Doccia fredda...

Avevo provato più volte a chiamarla, ma non mi rispondeva mai: il telefono squillava ma nessuna risposta. Non sapevo cosa stesse succedendo, quindi ero un poco preoccupato, e non avevo altra soluzione che chiamare la sua amica e chiedere a lei, quindi le telefonai e parlammo in serbinglese.
"Ciao Bionda, come stai?" "Ciao MK, io sto bene e te?"
"Bene grazie..." "Come va il lavoro?"
"Ce n'è fin troppo, e te?" "Procede... Ma hai bisogno di me?"
"Eh si, ho bisogno del tuo aiuto!" "Dimmi tutto, farò tutto quello che posso per aiutarti!"
"Senti, io ho provato a chiamare Spagnola, ma non mi risponde, e siccome è qualche giorno, mi sto preoccupando... hai notizie? Sta bene?" "Penso di si, è in vacanza..."
"Ah, ma allora perchè non mi risponde?" "Perchè è in vacanza in Grecia, se risponde al telefono costa carissimo..."
"Ah già, questo maledetto roaming e la Serbia che non sempre conta in Europa..." "Si, proprio così!"
"Vabbè, meglio così... temevo che stesse male..." "No no... sta bene... ci sentiamo su fessbuk e mi ha fatto vedere delle foto di posti bellissimi..."
"Ah, ha un profilo su fessbuk?" "Si, è tra le mie amiche... tu puoi cercare lei, dato che io e te siamo amici... anzi, le dico di chiederti l'amicizia direttamente..."
"Ok, provo a cercarla tra le tue amiche, visto che non conosco il suo cognome... oddio, me l'ha detto, ma non ho idea di come si scrive... a proposito, mica ha il profilo in cirillico?" "No, lei è come me: usa alfabeto occidentale... è importante per lei visto che insegna tedesco!"
"Ah, ok... allora grazie, ciao!" "Niente, ciao!"
Chiudo la telefonata, accendo il computer e mi collego su fessbuk, accedo alla pagina della Bionda e comincio a sfogliare le sue numerose amicizie, finchè vedo la foto di lei, della Spagnola, scopro quindi il suo cognome e le invio la richiesta d'amicizia.
Pochi minuti dopo, mi appare un messaggio che mi avvisa che lei ha accettato, mando un messaggio di ringraziamento ed evidentemente era in linea e non aspettava altro, visto che mi risponde immediatamente, e cominciamo a chattare.
Durante la chat, mi dice che è in vacanza in Grecia, e mi fa vedere diverse foto, con panorami e monumenti classici, ma in molte foto l'unica cosa degna di nota era lei...
Peraltro, visto che alcune foto fanno veramente pena, mi scappa di chiederle chi fosse il fotografo, senza specificare nulla, ovviamente, e la sua risposta arriva immediatamente, semplice e lapidaria allo stesso tempo: "è il mio fidanzato!"
Resto un attimo interdetto: l'ho sempre vista da sola, anzi, in compagnia della Bionda, mi ha raccontato ogni dettaglio della sua vita ma non mi ha mai parlato di un fidanzato, mi ha detto chiaramente che le piaccio, è sempre felice di vedermi e i suoi baci non sono semplici bacetti di saluto come per esempio quelli della sua amica Bionda... eppure, all'improvviso spunta fuori questo misterioso fidanzato!
Boh! Non so cosa pensare, so solo che qualcosa non mi torna, ma non capisco bene cosa.
Vabbè, non è un problema, in fondo sono abituato alle docce fredde... e comunque la saga della Spagnola non finisce qua...  ;)

Diario di bordo... secondo giorno...

Eravamo in cantiere, il mio coinquilino era stato accompagnato al suo posto di combattimento, e da lì gestiva le sue operazioni.
Per fortuna, non aveva necessità di interpreti, dato che aveva passato diverso tempo in giro nei paesi dell'est europeo, quindi conosceva abbastanza le lingue da cavarsela bene.
Per ulteriore fortuna, non era la prima volta che faceva questo lavoro, quindi sapeva come procedere per non combinare troppi guai e permettere la sopravvivenza del reparto.
Per colmo di fortuna, quell'area del cantiere era seguita, per la controparte, da una delle migliori architette italiane presenti sul campo, o almeno così dicevano tutti, visto che io non avevo mai avuto il piacere di collaborare con lei, per quanto ci vedessimo tutti i giorni e fosse anche la coinquilina di colei con la quale invece collaboravo in quasi tutti i lavori che seguivo.
Ovviamente, tutte queste coincidenze fortunate dovevano essere equilibrate da un karma estremamente negativo, altrimenti la bilancia cosmica avrebbe avuto da ridire, e così fu che in quella zona del cantiere stava lavorando una delle peggiori imprese che la storia di questo cantiere possa ricordare: un'impresa ungherese che era evidentemente di chiara discendenza da parte di Attila, solo che in questo caso dovevano costruire e non distruggere... e soprattutto dovevano costruire anche gli impianti elettrici...
E fu così, dalla somma di queste situazioni, che in quel momento, dopo solo 6 giorni in cui seguiva il cantiere, il mio coinquilino mi chiamò al telefono.
"Che vuoi?" "Senti, ci sarebbe un problema elettrico..."
"Dimmi..." "Dovresti vedere una cosa e..."
All'improvviso sentii la voce quasi disperata di Architetta "Smettila di cincischiare e digli di venire qua di corsa!"
"Ma che sta succedendo?" "No, niente... è che..."
Rumore improvviso alquanto strano, e poi sento al telefono la voce realmente disperata di Architetta "MK! Per favore, vieni qua subito! Corri! Ti prego!" "Ok, arrivo!"
Metto il giaccone e gli scarponi (veramente avevo cominciato a cambiarmi quando l'avevo sentita attraverso il telefono mentre lui cincischiava) prendo l'elmetto e parto verso il luogo del delitto.
Arrivato lì, Architetta mi viene incontro di corsa "MK! Per fortuna sei arrivato! Guarda cosa sta succedendo!"
Mi volto e inorridisco immediatamente, mentre il sangue mi si gela nelle vene, e lancio un urlo verso il mio collega "FERMALI! FERMALI SUBITO!" e mi fiondo di corsa verso di loro urlando "STOP!!!"
Mi guardano stupiti, ma riconoscendomi, si fermano immediatamente, smettendo di fare ciò che stavano iniziando a fare, io li guardo con aria feroce e urlo loro in inglese "Che cazzo state facendo?"
Si avvicina il responsabile di cantiere "Ecco, noi..." "Voi cosa? Siete stufi di vivere e vi volete suicidare in massa?"
"No, noi volevamo... non so come dire..." "Un momento!"
Allungo il braccio e afferro per il giaccone il mio collega, che stava cercando di fare il pavone con l'architetta evidentemente scocciata, e lo trascino accanto a me come un fuscello "Vieni qua tu, che parli la loro lingua, e traduci quello che diciamo!" "Ma..." l'obiezione muore sul nascere quando i miei occhi si piantano sui suoi e lui riesce a intravedere per un istante infinitesimale il lato oscuro dell'abisso tenebroso che si agita vorticando dentro di me e, come tutti quelli che riescono a sopravvivere a questa visione, comincia a tremare...
Architetta si avvicina "Grazie, MK, ora io..." "Tu stai ferma dove sei e non provare ad andartene, che ce n'è anche per te!" e anche lei si immobilizza tremando, mentre io riprendo il discorso usando il mio collega come interprete
"Per quale motivo stavate facendo quello che vi ho visto fare?" "Noi non sapevamo come procedere e..."
"Cos'è che non sapevate fare?" "Non abbiamo mai montato una spina di blindosbarra, così volevamo vedere com'erano state montate le altre..."
"E quindi stavate per aprirne una, levarla e guardare com'era stata montata?" "Si, stavamo facendo così..."
"E si può sapere chi vi autorizzato? E soprattutto perchè non avete chiamato a me per chiedere come fare?" "Ci ha autorizzato lui, ha detto che potevamo farlo senza problemi..."
"E perchè non avete chiamato me?" "Siete nella stessa ditta, se lui ci dice di agire in un modo noi lo facciamo: voi siete la direzione lavori..."
"Allora, adesso vi spiego io come si installano le spine nei blindosbarra, preferibilmente senza restarci appesi a friggere e soprattutto senza mettere fuori servizio l'unica area funzionante dello stabilimento, guarda caso proprio quella dove un fermo di produzione costerebbe per ogni minuto quanto l'intero debito pubblico di una nazione dell'est Europa... e chi paga?" a queste parole mi guardano spaventati, poi si guardano tra loro, scambiano quattro parole a testa nella loro lingua incomprensibile e subito dopo "Spiegaci come fare!"
Io spiego loro la lezione su come procedere, mi assicuro che abbiano capito e mi allontano un pochino, poggiando un braccio sulle spalle del mio collega e l'altro sulle spalle dell'architetta "Voi venite un attimo qua con me!"
Stanno tremando come se ci fossero 20 gradi sottozero, eppure sono tranquillissimo e voglio solo capire bene cosa stava succedendo e per quale motivo mi sono trovato improvvisamente a cercare di evitare che i ristoranti locali venissero riforniti di carne per almeno una settimana...
A questo punto, per pura cavalleria, mi volto verso la fanciulla con un sogghigno diabolico "Tu sei architetta e ovviamente non capisci un cazzo di impianti elettrici, vero?" "sss....si..."
"Eppure hai capito che stavano facendo un disastro?" "...ho intuito che..."
"E a quel punto mi hai fatto chiamare?" "...si...avevo paura...solo tu potevi capire cosa succedeva..."
"E perchè non li hai fermati? Anche tu sei nella direzione lavori!" "...non mi ascoltavano...io seguo la parte edile...per gli impianti lui aveva detto che..."
"Ok! Basta così! Tu non c'entri niente, vai a fare il tuo lavoro!" e alzo il braccio lasciandola andare, lei scappa di corsa allontanandosi, con le lacrime agli occhi e il respiro affannato, mentre io mi volto verso il mio collega
"E tu? Non hai capito cosa stava per succedere se questi riuscivano ad aprire e levare la spina del blindo? Specie con il sistema che stavano usando per sganciarla?" "Ma io..."
"Tu hai lavorato nella ditta dove costruivano questi blindo, quindi dovresti sapere bene cosa stava per succedere! E poi, tu sei la direzione lavori per gli impianti elettrici!" "Ma io..."
"Peraltro eri pure abbastanza vicino da potertene fregare completamente delle conseguenze, lasciando nella merda me, visto che l'ultimo numero fatto sarebbe il mio!" "Ma io..."
"Se, per assurdo, non sapevi cosa stava per succedere, perchè non mi hai chiamato?" "Ma io..."
"MA TU UN PAR DE COJONI!!! Tu adesso torni lì, insieme a lei, ma stavolta non per cercare di palpeggiarle il culo: tu vai a controllare quello che fanno questi idioti! E quando hanno finito, vieni da me in ufficio!" "Ok... ma..."
"Nel frattempo, io preparerò la tua punizione! Che tipo di legno preferisci?" "Eh? Ma..."
"Non preoccuparti: provvederò io stesso a fare la punta, col mio coltellino svizzero, sarà perfettamente liscio e non sentirai niente...o quasi...!" "AAAAHHHH! Ma tu sei matto!!!"
"Forse... e forse no, ma sicuramente non sono in grado di pagare migliaia di euro di danni per un fuori servizio non programmato ma causato da noi, e non ho nemmeno voglia di stare 20 anni in una galera serba perchè degli idioti si sono ammazzati grazie alle cazzate di un mio collega! Preferisco prevenire che curare, e se il tuo comportamento cerca di inchiappettare anche me, ti assicuro che ti restituisco il favore anticipatamente e con tutti gli interessi!" "Ma io..."
"Ma tu ora vai a fare il tuo lavoro! E ricorda: ogni cosa che in qualche modo non capisci o ti sembra dubbia... o, meglio, sembra dubbia a lei, che pare abbia più cervello di te, tu fermi tutto e mi chiami! Chiaro?"  "Ma io..."
"Cosa non sarebbe chiaro nelle parole FERMI TUTTO E MI CHIAMI?" "Niente..."
"Allora TU FERMI TUTTO E MI CHIAMI!!! Chiaro?" "Si...si..."
"Bene, io vado a preparare il tuo palo!" e mi volto per tornare in ufficio...

Diario di bordo... primo giorno...

La prima mattina ammetto di essermi dimenticato del coinquilino, ma me ne sono ricordato immediatamente quando, appena svegliato a sufficienza da cominciare a deambulare, ho raggiunto il bagno e ho cercato di aprirne la porta ma l'ho trovata chiusa a chiave.
Sentivo la mia vescica sul punto di esplodere, e a nulla valse il bussare sulla porta, così dovetti ricorrere a un mezzo autarchico e piuttosto spartano per gestire la pessima situazione... recuperando dal cassetto un coltello affilatissimo e dal cestino dell'immondizia una cosa che vi avevo buttato la sera prima: una bottiglia vuota di acqua minerale.
Con queste strumentazioni minimali e la mia mente massimale, predisposi in pochi istanti un mcgyveriano sostituto del bagno, dove riversai il fiume in piena che mi stava facendo esplodere gli organi interni.
Successivamente, sentendo finalmente aprire la porta, andai a svuotare il mio gabinetto autarchico, e mi trovai davanti lo spettacolo di una doccia devastata, un pavimento allagato e un gabinetto... eppure lo spazzolone era in bella vista, proprio accanto alla carta igienica... e sapevo per certo che quest'ultima era stata usata...
Lo chiamai e gli feci presente la situazione, ma lui mi guardò con aria assente e rispose "Ma scusa, GrandeCapo mi ha detto che c'è una signora che viene a pulire..."
Non oso immaginare quante luci omicide si accesero nel mio sguardo (il vantaggio di non potersi vedere riflessi negli specchi) ma gli risposi "A parte che non penso sia piacevole per la signora vedere un simile spettacolo, come immagino non lo sarebbe nemmeno per tua moglie a casa tua in Italia, vorrei farti presente che qua dentro siamo in due! Questo significa che: 1) ciascuno di noi deve tenere occupati i locali comuni solo per il minimo indispensabile (quindi il giornale te lo leggi fuori dal bagno) e 2) visto che tu ti svegli prima di me, sappi che dopo di te, e prima che venga la signora, ci devo andare anch'io in bagno, e quindi fammi il favore di lasciarlo pulito! Non dico di lucidarlo o lavarlo, ma di pulirlo: usare lo spazzolone e tirare lo sciacquone, anche più volte se necessario!"
"Ah si, ok... adesso cosa c'è da mangiare?" "Quello che hai in valigia!"
"Ma io non ho niente in valigia..." "Allora non hai niente da mangiare, a meno che non ti vesti e scendi sotto, dove c'è la cucina comune con la spesa alimentare... ma prima devi pulire il bagno!"
"Ah, pensavo di poter mangiare qua..." "Se vuoi... basta che vai a prenderti qualcosa sotto e te la scaldi nella piastra elettrica... ma tieni conto che anche quella è in comune a tutti e due, come il bagno da pulire! A proposito: anche il frigo e la credenza sono in comune, quindi usali pure per la tua spesa... ma vedi di lasciar stare la mia roba, e se proprio vuoi bere il mio latte, usa almeno un bicchiere!"
Lui allontana il pacchetto del latte dalla bocca e sogghigna "Tranquillo, non ho nessuna malattia..." "A parte una certa dose di evidente maleducazione... A proposito, prima di andar via, ricorda di pulire il bagno!"
Ovviamente, il bagno non venne pulito, la signora entrò e scappò via urlando disperata, e solo il suo senso del dovere (e la certezza del licenziamento da parte del direttore, suo responsabile) la convinsero a ritornare a pulire quello schifo del bagno...
E fu così che iniziò la mia convivenza forzata con costui...

Corso di lingua


E venne il giorno in cui decisi di porre fine alle mie lacune, pensando di fare un bel corso di lingua serba, che mi avrebbe permesso di comunicare meglio sia con le imprese che con i colleghi, ma soprattutto con le ragazze.
Chiamai l'amica bionda e le chiesi se era disposta a farmi lezioni, ma lei mi rispose che era impegnatissima e non avrebbe potuto aiutarmi in questo.
Immaginavo una risposta del genere, così non mi preoccupai e chiamai la Spagnola, che mi disse che non poteva, avendo un periodo pienissimo di lavoro.
Questa risposta mi diede un pochino fastidio, ma lei mi disse che una sua amica, che peraltro conoscevo, poteva darmi lezioni di serbo, essendo proprio insegnante di serbo.
Mi diede il suo numero e io la chiamai, spiegandole la situazione e ci incontrammo in gelateria per gli accordi.
Lei arrivò, ci sedemmo al tavolino e prendemmo da bere, mentre le spiegavo cosa mi serviva e lei mi mostrava tutti i suoi titoli di studio per farmi capire che non era una sprovveduta.
Gli orari andavano bene a entrambi, il suo prezzo mi andava bene, e accettai di affidarle l'incarico di istruirmi in questa difficile lingua.
Lei si presentò quindi nel mio appartamento, o meglio mi telefonò da sotto e io scesi per accoglierla e accompagnarla sopra, entrammo e la feci accomodare, lei si levò il giubbotto restando con la camicetta semi sbottonata e, sedendosi, sollevò un pochino la gonna, scoprendo le gambe, che guardai con ammirazione.
Lei sorrise e mi disse "Stop! I'm your teacher! You cannot be a bad boy!" "Are you sure?"
Lei mi guarda con un sogghigno diabolico e dice "Now I give you a lesson of serbian language! After, when I finish, you pay me and I go away!" "Ok, this is for now, but when we can go out together?"
Lei mi guarda un attimo e poi risponde "Before I want know how you speak serbian!" "Uh? I don't speak serbian! You know this!"
"Yes, but if you want me, you must before learn my lessons!" "Wow! You make this with all your students?"
"No, of course! My students are childrens! You are my friend, you are also my studente, you are not a children and you like me... I need your money and you need my lessons, so I think it's possible to have a good agreement for both! It's ok for you?" "Yes, for me it's ok!"
E così cominciò la mia prima lezione di serbo...

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...