Preparare un meeting...

Talvolta mi capita di trovarmi impelagato in qualche meeting su lavori di cui non so nulla e non ho molto tempo per prepararmi...

Andiam, andiam, andiamo a formattare...


Per una volta, stranamente, pare che le cose di lavoro stiano funzionando come si deve, al punto che comincio a pensare che Murphy sia andato in ferie, quando ricevo prontamente la triste smentita.
Il mio collega, che di fatto è pure responsabile informatico dell'area, riceve una email dalla sede italiana che avvisa che il programma che utilizziamo per la gestione della posta elettronica (di fatto una ciofeca che più ciofeca non si può) sta avendo problemi.
Nemmeno a dirlo, nel giro di pochi istanti nessuno riesce più a scaricare e leggere la posta elettronica di cantiere (per quelle personali non ci sono particolari problemi, visto che internet funziona) così comincia la solita trafila di urla, strepiti e bestemmie.
Alla fine, stanco di tutto ciò, il collega si alza e decide “Adesso basta! Formattiamo tutto! Caricate tutto sul server che tra sabato e domenica formattiamo!”
Ovviamente era l'ultima cosa che mi aspettavo di sentire: formattare una decina di computer in Serbia perchè non funziona un programma di posta elettronica gestito da un server in Italia non mi sembra proprio questa grande idea, specie in un momento in cui le cose si stanno complicando e ci sono un sacco di lavori da fare... ovviamente, io pensavo al fatto, peraltro banale, che dopo la formattazione e la reinstallazione, oltre al sistema operativo, occorre installare anche driver e programmi accessori, quindi recuperare tutta la pappardella buttata nel server. Peraltro, io non avevo una cartella personale nel server, e questo sedicente sysadmin si è sempre ben guardato dal crearmela, ma siccome nell'area comune del server c'è poco spazio e io non ho modo di accedere ad altre aree, ho provveduto ad archiviare tutte le mie belle cosette di lavoro su un sistema piuttosto autarchico: ho recuperato una campana intera di dvd dall'armadio di Segretaria, che credo si sia convinta che sono uno spacciatore di film porno...
Alla fine del periodo ultimo, mi è rimasto un solo dvd vuoto...
Giunge quindi il fatidico giorno, il collega procede computer per computer alla formattazione e reinstallazione del sistema operativo, dei driver e del necessario corredo di software (office e autocad) lasciando poi a ciascuno di noi il banale compito di scaricare e installare ogni altro programma che ci possa essere utile, nonché di configurarlo opportunamente per il nostro fabbisogno.
Sabato, le imprecazioni erano limitate, visto che non si poteva fare altrimenti.
Domenica, le imprecazioni erano limitatissime, visto che eravamo solo in tre, in ufficio.
Lunedi vidi personalmente andare a fuoco ben tre calendari tra cattolici e ortodossi, per non parlare delle urla di chi si trovava a riorganizzare tutti i programmi che utilizzava e che doveva, adesso, riscaricarsi, rinstallarsi e rimpostarsi.
E per fortuna, è riuscito a sistemare il computer di ResponsabileCantiere e di CapoCantierista prima del martedi, quando sarebbero rientrati dal weekend italico e, accedendo alle macchine, avrebbero visto che non funzionava più niente...
Ma, dico io, possibile che non ci fosse un momento migliore per formattare tutto?

Ma cosa mi dici mai?

Come dicevo tempo fa, Segretaria diceva di conoscere perfettamente italiano, inglese, spagnolo e serbo, e quando Cantierista ha iniziato a lamentarsi che non riusciva a comunicare con le imprese, che non aveva a disposizione alcun aiuto dato che TecnicoInterprete era costantemente requisito da CapoCantierista, e che io non riuscivo ad aiutarlo più di tanto visto che nemmeno io parlavo serbo (i corsi sono iniziati dopo questi eventi), ecco che gli venne detto di utilizzare come interprete Segretaria.
E fu così che lui scendeva in cantiere, ma prima aspettava che lei si cambiasse, si mettesse il giubbotto da cantiere, gli scarponi e valutasse se era il caso di mettere il casco e rovinarsi l'acconciatura o non metterlo e rovinarsi la testa, poi scendevano e andavano a comunicare con le imprese.
Lui esprimeva concetti profondi dilungandosi in trattative megagalattiche, partendo dall'alba dei tempi, per poter infine dire alle imprese cosa diavolo dovevano fare, e come farlo, e lei traduceva ogni parola dall'italico idioma al serbo, in modo che le varie imprese capissero cosa lui stesse dicendo.
Sovente lei chiedeva spiegazioni su qualche termine tecnico che non conosceva, in modo da poterlo tradurre al meglio, con frasi del tipo “...si tratta di un coso simile a questo o a quest'altro...” e lui ovviamente glielo spiegava, partendo dal momento in cui qualcuno ebbe l'idea per inventare tale apparato, di qualsiasi apparato si trattasse...
Per lui era bello camminare con una ragazza carina accanto, per le imprese era bello sentire le istruzioni nella propria lingua e non nell'inglese che biascicavo io quando accompagnavo il poveraccio nei suoi tour cantieristici, per lei era bello vedere i vari luoghi dove si lavorava e conoscere tutte quelle persone affascinanti e ben disposte a invitarla per trascorrere insieme una bella serata. Insomma, era bello per tutti, fino a quando il diavolo decise di metterci la coda, e lo fece tramite me.
Quel giorno, scesi anch'io, dato che dovevo vedere l'impresa e spiegare loro un paio di cose, oltre a quelle che avrebbe detto Cantierista.
Raggiungemmo i tecnici dell'impresa, li salutammo e procedemmo con le chiacchiere di rito, e mentre Cantierista e Segretaria intrattenevano il Responsabile, io parlavo direttamente col Vice, che tanto ci capivamo benissimo in inglese, dato che entrambi usavamo un inglese elementare e parlato lentamente.
A un certo punto, gli spiego come procedere, e lui mi ferma un attimo, chiedendomi “Ma sei sicuro che dobbiamo fare in questo modo?” “Certo! Va fatto in questo modo!”
“Ma anche Cantierista dice che va fatto in questo modo?” “Ovvio, anche lui dice le stesse cose!”
“Ah! Ma la ragazza non sta dicendo la stessa cosa!” “Eh? E cosa sta dicendo?”
“Sta dicendo tutt'altro! Tutto differente da come dici te!”
Io lo guardo, poi mi volto verso gli altri e li fermo “Segretaria, Cantierista, basta! Dobbiamo andare!” “Ma...”
“Ho detto basta!” poi mi volto verso Responsabile dell'impresa e, indicando il suo Vice, gli dico in inglese “Lui sa tutto quello che dovete fare, giusto?” l'altro annuisce “Procedete come ho detto io!”
I due colleghi mi guardano strano mentre li trascino via quasi di forza, ma evitano di aprir bocca fino a quando siamo fuori portata dall'impresa, poi Cantierista mi chiede “Che succede?” io mi volto verso Segretaria “Chiedilo a lei!”
“Cosa tu vuoi dire?” “Cosa tu hai detto? O meglio, cosa hai tradotto?”
“Io ho detto quello che lui dire me!” “Sicura? Mi hanno detto che quello che dicevi te in serbo non corrispondeva con quello che dicevo io in inglese!”
“Io non so cosa tu avere detto!” “Ho detto le stesse cose che diceva Cantierista in italiano a te! Dimmi la verità: tu non conosci l'italiano?”
“No, io conosco! Io parlo benissimo italiano!” “Allora non conosci il serbo!”
“Io sono serba, come posso non conoscere io serbo?” “Allora appena arriviamo in ufficio chiamiamo Vice dell'impresa e gli chiediamo di dire a TecnicoInterprete cosa ha capito da me e cosa ha capito da te!”
Lei è impallidita, poi ha cominciato a piangere “Che hai da piangere? In questo modo vediamo subito se sono io che non mi sono spiegato o sei te!”

Lei non ha aperto bocca, ha fatto cenno di no con la testa e siamo poi tornati sopra.

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...