Problemi di privacy

Siamo in un periodo di calma piatta, durante il quale ognuno cazzeggia a più non posso.
Tra gli altri, anche la mia vicina di posto (Disegnatrice) è impegnatissima a fare nulla, tenendo comunque una finestra di autocad aperta a pieno schermo, in caso di ispezione a sorpresa da parte di qualche capo.
Ovviamente, la finestra effettiva su cui sta operando è quella di firefox, aperta sulla sua pagina di fess-buk, dove legge, ride e digita in continuazione.
A un certo punto ammutolisce e io, temendo di aver avuto un'otite improvvisa, mi volto a guardarla, ma no: è effettivamente a bocca aperta, ma proprio in silenzio...
Dopo un istante, apre la pagina di gugol, cerca qualcosa e trova un numero di telefono, quindi afferra il telefono e compone il numero.
Musichetta in viva voce in attesa di una risposta, mentre lei si carica di energia negativa iniziando a imprecare nervosa, finché giunge la risposta dell'operatore, per cui capisco che ha chiamato il servizio di assistenza del nostro gestore di connessione. Lei si affretta quindi a levare il viva voce e rispondere, per cui non riesco a sentire quello che viene detto dall'altra parte.
“Buongiorno, sono Disegnatrice della Grande Società SuperEsperta di Torino!”
“Senta, io ho un grosso problema..”
“Si, non riesco più a trovare una mail importantissima..”
“No, credo che risalga a un mese fa, più o meno..”
“Certo! Si, l'ho cercata nella posta archiviata, ma non si trova nulla..”
“No! Io non butto mai via niente, quindi se è stata eliminata è stato per errore, o per colpa vostra..”
“Si, allora.. la mail arrivava da una mia amica che vive a Hong Kong, perché lei è un'architetta in gamba, che è andata a lavorare all'estero dato che in Italia non era valutata per niente essendo una donna, quindi..”
“Eh, ma che modi da cafone!!! Le sto spiegando cos'è successo e qual è il mio problema!!!”
“No, allora.. la mia amica architetta si chiama AmicaArchitetta!”
“Non lo so: io non conosco il suo indirizzo di posta elettronica..”
“Certo che le scrivo via mail, ma non conosco il suo indirizzo..”
“Ma guardi che è lei che non capisce: io scrivo il suo nome su outlook e la mail le arriva direttamente!”
“E come fa a cambiare il nome in un indirizzo? No: non mi cambia niente, altrimenti la mail non arriverebbe..”
“Certo! Se cambia il nome con l'indirizzo, la mail arriva all'indirizzo ma non sanno a chi deve essere consegnata. Cosa crede? Che io non capisca niente di come funziona internet?”
“Dice davvero? Non mi fido! Aspetti che vediamo..”
“Occaxxo! E' vero: in effetti mi sembrava strano che outlook fosse così in gamba da conoscere la mia amica per nome, quando non la conosce nessuno qui in Italia e lei è dovuta andare all'estero per lavorare..”
“Ma che modi!!! Allora, l'indirizzo mail è NomeStrano@DominioAncoraPiùStrano..”
“...”
“C'è ancora? Sta facendo qualcosa? Mi ha trovato quella mail di vitale importanza?”
“COSA?!?!?!?! Ma che vuol dire?”
“Ma.. ma.. lei mi sta dicendo che voi leggete le mie mail private???”
“Certo! Lei mi ha appena detto che leggete le mie mail private!!!” (*)
“Ma che razza di sistema è? E la legge sulla privacy? Vi ci siete puliti il q..? Vi va bene che non vi denuncio..”
“Me l'ha appena detto lei che non vede alcuna mail da quell'indirizzo, quindi vuol dire che lei legge le mie mail private!!!”
“Guardi che io so benissimo come funziona internet! Non mi può prendere per il q.. con i suoi discorsetti!”
“Non me ne frega niente! Adesso che so che è così, che voi leggete le mie mail senza preoccuparvi della mia privacy, saprò anche comportarmi di conseguenza..”
“Certo! Al posto di usare le mail, che vengono lette da tutti, C&P, dirò alle mie amiche di non usare più la mia mail della Grande Società ma di comunicare con me solo tramite la mia mail personale o tramite fess-buk!” (**) e dopo un istante, senza nemmeno permettere all'altro di rispondere, colta da illuminazione riprende il discorso “AAAAHH!!! Adesso ricordo! No, non era stata mandata sulla mia mail della Grande Società, ma sulla mia mail privata.. meno male: quella non la gestite voi e quindi non è stata letta da nessuno!!! Adesso controllo subito e me la recupero io stessa, visto che voi sapete solo leggere le mie mail ma non mi sapete aiutare a ritrovarle!!!”
E attacca il telefono, senza nemmeno ringraziare o salutare il poveraccio dall'altra parte che ha subito la sua sfuriata per almeno una mezz'ora buona.

(*) questa frase è stata ripetuta tale e quale per almeno 3 volte.
(**) notare che fess-buk è famosissimo per il proprio rispetto della privacy, e la mail privata è gmail, che certamente non legge le mail ma stranamente inserisce nella pagina delle pubblicità mirate all'argomento trattato nella mail stessa (ma questo non la preoccupa, evidentemente)

Ottimizzazione delle risorse

E così, alla fine ci sono cascato!

Usando il computer anche per lavoro, devo sovente usare programmi creati esclusivamente per Windows, ma nel mio computer non c'è più traccia di Windows...


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Perché non mi faccio i ca##i miei...

E poi dicono che non è vero e che sono i fanatici del 'pinguino' che esagerano a pigliare per il cu#o i fanatici delle 'finestre'...
Ecco qui una discussione della TermoCoppia, ovvero Termico e Termica (di seguito identificati come To e Ta rispettivamente):
Termica si volta verso Termico e gli fa:
Ta: “Sai quel film che mi hai scaricato?”
To: “Uh? Che ha?”
Ta: “Niente, solo che non sono riuscita a vederlo...”
To: “Perchè? Ti manca il ProgrammaDiVisualizzazione? Se vuoi te lo passo io...”
Ta: “No no... solo che mi ha detto che la versione che ho io non è adatta e vuole la versione recente!”
To: “Te la do io, ho anche il codice per craccarla...”
Ta: “Ma l'ho scaricata, ho trovato su internet un sito dove davano il programma e i codici per usarlo, e l'ho preso...”
To: “E allora?”
Ta: “Il programma l'ho installato, ma non mi si apre: vuole la versione superiore di Windows...”
To: “E tu che hai?”
Ta: “XP”
To: “Non sei ancora passata a Vista?”
Ta: “No: c'ho provato ma il computer è vecchio...”
To: “E cambialo: se ha più di 2 anni devi cambiarlo per forza! Sennò non ti funziona più niente...”
Ta: “Si, lo so che devo cambiarlo, infatti ha ormai 3 anni ed è lento, ma mi dispiace: prendo pochissimi virus...”
To: “Eh si, io ho comprato un anno fa il mio portatile nuovo con Vista e funziona tutto bene... e dopo che l'ho formattato, 3 mesi fa, è una scheggia!”
Ta: “Si, ma i programmi che mi servono?”
To: “Te li do io: ho un arsenale completo scaricato direttamente da ImIule, compresi i codici per craccarli: autoscad, offiss, fotoschiop, ho persino craccato i programmi di calcolo che usiamo qui, quindi puoi usarli anche a casa per fare pratica...”
Ta: “Ma se ci sono i virus?”
To: “Impossibile: uso NotoAntivirusDiMarca e non mi ha mai segnalato nulla!”
Ta: “Caspita, ma NotoAntivirusDiMarca costa una cifra...”
To: “Boh, io ce l'ho craccato...”
Ta: “Ah, fico: allora posso prelevarlo anch'io?”
To: “Certo: te lo passo...”
Ta: “No, preferisco scaricarmelo io dai miei siti di fiducia perché ho paura dei virus: quando ho fatto la tesi ho rischiato di perdere tutto...”
To: “Se non vuoi i virus comprati un MAC!”
Ta: “Non posso: ho comprato l'aipodnano che lo uso anche come harrdisco esterno per spostarmi la musica e non ho più abbastanza soldi: ho già speso un sacco per questo computer che ho e che già non funziona più: ha solamente 1 giga di ram che l'ho potenziato: il tecnico ha detto che non posso fare altro e che non ci sta più niente e non apro quasi più i programmi: offiss si impalla in continuazione, autoscad non mi fa il 3d e internet si scollega sempre mentre sto scaricando le musiche...”

Al solito, essendo un gran pirla, sono intervenuto: “Se vuoi, su quel computer lì ti ci metto Linux e te lo riporto a nuova vita!”
Termico fa “Ma lascia perdere ste ca##ate: se vuoi qualcosa che funziona benissimo devi usare roba di marca come MAC o Vista: Linux è una cagata inutile: non ci sono giochi, non ci sono driver, non ci sono programmi, non c'è niente: non serve a un ca##o!”
Io: “Se lo dici tu che hai reinstallato il programma di calcolo perché era sparita l'icona e non lo sapevi più lanciare... ma il computer è suo e lei, essendo ingegnere come te e me, dovrebbe saper rispondere da sola...”
Ta: “No, guarda: io sono abituata così e preferisco non cambiare... tengo questo, poi cambierò computer e passerò a Vista, ma non sono capace di usare Linux...”
Io: “Ok, come vuoi...” mi sono voltato verso il mio computer e ho preso un promemoria:
1.devo ricordarmi di non intervenire in queste discussioni, in fondo se craccano e si inzozzano sono tutti ca##i loro...
2.devo ricordarmi che Linux in fondo non è per tutti: è fondamentale avere a disposizione un cervello funzionante...

Che s'ha da fà, pe' magnà.. 2

Come ho detto, c'era un altro sistema!

Un mattino, entrai in mensa con fare disinvolto e vidi la coda riunita per la colazione, scavalcai la recinzione e passai avanti a tutti. Nessuno disse niente, a parte il maresciallo che sbiancò come un cadavere, arrossì come un pomodoro e mi corse contro con l'intenzione di linciarmi.
"Che diavolo fai?" "Vengo a far colazione!"
"E la fila non l'hai vista?" "Certo che l'ho vista!"
"E perché non la fai anche te?" "Perché non ho tempo di mettermi in fila!"
"COSA?!?!?!?!" "Ho detto che non ho tempo di mettermi in fila!"
Lui mi guarda un attimo, poi fa "Ma tu non sei dei reparti?" "Si"
"E cosa ci fai qua? Voi dei reparti non dovete venire qua!" "Come no? Io ci vengo si!"
"COSA?!?!?!" "Ho detto che ci vengo si, e passo anche davanti agli altri!"
"COSA?!?!?!?!?!" "Ha capito benissimo, e che nessuno mi dica niente, altrimenti son dolori!"
"COSA?!?!?!?!?!?!?!?!?!" "Devo ripetere?"
"E per quale motivo avresti queste pretese?" "Per questo!"
E tiro fuori il tesserino che avevo in tasca, secondo il quale io risultavo in servizio di sorveglianza alla porta d'ingresso, per cui dovendo assentarmi esclusivamente per il tempo necessario per poi dare il cambio agli altri di servizio, ero esonerato da qualsiasi fila, coda o similare.
Il maresciallo non ha più potuto dirmi nulla, anche perché in quel momento io potevo considerarmi ufficialmente superiore persino a lui, quindi ho fatto la mia colazione (estremamente sostanziosa, visto che dovevo anche recuperare la cena) e sono poi tornato indietro a dare il cambio agli altri.
...
Dopo alcuni giorni in cui quelli dei reparti si presentavano in mensa a svuotare le scorte senza badare al divieto (e il maresciallo si accorse che non c'era alcun risparmio evidente, e che non riusciva a imboscarsi più materiale del necessario per evitare alla moglie di andare a fare la spesa per casa), finì che levarono l'assurdo divieto e i soldati dei reparti poterono tornare a mangiare in mensa a orari più consoni.

Freddo e freddure..

Ottobre è iniziato in maniera alquanto strana: più che il mese delle caldarroste, delle foglie cadenti e dell'autunno, mi sembra quasi di essere in primavera, a giudicare dal clima mite, dal sole splendente e dalle temperature relativamente alte.
Nel mio nuovo antro solitario, sono obbligato a tenere la finestra aperta, oltre che per il ricambio d'aria, anche per poter sopportare il clima da forno che si crea facilmente (nonché gli odori che giungono dal gabinetto e dal cucinino sotto, visto che la porta si apre direttamente davanti al corridoio del bagno, accanto alla scala a chiocciola).

Tra questo e i mezzi pubblici strafogatissimi (sono ovviamente riprese le scuole, quindi è ritornato praticamente impossibile salire sui veicoli) con conducenti che danno un nuovo significato al termine “pirata della strada”, un poveraccio che ha un solo braccio realmente funzionante (e quindi in grado di tenersi agli appositi sostegni) si trova facilmente in difficoltà.

Lunedì mi sono accorto che erano circa un paio di giorni che avvertivo delle improvvise fitte strane al braccio destro. Sono lievemente preoccupato, dato che sono attualmente in fase di preparazione psicologica per l'intervento chirurgico che dovrebbe sistemare il tendine della mia spalla sinistra, ma avverto subito che le fitte sono diverse come intensità e come durata, inoltre il braccio lo muovo praticamente bene... in breve, non ci faccio caso e decido di andare avanti senza pensieri.

Martedì, invece, in ufficio scopro che non riesco quasi più a muovere il braccio: fitte continue a ogni movimento, dolorosissime da levarmi persino il fiato e non solo. I movimenti sono rigidi e vincolati: sposto il braccio direttamente trascinandolo con la mano sinistra, al punto che faccio che spostarmi il mouse dall'altro lato e impostarlo per la mano sinistra, gestendo il tutto con la sinistra: sia il mouse che la tastiera... vi lascio immaginare le difficoltà intrinseche...
A un certo punto arriva CapoCantierista che mi presenta un nuovo lavoro, spiegandomi che GrandeCapo lo vuole fatto in un qualche modo particolare che non ho capito.
Si tratta sostanzialmente di analizzare i consumi termici di un centro espositivo, allo scopo di ottimizzarne la gestione... già il fatto che si parla di consumi termici mi lascia interdetto, ma evidentemente la TermoCoppia è impegnata in altre cose (almeno, a giudicare dalle continue urla che sento provenire dal mio vecchio ufficio), quindi vediamo cosa fare: copiare dei dati da alcune tabelle in altre tabelle (nulla di speciale, peccato che le tabelle originali siano in PDF e le nuove saranno da realizzare da zero in excel...) ma andiamo avanti.
Una volta copiate le tabelle (usando lui come lettore di stampati), mi dice che GrandeCapo vuole vedere il tutto come diagramma di flusso (in tal periodo tali utenze prendono da tali forniture, in talaltro periodo talaltre utenze prendono da talaltre forniture eccetera) e quindi si tratta di riportare sul foglio excel una serie di disegnini di rettangoli e freccette che soddisfino il flusso diagrammato di GrandeCapo.
Non è semplice, ma riesco infine a disegnare questa serie di linee, rettangoli e freccette, per dare una specie di visualizzazione grafica alle tabelle.
Poi mi dice che ci vanno i risultati disposti in un altro modo... io non riesco più a muovermi, ho le lacrime agli occhi dal dolore e mi manca continuamente il respiro a ogni fitta, quindi mi alzo e gli dico “Siediti qua! Adesso ti dico come fare e lo fai tu!”
Il resto del periodo l'ho passato spiegando i vari movimenti col mouse e i vari comandi per permettere a CapoCantierista di giocare con excel e impostare la tabella secondo le fisime di GrandeCapo... mentre spiegavo, stringendomi il braccio apparentemente morto al petto, trattenevo sovente il respiro, in concomitanza con le fitte dolorosissime, e cercavo di trattenermi dal piangere per il dolore...
Alla fine, CapoCantierista ottiene il risultato voluto e, soddisfatto, se ne va.
A quel punto appare CapoDiFuori, che mi chiede una consulenza veloce su come fare una relazione per un locale esplosivo con il programma che utilizziamo in sede, gli rispondo “Come ho fatto prima con CapoCantierista, ti spiego come agire, ma ti siedi qua tu e operi materialmente!”
Lui si siede al mio posto, attiva il programma e cominciamo a impostare i dati (io dico cosa cliccare e dove scrivere i valori, lui clicca e scrive), e alla fine si rende conto che il risultato iniziale lo soddisfa, quindi salva il tutto e stampa la relazione direttamente sfornata dal programma, copiandosela comunque in formato word, per poterla adattare ai suoi standard...

Vista l'ora, abbandonato ormai da tutti, spengo il computer e cerco di infilarmi il giubbotto.

Il tram del ritorno è stranamente quasi vuoto, al punto che riesco persino a trovare un posto, ma quando giungo alla fermata per scendere, mentre mi alzo e mi approssimo alla porta d'uscita, il tranviere decide di provare la doppietta frenata-accelerata e da quindi uno scossone apocalittico che mi leva completamente il fiato.
Scendo, arrivo a casa e dopo pochi minuti, mi sento all'improvviso un ronzio nelle orecchie e una coltre nera mi copre la testa e la vista.

Dopo un istante, mi rendo conto che mia mamma e mia sorella mi stanno chiamando, e scopro di essere svenuto, per via della pressione insolitamente bassa, a livelli che non credevo nemmeno possibili.

Chiamata immediata alla Guardia Medica, che ovviamente non interviene, ma dice per telefono come farmi superare la crisi (caffè fortissimo con tanto zucchero per far alzare subito la pressione e riposo sdraiato con le gambe in alto per far affluire il sangue al cervello) e così faccio, superando la crisi istantanea.

Al mattino dopo, ovviamente, telefono in ufficio dicendo che non vado e comincio una terapia intensiva a base di applicazioni di magnetoterapia e massaggi con pomate, gel e unguenti vari, su consiglio medico, ovviamente).

Mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica passati a studiare astronomia (sia perché non riuscivo a dormire dal dolore, quindi stavo semi-sveglio sul divano, sia perché continuavo a vedere le stelle...), anche se ogni giorno notavo dei deboli miglioramenti... sabato mi sono accorto che riuscivo di nuovo a muovere il braccio e il dolore da fitte acute si era trasformato in un cupo indolenzimento da muscoli troppo a lungo immobilizzati. Domenica ulteriore miglioramento, al punto che lunedì, se non avessi prenotato un'ulteriore visita medica, sarei forse rientrato in ufficio, ma non è stato così: ho approfittato per riprendermi ulteriormente e per ristabilire sufficientemente l'uso del braccio. Ho persino provato a collegarmi ai vari forum, vedendo che riuscivo a gestire sia mouse che tastiera, quindi nessun problema grosso.

E così, dopo una settimana di assenza, martedì mattina rientro finalmente nel mio antro...

AAAAHHH!!!

Io e il mio collega eravamo assorti nel lavoro di realizzare un preventivo decente su cui basare un'offerta per prendere un appalto (si trattava di un importo superiore al miliardo di vecchie lire, che al cambio attuale farebbe molto più di un milione di euro).
Eravamo impegnatissimi e le discussioni fioccavano su ogni singolo elemento, al fine di ottimizzare il tutto, ma questa medaglia aveva un suo rovescio: nessuno di noi stava dando l'opportuna considerazione alla terza inquilina della stanza: Segretaria.
Visto che nessuno le dava retta se non rispondendo a grugniti o monosillabi a qualsiasi sua domanda, e visto che i suoi siti preferiti non le fornivano opportuno materiale di svago per rifarsi della nostra indifferenza, ecco che Segretaria decide di fare una cosa diversa dal solito: apre la propria borsa e prende il set di trucchi.
Ora, devo premettere che Segretaria è una donna molto bella e lo sarebbe egualmente anche senza truccarsi, ma vai a capire cosa passa nella mente di una donna, comunque aveva il difetto di voler monopolizzare l'attenzione: bisognava darle retta in continuazione, sia che parlasse delle ferie sia che parlasse dell'ultima puntata del grande bordello.. altrimenti, se non le si dava retta, metteva su il broncio e cominciava a brontolare, meditando cruente vendette..
Fatto sta che, mentre io e il mio collega eravamo incerti su quale sconto applicare ai prezzi di listino per una partita di cavi (nessun problema: ce n'era una quantità talmente elevata che potevamo tranquillamente applicare anche uno sconto del 50% e la casa costruttrice ce l'avrebbe passata egualmente, pur di vendere), restiamo sconvolti da un urlo lacerante “AAAAAHHHHH!!!!!”
Ci voltiamo di scatto verso di lei, convinti che si sia infilata la matita in un occhio o, peggio, che abbia scoperto un capello bianco, ma nulla nei nostri pensieri più catastrofici poteva prepararci alla orribile visione che ci aspettava!
Segretaria era lì che si guardava angosciata allo specchio, ma senza danni apparenti, al ché noi le chiediamo all'unisono “Cos'è successo?”
Lei ci guarda apparentemente sconcertata (ma con un lampo di cupa soddisfazione negli occhi), mentre solleva la mano sulla testa e risponde col tono più naturale che riesce ad avere “Ho gli occhiali da sole sui capelli..” e si sfila gli occhiali alzati come una fascetta per capelli.

Dite che non se lo meritava quel MAVAFFAN... che uscì in coro da entrambe le nostre bocche all'unisono, malgrado sapessimo entrambi che la sua vendetta sarebbe stata terribile?

Che s'ha da fà, pe' magnà

All'ospedale militare, un giorno, scoppiò la guerra tra i marescialli di reparto e i marescialli di servizio. E come ogni guerra che si rispetti, coinvolse esclusivamente vittime innocenti.

Il motivo pare essere che i reparti (gestiti da quella razza demoniaca conosciuta come suore, anche se comandati da ufficiali) ordinavano il quantitativo del rancio tenendo conto anche del personale non ricoverato, mentre il personale di servizio (particolarmente in mensa) si ritrovava a ordinare cibo per tutti i militari (compresi quelli che erano in servizio nei reparti) e così pare che ci fossero degli sprechi pazzeschi che hanno incrementato a dismisura il debito pubblico.

Io, come tutti quelli che facevano parte dei reparti ma non passavano la giornata in pigiama, avevo degli incarichi in uffici o in sorveglianza, e sovente mi risultava difficile interrompere i miei lavori alle 16.30 per andare a cenare (si: nei reparti si cenava alle 16.30), quindi dovevo andare alle 18.00 in mensa per poter cenare, anche perché subito dopo la cena, i piantoni del reparto uscivano e la suora tornava al convento, quindi non avrei visto nulla di commestibile... a parte i ricoverati...

Quando scoppiarono le ostilità, il maresciallo non ci lasciò più entrare in mensa, quindi per alcuni giorni la cena di molti dei reparti divenne la pizza serale in libera uscita, ma non eravamo pagati abbastanza per comprarci anche il pranzo (che doveva invece esserci garantito) e così cominciarono le conseguenze cattive.
C'era chi si fregava i panini a mezzogiorno (per farsi poi un panino con la nutella alla sera), chi requisiva il pasto ai ricoverati, chi divorava i tenenti che passavano solitari in certi angoli bui del cortile e chi urlava e sbraitava col maresciallo per farsi punire (a quel punto il vitto spettava obbligatoriamente).

Ma c'era anche un altro sistema!

Giocare con le partizioni...

Mi è capitato di recente, di pensare di ampliare le caratteristiche hardware del computer di mia sorella, purtroppo relativamente antiquato, al punto che i componenti pare non si trovano più in giro.

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Computer e avvocati...

La sorella di GrandeCapo, responsabile dell'ufficio legale della Grande Società (è avvocato, oltre che sorella maggiore...), arriva e fa «Ho con me il portatile di mia figlia, dove ci sono tutti i documenti per la tesi che deve preparare... per sbaglio ho messo una password e non me la sono segnata, ora non so più che fare: mia figlia ha bisogno di questi documenti... Lo so che le difese di Windows sono impossibili da bypassare, ma forse tra di voi c'è qualcuno che fa miracoli...» e chissà perchè, disse tutto questo fissando direttamente a me.
Dopo le risate interne per l'ultima uscita, le ho detto «Usa Ophcrack»
Lei mi fa «Cosa? E come si usa?»
Le ho spiegato tutto, ma dato che come insegnante faccio schifo, ovviamente lei non ha capito una fava e quindi mi dice «Fallo!»
«Non posso: io non posso scaricare nulla da internet e non ho nemmeno il masterizzatore»
«E non ci sono altri sistemi?»
«Si, mi dai un'ora che vado a casa a prendere il mio CD Live di Ubuntu e torno qui e poi nel giro di 10 minuti ti recupero tutti i documenti che ti servono e li copio su una chiavetta USB... poi ti piallo via quel sistema non-operativo e installo Ubuntu...»
«Eh no, io voglio Windows: senza Windows mia figlia non può laurearsi
Effettivamente, una futura insegnante di lettere deve per forza usare windows: il campo minato di Linux è meno romantico del campo fiorito di XP... ;-P
...
Alla fine, ha dato il portatile a ProgettistaGiovane, che comunque abita più vicino, e in serata (dopo l'orario di lavoro e senza accumulare ore di straordinario) le avrebbe "scardinato" l'indispensabile sistema operativo con un "SUO" metodo personale collaudatissimo e sicurissimo, riportandole poi persino il computer direttamente a casa, in modo che l'indomani la figlia lo trovasse pronto e a posto...
(prima che io andassi via ProgettistaGiovane mi ha chiesto di ricordargli come si chiama quel programma per scovare le password di Windows di cui parlavo... in fondo la cosa buona è che non dovrò rovinarmi la serata per niente... e non verrò nemmeno tacciato di essere un 'infame acaro'... ;-P )

Fuga per il pranzo..

All'epoca del C.A.R. erano successi anche altri fatti degni di nota.

Un giorno, mentre eravamo tutti in coda per il pranzo nella sala mensa, in attesa con il nostro vassoio in mano, pronti a prendere un piatto della sbobba che facevano passare per rancio, i primi della fila fecero un salto all'indietro gettandosi contro gli altri.
Le proteste non partirono nemmeno, dato che all'improvviso tutti capirono il motivo: scappata direttamente dalle cucine, per un attimo si guardò intorno spaesata e sconcertata dalla fila di umani, una grossa pantegana (ma veramente grossa), prima di schizzare via più veloce della luce verso il cortile.

Dopo pochi istanti, i cuochi giunsero con il pentolone del rancio «Oggi c'è polpettone!»
Tutti ci guardammo in faccia, poi prendemmo un paio di panini a testa e ci allontanammo, mentre i cuochi ci guardavano sconvolti «Beh! E che fate? Non avete fame?»
«No, guarda.. è che quel polpettone non deve essere molto buono: prima vi è scappato uno degli ingredienti..»
...
Ovviamente il polpettone ci fu ripresentato a cena..

Milano da bere, ma non da mangiare

In epoche primordiali, quando la Grande Metropoli del Nord era famosa in tutto il mondo per la sua eccezionale ricchezza, a volte capitava che qualcuno con minori esigenze dedicasse una giornata a una gita fuori porta, facendo il turista in patria (in assoluto silenzio, che se lo avessero scoperto i colleghi che nei week-end prendevano l'aereo per andare dalla parte opposta del pianeta, l'avrebbero perennemente criticato indicandolo come un pezzente che non può spendere mijoni di lire - o migliaia di euri - per andare in giro..)

Quel giorno decisi di andare a fare il turista a Milano (anche perchè non l'avevo mai vista sotto l'aspetto turistico: ci sono stato innumerevoli volte per lavoro, ma non c'ero mai stato per diletto), e siccome nell'intervallo di tempo trascorso tra il decidere di farlo e il partire per farlo non sono morto (purtroppo), ecco che mi presento puntuale alla stazione ferroviaria (sapevo, da precedenti esperienze, che era meglio evitare di andare in macchina a Milano), salgo sul treno inter(scor)regionale e mi accaparro un posto seduto (stranamente).
Il treno parte, lasciandosi alle spalle la cupa e afosa Torino per entrare nella cupa e afosa pianura padana. Ovviamente l'aria condizionata nel vagone non funzionava, quindi tutti i finestrini erano spalancati, permettendo alle tende di svolazzare ovunque e al fracasso pazzesco dell'incrocio con altri treni in direzione opposta di assordarci tutti, integrando gli effetti della radio a tutto volume che un gruppo di pivelli strafottenti stava suonando dall'altra parte del vagone mentre fumavano a tutto spiano (si: il vagone era per non fumatori - no: non volevo rovinarmi subito la giornata con una strage.. e poi avevo lasciato a casa il mio cava-budella..)
Ben presto arriviamo a Novara, dove il vagone si strafoga di persone che viaggiano in piedi, sedute sugli schienali dei sedili, appese agli staffaggi dei bagagli o sulle spalle di volonterosi compagni di viaggio. Quando il treno riesce arrancando a ripartire, costoro si dedicano alle sane letture dei giornali, con un sincronismo invidiabile: girano le pagine tutti nello stesso istante.
Finalmente arriviamo a Milano, dove scendo nella stazione Centrale (come sapevo, mi ritrovo verso il fondo dei binari, quasi al limite della tettoia, quindi mi aspetta una bella camminata per arrivare al termine della stazione.
Prima cosa da fare, vista l'ora, prendere un cappuccino con una brioche. Entro nel bar, vedo il cartello che indica di pagare prima di ordinare, mi approssimo alla cassa e scopro il motivo per cui Milano è una delle città più ricche d'Italia: il prezzo della mia ordinazione è esattamente il 35% in più di quello che pago a Torino (stukas!!!). Nemmeno a dire che la qualità del prodotto è più simile a una macchinetta aziendale che a un bar da centro città.
Mi incammino (no: niente metropolitana, sto facendo il turista) in direzione del Duomo, osservando una stranissima cosa che pare una statua posizionata davanti alla stazione (non capisco cosa rappresenti, ma io non ho mai capito niente di arte, quindi è facile che quella sia un vero capolavoro anche se a me sembrava una cagata pazzesca, per dirla alla Fantozzi...), il Pirellone al fondo della piazza, le ricche vie famose per i negozi di alta moda, i negozi di alta moda che hanno reso famose le vie di cui sopra, e infine raggiungo la zona turistica.
Ammiro la facciata della Scala (quella vecchia: non era ancora stata rifatta), vedo un bell'affresco dell'ultima cena di Leonardo (che moltissimo tempo dopo ho rivisto nel Codice da Vinci, dov'erano spiegati tutti i dettagli relativi ai misteri nascosti in quel quadro... azz... che cervello che aveva Leonardo, per nascondere così tanti indizi in un solo quadro...), la Galleria Vittorio Emanuele, la piazza del Duomo e il Duomo stesso.
Stranamente, una sensazione inconsueta mi prende mentre gioco a fare il giapponese e scattare foto ovunque: una sensazione di incompletezza.. mi rendo conto che quello che vedo, contrariamente a quanto sembrerebbe, è di fatto troppo piccolo: siamo a Milano, la più grande città d'Italia, eppure i monumenti turistici sembrano giocattoli: la tanto famosa Scala, che in televisione sembra immensa, dal vero mi da l'idea che io nemmeno ci entrerei. La Galleria l'avevo vista in diversi film d'epoca e mi ha sempre dato una sensazione di imponenza, ma ora che ci sono dentro mi accorgo che non supera di tanto il confronto con alcune delle analoghe gallerie torinesi. Il Duomo stesso appare grande per via della piazza attorno, ma è solo apparenza!
Proseguo, anche perché è ora di trovare qualcosa da mangiare.
Mi avvicino a un ristorante, ma l'elenco dei cibi e dei prezzi mi fa allontanare subito. Cerco un altro locale e ne vedo uno molto affollato, per cui dovrebbe essere relativamente buono. Mi approssimo e do un'occhiata ai piatti degli avventori, ma quello che vedo mi provoca una reazione allergica.
Procedo, ma non riesco a trovare un solo locale decente.
Alla fine, mi decido a cercare un supermercato dove prendere qualcosa di pronto, ma nulla: a Milano non ci sono supermercati?
Un panettiere, così prendo una di quelle pizze che sono la manna per chi ha realmente fame.. no: a Milano non si mangia pane!!! Nessun panettiere in zona!
MaccheccaXXo!!! Eppure tutte le volte che sono venuto nella zona di Milano ho sempre trovato da mangiare tranquillamente, anche in paesi che nemmeno esistono sulle carte geografiche, possibile che proprio qui non riesco a trovare nulla?
Mi ricordo che vicino alla stazione c'è un bar-pizzeria-ristorante di recente realizzazione (lo so benissimo: ho progettato io l'impianto elettrico anche se non risulta il mio nome ma quello della ditta per la quale lavoravo all'epoca..) e mi avvio (stavolta con la metropolitana), ma ovviamente è il giorno di chiusura (non credo che un ristorante chiuda per pranzo.. nemmeno a Milano..)
Alla fine ritorno al bar dove avevo preso il cappuccino e chiedo se hanno qualcosa di solido per il mio stomaco, la risposta è che, vista l'ora tarda, sono avanzati solo due panini.. ok, va bene!
Due panini, una birra e un caffè, allo stesso prezzo di un pasto completo in trattoria, con una discreta differenza di quantità e qualità, ma va bene così: sono in vacanza in terra straniera, devo adattarmi agli usi e costumi indigeni.
Procedo nuovamente col metrò verso l'ultimo punto turistico di questa megalopoli: il castello sforzesco, arrivo al parco, entro e mi avvicino alla caratteristica facciata, ma qualcosa non quadra! E' chiuso!!! EccheccaXXo!!!
Faccio un paio di foto anche qui, poi ritorno al metrò e quindi alla stazione, mi procuro una bibita fresca e mi incammino lungo il binario per aspettare il treno per Torino.
Alla fine il treno arriva, si svuota di tutti i passeggeri e io salgo e prendo posto, aspettando che riparta e mi riporti verso casa.
Quel giorno ho deciso che andrò a Milano solo ed esclusivamente per motivi di lavoro. Per motivi turistici e ricreativi, c'ho messo una pietra sopra...!

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