Chi ha la precedenza…

Quando in un cantiere devono operare più imprese, sarebbe opportuno coordinare i loro interventi, in modo che non ci siano conflitti tra le lavorazioni, e forse questo viene anche fatto, ma sarebbe utile che, a farlo, sia qualcuno competente in merito…
Quando si lavora per una struttura sanitaria di proprietà di un ente religioso, il qualcuno competente normalmente non esiste… quindi viene sostituito da qualcuno del personale… che non capisce nulla di ciò che deve fare…
La nuova cabina elettrica stava per essere messa in servizio e, stranamente, non eravamo in ritardo sulla tabella di marcia…
Avevamo ormai preparato i quadri (dei bellissimi power-center…) e dovevamo installarli, in modo che i serramentisti potessero procedere con il montaggio delle porte e rendere finalmente la nuova cabina inaccessibile al personale che cercava di imboscarsi…
Entriamo nel cortile con il camion aziendale, dov’erano posizionati i power-center, li scarichiamo (grazie alla gru incorporata nel camion stesso) e, tramite un efficiente servizio di carrelli, li spostiamo verso la cabina elettrica, dove dovranno abitare per almeno una trentina d’anni…
Giunti alla cabina, restiamo tutti di sasso: le porte erano piazzate e la cabina chiusa a chiave…
Nella mia qualità di responsabile delle attività di cantiere (pare fossi anche quello…) vado nell’ufficio del cliente e chiedo spiegazioni…
“Scusi, Madre… ma come facciamo a portare gli armadi (non avrebbe capito se parlavo di power-center e tantomeno se dicevo quadri elettrici) dentro la cabina se avete piazzato le porte…” “Si. Lo so… ma è passata Suora… ed ha visto che mancava la porta e… l’ha fatta mettere…” la suora nominata aveva il brutto vizio di considerarsi la sostituta della Madre Superiora e di fare il bello e cattivo tempo lì dentro, utilizzando metodi da lager nazista con le sue sottoposte… e cercando di farlo anche con me, sebbene le avessi già mostrato il mio caratteraccio durante una messa in servizio di un trasformatore, qualche tempo prima…
La convocammo e le ripetei la richiesta “Ah no! Le porte ci vanno! Sennò è pericoloso!” “Infatti, ma vanno messe dopo che sono dentro tutti i quadri… gli armadi!” “Ho visto che alcuni del personale andavano dentro per non lavorare…” “Che c’entra con la sicurezza della cabina?” “E se si fanno male?” “Premesso che non c’è corrente, perché la cabina non è ancora in servizio, se si fanno male sono ca…voli loro!” “No, sono io la responsabile, ed ho fatto mettere le porte…” “Bene, adesso vi toccherà levarle, sia le porte che la parete che avete realizzato…!” “Ma… non si può…” “Infatti, non si può portare un armadio dentro una cabina quando la porta è più piccola dell’armadio stesso…” “Oh, insomma! Infilateci dentro quegli armadi e metteteci a posto questa cabina…”
Eravamo ad un punto di stallo, ma io decisi di giocare l’asso di briscola… presi il telefonino e feci per chiamare GrandeCapo, al chè lei si rammentò delle precedenti esperienze e disse “Ma davvero non potete portare quegli armadi dentro la cabina… neanche smontandoli?” “No, possiamo smontarli solo in parte, ma poi dobbiamo rimontarli dentro e serve troppo tempo… oltre a dover fare troppe prove di collaudo… devo vedere se GrandeCapo è d’accordo o se dovremo farci pagare una variante per questa situazione che non dipende dalla nostra volontà…”
Lei impallidì, poi disse “Va bene! Chiami pure…” (ovviamente, rifare parete e porte costava di più…)
Fu così che, dietro ordine di GrandeCapo, procedemmo a smontare i power-center per quanto possibile, introdurli lo stesso dentro la cabina, riassemblarli e rimontarli… mettendoci dodici ore al posto delle previste quattro… poi presi la strumentazione e feci tutte le prove di messa in servizio che avevo già fatto in officina, ed infine il tutto era pronto da essere alimentato… ma a quel punto serviva l’ente fornitore…
Naturalmente, la Madre Superiora fu molto felice di pagare la variante che GrandeCapo aveva richiesto, ed esternò la propria felicità alla Suora, che spero abbia imparato a gestire le precedenze…

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