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Visualizzazione dei post da agosto, 2009

La disfatta di Lodi

Quell’anno mi trovai stranamente con un certo numero di giorni di ferie da consumare, stranamente non perché io non avessi diritto alle ferie, ma perché fu la ditta ad avvisarmi delle ferie e, data l’impossibilità di consumarle tutte nel periodo canonico delle 2 settimane a cavallo del ferragosto, mi ordinò in pratica di andare in ferie. Era praticamente fine giugno, quindi chiesi (e ottenni) 2 settimane a luglio, durante le quali partii per quella che è la mia idea di vacanze, che si confà direttamente alla frase della bella canzone di Ligabue “Certe notti..”, quando dice “..certe notti la macchina è calda, e la strada la decide lei..” All’epoca avevo la mia prima auto: un vecchio rottame che era nato come Alfa 33, ancora bellissimo esteticamente, ma vecchio: l’avevo comprata stra-usata per poter portare in giro mio padre dopo la malattia che l’aveva bloccato Siccome a ottobre dovevo fare la revisione, andai dal meccanico di fiducia della ditta per cui lavoravo e gli dissi di dare una

Usciresti con me stasera?

Era un po' di tempo che incontravo la dipendente civile dell'ospedale militare, quella che era talmente bella che tutti se la sognavano senza speranza .. Io, che sono estremamente timido, ebbi un giorno l'occasione di fare la mia bella figura di m.. proprio con lei. Lavoravo già in reparto, e tra i miei incarichi c’era quello di accompagnare i ragazzi che venivano dai vari distretti militari nei vari reparti in cui sarebbero state effettuate le visite specialistiche.. (lei lavorava presso uno dei reparti più frequentati.. purtroppo a stretto contatto con un capitano rompipalle..) Appena venne l’occasione di portare i primi ragazzi mi alzai, raccolsi le loro cartelle e dissi loro di seguirmi, avviandomi con passo deciso.. Raggiunto il reparto entrai, dissi ai ragazzi di sedersi nella sala d’attesa e bussai alla porta del capitano per consegnare le cartelle.. “Avanti” riconobbi la sua voce (era difficile confonderla con quella del capitano) ed entrai, vidi subito che il c

Altro che CL...

Oggi ho assistito a una scena che ha dell'assurdo, qualcosa che farebbe accapponare la pelle di un qualsiasi lettore della " sala macchine " e che mi fa pensare che, pur essendo io classificabile come un CL (secondo la terminologia dell'autore di quel sito - che ha pure avuto una discreta influenza sulla nascita di questo), ho comunque ancora qualche speranza.. o almeno evito di aggiungere troppe lettere (vagamente ionizzanti ) alla sigla CL per definire le mie " in competenze informatiche"... GrandeCapo entra nel suo ufficio, accende il suo computer e al posto di avviare il solitario avvia internet.. Firefox non fa quasi in tempo ad aprirsi sulla pagina intranet principale che appare il popup che avvisa di un aggiornamento.. GrandeCapo, imperturbabile, afferra il telefono e chiama SuperAmministratore "Ciao, sono entrato in internet e mi è apparso un messaggio che dice di aggiornare un certo flash-player-vattelapesca.. che faccio?" La risposta di

Dipendenti civili..

Come ho detto , a un certo punto fui trasferito d’ufficio all’ospedale militare e rimasi lì, imboscato, fino alla fine del periodo.. L’ospedale aveva una discreta carenza di disciplina che, per me che arrivavo da una caserma operativa ma avevo tendenzialmente uno spirito anarchico e indisciplinato, era una pacchia.. E poi aveva anche un altro lato positivo: era pieno di personale civile, comprese tante belle figliole.. Il mio primo incarico era nel reparto amministrativo, quindi dovevo letteralmente ‘pagare gli stipendi’, per cui ogni mese (anche se l'ho fatto solo per un mese) dovevo maneggiare un discreto numero di banconote del vecchio conio, imbustandole e consegnando le buste stesse agli impiegati e alle impiegate, man mano che venivano ad affacciarsi alla finestrella del mio ufficetto.. In questo modo, conoscevo tutto il personale civile (e tutto il personale civile conosceva me) ed ero uno dei fortunati, visto che potevo praticamente ‘fraternizzare’ con loro, contrariamente

Censimento di ferragosto

Vista la serie sempre crescente di problemi alla spalla, e visto che essendo ferragosto non c'ho un cassero da fare, mi sono messo a fare il censimento dei commentatori (non è certo una novità: prima di me lo fecero persone molto più in gamba nei loro divertenti blog a fumetti: UPI e Calanda ) , ma tranquilli: a nessuno arriveranno cartelle esattoriali da parte mia (sono un vampiro, ma non un esattore e nemmeno un ministro delle finanze ;-P ) . Attualmente, sono presenti 28 commentatori identificati (compresi alcuni commentatori anonimi che hanno comunque siglato il loro intervento), 9 commentatori totalmente anonimi (al massimo) e 2 commentatori fuori gara (interventi esclusivamente pubblicitari), oltre a un certo numero di lettori che non lasciano segni del loro passaggio e quindi non partecipano al censimento. La classifica, in ordine di numero di commenti decrescenti è: TheKaspa , vincitore con 25 commenti lukasbrunner , secondo classificato con 11 commenti Nik™ , al ter

Siete pregati di non scrivere sciocchezze..

Dopo una consegna piuttosto particolare con conseguente telefonata del Cliente leggermente irritato e successiva riconsegna con profusione di mille scuse, ecco che appare l'ennesima email di RSPCapo, sul seguente tono: "..siete tutti pregati di non scrivere sciocchezze sulle relazioni dei colleghi.." Incuriosito da questa mail e sentendo ridere a crepapelle dall'altro ufficio, mi approssimo per chiedere chiarimenti.. e partecipare alla risata.. Ecco la spiegazione: pare che 'qualcuno', dopo aver espressamente rammentato a tutti via email la necessità (per la sicurezza, la privacy e la stabilità dell'universo conosciuto) di bloccare ogni computer che si lascia incustodito con apposito blocco del computer e ripristino mediante password da tenere gelosamente custodita e non su post-it appesi al monitor stesso.. pare che quel 'qualcuno' abbia poi lasciato il proprio computer incustodito e aperto su una relazione.. e 'qualcun'altro' abbia de

Ospedale militare..

Si, a un certo punto ho cominciato a marcare visita e alla fine mi hanno mandato all’ospedale militare di Verona.. Mantova è una bella cittadina, ma Verona è senza dubbio meglio, e la vita in un ospedale militare era molto diversa da quella di una caserma NATO in stato di allarme, quindi quando il piantone del capitano medico mi chiese se avevo voglia di completare la naja presso di loro, facendo servizi da scritturale (leggi impiegato) e andando in licenza ogni fine-settimana (se non ero di servizio), risposi di sì.. Ed ecco che passai alcuni mesi all’interno di quell’ospedale militare, ufficialmente ricoverato ma in realtà a fare l’impiegato. Dipendevo dal reparto osservazione (dove ero stato ricoverato) ma lavoravo presso l’ufficio reclutamento (quello dove arrivavano i ragazzi che, alla visita dei 3 giorni, venivano mandati dal distretto militare all’ospedale militare.. i nostri ‘fornitori’ erano i distretti militari di Verona, Vicenza, Trento e Bolzano..) Al mattino io o il mio co

Siete pregati di levare il caffè da dentro la macchinetta..

Un giorno, qualche tempo fa, FratelloGrandeCapo è tornato da un cantiere semi-eterno in altro continente. Dopo nemmeno una settimana, abbiamo ricevuto tutti (ma proprio tutti tutti, compresa la fotocamera digitale e la sala riunioni, inserite come risorse nell'elenco di outlook..) una email da RSPCapo con la seguente frase: “...tutti coloro che utilizzano la macchinetta del caffè sono pregati di levare il caffè...” La mail ha lasciato tutti sconcertati, tranne la sala riunioni e la fotocamera digitale che hanno risposto a tutti che loro (in quanto sprovviste di apparato digerente) non prendono caffè... Siamo comunque rimasti sconcertati lo stesso finché non è giunta (a tutti) la risposta di FratelloGrandeCapo “Scusatemi, me ne sono dimenticato” al chè abbiamo capito tutto... In sostanza, FratelloGrandeCapo è solito inserire la chiavetta, premere il tasto, riprendere la chiavetta e allontanarsi per parlare al cellulare con chissàchi... Nel frattempo la macchinetta finisce di prepara

Ormai siamo in ritardo, andiamo a farci una birra..

Quel treno per il ritorno dalla licenza era veramente jellato! Non passava viaggio (nel fine settimana) che non succedesse qualcosa.. Quella volta, al passaggio a livello di Treviglio, qualcuno decise di attraversare lo stesso, malgrado le sbarre fossero chiuse.. Il treno era fermo in aperta campagna, con altri due treni fermi dietro (il primo dei due era quello su cui viaggiavo io con alcuni ‘compagni di sventura’ al ritorno da una licenza) e, visto che i carabinieri avevano fatto tutti i dovuti accertamenti su quello che restava del suicida, si aspettava che qualche magistrato svegliato di soprassalto si riprendesse quel tanto che bastava a vestirsi, raggiungere il luogo del disastro e darci il permesso di ripartire.. permettendoci di giungere alle nostre destinazioni, dove avremmo subito le conseguenze del ritardo.. Alla fine ripartimmo, dopo ore fermi in campagna, circondati dal nulla e senza l'aria condizionata, indispensabile alla sopravvivenza nell'afosissima estate pada