Nella mia lunga carriera di utente del (dis)servizio pubblico, ho visto notevoli cambiamenti, sia in meglio che in peggio, ma quelli che restano chiari e fermi nella mia memoria riguardano gli scambi e l'alimentazione elettrica.
Gli scambi sono comandati da impulsi elettrici inviati direttamente dal tram, ma ciò non toglie che il meccanismo, sottoposto a tutte le intemperie e all'ambiente aperto e inquinato, sovente si blocca, obbligando il tranviere a scendere e a procedere mediante forza bruta e l'ausilio di una leva apposita, con la quale fa scattare comunque lo scambio bloccato. Questo solitamente capita in inverno, quando fa freddo, oppure quando per vari motivi il tram viene deviato su una linea dove è un po' che non passa nulla.
A questo sembra che non ci sia rimedio, visto che anche oggi, quando si pone il problema, l'unica soluzione è sempre quella di procedere a mano. Ovviamente, il ridursi del numero di tram rispetto agli autobus rende sempre meno evidente la problematica.
Per quanto riguarda l'alimentazione elettrica, all'inizio i tram erano dotati di aste metalliche (come i filobus), equipaggiate in cima di una ruota cava, che scorreva lungo il conduttore elettrico, fino al primo sobbalzo o alla prima curva, quando saltava fuori interrompendo l'energia al motore e obbligando il tranviere a scendere e reinserirla nella propria sede.
Era affascinante vedere i tranvieri che si destreggiavano con la fune di ancoraggio dell'asta, tirando e ruotando, per reinserirla al proprio posto. Nei tram corti era semplice, visto che la fune era ancorata dietro e quindi si aveva il colpo d'occhi immediato, ma nei tram lunghi la fune scendeva di fianco, per cui non era semplice azzeccare la posizione giusta e le scintille si sprecavano.
Poi era possibile che, dopo essere ripartiti, al successivo salto o alla successiva curva, si ripetesse nuovamente il tutto, con conseguente disappunto del tranviere, e sovente si imparavano nuovi termini per il proprio vocabolario.
Successivamente le aste sono poi state sostituite dai trolley attuali, che offrono una superficie maggiore, come i treni, e praticamente risulta impossibile lo sganciarsi del contatto dal cavo.
Eppure, malgrado questo, ricordo molti meno ritardi all'epoca che adesso..
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Per la precisione, gli attuali si chiamano "pantografi".
RispondiEliminaRicordo anche io a Milano la "stanghetta" con la rotellona in cima e le scintille, specie quando passavano sotto i separatori di linea (i "levare corrente"), ma all'arrivo dei primi tram a doppia carrozza si e' passati ad un sistema misto (i vecchi Witt 1927 a carrozza singola con la stanghetta e il pantografo, i nuovi multicarrozza solo con il pantografo).
Man mano che passava il tempo il numero delle linee aeree che venivano adattate per andare solo col pantografo aumentavano sempre piu' fino a far sparire la mitica "stanghetta" da tutti i Witt 1927.
...quelli che restano chiari e fermi nella mia memoria riguardano gli scambi e l'alimentazione elettrica. Gli scambi sono comandati da impulsi elettrici...
RispondiEliminaEh, certe passioni si manifestano fin dalla tenera età! :)
MK, non c'entra un tubazzo ma ogni singola volta che apro la tua pagina leggo che la tua sorellina è in vendita.
RispondiEliminaNon ti chiedo di toglierla, ma almeno riscrivi la frase! :D
Qualcosa del tipo " In vendita i lavori della mia sorellina ( non lei ) "
La soluzione è evitare tram & filobus, usare tutti solo ed esclusivamente l'auto creando ingorghi apocalittici ed inquinamento devastante, come a Shanghai nell'ora di punta.
RispondiElimina@ Valeren: ahahahahah!
RispondiEliminaOk, ho corretto :D
MK, a Milano lo scambio si spacca spesso e volentieri in Porta Genova. Che è trafficata.
RispondiEliminaL'ATM è decisamente messa male...