Pranzo di natale...

Vigilia di natale, un pò di tempo fa...

GrandeCapo decide di offrire il pranzo a tutti i dipendenti (e anche ai consulenti esterni, compresi quelli internati e quelli da internare).
Lascia libera scelta del menù a Segretaria che si incarica di spargere notizia a noi tutti, richiedendo quale menù preferiamo... e scegliendo alla fine quello che preferisce lei!!! (la democrazia è per gli ateniesi, qui siamo a sparta!)

Ovviamente, Segretaria sceglie il menù a base di pesce, e giunge il giorno del pranzo... siamo tutti riuniti al tavolo sotto l'occhio vigile di GrandeCapo, mentre ci accingiamo a mostrare la nostra gioia per questo pasto succulento che lui ci offre con ostentazione, e ci accingiamo con cura a ripulire quel coso che ci sbattono sul piatto facendolo passare per pesce, al fine di poterlo mangiare e non andarcene via a stomaco vuoto dal ristorante (non ci preoccupiamo del conto, visto che non si fanno pagare, dato che il loro conto viene scalato dalla parcella che GrandeCapo ha fatto loro pochi giorni prima... bello avere un ristorante tra i clienti).

Segretaria, con la massima attenzione di cui è capace, sta chiacchierando vivacemente con Architetto (impegnato a ripulirsi le scarpe sulle di lei gambe...) e sta provvedendo con estrema cura a ripulire il pesce, mettendoci talmente tanto tempo che... GrandeCapo ormai semi-ubriaco adocchia la situazione e si lascia andare a una battuta a suo parere umoristica "Segretaria, ma lei il pesce lo mangia o ci gioca solamente?"
La battuta venne in un attimo in cui si stava brindando/bevendo, quindi fu seguita da un diluvio di spruzzi e di sghignazzate, mentre Segretaria cercava di mantenersi imperturbabile (sebbene stesse passando dal rosso al viola), ma non ci fu modo di reggere: da allora, ogni volta che lei si incarica di preparare un pranzo o una cena aziendale, scoppia la battuta "Niente pesce, che altrimenti ti ci metti a giocare!" a cui segue, da parte sua, un sonoro "MAVAFFAN...!!!!"

Ritorno a casa...

Esco dall'ufficio, non è tardissimo, ma ormai le tenebre sono ovunque: è passata la bella stagione.
L'aria è gelida, l'odore stantio proveniente dal Grande Fiume pervade ovunque l'ambiente, ma fortunatamente un principio di raffreddore mi impedisce di assaporare appieno tali effluvi...
Lancio un'occhiata verso il Grande Fiume, dal quale si alza come un vapore la nebbia, oltre il quale vedo le luci che illuminano la caratteristica cupola della Gran Madre (una chiesa molto particolare...) e il riflesso bluastro delle decorazioni natalizie della collina dei Cappuccini, che appaiono incerti tra la nebbia del Grande Fiume...
Mi stringo nel giaccone, sollevando il colletto, e mi avvio nella direzione opposta, verso la fermata del tram...
I semafori appaiono come spettri luminosi nella nebbia, tra i fugaci fuochi fatui dei lampioni, mentre mi approssimo alla fermata del tram, dove altri spettri come me sono in attesa...
Il gelo mi pervade, guardo l'ora sul parchimetro e mi rendo conto che dovrò aspettare almeno venti minuti per l'arrivo di quello sferragliante carrozzone giallo che mi lascerebbe a oltre un chilometro da casa, dove dovrei attendere un altro autobus... rifletto sul fatto che in poco più di mezz'ora arrivo lo stesso a casa, a piedi... e mi avvio...
La strada è semicelata nella nebbia, persino i suoni sono ovattati, le persone che incontro sono poco più di fantasmi, che appaiono come ombre e svaniscono dopo un istante, le luci delle vetrine dei negozi ancora aperti si sforzano di contrastare la nebbia, mentre io cammino spedito lungo la mia strada, raggiungendo il limite del giardino: quando i palazzi scompaiono nel nulla e dalle tenebre nebbiose vedo apparire le scheletriche sagome degli alberi, è il momento di girare, puntando verso il ponte del fiume, non il Grande Fiume che ormai ho lasciato alle mie spalle, ma il vivace torrente a fianco del quale abito (almeno in questo l'acqua scorre, e non c'è odore di stantio...)
Attraverso la strada seguendo i consigli di un semaforo spettrale, sperando di non essere travolto da qualche deficiente che non si rende conto che correre con la nebbia è il modo più rapido per giungere al cimitero (e crepasse solo il deficiente, non sarebbe poi un gran danno, specie visto che è una specie che non corre pericoli di estinzione...) e mi ritrovo sul lungofiume, ultimo chilometro di strada per giungere a casa...
L'illuminazione pubblica, inadeguata e pressochè inesistente, rende la strada cupa, i rumori delle anatre selvatiche si intrecciano con quelli dei ratti a caccia, nell'eterna lotta tra predatori e prede, mentre ombre furtive di rari passanti appaiono e scompaiono rapidamente tra la nebbia e le tenebre...
Un cane ringhia nell'oscurità, alzo lo sguardo e mi accorgo di essere giunto all'altezza della carrozzeria, intravedo il cancello dietro il quale gli occhi rossi e feroci della belva scrutano nella mia direzione e, con una scrollata di spalle, proseguo nell'ultimo tratto di strada.
Raggiungo il semaforo e attraverso, incamminandomi a fianco degli ultimi resti di quell'isolato che tempo fa era stato fatto crollare con metodologie americane, mediante esplosioni controllate di dinamite, al cui posto ora c'è un'informe strato di sterpaglie, dove corrono nervosamente i ratti del fiume adiacente.
Giro l'angolo e passo accanto alla fermata dell'autobus, il secondo che avrei dovuto prendere, dove una eterogenea folla urla e impreca in tutte le lingue, poco più in là alcuni tipi stanno spacciando sostanze stupefacenti, incuranti del fatto che all'angolo dopo, anche tra la nebbia è possibile vedere i lampeggianti di un auto della polizia o dei carabinieri, impegnati nel solito controllo di routine della fauna che popola quella zona...
Raggiungo il portone, senza preoccuparmi troppo né delle larve umane che si avviano verso il fiume per prepararsi la propria dose di morte, né di coloro che stanno usando la fermata dell'autobus e le auto posteggiate nelle vicinanze come un gabinetto... faccio un po' di attenzione a coloro che si allontanano correndo dalla macchina con i lampeggianti: non sia mai che iniziasse una sparatoria e pensassero bene di prendersi il sottoscritto come ostaggio...
Apro il portone, con le mani intirizzite dal gelo, entro dentro, lo chiudo e mi avvicino all'ascensore... finalmente sono a casa...

andare al lavoro...

Ormai è praticamente inverno...
Le giornate sono corte, al punto che mentre mi approssimo all'ufficio, camminando lungo l'argine del Grande Fiume Padre delle Nebbie, vedo spuntare l'alba, e la collina di Superga appare come uno spettro nell'incerto chiarore che traspare dalla foschia, mentre alle spalle, la collina dei Cappuccini appare come un fuoco fatuo, avvolta nel bagliore bluastro delle illuminazioni natalizie, e la cupola della Gran Madre (una chiesa molto particolare) appare sospesa nel vuoto attraverso la nebbia...
La vita scorre nella sua tragica e ineluttabile normalità, mentre il fioco chiarore illumina i Murazzi, scoprendo un mondo diverso da quello dei ritrovi notturni più “in” della città, un mondo di locali chiusi e aree deserte, dove si aggirano come fantasmi le larve umane dei tossicodipendenti, alla ricerca del pusher, per implorare la loro dose, senza potersela permettere...
Camminando sul ponte, facendo attenzione a evitare di pestare siringhe abbandonate piene di sangue e resti organici di notti di baldoria e tragedia, non si può fare a meno di notare il Grande Fiume, con la sua acqua fangosa, dove si agitano veloci gabbiani, aironi, anatre e cormorani, e dove alcuni folli siedono immobili intenti a pescare strani pesci, immobili per il freddo che penetra nelle ossa, o probabilmente già morti, senza nemmeno rendersene conto, mentre a pochi passi si agita un fitto sottobosco vivente di ratti, e ogni tanto fa capolino qualche biscia...
Un forte odore di stantio pervade l'aria, attenuando l'odore acre degli escrementi e dei rigurgiti che appaiono all'improvviso un attimo prima di metterci dentro il piede... mentre proseguo lungo un marciapiede rattoppato all'inverosimile, con tombini sporgenti e cocci di bottiglie, segni delle lotte che pervadono la vita notturna della zona...
All'improvviso, dalle nebbie appare lo spettro del vecchissimo palazzo dove ha sede la Grande Società presso cui lavoro...
Attraverso la strada passando davanti a una larva umana incurante di tutto, seduta sopra i resti di uno scarico organico, forse di sè stesso, che si sta preparando per una iniezione dell'unica cosa che ormai ha un minimo di valore per lui, mentre l'ombra di uno sferragliante tram giallo esce dalla nebbia, e raggiungo il portone, facendo gli ultimi metri lungo un marciapiede dove la legge che impone la raccolta degli escrementi animali non deve essere stata recepita, e davanti al quale individuo le macchine di alcuni dei miei colleghi... una ha sul parabrezza la solita multa per il mancato pagamento del posteggio in zona blu, quindi so già che non appena rientrerà dal bar in cui sta facendo colazione, sentirò una sequela di imprecazioni da enciclopedia... (è un bene che esistano certi colleghi, almeno il comune non ha motivo di aumentare le imposte...) più avanti, proprio di fronte al portone, la macchina inconfondibile di Piccolo Capo (il responsabile della progettazione, ovvero di tutte le cavolate che facciamo noi umili schiavi...), con qualcosa di strano: il finestrino appare danneggiato, mi avvicino e vedo che il finestrino è sfondato e dentro c'è un disastro di vetri rotti, materiale buttato all'aria e forse materiale mancante...
Entro dentro l'ufficio e lo avviso, lui esce di corsa per controllare e, tra imprecazioni e bestemmie, mi avvisa che andrà alla vicina stazione dei carabinieri per denunciare il fatto...
Io accendo il computer, raccolgo i miei appunti e inizio a fare il mio lavoro, sempre più triste.
E poi qualcuno mi chiede anche come mai il mio umorismo è così a sfondo macabro...

E poi dicono che fanno le barzellette...

Era un periodo particolare: Segretaria aveva avuto un brutto incidente automobilistico, era stata a riposo per un po' di giorni e poi era rientrata in ufficio, ovviamente con i mezzi pubblici dato che la sua automobile era ormai finita direttamente dallo sfasciacarrozze...
Attraversare la città con i mezzi pubblici non è il massimo, visto che sono sempre in ritardo, affollati, lentissimi e frequentati da delinquenti...
In questo panorama, ci si può immaginare quello che è successo: una mattina Segretaria si presenta in ufficio piangendo, ovviamente tutti noi presenti ci facciamo immediatamente in quattro per consolarla, e ci facciamo raccontare cosa è successo... la ragazza comincia a raccontarci di come abbia subito un borseggio nel tram, accorgendosi dopo essere scesa, mentre cercava le chiavi per aprire il portone dell'ufficio, di non avere più il portafogli... com'è ovvio, in questi casi, il danno maggiore non è la perdita di quei pochi euro (non più di una ventina) che la fanciulla aveva, quanto il fatto di dover rifare tutti i documenti, pratica lunga che prevede innanzi tutto la denuncia del furto ai carabinieri...
Vicino all'ufficio, a circa 1 km in linea d'aria, c'è una stazione dei carabinieri, quindi lei vi si reca per fare la denuncia, e viene ricevuta da un giovane graduato, che la fa accomodare e inizia a prendere i dati...
“Sono qui per fare una denuncia...” “Sissignora, mi favorisca un documento!”
“Non posso: me li hanno rubati tutti!” “Ah! Quindi deve denunciare un furto?”
“Si...” “Bene, mi favorisca un documento.”
Segretaria lo guarda confusa “Ma le ho detto che me li hanno rubati: nel tram mi hanno rubato il portafoglio con soldi e documenti!” “Dunque si tratta di un borseggio, ha sporto denuncia?”
Segretaria, allibita “Sono qui apposta!” “Bene, mi favorisca un documento!”
Ormai Segretaria ha la faccia rossa come un pomodoro, non sa se scoppiare a piangere o sfogare la sua rabbia repressa sul militare, poi decide di dargli un'ultima possibilità... “MI HANNO RUBATO IL PORTAFOGLIO CON TUTTI I DOCUMENTI E DEVO FARE LA DENUNCIA PER FARMI I DUPLICATI!!!”
 Il militare si rende conto della situazione e comincia a scrivere la denuncia... “...il giorno... la signora... si presenta presso questa stazione dei carabinieri per denunciare l'avvenuto borseggio... sul tram della linea... in orario...”
Tutto a posto e tutto in regola, stampa la denuncia, la fa leggere a Segretaria e le chiede di firmare... Segretaria legge, conferma tutto e firma, al chè il militare le chiede “Bene, adesso dovrebbe darmi un documento...”
L'urlo di Segretaria si è sentito fin dall'ufficio...

Il triangolo no...

Era un bel pò di tempo che non sentivo più canzoni di Renato Zero, e non potevo mai immaginare che a Segretaria potesse piacere quel genere di musica, ma ho avuto modo di scoprirlo...

Periodo di consegne urgenti, Segretaria è iperindaffarata con le lettere di consegna, i CD, le ricevute, le bolle e tutte le altre balle... al punto che è difficile che riesca a dare retta a qualcuno, quando le si chiede qualcosa, così mi toccava stare lì nel suo ufficio, in attesa della risposta alla domanda che le avevo fatto... e che richiedeva una certa elaborazione al computer (solo lei può usare il terrificante Gestionale che sforna i numeri di commessa... quindi per aprire una commessa dovevo aspettare che lei mi desse il numero... no, non quello di telefono... quello ce l'ho già... ;-P )
Mentre attendevo paziente come mio solito, entra nell'ufficio una persona a cui non si può non dare retta... GrandeCapo, che entra in prima persona, di persona personalmente... (ha alzato il c...o dalla sua sedia?!?!), brontolando qualcosa sul fatto che doveva recarsi da un qualche Cliente da cui non voleva andare, evidentemente... per un attimo guarda a me, valutando l'ipotesi di farsi sostituire per l'appuntamento, ma io quel giorno non mi ero fatto la barba... così non potevo presentarmi a nome della Grande Società... ;-P
Alla fine si decide ad andare e borbotta alcune cose, poi chiede a Segretaria "Com'è che si chiama?" Segretaria gli ripete per l'ennesima volta il nome del Cliente, GrandeCapo mugugna qualcosa, mentre prende nota mentalmente del nominativo, poi fa per uscire ma si ferma all'ultimo e chiede "L'indirizzo ce l'ho?" Segretaria, senza pensarci un attimo, risponde "Si, rintracciarlo non è un problema..." e, mentre GrandeCapo chiude finalmente la porta alle sue spalle, si volta verso di me trattenendosi a stento dal ridere e mi fa "Allora, cosa vuoi tu?"

A volte ritornano... i cantieri...

E' ritornato il mio incubo peggiore!
Ho ricevuto una telefonata da un cliente della Grande Società SuperEsperta, che mi preannunciava l'inizio della seconda fase di lavori presso il mio cantiere preferito, tra le prealpi biellesi... panorama bellissimo, peccato che c'è un problema...

Quel cantiere sarebbe anche bello, senza particolari problemi, se non fosse che ho fatto io i rilievi per i lavori (i Cantieristi dov'erano finiti?), ho fatto io i progetti per i lavori (Disegnatrice dov'era finita?), ho fatto io l'assistente del cliente per la gara d'appalto (il Cliente dov'era finito?), ho fatto io l'assistente alla Direzione Lavori per tutte le fasi realizzative (il Direttore dei lavori dov'era finito?), ho fatto io i collaudi per la messa in servizio degli impianti (GrandeCapo dov'era finito?), ho fatto io il collaudo nelle aree con pericolo di esplosione (la mia controfigura dov'era finita?), e adesso mi tocca fare di nuovo l'assistente del Direttore Lavori (e poi il Collaudatore), per un'ennesima tranche di lavoro... (è un cantiere eterno, non finisce mai, ma io vedo solo le parti peggiori...)

Spero solo di non dover chiedere dov'è finito il rimborso spese per la trasferta... 75 km in andata e 75 km in ritorno almeno una volta alla settimana...

Il conflitto si allarga...

E rimaniamo sullo stesso argomento, ma con una variante nei protagonisti...
Termico, con il suo maledetto IPod e la sua compilation scassapalle... e, al posto di Disegnatrice, Segretaria... che in questa occasione ha guadagnato molti punti di rivalutazione ai miei occhi...

Segretaria ha preso il caffè, quando squilla il cordless aziendale e, per rispondere, viene nel mio ufficio per poggiare il bicchierino del caffè, risponde al telefono e sta parlando quando Termico ritorna alla sua postazione da chissà dove... e attacca a urlare contro l'imbecillità dei capi e le c@##@te che gli fanno fare (ovviamente, nessuno dei capi è presente in ufficio...)
Segretaria gli fa cenno di stare zitto, ma lui non le dà retta e, anzi, fa che accendere l'IPod, facendolo andare immediatamente a tutto volume...

Segretaria appallottola un foglio di carta e glielo tira addosso per farsi notare e fargli cenno di fare silenzio... lui la guarda ma non abbassa il volume, anzi riprende a polemizzare contro i capi e stavolta anche contro le segretarie... al chè lei, rivolta a chi le stava telefonando, se ne esce con un "...no, è Termico che sta facendo lo stronzo!..."
Lui scatta incazzato "Oh! Tu a me stronzo non lo dici! Qua dentro gli stronzi sono solo i capi!"
Lei, imperterrita, continua la telefonata "...si, va bene! Si, glielo dirò! Glielo passo? Certo!... Termico! GrandeCapo ti vuole parlare!" e gli passa il cordless con un sogghigno degno delle mie serate migliori...

La visione della faccia di Termico in quel momento è stata uno spettacolo unico...

Come ho detto, quel giorno ho avuto modo di rivalutare di parecchio Segretaria...

...e la guerra continua...

Intendo la guerra tra Termico e Disegnatrice...

Dopo le liti per il condizionatore, si è passati alle liti su altri dettagli:
Termico è un fanatico (oltre che della roba firmata) anche dell'ipertecnologia, in particolare ha acquistato un PC portatile con Vista (perchè fa figo l'effetto sulle finestre) e un IPod con il quale rallegra le nostre giornate in ufficio riproponendo infinite volte la stessa compilation...

Peraltro, ogni tanto il dito gli scivola misteriosamente sulla rotella di controllo del volume alzandolo all'improvviso a livelli che in nessun ufficio serio si dovrebbero raggiungere... (ed ovviamente i Capi latitano...)

Il problema è che, vista la giovane età di Termico, capita sovente l'evento dispettoso per cui l'alzata rapidissima di volume (a livelli massimo possibile) coincida (stranamente) con una telefonata di Disegnatrice (vabbè... non ci vuole molto a far coincidere qualsiasi evento con una telefonata di Disegnatrice...), che ovviamente non ha lo spirito umoristico adatto a sopportare le c@##@te di Termico...
(se io avessi mai studiato psicologia, potrei anche pensare che, in qualche maniera subdola e veramente strana, Termico ci stia provando con Disegnatrice... ma pare che i risultati siano molto deludenti...)

Ennesima telefonata di Disegnatrice per controllare se il "pacco postale" altrimenti noto come figlio è stato recapitato dal parente di turno, quando, nel bel mezzo della chiacchierata, Termico decide che sia il caso di far sentire il ritornello della canzone anche agli abitanti delle città vicine...
Urlo lacerante di Disegnatrice che attacca con una sfilza di improperi e insulti nei confronti di Termico (accidenti: devo aggiornarmi, ci sono parecchi termini che non conosco...)
La risposta di Termico non ritarda e i due si alzano per procedere al pestaggio fisico...
Ovviamente, in qualità di "più anziano" lì dentro, mi vedo costretto a intervenire (inizio già anche ad assaporare il prossimo spargimento di sangue...) e mi alzo in piedi ringhiando un "Adesso basta! Piantatela, tutti e due!"

Si voltano entrambi verso di me, sconcertati sia dalle mie dimensioni che dal tono della mia voce... ormai entrambi mi conoscono abbastanza da sapere che quando si accende la famosa luce nel mio sguardo è meglio darmi retta... e la sbarra d'acciaio per la chiusura delle finestre è troppo vicina alla mia postazione, quindi decidono saggiamente di calmarsi...

Peccato: stavolta avevo veramente sete di sangue...

Danni da condizionatore...

Estate, caldo torrido e afosità inesauribile...
In ufficio il condizionatore viene gestito da Termico, che ha strane idee su quello che dovrebbe essere il fondamento della sua professionalità... in definitiva, quello dell'ufficio lo tiene acceso a manetta... con temperature interne più adatte ad un CED che ad un ufficio...
L'altro occupante dell'ufficio non ha particolari problemi, in quanto abituato alle più diverse situazioni climatiche (conseguenza del suo lavoro come cantierista, sebbene da un pò di tempo non vada più molto in giro...)
Nell'ufficio però ci sono altre due persone: Disegnatrice e Stagista...
Se Stagista corre dietro a ogni decisione di Termico, pendendo letteralmente dalle sue labbra (qualunque c@##@ta egli dica...), Disegnatrice mostra di più la propria insofferenza (dovuta anche all'età... ;-P ), e non esita ad esprimere il proprio disaccordo, adducendo la motivazione che il freddo la colpisce e le procura un mal di testa...
Visto che i primi mugugni non vanno a buon fine, giunge il momento in cui lei si sfoga con un urlo e una esclamazione di rara finezza ed eleganza, come quelle a cui ci ha abituati nei lunghi anni di convivenza...
"Insomma, volete spegnere quel c@##o di condizionatore, che mi si stanno gelando persino i peli della fic...!!!" (si, l'ha detto...)
Al chè Termico le ha risposto "Beh, se tu ti mettessi le mutande, forse non ti si raffredderebbe!"
Dopo un intero minuto di silenzio gelido (è proprio il caso di dirlo), è scoppiata una delle più feroci liti alle quali abbia mai assistito...

Morale della favola, da allora, per tutta l'estate, ci sono stati continui scoppi di urla e insulti tra i due contendenti, davanti ai quali io e Stagista ci guardavamo sconcertati...

...e apparve all'orizzonte un pinguino...

Come ho detto, era giunto il momento delle formattazioni continue, e quello fu il momento più disperato!
Non potevo, né volevo, prendere in considerazione il cambiamento del mio computer, ma non potevo assolutamente prendere in considerazione l'idea di passare al nuovo sistema operativo, ma nemmeno potevo continuare a riformattare XP ogni settimana...
Era il momento di prendere definitivamente una decisione, e lo feci!
Avevo scaricato il CD di Mandriva e il CD di Ubuntu (qualcosa mi attirava in quella distribuzione dal nome strano, anche se non sapevo cosa...), ma tutti dicevano che Mandriva era la più semplice, allora procedetti con l'installazione...
Masterizzata l'immagine .iso, controllai che il BIOS permettesse l'avvio da CD, inserii il CD nel lettore e... riavviai il sistema...
Dopo alcuni istanti, apparve una schermata grafica, con una serie di indicazioni e pensai che forse l'installazione di Linux non era così impossibile come avevo sempre creduto (anche grazie alle indicazioni di un mio ex collega linuxiano, che mi aveva liquidato alle mie prime richieste con un veloce "Lascia perdere: Linux non fa per te!"
Dopo una serie di passaggi da una finestra all'altra, arrivai alla conclusione e vidi che c'era scritto di riavviare il sistema...
Riavvio... si apre lo sportello del lettore CD e lo levo, premo Invio come indicato e... il computer riparte... aprendo una schermata identica ad un plaid multicolor dove non ho modo di fare assolutamente nulla...
(ok, lo so che il vero linuxiano non si spaventa per questo... ma io stavo installando Linux per la primissima volta e avevo commesso anche l'errore più grande: non avevo letto documentazione prima...)
L'impulso è stato fortissimo e irresistibile: ho preso il mio CD di Windows XP, l'ho inserito nel lettore e ho riavviato il computer...
Un'ora dopo ero su internet a cercare di capire cosa non aveva funzionato, ma non riuscivo a trovare molta documentazione su Mandriva, e quella che trovavo era pressoché incomprensibile...
Sempre cercando documentazione, capitai sul forum di Ubuntu, l'altra distribuzione che avevo scaricato, e trovai la sezione documentazione con la guida e il wiki: un paradiso, spiegazioni chiare e semplici, a livello di un ignorante come me... per giunta la guida ufficiale era in PDF e liberamente scaricabile... la scaricai e la stampai... ma non avevo il coraggio di riprovare...
Alcuni giorni dopo, iniziò il periodo di ferie e, come al solito, non avevo posti specifici dove andare, per cui cominciai a ripensare al computer...
Lessi e rilessi la mia documentazione e, più la rileggevo, più mi convincevo che ce la potevo fare... alla fine decisi: presi il CD e, dopo averlo inserito, riavviai il sistema...
Alcuni istanti e mi ritrovai in un ambiente un pò scarno rispetto a Mandriva, con un colore vagamente somigliante al cioccolato (non mi preoccupai, perché sapevo che era possibile poi cambiare lo sfondo... lo si poteva fare su Windows, figurarsi se non lo si poteva fare su Linux...)
C'erano solo 2 icone, e una serviva per installare... ero nella versione Live, provai i vari comandi e funzionavano... provai a collegarmi a internet e... navigai... era fantastico pensare che stavo usando un sistema operativo che non era nemmeno installato...
Non mi restava che fare la prova finale: procedere con l'installazione...
Seguendo la documentazione ufficiale, feci passo passo quello che c'era scritto e... dopo solo 6 semplici finestre, si avviò la procedura di installazione... un pò lunghetta forse, ma alla fine giunse il momento di riavviare...
Temevo quel momento, scosso dalla precedente esperienza, ma c'era poco da fare... in fondo il CD di Windows XP era sempre lì pronto... e al massimo avrei ritardato il più possibile il passaggio a Vista...
Alla fine, riavviai, levando il CD quando richiesto...
Il panico cresceva man mano che le schermate si susseguivano l'una all'altra, fino al momento che apparve la schermata in cui inserire username e password (bene: con Mandriva non c'ero arrivato...), li inserii e... con una simpatica musichetta (che mi avvisò anche che la scheda audio era stata riconosciuta) mi ritrovai dentro Ubuntu: era la versione 6.06, nota come Dapper Drake, la mia prima esperienza con Linux...

E adesso...

E fu così che, in casa mia, apparve quella meraviglia tecnologica sulla quale sto appoggiando i piedi mentre scrivo... ;)
Andai a prenderlo in un supermercato, offerta eccezionale a basso prezzo con ottime caratteristiche hardware e software... adatto per l'utilizzo da parte di uno che si era appena messo su come libero professionista e sapeva usare solo il CAD e l'Office... aveva dentro l'ultimo ritrovato della tecnica, il neonato Windows XP Home Edition... (inoltre venivano allegati una serie di programmi molto utili per lo sviluppo della mia professione: Word, la potentissima suite Works e un paio di enciclopedie su CD di argomentazione varia...
Naturalmente non mancava il famoso antivirus di marca, indispensabile per navigare informati... ;)

Arrivai a casa e montai il computer, installai tutto l'installabile, collegai tutto il collegabile e accesi il tutto... e, nel giro di pochi minuti, ero dentro Windows e lo stavo configurando come mi serviva: accettazione della licenza, attivazione, registrazione, installazione dei driver, installazione dei programmi, accettazione della licenza, attivazione, registrazione, apertura del file Readme e lettura delle caratteristiche importanti dei nuovi programmi...
Per finire, procedetti all'installazione del pachidermico antivirus, e al collegamento in internet del mio nuovo mostro...
Modem riconosciuto, compilazione del numero telefonico, scatto alla risposta, avvio della connessione, apertura di Internet Explorer... inizio del download degli aggiornamenti dell'antivirus, inizio del download degli aggiornamenti del sistema operativo...
Termine del download degli aggiornamenti, installazione degli stessi, riavvio del sistema operativo...
Ero nuovamente operativo...
La differenza rispetto al Windows 98 che usavo al lavoro era notevole: la grafica era molto migliore...
Ero felicissimo del mio acquisto, trattavo il computer con tutte le cure che consigliavano nella newsletter, e sapevo che mi sarebbe durato a lungo...
E venne il giorno in cui dovetti litigare con il gestore della connessione a internet, mi pare per un disguido burocratico che si trascinavano dietro da parecchio tempo, senza mai correggere... e che io improvvisamente scoprii di pagare nella bolletta...
La lite fu feroce: quando mi fanno arrabbiare, divento una specie di mostro assetato di sangue... :P
Quell'estate, di ritorno dalle ferie, scoprii che erano state fatte delle modifiche sotto casa: un nuovo tombino si era aggiunto alla numerosa famiglia... su quel tombino c'era il nome di un gestore di trasmissione dati che offriva un servizio alternativo al monopolista, e con una velocità spaventosa, dato che lavoravano con la tecnologia della fibra ottica...
Non persi tempo a prendere le informazioni necessarie e ad attivare il servizio...
E fu così che dovetti mettere mano alla componentistica del mio computer nuovo, per la prima volta... installando la scheda di rete...
Nel frattempo, il nuovo gestore si trovava impossibilitato ad attivarmi il servizio, perché l'amministratore del condominio non gli permetteva di accedere alla cantina per portare la connessione e montare la centralina... quando lo seppi, incazzato per i ritardi, mi recai personalmente da quello che, fino a quel momento, era stato l'amministratore del condominio dove abito, e chiesi “gentilmente” spiegazioni: lui balbettò qualche scusante, cercò di trovare delle difese assurde, ma quel giorno io ero assetato di sangue...
(si, adesso c'è un altro amministratore... :P )
Quando finalmente potei collegarmi a internet con la fibra ottica, fu un'altra cosa... finalmente scoprii il brivido della velocità nella navigazione, iniziai a sfruttare i motori di ricerca per i siti che mi interessavano, scoprii che online c'era moltissimo materiale tecnico indispensabile per il mio lavoro e... ultimo ma non ultimo... non avevo più problemi a seguire le discussioni nel mio forum preferito, dove vedevo finalmente in “faccia” i personaggi di cui finora avevo solo sentito parlare (difficile vedere le “facce” quando le immagini sono disattivate, perché rallentano da matti lo scaricamento di una pagina... o perché mentre scarichi la seconda ti cade la connessione...)
Con la fibra ottica, era veramente un altro mondo: dalle discussioni del forum risalii a un sito dove potevo scaricare tranquillamente (e legalmente) una suite completa sul tipo di Office, che veniva spacciata per migliore dello stesso Office... e la scaricai... faceva impressione vedere che, nel giro di neanche 10 minuti avevo scaricato un programma di circa 600 MB, quando fino a pochi giorni prima, ammesso che la connessione avesse tenuto, ci avrei messo almeno due giorni...
Non mi accontentai: scoprii altri siti che distribuivano programmi gratis, e fui colpito dalla febbre dell'ingordigia: scaricavo, installavo, provavo e... se non andava, disinstallavo e via...
Fui preso dalla fregola del web... e trovai un sito che offriva la possibilità di ospitare delle pagine web gratuitamente (allora era di moda... io non potevo permettermi siti a pagamento e quel particolare sito permetteva l'hosting gratuito anche per pagine web a sfondo commerciale... lo feci (avevo un amico che era capace a fare le pagine web... ci voleva poco con il programma che usava lui... gli portai il testo che volevo inserire, lui mi preparò la pagina web e venne da me per caricarla online... era carina: non aveva nulla di particolare, ma c'era il loghino che mi ero costruito a fatica con OpenOffice (non sono molto bravo con la grafica...) c'era il testo che volevo ci fosse e c'erano i miei recapiti, in modo che chi volesse contattarmi lo potesse fare...
In quel periodo non era neppure molto difficile registrarsi nei vari motori di ricerca, e così feci...
Ben presto la mia pagina cominciò a essere visualizzata e cliccata da molti portali del settore e da molti motori di ricerca... e iniziai a vedere i primi riscontri: la mia casella di posta elettronica cominciava a intasarsi per i curriculum che mi arrivavano da ragazzi che speravano io fossi una grande realtà aziendale, e cercavano di ottenere un impiego presso di me... impiego che non potevo offrire allora come non posso offrire adesso, fremendo di rabbia nel ripercorrere attraverso le loro lettere le mie disavventure alla ricerca di un posto di lavoro...
La mia speranza che quella pagina web mi facesse notare da qualche possibile cliente non si è mai avverata, in compenso ad ogni periodo successivo alla maturità o alle sessioni di laurea, ricevo innumerevoli curriculum vitae da aspiranti collaboratori per la mia prestigiosa azienda che ho scoperto da alcuni di questi curriculum essere molto nota, conosciuta e leader nel settore... e io che non lo sapevo...
Ma stavo parlando di internet... adesso avevo la possibilità di seguire le discussioni del mio forum preferito senza problemi di connessione... e cominciai a sfogliare le varie pagine del forum, iniziando a conoscere i vari personaggi e a capire dove erano più preparati e dove meno, al punto che quando vedevo qualche domanda da parte di qualche utente, intuivo già chi avrebbe risposto per primo...
Iniziai a seguire le discussioni sul sistema operativo alternativo, scoprendo che non era cosa per me: io ero diventato un esempio della peggior specie di utente windows: quello che sa fare solo clic... non capivo niente di terminale, di script e di simili allucinanti realtà... anche se un tempo lontano avevo persino programmato in fortran e scritto delle subroutine in assembler... ma era un tempo lontano e non ero più lo stesso personaggio...
Ormai le uniche cose che sapevo fare (che avessero somiglianza con la programmazione) erano quelle macro che mi scrivevo per word e quegli script per autocad che, nella mia vecchia versione 14, continuavano a funzionare imperterriti... ma nella versione 2000LT che usavo in ufficio non servivano più a niente... e ben presto smisi anche quelli...
Nel frattempo il mio computer doveva essere upgradato!
Ormai lo sapevo: quando cominciava a rallentare, era ora di ampliare qualcosa, e quando era tutto ampliato, era ora di formattare...
Avevo ormai sostituito per sempre quel mastodontico programma antivirus con delle versioni leggere e scattanti, che continuavano a non trovarmi mai niente... quindi non avevo problemi di virus: i rallentamenti erano dovuti alle capacità ormai ridotte della macchina...
Ampliai, riampliai, formattai...
Alla fine avevo messo dentro tutto il possibile, usavo solo più programmi opensource (o comunque free... o a poco costo) e avevo relegato nei cassetti quei programmi proprietari che, nel giro di poco tempo, diventavano obsoleti e inutilizzabili, specie se devi lavorare con terzi, che non capiscono di doverti passare i programmi in formato compatibile...
Avevo messo da tempo il primo SP per XP, ma ora era uscito il secondo e io non riuscivo a metterlo... non perché non ne fossi capace, ma perché dopo che lo avevo installato, andava tutto bene per alcuni giorni (sempre di meno, ogni volta) e poi cominciavano ad apparire le schermate blu, quelle che erano il preludio alla formattazione...
In quel periodo, capii l'importanza del backup, e feci anche la follia di mettere un secondo hard-disk...
Continuai a cercare di usare al meglio il mio computer, anche se vedevo che ormai stava tirando gli ultimi sospiri... aveva già quasi 6 anni... era il computer che mi era durato più a lungo (sebbene lo avessi comprato al supermercato) e sapevo che, comunque, ben presto sarebbe stato inutilizzabile: stava per uscire il nuovo sistema operativo... che pare richiedesse caratteristiche hardware che erano almeno il doppio di quello che io potevo disporre sul mio computer...
Iniziai a prendere più seriamente l'idea di un sistema alternativo... e cominciai a prendere informazioni sul mio forum preferito, dove in un'apposita sezione, c'era descritta la modalità di passaggio da windows a linux... e venivano nominate un paio di distribuzioni adatte ai principianti: mandriva e ubuntu... cominciai a prendere informazioni...
E... poco dopo, cominciò anche il periodo delle formattazioni continue...

I primi approcci…

Uscito dal Politecnico, mi trovai in un ambito lavorativo del genere cantieristico… i miei attrezzi principali erano chiavi inglesi, trapano a percussione, martello e scalpello, pala e piccone… il computer non aveva alcun posto lì in mezzo…
Tornato dal cantiere in sede, venni piazzato in ufficio tecnico e messo davanti a un computer non recentissimo chiamato “80386” dove ho ritrovato il già conosciuto Windows, che ora si chiamava 3.1, accompagnato dai fedeli Word e Excel… e da un nuovo acquisto, che si accingeva a sostituire il tecnigrafo cui ero abituato al Politecnico… e che si chiamava Autocad 10…
Dopo le prime esperienze (imparato a usare i comandi principali di Autocad: linea, cancella, sposta, copia…), mi ritrovai a lavorare quotidianamente con quel bestione…
Nel frattempo cambiai lavoro e mi ritrovai in uno studio di progettazione, dove utilizzavo gli stessi programmi su un computer più potente, chiamato “80486 DX4” che aveva dentro ben 2 processori… su cui girava il DOS con l’interfaccia Windows che qui si chiamava 3.11, i soliti Word e Excel e Autocad, che adesso si chiamava 12 e funzionava con una tavolozza grafica enorme, dove girava un altro mouse, dotato di mirino da bombardieri…
In quel periodo, acquistai il mio primo computer, analogo a quello su cui lavoravo, venduto già completo di DOS, Windows, Word, Excel…
Con tale meraviglia tecnologica, non ho mai avuto problemi per diverso tempo… è vero, che ad un certo punto non trovavo più nulla, perché tutti stavano usando da parecchio il nuovo Windows 95 (che pareva fosse già un sistema operativo a sé stante, visto che non si doveva più lanciare da DOS… in realtà, l’Autoexec.BAT del DOS aveva il comando WIN già inserito dentro…), e cominciavano a proliferare i programmi specifici… ma per quello che serviva a me, Word e Excel funzionavano benissimo… e il fatto che ci fosse dietro il DOS era sempre utile…
Non aveva il lettore CD (che stava diventando comune, sostituendo il floppy, anche nelle riviste di informatica che vendevano i programmi…), e il tecnico da cui l’avevo acquistato mi disse che sarebbe costato di più modificare tutto per mettere un lettore CD che comprare un computer nuovo e più potente… peraltro ormai c’erano in giro i superpotenti Pentium… che erano delle schegge rispetto al mio computer… e adesso si trovava in giro solo roba per Windows 95 (o per il neonato Windows 98…) che non sarebbe mai girata sul mio computer…
Alla fine mi convinsi e comprai un computer assemblato, specificando cosa mi serviva… e, con quello, conobbi i prodigi di un utilizzo superiore dell'informatica, la potenzialità di non dover più scrivere comandi DOS, di non dover più creare delle procedure in BASIC per fare qualcosa... era nato il paradisiaco mondo di Windows 98: il mouse aveva sostituito la tastiera... il DOS era solo più una finestrella seminascosta, da richiamare mediante opportuni artifici, che praticamente non aveva alcun utilizzo pratico... il mouse veniva spostato (strisciando decisamente, senza sollevarlo dal piano per riposizionarlo...) e la freccina sullo schermo raggiungeva la figurina di Word o di Excel e... con un doppio clic, si aprivano Word ed Excel... e ci si poteva lavorare...
Naturalmente, sapevo benissimo che esistevano i virus, ed ero abbastanza intelligente da proteggermi, con il meglio a disposizione... in fondo quell'antivirus era sponsorizzato e aveva un grande nome... che era famoso anche per gli strumenti che venivano distribuiti... le “utilities”, come le chiamavano...
Ovvio che, se si apriva tutto insieme, dopo un po' il computer iniziava a rallentare, e le prestazioni cadevano... ma non era un vero problema: tutti i tecnici e gli esperti che conoscevo erano concordi sul fatto che era solo una questione di memoria... alla fine si potevano sempre ampliare...
Inoltre, Windows era fornito di una serie di giochini entusiasmanti... almeno per le prime 3 partite...
Poi c'erano un sacco di riviste che davano in dotazione programmi da provare... si installavano, si provavano e... quando scadeva il periodo del loro funzionamento, si disinstallavano...
Al lavoro, più o meno in quel periodo, iniziai a sentire parlare di Internet... e vidi anche alcuni computer di miei colleghi che venivano connessi in rete e... meraviglia delle meraviglie... navigavano... no: non c'era nulla che facesse ricordare in qualche modo la marina, ma loro dicevano che navigavano... e pare che fosse così!!!
Mi ricordo di un mio collega che aveva navigato verso un'isola particolare... dove c'erano molte immagini di donnine nude... che lui si era stampato e aveva piazzato un po' ovunque... (il Capo non riusciva a capire come mai la nuova stampante a colori finisse così in fretta le cartucce di colore, ma il mio collega era anche addetto agli acquisti... e le pratiche per le cartucce passavano...)
Nella dotazione del mio computer in ufficio c'erano anche le casse acustiche ultimo modello (all'epoca...) e il mio collega, che si fermava sovente in ufficio fino a tardi, aveva il CD di una gara di corsa automobilistica che, la sera, faceva girare a tutta velocità e tutto volume sul mio potentissimo computer... e, quando accendevo al mattino dopo, non mi rendevo conto (leggi ricordavo) che le casse erano a tutto volume, quindi al momento della partenza di Windows 98, il caratteristico “Ta-Daa!!!” rendeva noto che io avevo acceso il computer sia al mio GrandeCapo che a tutti i colleghi della Ditta... e a tutti coloro che si trovavano in quel momento nel quartiere...
Tutto ciò andò avanti fino a quando scoprii che c'era un metodo per spegnere il volume delle casse dal pannello di controllo... dove il collega non poteva accedere...
Più o meno nello stesso periodo, iniziai a pensare a collegarmi in rete anch'io... il programma non era un problema: si trovavano CD per il collegamento a Internet ovunque... credo di avere ancora qualcuno di quei CD, anche se probabilmente non esistono nemmeno più i gestori...
Valutai le tariffe telefoniche e, alla fine, scelsi un gestore diverso da quello monopolista... prendendo una tariffa che mi consentiva di pagare pochissimo per la connessione... pagavo però lo scatto alla risposta...
Comprai un modem (il classico 56K), lo collegai al mio computer, seguendo le istruzioni, e feci la prima prova di connessione... una serie di rumori strani dal modem, fischi e sibili acuti... e poi, lentamente ma inesorabilmente, il browser (all'epoca non sapevo che si chiamava così: io lo chiamavo il programma per collegarsi in internet) iniziò a far apparire, come da una magica tenda, la schermata del gestore di servizi... tante pubblicità, tante sciocchezze, tanti posti dove la freccetta del mouse si trasformava in un dito di una mano, e la possibilità di accaparrarsi una casella di posta elettronica gratuita, da ben 5 Mega...
Faccio la procedura per registrare la casella e... cade la connessione... mi riconnetto, ritorno alla pagina e riprendo la procedura... e ricade la connessione... e via così per una decina di volte...
E' stata dura acquisire quella casella di posta... quanti scatti alla risposta mi è costata... ma alla fine, anch'io avevo una casella di posta elettronica...
Ovviamente, collegandomi a internet, aumentavano i rischi di beccare qualche virus... sovente il computer si impallava, saltava la connessione... la memoria era sempre più satura, il processore sempre più lento... la ventola sempre più rumorosa...
Per fortuna, il mio antivirus non mi segnalava mai niente, o meglio un paio di volte mi ha segnalato di aver fermato dei virus, ma era evidente che il mio computer non interessava ai creatori di virus: probabilmente il firewall che era già in dotazione al sistema operativo era abbastanza potente da salvarmi e nascondermi da attacchi di malintenzionati...
Ma in ogni caso, bastava restare aggiornati... sia il sistema operativo che l'antivirus richiedevano in continuazione aggiornamenti... accendevo il modem e facevo la connessione, scaricavo gli aggiornamenti, sperando che non cadesse la connessione, poi veniva richiesto il riavvio del sistema... se finiva prima l'antivirus, allora potevo aspettare che finisse anche il sistema operativo, ma se finiva prima il sistema operativo, faceva che sospendere tutto e riavviare... indipendentemente dal fatto che l'antivirus fosse o meno connesso...
In ogni caso, le bollette telefoniche cominciavano a lievitare, le mie connessioni si riconducevano sostanzialmente ad aggiornamenti di sistema e antivirus, lettura della posta elettronica e... di una newsletter a cui mi ero abbonato...
Dalla lettura di questa newsletter, iniziai a scoprire diverse cose sul computer che non coincidevano con le informazioni che mi davano i tecnici di fiducia a cui mi rivolgevo... e stranamente, leggendo, cominciavo a pensare che avessero più ragione quelli della newsletter che i tecnici...
Ad un certo punto, scoprii che questa newsletter era correlata ad un forum... dove strani personaggi (che si chiamavano tra loro con nomi di origine mitologica) si scambiavano informazioni su problematiche di computer e di software... ho scoperto grazie a loro l'esistenza di altri sistemi operativi alternativi al Windows che usavo io ed al Macintosh che usavano coloro che lavoravano nel mondo della grafica... ed ho scoperto che esistevano dei software liberi e gratuiti... che si potevano scaricare e usare senza problemi per sempre, non solo per 30 giorni... e senza ricorrere a programmi che si inventavano codici di attivazione fasulli...
Purtroppo la mia durata di connessione era limitata, quindi non potevo seguire completamente il forum, né avevo la possibilità di scaricarmi quei programmi... qualcosa si trovava in edicola, ma nel 90% dei casi questi erano dimostrativi a durata limitata...
Comunque, il mio computer non mi segnalava mai niente... ma era sempre più lento e rumoroso, si inceppava in continuazione e... cominciavo a vedere apparire delle schermate di errore che, se non fosse che erano blu, mi ricordavano il DOS... che non doveva più esserci: Windows era diventato un sistema operativo a sé stante... che ci faceva il DOS dentro???
I tecnici mi fecero capire che era tutto problema di hardware datato, che bisognava ampliare per aumentare le prestazioni... e ampliai...
La macchina sembrava più veloce, ma era anche più instabile, le schermate blu erano sempre più frequenti... la connessione internet cadeva costantemente... alla fine, alcuni miei colleghi esperti mi dissero che ogni tanto Windows andava formattato... uno di loro si offrì di assistermi nella procedura... venne a casa mia, si sedette al computer e... per la prima volta da che ero diventato utente informatico, formattammo...
Il computer sembrò più veloce, dava prestazioni migliori, addirittura la connessione era più stabile, e al solito ero praticamente immune ai virus... il mio collega mi disse che era utile fare una formattazione del sistema almeno un paio di volte l'anno (ai cambi di stagione), che lui faceva così e viaggiava tranquillo...
Non passò molto tempo che il computer dopo un po' ricominciò a essere lento, pesante e... a perdere la connessione... riapparvero le schermate blu... volevo richiamare il mio collega esperto, ma nel frattempo avevo cambiato lavoro e non vedevo più i vecchi colleghi... così mi sedetti al computer e provai io a formattare...
La prima volta che uno fa qualcosa, di solito ci fa attenzione, così non sbaglia... la seconda ci fa meno attenzione...
Quando mi toccò formattare per la terza volta, evidentemente feci qualcosa di sbagliato... il computer non si riavviò più...

Prime esperienze…

Nel corso della mia frequentazione al Politecnico, ebbi modo di utilizzare più volte il “personal computer”, di vedere lo sviluppo dagli “IBM 8086” ai potentissimi “IBM 80286”, che avevano persino un disco interno, rigido, che veniva chiamato “hard disk” e dove c’era già installato il DOS…
Nei vari corsi teorici vennero spiegati i linguaggi di programmazione, tra i quali era molto usato il Fortran 77, con il quale ho fatto il mio primo vero programma: la risoluzione di un’equazione di secondo grado… un semplice programmino di una decina di istruzioni… che riuscì a generare, in fase di compilazione, una decina di pagine video di errori…
Venne spiegato anche un accenno di Assembler…
Poi ci venne insegnato un linguaggio semplice, che non richiedeva compilatori e linker, ma era facilissimo da gestire e… permetteva una certa creatività grafica… si chiamava Basic… ne esistevano diverse versioni, anche se nessuno di noi era in grado di capire la differenza…
In quel periodo, nel laboratorio di fisica, vidi altri computer con uno strano aggeggio a fianco, che muovendolo spostava una piccola freccia dentro lo schermo e, quando la freccia colpiva una figurina, questa apriva un programma… li chiamavano Apple…
Poco dopo vidi i primi “80286” di cui avevo accennato, anch’essi equipaggiati con quell’aggeggio a fianco, chiamato “topo” o, visto che i computer erano americani (IBM) “mouse”
Quando si accendevano quei computer, appena appariva il simbolo magico “>” si poteva scrivere un nuovo comando… “WIN” e dopo un po’ si caricava una finestra tutta disegnata, piena di figurine… spostando il “mouse” si spostava una freccia sulla finestra colorata e, quando raggiungeva una figurina, si poteva schiacciare il tasto del “mouse” e dire alla figurina di aprire un programma…
Abituato a scrivere le relazioni delle esercitazioni con Wordstar (in realtà facevo prima a scriverle con la macchina da scrivere che avevo a casa), vedere la pagina bianca di Word sulla quale bastava digitare quello che si voleva scrivere, senza prima preoccuparsi di impostare nulla… era una specie di miracolo…
Un’altra figurina e… appariva una pagina piena di caselline, dove inserire numeri e fare operazioni… il potentissimo Foglio Elettronico… Excel…
Naturalmente, per usare questi meravigliosi computer, occorreva mettersi in coda, aspettare che nessun laureando li usasse per scrivere la tesi, aspettare che nessun professore li usasse per vedere come si muoveva la freccetta spostando il mouse… facendo attenzione che il mouse doveva scorrere, non saltellare sulla scrivania…
Un giorno mi approssimai a questa macchina, ma il tecnico l’aveva spenta e la stava aprendo… chiesto come mai non si poteva usare, mi ha risposto “Non funziona più: c’è un virus…”… quel giorno ho sentito per la prima volta che anche i computer si ammalavano…
In quel periodo, dovevo iniziare a scrivere la tesi, che molti miei colleghi scrivevano su quel meraviglioso computer, salvavano in un floppy disk (che in alcuni casi non era più il quadratone nero pieghevole, ma un piccolo quadratino di plastica rigida coloratissima, che conteneva il doppio dei vecchi dischi… senza nemmeno tagliare la custodia dall’altro lato, come facevano gli esperti per raddoppiare la capacità del floppy disk…), portavano il dischetto al professore che lo visualizzava e… apportava delle modifiche… (un mio collega si era ritrovato con la tesi stravolta, visto che il professore aveva preso dei blocchi a caso e giocato con il taglia-copia-incolla…)
Io, per evitare rischi, mi sono scritto la tesi a mano… con la macchina da scrivere…

La mia prima volta…

La sala del LAIB (LAboratorio Informatico di Base) al Politecnico era abbastanza affollata: ognuno di noi si accalcava per vedere quelle bestie strane che tutti dicevano fare meraviglie… non avevamo ancora nemmeno imparato delle basi teoriche, ci era stato detto di acquistare 2 floppy disk (erano quei bestioni da 5,25 pollici, quadrati, neri, con il supporto in cartoncino pesante e il dischetto all’interno veramente flessibile…) vergini.
Il tecnico prendeva uno dei floppy vergini da ciascuno di noi e, quando ne aveva radunati un certo numero, spariva nella sua stanzetta, per ricomparire dopo un certo tempo, restituendo a ciascuno di noi il floppy non più vergine… con all’interno il “sistema operativo”, che all’epoca gli esperti chiamavano DOS…
Con quel disco ci si approssimava a turno ad una scrivania dove c’erano alcuni televisori con davanti una tastiera da macchina da scrivere elettronica… sulla quale era montato un cubicolo con una fessura delle dimensioni del nostro disco…
Il nostro compito era quello di accedere a questa tastiera (ci avevano detto che era IL computer, ma nessuno ci credeva: non c’erano gli armadioni con le lampadine e gli interruttori e nemmeno la fessura per la striscia di carta con i geroglifici… però a chi lo aveva fatto notare era stato risposto che quelli erano “computer”, mentre questi erano “personal computer”, costruiti dalla IBM e chiamati 8086… a quel punto, tutti si guardavano preoccupati in giro, cercando di scorgere eventuali lenti rosse… sapevamo tutti che la sigla HAL 9000 di “2001” era correlata con IBM, e quel numero poteva servire solo a confondere le acque…)
In ogni caso, anche se un po’ titubanti, ognuno di noi si avvicinò alla macchina, infilò il floppy disk nella sua fessura, chiudendo l’apposita levetta, accendendo l’interruttore e vedendo che la televisione, dopo un tempo incredibile, visualizzava alcune strane stringhe, cui faceva seguito quel simbolo arcano “>” oltre il quale lampeggiava il cursore, in attesa che l’operatore digitasse qualcosa…
Il comando più digitato era DIR… e tutti ammiravano lo schermo del monitor (non era un televisore, non prendeva né la RAI né le TV commerciali…) che diligentemente elencava tutto il contenuto del floppy disk non più vergine… contenuto che veniva ripetuto sempre perfettamente uguale, indipendentemente dalle volte che veniva ridigitato il comando DIR, nella speranza che il mostro si sbagliasse…
C’erano ovviamente altri comandi, e qualcuno più in gamba li provò… alcuni profondi esperti del computer tentarono il comando DEL… altri provarono il comando FORMAT… tutti alla fine corsero dal tecnico a farsi rifare un’altra copia del floppy disk, che non funzionava più, imprecando contro il rivenditore del dischetto, che li aveva imbrogliati…
Io, che non ero così esperto, non mi inoltrai in comandi strani: avevo visto che il comando DIR mi dava la stessa schermata che dava agli altri e che non aveva conseguenze nefaste (come il misterioso danneggiamento del floppy disk), così mi limitai a quello… era la prima volta che accedevo di persona a un computer…

Come ho cominciato?

Sapevo benissimo cos’era un computer: avevo visto un sacco di film in cui tecnici in camice bianco con occhialoni neri si approssimavano ad un armadione grande quanto il palazzo in cui abito e pigiavano una serie di interruttori, cui faceva seguito una sequenza onirica di accensioni di lampadine, la rotazione costante e interminabile di innumerevoli bobine a nastro grandi almeno dieci volte le bobine a nastro del vecchio registratore di mio padre… e alla fine, da una fessura, usciva una strisciolina di carta stretta e lunga, piena di punti e linee, che il tecnico leggeva come fosse scritta nella sua madrelingua…
Quei bestioni ipertecnologici avevano la risposta a ogni possibile domanda… e quando non avevano la risposta, semplicemente eliminavano chi aveva fatto la domanda: chi non ha presente la lente rossa con cui HAL 9000 “spiava” i suoi compagni umani prima di giungere alla folle decisione di eliminarli fisicamente, in “2001 – Odissea nello spazio”?
Ma, a parte queste esperienze indirette, io non avevo mai visto dal vero un computer prima di iscrivermi al Politecnico…

Il mio computer

Qua comincia la raccolta delle mie esperienze e dei miei incontri-scontri con queste meraviglie della tecnica…
Esperienze prettamente lavorative sono già state riportate nelle apposite sezioni… qua il protagonista principale è, di solito, quell’ingombrante apparecchio che sta seminascosto sotto la mia scrivania, in quell’angolo del salotto che, un po’ pomposamente, chiamo “il mio studio”

Una Sala Stampa mooooltoooo calda...

Di recente ha fatto molto caldo, e quando fa caldo chi è insofferente si scopre a fare azioni che normalmente non farebbe… se poi a questa miscela di caldo e insofferenza aggiungiamo anche un elemento esplosivo come Segretaria… gli eventi precipitano immediatamente…

Segretaria ha l’ingrato compito, tra l’altro, di gestire il lavoro di fotocopiatura e rilegatura, con sua somma soddisfazione specie quando giunge il momento di fare delle consegne e si trova a dover fotocopiare e rilegare in triplice copia dei lavori che vanno da una relazione di una ventina di pagine a una documentazione assortita di una ventina di dossier… (purtroppo, le consegne dei lavori che seguo io sono tra le più ricche di documentazione… una volta sono arrivato a consegnare 40 dossier di documentazione, da moltiplicare per 3 copie… da allora Segretaria ha gli incubi quando sa che si approssimano “mie” consegne…)
Peraltro, altro motivo di incubo di Segretaria è quando, giunto il periodo delle ferie estive, tutti i clienti della Grande Società richiedono le consegne di lavori, in quanto questo implica fare le fotocopie e le rilegature al caldo, in estate, stando all’interno di quella che viene definita Sala Stampa… chiamare Sala Stampa quel bugigattolo è una cosa senza senso… un corridoio lungo si e no 3 metri, con nell’ordine fotocopiatrice, tavolino per rilegatrice e cassettiera con accessori e tritarifiuti… largo appena quel tanto che basta per far passare una persona strisciando tra la parete e i vari macchinari, e senza alcun dispositivo per areare il locale, io non potrei mai definirlo Sala Stampa… eppure… non sono io a denominare i locali… e, per fortuna, non sono nemmeno io a dover fare fotocopie e rilegature…

Purtroppo, il recente periodo caldo è stato caldo anche per motivi lavorativi, in quanto, approssimandosi le vacanze, sono cominciati a sparire diversi “colleghi” e il loro lavoro è ricaduto su di me… con l’ingiunzione, da parte di GrandeCapo, di una conclusione dei suddetti lavori entro fine mese (altrimenti salta la fatturazione… compresa la mia…)
Io sono un tipo che, quando non è del tutto impossibile, cerca sempre di soddisfare le stravaganze di GrandeCapo (specie se possono influire direttamente sulla mia fatturazione), per cui ho messo mano ai lavori dei miei colleghi ed ho completato ben quattro commesse (roba semplice, da 4 o 5 dossier ciascuna…), sotto lo sguardo furioso-terrorizzato di Segretaria, che paventava il momento che, alla fine è giunto… le 3 copie rilegate di tutto… che, a causa dei suoi ulteriori impegni, si sono accumulate fino agli ultimi giorni utili…

In quei giorni di caldo e di indaffarramento sempre di corsa, Segretaria si è quindi chiusa nella Sala Stampa con i miei dossier (pronti a trasformarsi in “copia d’ufficio” dei lavori da consegnare) e si è messa d’impegno (imprecando e sbuffando in continuazione contro tutti e contro tutto) per portare a termine il suo lavoro… obbligandoci a sostituirla negli altri suoi compiti di centralinista e ricevimento clienti…

Ovviamente, arriva sempre il momento in cui non riesci a fare qualcosa ed hai bisogno si interpellare l’esperta, che sa come fare e dove mettere le mani… e infatti arrivò il momento…
Telefonata di GrandeCapo (dal suo luogo di villeggiatura), cui rispondo io… dopo i convenevoli di rito sulle spiegazioni del motivo per cui non ha sentito la voce femminile di Segretaria ma la mia… mi dice che ha necessità di parlarle e di chiamarla subito… ovviamente, la Sala Stampa non ha un telefono interno cui trasferire la chiamata, quindi mi tocca recarmi personalmente a chiamare la persona interessata, oltretutto siamo solo io e lei, quindi non posso nemmeno mandare qualcuno a cercarla in quella fornace… vabbè, metto in attesa GrandeCapo e mi alzo per andare a chiamare Segretaria…

Al termine del corridoio, dopo gli uffici deserti, c’è la rientranza del corridoio che chiamano Sala Stampa… mi affaccio per dire a Segretaria “Guarda che c’è GrandeCapo al mio telefono che ti cerca…” ma vengo accolto da un urlo esagerato… e resto contemporaneamente senza parole…
Il caldo e la tensione, misti all’assenza dei capi e dei colleghi, hanno fatto sì che Segretaria prendesse un’iniziativa logica, ma alquanto inconsueta e fuori luogo: per sopportare meglio il lavoro a fianco della fotocopiatrice, si è levata la camicietta…

Ho l’impressione che l’urlo sia dovuto principalmente al fatto che ho così scoperto che le sue “curve” da “strada di montagna” sono dovute al fatto che… usa uno di quei reggiseni “miracolosi”, che trasformano in curve sinusoidali anche le tavole piallate…

Un posteggio particolare...

Una recente discussione in un forum che frequento, mi ha fatto tornare in mente un altro simpatico dettaglio sulle mie attività precedenti... in particolare, questo risale a quando mi trovavo in Abruzzo...
All'epoca, lavoravo presso un'azienda di discrete dimensioni in un paesino nei pressi del Gran Sasso... ed alloggiavo in un adiacente paesino che non si trovava nemmeno nelle carte geografiche...
Per il viaggio dall'azienda al paesino dove alloggiavo, mi era stato messo a disposizione il furgone aziendale: un Ducato Daily telonato, di quelli che sembrano dei piccoli camion... che aveva un solo difettuccio: le 5 marce standard si erano, col tempo, trasformate in 2: marcia avanti e marcia indietro... e la leva del cambio posizionata dietro il volante aveva assunto un classico funzionamento a singhiozzo, nel senso che a volte ingranava, a volte no... in ogni caso, dalla prima alla quarta era la stessa cosa...
Alloggiavo presso un bar/affittacamere, che permetteva di posteggiare i veicoli all'interno di uno scheletro di ampliamento dei suoi locali, che per vari motivi continuava imperterrito a restare uno scheletro di colonnati... sull'orlo di un precipizio...
Al mattino, prendevo il suddetto furgone, mettevo in moto, ingranavo la prima e uscivo dal suddetto colonnato, per dirigermi su una strada in ripida discesa verso l'interno del paese, da dove imboccavo la strada provinciale e... raggiungevo nel giro di dieci minuti il luogo di lavoro... viaggio tranquillo, finchè non mi trovavo nella strada provinciale, dove mi si accodavano i mezzi provenienti dai paesi vicini (funzionanti) che cominciavano a strombazzare perchè io non riuscivo a superare i 60 km/h in nessun tratto di quella strada stretta dove non potevano superarmi... e mi lanciavano tanti saluti e benedizioni non appena arrivavo alla svolta per l'azienda dove lavoravo...
Alla sera, al ritorno, la cosa era più complicata: la strada in ripida discesa era a senso unico (come il 90% delle strade di quel paese) e dovevo beccare la strada in ripida salita, che era molto più avanti...
Seguivo la strada provinciale, fino ad una svolta del genere rampa a 180° (praticamente una cosa del genere: < ...io arrivavo dalla parte destra bassa e dovevo girare verso la parte destra alta...), arrivavo rallentato al massimo (non potevo fare altrimenti: quella svolta sembrava costruita sulle dimensioni esatte di una 500... ed io guidavo un bestione telonato...) iniziavo la manovra di svolta e... frenavo immediatamente... dritto davanti a me, non appena svoltavo, c'erano i tavolini di un simpatico baretto... ed era affascinante vedere i vecchietti seduti ai tavolini che, miracolosamente, guarivano da tutti i loro acciacchi e scattavano come centometristi olimpionici al solo apparire del mio furgone davanti a loro...
Naturalmente, non ho mai fatto disastri... frenavo, mettevo la retromarcia e tornavo ad occupare le due corsie della strada provinciale, per la gioia di coloro che restavano bloccati e degli autobus che andavano a orario... poi rimettevo la marcia avanti e... nel giro di un paio di manovre, convincevo quel maledetto furgone che doveva imboccare la strada in salita e non i tavolini del bar...
Al termine della strada in salita, riprendevo la strada del mattino (essendo all'estrema periferia del paese, non c'era più il problema del senso unico, anche perchè non c'erano nemmeno i vigili urbani...) ed entravo nel cortile del mio "campo base" dove potevo posteggiare il furgone sotto il famoso colonnato scheletrico...
Scendevo con velocità estremamente moderata (il tachimetro non segnava nemmeno, ma era piuttosto scassato anche quello, comunque a occhio credo che non superavo nemmeno i 20 km/h...) e mi infilavo dentro il colonnato, nello stesso ampio spazio da cui uscivo al mattino, svoltavo verso il bordo estremo del colonnato... mi avvicinavo con cautela all'orlo del precipizio e... quando vedevo sparire la strada sotto di me, frenavo... mettevo la retromarcia, speravo che avesse ingranato (non potevo nemmeno aprire lo sportello, causa la vicinanza della colonna...) e iniziavo a far muovere il furgone trattenendo il respiro, che esalavo in una botta sola appena mi rendevo conto che si muoveva all'indietro... mi infilavo tra le colonne dietro, scendevo e... entravo nel bar a prendermi una birra... la mia giornata era finita... in attesa della partenza al mattino dopo...

Ho sempre pensato che quei poveri vecchietti del bar non sapevano bene come stessero le cose... altrimenti, non sarebbero scattati quando io giravo, ma cinque minuti dopo... quando posteggiavo... il famoso precipizio si affacciava direttamente sul tetto del bar... ed un furgone che precipita da circa 400 m su un bar a solo 3 m dai tavolini... non credo faccia bene alla salute...

Progettazione continuativa…

E’ stata una settimana di fuoco…
Per una volta, il lavoro non è stato gestito da GrandeCapo in prima persona (e forse questo è un bene) ma da SuperAmministratore in persona (e sicuramente questo è un male)
Naturalmente, SuperAmministratore vede le cose in un modo un pochino alterato, in quanto lui è convinto che l’ingegneria funzioni in maniera astratta… l’ingegnere fa un paio di disegni, una relazione, un paio di cifre su un computo e… finisce lì… Peccato che il Cliente non la veda allo stesso modo, ed il Cliente stavolta è uno di quelli che non ha solo la C maiuscola…
Per farla breve e saltare dettagli irrilevanti, SuperAmministratore ha preventivato dei tempi molto giusti per fare i lavori (senza dubbio più azzeccati di quelli che avrebbe tirato fuori GrandeCapo…) ma la maggior parte di questi tempi se li è tenuti da parte lui per fare le sue offerte, le sue riunioni con il Cliente, le sue riunioni con i responsabili delle ulteriori attività, le sue riunioni con ArchitettoSenzaRitegno (cui è stata affidata la progettazione edile…) ecc…
Alla fine, i tempi per fare effettivamente i lavori si sono ridotti notevolmente, ma siccome l’appalto è gestito come per l’Ente pubblico, ecco che la documentazione promessa (e quindi da produrre) è cresciuta a dismisura…
PiccoloCapo ha posto rimedio setacciando tutto il personale disponibile e… avviando marce forzate nella lavorazione… Io avevo un lavoro da terminare, quindi sono stato lasciato fuori, fino al venerdì… quando SuperAmministratore ha capito che non si sarebbe riuscito a fare niente, anche perché ArchitettoSenzaRitegno continuava a spostare i layout senza alcun valido motivo (e senza avvertire in tempo, che è peggio…) e non si riusciva a decidere come posizionare gli impianti… SuperAmministratore ha lanciato una serie di bestemmie, ed è andato da GrandeCapo a dirgli di sospendere ogni altro lavoro per far mettere tutti a sua completa disposizione… poco dopo mi arriva una telefonata di GrandeCapo che ha cercato di impormi una fermata straordinaria nel fine-settimana… peccato che io avevo preventivato di fare altri lavori (miei) con i quali sono già in un ritardo notevole… ed ho risposto picche… sorbendomi una filippica sulla disponibilità, sulla responsabilità, sulle infinite parole che finiscono con …ità e che significavano che io, perfido e crudele delinquente, non mi sottomettevo alle sue necessità… facendo straordinari non pagati… mentre lui andava tranquillo al mare… (peccato che ci sia stato brutto tempo…)
Naturalmente, il lunedì vengo egualmente inserito nello staff di lavorazione e scopro che la consegna è fissata per il venerdì… bene, c’è parecchio tempo, e siamo in una quindicina di persone a lavorare… peccato che io non sappia cosa devo fare, non abbia mai visto i posti dove dovrò realizzare gli impianti e, soprattutto, non abbia alcuna idea di cosa dovrà esserci lì dentro… ma, a parte queste piccole quisquilie, iniziò ad operare secondo le indicazioni di PiccoloCapo: tu fai la progettazione con il programma – la "ciofeca", n.d.r. – mentre io ti do i dati da inserire… ovvero prende uno schema a blocchi, me lo consegna e… fai tutti i quadri segnati, poi vediamo cosa metterci dentro…
Apro il programma (la ciofeca) e iniziò a trasformare quello schema a blocchi in una base di impianti elettrici… per la pausa pranzo è tutto a posto… poi iniziano le variazioni…
L’ArchitettoSenzaRitegno ha cambiato il layout, le canaline non possono più passare da lì perché è diventato un compartimento REI, quindi non dobbiamo forare i muri, giriamo dall’altra parte… le linee si allungano, aumenta la caduta di tensione… servono cavi di sezione più grossa, la canalina non basta, bisogna prendere un’altra canalina, ma non c’è posto dove metterla…
Termico non è capace di calcolare la distribuzione dell’impianto di climatizzazione con le nuove impostazioni e… ha bisogno di una centrale di trattamento aria in più… che naturalmente va alimentata… “da quanti kW?” “ah, be.. poi te lo dico…” “no, me lo dici adesso, se devo fare i calcoli…” “e, ma adesso non lo so…”
PiccoloCapo ha cambiato la distribuzione mettendo nuovi quadri nello schema a blocchi, e bisogna ricominciare ad inserire dati nella ciofeca…
Per completare le impostazioni, lunedì sera sono uscito che era passata di parecchio la mezzanotte (ovviamente i mezzi pubblici non girano praticamente più a quelle ore, ed ovviamente io non vado in ufficio in macchina per regalare soldi al comune…)
Martedì mattina ricomincio e… saltano fuori mille casini e mille cambiamenti, ma sistemo tutto e, alle tre di notte riesco a tornare a casa… (ovviamente continuo a non andare in ufficio in macchina, ma un collega fa più o meno la mia strada e mi dà un passaggio… solo che viaggiare a fianco di uno che sembra crollare addormentato sul volante ogni minuto, non è il massimo della vita…)
Mercoledì mattina arrivo in ritardo (subisco il cazziatone di PiccoloCapo, entrato circa cinque minuti prima di me…) e scopro che ArchitettoSenzaRitegno ha di nuovo stravolto tutto (la consegna resta sempre per venerdì…), ovviamente ricomincio a fare i calcoli e scopro che devo nuovamente sostituire cavi e quant’altro… ma stavolta non si può fare niente, dobbiamo concludere… SuperAmministratore sta bestemmiando in tutte le lingue conosciute e sconosciute… ricominciamo con i lavori, calcolare, generare i file di disegno e le schede di verifica… chiedere a Disegnatrice se, tra una telefonata e l’altra, può stampare i disegni che vengono inseriti nella cartella di lavoro… e magari farne anche dei PDF da consegnare… insegnare a Segretaria le basi del CAD per fare in modo che possa stampare i disegni nella cartella di lavoro… e magari farne anche dei PDF, quando Disegnatrice è troppo occupata con le telefonate… chiedere alla nuova Stagista se le dispiace fermarsi un pochino di più (anche oggi…) e completare i lavori… alla fine di tutto, visto che non si può fare a meno di raccogliere il materiale e darsi da fare per preparare qualcosa da consegnare… ben undici persone (ovviamente non Disegnatrice, in fondo c’era solo più da disegnare e stampare, a che serviva una Disegnatrice…) si sono fermate in ufficio ininterrottamente fino a venerdì mattina… perché SuperAmministratore potesse andare poi a consegnare il lavoro… (unica ricompensa, il fatto che SuperAmministratore portasse tutti in pizzeria e pagasse le pizze con la carta di credito aziendale… in fondo, un’ora potevamo anche prendercela, mentre il plotter continuava a sfornare disegni su disegni, svuotando una coda di stampa pressochè interminabile…)
Venerdì mattina alle 6, chiunque fosse passato nella zona dei Murazzi, avrebbe visto un nuovo gruppo di sbandati… probabilmente più “fatti” di quelli che uscivano dai locali… che si aggiravano tra i bar ancora chiusi alla ricerca di un posto dove far colazione… mentre il plotter completava lo svuotamento della coda di stampa, sfornando disegni su disegni…
Venerdì in tarda mattinata, ArchitettoSenzaRitegno raggiunge SuperAmministratore nel nostro ufficio e se ne esce con un “forse si sarebbe potuto fare così…” SuperAmministratore se ne esce con un “ma ormai mi sembra troppo tardi…” forse incoraggiato dagli occhi iniettati di sangue di ben undici persone che hanno alzato la testa fissando ArchitettoSenzaRitegno con quello che può senza dubbio essere definito uno sguardo omicida… e dalle proteste di Disegnatrice (che, rientrata in orario normale, si è accorta che sono rimaste delle tavole da piegare e rilegare e dei CD da masterizzare, e che dovrà fare lei anche se non sono suoi lavori, è compito della segretaria…) e dal fatto evidentissimo che Segretaria non si regge più in piedi (anche perché, altrimenti, Disegnatrice non sarebbe sopravvissuta a quello che ha detto…) e che il gruppo di ammutinati sta autonomamente decidendo di andare a casa a dormire… (naturalmente, nel mio caso, facendo la strada a piedi, visto che non ho il coraggio di salire sull’autobus affollato dopo essere vissuto dentro il mio stesso sudore per più di 48 ore… in fondo sono solo 5 chilometri…)

Servizi di informatica applicata…

Ovviamente, sto parlando di quel programma da me ribattezzato “la grande ciofeca”, che la ditta produttrice cerca di far passare come un programma per effettuare calcoli e verifiche impiantistiche, in particolare nel settore elettrico, ma non solo…

Ho conosciuto questo programma parecchi anni fa, quando era ancora funzionante sotto DOS e le “schermate” erano composte da una decina di righe di testo giallo dentro un rettangolo violetto su uno sfondo blu… (meravigliosa scelta di colori…) e sfruttava in modo pressochè allucinante i tasti funzione (allora mi pare ce ne fossero solo 10, sulle tastiere… e se non avevi la tastiera standard, era un bel casino…)
Ogni funzione da far valutare al programma (inserimento di nuove apparecchiature, calcolo dati, salvataggio ecc.) erano implementate sull’uso di un tasto funzione, o sull’inserimento di una stringa alfanumerica non ben definita, che pare desse l’ordine al computer di fare quella determinata subroutine che corrispondeva al pigiare quel tasto funzione… peccato che gli elettricisti che conoscono il linguaggio macchina (assembler) sono numerosi quanto i programmatori che conoscono gli impianti elettrici…

In ogni caso, era sempre possibile ricorrere all’assistenza tecnica, visto che nel pacchetto di acquisto del programma era compreso – al modico prezzo aggiuntivo di circa cinquecentomila lire – l’abbonamento per un anno agli aggiornamenti e l’assistenza telefonica da parte dei programmatori che avevano realizzato questo immenso database… bastava telefonare in orario giusto (l’assistenza funzionava solo per quattro ore al giorno, certi giorni al mattino e certi al pomeriggio… un po’ come l’orario di visita del medico di famiglia…), non parlare assolutamente in termini tecnici da elettricisti (quei poveracci dall’altra parte sono programmatori, non elettricisti…), studiarsi prima dei buoni manuali di programmazione ricchi di gergo tecnico da programmatori (quei poveracci da questa parte sono elettricisti, non programmatori…), ricordarsi di leggere i 48 capitoli del manuale d’uso del programma, dove c’è scritto quant’è bello, quant’è figo, quanto fa bene i calcoli, quanto fa… ma non c’è scritto cosa fare quando si blocca perché stai cercando di inserire un interruttore magnetotermico e “lui” vuole un differenziale… (normalmente, l’assistenza si concludeva con una frase del tipo “…legga il manuale, da pagina 1 a pagina 2468…”), e prepararsi a copiare il risultato del programma in esecuzione (quello che dava l’errore) su un CD (chi li aveva già, altrimenti far generare gli output per copiarli su una serie di floppy… naturalmente era un pochino complicato far generare degli output ad un programma che si bloccava completamente, obbligando a riavviare il computer…) e poi spedire tale supporto alla casa produttrice, che lo avrebbe analizzato (in barba alle leggi sulla privacy…) ed avrebbe risposto entro poche settimane… (naturalmente, questo fa capire che, nel meraviglioso mondo dei programmatori, non ci sono mai scadenze al giorno prima di iniziare i lavori…)

Naturalmente, questo accadeva molti anni fa… adesso la situazione è notevolmente migliorata…
Adesso, il programma ha acquisito una meravigliosa interfaccia grafica con effetti tridimensionali, sulla quale si crea materialmente l’impianto elettrico, poi si inseriscono i dati delle varie apparecchiature, e questo programma crea infine una serie pressochè infinita di elaborati grafici e testuali che, sfruttando le meraviglie dei programmi annessi, si traducevano in una serie di elaborati già bell’e pronti da inserire in un progetto…
Naturalmente, questo significa che bisogna avere installati office e autocad, oltre alla ciofeca… e naturalmente, visto che ad un certo punto funzioneranno in contemporanea, avere una certa struttura di hardware, che consenta l’esecuzione contemporanea della ciofeca, di tre finestre di word in fase di stampa unione da database esterno, di una finestra di autocad in fase di script LISP da programma esterno e… naturalmente, del sistema operativo e di quant’altro potrebbe servire in un ufficio tecnico di impiantisti… tranne autocad e office, che se ci sono altre finestre aperte, al termine dell’esecuzione “lui” chiude tutto, anche quello dove erano in corso altri lavori… (questo quando non genera un errore irreversibile, perché i programmi annessi sono già in utilizzo…)

Passando alle ultime potenzialità di windows, la ciofeca ha assunto una procedura di installazione da CD mediante un autoplay che, in soli 25 minuti, installa il programma, carica tutti i database delle apparecchiature con un livello di personalizzazione che ha dell’incredibile (nel senso che si ha la possibilità di scelta per le cartelle di destinazione tra l’opzione di default e l’opzione di default…) e, alla fine, richiede l’inserimento della chiave hardware e il riavvio del sistema… senza levare il CD… Una volta riavviato, tenta di ripartire l’installazione che bisogna bloccare, levare il CD e riavviare nuovamente il computer… a quel punto, se la chiave hardware viene riconosciuta, si è pronti ad operare…

Cioè, a dire il vero, si è ancora in una fase preoperativa: bisogna ancora configurare gli “accessori”… word, excel, autocad… affinchè possano essere gestiti come strumenti di lavoro dalla ciofeca… ovvero ridurre al minimo indispensabile i livelli di protezione (tanto mica ci sono virus o altro che si nascondono nelle macro di office…) e configurare opportunamente il gestore di stampa della ciofeca in modo che la stampa-unione di word e gli script LISP di autocad ricevano il loro segnale direttamente dalla ciofeca e usino esclusivamente i modelli della ciofeca… personalizzabili al massimo, basta che ogni utente si chiami come la ditta che produce la ciofeca… (o che abbia un qualche pirla nell’ufficio tecnico che si incarichi di modificare “a mano” tutti i file prodotti in word, excel e autocad…) A dire il vero, il programma è in realtà personalizzabile, basta essere in grado di conoscere il significato recondito delle sigle usate nei modelli di stampa unione e delle variabili usate dal programma, e rifarsi daccapo il modello di office o di autocad… oppure utilizzare un proprio modello avendo cura di lanciare il programma non da schermata grafica, ma da una finestra di testo stile DOS, con una serie di parametri ed opzioni aggiuntive, creando una stringa alfanumerica in esadecimale che dovrebbe far capire al programma che si sta cercando di fargli usare strumenti diversi da quelli di default… peccato che gli elettricisti che capiscano la rappresentazione esadecimale del linguaggio macchina siano numerosi quanto i programmatori che capiscono che un programma elettrico deve essere utilizzato da elettricisti, non da programmatori…

Dopo quest’ultima fase, si è finalmente in grado di far partire il programma, stampare la guida in linea di 48 capitoli dove c’è scritto quant’è bello, quant’è figo, quanto fa bene i calcoli… leggersela attentamente, iniziare ad inserire interruttori e… assistere impotenti alla comparsa di finestre di messaggio con su scritto “Errore irreversibile!” e spegnimento del programma… senza naturalmente aver salvato alcunchè…
Naturalmente, non bisogna mai cercare di capire perché i valori dei database di questo programma non coincidano molto con le caratteristiche (da catalogo) delle apparecchiature che dovrebbero rappresentare, né tantomeno pensare di creare un proprio database di apparecchiature (seguendo le istruzioni dettagliate di circa 100 pagine di manuale) perché alla fine della procedura, dopo solo due mesi di lavoro fuori orario… ci si accorge che si sono dimenticati di segnalare che, alla fine, bisogna ricompilare l’intero programma con il nuovo database… peccato che il codice sorgente sia sito presso la casa costruttrice, che in tal modo si ritrova (aggratis) un nuovo database da inserire nella prossima release…

In ogni caso, è sempre possibile ricorrere all’assistenza tecnica, visto che nel pacchetto di acquisto del programma è compreso – al modico prezzo aggiuntivo di circa 500 euro – l’abbonamento per un anno agli aggiornamenti e l’assistenza telefonica da parte dei programmatori che hanno realizzato questo immenso database… basta telefonare in orario giusto (l’assistenza funziona solo per quattro ore al giorno, certi giorni al mattino e certi al pomeriggio… un po’ come l’orario di visita del medico di famiglia…), non parlare assolutamente in termini tecnici da elettricisti (quei poveracci dall’altra parte sono programmatori, non elettricisti…), studiarsi prima dei buoni manuali di programmazione ricchi di gergo tecnico da programmatori (quei poveracci da questa parte sono elettricisti, non programmatori…), ricordarsi di leggere i 48 capitoli del manuale d’uso del programma, dove c’è scritto quant’è bello, quant’è figo, quanto fa bene i calcoli, quanto fa… ma non c’è scritto cosa fare quando si blocca perché stai cercando di inserire un interruttore magnetotermico e “lui” vuole un differenziale… (normalmente, l’assistenza si conclude con una frase del tipo “…legga il manuale, da pagina 1 a pagina 2468…”), e prepararsi ad inserire il progetto in esecuzione (quello che da l’errore) come allegato di una email da spedire all’ufficio di assistenza della casa produttrice, che lo avrebbe analizzato (in barba alle leggi sulla privacy…) ed avrebbe risposto entro poche settimane… (naturalmente, questo fa capire che, nel meraviglioso mondo dei programmatori, continuano a non esserci scadenze al giorno prima di iniziare i lavori…)

Beh, forse qualcosa è cambiato… per fortuna, le varie case produttrici continuano a creare e distribuire programmini gratuiti, senza alcuna assistenza, che hanno solo ed esclusivamente il database delle apparecchiature di quella casa, e funzionano benissimo, senza scomodare office ed autocad e senza impegnare eccessivamente le risorse dei computer con effetti grafici tridimensionali…

altro gatto... altra cabina...

La manutenzione in una cabina elettrica non è una cosa molto frequente, sia perché in condizioni di funzionamento normale le apparecchiature non hanno particolari problemi, sia perché ben pochi hanno voglia di entrare dentro un locale stretto, in cui sono contemporaneamente presenti apparecchiature di bassa e media tensione…

Quando il Cantierista rientrò da due manutenzioni programmate di fila e tutte e due le volte mi riferì (dato che ero io il responsabile dei cantieri…) di aver trovato parecchie tracce di escrementi animali, cominciai a preoccuparmi, anche perché dal suo discorso non era chiaro che fosse un animale, e lasciava intuire che c’era qualcuno (o qualcosa) che se ne andasse a passeggio dentro la cabina elettrica, usandola come fosse un bagno… il chè non è bene…

Decisi di andare a vedere di persona, e mi armai dei necessari permessi (da parte del cliente) per accedere alla cabina…

Era passata solo una settimana dall’opera di manutenzione (e pulizia) eppure qualcosa lasciava intuire che c’era stato un ulteriore accesso a quella cabina, da parte del misterioso disseminatore di escrementi…

Il diretto responsabile dell’accesso alla cabina mi ha chiaramente riferito che, tra il mio cantierista ed il sottoscritto, nessuno ha richiesto le chiavi di accesso alla cabina.

Il souvenir che gli ho mostrato era comunque troppo recente per essere stato abbandonato dal mio collega e, siccome io, Cantierista ed il responsabile del cliente eravamo insieme, ognuno di noi poteva testimoniare per l’altro… anche se non era comunque così recente da essere attribuito a me…

Cantierista fece notare che la posizione era quella dove normalmente si concentrava il maggior numero di simili ricordi…

In quella zona, trovammo abbastanza facilmente un tratto di cunicolo aperto, che da vecchie documentazioni di cui non eravamo a conoscenza (avendo preso dopo l’appalto) rivelava la presenza di una ormai dismessa ulteriore cella di media tensione, dedicata all’alimentazione di un’altra cabina più piccola in un’altra sede dell’edificio, attualmente venduta a terzi… il cunicolo era quello dove passavano i cavi di media tensione che alimentavano quel trasformatore… ed era vuoto… stranamente, il coperchio non era completo ed in parte restava aperto il cunicolo stesso… anche se era pressochè inaccessibile ad un normale essere umano…

Capito che gli escrementi non erano di origine umana, ma animale e che quello doveva essere l’accesso del misterioso ospite, restava da capire chi fosse codesto folle spargitore di rifiuti organici… ma quella era la nostra giornata fortunata…

Sentii dei rumori nel cunicolo e feci spegnere la luce… attendemmo alcuni istanti e… fece capolino qualcosa di piccolo e silenzioso… accendemmo la luce e… vedemmo un gatto randagio che stava tranquillamente facendo i suoi bisogni a pochi passi da noi…

Ci guardò con indifferenza, e noi ci guardammo l’un l’altro, poi il gatto se ne andò da dove era venuto…

Il giorno dopo mettemmo un coperchio al cunicolo e, da allora, nessun corpo estraneo fu trovato durante la normale manutenzione della cabina…

ai topi piace l'isolante...

Il cliente non riusciva a capire come mai saltasse sempre l'interruttore, e siccome il cliente era uno di quelli che pagano bene, GrandeCapo decise che era un lavoro per Superm... ehm, per il responsabile dell'ufficio tecnico, e così il giorno dopo posteggiai la Panda VAN aziendale nel cortile di una delle più belle Ville che abbia mai visto (non che ne abbia viste molte...) e mi sradicai fuori dal cabinato (era così inadatta al mio fisico che la guidavo direttamente con le ginocchia...), presi la valigia dello strumento e la borsa degli attrezzi, quindi mi avvicinai al portone e suonai...
Il maggiordomo da film che mi venne ad aprire mi scrutò come fossi un immondezzaio e scrutò con la stessa aria la macchina, sulla quale campeggiava la scritta adesiva recante il nome della ditta... quindi mi fece cenno di seguirlo (nessuno aveva ancora aperto bocca...), mollandomi in una saletta da anticamera che era più grande dell'alloggio in cui abito...
Il padrone (il cliente, dal punto di vista di GrandeCapo, il RompiMarroni, dal mio punto di vista...) venne giù quasi subito, non mi diede la mano e mi disse “C'è un problema!” “Mi dica?” “Mi scatta l'interruttore!” “Quale interruttore?” Mi guardò come se fossi l'idiota che ero, non disse più niente, chiamò il maggiordomo e mi fece condurre nel locale tecnico, dando ordine che mi assistesse nell'impresa... (sai mai che combino qualche guaio...)
“Qual è l'interruttore che scatta?” chiesi io, vedendo che il quadretto era piuttosto affollato... “Quello lì!” rispose il maggiordomo indicando uno degli interruttori. Io mi avvicinai, lessi la targhetta e scoprii che l'interruttore incriminato era adibito al pompaggio dell'acqua dalla cisterna esterna (leggi pozzo...), allora cominciai a pensare (no, non ci fu alcun principio di incendio...)
“Dunque, l'interruttore è un magnetotermico differenziale quadripolare, adibito al comando e protezione della linea del pozzo!” aprii il quadretto e controllai il cavo... “La linea uscente è in cavo multipolare, la sezione è appropriata alla taglia dell'interruttore... il cavo procede verso il pozzo in cavidotto interrato...” Uscii, dirigendomi al pozzo, sempre seguito dal maggiordomo “... La linea che arriva al pozzo è la stessa che esce dal quadro, pare non ci siano giunti e/o interruzioni... La taglia del motore è appropriata, e l'assorbimento non supera le caratteristiche di cavo e interruttore! Il collegamento a terra è opportunamente eseguito!” mi voltai verso il maggiordomo “Devo verificare il problema! Attacchiamo la macchina!”
Azionai la pompa e... dopo pochissimi istanti, si spense... tornai dentro e... l'interruttore era scattato...
Chiesi al maggiordomo di riavviare la macchina al mio segnale e riarmai l'interruttore, collegando opportunamente lo strumento (aveva anche una funzione di analizzatore di rete, che nessuno usava mai, ma era quella che mi serviva di più...
Avviamento della macchina e... STAC... scatto dell'interruttore...
Analizzo i risultati dell'analizzatore di rete e... ci sono un paio di valori che non mi convincono...
Per escludere ogni cosa, faccio un paio di misurazioni e, i risultati coincidono con quello che mi immaginavo... non c'erano più dubbi...
Chiamo in ditta, risponde Segretaria e mi faccio richiamare da GrandeCapo sul cellulare...
“Che c'è?” “GrandeCapo, sono qui dal cliente e... c'è un problema: mandami un paio di Cantieristi con una quarantina di metri di cavo 5G16 in EPR da sostituire in tubazione interrata e un po' di veleno per topi...!” Il maggiordomo mi fissò stralunato quando parlai di veleno per topi, e mi disse “Guardi che qua non abbiamo topi...” “Lo spero per voi, ma a me serve un po' di veleno per topi!” Mi guardò come se avessi detto che mi volevo suicidare e... si affrettò ad allontanarsi da me...
Dopo un po' di tempo, arrivò il furgoncino dei Cantieristi, ed i ragazzi prepararono il tutto a tempo di record...
Sganciarono il vecchio cavo dall'interruttore, lo sganciarono dal motore egli fissarono il nuovo cavo, sul quale fissarono tramite nastri le varie bustine di veleno per topi, quindi collegarono il nuovo cavo al motore ed iniziarono a tirarlo, tirando via il vecchio cavo...
Nel giro di non molto tempo, il maggiordomo vide arrivare nel locale tecnico l'estremità del nuovo cavo, che Cantierista si affrettò a collegare sotto l'interruttore ed a provare... tutto a posto...
Io presi il vecchio cavo e, mentre lo arrotolavamo, mostrai al maggiordomo che in parecchi punti l'isolante era sparito... “Topi!” dissi, indicando i tratti dove era stato messo a nudo il rame... “In alcuni punti si erano quasi create le condizioni per un bel corto circuito, ma nella maggior parte si erano limitati a creare dei punti di dispersione... era il differenziale che scattava, e meno male che c'era, altrimenti ci sarebbe stato l'intervento del magnetotermico, ma molto più in là e... probabilmente il vostro motore non ce l'avrebbe fatta...”
Poi aggiunsi “Pare che ai topi piaccia l'isolante... spero che quelle buste di veleno per topi durino a lungo, ma se ricominciasse a scattare, sappiamo già a cosa è dovuto...”
Il maggiordomo mi guardò stupito, mentre gli diedi da firmare il foglio di intervento eseguito...

Millenium bug… 48 ore per non morire…

I più vecchi si ricorderanno che, al termine del secolo scorso, ci fu una minaccia terribile per l’umanità, un qualcosa al cui confronto le tanto paventate catastrofi nucleari parevano delle sciocchezze…
Sto parlando del più grosso problema della civiltà dei computer, le due cifre che, azzerandosi, avrebbero provocato catastrofi spaventose e perdite di dati in merito a miliardi e miliardi di esseri viventi, che non sarebbero più risultati da nessuna parte e quindi sarebbero stati virtualmente inesistenti… (ed in una società dove tutto è virtuale, essere virtualmente inesistenti equivale ad esserlo realmente…).
Il termine ultimo per definire tale preannunciata catastrofe senza precedenti nella storia dell’umanità è stato “Millenium Bug” (mi pare sia uscito in contemporanea con la versione “Millenium Edition” di Windows, ma non sono sicurissimo di questo aspetto della vicenda… né di possibili correlazioni, sempre che ce ne siano state…)
In sostanza, il cliente di allora era una struttura sanitaria gestita da personale religioso, ed il panico creato dalla notizia fu tale da spingere quelle simpatiche e gentili donnine a supplicare piangendo GrandeCapo di porre rimedio con l’aiuto del loro Grande Capo e quello, più terra-terra, dei mezzi tecnologici di cui disponevamo all’epoca…
GrandeCapo prende a cuore la gestione dell’intera faccenda, il benessere e la sicurezza delle povere suore, dei medici, dei poveri ricoverati costretti a subire, inermi, il triste destino della sparizione virtuale sia loro che dei loro malesseri, e principalmente, il crollo della gestione informatizzata (?) delle Sale Operatorie…
Non essendoci limiti alla sua onnipotenza (e forse anche al pagamento della parcella…), GrandeCapo decide di optare per un rapido ed accurato controllo delle funzionalità di gruppi elettrogeni, gruppi di continuità e quant’altro, poi pensa bene (?) di raddoppiare la protezione, noleggiando un paio di giganteschi gruppi elettrogeni, da affiancare a quelli già esistenti…
La squadra di pronto intervento assiste quindi all’ingresso di un paio di veicoli da fantascienza, che depositano nel cortile i due gruppi elettrogeni, ed i tecnici addetti sballano (nel senso che aprono le confezioni) i due generatori, permettendoci di accedere e procedere con il collegamento impiantistico…
Noi montiamo i cavi, installando degli interruttori intebloccati nei quadri elettrici di cabina, in modo che, in caso di mancanza di rete, avvenga immediatamente la commutazione sia sul gruppo elettrogeno ufficiale sia su questi gruppi di emergenza…
Collaudo, messa in servizio e… tutto a posto… via a casa… No, contrordine!!!
La suora che fa le veci del direttore sanitario, ci avvisa che l’ente ospedaliero non vuole correre rischi… e GrandeCapo prende nuovamente a cuore la situazione (o a portafoglio…) e decide, seduta stante, di installare un presidio operativo permanente sul posto…
Tutti questi paroloni possono essere tradotti con la seguente frase: “qualcuno dovrà stare qua fino al termine del casino…”
Si organizzarono i turni, e si decise che i cantieristi si sarebbero smazzati la parte operativa dei turni di controllo, ma era necessario mettere qualche responsabile a coordinare i cantieristi…
Nelle 48 ore più critiche (dalle 12 del 31 dicembre alle 12 del 2 gennaio), sarebbero stati tutti presenti, negli altri giorni (eravamo ancora a prima di Natale) sarebbe bastata la presenza alternata di CapoCantierista e del responsabile dei cantieri
E’ inutile stare a dettagliare, quindi farò un breve riassunto…
Sappiamo che i temuti danni non ci furono, mentre ci furono parecchi casini negli immediati prima e dopo…
In definitiva, furono le 48 ore più lunghe della mia vita, e fu il servizio di vigilanza più inutile (per fortuna) della mia vita…

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...