“Scusa, hai mica il numero della mia ragazza?”

La fidanzata di Architetto è commercialista, tra i suoi clienti annovera sia lui che me.
In vista del matrimonio (e delle spese..) Architetto sta cercando di fare una pubblicità a tutto spiano all’attività di lei, cercando di procurarle più clienti possibili tra i nostri colleghi (quasi tutti nella categoria ‘impiegati a partita iva’)
Siamo giunti al turno di Termico..
Architetto gestisce bene la situazione, descrivendo le molteplici capacità della fidanzata, finchè Termico (che non è proprio così interessato alla cosa..) cede e se ne esce con un “Vabbè.. le parlerò e vediamo per un eventuale collaborazione futura..”
Architetto non si scoraggia facilmente, così gli fa “Senti, chiamala subito e vi mettete d’accordo!”
“Ma no.. adesso sarà impegnata..” “Ma va, è sempre disponibile!” “Ma no..” “Ma si..”
Alla fine Termico si convince “Ok, dammi il numero e la chiamiamo..”
Architetto si fruga nelle tasche e.. si accorge di non avere con sé il cellulare..
“Opporc.. ho lasciato il cellulare di là..” si volta verso di me “MK? Non è che per caso tu hai il numero di cellulare della mia ragazza?”
Termico, Termica e Segretaria (che erano presenti) si voltano a guardarlo stupefatti, poi si voltano a guardare a me che prendo il cellulare e apro la rubrica “Certo.. io ho sempre il numero di cellulare delle fidanzate degli amici.. altrimenti come faccio a mettermi d’accordo con loro per passare a trovarle quando l’amico è assente..” e mentre tutti mi guardano stupefatti (a parte Architetto, che tratteneva a stento le risate avendo capito il motivo dell’imbarazzato silenzio), gli detto il numero di cellulare della propria fidanzata..

La mia ragazza è commercialista..

Questa risale a non molto tempo fa: all’epoca approfittavo della consulenza fiscale di una associazione, visto che le mie attività sono relativamente scarse e non mi serve un vero e proprio commercialista..
Il fatto è che, essendo io un esterno, nella quota di iscrizione era prevista la consulenza telefonica e il controllo delle pratiche, con relativo calcolo delle varie iva, irpef, irap, ilor, invim, immortacc.. eccetera..
La prima consulente mi seguiva con una certa cura, controllando i calcoli e compilandomi i relativi F24, e dandomi degli appunti su post-it di note che dovevo ricordarle la prossima volta..
Costei andò via..
La seconda consulente mi seguiva con un certo scazzamento.. non controllava nulla, non rispondeva alle telefonate, non si segnava nulla e non mi segnalava di ricordarle nulla..
Ogni volta che mi controllavano la dichiarazione dei redditi, mi trovavo una multa da pagare.. ma era tutta colpa mia: io ero esterno, quindi ero io che dovevo sapere le cose che di solito chiedevo a lei..
Ho smesso di pagare la quota di iscrizione..
Mi facevo i calcoli da solo (chiedendo talvolta consigli a una mia ex-collega Amministrativa) e sbagliavo meno.. ma era parecchio complicato, poi dovevo comunque rivolgermi a un CAF per compilare e spedire la dichiarazione dei redditi..
Un giorno ne parlai col mio collega Architetto, che aveva praticamente i miei stessi problemi, e lui mi disse “Senti, la mia ragazza è commercialista.. se vuoi le parlo e le dico di farti tutto quello che fa a me..”
Io lo guardai stupito, ripensai alla ragazza (che avevo conosciuto un po’ di tempo prima) e pensai “Se mi facesse davvero tutto quello che fa a te..” ma dissi “Ok, basta che non si prenda troppo, che io non ho entrate tali da permettermi di pagare un commercialista..” “Tranquillo, io prendo lo stesso che prendi te, quindi ti chiederà esattamente lo stesso che chiede a me..”
Questo era il colpo di grazia per la stabilità del mio supporto hardware, ma riuscii a resistere..

Il giorno dopo, la nostra pausa pranzo fu allietata dalla compagnia della ragazza in questione che, felice di avere un nuovo possibile cliente, trascurava completamente il fidanzato per dedicarsi a chiacchierare con me, prendendo ogni possibile informazione sullo stato (disastroso) delle mie finanze, ma sembra che non abbia avuto paura di impelagarsi in una situazione senza speranza..

Ok, l’ho detto: da allora ho anch’io la commercialista: è in gamba, mi segue con cura e mi evita di pagare multe e di fare casini.. per non parlare del fatto che è una ragazza molto bella, che ogni volta che ci incontriamo mi bacia e che ha un terribile difetto: è l’unica persona sulla faccia della terra che sia riuscita a farmi entrare in una chiesa per partecipare a un matrimonio.. AAAARRRGGHHH

Sfiga maxima: 4 su 4..

Eravamo ormai giunti in Francia e, dopo varie peripezie e varie visite tecniche, avevamo finalmente una serata libera.
Alla ricerca di qualche luogo dove divertirsi, preferibilmente al coperto dato che non c’è stato un solo giorno in cui non abbia piovuto, fiduciosi che il nostro accompagnatore ci ha rassicurato con un “Tranquilli, qui siamo vicini all’Italia: 3 persone su 4 capiscono e parlano perfettamente l’italiano!”, ci dirigemmo verso l’interno della cittadina, ma non avevamo tenuto conto della versione francese di Murphy..
Ci avvicinammo a un paio di ragazzi più o meno della nostra età, e dicemmo loro “Bonsoir!” “Bonsoir” “Parlevù italiano?” «No, ne parlè pà!» e se ne vanno..
“Boh? 3 su 4 capiscono e parlano italiano: questi apparteranno al rimanente..”
Ci avvicinammo ad altri due e andammo sul sicuro “Ciao, sentite..” ci guardarono e se ne andarono via senza dire una parola.. “3 su 4?”
Poco più avanti un gruppetto di 4 persone “Sono in 4, quindi 3 dovrebbero capirci e almeno 1 dovrebbe poterci rispondere” ci avvicinammo “Bonsoir, parlevù italiano?” si guardano e uno fa “Je ne parlè pà, e tu?” “No, ne parlè pà!” gli altri annuiscono e cominciano a discutere tra loro senza che capissimo nulla.. ce ne andammo noi..
Per farla breve, a un certo punto non avevamo trovato nessuno di quei 3 su 4 che capivano e parlavano l’italiano: evidentemente eravamo così sfigati che incontravamo solo ed esclusivamente il rimanente quarto della popolazione, quello che non capiva l’italiano.. non conoscevamo la città e non sapevamo dove andare e per giunta aveva ricominciato a piovere, così decidemmo seduta stante di rifare la strada al contrario e tornare in albergo.. tanto eravamo troppo sfigati per fare qualsiasi cosa..

Io + Tu = Noi..

Il ritorno della campagna di Russia!
PiccoloCapo riceve una email che gli fa presente alcuni errori in fase di progettazione: delle discordanze tra gli schemi elettrici e i computi metrici, al chè mi chiama e mi fa “Ricontrolla gli schemi, che c'è qualcosa che non va: dobbiamo verificare le distanze segnate!” “Ok..”
Apro una planimetria del locale, misuro in pianta le distanze dei percorsi di canali e tubazioni, aggiungo i tratti verticali e, alla fine, ottengo le varie lunghezze, che effettivamente non coincidono con gli schemi.
“Allora?” “Si, gli schemi indicano dei valori differenti rispetto alle lunghezze effettive in pianta..” “Va bene: aggiorna gli schemi e controlla sul computo metrico!”
Apro il computo metrico (foglio excel) e vedo che le distanze indicate corrispondono alle misure planimetriche, glielo faccio presente e lui sorride soddisfatto “Ovvio: questo computo metrico l'ho fatto io.. tu invece gli schemi li hai sbagliati!” “Dici? Vediamo un po' tra le varie versioni il motivo di questo 'mio' sbaglio..” e apro una mia cartella in locale dove ci sono ancora le varie versioni di questo lavoro infame..
Scopro, dopo attenta analisi, che nel corso delle innumerevoli releases alcuni locali e alcune utenze sono state spostate senza preavviso e gli schemi non sono mai stati aggiornati, a differenza delle planimetrie e del computo metrico che PiccoloCapo ha fatto alla fine dei lavori.
“Ecco il motivo del 'mio' sbaglio!” “Vabbè, che vuol dire?” “Che se le informazioni mi venissero comunicate, io provvederei ad aggiornare il tutto..” (NdA: come i lettori più attenti sanno, io lavoro in locale e solo a fine giornata ricopio l'ultimo aggiornamento sul non-server, per cui, visto che le correzioni alle planimetrie e gli spostamenti dei locali in fase di consegna non risultano tra le mie versioni precedenti, questo significa che, malgrado la MIA sigla presente nel testalino, non le ho fatte io, il chè implica un intervento di Disegnatrice.. ma lei ha fatto ciò che le è stato ordinato..)
“Non importa: correggi quegli schemi che glieli rimandiamo!”
In quel momento, mi accorgo di un dettaglio irrilevante: nel computo metrico, la voce che coincideva con le distanze effettive, fa riferimento al cavo elettrico di media tensione.. che è unipolare, mentre la linea è ovviamente trifase.. “Scusa PiccoloCapo, ma qua hai calcolato la linea trifase o il cavo unipolare?” “Il cavo, che domande.. c'è anche scritto..” “Allora qualcosa non va: il valore coincide con la distanza sulle planimetrie, ma del percorso della linea, che è trifase!” Lui impallidisce.. “Che vuol dire?” “Che questa lunghezza va moltiplicata per 3!”
Pensa un istante, poi fa “Hai sbagliato anche il computo metrico!” “Non l'ho mica fatto io!” “Tu o Lei (=Disegnatrice) non importa: qualcuno deve aver sbagliato! Se trovo chi ha fatto questo computo metrico..” “Vediamo subito”
Lui è ovviamente convinto che non si possa risalire se non a chi ha fatto l'ultima modifica, ma siccome excel è parente stretto di word, uso lo stesso sistema: apro il file con il blocco note e, dopo una sfilza di caratteri indecifrabili e incomprensibili appare un evidente nominativo (oltre a una serie di altri dati simpaticamente visualizzati) sull'autore del file in questione..
PiccoloCapo se ne torna nel suo antro con la coda tra le gambe, dicendomi “Ok.. fai tu le correzioni..”

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...