Prendi una bomba.. lanciala lontano..

Uno dei punti fondamentali dell'addestramento al CAR è la preparazione al lancio della bomba a mano..

L'addestramento consiste non tanto nel mettere in mano alle reclute una vera granata (con quello che costano.. le granate, non le reclute..) ma dare loro un oggetto di forma e peso analoghi alla suddetta granata e insegnare loro come lanciarla in modo tale che cada abbastanza lontano da non coinvolgerli direttamente nell'esplosione..
Ecco quindi che, nel campo d'addestramento (cioè nel cortile della caserma) ci si riunisce: un sottotenente, due caporali e una squadra intera di reclute.. uno dei caporali consegna a due reclute l'elmetto di ordinanza e le manda dalla parte opposta del cortile, col ruolo di raccattapalle.. cioè di raccattabombe.. posizionandole vicino ai pali-bersaglio (che tanto non saranno mai raggiunti..)
Poi si mette davanti agli altri e mostra tutta la pantomima di sbracciamento, piegamento e lanciamento.. “Avete visto? Dovete fare così!”
Il tenente chiama uno alla volta, il caporale consegna l'elmetto e la bomba, il ragazzo si mette l'elmetto, afferra la bomba e si prepara al lancio, in attesa che il tenente dia l'ordine.. “Lancia!” e il ragazzo si sbraccia, si piega, si torce e si contorce, e lancia la bomba (mentre il tenente cronometra)..
Primo lancio.. “Se perdi tutto quel tempo, ti esplode in mano!”
Secondo lancio.. il tenente (dietro alla recluta) si vede cadere in mano la bomba appena lanciata.. “Ca##o fai? Il nemico è là davanti, non qua dietro..”
Terzo lancio.. la bomba parte in una parabola altissima (tipo campana) e ricade a circa un paio di metri davanti al lanciatore.. “BUM, sei morto..”
Quarto lancio.. “Bene, buon lancio.. MACCA##O!!!” il lanciatore aveva fatto un lancio buono, però il recuperatore, stanco di correre avanti e indietro, aveva deciso non di riportare la bomba al caporale, ma di lanciarla.. quasi centrando il tenente..
E così via..

Alla fine ero sicurissimo che, in caso di guerra, avremmo fatto molti danni.. ma non all'esercito nemico..

Commenti

  1. Alle volte quasi mi dispiace di non aver fatto la naja... mi vien da pensare che sarebbe stata un'interessante esercitazione di surrealismo.

    Ma anche no...

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  2. > Ma anche no...

    Meglio di no, fidati: è un anno di vita totalmente sprecato, pieno quasi esclusivamente di angherie e soprusi

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  3. Qua in Argentina la chiamano 'Colimba', acronimo per 'corre, limpia, barre', tradotto sarebbe 'corri, frega, ramazza', che è basicamente l'unica cosa che impari a fare, aparte rubare e mentire, dicono. Per fortuna non è più obbligatoria.

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  4. Infatti non mi ricordo nemmeno più quanti ettari di cortile (cumulativi) ho scopato negli infiniti giorni in cui ero addetto alla ramazza.. o in cui ero in punizione..

    Per fortuna non è più obbligatoria nemmeno qua in Italia :-)

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  5. Hai dimenticato alcuni particolari (a meno che negli Alpini dove sono stato io non era diverso)
    1° chi ha la bomba in mano DEVE tenere la bomba in alto per farsi vedere dai commilitoni. Dettaglio: anche il nemico vedendo un cretino in piedi (non è previsto che resti sdraiato se hai la bomba in mano) con un braccio alzato (il destro) e il fucile o nell'altra mano o a tracolla non pensa che quello è il bersaglio del luna park?
    2° Sempre secondo il manuale d'istruzione e gli istruttori, dopo aver lanciato la bomba devi fermarti in piedi e abbassare la testa per proteggerti la testa dalle scheggie. Quindi se prima non eri bersaglio dei cecchini più capaci ora che hai lanciato e sei fermo ti prende anche il piantone con la ramazza a fiondate.

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  6. Non proprio dimenticato, più che altro non mi sembrava necessario.
    Comunque si: il primo lancio avveniva così, col tipo che restava poi immobile a capo chino (all'atto pratico dietro un muretto) in attesa che le schegge la smettessero di piovergli addosso, mentre al secondo lancio (col fucile in mano) seguiva un immediato gettarsi a terra a gambe divaricate, con il fucile pronto in posizione di fuoco (e lì ce n'erano tanti che hanno finito per gettarsi a terra a gambe divaricate dritto sopra il calcio del fucile...)

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