Ben due telefonate in un solo mattino… (fresca fresca... di stamattina...)

Sono le 9 di mattina, l’ufficio non è ancora in piena attività, ma io e Termico siamo già da un pezzo al lavoro, a controllare le attività da svolgere per la giornata con il Programma Di Posta Elettronica E Attività Da Svolgere E Contatti Da Chiamare, che richiede circa mezz’ora solo per essere operativo (tra avviamento del Sistema Operativo, inserimento username e password, avvio del sistema ed infine avvio del sopracitato programma, che NON possiamo disinserire dall’avviamento automatico e che ci consente di fare la pausa caffè subito dopo aver avviato i computer e digitato username e password…), ed ecco che, bella bella (come un week end di pioggia al mare…), entra la mia caaaraaaa collega Disegnatrice con la sua solita grazia (come un toro in una cristalleria…) sbuffando contro il traffico, le tasse, la finanziaria, la destra e la sinistra, i politici, coloro che li hanno votati, il mondo intero e tutti quelli che gliela chiedono (?) mentre lei la darebbe volentieri ad altri che neanche se la filano (?) ecc… – ovvero le solite cose di ogni mattina…
Mette a posto il proprio giaccone, si siede alla sedia, accende il suo computer, arraffa il telefono che abbiamo in comune e comincia le sue innumerevoli chiamate: “…Ciao, lo sai che ieri sera ho beccato lui al pub e mi ha guardato… ero emozionata come una bambina… mi stavo quasi bagnando per l’eccitazione...” – no: non sto inventando nulla: questo è il tono standard delle telefonate mattutine alle amiche… Terminate le telefonate (strano: oggi sono poche, si vede che le altre amiche erano presenti alle sue “performance” serali – qualche sera finisce che capiterò “per caso” in uno dei pub che frequenta: voglio proprio vedere se diventa così diversa – leggi “straf…ga” – rispetto a com’è in ufficio – leggi “scassamar…oni”…)
Sono ormai le 9.35, quindi è ora che Disegnatrice si rechi a espletare le proprie funzioni corporali (Termico definisce la cosa con una frase piuttosto colorita che suona come “Ecco che va a cag…re”, io faccio un sorriso di circostanza – non do molto peso a quanto dicono i colleghi, se non si fosse capito…)
Fortunatamente, dopo pochissimi minuti, Termico viene raggiunto da Architetto e, rivestitosi di tutto punto, i due si accingono a recarsi presso un cliente per un sopralluogo, lasciandomi per qualche minuto tranquillo… Errore! Ecco infatti che si approssima PiccoloCapo che si accomoda sulla scrivania libera, posiziona il proprio Portatile, tira fuori da una borsa un Router WiFi e chiama ProgettistaGiovane dicendogli di metterlo a posto (ProgettistaGiovane ne capisce abbastanza di computer e probabilmente è davvero in grado di metterlo a posto, ma non è molto interessato a soddisfare i capricci di PiccoloCapo, specie quando Progettista e GrandeCapo hanno impostato altre scadenze, però non è comunque in grado di dire a PiccoloCapo di lasciargli terminare il proprio lavoro, e decide di prodigarsi in una performance degna di un Oscar: smanetta per un po’, impreca per un altro po’ ed alla fine se ne esce con la seguente frase “Strano! Pare che sia ciuco qualche driver! Infatti! E’ andato! Occorre provvedere a disinstallare TUTTI i driver e reinstallarli daccapo! Procedo?” PiccoloCapo (che non capisce una fava di computer ed utilizza quel portatile solo per leggere la posta e scrivere qualcosina con l’unico Programma Di Videoscrittura Che Esiste Secondo Lui, inizia ad imprecare (nessuna novità) e, restio a far mettere le mani nei driver del proprio computer, se ne esce con un “Ci penso io!” (ProgettistaGiovane ha raggiunto il proprio scopo e torna alla sua postazione, PiccoloCapo si siede alla scrivania davanti al portatile, inserisce i CD dei driver uno dopo l’altro e comincia ad insultare il computer, i driver, l’azienda, i politici, la finanziaria, il mondo intero e tutti quelli che gliela chiedono… No, ho confuso i personaggi…), sperando internamente che squilli il suo telefono, obbligandolo a tornare alla propria postazione interrompendo quel processo indegno della sua attenzione…
Appena rientrata, Disegnatrice si accaparra il telefono (ormai ho perso ogni speranza di rivederlo…) e chiama Segretaria, incurante della presenza mia (totalmente insignificante) e della presenza di PiccoloCapo (forse ancor meno significante…), per chiederle (testuali parole): “…scusa, Segretaria, ho fatto la pipì e non mi ricordo più se ho tirato l’acqua… puoi controllare, per favore?…”
Solitamente non presto molta attenzione a quello che fa Disegnatrice (questione di sopravvivenza…), ma questa frase ha destato il neurone dedicato dal proprio stato di torp… stand-by… (puro istinto di sopravvivenza: mi stavo preparando a gettarmi sotto la scrivania per scansare le schegge del telefono che, a stretto rigor di logica, sarebbe dovuto esplodere di lì a poco, a seguito delle urla che Segretaria avrebbe presto lanciato, e che avrei udito tranquillamente anche senza il telefono…)
Stranamente, non si sono udite urla ne esplosioni, e non sono neanche piovute saette e fulmini sulla scrivania che utilizziamo in comune io e Disegnatrice – naturalmente io uso la parte che Disegnatrice lascia libera da fogli formato lenzuola matrimoniali aperte che usa per recuperare le dimensioni dei disegni che fa, e che lascia aperti sia sulla sua scrivania, sia sulla scrivania laterale che ci separa (mai troppo piccola), sia su gran parte della mia scrivania – e non ho capito cosa abbia impedito il cataclisma che sarebbe dovuto capitare…
Fatto sta che PiccoloCapo ha immediatamente fatto uno dei suoi soliti commenti di rara eleganza, scatenando una risata in Disegnatrice, la quale si è scatenata in una discussione filosofica ed accademica con PiccoloCapo sulle funzionalità fisiologiche del corpo umano e sulla necessità di provvedere ad espletare le proprie funzioni con regolarità (e su questo non ha problemi: è più precisa di un orologio svizzero…), che fortunatamente è stata troncata dal tanto atteso (ormai anche da me) squillo del telefono di PiccoloCapo… (e dal mio buttarmi a capofitto sulla tastiera del computer, fingendo di lavorare e di essere totalmente estraniato dalla discussione…)
Pochissimo dopo, entra in ufficio anche SuperAmministratore, che chiede a Disegnatrice a che punto è con i lavori da fare (e consegnare), richiamandola al proprio dovere (taccio sulla logorroica risposta che ha trascinato la discussione sui disegni per oltre mezz’ora (che se avesse dedicato al lavoro, avrebbe già finito…), comunque alla fine SuperAmministratore se ne va, chiedendo i disegni entro la serata… (perché a lei chiedono i lavori entro un certo tempo utile ed a me li chiedono entro il giorno prima di passarmeli?)
A quel punto Disegnatrice si volta verso di me (faccio finta di non vederla, ma tremo alla probabile sfuriata…) ma arraffa ulteriormente il telefono (Fiuu! Ma perché insiste a rimettere il telefono nella mia parte di scrivania?…) e chiama Amministrativa, chiedendole di passare da lei per farle la seguente domanda: “Secondo te, le tasche cucite di questa giacca sono vere (e quindi da scucire) o finte?” (nota: questo è il riassunto, la domanda si è protratta in una discussione sui capi, sul lavoro, sulle scadenze, sulla giacca, sui vestiti, sui mercati, sui prezzi, sulla finanziaria, sui politici di destra e sinistra e su chi li ha votati, oltre che su quelli che gliela chiedono…, con tanto di dimostrazioni pratiche delle calze in tinta con chissà cosa e degli stivaletti – io mi aspettavo ormai che dimostrasse di avere anche le mutande in tinta con qualcosa…)
A quel punto squilla il telefono, risponde lei e poi me lo passa con un mugugno “E’ per te!” Strano, penso io, ma in fondo è normale: un cliente cui serve urgentemente un file che recupero e inoltro via email in tempo record. Dopo alcuni minuti la scena si ripete: squilla il telefono, lei risponde e poi me lo passa con un grugnito “E’ per te!” (sto superando il limite: due telefonate nella stessa mattina!) E’ lo stesso cliente, che mi chiede se ho altri file relativi a quel lavoro, perché loro non lo trovano nel loro archivio. Cerco in rete, ma non trovo nulla di diverso da quello che ho già inviato (l’ho sempre detto che questo sistema di archiviare i lavori in rete è chiaro come l’interno di un tunnel ferroviario senza illuminazione in una notte senza luna), evitando di prestare attenzione ai brontolii perché tengo il telefono impegnato mentre “qualcuno” potrebbe avere comunicazioni importanti da fare… OK! Non ho trovato nulla, informo il cliente che non sono in grado di aiutarlo e chiudo la comunicazione, restituendo il telefono alla “legittima proprietaria” che ha smesso di brontolare (anche perché è impegnatissima nell’effettuare un “ritocco” del trucco…, ma ha già finito con i disegni da consegnare? E quando li avrebbe finiti? No: non glielo chiedo! Non ho intenzione di sorbirmi uno sproloquio sui lavori, le consegne, gli stipendi, i prezzi, la finanziaria, i politici di destra e di sinistra, chi li ha votati, il mondo intero, quelli che gliela chiedono…)
Ok! Finalmente siamo arrivati alla pausa pranzo…

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