Nel periodo del CAR, c'è stato un momento in cui gli ufficiali ci radunarono in un enorme stanzone dove cominciarono a parlare.
Il discorso verteva sul fatto che, all'epoca, ci fossero previsioni di un intervento armato in un paese africano, nell'ambito delle famose missioni umanitarie all'estero (le parole 'intervento armato' e 'guerra' erano assolutamente vietate).
Le frasi erano comunque rassicuranti, al punto che era ipotizzato che l'intervento fosse solo una scusa, che non si sarebbe mai fatto nulla e che si trattava solo di un addestramento speciale. Peraltro, veniva data molta enfasi al fatto che l'addestramento sarebbe stato svolto in Sicilia.
Al termine delle chiacchiere, ognuno di noi, uscendo, doveva passare davanti al tavolo degli ufficiali, leggere il foglio ed, eventualmente, firmare l'accettazione.
Io passai, lessi e non firmai, malgrado gli sguardi corrucciati degli ufficiali presenti.
Molti uscirono senza firmare e qualcuno invece firmò.
Giunti in camerata, ognuno chiese agli altri cosa avessero fatto, e alla fine fu il turno di un ragazzo siciliano, che disse subito “Io fimmai!” (*)
Io lo guardai e chiesi “E perché?” “Minchia, picchè accussì minne tuonno in Siciddia subbito!”
“Davvero?” “Ieccetto! Accussi risse u capitano!”
“Ma hai letto il foglio che hai firmato?” “No, io nun saccio leggere.. ma u capitano risse che sa iva in Siciddia”
Mi ricordai che quel ragazzo, come molti altri che ho incontrato in quel lungo anno di naja, era completamente analfabeta (no: non sto parlando del 1800, ma di dicembre 1992) e gli feci presente che “Nel foglio c'è scritto – partecipazione a missioni dell'esercito italiano all'estero – e questo senza specificare alcuna destinazione!” “Ma u capitano pallò da Somaddia..”
“Ok, e quindi tu hai firmato per andare a farti ammazzare in Somalia?” “Nooo, io fimmai pa ire in Siciddia, accussì tuonno accasa mia, in Somaddia u capitano risse ca nun ce se iva!”
“Si: ha detto che forse non si farà nulla in Somalia, ma metti il caso che spunti qualche casino nei Balcani o nel Golfo! Tu hai firmato e quindi parti e vai nel Golfo!” “Minchia!!! No, io nu Guolfo nun c'aggio a ire!”
“Hai firmato!” “Io fimmai pa Siciddia..”
“Hai firmato per partecipare alle missioni all'estero, senza nessuna destinazione, a discrezione del comando militare! Se ti dicono Somalia vai in Somalia, se ti dicono Golfo vai nel Golfo, se ti dicono Balcani vai nei Balcani!” “No!!! Io nun ce voddio ire! Uora minne vajo da u capitano e mi faccio cancellare a fimma ca mi piddiarono con l'inganno!”
Ovviamente l'ufficiale non annullò un bel niente, così il ragazzo cominciò a comportarsi come un folle, urlando e imprecando contro tutto e tutti, scatenando anche alcune risse, finché non lo presero e lo riformarono.
E' brutto ricorrere a simili sotterfugi per arruolare volontari (in fondo c'è stato anche chi ha firmato in piena coscienza, quindi se le cose vengono dette correttamente, si trova lo stesso qualcuno a cui interessano) ma è ancora più brutto quando queste cose vengono fatte ai danni di persone che, purtroppo, non sono in grado di capire.
Anche se, alla fine, è orribile pensare che alla fine del ventesimo secolo ci siano ancora persone analfabete (e non c'era solo quel ragazzo siciliano: c'erano altri ragazzi da qualsiasi parte d'Italia la cui istruzione era del tutto assente).
(*) nei discorsi del ragazzo ho cercato di simulare il fatto che parlasse esclusivamente in dialetto (purtroppo era un dialetto talmente stretto che alcune volte nemmeno io riuscivo a capire tutte le parole che diceva)
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Qui mi batti. Io ero già abbastanza sconvolto del mio commilitone che aveva la 2^ media.
RispondiEliminaE non proveniva dal profondo sud ma dal civilissimo Piemonte.
A dire il vero ero deluso dal sistema scuola quando trovai che la maggior parte dei commilitoni non andava oltre la terza media (sarà per il fatto che nella mia cerchia di amici e conoscenti un minimo di scuola professionale c'era).
Per le missioni, durante il mio periodo di collaborazione obbligatorio (1992 per la maggior parte), ce ne sono state 3 possibili:
1° Yugoslavia, dove all'epoca non siamo stati inviati.
2° Albania, alcuni sono partiti senza grossi rischi.
3° Sicilia, operazione Vespri siciliani. In questo caso mi ricordo che le regole di ingaggio erano un attimo più aggressive di quelle per il mancato intervento nella guerra in Yugoslavia.
P.S. Mi sono congedato un paio di settimane prima di partire ma ho preparato ancora i programmi addestrativi per la Sicilia.
Quel ragazzo è stato uno dei primi esempi di analfabetismo totale che mi è capitato di vedere, ma in seguito, all'ospedale militare, ho avuto modo di conoscere ragazzi sia del Tirolo che del Veneto che erano a livello 0.
RispondiEliminaConsiderando che vige l'obbligo dell'istruzione di base, mi sono sempre chiesto come diavolo fosse possibile una cosa simile, indipendentemente da latitudine e longitudine.
Per le missioni, io ero nell'artiglieria contraerea, quindi agivo in ogni caso in difesa, ma in quel periodo lì del CAR (dicembre 92-gennaio 93, 45 giorni lunghissimi), stavano preparando la missione in Somalia e a un certo punto sono pure arrivati i Parà della Folgore nella stessa caserma dove noi facevamo il CAR, quindi ho avuto modo di assistere ad alcuni dei loro addestramenti, e sono rimasto completamente scioccato!!!
Scioccato? E perché?
RispondiElimina1983 guastatori Folgore.
A quei tempi si andava in Libano...
Scioccato perchè io ero al CAR, e l'addestramento che ho fatto l'ho raccontato, ma questi si addestravano come se fossero veramente in guerra (giravano anche voci che in alcune occasioni usassero pallottole vere): vero che si tratta di corpi speciali, di reparti d'elitè e di quello che vuoi, ma faceva una certa impressione vedere le differenze tra noi (che i nostri ufficiali e caporali istruttori non sapevano nemmeno rimontare i fucili) e loro (che ci mancava poco che i fucili se li costruissero dal nulla con una molletta e un paio di graffette alla MacGyver...)
RispondiEliminaTra l'altro, io ho fatto la visita di leva nel 1983 (poi ho rinviato per studi e mi sono tolto il dente solo nel 1992-93), e al Distretto c'era un sergente (credo) che chiedeva a tutti se interessava farsi una gitarella a Beirut.
Tanto per restare in tema di questa storia, qualcuno allora aveva anche accettato...
Non posso parlare per le questioni militari ma io ho fatto l'operatrice durante il censimento del 1990 e ho conosciuto una coppia, marito e moglie, che si dichiaravano entrambi analfabeti, io parlai solo con lei e si firmò con una croce. E non dimostrava più di 30 anni!
RispondiEliminaPersonalmente trovo assurdo che, con tutte le leggi sull'istruzione obbligatoria, ci siano ancora in giro persone completamente analfabete, in particolare giovani (quelli di cui parlo avevano sui 17-18 anni nel 1992-93).
RispondiEliminaPosso capire le persone anziane, in fondo mio nonno ha imparato a leggere e scrivere durante la guerra, quand'è stato preso prigioniero dagli inglesi.