La nuova segretaria

Avevo accennato che la nuova segretaria capiva benissimo l'italiano, ma avevo dimenticato di spiegare come l'avevamo scoperto.
All'epoca, costei lavorava per la ditta serba che doveva controllare noi italici, su incarico del governo locale (in fondo il governo finanziava buona parte della realizzazione che stavamo facendo, aveva bisogno dell'esperienza italica, ma naturalmente non si fidava di noi, quindi cosa c'era di meglio che mettere una terza impresa a supervisionare il lavoro delle due imprese di direzione lavori?

Un giorno, costei fu incaricata di programmare una riunione di coordinamento (una delle tante, di fatto, ma la prima che organizzava costei) e lei lo fece come solo una serba saprebbe farlo.
Organizzo il tutto con un'efficienza allucinante, mettendo tutti a proprio (dis)agio con la sua freddezza (che stonava moltissimo, specie se confrontata con la sua bellezza: si, è veramente una donna molto bella) e parteciparono, tra gli altri, anche i rispettivi GrandiCapi, tra cui quello della nostra controparte architettonica, che per tutto il tempo dissimulò la sua inettitudine linguistica fissando il viso di costei e abbandonandosi a battute da avanspettacolo verso il nostro GrandeCapo, che commentava a sua volta.
I commenti, ovviamente, facevano espliciti riferimenti all'eccezionale abilità oratoria della ragazza, anche se non erano propriamente riferiti alla sua professionalità, quanto piuttosto a quello che entrambi avrebbero desiderato in sede di colloquio privato (sorvoliamo sul fatto che costei poteva benissimo venir figlia a entrambi, per l'età: si sa che negli esseri umani, col passare dell'età, molte cose tendono ad abbassarsi, compreso evidentemente il livello di stazionamento del cervello)
Lei continuava imperterrita a spiegare ciò che doveva, con il suo inglese quasi perfetto, ma i due ormai non l'ascoltavano più, anche se non perdevano di vista la sua bocca.
Alla fine, lei si blocca, si appoggia al tavolo davanti ai due e, sostituendo il proprio inglese con un italiano altrettanto perfetto (anche se con un discreto accento del sud) risponde direttamente loro che sono entrambi dei porci, che sarebbe ora la smettessero di esprimere certe idee ripugnanti e che la sua bocca mai e poi mai toccherà in qualche modo degli italiani, specie in certe zone, e soprattutto costoro.
Aggiunge quindi una frase perentoria "Se voi siete il meglio che l'Italia ha da offrirci, allora siamo veramente finiti nella merda più di quanto fossimo già!"
Il tutto in un crescendo di rossore, da parte sua per la furia che montava in lei, da parte dei due per l'imbarazzo nell'essere stati capiti così facilmente, e successivamente uno dei capi serbi di lei le ha chiesto cosa stesse succedendo, e lei non ha potuto fare a meno di obbedire al proprio capo e tradurre tutto quanto è successo, mentre i nostri capi diventavano piccoli piccoli di fronte agli sguardi carichi di disprezzo di tutti i serbi lì riuniti.
Alla fine, quando tutto finì, alcuni dei nostri colleghi serbi ci fecero presente (si, dopo che il disastro era stato fatto) che colei aveva studiato in Italia, dove era vissuta per alcuni anni, e conosceva perfettamente l'italiano.
Da allora furono chiare solo tre cose su di lei:
1) conosceva perfettamente sia l'inglese che l'italiano;
2) era una segretaria davvero efficiente e preparata;
3) ci odiava e ci disprezzava in maniera talmente evidente che ci meravigliavamo non ci sputasse addosso quando ci incontrava nel corridoio o entravamo nei loro uffici per parlare con i suoi colleghi tecnici

Adesso, come avete capito, è invece obbligata a convivere lavorativamente con noi, essendo diventata la nostra segretaria, anche se continua a odiarci, però conoscendoci meglio, si sta rendendo conto che non siamo tutti uguali (naturalmente siamo tutti inferiori a lei, ma lei è serba: appartiene a una razza superiore, e non dimentica mai di farcelo notare), in ogni caso, per fortuna, io non ho molto a che fare con lei, quindi sopravvivo meglio nel mio antro di tenebra!

Volare... oh oh oh...

Per la serie "basta chiedere!"

Ho avuto necessità di posticipare un rientro dal lunedi al mercoledi (i voli della compagnia di bandiera balcanica sono a giorni alterni, credo per motivi di sicurezza e per permettere, nel caso, di ripulire l'aeroporto dai rottami, e non solo da quelli meccanici) e mi sono presentato a malpensa tranquillo, senza problemi, e con un sorriso smagliante, che ha superato indenne sia la coda alla biglietteria che quella al controllo bagagli, ha superato pure il controllo documenti e persino l'annuncio del "normale" ritardo di 3 ore... ma si è immediatamente sciolto come neve al sole di luglio quando ho visto l'aereo raggiungere la postazione e venire agganciato al tunnel... e per fortuna malpensa, a differenza di belgrado, non permette di vedere il volto dei passeggeri che scendono dall'aereo!
Ho volato con dei jet, ho volato con un turboelica, ho volato con la fantasia, ma non avevo mai pensato di volare con un coso simile!
Non era il classico boeing 737 della compagnia serba, non aveva nemmeno le 3 palle simbolo degli stessi, eppure era annunciato come il nostro aereo.
Nella mia mente tornarono immediate le immagini dei fumetti di guerra che leggevo da piccolo, e stranamente quello che vedevo sembrava un misto tra una "fortezza volante" senza mitragliatrici e uno di quei vecchi bimotori a elica usati per il lancio dei paracadutisti inglesi, solo che quei simboli che comparivano semi-cancellati sulle ali e sulla coda, accanto alla scritta cirillica che ricordava la temporanea appartenenza alla Serbia, non erano i cerchi concentrici inglesi della RAF o la stella inscritta nel cerchio della USAF... oddio, sempre stella era... e pure rossa... e le mie orecchie captarono un paio di commenti relativi ai termini "tupolev" e "bara volante"

Ok, era fatta! Non potevo tornare indietro, così mi infilai nel tunnel, entrai nello stretto abitacolo, raggiunsi il mio posto e infilai il mio borsone nella cappelliera, sedetti al mio posto e strinsi bene la cintura.
Ovviamente, alcuni istanti dopo, si presentò la mia occasionale vicina di posto, obbligandomi a sganciare la cintura, alzarmi e lasciarla passare, e sperare che nelle 2 ore di volo non dovesse andare sovente al bagno...

Subito dopo, rivolgendo un ultimo sguardo all'Italia, dal finestrino, dedicai un pensiero a Cthulhu, allacciai nuovamente la cintura, poggiai la testa sul ridotto schienale e chiusi gli occhi, quasi convinto di non riaprirli a Belgrado ma in qualche posto sperduto tipo Lost... o di finire per non riaprirli mai più.

Un ronzio incredibile, con una vibrazione fortissima, mi avvisarono che l'aereo era in moto, e poco dopo sentii la brusca accelerazione del decollo.
Furono due ore di incubi continui, un sonno agitatissimo, eppure alla fine, con un fracasso allucinante, sentii il velivolo toccare terra, e vidi il famigliare panorama dell'aeroporto di Belgrado.
Bene, malgrado tutte le previsioni contrarie ce l'avevamo fatta!
Ho avuto quindi la conferma che, malgrado tutto, i piloti serbi sono tra i migliori al mondo, forse per la rigida preparazione militare o forse per una pura questione di culo, ma anche stavolta avevano fatto alla perfezione il loro dovere e, cosa ancor più importante dal mio punto di vista, io ero sopravvissuto!

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...