazione vedevo la finestra, dove faceva bella mostra di sé una ragnatela, creata con abilità e pazienza da un simpatico ragnetto allo scopo di nutrire sé stesso e forse la propria famigliola.
Per alcuni anni, ho assistito giornalmente allo sviluppo di quella ragnatela, che continuava imperterrita e indisturbata la propria esistenza finché non è stata vista da Avvocata, che ne ha approfittato per cacciar via l'impresa di pulizie.
Questa impresa era effettivamente abbastanza inadempiente.
Al mattino ci si accorgeva subito del loro passaggio perché le scrivanie erano completamente riarredate: il computer non veniva spostato, ma la tastiera e il mouse si, mettendoli sovente sopra il monitor o comunque ai limiti di distanza concessi dal cavo, e in posizioni ergonomicamente inaccessibili. Il monitor era troppo pesante per spostarlo, ma veniva comunque pulito mediante una strisciata dello straccio con cui avevano appena pulito a terra (non vi dico cosa restava appeso al monitor in quella strisciata, e chissà cosa usavano per lasciare la strisciata in evidenza anche per più giorni..).
La presenza di strane sostanze per la pulizia spruzzate direttamente sul monitor (anche dentro, tramite le feritoie) è forse stata causa alcuni problemi correlati a blocchi di funzionamento e in un caso a un principio di incendio.. forse: non ci sono prove evidenti, ma solo sospetti..
La scrivania era ricoperta di analoghe strisciate, e la documentazione lasciata sopra la sera prima era ammucchiata a casaccio da qualche parte, sovente nella scrivania vicina, o comunque in una a caso di quelle nello stesso ufficio...
Un giorno Disegnatrice ha appeso un biglietto chiedendo di non pulire nè la tastiera nè tantomeno la sua scrivania, che se la sarebbe pulita lei (non chiedetemi di spiegarvi il motivo, a meno che non siate di stomaco forte), e da allora, per evitare problemi e non capendo evidentemente dove terminava la scrivania di Disegnatrice, hanno smesso di pulire anche la mia e quella che avevamo in comune (ma Disegnatrice non si è mai messa a pulirmi la scrivania).
I cestini erano svuotati, il pavimento infradiciato come se ci avessero versato un secchio d'acqua sopra, ma appena asciugava si vedeva che non era stato affatto pulito.
Un giorno RSPCapo aveva pensato di affidare loro anche la pulizia di quell'ammasso di germi che era il forno a micro-onde dove qualcuno osava scaldarsi il pranzo, sfidando la fauna locale che, a volte, all'apertura dello sportello per infilare il pranzo, urlava da dentro “Ahò! Chiudi che c'è corrente!”.
Immaginando il metodo di pulizia e temendo di vedere la solita strisciata condita anche dentro il forno a micro-onde, ho smesso di frequentare la sala da pranzo (sebbene non utilizzassi mai quello strumento, del tutto inutile per i panini..).
Alcune volte, GrandeCapo, per sentirsi importante, obbligava qualcuno a presenziare in ditta di sabato per qualche fantomatico lavoro urgente, ma si trovavano le gentili signore, che urlavano e sbraitavano, rovesciando ovunque secchiate d'acqua per impedirci di entrare e facendoci restare immobili sulla soglia per almeno un'ora, mentre loro sparivano lungo il corridoio per non farsi vedere che non facevano nulla.
Ovviamente GrandeCapo non diceva niente, anzi.. se ne andava a casa e diceva al malcapitato “Devo andare: ho un impegno urgente, ti chiamo poi..”
E il malcapitato restava lì in attesa che le 'gentili donzelle' terminassero il loro lavoro e gli permettessero di andarsi a sedere alla propria postazione, sbraitando comunque di non aver potuto pulire a fondo per via della fretta con la quale il malcapitato reclamava il proprio posto (fretta? reclamare? Ma quando mai..) e, andandosene via, provvedevano diligentemente a chiudere a chiave il portoncino, sigillando il malcapitato dentro (se per qualche assurdo motivo non aveva la chiave) e obbligandolo quindi a telefonare a GrandeCapo per essere liberato.. ovviamente GrandeCapo abita in un paesino abbastanza distantuccio, e non è che si scomodasse a partire di corsa per liberare il prigioniero.. tanto finché è dentro che altro può fare se non continuare a lavorare?
E fu così che ben presto molti smisero di presentarsi al sabato, preferendo piuttosto utilizzare chiavette USB per portarsi a casa il lavoro da completare, quando GrandeCapo al venerdì sera arrivava a parlare di urgenze, tempistiche, crisi nera e possibilità di licenziamenti..

In compenso, dopo i numerosissimi reclami, GrandeCapo ha infine mandato via l'impresa, trovando una signora che veniva praticamente tutte le sere, indossava una vecchia tuta e si faceva il giro completo di tutti gli uffici (ormai in fase di abbandono, visto che arrivava circa mezz'ora prima dell'orario di uscita ufficiale) e svuotava i cestini, spolverava le scrivanie (senza ovviamente spostare le cartacce accumulate sopra e puliva anche il pavimento molto bene (rispetto alla media aziendale, intendo...) e inoltre credo fosse molto economica rispetto alle precedenti imprese, dato che la cosa fondamentale che aveva chiesto in sede di colloquio era di poter avere un lavoro per poter rinnovare il permesso di soggiorno...

Aste, scambi, trolley…

Nella mia lunga carriera di utente del (dis)servizio pubblico, ho visto notevoli cambiamenti, sia in meglio che in peggio, ma quelli che restano chiari e fermi nella mia memoria riguardano gli scambi e l'alimentazione elettrica.
Gli scambi sono comandati da impulsi elettrici inviati direttamente dal tram, ma ciò non toglie che il meccanismo, sottoposto a tutte le intemperie e all'ambiente aperto e inquinato, sovente si blocca, obbligando il tranviere a scendere e a procedere mediante forza bruta e l'ausilio di una leva apposita, con la quale fa scattare comunque lo scambio bloccato. Questo solitamente capita in inverno, quando fa freddo, oppure quando per vari motivi il tram viene deviato su una linea dove è un po' che non passa nulla.
A questo sembra che non ci sia rimedio, visto che anche oggi, quando si pone il problema, l'unica soluzione è sempre quella di procedere a mano. Ovviamente, il ridursi del numero di tram rispetto agli autobus rende sempre meno evidente la problematica.
Per quanto riguarda l'alimentazione elettrica, all'inizio i tram erano dotati di aste metalliche (come i filobus), equipaggiate in cima di una ruota cava, che scorreva lungo il conduttore elettrico, fino al primo sobbalzo o alla prima curva, quando saltava fuori interrompendo l'energia al motore e obbligando il tranviere a scendere e reinserirla nella propria sede.
Era affascinante vedere i tranvieri che si destreggiavano con la fune di ancoraggio dell'asta, tirando e ruotando, per reinserirla al proprio posto. Nei tram corti era semplice, visto che la fune era ancorata dietro e quindi si aveva il colpo d'occhi immediato, ma nei tram lunghi la fune scendeva di fianco, per cui non era semplice azzeccare la posizione giusta e le scintille si sprecavano.
Poi era possibile che, dopo essere ripartiti, al successivo salto o alla successiva curva, si ripetesse nuovamente il tutto, con conseguente disappunto del tranviere, e sovente si imparavano nuovi termini per il proprio vocabolario.
Successivamente le aste sono poi state sostituite dai trolley attuali, che offrono una superficie maggiore, come i treni, e praticamente risulta impossibile lo sganciarsi del contatto dal cavo.
Eppure, malgrado questo, ricordo molti meno ritardi all'epoca che adesso..

La scuola è finita..

Era un caldo giorno di giugno, le scuole erano finite (a parte l'università e gli esami di maturità) e i tram cominciavano a ritardare più del solito.
Il lavoro da seguire e concludere prima delle ferie era abbastanza malmesso, malgrado GrandeCapo fosse convinto che era ormai prossimo alla consegna.
Un giorno viene da me e fa “Allora, quando consegnamo quel lavoro? Per fine settimana?”
Io lo guardo come se fosse sbarcato un alieno, poi rispondo “Sicuramente alla fine di una settimana lo consegneremo, ma non questa settimana!”
Non l'avessi mai detto: è montato su tutte le furie “COSA???!!! Come sarebbe a dire? Dobbiamo consegnare prima di subito! Che caxxo avete fatto finora?” “Io ho fatto la mia parte, ma se non arrivano le informazioni richieste..”
“Come sarebbe a dire? Che informazioni mancano ancora? Dobbiamo consegnare prima di subito!” “Le informazioni che mi dovrebbe dare CapoDiFuori!”
“Che caxxo fa quell'idiota? Aspetta che gli parlo io!!! Dov'è?” “A casa sua, in mezzo alle capre..”
GrandeCapo è sbiancato “COSA??? Cosa caxxo ci fa a casa sua? Perché non è qua?” “Che ne so: avrà ancora qualche lezione..” (ok, ammetto che, al contrario di GrandeCapo che lo sa personalmente avendo figli nell'età giusta, io non sono più molto aggiornato sulla data di fine delle scuole: un tempo me ne rendevo conto per il ridursi del pienone sul tram, ma da alcuni anni il tram viene trasformato in un pulmino ogni tot giorni, per cui il pienone solitamente aumenta al posto di diminuire, specie se aggiungiamo il fatto che i tram stessi cominciano a saltare le corse e incrementare i ritardi..)
“NO!!! Le scuole sono finite! Non ha senso che stia a casa: quando finiscono le scuole DEVE essere qui tutti i giorni! Devo averlo sott'occhio! Così posso essere sicuro che faccia il lavoro!” “Uh? Cioè ogni giorno deve farsi più di 100 chilometri andata e 100 ritorno?”
“Me ne frego! Caxxi suoi che è andato ad abitare dall'altra parte della regione! Non ci sono scuole, quindi DEVE essere qui! Ho bisogno che stia qui per poter controllare che tu.. che i lavori procedano!” “Che io, cosa?”
“Niente! Deve essere qua! Adesso gli telefono e gli faccio un q.lo tanto!!!” “Fai come vuoi..”
“Certo! Anzi.. per evitare problemi che io sono nervoso, chiamalo te e digli che da domani dovrà essere qua tutti i giorni!” “Io? Mica è un mio dipendente..”
“Nemmeno mio: è un consulente esterno come te, ma se tu sei qua, può essere qua anche lui!” “Se è un consulente esterno come me, visto che lui prende 3 volte quello che prendo io, posso prendere anche io quello che prende lui?”
GrandeCapo è scappato via più veloce della luce..

Ma quant’è grosso?

Stagista era al telefono con RSPCapo, il quale si trovava presso un cliente a seguire le opere di apertura di un cantiere.
Pare che ci sia una divergenza di vedute con alcuni disegni, così Stagista è impegnatissima a misurare e riferire i risultati a RSPCapo dall’altra parte, e questo è quello che sento io (ovviamente non sento RSPCapo, ma solo Stagista).
“No” “Si, da un pilastro all’altro…”
“Certo” “No, lo spessore dei pilastri non è indicato!”
“Si, ce l’ho qui davanti…” “Aspetta che devo aprirla…”
“Ok, l’ho aperta, dimmi…” “Si, misuro la larghezza dell’apertura!”
“Si, è esatto!” “Beh, ovvio… credo che ci entri benissimo…”
“Eh? Come sarebbe che non ci entra?” “Ma scusa, ma quant’è grosso?”
“C@##o!!! Ma sei sicuro che è così grosso? L’hai misurato bene?” “No, è che dalle foto non sembrava… non credo di averne mai visti grossi così…”
“Certo: ne avrò testati almeno un centinaio prima di trovare quello giusto!” “Ehi! Io certe cose le faccio bene!”
“Certo che no: mi sono basata sul tuo!” “Lo sai che il tuo, quando l’abbiamo testato insieme, entrava benissimo…”
“Non è possibile: quando l’ho misurato entrava bene da tutte le parti: sia davanti che dietro!” “Se vuoi posso riprovare a misurarli tutti: li riprovo tutti!”
“No, nessun problema: si si.. li riprovo tutti volentieri.. non ti preoccupare!” “Ok, ciao…”

Non volete sapere di cosa stava parlando, vero?
No, perché altrimenti avrei dovuto chiederglielo...

Leggiadria femminile…

Viaggiando con i mezzi pubblici, proprio perché pubblici, non è difficile incontrare gente strana.

Una sera sul tardi, ero felice di aver trovato ancora un tram in servizio e di essermi evitato di conseguenza una lunghissima passeggiata, per cui non badai affatto al fatto che il suddetto tram fosse molto affollato, piazzandomi al solito nello spazio angusto vicino alla macchinetta per timbrare.
A una fermata, salgono due tipe caratteristiche: abbigliamento classico da discoteca (spero, perché volendo guardar bene poteva anche essere un abbigliamento classico da distributrici automatiche di piacere, tanto è strana la moda notturna femminile..), trucco pesantissimo, capelli colorati a ciocche e dose massiccia di profumo abbastanza dozzinale.
Nulla di strano, se non che erano anche evidentemente ubriache (o comunque avevano sicuramente una forte dose di ripieno, non necessariamente alcolico)
Una si piazza davanti alla macchinetta e l’altra al suo fianco, ridendo e spandendo effluvi nei dintorni, finchè una delle due estrae un biglietto semi-sgualcito e cerca di infilarlo dentro la macchinetta per il timbro (era l’epoca in cui le macchinette oltre a timbrare tagliavano via un quadratino dal biglietto, per cui era indispensabile che lo stesso fosse sempre rigido, sebbene il cartoncino con cui era fabbricato fosse tra i più scarsi in commercio e bastava un niente per ammollarlo rendendolo di fatto inutilizzabile, e dovendo quindi ricorrere a vari artifizi per poter compiere il proprio dovere civico..)
Le innumerevoli difficoltà a cui va incontro fanno scoppiare a ridere l’amica che le dice “Ma non lo sai nemmeno infilare?” L’altra si mette a ridere “Ma è che si è ammosciato..” “E raddrizzalo, così si infila meglio..”
Commenti e risate provenivano da tutti, ma in particolare dalle due che attiravano così vistosamente l’attenzione.
A un tratto scatta il semaforo e il tranviere fa una partenza in curva, con conseguente capottamento della malcapitata dritto addosso al malcapitato che era lì affianco.
Me la sono sentita piombare addosso con tutto il suo peso, al punto che mi ha levato il fiato, oltre a piantarmi una culata dritta dritta sul mio annaffiatoio per le piante (peraltro avevo una certa necessità di annaffiare, proprio in quel momento, quindi il serbatoio era abbastanza pieno..)
Per fortuna, lei era talmente ubriaca che è scoppiata a ridere, assieme alla sua amica, e mi sono messo a ridere anch’io assieme a tutti gli altri vicini..

Però.. azz, chi è che continua a dire che le donne sono leggiadre?

Si, sto posteggiando…

Non importa chi sia il protagonista di questa breve pillola, ovvero se si parla di GrandeCapo, PiccoloCapo o SuperAmministratore, tanto la situazione è sempre la stessa.
L'appuntamento con il cliente o chissà chi è a una certa ora, e sicuramente dalla parte opposta della città (se non fuori città direttamente)? State pur tranquilli che fino al raggiungimento della stessa ora, il protagonista è comodamente seduto nella sua poltrona a giocherellare con il proprio computer, senza nemmeno preoccuparsi del suddetto appuntamento.
Non appena autluk comincia a segnalare il promemoria, ecco che comincia la solita pantomima.
“Bene! Ho giusto il tempo di prendere un caffè prima di partire!”
“Magari posso anche leggere le ultime notizie..”
“Perchè non terminare la partita al solitario, che sono sicuro che stavolta vinco..”
“Si, Segretaria! So che ho quell'appuntamento ma non ci sono problemi!”
“Accidenti, ero sicuro di vincere! Ma adesso vediamo chi è più intelligente!!!”
“Si, Segretaria, lo so! Ma ho tutto il tempo!!!”
“Maledetto computer!!! Sicuramente sta imbrogliando! Non può vincere sempre..”
“Certo, certo.. Adesso vado..”
“Oh, ciao Architetta! Come va? Tutto bene? Prendi un caffè?”
“Si, Segretaria! Ti ho già detto che lo so!”
“Chi mi chiama al cellulare? Non è quel rompi.. da cui devo andare? Meglio non rispondere..”
“Allora.. cartelle.. 24ore.. giacca.. cravatta strafiga.. sai, Architetta? Me l'ha comprata mia figlia per il mio compleanno.. Dici che è troppo pacchiana? Che stona alla mia immagine di serio imprenditore? Allora la levo.. altra cravatta più sobria.. come caxxo si fa il nodo.. sono a posto? Si? Allora.. chiavi della macchina.. documenti.. indirizzo.. dov'è l'indirizzo? Ah, eccolo! Che razza di via è questa? Dove si trova? Che palle sto firefox, lentissimo.. e sto sito di tuttocittà? Dai, muoviti che ho fretta! CAXXO!!! Così lontano? Spero di non beccare vigili e autovelox.. Segretaria? Io vado! Se telefona il Cliente, gli dica che sono in viaggio, bloccato dal traffico le prime due volte e che sto cercando posteggio la terza volta.. Però, Segretaria, la prossima volta cerchi di ricordarmi i miei appuntamenti con un certo anticipo: adesso devo correre come un folle, visto che costui si trova in CuloAiLupi!!!! Sisisi, ne parliamo dopo, che sono in ritardo!”
E questo è lo standard aziendale, per quello che riguarda coloro che contano.

Non c'è due senza tre...

Da un po' di tempo, SuperAmministratore sta cercando di impostare lo standard di openoffice all'interno della Grande Società, per cui i nuovi modelli dei documenti sono stati realizzati direttamente su writer, e da una certa data è stato imposto che le nuove commesse usino solo il nuovo standard.

Fino a ieri, l'andamento era prendere una qualsiasi relazione di un'altra commessa, salvarla con nome, modificare i dati gestiti dalle macro e modificare la relazione. Credo che nessuno sarebbe più capace a rifare una relazione da zero.
Oggi cambia tutto, e cominciano i casini (anche perché SuperAmministratore non ha mai tenuto il corso di formazione dedicato all'utilizzo di openoffice, come aveva promesso già da un paio di anni).

La prima fortunata utilizzatrice del nuovo sistema è Termica, che gode di due situazioni particolarmente sfavorevoli: è direttamente alle dipendenze di SuperAmministratore (come Termico, che però si è opportunamente defilato) ed è una donna (quindi agli occhi di SuperAmministratore più adatta a fare da segretaria che da progettista).

SuperAmministratore arriva e le da un plico di appunti manoscritti, dicendole “Questo è quanto è stato discusso in cantiere, preparami la relazione per il verbale! ...ovviamente in openoffice...” “Si, certo!”
Lei apre un precedente verbale già realizzato in openoffice, lo salva col nuovo nome e lo modifica opportunamente, quindi salva il tutto e lancia in stampa. Va a prendere i fogli dalla stampante e... “AAAAAHHHH!!!!!”
Vedendo che non è caduta, non si è ferita con la carta uscente dalla stampante, non ha visto un topo nascosto vicino alla stampante e non è stata aggredita da terroristi/ninja/alieni, immagino che il problema sia la carta finita o il toner esaurito, per cui non mi intrometto (sa già come si fa), ma se io non cerco i guai, sono i guai che cercano a me: “MK!!!”
Rispondo col mio solito tono professionale e altamente disponibile “Che c'è?” “Il logo!!!”
“Non piace nemmeno a me, ma mica urlo per questo...” “No! Non capisci: il logo è sbagliato!”
“Chiama SuperAmministratore e diglielo!” “Ma no!!! Ci fai o ci sei? E' sbagliato! E' quello vecchio!!!”
“Hai usato il modello nuovo?” “Certo!”
“Sicura?” “Certo! Credi che sia cretina?”
“Quindi non hai preso una vecchia relazione e l'hai modificata?” “Cert... Perché? Cosa cambia?”
“L'hai fatto o no?” “Beh... per sveltire il lavoro e per essere produttiva e favorire la competitività aziendale e...”
“Si o no?” “...ssssi...”
“Allora è ovvio: se usi una vecchia relazione, avrai il logo e le formattazioni vecchie!” “E adesso?”
“Dovrai rifarla sulla nuova versione” “EH??? Ma no: è impossibile!!! Io non posso farlo!!!”
“Perché?” “Ci vuole troppo tempo...”
“A copia-incollare una relazione da un foglio di openoffice a un altro?” “Ma si può fare?”
“Certo.” “Ah, credevo di doverla riscrivere tutta..”
Apre il nuovo modello di openoffice, copia e incolla la relazione, e poi si accorge che deve compilare i campi perché la macro inserisca le giuste formattazioni.
“Ma qua cosa devo scrivere?” “I dati che ti richiede!”
“Ma non c'è nessuno che abbia già fatto qualcosa che posso copiare?” “Credo proprio di no!”
“Ma perché devo farlo proprio io per prima?” “Questione di culo, quindi ovviamente spetta a te..”
Stronzo!” “Pensa che da domani, gli altri utilizzeranno la tua relazione con il solito salva-con-nome...”
“Ripeto: stronzo!!!” “Dai, lo so che ti piaccio così..”
“Uffa!!! E adesso io come faccio?” “A fare cosa?”
“A scrivere i dati!” “Usando la tastiera...” (*)

(*) ---come dice il proverbio: non c'è due senza tre.. ammetto che un po' me la sono cercata, ma oggi la cara collega perugina era già piuttosto acidella di suo: il cioccolato era andato a male, evidentemente---

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...