Quel giorno entrò in ufficio con una faccia da moribonda, ed io, che avevo lasciato a casa il cervello, feci l’errore di chiederle se si sentiva bene…
Una mezz’ora buona di discussione sul suo stato di salute, su come si sentiva, sul suo eroismo nel venire lo stesso in ufficio col freddo che faceva (naturalmente ebbi abbastanza buon senso da sorvolare sul fatto che una che ha freddo si mette la minigonna…)
Quella mattina trascorse tra starnuti, brividi (più o meno simulati) e continui lamenti…
Ad un certo punto, si avvicinò a me e chiese “Sai come si prende la febbre senza termometro?” Da vaghi ricordi del passato (ospedale militare…) mi sovvenne un dettaglio e risposi “Con le pulsazioni!” “Come?” “Prendi le pulsazioni e conti quanti battiti fai in un minuto…”
Non ebbi nemmeno il tempo di terminare che mi si piazzò davanti sussurrando “Prendimele!”
Naturalmente, si riferiva alle pulsazioni, così le presi il polso, contando i battiti per 15 secondi, poi moltiplicai per 4 e vidi che effettivamente erano un pochino accelerate, la qual cosa era, secondo i miei ricordi, indizio di febbre…
Lieta (?) della notizia, tornò a sedersi, ed io iniziai a dimenticarmi di quello che era successo, ma all’improvviso me la trovai di nuovo davanti, a dirmi “Eh! Sì: credo proprio d’aver la febbre: senti come ce l’ho calda…” e prima che potessi capire qualcosa, mi afferrò la mano e se la posizionò proprio lì… sulla fronte… (che credevate?)
“Si! Hai la febbre!” effettivamente scottava abbastanza…
Lei mormorò, senza lasciarmi la mano “Credo di avere anche i battiti accelerati…” e mi trascinò la mano verso il suo seno… ma ebbi il buon senso di fermarmi in tempo… “Ehi! Vuoi farmi venire la febbre anche a me?” Non so se lei si rese conto di cosa stava per farmi fare… o se credette che la febbre fosse contagiosa, fatto sta che tornò a sedersi, non mi disse più niente (evvai!!!) e, circa mezzora dopo, andò a casa per la febbre…
(In realtà, forse non mi sarei neanche fermato, se in quel momento non mi si fosse piazzata davanti agli occhi l'immagine del suo “quasi marito”, che la prima volta che ho conosciuto ho confuso con un armadio guardaroba a 3 ante...)
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