Posto di blocco

Ogni tanto, quando sono in macchina verso lidi lontani, mi è capitato di essere fermato dalle forze dell’ordine.
In particolare, durante i miei viaggi verso il mio bel cantieruccio pepato ed esplosivo, mi è capitato diverse volte che, percorrendo la strada statale nel pieno rispetto dei limiti di velocità e senza aver bevuto un solo goccio di alcool, avvistassi in lontananza un posto di blocco dove un militare in uniforme si stava sbracciando per farmi notare la paletta colorata di rosso che aveva in mano e per dirmi che sentiva un impellente bisogno di chiacchierare con me e di vedere come me la cavavo a posteggiare sulla riva di una bialera, per poi giocare ai chips e controllare se la mia patente e il mio libretto di circolazione fossero conformi alle normative vigenti, se la mia auto fosse realmente mia e non presa in prestito da qualcun altro (che magari non si era nemmeno accorto di avermela prestata) e, ultimo ma non meno importante, se io fossi realmente io e non qualcun altro che simulasse di essere me stesso!!!
Una di queste volte, una pattuglia di carabinieri mi fermò per un normalissimo controllo.
Un militare mi segnalò di accostare, io accostai e notai che l’altro militare alzò la canna della mitraglietta verso di me e mise il colpo in canna!!!
Contemporaneamente, il primo mi si avvicinò e mi chiese i documenti, che gli consegnai immediatamente muovendomi con naturalezza, ma lentamente, senza perdere d’occhio la canna della mitraglietta puntata in modo da aiutarmi a rifare tutte le otturazioni dentarie…
Al termine dei controlli di routine, il primo militare mi restituì tutti i documenti e mi fece capire che potevo andare. Posai i documenti sul sedile a fianco, mentre il secondo militare abbassava la canna della mitraglietta e si spostava, misi in moto e mi allontanai di diverse centinaia di metri, per poi fermarmi a una piazzola di sosta, sistemare correttamente la documentazione e… permettere alla mia vescica di scaricare la tensione accumulata nell’osservare per una decina di minuti l’interno di una canna di un’arma da fuoco, dove la mia immaginazione vedeva pure la pallottola pronta a saltare fuori…
Vi assicuro che non è una bella sensazione!!!

Commedia degli equivoci 2

PiccoloCapo non va d’accordo con la tecnologia, e la tecnologia si rifiuta di assecondarlo, così è obbligato a chiedere soccorso, ovviamente urlando dal suo ufficio senza ricorrere al telefono (che è l’unico strumento dell’ufficio che NON si rifiuta di obbedirgli…)

Ecco una discussione tutta urlata tra due protagonisti d’eccezione (PiccoloCapo e Disegnatrice):
“Disegnatrice?” “Che c’è?”
“Senti…” “Dimmi…”
“Ce l’hai mica aperta?” “Certo! E’ normale che ce l’abbia aperta…”
“La puoi chiudere?” “Certo che no, ci mancherebbe..”
“Chiudila!!!” “Ma perché dovrei chiuderla?”
“Perché devo aprirla io!” “Cosa?"
"Ho detto chiudila, che così poi la apro io!" "Ehi! Ma per chi mi hai preso?”
“Ma che stai dicendo?” “Ma tu di che parli?”
“Della tavola disegnata: quella della distribuzione delle linee elettriche della commessa TalDeiTali!” sospiro di Disegnatrice, che clicca sul computer e poi urla “Chiusa!”

Ma perché scatta sempre?

Un giorno l’azienda fornitrice decise di cambiare i contatori anche nel palazzo dove ha sede la GrandeSocietà SuperEsperta, e venne il giorno dedicato all’intervento, arrivarono gli operatori e ci fu detto di salvare e chiudere tutto, spegnere i computer e spegnere il non-server.. esattamente un istante prima che provvedesse l’azienda stessa a spegnere tutto nella maniera più drastica (quante bestemmie ho imparato quel giorno, grazie ai miei colleghi e a SuperAmministratore)
Dopo non molto tempo, ci fu ridata l’energia elettrica e potemmo accendere i computer, accendere il non-server, recuperare i danni e riprendere i lavori.
Il giorno dopo, mentre stavamo lavorando, improvvisamente ci fu un blackout (intervento del magnetotermico per sovraccarico..)
Ripristino e telefonata all’azienda, che controllò, dicendoci che forse c’erano problemi e avrebbero provveduto a sostituire il contatore.
Il giorno dopo nuovo blackout, ma tenemmo duro, visto che dopo un paio di giorni ci sarebbe stata la sostituzione.
Sostituito il contatore, eravamo tranquilli, finchè non ci fu un nuovo blackout, con conseguente perdita di dati e tempo, oltre che di nuove imprecazioni da pare di SuperAmministratore.
E ogni volta era indicato un sovraccarico, e ogni volta sempre alla stessa ora (verso mezzogiorno).
Un giorno, stufo di queste beghe e convinto di alcuni dettagli, vado da SuperAmministratore e gli suggerisco un sistema di ripristinare la corretta situazione, che lui (ancor più incazzato di me, dato che ha perduto gran parte dei suoi porn..lavori) si decide a eseguire.
Chiama l’elettricista di fiducia, che giunge con l’attrezzatura, accede alla cantina, individua il nostro contatore e controlla tutti i fili elettrici in uscita, tirandone un paio a cui aveva collegato un cavo direttamente posizionato nel quadro generale dell’ufficio.
Scollega le alimentazioni dal contatore e ricollega solo il nuovo cavo, tranciando via ogni altro filo elettrico che si infilava nella nostra tubazione.
Dopo di ciò, con apposita resina, blocca l’accesso alle viti di serraggio dei cavi.
Da allora, nessuna ulteriore interruzione di corrente in concomitanza con la preparazione del pranzo di qualche condomino…

Architetta non plotta.. 2

Vi ricordate di Architetta? Quella che aveva problemi a plottare? Li ha ancora!
Ultimamente sta lavorando con strani disegni in formato lenzuolo matrimoniale per orge multiple, da conto terzi, quindi deve gestire file in PDF, e plottarli.
Dopo le recenti modifiche agli uffici, la nuova postazione di Architetta è nello scantinato insieme a coloro che gestiscono i cantieri senza capirne niente, nello stanzone a fianco di dove hanno messo i plotter. Da lì Architetta telefona a chiunque perché gli plotti i disegni.
Un giorno telefona a Disegnatrice che però è in malattia (no: io non ho voglia di fare il giro della scrivania per prendere la chiamata, quindi dopo 8 squilli il suono sgradevole cessa da solo), allora telefona a Termica che le fa “No, io ho problemi a plottare i pdf a lenzuolo, prova con qualcun altro!”
A Termico non telefona, visto che hanno litigato (come al solito), e allora ecco che sento l'inconsueto suono del mio telefono.
“Si?” “MK?”
“Si!” “Ciao, sono io.. Architetta!”
“Ciao, cosa c'è?” “Ecco, io.. scusa se ti disturbo, ma è una cosa davvero urgente..”
“Dimmi..” “Ecco, io ho l'assoluto bisogno urgentissimo di trovare subitissimo qualcuno che ce l'abbia!”
“Uh? Che abbia cosa?” “Ho subito pensato a te..” (come no?)
“A me? Ma cosa dovrei avere?” “Un autocad funzionante per plottarmi dei disegni!”
“Autocad funzionante?” “Si, il mio non funziona: non mi apre i disegni che devo plottare!”
“Per caso ti riferisci ai pdf di cui parlavi con Termica?” “Ehr.. si..”
“Allora mi spieghi che caxxo c'entra autocad con i pdf???!!!” “...blblbl...”
Serie interminabile di singhiozzi al telefono finché qualche lacrima comincia a uscire anche dalla cornetta dal mio lato obbligandomi ad allontanarla dall'orecchio (e fissare perplesso la cornetta in preda a un simile fenomeno mistico), finché odo nuovamente il suono della sua voce.
“Dai! Me li stampi? Peppiacere, peppiacere, peppiacere..”
“Quanti sono?” “Pochi..”
“Quanti?” “Una decina..”
“QUANTI?” “18!”
“Dove sono?” “Ti mando la mail con tutti i dati..”
Arriva la mail con le indicazioni della commessa, dei disegni e il fatto che le serviranno plottati entro un'ora al massimo, altrimenti ci sarà minimo la fine del mondo!
Apro la cartella, apro i file con il lettore pdf e lancio il plottaggio senza stare a preoccuparmi di niente tranne che di assicurarmi che il formato sia dentro i limiti del plotter.
Mando la mail di risposta, dicendo che i plottaggi sono lanciati, e che essendo lei vicina al plotter, provveda a controllare che non finisca la carta, non ci siano problemi.. e magari anche a tagliare e piegare i disegni man mano che escono.
Lei risponde dicendo che, se finisce la carta o cosa mi chiama per sostituirla. Non le rispondo nemmeno!
Dopo un 45 minuti buoni (facciamo 50), mi giunge una nuova mail, che dice più o meno “Tutto a posto! Tutto stampato! Graziegraziegrazie!” alla quale rispondo con un banalissimo “Trego!”

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...