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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

Interfono...

Vi è mai capitato di dover organizzare un incontro tra più persone? Bene, se vi è capitato, forse avete una vaga idea di cosa significhi organizzare un lavoro in cantiere! Partiamo dall’inizio: dobbiamo realizzare uno scavo, enorme, dove posare decine di tubazioni termiche, idrauliche, fognarie, elettriche, e il tutto senza bloccare la strada, visto che è l’unica strada dove possono passare i vari camion che riforniscono la ditta. Quindi CapoCantierista mi telefona dal posto per organizzare il meeting con le varie imprese coinvolte, e io procedo nell’unico modo possibile... almeno qua in Serbia! Chiamo il titolare della prima impresa, gli chiedo se può venire in ufficio da noi l’indomani in mattinata, lui risponde affermativamente, fisso l’appuntamento. Chiamo il titolare della seconda impresa, gli chiedo se può venire in ufficio da noi l’indomani in mattinata nello stesso orario del primo, lui risponde affermativamente, fisso l’appuntamento. Chia

Una notte a Belgrado 2

Ci decidemmo quindi a trascorrere una notte a Belgrado, per poi tornare il giorno dopo a casa (a Kragujevac), sapendo che non avremmo avuto occasione di tornare in Italia per quel weekend. Lui aveva un’amica a Belgrado che lo ospitava, ma io non conoscevo nessuno così prendemmo insieme un taxi e mi feci portare a un albergo non troppo costoso, ma nemmeno fatiscente. Scesi e, mentre lui si allontanava col taxi, io mi infilai nell’albergo e chiesi una camera, pagai e andai nella stanza. Approfittando della connessione internet, avviai skype e chiamai casa per avvisare di tutto quello che era successo, poi mi coricai e mi addormentai. Al mattino mi svegliai prima dell’alba (non che facesse differenza, vista la nebbia che impediva il sorgere del sole e contemporaneamente distribuiva uniformemente una luminosità soprannaturale. Feci una doccia e mi rivestii, poi navigai un pochino in internet, non sapendo che fare vista l’ora, e infine giunse il momento di

Una notte a Belgrado!

Non ce la facevo più: pregustavo ormai il rientro a casa, visto che erano ben 3 settimane che non rientravo, anzichè le canoniche 2, per coprire il turno di rientro di un collega. Ero infine giunto all’aeroporto, da solo dato che nessun altro rientrava in questo weekend, ma ormai ero pratico: andai al check in e presi il biglietto, poi mi avviai verso il primo controllo, depositai il bagaglio e attraversai la macchinetta a raggi x, quindi mi avviai verso il posto di polizia per far controllare il mio documento e infine raggiunsi il gate dell’aereo con parecchio anticipo. Qui giunto trovai uno dei nostri colleghi-rivali della controparte, e ovviamente anche un gruppo di personaggi dell’ImmensaAzienda per cui lavoravamo, dato che costoro rientrano ogni settimana. Il tabellone dell’aereoporto segnava gli orari di partenza, ma dalla finestra vedevamo la nebbia infittirsi sempre di più, roba che nemmeno la pianura padana aveva mai visto nulla di simile, e ch

Onor di patria!

Tanto tempo fa, poco prima dell'era dei presidenti abbronzati, uno di quei programmi che fanno la parodia dei telegiornali ha detto che l'Italia è onorata e rispettata all'estero, grazie alle incredibili capacità del nostro presidente del consiglio, ma quello è un programma parodistico e propagandistico, quindi non conta, sebbene io, da buon provincialotto italico, ci abbia creduto... Con questa attuale esperienza, sto vivendo all'estero, e ho modo di vedere in prima persona come siamo apprezzati, onorati e rispettati, grazie proprio alle incredibili capacità del nostro presidente del consiglio (che, guarda caso, è lo stesso di cui parlava quel programma parodistico e propagandistico). La Serbia è una nazione povera, uscita sconfitta da una guerra, ridotta alla fame, afflitta da una crisi pazzesca, dove la gente lotta ogni giorno con la fame e con un terreno contaminato dagli sporchi esperimenti militari delle forze armate occidentali. Eppure, questa popolazione