Lo possiamo fare dal mio computer

Vi ricordate del computer di PiccoloCapo?
Ebbene si, lo sapeva accendere.. non riusciva a spegnerlo correttamente (chi penserebbe mai che per spegnere bisogna prima cliccare su START?) visto che, da bravo tecnico lui spegneva come accendeva.. ma lo sapeva accendere bene.
Un giorno mi chiama e mi fa “Senti, questa offerta che dobbiamo produrre implica un controllo accurato da parte mia”
“E quindi?”
“E quindi sarebbe opportuno fare le modifiche direttamente dal mio computer..”
“Si, ma.. cosa dovrei fare io?”
“Beh, visto che l'offerta è sul tuo computer, dovresti passarmela con un dischetto..” mi fa con l'espressione di chi sta pensando che io non capisco niente..
io lo guardo e gli faccio “Non serve: la puoi aprire direttamente dal tuo computer”
Lui assume una espressione pressochè scandalizzata dalla MIA ignoranza informatica ed esclama “Ma se il lavoro lo hai fatto te col tuo computer, come diavolo faccio io ad aprirlo dal mio computer, se non me lo salvi su un dischetto?”
Io lo guardo con un'espressione pressochè stupefatta, poi mi ricordo con chi sto parlando e mi torna in mente che quell'essere davanti a me sta seduto su una poltrona comodissima, si muove esclusivamente su auto aziendale, ha il telefonino aziendale, si fa una pausa pranzo di 4 ore per andare a mangiare a casa (ha una villa in un paese non propriamente vicino) e percepisce uno stipendio mensile dello stesso ordine di grandezza del mio intero stipendio annuale tredicesima compresa, oltre ad avere il diritto di darmi ordini su un lavoro che in sostanza non è nemmeno propriamente il mio.. e ripensando a tutto questo, nei miei occhi si accende una luce diabolica, e gli dico “Accendi il computer!”
Lui mi guarda, assumendo la classica espressione del genere “vuoi prendermi per il culo, allora ti faccio vedere che sbagli tutto” e procede con l'accensione, fa effettuare lo scandisk a causa dell'errato spegnimento, attende che il mostro abbia finito di divorare la preda (si è dovuto riavviare solo 3 volte) effettua la digitazione di username e password e, finalmente, windows 98 appare in tutto il suo splendore (con un sonoro FINALMENTEEEEEEEEE al posto dell'atteso TADAAA!!)
Lui guarda il computer acceso con curiosità, poi si sveglia e mi fa “E allora?”
Io gli dico “Clicca sul tasto START e apri ESPLORA RISORSE”
Lui mi guarda sconcertato e io gli indico il mouse, lui afferra il mouse e lo guarda “Qual è il tasto START?”
In quel preciso istante mi rendo conto che lui non è mai andato oltre la schermata iniziale di windows.. allora mi alzo, aggiro la scrivania e gli levo il mouse dalle mani “Qua!”
Sposto il mouse sul tasto START (indicandoglielo sullo schermo... alla fine della lezione, quello schermo era pieno di ditate... ma dovevo in qualche modo levare la polvere...) clicco (sempre spiegando cosa sto facendo e sempre lentamente, che anche il suo cervello potesse assimilare...) si apre il menù, apro ESPLORA RISORSE, si apre la finestra e tra le varie icone c'è quella che si chiama LAVORI, ci clicco sopra e.. appaiono i vari file dei lavori in corso elencati per numero di commessa (si trattava di offerte, quindi i lavori erano tutti in excel e c'era un solo file per ogni commessa, quindi non venivano utilizzate cartelle... ovviamente, ciascuno di noi aveva comunque la propria copia in locale, sulla quale si lavorava effettivamente e poi si spostava tutto alla sera sul server, sostituendo la copia precedente...) cerco il file, ci clicco sopra due volte e, miracolo dei miracoli (con riferimento alle espressioni che assumeva PiccoloCapo a ogni mio gesto, ammirando quello che riusciva a fare quell'ingombrante soprammobile, andando oltre la schermata iniziale di windows...) si apre excel (ma non il file: ho prima dovuto effettuare la registrazione del programma...) e poi posso aprire il file corrispondente...
Lui mi guarda, guarda il file aperto davanti a sé, mi guarda, guarda il mio computer nella stanza accanto, mi guarda e... no, non lo dice... guarda di nuovo il mio computer là fuori, assicurandosi che io non sono là, poi mi guarda di nuovo e... lo dice!!!
“Ma allora... i lavori che fate sul computer sono visibili da tutti?”
“Questi lavori sono in realtà nel server, e tutti i computer della ditta sono collegati al server per prendere e salvare i lavori”
“E io posso modificarli?”
“Si”
“E voi potete modificarli?”
“Si”
“E chiunque può modificarli?”
“All'interno della ditta, si”
“Ma allora non c'è sicurezza?”
“Chi entra nel server deve prima loggarsi.. - inserire username e password – e quindi si sa chi ha fatto cosa...”
“Ah! Serve a questo quell'assurda perdita di tempo a dire al computer chi sono io?”
“Praticamente si”
“Capito... adesso vai pure, qua ci penso io...”
“Ok” ed esco dal suo ufficio.. tanto ho la copia in locale, qualora dovesse fare danni... non so se la ditta ha un valido sistema di backup... ma credo che presto lo scoprirò...

Ma lo sai accendere?

PiccoloCapo non aveva mai visto/usato un computer in tutta la sua vita, agendo ancora in modalità old-style con carta, penna e calcolatrice, ma quel giorno fece richiesta per avere il 'suo' personal computer, e la richiesta venne accettata, così un bel giorno sulla scrivania di PiccoloCapo apparve un computer, che venne collegato e acceso, per verificare il funzionamento, poi venne spento visto che funzionava.. e rimase lì a prendere polvere..

Dopo alcuni giorni, CapoCantierista entrò nell'ufficio di PiccoloCapo, vide il bestione sulla scrivania e sogghignò, guardando PiccoloCapo “Ma che te ne fai?”
“Eh? No.. è utilissimo per fare molte cose..”
“Si, ma che te ne fai?”
“Serve per facilitare progetti e preventivazioni, e anche per..”
“Si, ma TU che te ne fai?”
“Beh, ecco io.. a dire la verità.. penso che..”
“Ma fammi capire: almeno lo sai accendere?”
“Beh, si certo.. c'è il pulsantino.. si preme e poi.. fa tutto da solo..”
“E lo sai anche spegnere?”
“Ovvio.. basta premere di nuovo lo stesso pulsantino.. almeno credo.. è un interruttore, no?”

CapoCantierista non rispose e uscì ridendo come un matto!

Siete pregati di centrare il buco..

Un giorno, dopo essere entrato nel bagno e aver visto un principio di allagamento, RSPCapo decide di comunicare a tutti il suo sacro furore!
RSPCapo scrive il messaggio a caratteri cubitali con il font più pesante che trova “Quando andate a pisciare siete pregati di centrare il buco!”, lo stampa su foglio A4 in technicolor e lo appende alla parete del bagno, poi prepara una mail con lo stesso testo e la spedisce a tutti gli indirizzi intranet nella rubrica di outlook.. ma proprio tutti tutti..
Conseguenze:
1)il personale femminile inoltra email di risposta adducendo che “NESSUNA DI LORO” frequenta il bagno maschile e, per motivi fisico-costituzionali, non ha alcun problema a centrare il buco..
2)la sala riunioni risponde che “LEI” non va MAI a pisciare..
3)la fotocamera digitale risponde che “LEI” non può essere stata perché “QUEL GIORNO” era stata prenotata da qualcuno..
4)il personale maschile dipendente conferma di aver letto la mail..
5)il personale maschile 'esterno' non degna assolutamente di alcuna attenzione la suddetta mail..
6)GrandeCapo risponde minacciando il licenziamento per il colpevole di tale atto di lesa maestà..
7)SuperAmministratore risponde ipotizzando di mettere delle telecamere di controllo nel bagno, puntate in maniera da rispettare la privacy, ma che inquadrino i colpevoli delle alluvioni, accendendosi ogni qualvolta qualcuno non c'entri il buco..
8)PiccoloCapo, dopo aver letto la risposta di GrandeCapo, risponde che controllerà e prenderà provvedimenti per individuare e punire il colpevole..
9)Io vado a vedere e poi rispondo che basterebbe segnalare all'impresa di pulizia che, quando riempiono il secchio per lavare, si ricordino di controllare di aver chiuso bene il rubinetto dedicato..

Si: ogni email di risposta era stata creata cliccando sul pulsantino “Rispondi a tutti”, a parte quelle della sala riunioni e della fotocamera digitale che, in quanto risorse, sono predisposte per rispondere automaticamente a tutti, in modo che non ci siano sovrapposizioni di prenotazione della risorsa.. ma questa è un'altra storia..

Termico e le valigie

Conosciamo già Termico, per cui l'unico negozio esistente per l'abbigliamento è Emporio Armani, per cui se non hai l'AIPOD (lui dice che si scrive così e sta facendo un corso di inglese), se non vai tutte le estati a MAIEMI (idem come sopra) e se non hai tutto firmato addosso.. NON SEI NESSUNO!!!
Come ogni anno, anche quest'estate Termico si sta preparando per andare in vacanza, con la fidanzata, nella ridente città della Florida (pare abbia intenzione di andare anche un paio di giorni a Cuba, a vedere come vivono i poveri.. quella razza sconosciuta di cui sente sempre parlare..), e fa la SCECK-LIST (vedi sopra).
A un certo punto, si rende conto che non ha ancora provveduto a fare la propria valigia, così telefona immediatamente a casa alla madre (telefono dell'ufficio, davanti a tutti noi, col suo solito sistema secondo cui il telefono in realtà non gli serve, visto che urla da matti.. ma credo che sia perché è un po' sordo.. o perché tra le orecchie c'è solo un enorme spazio vuoto..)
“Mamma, senti.. si, ciao.. hai fatto la mia valigia? Come no? Eccheca##o!!! E io come faccio? Senti, preparamela, che stasera me la trovo pronta.. ma mettimi un cambio.. quante mutande mi metti? Devo averne una per giorno, quindi mi fermo 15 giorni, quindi mettimi 15 mutande.. no, le magliette mettimene solo un paio per il primo giorno, che poi me le compro direttamente lì.. e no, ormai quelle le ho acquistate da un mese, mica posso usare le stesse magliette per tutta la vita.. no, le compro lì.. a proposito, digli a papà di caricarmi la carta di credito.. no, io lo stipendio l'ho già speso tutto.. macchè.. no, mi basta solo un 2 o 3 mila euro.. si, col cambio a favore ci guadagno.. anzi, mettimi un po' di più che devo comprare l'AIPOD alla mia collega e già che ci sono mi compro anche l'AIFON, che là costa meno e vale di più.. no, devo comprarmi l'AIFON.. senti, me ne sbatto: io non posso stare senza l'AIFON, se non hai l'AIFON non sei nessuno.. vabbè, il cellulare che ho comprato il mese scorso lo vendo.. senti, mamma, non rompere sempre: preparami questa ca##o di valigia che non posso fare sempre tutto io!”

Siamo rimasti tutti senza parole...

Cantieri eterni

Ogni mattina e ogni sera, passo davanti alla sede della polizia municipale, rischiando la vita per camminare in mezzo alla strada, dato che da ere immemorabili (sicuramente 3 anni, probabilmente di più) la facciata di tale edificio è impacchettata da un ponteggio i cui teloni sono ormai danneggiati e devastati dalla vecchiaia, covo di lucertole e zecche, i cui lembi penzolano come ragnatele o sudari sulla testa dei rari passanti.
Mi pare di ricordare che tale recinzione fosse stata messa per pulire la facciata del palazzo (peraltro gli occupanti dovrebbero anche essere trasferiti), ma da anni ormai non si vede alcuna traccia di lavorazione (sempre che se ne sia mai vista): solo l'occupazione inutile del suolo pubblico.
Il tutto circondato da una recinzione che delimita il posteggio (quindi viene sovente spostata per sistemare meglio le auto in sosta) e il passaggio pedonale, lasciando uno spazio adatto a far passare una persona, in bilico tra il gradino del marciapiede e il piano stradale, facendo attenzione a dove mettere i piedi per evitare pozzanghere ricordo delle piogge ed escrementi ricordo del fatto che lì accanto c'è un giardino per i bambini dove si danno libero sfogo i proprietari dei cani e anche molti tossici.. siamo sempre a Torino nella borgata di Porta Palazzo, che volete?
Questa recinzione peraltro è collegata al ponteggio mediante bacchette di ferro site all'altezza di 2 metri dal piano stradale, cosa che impedisce a quelli come me (un pò più alti della media stagionale e comunale..) di passare sul tratto di marciapiedi in corrispondenza di tali bacchette se non camminando piegati, peccato che gli spostamenti della recinzione per sistemare le auto sono anch'essi vincolati da tali bacchette, in modo tale che sia inevitabile caracollare da ubriachi con un piede sulla strada e l'altro sul marciapiedi.
Alla fine, la gente si stufa e comincia a passare sulla strada, oltre le auto posteggiate (arrivano al contatto con la recinzione) e quindi proprio in mezzo a una strada stretta dove c'è un capolinea di autobus (che alla partenza si getta immediatamente verso il viale centrale) obbligando le auto a superarlo spostandosi sulla destra rasenti al posteggio e pronte a prendere sotto i passanti.
Come sempre, le str..azioni dell'amministrazione pubblica ricadono sui contribuenti (che oltre a mantenerli economicamente devono pure subirne le angherie e le corbellerie) e come sempre, si aspetta che succeda l'irreparabile per porre rimedio e levare questa recinzione abbandonata.
Ah già! In fondo questa è sempre parte della città di serie B: qui l'unica cosa che conta è che si continuino a pagare tasse, imposte, balzelli e saltelli vari, mica pretendere che questi soldi servano a qualcosa di buono per i cittadini stessi.
Spero solo che il ponteggio non sia pagato a giornate..

Mi hanno detto di chiederlo a te..

Appena arrivato, il computer si era appena acceso quando entra Architetta e si piazza come uno spettro davanti alla mia scrivania guardandomi con una espressione assai strana..
Sentendo un brivido lungo la spina dorsale, le rivolgo la parola, e inizia quello che potrei definire un dialogo surreale di domanda e risposta che riporto qui di seguito:
“Ciao!” “’ao..”
“Cosa c’è?” “Eh?”
“Hai bisogno di qualcosa?” “Qualcosa..”
“Ehr.. posso fare qualcosa per te?” “Si!”
“Cosa?” “Cosa?”
“Ehr.. cosa posso fare per te?” “Darmelo!”
..panico..
“Cosa?” “Cosa?”
“Cosa dovrei darti?” “Il tuo coso!”
..sudori freddi..
“Quale coso?” “E quanti ne hai?”
..sto tremando vistosamente..
“Ricominciamo! Di cosa stiamo parlando?” “Del tuo coso!”
“Ma quale coso?” “Quello per montarmi..”
AAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRGGGGGGGGGHHHHHHH
“Per favore, Architetta, fammi capire! Spiegami tutto dall’inizio!”
Lei mi guarda semi schifata, quasi da sputarmi addosso, poi sbuffa e infine esclama “Mi hanno detto di chiederlo a te!”
“Chi? Cosa? Come? Quando? Perché?”
“GrandeCapo..”
..illuminazione..
“GrandeCapo ti ha detto di chiedermi qualcosa?” “Si..”
..prendo il telefono e chiamo GrandeCapo..
“Ciao, sono MK” “Ciao MK, che vuoi? Perchè perdi tempo a telefonarmi al posto di produrre?”
“Ehr.. c’è qui Architetta, dice che le hai detto di chiedermi qualcosa, ma non capisco cosa..”
..risata di GrandeCapo..
“Niente di speciale: è arrivata la nuova sedia da scrivania per Architetta, ma la valigia degli attrezzi ce l’ha Cantierista, quindi ho pensato che tu hai sempre dell’attrezzatura di emergenza e.. senti, forse è meglio se gliela monti te direttamente..”
..sospiro di sollievo da parte mia.. “Ok, ci penso io!”
Afferro il borsello degli attrezzi e mi alzo dicendole “Andiamo..”
Lei mi guarda stupita “Dove vai?”
“Nel tuo ufficio.. non devo montarti la sedia?”
“Ah, me la monti te?”
“Si, LA SEDIA te la monto io..”

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...