Strane sensazioni 3

Talvolta non faccio nemmeno in tempo a sedermi che riappare PiccoloCapo (altre volte passa anche una mezza giornata)
“Senti, guru...?” “Che c'è adesso?”
“Hai presente le etichette?” “Quelle della nutella?”
“No, quelle della ciofeca! Dunque, io ho queste etichette standard e c'è un pulsante Cambia etichette, ma come faccio a impostarle?” “Clicchi, e sulle finestre che si aprono selezioni ciò che vuoi visualizzare!”
“Si, lo so!” “E, oltre a saperlo, l'hai anche fatto?”
“Certo! Ho variato tutto, per vedere i dati che mi interessano, ma poi quando clicco su Applica mi restano tutte uguali a prima!” “Lo so!”
“E come lo sai?” “Ho sentito un fremito nella Forza!”
“Eh?” “Sono o non sono un guru?”
“Beh, si! E allora? Come faccio a cambiarle?” “Non puoi!”
“Come no?” “Semplice: le variazioni che fai alle etichette avranno effetto esclusivamente dal successivo progetto!”
“Cosa?” “Ho detto: le variazioni che fai alle etichette...”
“Si, si... ma io devo variare questo progetto!” “Perché? Le etichette non figurano nei report finali, e quelli li puoi variare in qualsiasi momento!”
“Si, va bene, ma io devo vedere quei dati mentre procedo, altrimenti non so dove sono e come andare avanti!” “Allora fai le modifiche, poi chiudi tutto, riapri il programma, avvia un nuovo progetto e avrai le etichette che vuoi te!”
“E questo progetto?” “Quale parte di “avranno effetto esclusivamente dal successivo progetto” non era chiara?
“E ma che schifo di programma!” “Hai detto che conosci personalmente il titolare (e programmatore originale), no? Lamentati con lui!”
“Allora non si può fare niente? E se riavvio il computer?” “Perderai una mezz'oretta per tornare alla stessa situazione di prima!”
“Ma c'è il pulsante Applica le modifiche!” “Che immagino hai già usato e non ha applicato nessuna modifica?”
“Si, ma allora non si può fare niente?” “Telefona all'assistenza, nei loro orari da medico della mutua, e spiega il problema! Forse possono modificartelo al volo o comunque faranno uscire una nuova versione tra 15 giorni con questa modifica!”
“Bah! Che schifo di programma!” “Ciao...”
E se ne torna nel suo antro.
E quella strana sensazione si fa sempre più distinta: credo che in un prossimo futuro riceverò molte telefonate con richieste di consulenza informatica (ovviamente aggratis, credono loro) su un certo programma... o che il servizio di assistenza (regolarmente pagato, anche se inutilizzato) del suddetto programma riceverà le innumerevoli telefonate che si è risparmiato in questi lunghi anni...

Strane sensazioni 2

Altro macabro visitatore degli ultimi giorni è PiccoloCapo, che, avendo finalmente cominciato a lavorare in prima persona, si sta dedicando a quello che ritiene essere il compito più semplice: le verifiche con la ciofeca! (povero illuso!)
A tal riguardo, malgrado la sua millantata esperienza con questo programma (a sentir lui, lo ha visto nascere e tenuto a battesimo), mi spunta sovente in ufficio per chiedermi informazioni tra le più svariate, cose che, a pensarci bene, fanno riflettere non solo sulla sua conoscenza del programma, ma anche su altre conoscenze molto più di base... strano, per chi si vantava di essere il migliore elemento della ditta precedente (o forse non molto strano, conoscendo bene la ditta precedente).
“Senti, hai presente la ciofeca?” “Si, credo di averla vista un paio di volte...”
“Ecco, appunto! Tu che sei un guru con quel programma, sai come si fa a cambiare marca?” “Eh? Che marca?”
“Dunque, io ho tutti interruttori ABB, ma adesso devo mettere un altro quadro dove hanno usato interruttori Schneider! Come lo metto?” “Devi aggiungere la base dati Schneider al progetto!”
“Si, lo so!” “E, oltre a saperlo, l'hai anche fatto?”
“Certo! Ho aggiunto la base dati, ma non vedo lo stesso la marca” “E poi, hai associato la nuova base dati al progetto?”
“Naturalmente!” “E allora dovresti vedere tranquillamente le apparecchiature della nuova casa!”
“Non le vedo! Vieni un attimo?” “Impossibile che non le vedi! Vediamo!”
Vado con lui alla postazione
“Allora, io ho questo quadro e devo usare Schneider...” “Apri la base dati di Schneider!”
“L'avevo già aperta... come si fa?” “File, Apri, Base dati e cerchi Schneider!”
“Si, volevo solo la conferma: ho fatto giusto!” “Allora associa la nuova base dati al progetto!”
“Ho fatto anche questo... come si procede?” “Strumenti, Associazioni, selezioni la nuova base dati e clicchi su Associa!”
“Appunto, ma non me lo ha fatto!” “Rifallo, che vediamo cosa succede!”
“Allora... strumenti... associazioni...” “Infatti, non è stata associata: è ancora nella finestra a sinistra e non in quella a destra!”
“La clicco?” “Si, selezionala e poi clicca su Associa!”
“Ok, adesso che la finestra si è chiusa?” “Vai sul quadro, clicca sull'interruttore e nella lista delle marche troverai anche Schneider!”
“Eccola, infatti... eppure ho fatto così anche prima! Perché non avrà funzionato?” “Perché non hai fatto proprio così!”
“Ma no! Ti giuro che ho fatto tutti questi passaggi! E' che questo programma non funziona!” “Funziona male, ma queste cose le fa normalmente...”
E me ne torno nel mio antro, mentre una strana sensazione si comincia a materializzare dentro la mia testa.

Strane sensazioni 1

Ormai sono stato condannato, e vivo in stato di isolamento costante... o quasi.
In realtà, in questi ultimi giorni di presenza in ufficio, mi stanno arrivando tantissime visite di Quasi_Ex_Colleghi, come non avevo mai visto.
In primo luogo, CapoCantierista, che viene costantemente (quasi tutti i giorni) per farsi plottare dei disegni da utilizzare per i rilievi, solitamente su ordine di CapoDiFuori, e per fare delle modifiche su CAD o su Word a bozze di documentazione che butta giù direttamente lui. Il problema è che, malgrado il suo impegno, non è assolutamente capace di utilizzare il computer per qualcosa di diverso dal fare copia-incolla in Word (già con Excel va nel panico, figuriamoci con il CAD).
CapoDiFuori gli dice “Fai questa relazione descrivendo i lavori da fare per l'adeguamento!” o “Abbiamo in archivio una tavola dello stabilimento TalDeiTali, stampala!” e lui parte, attraversa l'intero edificio, e giunge da me “Scusa se rompo, ma...” “CapoDiFuori s'è inventato qualche altra caxxata?”
“Si, vuole che gli stampo una tavola dello stabilimento per fare un rilievo... e io non so dove sono...” “Nel Non-Server, dove altro possono essere?”
“Si, ma non so a quale commessa fanno riferimento...” “E lui non lo sa?”
“Non me l'ha detto!” “Di là c'è pure Segretaria, che sa usare quella sottospecie di gestionale! Non puoi chiederlo a lei?”
“Non ha tempo: è impegnata...” “A prendere il caffè con CapoDiFuori?”
“Beh, non lo so se stanno prendendo il caffè...” “Ok, vediamo...”
Affidandomi al miglior database esistente (la mia memoria) recupero la commessa giusta e la tavola corretta, quindi la salvo in locale, la pulisco di tutto lasciando solo le pareti e i pilastri (tanto, se deve fare un rilievo, non gli serve altro) e lancio il plottaggio, ma prima gli chiedo “Quante copie ti servono?” “A me ne basta una!”
“Sicuro? Non è che vuoi separare gli impianti di illuminazione, forza motrice e correnti deboli su più tavole per maggior chiarezza?” “Non è un'area affollata: dovrebbe starci tutto su una tavola sola! Inoltre mica posso andare in giro con tanti disegni aperti e segnare le apparecchiature su uno o sull'altro o sull'altro ancora: la divisione la dovrà fare poi quello che butterà tutto su CAD!”.
Lui scende, la prende, la taglia e la piega, poi se ne torna di là e... dopo una mezz'oretta circa ritorna.
“Che altro c'è?” “CapoDiFuori ha detto che il testalino va cambiato...”
“Ovvio: quello era un lavoro di 5 anni fa, ma tanto serve per un rilievo mica per una consegna! Si metterà il testalino giusto quando si farà la bella copia del tuo rilievo... e ci penserà chi sarà ancora qui!” “Si, d'accordo... ma lui ha detto così! Lo sai che è un insegnante e quindi abituato a rompere...”
“Certo! Lo so benissimo che è un grandissimo rompicoglioni! Come so benissimo che non metterà mano su questa tavola: il rilievo e tutto il lavoro sporco lo faranno altri, come pure i disegni finali, lui si prenderà solo il merito davanti a GrandeCapo!” “Si, ma adesso...”
“So pure che non è certo lui che paga la carta sprecata con le sue stampe...” “Va bene, ma adesso...”
“Adesso lo chiami e gli dici di alzare il culo e chiedere a Segretaria di fornirmi tutti i dati da mettere nel testalino, visto che io non so nemmeno su quale commessa stiamo lavorando!” “Va bene, vado...”
“Guarda che hanno inventato il telefono!” “Si, ma va bene così...”
Tempo venti minuti e mi arriva la telefonata di Segretaria che mi dice “La commessa da usare è NumeroCommessa!” “Grazie, e per il resto?”
“Che resto?” “Mica ci va solo un numero di commessa nel testalino!”
“E' tutto scritto nel "gestionale"...” “...a cui io non posso accedere da almeno 3 anni...”
“E allora? Come faccio?” “O mi detti tutti i dati per telefono, mentre io li scrivo materialmente o prendi il testalino stampato e lo correggi a manina, con la penna biro, tu che puoi accedere, poi lo ricopierò!”
“Va bene, adesso chiedo!”
Dieci minuti e risuona il telefono
“Senti, CapoDiFuori ha detto che, essendo solo una tavola di rilievo, va bene così: non è importante correggere il testalino adesso! E poi non è bello stampare troppa carta inutilmente!” “Che strana sensazione di dejavù!”
“Piuttosto, ha detto di stampare altre 2 copie della stessa tavola, così in una si fanno i rilievi dell'illuminazione, in un'altra della forza e nell'altra ancora delle correnti deboli...” “Che strana sensazione di dejavù!”

Idee regalo - pubblicità per i lavori della mia sorellina

Visto che si stanno approssimando nuovamente le festività, rinnovo un annuncio pubblicato l'anno scorso, che potrebbe essere utile a qualcuno.
Ovviamente, siccome io sono attualmente all'estero, se siete interessati contattate direttamente lei.

Buone Feste! :D

In ordine alfabetico...

Alla faccia della fiducia!
Bel sistema di lavorare!
Che razza di deficiente!
Devo smetterla di imprecare, altrimenti finisce male!
E' meglio che spieghi tutto dall'inizio!
Fino a ieri sera tardi, è stato qui CapoDiFuori, che porta dentro solo guai.
Generalmente, la cosa non mi tocca più di tanto (specie da quanto sono nel mio antro in solitaria), ma stavolta le conseguenze sono state nefaste pure per me, nel senso che sono stato coinvolto nella fase conclusiva di un lavoro iniziato nel lontano 2003 (siamo a fine 2009, pensate un po' voi).
Ho quindi ricevuto, nel pomeriggio, la visita di CapoCantierista, che fa normalmente da spola tra CapoDiFuori e me, visto che ci sono di mezzo ben 2 uffici e un intero atrio da attraversare in mezzo al freddo e al gelo. CapoCantierista mi ha accennato che una delle ditte responsabili del suddetto lavoro ha pensato bene di fallire e dileguarsi senza consegnare alcuna documentazione, e lo stabilimento ha ora necessità di produrre la suddetta documentazione per ottenere il famigerato CPI (Certificato Prevenzione Incendi) da parte dei Vigili del Fuoco (si tratta di uno stabilimento ad alto rischio di incendio e di esplosione).
Ingenuamente, mi è scappata la frase più logica in merito alla situazione stessa che si era venuta a creare, e l'ho detta chiaramente “Il nostro compito è individuare tutte le aree coperte da certificazioni per i lavori svolti, e poi stabilire, per le aree non coperte, se è possibile fare noi stessi una dichiarazione di rispondenza, che sostituisca le dichiarazioni di conformità mancanti, ovviamente verificando prima che gli impianti esistenti in tali aree siano conformi alle normative e alle disposizioni di legge! E scaricando dai siti dei costruttori degli apparecchi antideflagranti le certificazioni che ci serviranno!”
La risposta era quella giusta, sia perché l'ho detta io, che perché è l'unica cosa fattibile in una situazione simile (ben venga la 37/08 che ha sostituito l'ormai antiquata 46/90 definendo finalmente questa pratica alternativa indispensabile), ma non immaginavo mai a che cosa sarei andato incontro!
Mi sono subito chiesto, vedendo l'espressione di CapoCantierista, cosa fosse successo, ma la risposta è stata questa: “CapoDiFuori ieri ha fatto un sopralluogo e ha segnato i codici delle apparecchiature site dentro la cabina del metano!” al ché ha fatto seguito la mia domanda “Ok, e adesso?”
Naturalmente, presentivo come sarebbe finita la discussione, ma ho aspettato lo stesso la risposta “Adesso si tratta di scaricare da internet le certificazioni, ma io non sono capace!”
Ovviamente avevo intuito dove voleva andare a parare, così ho preso il foglio con le sigle scritte a manina da CapoDiFuori, ho aperto firefox e ho cercato di decifrare i geroglifici scritti, cosa complicata non avendo a disposizione la Stele di Rosetta, quando ecco che scoppia il primo casino!
Parte subito la prima serie di imprecazioni: “Porc... Ma che caxxo c'è?” I filtri che SuperAmministratore ha messo su internet mi hanno stroncato ogni possibilità di ricerca, dato che molti dei siti aziendali che cercavo venivano classificati come elementi ostili, per cui non si aprivano le rispettive pagine (e il mio atto di insubordinazione nel tentare di accedere a tali pagine sarebbe stato riferito a SuperAmministratore direttamente)
Quei pochi siti che riuscivo ad aprire comunque avevano però filmati flash di presentazione e immagini dei prodotti in jpg che naturalmente sono filtrati e bloccati, per cui non riuscivo a capire nulla (alla faccia dei sedicenti uebb-desainer che li hanno fatti sbagliando prima il collegamento dell'organo di comando del loro corpo, visto che evidentemente erano convinti che il cervello stia in mezzo alle gambe e non in mezzo alle orecchie, o seguivano la famosa barzelletta su chi sia il vero capo del corpo umano...).
Riempiendo l'ambiente di imprecazioni e bestemmie varie e assortite (e meno male che non c'era RSPCapo, altrimenti mi avrebbe denunciato immediatamente al Tribunale della Santa Incu...Inquisizione!), ho aperto uno dei pochissimi siti cui riesco ad accedere comunque (non le storie della sala macchine, un altro), e ho scoperto che qualche uebb-desainer con un briciolo di cervello c'è ancora: il sito si è aperto in versione semi testuale, permettendomi comunque di procedere.
Scartabellando tra i vari link e collegamenti, ho visto che sono arrivato alla pagina dei cataloghi, da dove ho preso le informazioni sui vari prodotti, scoprendo che praticamente tutti i modelli esistenti nella lista sono in realtà fatti da una casa costruttrice di Krukkolandia! ...e inoltre ho scoperto che costoro erano i referenti italiani dei suddetti krukki!
Tra l'altro, ho anche scoperto che costoro avevano a disposizione una serie incredibile di certificazioni belle e pronte, per ciascun prodotto che loro stessi producevano/rivendevano.
Una volta capito il sistema, ho notato che le certificazioni avevano la stessa siglatura precisa indicata tra i geroglifici di CapoDiFuori, per cui mi sono automaticamente salvato il sito tra i pochissimi preferiti e scaricato tutte le certificazioni esistenti (quelle che non servono per la cabina metano serviranno per gli altri locali: deposito bombole, centrale infiammabili, deposito esplosivi, impianto di distribuzione gas, eccetera...)
Veramente un grandissimo colpo di fortuna, che non ho capito come possa essere capitato a me, e soprattutto cosa dovrà capitarmi adesso per compensare e rientrare nella mia solita e tradizionale sfiga cosmica!
Zoccola bagascia! Ecco il livello del mio buonumore in questo momento! Ho appena scoperto come si è riequilibrata la bilancia della mia sfiga cosmica!

...

Che vuol dire che non avete capito il titolo? Leggete la prima lettera iniziale di ogni frase!

E’ un bel lavoro, ma chi lo fa?

Si, quando si propongono quelli che, nella mente bacata di un vampiro sono i metodi migliori di progettare un impianto che garantisca anche un certo livello di sicurezza, viene riconosciuta la bontà dell'idea, ma viene anche fatto notare che non concorda molto con l'economia aziendale, occupando più tempo del 'normale' copia-incolla e salva con nome. In particolare, uno dei lavori recenti, mi ha particolarmente colpito per un simile dettaglio pressoché insignificante, quale potrebbe essere la salvaguardia della vita umana a fronte del puro interesse economico.

Praticamente, si tratta di un centro estetico, uno di quei luoghi strani dove gli esseri umani (non necessariamente di sesso femminile) si recano per tentare di apparire più belli di quello che sono (almeno esteriormente) senza ricorrere alla chirurgia plastica.
Sicuramente non c'è nulla di male, visto che la vanità è comunque una delle 7 virtù fondamentali e che la principale formatrice delle menti umane ci sta da decenni inculcando (c'è la C in mezzo, vero?) l'idea che bisogna essere comunque strafighi/strafighe a prescindere, per poter diventare membri della grande famiglia del mulino bianco formata da calciatori, veline e politici.
Il problema è che un simile loco ha in essere l'obbligo (costantemente ignorato dai rispettivi titolari e gestori, ma siamo in Italia: chi è che rispetta le leggi?) di rispettare certe caratteristiche tecniche più o meno equiparate a quelle di un centro medico, ovviamente senza arrivare ai limiti paranoici della sala operatoria (ma solo perché qui non si opera nessuno). Ed è pure giusto: i clienti si devono infatti sottoporre a trattamenti ai limiti della sopportazione umana, quasi medicali, oltre a dover essere anche molto pazienti e molto ricchi... quasi da clinica privata di telefilm americani...

Fatto sta che, a seguito di ispezione, i tecnici dell'ASL hanno riscontrato anomalie impiantistiche e hanno chiuso l'attività del centro fino all'adeguamento.
Il titolare del centro si è quindi rivolto a GrandeCapo, che ha affidato l'incarico di progettare l'adeguamento a CapoDiFuori, il quale ha subito inviato Cantierista per i rilievi e ha decretato che qualcuno a caso segua la progettazione in ufficio, mentre lui stava a casetta e telefonava ogni 3 ore per mettere fretta, che il ricco cliente sta perdendo milioni di euro per ogni giorno di mancata attività.
A seguito dei rilievi, la prima cosa di cui mi sono accorto è che, almeno questa volta, i tecnici dell'ASL hanno agito correttamente: solitamente non ne capiscono una mazza di impianti elettrici, come la maggior parte di coloro che sono preposti alle verifiche degli impianti elettrici stessi, ma di fronte a certe fotografie non ho avuto bisogno di impostare la ciofeca per capire che, se finora non c'è rimasto secco nessuno è solo una pura questione di fattore C!
Ovviamente, impostando la ciofeca ho ricevuto conferma delle mie sensazioni. A prescindere dal fatto che l'impianto risale all'inizio degli anni 80 (quando ancora non esisteva alcuna legge sulla sicurezza impiantistica) e che è più che evidente che non ha mai subito nulla che possa rientrare in qualche modo nell'ambito della manutenzione ordinaria (a parte la sostituzione delle lampade fulminate e la pulizia delle telecamere di sorveglianza), figuriamoci qualcosa che somigli a manutenzione straordinaria (compreso quindi anche il banalissimo adeguamento obbligatorio al momento dell'uscita delle suddette leggi, negli anni 90) e che gli interruttori preposti alla protezione sono talmente obsoleti che nemmeno le case produttrici hanno più i cataloghi necessari a verificarne le caratteristiche (figuriamoci i database della ciofeca), è risultato subito ovvio che non c'era alcunché di corretto (credo di aver battuto ogni record di visualizzazione di pallini di divieto, per non parlare degli errori irreversibili con riavvio del programma che seguivano ogni rielaborazione di calcoli).
La mia reazione è stata quella ovvia: ho preparato una mail per CapoDiFuori dicendogli che costoro fanno sicuramente prima a rifare tutto da capo che a cercare di rattoppare!
Ovviamente, la risposta è stata del tipo “E' sicuramente un bel lavoro, ma chi lo fa? Questi hanno fretta di riaprire, quindi bisogna intervenire con il minimo di invasività, cercando di rattoppare il più possibile senza ritrovarsi poi nei casini!” (naturalmente la risposta era telefonica, non scritta: mica può compromettersi in questo modo ordinandomi esplicitamente di passare sopra a delle anomalie così evidenti e di falsificare i risultati dei calcoli).
Ho quindi cominciato a cercare di dare un minimo di ordine a quella specie di impianto, cercando di piazzare strategicamente un buon impianto di terra e dei differenziali che facessero da ultima linea di difesa per la salvaguardia della vita dei clienti (e per proteggere in seguito il poveraccio che dovrà poi firmare gli elaborati progettuali, quando qualche giudice indagherà su qualche morte misteriosa dentro un centro estetico, che sicuramente non farà successo come un bell'omicidio in una cattedrale...).
Alla fine di una lunga guerra, sono riuscito a rattoppare la situazione riorganizzando un pochino meglio i dispositivi di protezione, affidandomi ai dispositivi nuovi per proteggere sia i vecchi intoccabili sia le linee e le apparecchiature che verranno applicati addosso ai clienti.
Ovviamente, il ricco cliente non è rimasto molto contento, perché lui pensava che bastasse scrivere una dichiarazione in cui la Grande Società diceva che i tecnici ASL avevano sbagliato e che tutto era a posto, per riaprire e riprendere l'attività e i guadagni.
GrandeCapo non è stato molto contento dei costi sostenuti (anche lui sperava di cavarsela con una banalissima dichiarazione) ma CapoDiFuori ha sostenuto che, nelle condizioni attuali, gli interventi che LUI MI aveva suggerito (???) sono sicuramente i migliori per salvare capra e cavoli.
Fatto sta che hanno cercato al volo un'impresa installatrice (suggerita da GrandeCapo) che facesse gli interventi indicati e per permettere al ricco cliente di riprendere la propria attività (ovviamente nessuno ha accennato a futuri interventi per adeguare seriamente un impianto con circa 30 anni di vita).

Devo quindi prendere nota di un particolare: se anche mai potessi permettermelo, non recarmi mai da questi signori per un trattamento di tipo estetico!
(pazienza: resterò come sono, bello e affascinante come sempre, con tutte le donne ai miei piedi, quando mi affaccio dal balcone del quarto piano dove abito...)

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...