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Ricerche festive...

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E rieccoci ancora una volta puntuali con il consueto appuntamento fisso con le ricerche più folli :D (oddio, appuntamento fisso e puntuali... beh, forse visto che è almeno un paio di volte che pubblico tale sciocchezzuola tanto per fare due risate...) Cercano me... mk66 le storie di mk66 lestoriedimk66 mk vampiro storie belgrado   - e fino qui mi va anche bene... lestoriedimk66.blogspot.com - già questa mi suona piuttosto male... http://lestoriedimk66.blogspot.com/  - ma questa... questa... usata come chiave di ricerca... questa... basta, ho bisogno di bere qualcosa...  Ma non cercano solo me... storie sala macchine davide bianchi storie dalla sala macchine  - paragonato al Maestro ? Io? Non sono degno... Ho il sospetto che questo sia  Valeren ... ;) come si smonta un fucile semiautomatico come rimontare un fucile come smontare un fucile steyr m95 286 - strano però: ero sicuro che non avesse particolari problemi con l'artigianato bellico... :P E ques

Con le buone maniere... 2

Quella mattina, squillò il cellulare serbo e vidi il numero del capo cantiere di una delle imprese, quindi sfoderai il mio miglior serbinglese e risposi "Ciao Tizio, kako si?" (significa "come stai") e dall'altra parte mi rispose la sua voce "Ciao MK, dobro, hvala, ti?" ("bene, grazie, e te?") "Dobro, dobro!" e qui è finita la parte che conosco in serbo, quindi abbiamo continuato in inglese "Cosa vuoi?" "Ho bisogno di parlarti!" "Dimmi!" "No, mi serve che vieni qua in cantiere!" "Ok, ma non prima di mezzora!" "Va bene, ti aspetto!" Metto gli scarponi, indosso il giubbotto, recupero la documentazione relativa a quel particolare lavoro e vado, incamminandomi nel mezzo della neve, per raggiungerlo. "Ciao, cosa c'è?" "Ciao. Ho un problema!" "Dimmi!" "Devo montare il nuovo blindo, ma non è ancora stato smontato il vecchio!" &quo

So cucinare anch'io!

Visto che il gruppo alla fine ha cominciato a sfaldarsi, e ognuno ha cominciato ad agire per conto proprio, anch'io mi sono adeguato alla situazione mutata, mi ritiro nel mio alloggio, mi approssimo alla dispensa e mi preparo un panino con la nutella o con salame e sottilette. Ma dopo poco tempo, anche la dieta paninara non funziona piú, al punto che viene voglia di qualcosa di diverso, qualcosa di buono e, in mancanza di Ambrogio (e soprattutto della Signora in Giallo ) ecco che, stufo di mangiare panini, decisi di provare anch'io a cucinare, partendo dalla cosa più semplice: la pasta. Al supermercato locale si trova facilmente una nota marca italiana di pasta e di sughi già pronti, alla quale ho attinto per i rifornimenti. Ho preparato la pasta, secondo i ricordi di quando osservavo mia madre, e devo ammettere che i risultati sono stati apprezzabili, ho quindi assunto manie di onnipotenza e ho cominciato a inventare sughi e condimenti particolari, riciclando gli avanzi del

Con le buone maniere...

ACHTUNG! Questo post ha un linguaggio un pochino pepato! :P ___ Detesto quando mi fanno perdere tempo sul lavoro, e se c'è una cosa che le imprese serbe sanno fare bene è proprio far perdere tempo! Il lavoro procedeva lentamente, con continui ritardi dovuti alle incomprensioni, con le continue visite in cantiere e i richiami al capo cantiere dell'impresa, che non faceva le cose come concordato, approfittando del fatto che era troppo tardi per fargli rifare tutti i lavori! Quel giorno, la committenza era relativamente incazzata, e aveva convocato entrambe le direzioni lavori (noi e la controparte architettonica) sul posto per vedere a che punto erano i lavori. Va il mio collega Cantierista, insieme ad Architetta e a ResponsabileCommittenza, raggiungono il posto e non trovano il capo cantiere dell'impresa, ma solo alcuni operai che parlano solo serbo e non sanno dire niente sul motivo per cui sono in ritardo. ResponsabileCommittenza si incazza abbastanza, ma non po

Il grande chef...

Agli inizi, la cucina serba è piacevole, anche se pesantuccia, ma dopo un po' diventa quasi insopportabile mangiare ogni giorno carne (quasi esclusivamente di maiale o pollo) senza mai trovare nulla di vegetale (a parte i peperoni, i funghi e le patate che usano per condire la carne o il solito cavolo che usano in ogni modo, anche come insalata) e quasi niente di frutta, per non parlare del sogno di ogni italiano: la pasta, che qua viene usata come contorno in alcuni ristoranti e soprattutto viene condita quasi esclusivamente col miracoloso sugo serbo per ogni occasione (quello che nel resto del mondo viene conosciuto col nome di ketchup), così siamo stati tutti felici quando passa la moda delle serate al ristorante e ci si limita a un più normale “mangiamo a casa e poi usciamo la sera” CapoCantierista si improvvisa cuoco, in alternanza con un altro collega che ha deliziato i palati dei miei colleghi prima del mio arrivo e, in qualche rara occasione, anche dopo il mio arrivo.

La Spagnola...

Ho già parlato della Bionda, e devo aver detto che ogni tanto capitava che si usciva tutti i nsieme. In una di queste uscite, andando in un locale piuttosto raffinato (per gli standard serbi) la Bionda mi ha presentato una sua amica, una ragazza molto simpatica e molto bella, che parlava un inglese particolare (un poco come tutti, lì in Serbia) ma misto a molte parole evidentemente tedesche, e con un nome spagnol o che mi ha colpito parecchio, al punto che, col mio inglese, le ho chiesto se fosse di origine spagnola, benchè i tratti somatici non avessero nulla di spagnolo. Lei si è messa a ridere, una risata deliziosa, poi mi ha spiegato che le amiche la chiamano così perchè è mora e le piacciono i romanzi di avventure salgariani, ma il suo vero nome è di origine croata. Ovviamente le ho chiesto quale fosse il suo vero nome, lei me l'ha detto e io le ho chiesto come si scriveva, lei ha sorriso e mi ha fatto lo spelling, ma io ho finto di non capire (in realtà non ho finto molto:

Freddo...

Ero in licenza premio (weekend italiano) e mi ero avviato verso l'aeroporto di Belgrado per tornare in patria. Mentre aspettavo l'aereo, un beep mi avvisa che ho un nuovo messaggio. Leggo "Quando arrivi in Italia chiamami!" e la mittente era lei: Architetta. Tra una cosa e l'altra, arrivo a Malpensa che era quasi mezzanotte, quindi le invio un sms, e lei risponde "Ok chiama domattina!" Al mattino la chiamo e lei mi chiede di raggiungerla a casa sua, cosa che faccio nel minor tempo possibile. Giunto da lei, mi fa salire nell'alloggio dove vive, un bacetto veloce e poi mi conduce verso la sua camera, dove mi fa sedere direttamente sul letto e si siede accanto a me. Comincia quindi a parlare di mille cose, senza dirigere il discorso su nessuna, e senza pensare che io non avevo alcuna voglia di parlare, o almeno così pensavo io, e un istante dopo glielo dimostrai. La abbracciai e le tappai la bocca con un bacio, lei ricambiò ma con poca passione,

Foto di gruppo

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Ecco qui una foto di gruppo dell'intero squadrone dislocato in Serbia, ripresa nel nostro ufficio un attimo prima che qualcuno di noi sparisse misteriosamente nel nulla più assoluto, in mezzo a urla raccapriccianti e spruzzi di sangue dalle membra squarciate...  ;) Siamo una squadra fortissimi... by mk66

Diario dal fronte...

Ero giunto da poco, quando mi hanno affibbiato un lavoro merdoso che la metà basta. Dovevamo passare con i nostri impianti in uno stabilimento sottodimensionato, dove il grosso dello spazio era occupato dai macchinari di una ditta tedesca. Tali tedeschi, con arroganza tipicamente teutonica, pretendevano di comandare e dare ordini in casa d'altri, ma visto che i padroni di casa non erano in grado di far valere le proprie ragioni, malgrado agissero anche loro come truppe d'occupazione italiche, toccava agli scarsi membri dei corpi speciali del nordovest contrapporsi alle numerose divisioni di panzer germanici, naturalmente potendo contare sul fatto che i propri alleati italici li avrebbero traditi e aggrediti alle spalle non appena possibile, ma tant'è: in fondo la storia si ripete sempre! E fu così che venni inviato in prima linea, in una riunione ad alto livello, per risolvere i problemi! Nessuno dei miei colleghi, malgrado le promesse iniziali, si fece trovare disponi

Cosa tu mangi?

La nostra Segretaria serba ha talmente tanti compiti, che non riesce a espletarne nemmeno uno. Qualsiasi cosa le si dica, lei risponde sempre “Ok” ma poi non fa assolutamente niente. L'unica cosa che fa, oltre a rispondere al telefono serbo e a fare la bella statuina all'ingresso dell'ufficio, e oltre a fumare e prendere il caffè con la segretaria della nostra controparte, è quella di preoccuparsi del vettovagliamento, anche perchè c'è di mezzo pure il suo. Abbiamo una convenzione con un ristorante locale, che ci porta il pranzo in base alle ordinazioni, così ogni mattina, entro le 10, dobbiamo segnare su un foglio apposito il codice del piatto prescelto per la giornata, in modo che lei, entro le 11, possa prendere tutti i codici, telefonare al ristorante suddetto e ordinare la pappa per tutti. Nessun problema quando si è in ufficio, visto che il menù, pur essendo in serbo, è illustrato quindi si capisce cosa si sta scegliendo, poi c'è sovente il nostro Tecnico

Luna piena...

Questo è praticamente un raccontino breve nato da un sogno che ho fatto tempo fa, ispirato da una certa zona che ho visto qua vicino e da una certa persona che purtroppo non è così vicino ------ La luna splendeva alta nel cielo, ma nemmeno il suo chiarore illuminava le ombre di quella foresta, ombre dove non era difficile intuire il movimento di altre ombre, e da dove si udivano rumori strani. Nessuno nel paese osava o voleva parlare di quella foresta, anche se era parte dello stesso paese, estendendosi in parte all'interno della periferia, sebbene le case della periferia fossero tutte disabitate e successivamente popolate di stranieri, gente che non conosceva nè il paese nè la foresta, gente che non sapeva nulla del passato, gente come me. Ero fuori, stavo rientrando dall'unico locale decente del paese, ed era parecchio tardi. Per tornare a casa dovevo passare davanti alla foresta, un tratto di poche centinaia di metri, che facevo tutti i giorni, ma stavol

Odio, lacrime e sangue...

NOTA: Questo racconto è leggibile solo da persone con lo stomaco forte! L'argomento trattato e il tono usato sono inadatti a persone sensibili, in quanto si riferisce a un episodio orribilmente tragico che ha lasciato il segno in molti di noi! Se continuate a leggere, sappiate che dovete essere preparati a un linguaggio esplicito e soprattutto a un finale tragico. ======   ====== Ecco, l'ha rifatto ancora una volta, eppure lo sa che non lo sopporto. Ero già incasinato di mio, quando "lei" è entrata. Dio quanto è bella! E' già bella di suo, ma con la sua divisa è favolosa. Mi si è avvicinata, chiedendomi informazioni sul lavoro che seguiamo insieme, e quasi non riuscivo a risponderle tanto mi emoziona la sua vicinanza, il suo sguardo così intenso e dolce, le sue labbra così deliziose che vorrei baciare intensamente, il suo profumo semplice e delicato. Si, mi piace, e lo sa anche lei: gliel'ho detto, anche se fingendo di sp

Le tecno-pompe!

E quel giorno mi ritrovai a dover seguire un nuovo lavoro, gestito direttamente dai nostri colleghi-rivali. Per prendere informazioni, salgo su e chiedo chi segue il lavoro, sperando in una risposta identificativa di qualche italiana, magari ‘lei’... ma non è così: li segue una delle architette serbe, la più brava e tosta, devo ammetterlo, e volendo anche una delle più belle malgrado lo sguardo di ghiaccio, ma non è ‘lei’, purtroppo... Oh beh! Vorrà dire che farò pratica di serbinglese ancora una volta, anche se questa me lo fa apposta a mettermi in imbarazzo visto che capisco poco! Eccola che arriva, entra e mi vede accanto alla propria scrivania, sogghigna e “Ciao! Her desk is there!" Cazzarola! Lo sanno tutte che mi piace ‘lei’? O è solo che sono abituate a vedermi andare direttamente da ‘lei’, visto che seguiamo moltissimi lavori insieme? Boh! Chi se ne frega? Anche se ‘lei’ sta ridendo come una iena che ha trovato una carogna! Ok, rispondo “No,

Una presentazione particolare...

Da quel momento mi è capitato diverse volte di dover presentare i lavori, e sovente mi è capitato di aver problemi col mio serbinglese, ma anche di accorgermi di volta in volta che le cose miglioravano: mi capivano sempre meglio, e io capivo sempre meglio loro. Un giorno, arriva la solita mail dalla tipa degli acquisti (Purchaising Lady), per la presentazione di un lavoro, al ché raccolgo la documentazione, me la studio bene, e poi partecipo alla riunione. Al solito, serve un portatile attrezzato per proiettare diapositive nel maxi schermo della "meeting room", e siccome non ne ho altri a disposizione, prendo quello del mio collega Progetta Mannaggiamenti, gli carico i file relativi e procedo verso la sala apposita. La tipa mi saluta sorridendo "Hi MK! How are you?" "Hi PL! I'm good, and you?" "Dobro, hvala! You have the laptop?" "Yes, I have here the laptop of PM!" (capito cosa intendo quando parlo di serbinglese?) Arrivan

Sorry for my bad english!

Come ho detto, sovente ho avuto seri problemi di comunicazione, visto che il mio serbinglese non era poi così evoluto come avrei voluto e sperato. Una volta, giunto da pochi giorni in questo paese, vengo inviato a fare una presentazione di un lavoro alle imprese partecipanti alla gara (qua si usa così), vengo presentato alla tipa dell'Ufficio Acquisti, ai rappresentanti delle varie imprese e siedo accanto a una delle Architette della nostra controparte (mi è andata anche bene: era una fanciulla davvero molto carina, serba, ma parlava e capiva anche l'italiano oltre che l'inglese con una fluidità invidiabile. Quando costei finisce il suo spiegone e risponde alle domande dei partecipanti, in un inglese talmente perfetto che non ci ho capito manco una parola, tocca al mio collega parlare degli impianti termomeccanici, e quando anche costui si siede, tocca a me parlare degli impianti elettrici, quindi mi alzo, prendo la parola ed esordisco scusandomi per il mio pessimo ingl

anglo-serbo-piemontese

Come ho già avuto occasione di dire, in questo posto dimenticato dagli dei, per farci capire dobbiamo parlare inglese, lingua talmente comune e talmente nota che chiunque la parla, forse anche gli inglesi. Nel nostro caso, noi italiani ( che siamo tutti molto esperti ) parliamo una versione imbastardita di inglese, e i nostri colleghi serbi (che lo imparano guardando la televisione) parlano una versione totalmente imbastardita, e talvolta, casualmente, le due versioni hanno persino dei punti in comune. Un mio collega chiama questo "patois" col nome di "globish" (da global-english), io che sono più terra-terra, lo chiamo banalmente "serbinglese". Un giorno, a parte le figuracce che ho fatto con il mio "serbinglese", ho scoperto di aver sbagliato tutto nella vita. Un mio collega serbo (CS1) ha enormi problemi a parlare italiano, va d'accordo con me perchè i nostri serbinglese praticamente coincidono, ma una volta l'ho sentito urlare

Interfono...

Vi è mai capitato di dover organizzare un incontro tra più persone? Bene, se vi è capitato, forse avete una vaga idea di cosa significhi organizzare un lavoro in cantiere! Partiamo dall’inizio: dobbiamo realizzare uno scavo, enorme, dove posare decine di tubazioni termiche, idrauliche, fognarie, elettriche, e il tutto senza bloccare la strada, visto che è l’unica strada dove possono passare i vari camion che riforniscono la ditta. Quindi CapoCantierista mi telefona dal posto per organizzare il meeting con le varie imprese coinvolte, e io procedo nell’unico modo possibile... almeno qua in Serbia! Chiamo il titolare della prima impresa, gli chiedo se può venire in ufficio da noi l’indomani in mattinata, lui risponde affermativamente, fisso l’appuntamento. Chiamo il titolare della seconda impresa, gli chiedo se può venire in ufficio da noi l’indomani in mattinata nello stesso orario del primo, lui risponde affermativamente, fisso l’appuntamento. Chia

Una notte a Belgrado 2

Ci decidemmo quindi a trascorrere una notte a Belgrado, per poi tornare il giorno dopo a casa (a Kragujevac), sapendo che non avremmo avuto occasione di tornare in Italia per quel weekend. Lui aveva un’amica a Belgrado che lo ospitava, ma io non conoscevo nessuno così prendemmo insieme un taxi e mi feci portare a un albergo non troppo costoso, ma nemmeno fatiscente. Scesi e, mentre lui si allontanava col taxi, io mi infilai nell’albergo e chiesi una camera, pagai e andai nella stanza. Approfittando della connessione internet, avviai skype e chiamai casa per avvisare di tutto quello che era successo, poi mi coricai e mi addormentai. Al mattino mi svegliai prima dell’alba (non che facesse differenza, vista la nebbia che impediva il sorgere del sole e contemporaneamente distribuiva uniformemente una luminosità soprannaturale. Feci una doccia e mi rivestii, poi navigai un pochino in internet, non sapendo che fare vista l’ora, e infine giunse il momento di

Una notte a Belgrado!

Non ce la facevo più: pregustavo ormai il rientro a casa, visto che erano ben 3 settimane che non rientravo, anzichè le canoniche 2, per coprire il turno di rientro di un collega. Ero infine giunto all’aeroporto, da solo dato che nessun altro rientrava in questo weekend, ma ormai ero pratico: andai al check in e presi il biglietto, poi mi avviai verso il primo controllo, depositai il bagaglio e attraversai la macchinetta a raggi x, quindi mi avviai verso il posto di polizia per far controllare il mio documento e infine raggiunsi il gate dell’aereo con parecchio anticipo. Qui giunto trovai uno dei nostri colleghi-rivali della controparte, e ovviamente anche un gruppo di personaggi dell’ImmensaAzienda per cui lavoravamo, dato che costoro rientrano ogni settimana. Il tabellone dell’aereoporto segnava gli orari di partenza, ma dalla finestra vedevamo la nebbia infittirsi sempre di più, roba che nemmeno la pianura padana aveva mai visto nulla di simile, e ch

Onor di patria!

Tanto tempo fa, poco prima dell'era dei presidenti abbronzati, uno di quei programmi che fanno la parodia dei telegiornali ha detto che l'Italia è onorata e rispettata all'estero, grazie alle incredibili capacità del nostro presidente del consiglio, ma quello è un programma parodistico e propagandistico, quindi non conta, sebbene io, da buon provincialotto italico, ci abbia creduto... Con questa attuale esperienza, sto vivendo all'estero, e ho modo di vedere in prima persona come siamo apprezzati, onorati e rispettati, grazie proprio alle incredibili capacità del nostro presidente del consiglio (che, guarda caso, è lo stesso di cui parlava quel programma parodistico e propagandistico). La Serbia è una nazione povera, uscita sconfitta da una guerra, ridotta alla fame, afflitta da una crisi pazzesca, dove la gente lotta ogni giorno con la fame e con un terreno contaminato dagli sporchi esperimenti militari delle forze armate occidentali. Eppure, questa popolazione

Piscina...

La mia prima domenica serba. Sapendo che in ditta non c'era corrente, ci eravamo portati il lavoro a casa, ma abbiamo finito il sabato, cosi ci siamo organizzati per andare a vedere delle terme in un paese vicino. Eravamo io, Architetto e Progetta Mannaggiamenti, ma ovviamente si è unita a noi anche la nostra assistente-guida serba, ribattezzata ben presto la Bionda. Siamo partiti in macchina, con Architetto che guidava e Bionda che faceva da navigatore (ovviamente in inglese), giungendo dopo oltre un'ora nel paese dove ci sono le terme (con una piscina che fa anche da acqua-park), e ci dirigiamo decisi verso tale posto, guidati direttamente da lei. Entriamo e ci avviamo verso i bagni: Bionda ci avvisa che non ci sono cabine, per cui il costume lo dobbiamo indossare nei bagni, ma va bene lo stesso. Indossati i costumi, andiamo quindi in piscina, immergendoci un po' e poi usciamo per andare a prendere il sole sulle sdraio, appisolandoci ben presto causa la stanc

Curva a destra...

Era il mio secondo rientro in Serbia, assieme a un collega del servizio progetta mannaggiamenti. Scesi dall'aereo troviamo la nostra macchinetta parcheggiata che ci aspettava dal venerdi, lui mi da le chiavi e dice “Guida te, che io sono stanco! Imbocchi l'autostrada e vai sempre dritto!” “Ok!” Partiamo, imbocco l'autostrada, proseguo attraverso Belgrado, prendo il biglietto alla stazione e procedo nella notte serba per 125 km fino all'uscita di Batocina, dove prendo la statale per Kragujevac. Dopo altri 25 km circa, entriamo a Kragujevac, accolti dal cartello di benvenuto in cirillico e da un monumento su una rotonda raffigurante una croce ortodossa, oltre il quale sono appostate un paio di auto della locale “policija” pronte a prendere multe, quindi appena vedo il cartello comincio a rallentare opportunamente, in modo da stare sotto i limiti. Il mio collega inizia a guardarsi intorno, sapendo che da quel punto non conosco molto bene la strada, e mi dice “Ade

Check-in...

Ero all'aeroporto di Belgrado e stavo procedendo con le normali formalità: ritiro del biglietto, coda davanti alle macchinette di controllo, fortunatamente allietata dallo spettacolo dei sorveglianti che si divertono a far suonare il controllo quando passano belle ragazze (nel caso specifico, una ragazza molto carina si è trovata costretta a ripassare numerose volte sempre levandosi qualcosa dall'abbigliamento, finchè si è capito che erano i ferretti del reggiseno a far suonare l'allarme, ovviamente per la gioia dei presenti che hanno trovato il modo di non annoiarsi durante la lunga coda), e infine viaggio verso il cancello di imbarco. Arrivo infine al cancello e, stranamente, qua c'è un nuovo metal-detector (a Belgrado controllano due volte), quindi nuovamente procedo a posare tutta la roba nel cestello dove verrà controllata, e mi accingo a passare sotto il metal-detector, ma ho dimenticato il portafoglio nella tasca dei pantaloni, e quando passo vedo una poliziott

Vicinato...

L'alloggio che mi hanno dato comunica ovviamente con dei vicini, in particolare ho una famigliola felice, stile mulino bianco, la cui camera da letto è posizionata opportunamente nello spazio tra la mia camera da letto e la stanza con la televisione. Malgrado i mattoni serbi siano più grossi di quelli italiani (cosa che ho scoperto in cantiere, in relazione a un lavoro che si è poi rivelato estremamente incasinato), sembrano comunque non avere alcun potere di isolamento acustico, al punto che si sente tutto, ma proprio tutto tutto: qualsiasi rumore uno faccia, esattamente come se fossero tutti nella stessa stanza. Questa vicina particolare, mi è capitato di vederla un paio di volte sulle scale o nel cortile, e devo dire che è veramente una donna molto bella: alta, bionda e, stranamente, dotata di un seno di terza misura (che ho poi scoperto essere dovuto alla presenza di un bimbetto giunto da poco in questa zona, che usa tale attrezzatura come proprio ristorante personale, a

Ma chi é costei?

Ho accennato a una bionda con occhi profondi e misteriosi, che ho incontrato la prima sera arrivato in città? Ecco, nel corso dei primi giorni ho avuto modo di conoscerla molto bene! Mi è stata presentata come una persona importante nell'ambito della cittadina, che ha aiutato diverse volte la squadra nella soluzione di problemi pratici, e mi è stato detto fin da subito di rivolgermi a lei per qualsiasi necessità e se avessi avuto qualsiasi tipo di difficoltà. Sostanzialmente, però, la prima difficoltà era riuscire a comunicare con costei, dato che parlava pochissimo l'italiano e quindi bisognava rivolgersi a lei in inglese. La seconda difficoltà era riuscire a parlarle, nel senso che occorreva distrarla da quello che sembrava essere il suo unico passatempo, ovvero guardare con adorazione Architetto! Effettivamente, secondo le voci di corridoio e le chiacchiere dei colleghi, pare che tra i due ci sia del tenero, o almeno lei adora realmente lui, ma io non ho mai dato r