La storia della ciofeca..

I primi computer sui quali cominciai a lavorare usavano il dos come sistema operativo: windows (3.1) era una semplice interfaccia grafica da lanciare all’occorrenza (o in automatico mediante modifica di un file), solo perché si usavano anche word (che era più semplice di wordstar) ed excel (che era più potente della calcolatrice a nastro).
Si usava anche autocad, ma quella versione si lanciava da dos e simulava una propria finestra grafica correlata alla tavolozza grafica, da configurare ogni volta per far capire al programma che gli spostamenti del secondo mouse sulla tavolozza corrispondevano agli spostamenti del cursore, creava programmi che in realtà erano file di testo e che, in casi particolari, era più semplice modificare al volo con un editor di testo che con il complicatissimo editor grafico (si: a quell’epoca, quando mi accorgevo di qualche errore in autocad, a volte facevo prima a correggere con il blocco-note che non ad aprire autocad, calibrare la tavolozza grafica, caricare il disegno, cercare il punto da modificare, modificarlo, salvare il tutto e chiudere…)
Infine, usavo un programma pseudo-grafico (nel senso che ricreava un rettangolo di pixel colorati all’interno del quale appariva una tabella da completare e salvare premendo F10), dove l’inserimento dei codici avveniva direttamente cercandoli a catalogo, le tabelle si correlavano direttamente tra loro mediante inserimento di un codice alfanumerico (l’inserimento di un codice relativo a una tabella non ancora esistente, la creava automaticamente) e, al termine degli inserimenti la pressione di F10 per la seconda volta avviava la fase di elaborazione, cui seguivano schermate di errori o la produzione di due file di testo per ogni tabella inserita, uno in formato txt e uno in formato dxf.
Questi file venivano poi passati a word (in stampa unione) e a autocad, per produrre di conseguenza gli elaborati progettuali finali.

In seguito, windows cominciò a crescere e i vari programmi cominciarono ad adattarsi al suo formato, prima autocad e, quando windows divenne 98, anche questo programma di calcolo cominciò a cambiare, a sostituire la schermata testual-colorata con una vera finestra (rigidamente a tutto schermo) e alternare la schermata tabellare con un qualcosa di somigliante a excel, per cominciare pure a integrare un database aggiuntivo da dove reperire alcuni dati (cominciarono anche a nascere le icone di errore).

Ben presto venne assunta un’equipe di programmatori e, in un periodo variabile tra quando windows divenne 98 per la seconda volta e quando si trasformò in 2000, il programma divenne una cosa strana, quasi totalmente grafica (schermate di inserimento dati, maschere al posto delle tabelle, organizzazione dei risultati visualizzabile in finestre.. quando non si bloccava tutto per esubero di richieste di risorse), con una rigida organizzazione schemistica (che fu un grosso peggioramento rispetto alla flessibilità della versione originale) e un inserimento di database interni stranamente fallace (non si inserivano più i dati da catalogo, ma si richiamavano le caratteristiche dal database, peccato che queste caratteristiche non coincidessero affatto con quello che dicevano gli stessi cataloghi), oltre all’inserimento di una guida ipertestuale assolutamente non navigabile, che permetteva di sapere cosa passasse per la mente degli sviluppatori, ma non cosa in realtà facesse il programma… Ah, c’era anche la possibilità di richiamare direttamente dal programma stesso sia autocad che word… ovviamente servivano risorse notevoli per far girare tutto insieme, ma c’era anche quella possibilità…

Col tempo, windows divenne experto, e anche i programmi annessi, compreso questo programma di verifica, che ormai faceva tutto graficamente: la schermata di avvio apre una finestra a tutto schermo (è ridimensionabile, ma ci si perde la barra dei pulsanti e se la barra dei menù finisce su più righe, c’è il rischio che, all’apertura di un menù, questo sia più lungo della finestra stessa.. no: mai visto barre, frecce o pulsanti di scorrimento, anche se -nella mia ignoranza- ero praticamente sicuro che a queste cose pensasse direttamente Windows, ma evidentemente sbaglierò) dove viene richiesto quali basi dati utilizzare, mediante una comoda interfaccia in cui cliccare per selezionare (c’è anche la casella ‘seleziona tutto’ che si fa prima, anche se il file finale diventa enorme, ma tanto ormai la memoria non è più un problema), poi si inseriscono i dati iniziali (cliente, commessa, lavoro, data presunta di consegna) e si sceglie se il sistema è di tipo TT o TN (cioè se c’è il contatore in casa o la cabina col trasformatore).
Se scegliamo il TT, non c’è santo che tenga: o mettiamo subito un differenziale oppure non si va avanti (che vuol dire che avete il contatore in cantina e il differenziale in casa all'ultimo piano? Il programma vuole che il differenziale sia attaccato al contatore, quindi spostate tutto!).
Se scegliamo il TN, allora possiamo selezionare un trasformatore standard (stiamo verificando ovviamente un impianto con trasformatori standard, vero?) o anche più, nel qual caso verranno automaticamente creati più arrivi nel quadro generale, poi si può procedere con le partenze, inserendo una serie di quadri elettrici in una struttura rigidamente radiale (come? Non avete una struttura radiale? Dovete fare una struttura a maglia? Embe, dov’è il problema? Basta che riprogettate tutto in modo che sia radiale!) e infine si arriva a impostare le utenze (stiamo facendo una verifica quindi abbiamo preso tutte le caratteristiche delle utenze, vero? No? Stiamo facendo una progettazione e non sappiamo nulla delle utenze? Male!!! Il vero progettista deve sempre sapere tutto!!!) e quindi vengono rielaborati i calcoli per le linee e le protezioni a ritroso (capito perché era meglio prima? Non era il caso di fare operazioni a ritroso, bastava indicare in una tabella che si alimentava ‘quel’ quadro elettrico e faceva tutto il programma…)
Adesso c’è pure il modulo per la media tensione, ma ovviamente non è possibile gestirlo in quanto si sono semplicemente dimenticati di adattare i valori al primario del trasformatore, quindi il programma continua a calcolare le caratteristiche come se lavorasse a 400V, non a 22000V (ma in fondo che ve frega? Il programma continua a dire di essere utile solo per la bassa tensione, mica per la media, per quello ci sono i normali metodi ‘a manina’ con i cataloghi dei costruttori di apparecchiature di media tensione, ma tanto mica si usa sempre la media tensione… come? Maddai, veramente usate la media tensione tutti i giorni? Ah, ma voi progettisti calcolate anche quello che c’è a monte del trasformatore? Ma nei libri di scuola non dicono che quella è competenza dell’ENEL? No? Dalla cabina al trasformatore è di competenza del progettista? Maddai, e allora? Excel che ci sta a fare: un paio di formule e tutto fila, e avete i dati da inserire nel programma..)
In ogni caso, da questo momento su una schermata grafica fighissima (con effetti tridimensionali) verranno inseriti gli elementi del nostro impianto realizzando una bellissima struttura ad albero, in cui ci sono quadri elettrici comprensivi di arrivi e partenze, che alimentano altri quadri o direttamente delle utenze. Ogni quadro è composto da elementi quali dispositivi e condutture, che dovremmo infine selezionare dai database inseriti mediante selezione diretta di tutte le possibili caratteristiche.
Gli unici valori da digitare sono le lunghezze delle condutture e le potenze delle utenze installate, oltre alla loro sigla e denominazione se non si vuole usare quella standard.
Al termine di questa rielaborazione a ritroso, appariranno i segnali di errore (appaiono, appaiono, fidatevi…).
Allora dobbiamo cominciare a spulciare le segnalazioni: apriamo la finestra del quadro con l’errore, quindi quella della partenza con l’errore, quindi quella dell’errore e cerchiamo di capire cosa significa quell’errore (sempre che ci sia qualche indicazione: non sempre l’errore c'è o è realmente un errore). Se ci rendiamo conto che quell’errore è un ‘falso positivo’ allora possiamo tranquillamente trascurarlo, in quanto non comparirà nei report finali, altrimenti bisogna capire a cosa fa riferimento e come rimediare (sostanzialmente si interviene sulla protezione, regolando le tarature ove possibile, o sulla conduttura, variando la sezione ove possibile, naturalmente entrambe le operazioni hanno un costo materiale, per cui occorre tenerne conto e valutare la soluzione più conveniente).
Al termine, quando saranno scomparse tutte le segnalazioni di errore (illusi...), allora si potrà lanciare la stampa dei risultati dal programma stesso, stampa che in realtà vuol dire che il programma richiama word per gestire (tramite la stampa unione) la produzione delle schede di verifica e poi richiama autocad per gestire (tramite macro lisp) la produzione degli schemi elettrici corrispondenti.
Naturalmente occorre avere molta memoria, perché questo database visuale consuma un sacco di risorse, se poi deve anche avviare word e autocad con delle funzioni di macro visual-basic per la stampa unione e macro lisp per l’inserimento di blocchi cad, allora ci si deve seriamente preoccupare di avere caratteristiche degne di Vista (e anche di Udito, Gusto, Tatto e Olfatto), ma di usare XP, altrimenti crolla tutto.

Ogni 15-20 giorni esce una nuova release che dovrebbe far funzionare meglio qualche modulo o dovrebbe integrare qualche database, ma non si vedono tutte queste migliorie. Comunque circa una volta l’anno esce una versione completa.

La guida in linea resta sempre la stessa da almeno 3 versioni (quindi da circa 4 anni) e i comandi indicati sono completamente obsoleti, ma l’assistenza tecnica continua a funzionare a orari alterni e in giorni alterni, e la frase di rito è sempre “RTFM!” o, se avete acquistato la versione più costosa, “Ci mandi il file, che vediamo quali sono gli errori e, quando abbiamo tempo, glielo rinviamo con le indicazioni di come procedere!” Peccato che gli studi di progettazione o i verificatori di solito abbiano il tempo contato: a me i lavori arrivano già scaduti, quindi non ho quasi il tempo di farli, figuriamoci di mandarglieli che ci si facciano le seghe mentali sopra…

Alla fine, ho dovuto imparare a gestire le cose a modo mio, sfruttando il programma per quello che è ma non dando alcun peso alle segnalazioni di errore, che ricontrollo con i cataloghi, ricalcolo a mano e correggo direttamente in word e autocad, allegando comunque fotocopia delle pagine del catalogo.

Ecco quindi che sono diventato, secondo le definizioni dei miei colleghi, un ‘guru’ nell’utilizzo del suddetto programma, sostituendo de facto l’assistenza tecnica e risolvendo a priori ogni problema che mi si presenta durante il normale utilizzo.
Ecco, questa è la storia dell’evoluzione di quel programma che io ho ribattezzato affettuosamente ‘ciofeca’.

Voi mi chiederete perché continuo a usarlo? In realtà, io (nel senso dello studio tecnico di cui sono titolare) non lo uso affatto (ho altri sistemi più potenti per ottenere risultati migliori...), ma lo utilizzano gli studi e le società con le quali collaboro di volta in volta, e lo usano solo perché è il più figo, più famoso, più potente e più specifico nel settore… e anche perché lo usano molti Enti di ispezione (questo già la dice lunga…), per cui c’è più possibilità di avere risultati concordi in sede finale e di evitare casini amministrativi…

4 commenti:

  1. >Voi mi chiederete perché continuo a usarlo?

    Come dice BigD: "Come diceva la mia mamma, perchè sono un cogl..."

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  2. Scusa l'OT, ma...
    posso permettermi di citarti sul mio blog?

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  3. > Scusa l'OT, ma...
    > posso permettermi di citarti sul mio blog?

    Naturalmente, anzi ti ringrazio :D
    (ovviamente ricambierò, in serata)

    RispondiElimina

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