Stavo girando con l’accompagnatore (il factotum della Casa di riposo…) che aveva l’incarico di aprirmi le varie porte e controllare che non combinassi danni…
Ad un certo punto, trovo nell’elenco un paio di interruttori differenziali che, a giudicare dal codice, dovrebbero essere nello stesso quadro, ma non si capisce dove sia il quadro stesso, ed il mio accompagnatore non è in grado di dirmi nulla (per lui un quadro elettrico potrebbe anche essere un dipinto creato dal pittore che aveva preso una scossa un attimo prima…)
Aprendo la planimetria, mi rendo conto che c’era un locale esterno che non avevamo ancora visto, e chiedo al mio accompagnatore di accompagnarmi, ma lui impallidisce “Ah no! Lì non ci vado…” “Come? Il quadro mancante è lì di sicuro!” “Si, dovrebbe esserci qualcosa di elettrico, ma quella è la camera mortuaria…” “E allora?” “E’ occupata…” “C’è un morto?” “Si!” “Uhm, non credo che gli daremo fastidio…” “Io non ci entro…”
Alla fine, raggiungiamo la camera mortuaria, e lui apre la porta, rivelando che era effettivamente occupata…
Io invece mi accorgo subito che di tutti i posti dove potevano mettere il quadro elettrico… il centralino con i due differenziali mancanti era posizionato esattamente sulla parete sopra la testa del morto…
Entro con lo strumento e mi avvicino al tavolo di marmo, prendo una sedia e poggio lo strumento, faccio cenno al mio accompagnatore di entrare e darmi una mano, ma lui non si muove dalla soglia…
“Scusa, ma devi venire qua e tenermi la luce della torcia contro il quadretto, altrimenti come faccio a vedere dove mettere le mani per riarmare, quando si leva la luce…” “Cosa?!?! Io non entro di sicuro lì dentro, specie se mi dici che levi anche la luce!!!” “Al diavolo! Stai lì, allora!”
Visto che lui non entrava, poso lo strumento sulla seggiola, apro il centralino scoprendo i morsetti dei differenziali e prendo le sonde dello strumento, poi rifletto su come sistemare la torcia e… alla fine mi volto verso il tavolo occupato dal morto, e poso la torcia in un angolo libero del tavolo, in prossimità del braccio del defunto, appoggiandola accesa sul suo braccio in modo che mi illumini il centralino…
“Ma che fai?” “Vieni dentro a tenermela?” “No!” “E allora mi darà una mano lui…”
Posiziono le sonde e, mentre con una mano le tengo in posizione, con l’altra aziono lo strumento… (non avevo la terza mano per tenere anche la torcia…), l’interruttore scatta, la luce si spegne, la torcia mi illumina il quadretto, io riarmo l’apparecchiatura e passo all’altro interruttore…
Termino la verifica, richiudo il centralino e recupero strumento, sonde e torcia elettrica, uscendo sotto lo sguardo esterrefatto del mio accompagnatore.
E poi dicono, anche i defunti possono dare una mano… e mica solo per i numeri del lotto…
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