Mercoledì 23 settembre 2009 ho commesso un reato di natura penale, un vero e proprio delitto: malgrado fosse il giorno in cui CapoDaFuori si degnava di scendere tra noi comuni mortali (e comuni non-morti) per declamare il suo Verbo, io ho preso comunque la giornata libera e non sono andato in ufficio per recarmi invece a un convegno dell'ente normatore ufficiale, correlato a problematiche di sicurezza e impiantistica (ovvero al mio campo professionale) compreso quindi in quelli che ritengo essere strumenti di aggiornamento professionale e che, ovviamente, devo gestirmi da solo, indipendentemente dai problemi di (dis)organizzazione aziendale: sono un consulente, quindi se devo consigliare è meglio che lo faccia sapendo di cosa parlo, e questo lo posso fare solo mantenendomi aggiornato il più possibile (o almeno, io la vedo così...)
Peraltro, come dicevo, questo è un periodo relativamente calmo: il nuovo incarico è ancora in fase embrionale, CapoDaFuori lo rivedrò la prossima settimana per ascoltare le sue perle di saggezza e comunque il lavoro lo sto impostando a modo mio, per cui posso ancora pensare di avere delle giornate con orario +o- normale.
Siccome siamo in Italia, i reati di natura penale vengono puniti severamente, a meno di non godere dell'immunità politica, ma io non sono un politico quindi mi sono ritrovato punito in maniera esemplare!
Il giovedì, rientrato in sede, scopro che non c'è più la mia postazione, o meglio: c'è ancora, ma non c'è più la mia roba (documentazioni, cartelle relative al lavoro in corso, il mio computer, la mia sedia, tutto sparito!!!)
Sconcertato, vado a cercare qualcuno per chiedere spiegazioni, ma SuperAmministratore mi anticipa: «MK, guarda che sei stato spostato nell'ex Sala Server!»
In effetti, avendo precedentemente traslocato sia il Non-Server che il plotter, la stanza era rimasta vuota come un magazzino inutilizzato.
Ringrazio per l'informazione e procedo verso la stanza, dove vedo un tavolo poggiato alla parete con sopra tutto il mio ambaradan, compreso il computer e il telefono.
Apro la finestra (dopo un po' di anni in cui era chiusa, finalmente anche in quella stanza cambia l'aria ed entra la luce... oltre al casino della strada trafficata e alla puzza del Grande Fiume...), posiziono opportunamente il tavolo (non mi va di stare a guardare la parete, ma non voglio nemmeno ricevere la luce della finestra alle spalle, quindi dritta sul monitor), procedo al posizionamento e al collegamento del computer, poi collego il telefono VOIP (dopo aver chiesto a SuperAmministratore di darmi un altro alimentatore in sostituzione di quello, visto che chi lo ha staccato e ha fatto il trasloco ha pensato bene che avere due spinotti paralleli è utile per infilarli nella presa, ma averli perpendicolari tra loro è assai più figo, anche se del tutto inutile e magari pericoloso) e quindi la connessione di rete, sistemo opportunamente (nel poco spazio sul tavolo/scrivania) le mie cartelle e le mie documentazioni, in modo da poter avere un angolo dove mettere le mani e i fogli per gli appunti da prendere di volta in volta nel corso dei lavori, do una bella pulita a tutto (che era un po' di tempo che l'impresa di pulizia non lo faceva), e infine mi siedo e procedo con l'accensione della potente work-stesscion-di-periferia.
Tutto a posto, tutto ok... tranne ovviamente la rete.
Siccome i collegamenti sono a posto, vuol dire che o si sono rovinati i componenti (cavi, scheda di rete, telefono...) oppure il problema è a monte. Ma io sono un consulente esterno, non un dipendente: non posso prendermi troppe libertà che l'assicurazione non mi coprirebbe, per cui chiamo Progettista e gli chiedo se mi da una mano a sistemare la connessione: lui controlla il problema e va dritto all'armadio rack, dove vede che manca la bretella sul patch panel per dare il segnale anche alla mia nuova presa di rete (ovviamente sapevo che il problema era a monte, ma come dicevo, io sono solo un consulente esterno, la mia assicurazione non copre eventuali danni al rack dati di altre ditte...).
Dopo la richiesta a SuperAmministratore, Progettista recupera un cavetto di rete, inserisce la bretella e mi da la connessione (il segnale al telefono lo vedo subito, ma Windows XP richiede invece il riavvio, ma va bene lo stesso).
Ecco quindi che mi sono ritrovato in un ufficio tutto mio, tutto da solo!!!
In breve, tutti (compreso PiccoloCapo, che finge di non sapere nulla e RSPCapo, che mi accenna a un futuro arredamento della stanzetta attualmente molto spoglia) passano da lì per chiedere, e siccome non ho idea delle motivazioni, mi avvalgo del fatto che, nelle ditte per cui ho lavorato precedentemente, solo i responsabili e i dirigenti avevano l'ufficio in solitaria, per rispondere scherzando «Eh si: sono stato promosso dirigente...»
Scherzando: io sono un consulente, non godo di promozioni, benefit, aumenti di stipendio, rimborsi spese e simili cose strane... ma, a pensarci bene, è davvero uno scherzo? Non è che stanno pensando a qualcosa di strano nei miei confronti? Spetta, che sistemo meglio la sedia contro la parete... sai mai che c'è in giro qualche padulo dirigenziale...
Come dicevo, in Italia i reati vengono puniti in modo severo, a meno di non godere di immunità varie, ma siccome io non sono un politico, ecco che per il mio reato di diserzione a scopo di aggiornamento, sono stato condannato al carcere di sicurezza, in isolamento... :-(
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Passare la giornata in una stanzetta da solo è abbastanza angosciante... Nel complesso preferisco il mio rumoroso open space.
RispondiEliminaSei poi riuscito a capire qual è la fregatura dietro la manovra? Non per dire, ma in molti casi il concetto di "fregatura" non è legato a un "se" ma a un "quando"...
Non ho ancora capito niente.
RispondiEliminaPenso anch'io che c'entri il "quando", ma finora non si è ancora materializzato.
Comunque confermo: quando hai esaurito il lavoro, il fatto di non vedere nessuno e non poter scambiare due parole è piuttosto angosciante: mi porterò qualche libro da leggere...