I tuoi baci non son semplici baci...


E venne infine il giorno in cui... o meglio, la sera in cui... mosso da atteggiamenti di pietá dovuta a folle insistenza mista a carenze del frigorifero, accettai, dopo lungo tempo, di uscire a cena con ResponsabileCantiere (anche se so in partenza che alla fine litigheremo, come al solito).
Ci troviamo quindi nel cortile sottocasa all'ora indicata, saliamo in macchina e lui sfreccia a warp 5 verso il ristorante. Parcheggiamo, entriamo e ci accomodiamo al tavolo, dove lui ordina il vino senza chiedere il mio parere, rovinandomi immediatamente la serata: infatti da questo deduco che a breve sarebbe arrivata la Bionda, cosí mi sarei trovato a fare la parte del terzo incomodo, per poi finire la serata nel solito locale e riaccompagnarlo poi a casa ubriaco marcio... ma vadano a fare in culo tutti e due: io sono qui per mangiare e mangio, il resto non conta nulla per me!
Non serve nemmeno chiedere conferma, basta osservare come guarda la porta ogni tot minuti, e infatti a un certo punto si illumina e, dopo pochissimi istanti, la voce inconfondibile di Bionda ci saluta, al che mi volto per darle la mano e rimango bloccato dallo stupore: assieme alla Bionda c'era anche lei, la Spagnola, incredibilmente bella e raggiante, che mi saluta con la solita tripletta di baci, e ancora una volta con un discreto indugio per ciascun bacio.
Si siede accanto a me, col mio collega di fronte e la sua amica di fronte a me, ordiniamo ulteriormente da bere e anche da mangiare.
La Bionda mangia pochissimo, invece la Spagnola decide di darci dentro, prende portate alternative alle mie "Poi ce le dividiamo!", poi si sistema il tovagliolo sulle gambe sfiorando le mie e sorridendomi, quindi comincia a parlare con me in serbinglese, chiedendomi di tutto e di più, senza preoccuparsi minimamente dell'amica e del mio collega.
Entrambi, invece, ci guardano stupiti, o meglio guardano lei in maniera strana: avevano già notato che in mia presenza la sua riservatezza e timidezza parevano diminuire d'intensità, ma in questo caso era proprio diventata un'altra persona. Io sono piuttosto laconico, quindi era sempre lei a dare gli impulsi principali alla conversazione, ma da qui a gestirla direttamente lei ce ne passa.
Un paio di volte, Bionda le fa notare (in serbo) che siamo in 4 al tavolo, e lei risponde prima con un “Oh scusa!” e successivamente con un “Pensa tu a lui, che io ho qui il mio MK!”, e incredibilmente riesco a capire quello che si sono dette, scoppiando in una risata irrefrenabile. Entrambe mi guardano e Bionda mi chiede “Ma hai tu capito cosa lei ha detto?” “Si, ho capito!”
Spagnola arrossisce, poi sorride e mi abbraccia “Bene, sono felice che tu hai capito!” “Sono felice anch'io!”
La serata procede con me che le servo da bere, me che la imbocco per farle assaggiare qualcosa del mio piatto e viceversa (si: al posto di dividerci equamente le portate come aveva detto, alla fine ci siamo imboccati a vicenda, per far assaggiare all'altra qualcosa delle "prelibatezze" che abbiamo preso), me che fingo imperturbabilità mentre lei poggia la sua gamba contro la mia, me che le poggio una mano sulla spalla, tirandola a me e piazzandole un bacio sulla guancia, a rischio di beccarmi una coltellata... ma lei sorride e decide di ricambiare il gesto baciandomi a sua volta (in definitiva, abbiamo fatto tutte le cazzate classiche di due fidanzatini a cena insieme, ovvero tutto quello che normalmente nessuno di noi si sarebbe mai sognato di fare, una volta superata la fase iniziale di panico/vergogna...).
Andiamo quindi al solito locale, dividendoci nelle due macchine: il collega nella macchina della Bionda e la Spagnola nella macchina con me, ma lei durante il viaggio pare preoccupata, le chiedo che problema c'è e risponde “Io non posso fare troppo tardi, ma Bionda temo che deciderà di passare la notte con il tuo collega, quindi chi mi riaccompagna a casa? Sono venuta con lei, nella sua macchina...”
“E dov'è il problema? Ci sono qua io! Se ti fidi della mia guida, ti riaccompagno io!” “Non devi bere tanto, allora! Se ci ferma pattuglia di polizia con guidatore ubriaco sono guai: andiamo in galera tutti e due!”
“Puoi chiedere a tua madre (ispettore di polizia, n.d.a.) se ci mette nella stessa cella?” “Meglio di no, se ci becca lei sono guai due volte: a me mi sbatte in galera e a te ti spara direttamente! Guida con cautela e non bere tanto!”
“Tranquilla! Quando sarai stufa e vorrai andartene, dimmelo, e ti riporterò a casa senza problemi!” “Grazie, tu sei una persona splendida!”
Non le ho rovinato l'illusione, e siamo quindi giunti al locale, dove cerco un parcheggio per poi incamminarci affiancati (e abbracciati) verso il locale, dove lei si siede lasciandomi a stento posto sulla poltroncina.
Siedo egualmente accanto a lei, beviamo tutti e chiacchieriamo mentre ascoltiamo la musica.
All'improvviso, mentre lei non se lo aspetta, approfittando del fatto che la Bionda stava giocando con la fotocamera del telefonino, abbraccio la Spagnola, l'attiro a me e le appioppo un bacio sulla guancia che viene immortalato tra le risate dalla Bionda stessa, mentre la vittima del mio scherzo arrossisce come un pomodoro maturo.
Poco dopo, il suo cuore si placa e lei riprende a divertirsi, ma quando vede che finisco l'ennesima birra, si appoggia al mio braccio, avvicina le labbra al mio orecchio e sussurra “MK, I must go!” “Ok!” rispondo io, alzandomi e indossando il giubbotto, saluto gli altri due (Bionda, mentre mi bacia, sussurra un “remember condom!” - evidentemente si sono accordate prima...) e usciamo.
La fresca aria notturna la fa rabbrividire, così l'abbraccio cingendole la vita e, ridendo, le strofino un poco il pancino, lei scoppia a ridere “I'm not a baby!” “Yes, I know!” e la mia mano comincia a spostarsi un poco, ma lei la ferma immediatamente “Please... no... not now...” “Ok...”
Saliamo in macchina, metto in moto e la porto fino a casa, seguendo le sue indicazioni, visto che non conoscevo il suo indirizzo preciso.
Giungiamo davanti alla sua porta, lei mi dice di fermarmi e io mi fermo, lei apre lo sportello, fa per scendere e io la guardo un attimo deluso, lei sorride, rientra dentro la macchina, chiude la porta e mi getta le braccia al collo “Thanks, MK, this is a wonderful night for me!” “Also for me, Spagnola!”
Un istante dopo, le sue labbra si premono sulle mie, in un bacio carico di passione, un bacio durante il quale ho perso la cognizione del tempo. Lei si stacca sorridendo “Wow...” “Yes... wow...”
“MK... if you want some drink, please came inside...” “There is your mother?”
“No, she's at work tonight!” “Ok, I came!”
Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo, mano nella mano, verso casa sua, col percorso illuminato dalla luce radiosa che emanavano i suoi occhi.

Ingegnere di cantiere...

== Premessa ==

Questo è solo uno sfogo!
Riflessioni lavorative durante una gelida serata nel mio secondo inverno in questo posto sperduto, abbandonato da tutti gli dei, compresi i Grandi Antichi e lo stesso Cthulhu!
Sono solo riflessioni lavorative, anche se sono maturate realmente solo dopo il lavoro, e dopo diverse birre.

== Ingegnere di cantiere ==


Non so nemmeno io come mai sto scrivendo queste pagine, o forse lo so: sto impazzendo, l'aria talmente carica di composti velenosi e radioattivi ha ormai contaminato senza speranza il mio cervello e il mio fisico ormai indebolito e debilitato da un sistema alimentare talmente assurdo e da uno stile di vita talmente orrendo che sovente rimpiango gli spartani alle termopili, almeno quelli sapevano cosa facevano e sapevano su chi potevano contare, io no!
Sono un soldato di ventura, un mercenario! Banalmente mi sono venduto come libero professionista, ma di fatto sono un impiegato a partita IVA come moltissimi altri, con una sola differenza: io non so fare molto, ma quel poco che so fare lo faccio bene: sono il migliore nel mio campo! ...forse perché sono l'unico, qua, a poter dire qualcosa in merito, ma il fatto di essere il migliore implica automaticamente avere tantissimi nemici, soprattutto tra coloro che si spacciano per alleati, e dopo anni le cose iniziano a diventare strane, si comincia a cedere terreno, e si finisce per passare le rare serate libere seduto al tavolino del bar, con diversi boccali di birra ormai vuoti, a buttare giù parole senza senso su un blocco di appunti, parole che a mente fredda non avrei mai detto, ma che ormai sono qua, e tanto vale renderle note ai più, come riflessione su me stesso.
E' deprimente, lo so benissimo, ma ormai le ho scritte, quindi tanto vale pubblicarle!

In fondo, sono sempre legate in qualche modo all'ambiente elettrico e impiantistico, e quindi non sono totalmente fuori luogo nemmeno qua, per cui le espongo e, se volete, leggetele. Se avete anche voglia di darmi qualche risposta, ben volentieri: non garantisco la risposta immediata per motivi ovvi, ma state sicuri che a volte ritorno (come disse qualcuno più importante di me...)

== Chi è e cosa fa l'ingegnere di cantiere ==

Nello specifico, l'ingegnere di cantiere è di fatto una figura relativamente anomala: si tratta infatti di un professionista che fu spedito un paio di anni addietro in un ambiente freddo, malsano e altamente ostile, senza una chiara e documentata ripartizione dei compiti, dove ha scoperto a proprie spese che ogni cosa che succede è colpa sua (se va male) e merito altrui (se va bene), che tutti lo odiano e che qualsiasi sua decisione viene criticata, derisa, evitata... almeno fino a quando non cominciano a capitare proprio i problemi che sarebbero stati risolti con le sue decisioni, ovvero il momento nel quale la figura misteriosa assume di colpo, per un giorno, un ruolo predominante all'interno della varia fauna da cantiere, ma meglio che non ci faccia l'abitudine: il giorno dopo, infatti, le cose tornano alla normalità e le colpe cadono nuovamente tutte su di lui.

Qualcuno usa un termine particolare: '''post-gettista''', intendendo colui che progetta dopo che il lavoro è stato fatto.

In realtà non sarebbe nemmeno la definizione corretta, in quanto la progettazione dell'ingegnere di cantiere avviene sempre prima del lavoro (dopo sarebbe un rilievo dello stato di fatto) ma con questo “prima” non si intende mesi prima o settimane prima, come per i progettisti tradizionali, ma di fatto si parla di ore o minuti prima!
I vincoli sono particolari: l'impresa ha già in sede il materiale acquistato e deve installarlo senza cercare scuse per fare delle varianti, ma ci sono problematiche causate da una progettazione che differisce alquanto dalla realtà di cantiere, la direzione lavori non riesce a gestire le conseguenze di tali divergenze, la committenza non intende perdere tempo e soldi, quindi occorre una figura che si metta d'impegno, trovi la soluzione ottimale e la faccia realizzare, il tutto nel giro di poche ore, ovviamente, altrimenti aumenteranno i tempi e i costi.

L'ingegnere di cantiere lo si incontra ovviamente nel cantiere stesso, dove lavora e dove vive.
Normalmente si tratta della prima persona che entra nel cantiere e dell'ultima che ne esce, cosa che assume connotati inquietanti quando il cantiere opera per 24 ore su 24 e per 7 giorni su 7, al punto che girano leggende di ingegneri di cantiere finiti per diventare parte integrante del cantiere stesso, e talvolta visti girare come ombre nei sotterranei dello stabilimento ormai già in funzione, in quanto tutti si erano dimenticati di loro e nessuno ha pensato di avvertirli che le attività di cantiere erano terminate.
Solitamente, le cose sono molto più normali e l'ingegnere di cantiere esce dal cantiere, ma siccome il mondo esterno gli risulta sconosciuto e nessuno gli risulta amico, sarà facilissimo rintracciarlo presso qualche bar nelle vicinanze del cantiere stesso, dove riflette sulle conseguenze delle sue azioni della giornata, ammirando in distanza i risultati di quelli che lui sa essere i suoi lavori, attraverso il fondo di un boccale di birra.


Le modalità operative sono piuttosto spartane, coordinate con le necessità lavorative del cantiere seguito, e già si notano nell'abbigliamento e nelle attrezzature dell'ingegnere di cantiere stesso.

Abbigliamento pesante che qua l'inverno dura molto a lungo, troppo a lungo, ruvido e resistente che il cantiere è duro e crudele, abbigliamento corredato a prescindere da un gilet da pescatore con mille tasche e talvolta una borsa ikea stile sacca da Indiana Jones, nelle quali si trova tutta l'attrezzatura dell'ingegnere stesso: tabelle ripiegate e tenute come sacre reliquie, numerose penne assortite, matite varie, agende scolastiche normalmente con pagine vuote adatte a essere riempite da schizzi e appunti effettuati al volo, calcolatrici varie, occhiali che gli permettano di vedere bene lo schermo del computer d'ordinanza, quando riesce a utilizzarlo nottetempo, decine di chiavette usb con tabelle, disegni, calcoli e relazioni, trasformate in formati adatti da poter essere recuperare al volo su qualsiasi computer, e infine, in una delle mille tasche, sempre presente un panino per quando potrebbe venir fame, anche se si è impegnati in un sotterraneo per un rilievo o una misurazione.
Queste sono le caratteristiche immediate che rendono noto a chiunque di avere a che fare con un ingegnere di cantiere e non con chiunque altro membro dello staff progettuale o di direzione lavori, o tanto meno con la committenza o con qualcuno delle imprese: ciascuno degli altri è estremamente più elegante e curato nell'abbigliamento, oltre che dotato di attrezzature migliori e tecnologicamente più evolute.
A volte qualcuno parla con gli ingegneri di cantiere, anche al di fuori del lavoro, e in questi casi costoro rimangono sconcertati dalla risposta che tradizionalmente ricevono: “Entro quanto ti serve la risposta?” Non si tratta di una domanda priva di senso, in quanto l'ingegnere di cantiere deve per esigenze lavorative fornire una risposta entro un periodo predeterminato a qualsiasi domanda gli venga fatta. Per un banale motivo di scarsa attitudine ai rapporti umani al di fuori del lavoro, capita sovente che l'ingegnere di cantiere risponda a chiunque come se fosse al lavoro. E va anche bene se si ricorda di non imprecare e bestemmiare come fa normalmente.

== Differenze tra un ingegnere di cantiere e il resto dello staff correlato al cantiere ==


'''Il progettista'''

Il progettista sa sempre cosa fare e come farlo, il suo scopo principale è studiare la soluzione migliore per realizzare gli impianti presso la committenza, ha a disposizione i più avanzati strumenti del settore, un intero staff di competenti collaboratori e tutto il tempo necessario per effettuare le proprie valutazioni con criterio e razionalità.

'''La direzione lavori'''

Il direttore dei lavori sa sempre cosa fare e come farlo, il suo scopo principale è fare in modo che le imprese realizzino il tutto come studiato dai progettisti, anche a costo di stravolgere completamente la progettazione.

'''I cantieristi delle imprese'''

Il cantierista sa sempre cosa fare e come farlo, il suo scopo principale è risolvere i problemi e lui li risolve, indipendentemente dalle conseguenze.

L'ingegnere di cantiere si trova quindi costretto a intervenire non tanto per migliorare le scelte progettuali (cosa questa che ha già fatto ottimamente il progettista) o per far realizzare i lavori (cosa questa che ha già fatto ottimamente la direzione dei lavori) o ancora per risolvere i problemi pratici (cosa questa che ha già fatto ottimamente il cantierista) quanto per adattare opportunamente le scelte progettuali alle diverse realtà di cantiere, sovente cercando di tener valido quanto modificato sul momento dalla direzione lavori, senza informarlo ovviamente, per assicurarsi che lo stravolgimento totale della progettazione non cambi assolutamente nulla nei confronti della committenza, non abbia conseguenze troppo devastanti e non venga comunque a costare più di tanto, e soprattutto per risolvere i problemi causati dalla risoluzione dei problemi abbastanza garibaldina effettuata dalle imprese su indicazione della direzione lavori che ha stravolto di fatto l'intera progettazione.

Normalmente questo non può avvenire, quindi l'ingegnere di cantiere assume automaticamente il ruolo di '''capro espiatorio''' per la committenza (che ha subito ritardi e aumenti di costi), per la direzione lavori (che ha dovuto modificare tutta la progettazione), per la progettazione (che è stata completamente stravolta dopo mesi di studi da parte di uno staff altamente qualificato) e per il '''Gattopardo''' (che non ha visto rispettare il proprio motto secondo cui quando tutto cambia in realtà non cambia nulla!)

Ovviamente torno a ripetere che ogni variazione che funziona sarà merito della progettazione o della direzione lavori, ogni variazione che crea qualche problema (indipendentemente dalla correttezza e da quanti problemi futuri invece risolverà) sarà colpa dell'ingegnere di cantiere.

Naturalmente tutto ciò viene fatto avendo a disposizione solo qualche tabella di coordinamento recuperata da cataloghi e guide online, nessun collaboratore e soprattutto il tempo strettamente indispensabile solo per riuscire a consultare le suddette tabelle e basta, infatti l'abilità dell'ingegnere di cantiere la si vede solo da come ha saputo impostarsi le tabelle per ottenere i risultati migliori nei tempi minori.

== Rapporti tra l'ingegnere di cantiere e lo staff correlato al cantiere ==


'''La committenza'''

L'ingegnere di cantiere è generalmente odiato e detestato dalla committenza, in quanto normalmente tende a intervenire quando ci sono problemi, anche perché normalmente il suo compito è proprio quello di risolvere tutti i problemi in cantiere, e la committenza vede quindi ogni suo intervento come un'interferenza nei lavori, con conseguente ritardo per sciocchezze che avrebbero dovuto risolvere la progettazione o la direzione lavori, evitando accumularsi di ritardi e costi per una persona in più di cui non si capisce l'utilità: poteva restare negli uffici della società a dare una mano alla progettazione nel tener conto di mille milioni di parametri diversi, compresi l'andamento dell'intero team di impiegate sculettanti da invitare alle pause caffè...

La somma dei rapporti tra le due figure professionali si nota particolarmente quando l'ingegnere di cantiere chiede informazioni o dati alla committenza per risolvere rapidamente i problemi riscontrati, per i quali ha necessità di ricevere informazioni vitali praticamente in tempo zero, e dopo la richiesta di informazioni da parte della committenza su chi sia costui che chiede informazioni che dovrebbero già avere sia la progettazione che la direzione lavori, non vedrà mai risposta alle sue richieste, essendo quindi obbligato a rifare nottetempo (ovviamente gratuitamente e sperando che la committenza non lo venga mai a scoprire, altrimenti lo farebbero anche arrestare come un volgare delinquente) tutti i rilievi necessari per poter dare la soluzione corretta il mattino successivo, soluzione praticamente perfetta ma non abbastanza economica per la committenza, che vorrebbe tutto a gratis, quindi il poveretto subirà onta, rappresaglie e “''damnatio memoriae''” presso la sede della committenza stessa, al punto che persino il suo permesso di ingresso improvvisamente smetterà di funzionare e nessuno saprà o farà mai nulla per sistemare la situazione.

'''Il progettista'''

L'ingegnere di cantiere è generalmente odiato e detestato dal progettista, in quanto normalmente tende a portare alla luce ogni cosa che viene da questi insabbiata, proprio come un fedele cane da riporto, anche perché normalmente il suo compito è proprio quello di sistemare in cantiere tutte le cose che al progettista sfuggono, impegnato com'è a tener conto di mille milioni di parametri diversi, compresi l'andamento dell'intero team di progettazione e l'orologio del computer che si avvicina rapidamente all'orario di uscita o della pausa pranzo o delle pause caffè...

Naturalmente, in ogni grosso lavoro che si rispetti, ci saranno uno staff di progettazione che curi i problemi di natura civile, uno staff che curi i problemi di natura meccanica e uno staff che curi i problemi di natura elettrica, mentre l'ingegnere di cantiere sarà solo e dovrà controllare i problemi di tutte le tipologie, comprese quelle delle quali non sa assolutamente niente, ma lui non può non sapere: è ingegnere!

La somma dei rapporti tra le due figure professionali si nota particolarmente quando l'ingegnere di cantiere chiama al telefono il progettista, o qualcuno del team di progettazione, spiega il problema che ha riscontrato e per il quale ha necessità di ricevere informazioni vitali sui criteri seguiti nella progettazione stessa, praticamente in tempo zero, e dopo le rassicurazioni del caso, non vedrà mai risposta alle sue richieste, essendo quindi obbligato a decidere in tempo reale per una soluzione perfetta ma economica, che funzionerà perfettamente per risolvere al meglio il problema, ma raramente si adatterà alle esigenze specifiche dei progetti successivi, dei quali il poveretto non ha alcuna informazione, ma per la qual cosa subirà onta, rappresaglie e “''damnatio memoriae''” presso la sede della progettazione stessa, al punto che persino la segretaria che sarebbe stata disposta a uscire con lui, decide improvvisamente di smettere persino di rivolgergli la parola, e quando lui chiama in sede, risponde a monosillabi per un istante poi chiude la chiamata e al successivo squillo incarica la ragazzina in stage di rispondere e trasferire le chiamate.

'''La direzione lavori'''

L'ingegnere di cantiere è generalmente odiato e detestato dalla direzione lavori, in quanto normalmente tende a portare alla luce ogni difetto delle cose che vengono da questi arrabattate, proprio come un investigatore della scientifica (ma meno elegante e raffinato), anche perché normalmente il suo compito è proprio quello di sistemare in cantiere tutte le cose che, sfuggite alla progettazione, vengono organizzate alla bell'e meglio dalla direzione lavori, secondo l'esperienza passata dell'apposito staff, impegnato com'è a tener conto di mille milioni di problemi diversi, compresi l'andamento dei lavori e delle tempistiche nell'intero stabilimento da realizzare e la committenza che continua a battere i tempi e a dire che i lavori sono in ritardo e i costi lievitano come un panettone...

La somma dei rapporti tra le due figure professionali si nota particolarmente quando l'ingegnere di cantiere chiede informazioni a qualcuno del team di direzione lavori, spiega il problema che ha riscontrato e per il quale ha necessità di ricevere dettagli vitali sui criteri seguiti nella realizzazione stessa, praticamente in tempo zero, e gli viene detto che loro lavorano, non hanno tempo da perdere e che vada lui di persona a farsi i suoi rilievi per poi mettersi a giocherellare al computer.

Ovviamente, quando lo staff della direzione lavori incontra i responsabili della ditta per cui lavorano tutti, l'ingegnere di cantiere non viene mai invitato, ma verranno comunque dimenticate (o passate di proprietà) tutte le soluzioni che ha trovato per sistemare tutto, e lui subirà onta, rappresaglie e “''damnatio memoriae''” presso la sede della direzione lavori stessa, al punto che qualsiasi rappresentante di qualsiasi impresa che lavora nel cantiere, quando lui dirà loro di fare i lavori in un certo modo, non gli daranno retta e chiameranno lo staff della direzione lavori per chiedere a loro come procedere per i lavori, ovviamente lo staff risponderà come detto prima dall'ingegnere di cantiere, ma nessuno ammetterà mai che sia veramente così.

'''La sicurezza'''

L'ingegnere di cantiere è generalmente odiato e detestato dalla sicurezza, in quanto normalmente tende a proporre iniziative che mirano sostanzialmente alla rapida soluzione del problema, immaginando che l'impresa sia in grado di gestire in autonomia la realizzazione di tali iniziative in sicurezza, proprio come un maestro che ragguaglia gli allievi sulle basi, lasciando ai loro cervelli la possibilità di valutare le alternative e gli sviluppi necessari (ma meno colto e diplomatico), anche perché normalmente il suo compito è proprio quello di risolvere i problemi per la committenza, non per le imprese, che dovrebbero avere un responsabile tecnico preposto allo scopo, e nel cui piano di sicurezza operativo dovrebbero essere indicate tutte le modalità necessarie, per poter anche svolgere qualsiasi lavoro nelle condizioni adeguate secondo l'esperienza passata dell'impresa stessa, cosa che il preposto coordinatore per la sicurezza avrebbe dovuto verificare prima ancora dell'inizio dei lavori, ma ovviamente non ha mai fatto, impegnato com'è a tener conto di mille milioni di problemi diversi, compreso il fatto che il cartello riepilogativo sia stato piazzato a ben 5 centimetri di differenza rispetto al posto dove avrebbe avuto maggior visibilità o a cercare di decidere se sia meglio fotografare il gruppo di lavoratori che sta sul trabattello senza cintura o la segretaria della committenza che fuma davanti alla porta degli uffici in minigonna e, evidentemente, senza reggiseno...
La somma dei rapporti tra le due figure professionali si nota particolarmente quando l'ingegnere di cantiere viene perseguitato materialmente dal coordinatore per la sicurezza, che giunge a fotografarlo mille volte al giorno, peggio di uno staff di paparazzi quando incontrano (più o meno) casualmente qualche vip in qualche località vacanziera famosa, ma solitamente l'ingegnere di cantiere non è affatto un vip e non è affatto un soggetto degno di essere immortalato in una serie di fotografie, quindi lo stesso comincia a dubitare che il coordinatore della sicurezza sia un pochino malato, o abbia tendenze “diversamente sessuali”, preoccupando alquanto l'ingegnere di cantiere che decide di cercare di evitare il più possibile il coordinatore stesso.

'''Le imprese'''

L'ingegnere di cantiere è generalmente odiato e detestato dalle imprese realizzatrici, senza un vero motivo, ma solo perché normalmente queste venerano lo staff della direzione lavori (che peraltro firma gli stati di avanzamento dei lavori, dando il consenso alla committenza di pagare le fatture) e si adeguano di conseguenza ai rapporti tra la direzione lavori e l'ingegnere di cantiere stesso...
Naturalmente, in ogni grosso lavoro che si rispetti, ci saranno imprese realizzatrici che curano i lavori di natura civile, imprese che curano i lavori di natura meccanica e imprese che curano i lavori di natura elettrica, mentre l'ingegnere di cantiere sarà solo e dovrà controllare i problemi correlati ai lavori di tutte le tipologie, comprese quelle delle quali non sa assolutamente niente, ma lui non può non sapere: è ingegnere!
La somma dei rapporti tra le due figure professionali si nota particolarmente quando l'ingegnere di cantiere dirà ai responsabili delle varie imprese di fare i lavori in un certo modo e costoro non gli daranno retta ma chiameranno lo staff della direzione lavori per chiedere a loro come procedere per i lavori, ovviamente lo staff risponderà come detto prima dall'ingegnere di cantiere, ma nessuno dell'impresa ammetterà mai che sia successo veramente così, anzi negheranno persino che l'ingegnere di cantiere si sia mai fatto vedere da loro o che sia mai esistito.

'''Se stesso'''

L'ingegnere di cantiere è generalmente odiato e detestato da se stesso, in quanto normalmente col tempo tende ad assuefarsi e adeguarsi parzialmente a ciò che tutti pensano di lui, proprio come uno specchio, anche perché normalmente il suo compito è quello di risolvere i problemi in cantiere, non fuori dal cantiere, dove per lui non esiste nulla, nemmeno la vita stessa, impegnato com'è a tener conto di mille milioni di parametri diversi, compreso l'elenco dei motivi per cui, in fondo, non vale nemmeno la pena di suicidarsi, non ultimo il fatto che verrebbe incolpato di inzozzamento della propria abitazione e quindi odiato e detestato dal padrone di casa e dalle addette alla pulizia...
Normalmente, le cose si risolvono facilmente con l'ingegnere di cantiere che, uscito dal cantiere, si reca al solito bar e si beve un paio di birre prima di andare a letto. Infatti, pare che le uniche persone che amano e apprezzano l'ingegnere di cantiere siano le bariste e le cameriere, alle quali egli, solitamente poco avvezzo alla presenza di personale femminile che non gli sputa addosso o lo manda affanculo appena lo vede, tendenzialmente lascia sovente una mancia, ridotta di per sé, ma cumulando al numero di birre bevute, abbastanza elevata nel globale, al punto che, solitamente, al termine dei lavori, la cameriera rileva il bar dalla proprietaria, assumendo altre cameriere e sperando in nuovi lavori che portino nuovi ingegneri di cantiere.

La cena mondiale...


Quella sera avevamo fatto in modo di uscire presto dal lavoro e tornare a casa.
Non sono fanatico di sport, lo ammetto senza problemi, ma quella sera era particolare: era la finale del mondiale, e giocava l'Italia, gareggiando per il primo posto. L'eccitazione tra di noi era fortissima, e in qualche modo coinvolgeva anche me.
La serata si preannunciava calda, avevamo posizionato le auto in modo da lasciare libero il cortile, evitando il posteggio selvaggio, per usarlo per la grigliata prevista, avevamo fatto scorta di braciole, il barbecue acceso nel cortile riempiva l'aria di fumo e di odori piacevoli, le birre segnavano i posti a tavola, eravamo scesi tutti in canottiera e pantaloncini, pronti anche alla tradizionale gara di rutto libero, oltre che ai commenti più accesi, ancor più carichi della serata precedente in cui avevamo visto (senza crederci molto) gli azzurri vincere e guadagnarsi il passaggio alla finalissima.
Mentre CapoCantierista mostrava la sua abilità culinaria e sfornava braciole su braciole, e noi preparavamo la tavola con ottime dosi di pane e di formaggio, mi rendo conto che ResponsabileCantiere ha preso dei piatti in più. Non ci faccio molto caso, pensando che avremo ospiti alcuni colleghi serbi, come la volta precedente, per quanto abbia notato che non sembravano così tanto felici di trovarsi in nostra compagnia, ma non importa: il capo è lui, quindi faccia quello che vuole, basta che non mi rompa le scatole.
Poco dopo, mentre cerco alla televisione il canale serbo che trasmette la partita in chiaro, visto che la rai ha immediatamente provveduto all'oscuramento, tenendo sotto controllo anche il mio piatto (che non spariscano le braciole conquistate con le unghie e con i denti) ecco che sentiamo una macchina frenare davanti al palazzo, seguita dal rumore di passi che si avvicinano, passi da donna, due donne... superano il portone di ingresso e si dirigono decise verso il cortile, verso di noi, alzo gli occhi e appaiono loro due: Bionda e Spagnola.
Bionda saluta tutti con una stretta di mano e tre bacetti velocissimi, Spagnola sorride dando la mano a tutti, poi si avvicina a me e “Hi MK!” seguito istantaneamente da un abbraccio e dai soliti tre baci, che ancora una volta noto mi da con tutte le labbra e con un lieve schiocco, a differenza del guancia-a-guancia dell'amica.
Si siede accanto a me, sorridendo quando le servo da mangiare, porgendole il piatto delle braciole, pane e formaggio, che accoglie col sorriso e ringraziandomi con un ulteriore bacetto appena mi siedo.
Comincia quindi la partita, tutti ci si volta a guardarla, lei avvicina la sedia alla mia e, mentre ResponsabileCantiere abbraccia l'amica Bionda e si dedicano a qualcosa di più interessante dell'osservare la partita, lei poggia la mano sulla mia gamba, poggia la testa sulla mia spalla e resta così, a osservare la televisione, mentre io osservo lei, le sue labbra così invitanti, il suo seno che si muove seguendo il suo respiro, e faccio una fatica tremenda a resistere all'impulso di baciarla, ma evidentemente qualcosa traspare, visto che lei solleva il viso verso di me un pochino preoccupata, e mi sussurra “No, MK, please! Remember that I've a boyfriend!” “Yes, I remember, but it's hard...”
“Yes, I know! It's hard also for me, my dear!” “Only one kiss?”
“No, please! It's better no! I would stay with you, I would your kisses... and I would also you! But this is a wonderful dream for me... a wonderful dream for tonight, but tomorrow we must come back to the real life! Please, don't make me this...” “Ok, it will be like you want!”
E fu cosí che mi fermai, in attesa della vittoria finale: avevo infatti pensato che, nell'ebbrezza della vittoria, magari un bacio ci poteva scappare e non avrebbe avuto molto da reclamare... ma ovviamente ho fatto i conti senza l'oste... maledetti azzurri, che sono riusciti a farmi perdere una delle migliori occasioni che potessi mai avere! :P

Per me ha dei problemi...

Ok, avevo detto che non era finita ma poi vi ho risparmiato (o forse ho risparmiato lei, visto che sono quasi sicuro che, se avessi pubblicato tutto, qualcuno sarebbe venuto a cercarla qua in Serbia per ucciderla e disgregare ogni sua molecola... come mai ne sono sicuro? Solo perché lo avrei fatto anch'io, migliaia di volte...) però alcune cose vanno dette comunque.

La nostra Segretaria non era, stranamente per una ragazza serba della sua età, quella che comunemente si definirebbe una gnocca, ma era comunque una ragazza a cui piace moltissimo divertirsi e cerca di spassarsela nel modo migliore. Poi ha il vantaggio che dice di conoscere perfettamente l'italiano e questo la pone subito in un gradino superiore, peccato che poi si è rivelata essere la tipica ragazza serba che lavora per degli italiani.

Un giorno, o meglio una sera, ha deciso di recarsi al solito disco pub e festeggiare qualcosa (qua, volendo, pare che ci sia sempre qualcosa da festeggiare) ma le cose devono essere degenerate, e purtroppo non ha avuto l'accortezza di fare tutto il venerdì sera, che stava poi a casa un intero weekend: l'indomani mattina si lavorava, ma ancor peggio, in tarda mattinata sarebbe arrivato GrandeCapo.
Lei entra in ufficio spettinata, con gli occhi gonfi e quasi neri e con un abito che nulla ha a che fare con l'abito di una segretaria, oddio noi non pretendiamo certo un tailleur, lavoriamo in un posto schifoso, vanno benissimo jeans e maglietta, roba che non si deteriora troppo dovendola lavare praticamente tutti i giorni, ma lei arriva con una camicetta bianca quasi trasparente, dalla quale traspare appunto il reggiseno nero, peraltro aveva poco da trasparire, dato che la camicetta era sbottonata praticamente fino all'ombelico. Sotto una gonna (credo fosse una gonna) apparentemente di carta crespata, praticamente tutta tagliuzzata come se l'avesse accarezzata Edward ManiDiForbice dalla quale uscivano un paio di calze quasi completamente rovinate (per un attimo ho pensato avessero cercato di stuprarla)
Mi avvicino per chiederle se era tutto a posto, ma lei senza nemmeno guardarmi, si siede alla sua sedia, solleva la gonna fino a scoprirsi completamente le mutande (intatte, quindi non era stata stuprata) e si sfila via le calze rotte iniziando a ridere come una matta.
La risata e il resto, oltre al fiato che adesso sentivo benissimo, mi fanno capire bene tutto, e le chiedo quindi “Segretaria! Ma che cazzo fai? Ti sembra il modo di venire in ufficio?”
Lei mi guarda e si mette a ridere, ubriaca persa, poi comincia a dirmi che ha festeggiato tutta la notte...
“Non me ne frega niente! Meglio che vai a casa, e dici che stai male!” “Ma io non ssshto male... io ssshto benisssssshimo...”
Le ripeto di andarsene, ma lei si alza e mi viene vicino, cadendo quasi subito e abbracciandomi di scatto (e appestandomi col suo alito iperalcolico), mentre anch'io cercavo di tenerla in piedi
“Vedi che non riesci a stare in piedi? Vai a casa!” “Perché? Perché mi vuoi mandare via?”
“Vattene a casa, lo dico per il tuo bene!” “No, tu non mi vuoi bene!”
“Che cazzo dici?” “Tu non mi vuoi bene... non capisssho per quale motivo...”
“Cosa? Ma che dici?” “Cossshé? Non ti piasssho?”
“Si, mi piaci, ma adesso vai a casa!” “Ah, allora ti piasssho? E la mia patatina ti piasshe?”
“Segretaria, tu sei fuori di testa! Vai a casa!” “Non vorresssti entrarssshi nella mia patatina? Ssssu, fammi sssshentire come ti piassshe...” e allunga la mano verso il cavallo dei miei pantaloni, ridendo come una matta mentre mi allontano di scatto.
Le afferro quindi le mani, avvicinandole l'una all'altra, e gliele tengo ferme con la mia, poi la trascino verso l'ascensore e la spingo dentro, quindi la porto verso la guardiola e chiedo ai sorveglianti di chiamare un taxi, dove la chiudo dentro e dico al tassista di portarla a casa (l'indirizzo glielo darà lei, se riesce a farsi capire) e per il pagamento, passare poi dal Direktor.
Torno quindi in ufficio e, quando arriva GrandeCapo e chiede “Dov'é Segretaria?” gli rispondo “Ha telefonato che oggi sta male e non viene!”
“Cazzo! Ma sta male tutte le settimane? Per me ha dei problemi!” “Mah... penso anch'io...”

Ritornerai, in ginocchio da me...


Come dicevo, essendoci un solo locale, è difficile evitare di trovarsi tutti lì contemporaneamente, ovviamente si può sempre fingere di non conoscersi, come ha fatto le primissime volte, evitandomi come fossi un appestato, ma alla fine il suo carattere è tornato a galla, e lei ha ceduto le armi quando ha visto che non mi causava alcun problema trovarmi nel locale anche se c'era lei, e non avevo alcun problema a bermi un paio di birre anche se lei non mi rivolgeva la parola, però ho notato che non mi perdeva mai di vista, voltandosi solo quando si accorgeva che stavo guardando nella sua direzione.
Un giorno entrai nel locale, mi avvicinai al bancone e la ragazza mi portò una birra, che iniziai a sorseggiare voltandomi sopra il trespolo per osservare la tipa che cantava, dato che la voce meritava... ovviamente era solo la voce a meritare, ma in quell'occasione mi accorsi che lei era lì, seduta al tavolino, e mi stava guardando.
Non distolse lo sguardo quando la vidi, così alzai il boccale in un cenno di saluto, e fu allora che si voltò indispettita, per poi tornare a fissarmi quando io cominciai a guardarmi attorno per vedere la fauna notturna, ma ancora era presto e c'era poco movimento.
Finita la birra, feci cenno alla ragazza, che colse al volo e poco dopo si presentò con un altro boccale.
Presi dal portafoglio un biglietto da 200 e glielo diedi, lei sorrise imbarazzata dicendomi che non aveva il resto e dovevo aspettare che si facesse pagare qualche altra ordinazione, io le dissi qualcosa ma causa il frastuono non capì e si avvicinò, porgendomi l'orecchio, mentre io le cingevo la vita con un braccio e lei poggiava la mano sulla mia spalla, le dissi scherzando che le lasciavo la mancia se mi dava un bacio. Lei sogghignò e non si fece ripetere l'invito, poggiando per un istante le sue labbra sulle mie per poi sparire nella sala con 30 dinari extra in tasca propria.
Non era passato nemmeno un minuto da che la ragazza si era dissolta nel nulla, quando mi trovai davanti lei, che mi fissava con lo sguardo corrucciato, un lieve broncio nelle labbra e un tenue rossore sulle guance.
Visto che é proprio davanti a me e non puó far finta di non vedermi, le rivolgo la parola in inglese
“Ciao Spagnola!” “Ciao MK!”
“Come va? Tutto bene?” “Si, e te?”
“Bene, grazie. Ti stai divertendo?” “MK, please! Io non ce la faccio più!”
“A fare cosa?” “MK... per favore... torniamo amici come prima: io ti voglio bene, non riesco a stare così, senza vederti, senza parlarti...”
“Io non ho mai litigato con te! Sei tu che mi hai escluso dalla tua vita!” “Ho sbagliato! Perdonami! Torniamo come eravamo prima!”
“Come eravamo prima? Io ti corteggio e tu mi rispondi che sei fidanzata?” “Io sono fidanzata! Non posso farci niente, ma lui é sempre lontano, sempre assente e tu sei dolce, gentile, sensibile, mi riempi di allegria e di gioia ogni volta, e questo mi manca... mi manca tantissimo...”
“Il fatto é che a me invece manca tantissimo la parte dopo il corteggiamento!” “Dai... lo sai che non posso! Che avrei mille problemi! Se vuoi, credo che potrei baciarti, se ti accontenti!”
“Mi baci sempre, qual é la variante?” “Che ti bacerei diversamente... o vuoi essere baciato solo dalla cameriera del locale?”
“Gelosa?” “Io? No! Che motivo avrei? Io sono fidanzata... tu non so, ma non sono io la tua fidanzata... no, io non sono gelosa di te... o di quella kurva...”
“Cosa? Cos'é una kurva?” “Niente, niente... non farci caso... Mi offri da bere?”
“Certo, siediti, mentre io chiamo la kurva e tu le dici cosa prendi!” “Spero che non la chiamerai kurva! Altrimenti mi sa che sarai tu a prendere qualcosa di strano!” aggiunge sogghignando.
Le offro quindi da bere e ricominciamo a chiacchierare amichevolmente come sempre, fino a quando giunge il momento di andar via: le amiche la chiamano per andare e lei mi saluta con i soliti 3 bacetti sulle guance. Io la guardo un poco stupito e lei sussurra “Please... le mie amiche qua conoscono il mio fidanzato... non chiedermi di baciarti di fronte a loro! Please!” “Ok!”
E lei se ne va, felice e soddisfatta, convinta di aver vinto una guerra e di avermi totalmente in suo potere.

Povera illusa... peró se é bastato un bacetto con la cameriera del locale per farla ingelosire a tal punto, e spingerla a scendere dal suo piedestallo, allora forse dovrei mandarle il link dell'altro blog... chissà cosa farebbe dopo aver tradotto con gugol le vicende narrate... :P

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...