Lorsignori sono i miei clienti?

Era il momento in cui dovevo affrontare il SUO esame: era un anno che lo rinviavo, da quando lo avevo fallito miseramente, non sapendo che mi avrebbe chiesto tutto, tranne la SUA materia!!!
Ma stavolta era diverso!!!
Ero preparatissimo, avevo studiato tutta la SUA materia, avevo praticamente imparato a memoria tutto il SUO libro (che era poi il testo ufficiale) e avevo visto diversi SUOI esami (stranamente avevo visto ben pochi passare l’esame..) e sapevo qual era la SUA tattica, quindi sapevo perfettamente quali sarebbero state le domande che LUI mi avrebbe fatto.
Mi presentai in perfetto orario, con un abbigliamento sobrio, casual ma non troppo, accettabile anche da LUI e attesi con pazienza, insieme ad altri, per vedere quando sarebbe giunto.
Al termine di una discreta attesa, EGLI apparve in fondo al corridoio, con la sua andatura zoppicante e il suo aspetto d’altri tempi..
Si avvicinò a noi, che attendevamo fuori dalla porta, e ci rivolse un sorriso (???) dicendo “Lorsignori sono i miei clienti?”
Era incredibile: a memoria d’uomo, nessuno aveva mai visto COSTUI sorridere e tanto meno fare battute, eppure l’evento straordinario si svolgeva sotto i nostri occhi..
Entrammo e ci preparammo per sostenere l’esame, che non aveva comunque nulla di diverso dal solito: accomodarsi alla lavagna, libretto in mano a LUI, che lo spulciava alla ricerca di esami mancanti tra quelli che (solo secondo LUI) sarebbero dovuti essere propedeutici alla SUA materia e.. prima domanda sulle materie mancanti..
A conoscere il sistema, ci si poteva anche giocare sopra, come peraltro ho fatto anch’io (avevo una materia mancante e sapevo che mi avrebbe rivolto la prima domanda su quella materia, e che se avessi superato quella domanda, il resto dell’esame sarebbe stato facile, in quanto si sarebbe rivolto effettivamente SOLO SULLA SUA MATERIA)
Come da manuale, passai la prima domanda e le successive, e poi, complice il buonumore che aveva, presi pure un bel voto..

Quel giorno mi ero presentato, mentre altri miei compagni di corso avevano evitato, spaventati da LUI, ma seppi poi che molti di costoro non riuscirono a passare l’esame (non si ripresentò mai più di buonumore) e alcuni, quando finalmente mi laureai, erano ancora lì che aspettavano di passare il SUO esame.. o che LUI andasse in pensione..

Torino in bianco 2

Il giorno 9 di gennaio, la nevicata è terminata, ormai vale un detto tipico: “la guerra è finita, adesso comincia il dopoguerra”!!!
Mi affaccio dal balcone e vedo che, al solito, l’area di accesso alle fermate dal lato ‘sterpaglia’ è completamente inagibile (ormai è ghiacciata bene, e non ho voglia di spiattellarmi a terra, specie in una zona dove sotto la neve c’è di tutto, compresi certi oggetti non proprio carini che ricordano comunque che quella zona lì è pur sempre un covo di tossici e spacciatori..), come sono inagibili i viali di accesso alle fermate, inagibili anche per le star del pattinaggio su ghiaccio, visto che il percorso è tutto tranne che liscio..
Dall’altra parte invece la zona è abitata, e i cittadini sono sicuramente più operativi dei dipendenti comunali, visto che il tratto è abbastanza passabile: ho deciso che allungo il giro, attraversando lungo il percorso più lungo del rettangolo! Raggiungo l’angolo opposto, attraverso la strada al completo raggiungendo il marciapiede di fronte, lo seguo fino all’angolo opposto e finalmente attraverso raggiungendo la fermata dell’autobus.. c’ho messo di meno che a raggiungere la stessa fermata dal percorso più breve..
Stavolta arriva prima un altro autobus, che mi obbligherà a fare il giro contrario di quello della sera prima, ma non importa: salgo..
Questa linea passa davanti al palazzo del comune, dove la strada è pulitissima (ci manca solo che passino la cera e mettano il tappeto rosso), e anche l’area centrale è praticamente perfetta (e nuovamente mi rendo conto di essere diventato un cittadino di serie B, di quelli che pagano le tasse ma non possono pretendere di usufruire dei servizi, nemmeno di quelli fondamentali..), al punto che scendo dall’autobus, attraverso e prendo il tram senza quasi rendermi conto che abbia nevicato.
Arrivo comunque alla sede dell’ufficio, scendo dal tram, mi avvio verso il ponte del Grande Fiume e, chiara come una linea di demarcazione, nel punto esatto dove termina la competenza dei condomini e comincia quella dell’ente pubblico, ricompare la massa di ghiaccio che obbliga a scendere e camminare in mezzo alla strada fino all’angolo col corso, dove finalmente riesco a completare l’attraversamento e salire nuovamente sul marciapiedi, permettendo a una fila di automobilisti impazienti di smettere di strombazzare e riprendere il controllo della strada.
Raggiungo il portone, entro dentro e sono in ufficio.
Durante la pausa pranzo, malgrado l’impossibilità di fare una passeggiata naturalistica lungo il fiume, decido di recarmi egualmente al mio bar preferito (i marciapiedi sono sufficientemente agibili e non ci sono tratti di competenza pubblica..), ma mi attende un’amara sorpresa: è chiuso!
Evidentemente sono rimasti impantanati nella neve e non hanno potuto arrivare in sede, così guardo l’ora, arrivo all’angolo e torno indietro..
Arrivo ad attraversare la strada e mi fermo vista la presenza di una macchina, ma anche l’auto si ferma, evidentemente intenzionata a farmi attraversare, e attraverso, mentre mi rendo conto che conosco il conducente. Guardo meglio e infatti, sono i baristi, rapido saluto, ma è troppo tardi per me, per raggiungerli al bar, attendere che aprano, accendano la macchina e mi preparino il solito cappuccino.. sarà per la prossima volta. Torno in ufficio, obbligato a rimpinguare la macchinetta..
E’ sera, ormai è ora di uscire e tornare a casa, e nuovamente credo che farò il giro largo passando dal centro città, in modo da vedere nuovamente una Torino di serie A, prima di rientrare nel triste antro di serie B in cui ho scoperto di vivere..

La storia della ciofeca..

I primi computer sui quali cominciai a lavorare usavano il dos come sistema operativo: windows (3.1) era una semplice interfaccia grafica da lanciare all’occorrenza (o in automatico mediante modifica di un file), solo perché si usavano anche word (che era più semplice di wordstar) ed excel (che era più potente della calcolatrice a nastro).
Si usava anche autocad, ma quella versione si lanciava da dos e simulava una propria finestra grafica correlata alla tavolozza grafica, da configurare ogni volta per far capire al programma che gli spostamenti del secondo mouse sulla tavolozza corrispondevano agli spostamenti del cursore, creava programmi che in realtà erano file di testo e che, in casi particolari, era più semplice modificare al volo con un editor di testo che con il complicatissimo editor grafico (si: a quell’epoca, quando mi accorgevo di qualche errore in autocad, a volte facevo prima a correggere con il blocco-note che non ad aprire autocad, calibrare la tavolozza grafica, caricare il disegno, cercare il punto da modificare, modificarlo, salvare il tutto e chiudere…)
Infine, usavo un programma pseudo-grafico (nel senso che ricreava un rettangolo di pixel colorati all’interno del quale appariva una tabella da completare e salvare premendo F10), dove l’inserimento dei codici avveniva direttamente cercandoli a catalogo, le tabelle si correlavano direttamente tra loro mediante inserimento di un codice alfanumerico (l’inserimento di un codice relativo a una tabella non ancora esistente, la creava automaticamente) e, al termine degli inserimenti la pressione di F10 per la seconda volta avviava la fase di elaborazione, cui seguivano schermate di errori o la produzione di due file di testo per ogni tabella inserita, uno in formato txt e uno in formato dxf.
Questi file venivano poi passati a word (in stampa unione) e a autocad, per produrre di conseguenza gli elaborati progettuali finali.

In seguito, windows cominciò a crescere e i vari programmi cominciarono ad adattarsi al suo formato, prima autocad e, quando windows divenne 98, anche questo programma di calcolo cominciò a cambiare, a sostituire la schermata testual-colorata con una vera finestra (rigidamente a tutto schermo) e alternare la schermata tabellare con un qualcosa di somigliante a excel, per cominciare pure a integrare un database aggiuntivo da dove reperire alcuni dati (cominciarono anche a nascere le icone di errore).

Ben presto venne assunta un’equipe di programmatori e, in un periodo variabile tra quando windows divenne 98 per la seconda volta e quando si trasformò in 2000, il programma divenne una cosa strana, quasi totalmente grafica (schermate di inserimento dati, maschere al posto delle tabelle, organizzazione dei risultati visualizzabile in finestre.. quando non si bloccava tutto per esubero di richieste di risorse), con una rigida organizzazione schemistica (che fu un grosso peggioramento rispetto alla flessibilità della versione originale) e un inserimento di database interni stranamente fallace (non si inserivano più i dati da catalogo, ma si richiamavano le caratteristiche dal database, peccato che queste caratteristiche non coincidessero affatto con quello che dicevano gli stessi cataloghi), oltre all’inserimento di una guida ipertestuale assolutamente non navigabile, che permetteva di sapere cosa passasse per la mente degli sviluppatori, ma non cosa in realtà facesse il programma… Ah, c’era anche la possibilità di richiamare direttamente dal programma stesso sia autocad che word… ovviamente servivano risorse notevoli per far girare tutto insieme, ma c’era anche quella possibilità…

Col tempo, windows divenne experto, e anche i programmi annessi, compreso questo programma di verifica, che ormai faceva tutto graficamente: la schermata di avvio apre una finestra a tutto schermo (è ridimensionabile, ma ci si perde la barra dei pulsanti e se la barra dei menù finisce su più righe, c’è il rischio che, all’apertura di un menù, questo sia più lungo della finestra stessa.. no: mai visto barre, frecce o pulsanti di scorrimento, anche se -nella mia ignoranza- ero praticamente sicuro che a queste cose pensasse direttamente Windows, ma evidentemente sbaglierò) dove viene richiesto quali basi dati utilizzare, mediante una comoda interfaccia in cui cliccare per selezionare (c’è anche la casella ‘seleziona tutto’ che si fa prima, anche se il file finale diventa enorme, ma tanto ormai la memoria non è più un problema), poi si inseriscono i dati iniziali (cliente, commessa, lavoro, data presunta di consegna) e si sceglie se il sistema è di tipo TT o TN (cioè se c’è il contatore in casa o la cabina col trasformatore).
Se scegliamo il TT, non c’è santo che tenga: o mettiamo subito un differenziale oppure non si va avanti (che vuol dire che avete il contatore in cantina e il differenziale in casa all'ultimo piano? Il programma vuole che il differenziale sia attaccato al contatore, quindi spostate tutto!).
Se scegliamo il TN, allora possiamo selezionare un trasformatore standard (stiamo verificando ovviamente un impianto con trasformatori standard, vero?) o anche più, nel qual caso verranno automaticamente creati più arrivi nel quadro generale, poi si può procedere con le partenze, inserendo una serie di quadri elettrici in una struttura rigidamente radiale (come? Non avete una struttura radiale? Dovete fare una struttura a maglia? Embe, dov’è il problema? Basta che riprogettate tutto in modo che sia radiale!) e infine si arriva a impostare le utenze (stiamo facendo una verifica quindi abbiamo preso tutte le caratteristiche delle utenze, vero? No? Stiamo facendo una progettazione e non sappiamo nulla delle utenze? Male!!! Il vero progettista deve sempre sapere tutto!!!) e quindi vengono rielaborati i calcoli per le linee e le protezioni a ritroso (capito perché era meglio prima? Non era il caso di fare operazioni a ritroso, bastava indicare in una tabella che si alimentava ‘quel’ quadro elettrico e faceva tutto il programma…)
Adesso c’è pure il modulo per la media tensione, ma ovviamente non è possibile gestirlo in quanto si sono semplicemente dimenticati di adattare i valori al primario del trasformatore, quindi il programma continua a calcolare le caratteristiche come se lavorasse a 400V, non a 22000V (ma in fondo che ve frega? Il programma continua a dire di essere utile solo per la bassa tensione, mica per la media, per quello ci sono i normali metodi ‘a manina’ con i cataloghi dei costruttori di apparecchiature di media tensione, ma tanto mica si usa sempre la media tensione… come? Maddai, veramente usate la media tensione tutti i giorni? Ah, ma voi progettisti calcolate anche quello che c’è a monte del trasformatore? Ma nei libri di scuola non dicono che quella è competenza dell’ENEL? No? Dalla cabina al trasformatore è di competenza del progettista? Maddai, e allora? Excel che ci sta a fare: un paio di formule e tutto fila, e avete i dati da inserire nel programma..)
In ogni caso, da questo momento su una schermata grafica fighissima (con effetti tridimensionali) verranno inseriti gli elementi del nostro impianto realizzando una bellissima struttura ad albero, in cui ci sono quadri elettrici comprensivi di arrivi e partenze, che alimentano altri quadri o direttamente delle utenze. Ogni quadro è composto da elementi quali dispositivi e condutture, che dovremmo infine selezionare dai database inseriti mediante selezione diretta di tutte le possibili caratteristiche.
Gli unici valori da digitare sono le lunghezze delle condutture e le potenze delle utenze installate, oltre alla loro sigla e denominazione se non si vuole usare quella standard.
Al termine di questa rielaborazione a ritroso, appariranno i segnali di errore (appaiono, appaiono, fidatevi…).
Allora dobbiamo cominciare a spulciare le segnalazioni: apriamo la finestra del quadro con l’errore, quindi quella della partenza con l’errore, quindi quella dell’errore e cerchiamo di capire cosa significa quell’errore (sempre che ci sia qualche indicazione: non sempre l’errore c'è o è realmente un errore). Se ci rendiamo conto che quell’errore è un ‘falso positivo’ allora possiamo tranquillamente trascurarlo, in quanto non comparirà nei report finali, altrimenti bisogna capire a cosa fa riferimento e come rimediare (sostanzialmente si interviene sulla protezione, regolando le tarature ove possibile, o sulla conduttura, variando la sezione ove possibile, naturalmente entrambe le operazioni hanno un costo materiale, per cui occorre tenerne conto e valutare la soluzione più conveniente).
Al termine, quando saranno scomparse tutte le segnalazioni di errore (illusi...), allora si potrà lanciare la stampa dei risultati dal programma stesso, stampa che in realtà vuol dire che il programma richiama word per gestire (tramite la stampa unione) la produzione delle schede di verifica e poi richiama autocad per gestire (tramite macro lisp) la produzione degli schemi elettrici corrispondenti.
Naturalmente occorre avere molta memoria, perché questo database visuale consuma un sacco di risorse, se poi deve anche avviare word e autocad con delle funzioni di macro visual-basic per la stampa unione e macro lisp per l’inserimento di blocchi cad, allora ci si deve seriamente preoccupare di avere caratteristiche degne di Vista (e anche di Udito, Gusto, Tatto e Olfatto), ma di usare XP, altrimenti crolla tutto.

Ogni 15-20 giorni esce una nuova release che dovrebbe far funzionare meglio qualche modulo o dovrebbe integrare qualche database, ma non si vedono tutte queste migliorie. Comunque circa una volta l’anno esce una versione completa.

La guida in linea resta sempre la stessa da almeno 3 versioni (quindi da circa 4 anni) e i comandi indicati sono completamente obsoleti, ma l’assistenza tecnica continua a funzionare a orari alterni e in giorni alterni, e la frase di rito è sempre “RTFM!” o, se avete acquistato la versione più costosa, “Ci mandi il file, che vediamo quali sono gli errori e, quando abbiamo tempo, glielo rinviamo con le indicazioni di come procedere!” Peccato che gli studi di progettazione o i verificatori di solito abbiano il tempo contato: a me i lavori arrivano già scaduti, quindi non ho quasi il tempo di farli, figuriamoci di mandarglieli che ci si facciano le seghe mentali sopra…

Alla fine, ho dovuto imparare a gestire le cose a modo mio, sfruttando il programma per quello che è ma non dando alcun peso alle segnalazioni di errore, che ricontrollo con i cataloghi, ricalcolo a mano e correggo direttamente in word e autocad, allegando comunque fotocopia delle pagine del catalogo.

Ecco quindi che sono diventato, secondo le definizioni dei miei colleghi, un ‘guru’ nell’utilizzo del suddetto programma, sostituendo de facto l’assistenza tecnica e risolvendo a priori ogni problema che mi si presenta durante il normale utilizzo.
Ecco, questa è la storia dell’evoluzione di quel programma che io ho ribattezzato affettuosamente ‘ciofeca’.

Voi mi chiederete perché continuo a usarlo? In realtà, io (nel senso dello studio tecnico di cui sono titolare) non lo uso affatto (ho altri sistemi più potenti per ottenere risultati migliori...), ma lo utilizzano gli studi e le società con le quali collaboro di volta in volta, e lo usano solo perché è il più figo, più famoso, più potente e più specifico nel settore… e anche perché lo usano molti Enti di ispezione (questo già la dice lunga…), per cui c’è più possibilità di avere risultati concordi in sede finale e di evitare casini amministrativi…

Torino in bianco 1

Questo inverno particolare sta regalando un quantitativo di neve che, a Torino, non si vedeva da più di 20 anni (c’è chi parla di 30, ma io ricordo qualcosa del genere verso il 1986.. e sono passati poco più di 20 anni, non 30, in ogni caso preferisco fidarmi della mia memoria bacata che di qualche statistica creata da qualcuno durante l’intervallo tra due pause caffè..).
Come tutte le volte, anche questa i disagi sono stati (e sono tuttora) notevoli.
Al solito (con riferimento al periodo in cui consulto i bollettini su internet: vent’anni fa internet non l’avevo..), le comunicazioni ufficiali parlano di emergenza finita, situazione normale e problemi ridotti al minimo per i cittadini.
Al solito, affacciandomi dal balcone di casa, mi trovo a non essere concorde con quanto affermato.
Il giorno 7 di gennaio, indipendentemente dalla nevicata, io dovevo presentarmi in ufficio.
Esco al mattino e mi ritrovo ad attraversare quella che potrebbe tranquillamente essere la succursale della tundra siberiana, sprofondando i piedi e facendo attenzione a ricordare dove dovrebbero essere i gradini, i tombini, i tratti di marciapiede sfondato e i vuoti dislivelli residui della realizzazione di qualche ennesimo tombino del tutto inutile.
Ovviamente, per raggiungere la fermata dell’autobus devo attraversare l’intero tratto, e poi devo anche attraversare la strada, quindi inizio a scavalcare cumuli nevosi ammucchiati dal casuale passaggio di qualche spazzaneve e, con una velocità degna di una lumaca col mal di pancia, raggiungo la fermata opposta (ovviamente non passando dai passaggi pedonali, sempre impraticabili in caso di neve, ma aprendomi la strada a calci rotanti stile Walker attraverso i cumuli ammucchiati contro le auto in sosta) e mi dispongo ad aspettare l’autobus.
C’è una sola linea che, giunta al famoso mercato, gira facendo la fermata in contemporanea col tram che devo prendere per arrivare in ufficio, così attendo quella linea.. che arriva dopo solo 15 minuti, un vero record di velocità, considerando le condizioni della strada (e non scherzo: sinceri complimenti al conducente)
Raggiunto il mercato scendo, insieme a un gruppo di vecchietti spaesati (che non vedono i banchi dei venditori e cominciano a dubitare di dover saltare il pasto..), e mi accingo ad aspettare il tram (sono le 8.45) ascoltando la musica col mio cellulare con radio incorporata..
Vedo spalatori all’opera, tranvieri che litigano con gli scambi gelati, trattori spalaneve che vanno avanti e indietro lungo lo spiazzale del mercato spostando cumuli di neve da una parte all’altra, vedo tram e pullmann accodati l’un l’altro dal lato opposto, ma nulla che arriva dal mio lato..
Il mio giaccone blu è omai diventato bianco e comincio a somigliare all’omino michelin, quando all’orizzonte appare una macchia gialla: il tram!!! Appena si avvicina alla fermata, io (e molti altri) facciamo segno perché si fermi, ma il tranviere senza nemmeno voltarsi procede dritto senza fermarsi (eppure non c’era nessuna indicazione che fosse fuori servizio).
A quel punto, grazie al gelo delle ossa e al fatto che alla radio il dj dice l’ora (10.15: si, sono rimasto un’ora e mezza in attesa), mi rendo conto che è ormai tardi, mi volto a guardare la strada e vedo che è impossibile camminare, allora guardo nuovamente e vedo un altro tram.. anche questo passa oltre senza fermarsi, ma forse questo era fuori servizio, alla fine telefono in ufficio e comunico che sarò assente.. e mi accingo a tornare a casa, al caldo..
Ovviamente, scendendo dall’autobus alla fermata sotto casa (quella della sterpaglia), metto il piede in fallo (ho calcolato male la posizione del gradino) e, se non fosse per un imprevisto sostegno improvvisato, mi sarei spiattellato a terra.. ma questo non conta: alle 11.00 ero finalmente a casa al caldo..
Il giorno 8 di gennaio, non potevo certo ripetere la fuga, così mi accingo al nuovo viaggio: gli spazzaneve hanno pulito la strada, ma ovviamente nessuno ha pensato ai passaggi pedonali o al famoso tratto di marciapiede davanti alla sterpaglia (che guarda caso è anche il marciapiede dove hanno piazzato la fermata), e inoltre non ce la faccio ad arrivare fino là: attraverso direttamente la strada camminando in mezzo, tanto non ci sono troppe macchine in circolazione, e raggiungo il viale della fermata centrale, arranco sulla neve pestata e ghiacciata e attraverso il tratto centrale, attendendo l’autobus, che arriva abbastanza rapidamente, salgo e, al solito, scendo al mercato, dove alcuni banchi ci sono (e di conseguenza qualche vecchietto è contento..) e aspetto il tram.
Dopo poco lo vedo arrivare, faccio segno e si ferma, salgo (insieme a molti altri) e il tram riparte lentamente, e dopo pochissimo si ferma. Il semaforo era sul giallo lampeggiante, nessuna macchina stava sopraggiungendo, ma il tranviere chiama la centrale e comunica la posizione, ottenuta la risposta procede, raggiunge l’altro semaforo e si ferma di nuovo, ma stavolta non chiama la centrale, apre il finestrino e parla direttamente con un superiore fermo sul viale, il superiore si allontana e dopo un po’ ritorna, e sentiamo che parlano di deviazioni e blocchi.. il tranviere apre la porta e qualcuno scende arrischiandosi a raggiungere linee più sicure, ma da lì nessuna linea mi porterebbe vicino al luogo di lavoro e non ho nessuna voglia di farmela a piedi..
Alla fine il superiore gli dice di proseguire sul percorso normale e si riparte, giungendo infine al prossimo scambio, dove con una complicata manovra a mano accompagnata da una serie di preghiere a qualche divinità locale, il tranviere riesce infine a far posizionare opportunamente i binari, quindi riparte e, lentamente, raggiunge la fermata dove devo scendere.
Scendo (la fermata è nel viale) e mi rendo conto che devo mettere a frutto la mia esperienza olimpionica per attraversare e raggiungere il marciapiede, tenendo conto che l’unica area asfaltata è quella del passaggio, mentre il resto dei binari scorrono su traversine posate su ciottolame e pietrame, e ovviamente la neve ha coperto tutto, quindi devo andare a memoria per attraversare nel guado giusto e non spaccarmi una caviglia nelle rotaie, che non sarebbe carino..
Attraversata la tundra, raggiungo il marciapiede e mi avvio verso l’ufficio.. per fortuna alcuni negozianti sono arrivati prima e hanno aperto un valico dove si può camminare tranquillamente (specie se si è imparentati con l’uomo ragno..) e finalmente entro in ufficio.. (ero in ritardo, ma posso assicurare che molti sono arrivati anche dopo di me..)
La sera, uscendo, mi dirigo verso la fermata (negozianti e custodi hanno fatto un lavoro notevole, e nel marciapiede si riesce a camminare anche in doppio senso non alternato), giungo all’attraversamento pedonale e mi accorgo che è stato pulito così bene che un G.F.d.P. ha deciso di infilarci la macchina (vorrai mica che, uscendo dal bar, debba pure camminare per arrivare alla macchina? Meglio che siano i pedoni a dover attraversare in mezzo alla strada, scavalcando cumuli di neve ghiacciata più alti di un bambino.. Che voglia di esprimere la mia protesta scrivendogliela direttamente sulla carrozzeria della macchina..)
Attraverso, raggiungo la fermata del tram (non quella del mattino, che era ancora più impraticabile, ma un'altra, che mi fa allungare il percorso ma attraversa la zona centrale, dove è più facile che le strade siano pulite e i mezzi passino abbastanza regolarmente) e prendo l’autobus.
Scendo nella piazza centrale, scoprendola pulita e agibile, con la neve ammucchiata ad arte con effetti coreografici (evidentemente un caso: nessuno nella giunta comunale avrebbe simili idee, anche perché nessuno nella giunta comunale ha abbastanza cervello da avere delle idee..), attraverso la via centrale pulita (a parte il ghiaccio rimasto al centro a seguito dei passaggi del trattore spalaneve) e raggiungo la fermata dell’autobus che mi riporterà a casa.
Arrivo a casa e mi accorgo nuovamente di essere in una zona di serie B (strano, visto che è abitata quasi esclusivamente da juventini..): fango ghiacciato, cumuli di neve, rami caduti, ghiaccio ovunque, fermate inagibili, percorsi per raggiungere i marciapiedi inesistenti (si parlava nei siti ufficiali di competenza della pulizia: l’area disastrata risulta di competenza del comune, ma ovviamente questo è poco influente.. forse è preferibile che il comune paghi i danni a chi deve per forza usare quelle fermate e quindi accedervi tramite un marciapiedi abbandonato, che dire a qualcuno di creare un percorso in quel tratto di marciapiedi.. ma tanto, l’importante è ricordarsi di pagare le tasse, mica possiamo anche pretendere che venga fatto il servizio..)
Tanto per cambiare, arrivo a casa e scopro che l’ascensore non funziona..

Sogno...

Tanti auguri, pipistrellaccio bastardo!!!



Wow!!! Che bel sogno.. :P
(Michelle Pfeiffer in quel film era favolosa.. se al posto dell'uomo pipistrello - Michael Keaton - ci fosse stato un vero vampiro - MK.. :P :P :P )

Come non passare un colloquio...

L'esito di un colloquio di assunzione sovente dipende da molti fattori.
Nella Grande Società, mi è capitato anche di fare colloqui a neo-diplomati o neo-laureati che speravano di diventare neo-schiavi, ma nella precedente ditta dove ho lavorato, era più frequente, dato che GrandeCapo non c'era praticamente mai, e che queste situazioni venivano infine gestite dall'ufficio tecnico (solo che l'ufficio tecnico coincideva anche con un altro ufficio, dove regnava incontrastata una certa persona, che si era assunta l'impegno di aiutarmi in questa difficoltosa operazione, svolgendo un'accurata analisi pissicologica sul candidato in contemporanea alla mia analisi delle capacità tecniche...
Ok, ammetto che per un neo diplomato di una qualche scuola tecnica, trovarsi di fronte una come Segretaria possa essere di un certo impatto, e ammetto che lei faceva apposta a esagerare il suo aspetto ogni volta che si doveva fare qualche colloquio, ma da qui a perdere completamente la testa...
La ragazza se ne stava approfittando (no: si limitava a fare le domande con la voce più sexy che aveva in repertorio e a spostarsi in continuazione in modo da mettere in esposizione gli airbag... non poteva fare di più: c'ero anch'io...), e il poveraccio era ormai rosso come un pomodoro maturo, ma io non potevo intervenire, così attesi l'inevitabile evento finale, ma stavolta ebbi una sorpresa: quando lei chiese “E come si troverebbe a lavorare qui con noi, in un ambiente molto femminile?” (molto femminile???)
Lui rispose “Guardi, normalmente io non riesco a concludere molto con le belle donne, ma sicuramente con lei non ci saranno problemi...”
Non so come ho fatto a trattenermi dallo scoppiare a ridere, ma era evidente che lei si è accorta della mia reazione trattenuta e comunque ha cambiato atteggiamento, ricomponendosi immediatamente ed esclamando un glaciale “Grazie, le faremo sapere...”
Lui se ne andò e lei cancellò il nominativo dalla lista, poi si voltò verso di me con sguardo omicida “Ma hai sentito cosa mi ha detto?”
“Si”
“E non dici niente?”
“Perchè? Ha già detto tutto lui...”
“Allora anche tu pensi che io sia brutta?”
“No!”
Lei si addolcì un attimo “Allora pensi che io sia bella?”
“Non ho detto questo...”
Nuovamente inacidita “E allora cosa pensi?”
“Uffa!!! Se proprio vuoi saperlo, penso che tu sia la più bella segretaria che abbia visto finora... qui dentro”
L'ultima parte della frase la mormorai sottovoce, lei non udì, si rasserenò, e io non fui depennato...

Ciau Turin 2

Come dicevo nella puntata precedente, venne infine il giorno in cui venne deciso di risollevare il quartiere con la nuova super linea tranviaria, e con il conseguente rifacimento dell’intera strada..
Il rifacimento fu breve: quello che prima era un controviale divenne il corso effettivo, il viale venne dimezzato e spostato in modo da lasciare in quello che era il corso centrale solo lo spazio per le due linee tranviarie, e vennero spostate le fermate per avvicinarle al panorama fetido del fiume.
Nei due corsi laterali vennero sistemate due file di posteggi che coprivano a stento il fabbisogno, anche perché alcuni vennero immediatamente requisiti per sistemarci i contenitori per la raccolta rifiuti, poi vennero fatti dei piazzali enormi negli angoli, per consentire un migliore stazionamento dei pedoni in attesa di poter attraversare, mentre le auto si imbottigliavano in uno spazio dimensionalmente adatto a due corsie, per andare dritto o per svoltare (ma ovviamente non è comodo mettere gli avvisi prima di come vengono disposte le corsie.. e c’era quindi sempre qualcuno che si accorgeva di essere nella corsia sbagliata.. e non immaginate quanti tamponamenti ci sono stati, e che livello di sinfonia melodica raggiungano i clacson in certe occasioni, quando sono suonati da un numero altissimo di automobili contemporaneamente..)
Dopo pochissimo tempo, qualcuno si è reso conto di aver sbagliato qualche calcolo (si notava dalle planimetrie esposte per far vedere il meraviglioso progetto, che l’attenzione per i dettagli non faceva parte del know-how dei progettisti, ma chi sono io per criticare un progetto redatto, controllato, approvato, supervisionato e ormai in esecuzione?), così gli autobus che svoltavano vennero rapidamente trasferiti sul corso, in corrispondenza della recinzione sulle sterpaglie, ma mica vogliamo mettere le cose in quel modo, no? Creiamo una fermata avanzata e lunghissima, anche se leva una buona dozzina di posti auto.. e poi magari spostiamo i contenitori dei rifiuti negli spazi adiacenti (occupando altri posti auto) che vorrai mai che qualcuno li raggiunga direttamente dal marciapiede, senza scendere il gradino, e il camion che raccoglie col braccio automatico mica può sollevare il contenitore dal marciapiede.. lo deve sollevare direttamente dalla strada..)
Peraltro, la realizzazione di una fermata ha precluso una corsia, obbligando quei poveri automobilisti a superare l’autobus fermo su quella che sarebbe stata la corsia adibita a posteggio.. (alla faccia dei pedoni che scendevano dall’autobus per lanciarsi di corsa verso la corsia centrale e raggiungere la fermata dove avrebbero dovuto prendere il super-tram.. quanti incidenti, per fortuna non mortali, che ci sono stati e ci sono tuttora..) e poi, volete mica che gli automobilisti rientrino nella corsia giusta? Restano nella corsia a sinistra come se fossero in autostrada, dove sicuramente appartengono alla famiglia di quegli H.d.P. che ‘vivono’ sulla corsia di sorpasso.. (alla faccia di coloro che non hanno più potuto posteggiare, sebbene continuino a sussistere paline e segnalazioni, ma lasciare una macchina posteggiata essendo sicuri di trovarla sfondata, anche se si avrebbe ragione non è che sia il massimo della vita..). Oltretutto, visto che gli stessi autobus dovranno poi svoltare, ecco che si buttano immediatamente sulla corsia ‘ex-posteggio’ e di conseguenza ci si è ridotti a lunghe attese in doppia fila per cercare un posteggio, arrivando a volte a scene da film western..
In questo clima, oltretutto, possiamo anche tenere conto del fatto che, le vibrazioni causate dagli autobus in fermata, mi consentono di vivere l’ebbrezza di una mini-scossa sismica al quarto piano, dove abito: in effetti le case sono vecchie, e le fondamenta sono occupate da cantine, non c’è lo scheletro di cemento armato (sono ancora tenute su da putrelle e muri maestri) e molti hanno fatto lavori di restauro particolari.. (dal balcone sopra il mio sono già caduti dei pezzi di calcinaccio..)
Credo che sarà opportuno pensare di cambiare casa al più presto..

Sofft were haus...

All'inizio (ormai lontanissimo nel tempo) della mia esperienza collaborativa con la Grande Società SuperEsperta, questa aveva molto più personale di adesso, inoltre gestiva più attività parziali ed era organizzata diversamente... tra l'altro, nel primo ufficio entrando (mio attuale antro oscuro, condiviso con Termico, ExStagista e Disegnatrice oltre a fare da accesso per lo stanzino in cui dorm... ehm... coordina tutto PiccoloCapo) allora era possibile vedere una targhetta sulla porta che indicava la presenza in tale sede del ramo informatico della Grande Società: una favolosa ed esclusiva software house dedita alla realizzazione di super-mega-iper-gestionali che tutte le Aziende avrebbero dovuto acquistare (come avete fatto a vivere senza, finora?)
Titolare di questa sezione informatica era la sorella di GrandeCapo (Avvocata) e amministratore delegato era il fratello di GrandeCapo, appositamente tornato dall'estero...
Ci lavoravano un parente alla lontana di GrandeCapo (per comodità PiccoloCapo1) e la moglie del fratello di GrandeCapo (con mansioni di Segretaria) oltre a un simpatico ragazzo (Programmatore) e due strane (*) donzelle (Programmatrici).
Costoro erano tutti impegnati nello sviluppo di un fantomatico gestionale che sarebbe dovuto diventare indispensabile per qualsiasi azienda, specie per quelle che si occupavano di cantieri e di lavori di realizzazione ingegneristica... tale gestionale veniva sviluppato da Programmatore su dei computer strani, dove non esisteva una schermata grafica (lui li chiamava server di test e server di produzione, e diceva di usare Linux... io, all'epoca non ne capivo niente ma avevo sentito parlare di Linux e cercavo di prendere informazioni in merito... sapete già com'è finita...), mentre le due strane ragazze Programmatrici usavano dei computer normalissimi (con Windows) dove facevano prove di inserimenti e disinserimenti di dati...
Segretaria rispondeva al telefono, apriva la porta e ci rallegrava durante la pausa caffè, in quanto cercava di stare il meno possibile in quell'ufficio, dato che non era ancora uscita la legge per il fumo nei luoghi di lavoro e lei era l'unica non-fumatrice e sia il marito che PiccoloCapo1 erano giunti al punto che si accendevano la nuova sigaretta mentre la vecchia era ancora a metà (per non parlare di quella posata sul posacenere) e sovente le fumavano poi tutte e tre insieme... Programmatore ne fumava una sola (per volta) e le due Programmatrici non si rendevano nemmeno conto del fatto che qualcuno fumasse... l'ho detto che erano strane?
Tale gestionale funzionava direttamente su server, quindi occorreva che chi ne comprava la licenza noleggiasse anche il posto sul server della software house, accedendo direttamente al super-mega-computer (volete veramente sapere che cos'era?) sperando che fosse online (in fondo questo non era difficile) e che fosse in funzione (vabbè... Programmatore in fondo se la cava anche adesso come assemblatore, quindi quel catorcio che ha messo su come server di produzione in fondo il suo lavoro lo faceva... basta che non ci fossero troppi clienti connessi contemporaneamente...) e aveva comunque compresa l'assistenza tecnica (Programmatore era sempre lì che smanettava su quel server per impedirne crolli continui...) oppure, acquistava l'intero pacchetto, se lo piazzava su un proprio server e pagava solo per la quota di assistenza tecnica (ovvero la trasferta di Programmatore che andava lì a risolvere tutti i problemi...)
PiccoloCapo1 era evidentemente un ottimo venditore (di fumo) in quanto era riuscito anche a vendere il mitico gestionale quando era ancora (appunto) un mito, ovvero un prototipo pre-alfa... però, il fatto che ne avessero venduto alcune copie implicava che dovessero anche finirlo... almeno, questo è quello che io penso dovrebbe succedere...
Il grossissimo problema che nessuno aveva tenuto in conto è che: nei paesi dove FratelloGrandeCapo ha ideato questo meraviglioso sistema, forse le aziende funzionano diversamente, ma qui in Italia le aziende usano word ed excel solo per scrivere e fare i conti, chi gestisce i cantieri lo fa con il telefono e i cantieristi sono famosi per prendere appunti sulla carta dei sacchi di cemento... inoltre, nessuno ha soldi o tempo per cambiare ciò che si è sempre fatto così...
Altro grosso problema è che si sono basati esclusivamente su come gestiamo noi le attività di commessa, non su come lo fanno le ditte serie... (vabbè, ma noi usiamo lo standard italiano-europeo-mondiale, gli altri no: mica dobbiamo adeguarci noi...)
In sostanza, solo alcune copie del gestionale (molto meno di una decina) sono state vendute, poi la software house è fallita (i costi sono stati molto alti), ma ha dovuto per un periodo di un paio di anni, tenere comunque su il server per coloro che avevano avuto la folle idea di fidarsi e comprare il prodotto ancora immaturo... (e Programmatore – ormai ex – faceva un giro quasi ogni settimana per controllare e sistemare il server...)

(*) strane nel senso che era come se fossero due gemelle siamesi: erano coetanee, praticamente identiche come aspetto fisico (nulla di speciale) e avevano anche lo stesso nome, vestivano in modo identico e agivano come se tutto fosse loro dovuto e vivevano in un mondo tutto loro dove si isolavano completamente... nessuno riusciva a sopportarle per più di dieci minuti...

Ciau Turin 1

Un po’ di sana polemica, che aiuta a sfogarsi e sopravvivere in un quartiere di una città sempre più degradato e insalubre.. (lo so che in realtà la polemica non serve a nulla, ma finché non cambierò casa dovrò continuare a convivere con un quartiere che vanta un tasso di criminalità da rivaleggiare appieno con il bronx..)
Eppure tempo fa non era così (e lo so benissimo, visto che a parte una breve parentesi alla maternità, io ci sono nato in questo quartiere): questo quartiere era bello e vivibile, si trovava posto per la macchina, c’era poca criminalità e via così.. poi hanno deciso di eliminare una scuola pericolante e di non fare nulla al suo posto, rendendo l’area covo di pantegane e di insetti di ogni specie..
Torino nominalmente è pianeggiante, ma il pianterreno della strada dove abito io corrisponde circa al secondo piano dalla strada immediatamente dietro.. e siccome l’ingresso di quest’angolo di natura ‘documentaristica’ è dal lato del fiume, quindi in forte pendenza, la recinzione che dovrebbe evitare ai passanti del corso un salto nel vuoto appare come una balconata sul prato incolto.
Ovviamente dove c’è una raccolta di sterpaglie simili, oltre a insetti e pantegane si radunano anche cocci di bottiglie, siringhe infette, escrementi e in un angolo disabitato arrivano subito tossici, spacciatori e simili accozzaglie di bestiame..
Per evitare e combattere un fenomeno in continua crescita da almeno una quindicina di anni, si è pensato di adattare quell’ammasso di sterpaglie a luogo di spettacolo, montandovi un tendone e adibendolo a discoteca all’aperto.. ovviamente non si è pensato a come insonorizzare un tendone per evitare che si trovino in discoteca anche coloro che non erano così intenzionati ad andarci.. sia perché possono non apprezzare il dj, sia perché magari al mattino dopo dovrebbero andare a lavorare e ogni tanto fa bene anche a loro dormire qualche ora..
Dopo alcune proteste, venne dato l’ordine di interrompere lo spettacolo allo scoccare della mezzanotte, stile Cenerentola, ed effettivamente così fu fatto, ma spegnere la musica a mezzanotte implica (come molti sanno bene) che fino all’una e mezza o le due c’è comunque un continuo casino da parte di coloro che, uscendo dalla discoteca, chiacchierano con gli amici (evidentemente tutti sordi, visto che devono per forza urlare), mettono in moto la macchina (che ovviamente non parte e richiede continue accelerazioni da mandare affan.. le tarature del bollino blu che campeggia sul vetro trasformando la macchina in una banana..), e se ne vanno sgraffiando le macchine parcheggiate (sembra strano, ma la musica da discoteca deve avere qualche effetto strano sulla capacità degli automobilisti di seguire una traiettoria dritta..)
Alla fine (dopo numerosi reclami e qualche simpatico gavettone da spiaggia) la discoteca venne levata, e al suo posto fu messo un circo (che evidentemente non aveva abbastanza incassi da pagarsi la postazione alla Pellerina, come tutti gli altri circhi che vengono a Torino..), con un simpatico coro di animali asserragliati durante la notte, strani tipi di insetti mai visti prima che si annidavano nella roba stesa e un puzzo allucinante di stallatico.
Visto che alla fine nessuno apprezzava, venne levato tutto e ritornò a breve la coltivazione di sterpaglia popolata da insetti e pantegane e, vista la comunicazione via terra, anche noi delle case vicine dovemmo ricominciare a mettere il veleno per topi nelle cantine..

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...