Nel periodo del CAR, c'è stato un momento in cui gli ufficiali ci radunarono in un enorme stanzone dove cominciarono a parlare.
Il discorso verteva sul fatto che, all'epoca, ci fossero previsioni di un intervento armato in un paese africano, nell'ambito delle famose missioni umanitarie all'estero (le parole 'intervento armato' e 'guerra' erano assolutamente vietate).
Le frasi erano comunque rassicuranti, al punto che era ipotizzato che l'intervento fosse solo una scusa, che non si sarebbe mai fatto nulla e che si trattava solo di un addestramento speciale. Peraltro, veniva data molta enfasi al fatto che l'addestramento sarebbe stato svolto in Sicilia.
Al termine delle chiacchiere, ognuno di noi, uscendo, doveva passare davanti al tavolo degli ufficiali, leggere il foglio ed, eventualmente, firmare l'accettazione.
Io passai, lessi e non firmai, malgrado gli sguardi corrucciati degli ufficiali presenti.
Molti uscirono senza firmare e qualcuno invece firmò.
Giunti in camerata, ognuno chiese agli altri cosa avessero fatto, e alla fine fu il turno di un ragazzo siciliano, che disse subito “Io fimmai!” (*)
Io lo guardai e chiesi “E perché?” “Minchia, picchè accussì minne tuonno in Siciddia subbito!”
“Davvero?” “Ieccetto! Accussi risse u capitano!”
“Ma hai letto il foglio che hai firmato?” “No, io nun saccio leggere.. ma u capitano risse che sa iva in Siciddia”
Mi ricordai che quel ragazzo, come molti altri che ho incontrato in quel lungo anno di naja, era completamente analfabeta (no: non sto parlando del 1800, ma di dicembre 1992) e gli feci presente che “Nel foglio c'è scritto – partecipazione a missioni dell'esercito italiano all'estero – e questo senza specificare alcuna destinazione!” “Ma u capitano pallò da Somaddia..”
“Ok, e quindi tu hai firmato per andare a farti ammazzare in Somalia?” “Nooo, io fimmai pa ire in Siciddia, accussì tuonno accasa mia, in Somaddia u capitano risse ca nun ce se iva!”
“Si: ha detto che forse non si farà nulla in Somalia, ma metti il caso che spunti qualche casino nei Balcani o nel Golfo! Tu hai firmato e quindi parti e vai nel Golfo!” “Minchia!!! No, io nu Guolfo nun c'aggio a ire!”
“Hai firmato!” “Io fimmai pa Siciddia..”
“Hai firmato per partecipare alle missioni all'estero, senza nessuna destinazione, a discrezione del comando militare! Se ti dicono Somalia vai in Somalia, se ti dicono Golfo vai nel Golfo, se ti dicono Balcani vai nei Balcani!” “No!!! Io nun ce voddio ire! Uora minne vajo da u capitano e mi faccio cancellare a fimma ca mi piddiarono con l'inganno!”
Ovviamente l'ufficiale non annullò un bel niente, così il ragazzo cominciò a comportarsi come un folle, urlando e imprecando contro tutto e tutti, scatenando anche alcune risse, finché non lo presero e lo riformarono.
E' brutto ricorrere a simili sotterfugi per arruolare volontari (in fondo c'è stato anche chi ha firmato in piena coscienza, quindi se le cose vengono dette correttamente, si trova lo stesso qualcuno a cui interessano) ma è ancora più brutto quando queste cose vengono fatte ai danni di persone che, purtroppo, non sono in grado di capire.
Anche se, alla fine, è orribile pensare che alla fine del ventesimo secolo ci siano ancora persone analfabete (e non c'era solo quel ragazzo siciliano: c'erano altri ragazzi da qualsiasi parte d'Italia la cui istruzione era del tutto assente).
(*) nei discorsi del ragazzo ho cercato di simulare il fatto che parlasse esclusivamente in dialetto (purtroppo era un dialetto talmente stretto che alcune volte nemmeno io riuscivo a capire tutte le parole che diceva)
Ma sono diventato un dirigente???
Mercoledì 23 settembre 2009 ho commesso un reato di natura penale, un vero e proprio delitto: malgrado fosse il giorno in cui CapoDaFuori si degnava di scendere tra noi comuni mortali (e comuni non-morti) per declamare il suo Verbo, io ho preso comunque la giornata libera e non sono andato in ufficio per recarmi invece a un convegno dell'ente normatore ufficiale, correlato a problematiche di sicurezza e impiantistica (ovvero al mio campo professionale) compreso quindi in quelli che ritengo essere strumenti di aggiornamento professionale e che, ovviamente, devo gestirmi da solo, indipendentemente dai problemi di (dis)organizzazione aziendale: sono un consulente, quindi se devo consigliare è meglio che lo faccia sapendo di cosa parlo, e questo lo posso fare solo mantenendomi aggiornato il più possibile (o almeno, io la vedo così...)
Peraltro, come dicevo, questo è un periodo relativamente calmo: il nuovo incarico è ancora in fase embrionale, CapoDaFuori lo rivedrò la prossima settimana per ascoltare le sue perle di saggezza e comunque il lavoro lo sto impostando a modo mio, per cui posso ancora pensare di avere delle giornate con orario +o- normale.
Siccome siamo in Italia, i reati di natura penale vengono puniti severamente, a meno di non godere dell'immunità politica, ma io non sono un politico quindi mi sono ritrovato punito in maniera esemplare!
Il giovedì, rientrato in sede, scopro che non c'è più la mia postazione, o meglio: c'è ancora, ma non c'è più la mia roba (documentazioni, cartelle relative al lavoro in corso, il mio computer, la mia sedia, tutto sparito!!!)
Sconcertato, vado a cercare qualcuno per chiedere spiegazioni, ma SuperAmministratore mi anticipa: «MK, guarda che sei stato spostato nell'ex Sala Server!»
In effetti, avendo precedentemente traslocato sia il Non-Server che il plotter, la stanza era rimasta vuota come un magazzino inutilizzato.
Ringrazio per l'informazione e procedo verso la stanza, dove vedo un tavolo poggiato alla parete con sopra tutto il mio ambaradan, compreso il computer e il telefono.
Apro la finestra (dopo un po' di anni in cui era chiusa, finalmente anche in quella stanza cambia l'aria ed entra la luce... oltre al casino della strada trafficata e alla puzza del Grande Fiume...), posiziono opportunamente il tavolo (non mi va di stare a guardare la parete, ma non voglio nemmeno ricevere la luce della finestra alle spalle, quindi dritta sul monitor), procedo al posizionamento e al collegamento del computer, poi collego il telefono VOIP (dopo aver chiesto a SuperAmministratore di darmi un altro alimentatore in sostituzione di quello, visto che chi lo ha staccato e ha fatto il trasloco ha pensato bene che avere due spinotti paralleli è utile per infilarli nella presa, ma averli perpendicolari tra loro è assai più figo, anche se del tutto inutile e magari pericoloso) e quindi la connessione di rete, sistemo opportunamente (nel poco spazio sul tavolo/scrivania) le mie cartelle e le mie documentazioni, in modo da poter avere un angolo dove mettere le mani e i fogli per gli appunti da prendere di volta in volta nel corso dei lavori, do una bella pulita a tutto (che era un po' di tempo che l'impresa di pulizia non lo faceva), e infine mi siedo e procedo con l'accensione della potente work-stesscion-di-periferia.
Tutto a posto, tutto ok... tranne ovviamente la rete.
Siccome i collegamenti sono a posto, vuol dire che o si sono rovinati i componenti (cavi, scheda di rete, telefono...) oppure il problema è a monte. Ma io sono un consulente esterno, non un dipendente: non posso prendermi troppe libertà che l'assicurazione non mi coprirebbe, per cui chiamo Progettista e gli chiedo se mi da una mano a sistemare la connessione: lui controlla il problema e va dritto all'armadio rack, dove vede che manca la bretella sul patch panel per dare il segnale anche alla mia nuova presa di rete (ovviamente sapevo che il problema era a monte, ma come dicevo, io sono solo un consulente esterno, la mia assicurazione non copre eventuali danni al rack dati di altre ditte...).
Dopo la richiesta a SuperAmministratore, Progettista recupera un cavetto di rete, inserisce la bretella e mi da la connessione (il segnale al telefono lo vedo subito, ma Windows XP richiede invece il riavvio, ma va bene lo stesso).
Ecco quindi che mi sono ritrovato in un ufficio tutto mio, tutto da solo!!!
In breve, tutti (compreso PiccoloCapo, che finge di non sapere nulla e RSPCapo, che mi accenna a un futuro arredamento della stanzetta attualmente molto spoglia) passano da lì per chiedere, e siccome non ho idea delle motivazioni, mi avvalgo del fatto che, nelle ditte per cui ho lavorato precedentemente, solo i responsabili e i dirigenti avevano l'ufficio in solitaria, per rispondere scherzando «Eh si: sono stato promosso dirigente...»
Scherzando: io sono un consulente, non godo di promozioni, benefit, aumenti di stipendio, rimborsi spese e simili cose strane... ma, a pensarci bene, è davvero uno scherzo? Non è che stanno pensando a qualcosa di strano nei miei confronti? Spetta, che sistemo meglio la sedia contro la parete... sai mai che c'è in giro qualche padulo dirigenziale...
Come dicevo, in Italia i reati vengono puniti in modo severo, a meno di non godere di immunità varie, ma siccome io non sono un politico, ecco che per il mio reato di diserzione a scopo di aggiornamento, sono stato condannato al carcere di sicurezza, in isolamento... :-(
Peraltro, come dicevo, questo è un periodo relativamente calmo: il nuovo incarico è ancora in fase embrionale, CapoDaFuori lo rivedrò la prossima settimana per ascoltare le sue perle di saggezza e comunque il lavoro lo sto impostando a modo mio, per cui posso ancora pensare di avere delle giornate con orario +o- normale.
Siccome siamo in Italia, i reati di natura penale vengono puniti severamente, a meno di non godere dell'immunità politica, ma io non sono un politico quindi mi sono ritrovato punito in maniera esemplare!
Il giovedì, rientrato in sede, scopro che non c'è più la mia postazione, o meglio: c'è ancora, ma non c'è più la mia roba (documentazioni, cartelle relative al lavoro in corso, il mio computer, la mia sedia, tutto sparito!!!)
Sconcertato, vado a cercare qualcuno per chiedere spiegazioni, ma SuperAmministratore mi anticipa: «MK, guarda che sei stato spostato nell'ex Sala Server!»
In effetti, avendo precedentemente traslocato sia il Non-Server che il plotter, la stanza era rimasta vuota come un magazzino inutilizzato.
Ringrazio per l'informazione e procedo verso la stanza, dove vedo un tavolo poggiato alla parete con sopra tutto il mio ambaradan, compreso il computer e il telefono.
Apro la finestra (dopo un po' di anni in cui era chiusa, finalmente anche in quella stanza cambia l'aria ed entra la luce... oltre al casino della strada trafficata e alla puzza del Grande Fiume...), posiziono opportunamente il tavolo (non mi va di stare a guardare la parete, ma non voglio nemmeno ricevere la luce della finestra alle spalle, quindi dritta sul monitor), procedo al posizionamento e al collegamento del computer, poi collego il telefono VOIP (dopo aver chiesto a SuperAmministratore di darmi un altro alimentatore in sostituzione di quello, visto che chi lo ha staccato e ha fatto il trasloco ha pensato bene che avere due spinotti paralleli è utile per infilarli nella presa, ma averli perpendicolari tra loro è assai più figo, anche se del tutto inutile e magari pericoloso) e quindi la connessione di rete, sistemo opportunamente (nel poco spazio sul tavolo/scrivania) le mie cartelle e le mie documentazioni, in modo da poter avere un angolo dove mettere le mani e i fogli per gli appunti da prendere di volta in volta nel corso dei lavori, do una bella pulita a tutto (che era un po' di tempo che l'impresa di pulizia non lo faceva), e infine mi siedo e procedo con l'accensione della potente work-stesscion-di-periferia.
Tutto a posto, tutto ok... tranne ovviamente la rete.
Siccome i collegamenti sono a posto, vuol dire che o si sono rovinati i componenti (cavi, scheda di rete, telefono...) oppure il problema è a monte. Ma io sono un consulente esterno, non un dipendente: non posso prendermi troppe libertà che l'assicurazione non mi coprirebbe, per cui chiamo Progettista e gli chiedo se mi da una mano a sistemare la connessione: lui controlla il problema e va dritto all'armadio rack, dove vede che manca la bretella sul patch panel per dare il segnale anche alla mia nuova presa di rete (ovviamente sapevo che il problema era a monte, ma come dicevo, io sono solo un consulente esterno, la mia assicurazione non copre eventuali danni al rack dati di altre ditte...).
Dopo la richiesta a SuperAmministratore, Progettista recupera un cavetto di rete, inserisce la bretella e mi da la connessione (il segnale al telefono lo vedo subito, ma Windows XP richiede invece il riavvio, ma va bene lo stesso).
Ecco quindi che mi sono ritrovato in un ufficio tutto mio, tutto da solo!!!
In breve, tutti (compreso PiccoloCapo, che finge di non sapere nulla e RSPCapo, che mi accenna a un futuro arredamento della stanzetta attualmente molto spoglia) passano da lì per chiedere, e siccome non ho idea delle motivazioni, mi avvalgo del fatto che, nelle ditte per cui ho lavorato precedentemente, solo i responsabili e i dirigenti avevano l'ufficio in solitaria, per rispondere scherzando «Eh si: sono stato promosso dirigente...»
Scherzando: io sono un consulente, non godo di promozioni, benefit, aumenti di stipendio, rimborsi spese e simili cose strane... ma, a pensarci bene, è davvero uno scherzo? Non è che stanno pensando a qualcosa di strano nei miei confronti? Spetta, che sistemo meglio la sedia contro la parete... sai mai che c'è in giro qualche padulo dirigenziale...
Come dicevo, in Italia i reati vengono puniti in modo severo, a meno di non godere di immunità varie, ma siccome io non sono un politico, ecco che per il mio reato di diserzione a scopo di aggiornamento, sono stato condannato al carcere di sicurezza, in isolamento... :-(
Trasloco sicuro...
Siccome eravamo ormai aumentati di numero, era giunto il momento per GrandeCapo di spostarsi/spostarci nei nuovi uffici.
Sostanzialmente si trattava del palazzo a fianco, ma i due edifici erano collegati tra loro da un terrazzo, così decise di risparmiare sulla manodopera dei traslocatori...
E quindi, mentre Segretaria e Architetta si incaricavano di svuotare le scrivanie e gli scaffali, io, Architetto e ProgettistaGiovane ci (in)caricavamo i mobili a spalla e attraversavamo il terrazzo per depositarli nel nuovo ufficio (in realtà Segretaria si era fin da subito strategicamente piazzata nel nuovo ufficio, per dirigere le opere di corretto posizionamento dei mobili... nello stile classico di una donna...).
Sapevamo tutti che GrandeCapo passava sovente le nottate dentro l'ufficio, ed eravamo tutti a conoscenza del fatto che non era raro che si procurasse compagnia (la zona era piuttosto frequentata...) mentre moglie e figlia attendevano disperate a casa colui che non ritorna... anzi, Architetta era abbastanza in gamba, come hacker, da accedere facilmente alle cartelle 'nascoste' del computer di GrandeCapo, recuperando per nostro diletto tutti i filmini che si scaricava e vedeva nottetempo... mentre si trastullava con le compagnie occasionali (da molti filmini, e non solo, ci eravamo accorti che GrandeCapo aveva interessi vari e di ampio genere, quindi era scattata una fase di 'protezione collettiva' secondo la quale nessuno accettava di restare da solo in ufficio con lui (*) e nessuno accettava di andare in macchina con lui da un cliente (**)...)
Malgrado tutto, egualmente eravamo impreparati a quello che avvenne quando Architetta aprì un cassetto della scrivania di GrandeCapo e lanciò un urlo di puro terrore!!!
Io fui tra i primi ad accorrere e lei mi si gettò addosso in lacrime abbracciandomi e urlando, mentre indicava il cassetto a terra... preoccupato che ci fosse qualche topo morto o qualche resto umano di qualche compagnia occasionale misteriosamente scomparsa (e chi lo sa: magari lavoravamo per Jack lo Squartatore..), mi avvicinai, insieme ai miei colleghi, e... rimanemmo tutti nauseati (qualcuno debole di stomaco corse persino a vomitare il pranzo di Pasqua, anche se eravamo a fine maggio): al centro del cassetto faceva bella mostra di sé un preservativo fin troppo chiaramente usato, conservato come una reliquia per chissà quali scopi turpi...
(*) a tal proposito, appena arrivato lì dentro era un giorno in cui eravamo soli io e Architetta, oltre a GrandeCapo ovviamente, e giunta l'ora di andare via, mi alzo e faccio per mettermi il giaccone, quando Architetta mi fa “Per favore, MK, ti fermi ancora dieci minuti che finisco e usciamo insieme?” (ci conoscevamo da 2 giorni, eppure ha preferito rinchiudersi nell'ascensore con me che stare in ufficio con lui, dove lavorava ormai da qualche anno...)
(**) quest'ultima cosa, anche perché non era raro che abbandonasse il can...ehm il collaboratore promettendo di ripassare e poi se ne dimenticasse... mica solo per via del fatto che aveva una guida spericolata, cercava di arrotare tutti quelli su 2 ruote che gli capitavano davanti, telefonava in continuazione e il telefonino lo piazzava su un sostegno fissato alla parte anteriore del sedile del passeggero obbligato a stare a gambe larghe... no: i sedili dietro erano strapieni di disegni, scatoloni e abiti da cantiere sudici e pieni di fango maleodorante... per non parlare di un paio di taniche di benzina di quelle che i benzinai vendevano per rabboccare le auto ferme e consentire di arrivare a fare il pieno...
Sostanzialmente si trattava del palazzo a fianco, ma i due edifici erano collegati tra loro da un terrazzo, così decise di risparmiare sulla manodopera dei traslocatori...
E quindi, mentre Segretaria e Architetta si incaricavano di svuotare le scrivanie e gli scaffali, io, Architetto e ProgettistaGiovane ci (in)caricavamo i mobili a spalla e attraversavamo il terrazzo per depositarli nel nuovo ufficio (in realtà Segretaria si era fin da subito strategicamente piazzata nel nuovo ufficio, per dirigere le opere di corretto posizionamento dei mobili... nello stile classico di una donna...).
Sapevamo tutti che GrandeCapo passava sovente le nottate dentro l'ufficio, ed eravamo tutti a conoscenza del fatto che non era raro che si procurasse compagnia (la zona era piuttosto frequentata...) mentre moglie e figlia attendevano disperate a casa colui che non ritorna... anzi, Architetta era abbastanza in gamba, come hacker, da accedere facilmente alle cartelle 'nascoste' del computer di GrandeCapo, recuperando per nostro diletto tutti i filmini che si scaricava e vedeva nottetempo... mentre si trastullava con le compagnie occasionali (da molti filmini, e non solo, ci eravamo accorti che GrandeCapo aveva interessi vari e di ampio genere, quindi era scattata una fase di 'protezione collettiva' secondo la quale nessuno accettava di restare da solo in ufficio con lui (*) e nessuno accettava di andare in macchina con lui da un cliente (**)...)
Malgrado tutto, egualmente eravamo impreparati a quello che avvenne quando Architetta aprì un cassetto della scrivania di GrandeCapo e lanciò un urlo di puro terrore!!!
Io fui tra i primi ad accorrere e lei mi si gettò addosso in lacrime abbracciandomi e urlando, mentre indicava il cassetto a terra... preoccupato che ci fosse qualche topo morto o qualche resto umano di qualche compagnia occasionale misteriosamente scomparsa (e chi lo sa: magari lavoravamo per Jack lo Squartatore..), mi avvicinai, insieme ai miei colleghi, e... rimanemmo tutti nauseati (qualcuno debole di stomaco corse persino a vomitare il pranzo di Pasqua, anche se eravamo a fine maggio): al centro del cassetto faceva bella mostra di sé un preservativo fin troppo chiaramente usato, conservato come una reliquia per chissà quali scopi turpi...
(*) a tal proposito, appena arrivato lì dentro era un giorno in cui eravamo soli io e Architetta, oltre a GrandeCapo ovviamente, e giunta l'ora di andare via, mi alzo e faccio per mettermi il giaccone, quando Architetta mi fa “Per favore, MK, ti fermi ancora dieci minuti che finisco e usciamo insieme?” (ci conoscevamo da 2 giorni, eppure ha preferito rinchiudersi nell'ascensore con me che stare in ufficio con lui, dove lavorava ormai da qualche anno...)
(**) quest'ultima cosa, anche perché non era raro che abbandonasse il can...ehm il collaboratore promettendo di ripassare e poi se ne dimenticasse... mica solo per via del fatto che aveva una guida spericolata, cercava di arrotare tutti quelli su 2 ruote che gli capitavano davanti, telefonava in continuazione e il telefonino lo piazzava su un sostegno fissato alla parte anteriore del sedile del passeggero obbligato a stare a gambe larghe... no: i sedili dietro erano strapieni di disegni, scatoloni e abiti da cantiere sudici e pieni di fango maleodorante... per non parlare di un paio di taniche di benzina di quelle che i benzinai vendevano per rabboccare le auto ferme e consentire di arrivare a fare il pieno...
Aggiornare firefox 3.5 in Ubuntu Hardy
Ubuntu è una distribuzione molto bella e valida, ma ha un difetto: i programmi forniti all'inizio della versione non vengono aggiornati mai.
Se uno usa sempre l'ultima versione non è un grosso problema: ogni 6 mesi cambia tutto e via.
Se uno, come me, usa principalmente la LTS, rischia di andare avanti per 2 anni con la stessa versione dei programmi (prezzo da pagare per chi cerca comunque la stabilità, anche se non si arriva alle esasperazioni di Debian).
Continua a leggere...
Se uno usa sempre l'ultima versione non è un grosso problema: ogni 6 mesi cambia tutto e via.
Se uno, come me, usa principalmente la LTS, rischia di andare avanti per 2 anni con la stessa versione dei programmi (prezzo da pagare per chi cerca comunque la stabilità, anche se non si arriva alle esasperazioni di Debian).
Continua a leggere...
Siamo uomini o caporali 2
Anche l'ospedale militare ogni tanto cercava di darsi una parvenza di ordine e disciplina, e per fare ciò occorreva promuovere qualcuno al rango di capobran.. cioè di caporale.. ma quando la maggior parte degli effettivi sono 'presi a prestito' da altre caserme, non possono essere promossi così.. e ci si doveva accontentare di promuovere quei pochi effettivi che erano stati distaccati proprio lì.. chiunque (o qualunque cosa) essi fossero..
Fu così che, un giorno, venne promosso caporale un soldato famoso per il suo cervello sopraffino e per le straordinarie doti intellettive: il neo-caporale Barzelletta.. (ovviamente non si chiamava davvero così, ma il nome è adatto al ruolo..)
Costui venne insignito del ruolo di fare il contrappello serale all'ammaina-bandiera..
Siccome molti di noi lavoravano nei reparti (dove c'erano anche dei ricoverati) non era possibile chiudere tutto, presentarsi all'ammaina-bandiera e poi tornare su e vedere se qualcuno era morto nel frattempo, così di solito andava giù uno per reparto e rispondeva per tutti.. provocando le ire degli ufficiali di fureria (che col loro 'minuscolo cervellino da uffiziale' non capivano certe cose)
Quel giorno sapevamo che chi non si fosse presentato al contrappello serale sarebbe stato punito in modo esemplare, ma eravamo comunque decisi a lottare a oltranza.. per il reparto dov'ero io, ci presentammo in due (gli altri due erano rimasti a controllare i ricoverati) e, dopo la cerimonia pomposa dell'ammaina-bandiera, cominciò il contrappello..
Il tenente fece la sua ramanzina adducendo la necessità della disciplina a ogni costo e del non permettere che una istituzione come l'esercito venisse ridicolizzata (anche se quello non era affatto una caserma operativa come quella a cui lui era abituato – e da cui lui era fuggito piangendo quando la situazione era cominciata a diventare difficile – e il compito non era quello di provvedere alla difesa della patria ma a controllare che quelli che 'giocavano ai soldatini' non si facessero la bua..), poi lasciò il posto al neo-caporale che cominciò a chiamare i vari nominativi dall'elenco, mentre lui si segnava i nomi di coloro che non rispondevano o che rispondevano troppe volte..
Dopo poco più di un minuto, questo caporale chiamò “Barzelletta!” attese un secondo, ma nessuno rispose “Presente!” così richiamò “BARZELLETTA!”.. il tenente si voltò a guardarlo a occhi sgranati, mentre il caporale per la terza volta ripetè quasi urlando “BARZELLETTA!!!” attesa di una risposta, mentre noi stavamo trattenendo a stento le risate.. poi il caporale si voltò verso il tenente e disse “Tenente, il soldato Barzelletta non risponde al contrappello!”
Dopo un secondo esatto di gelido silenzio, la risata scoppiò insostenibile, mentre il tenente si passava la mano sulla faccia disperato e fissava il neo-caporale con chiaro intento omicida.. poi si voltò verso di noi e urlò “Non crediate di cavarvela così! Andate via tutti! Rompete le righe!!!”
Ci allontanammo tutti, mentre lui si avvicinava al caporale ringhiando un “Vieni qua, tu..”
Fu così che, un giorno, venne promosso caporale un soldato famoso per il suo cervello sopraffino e per le straordinarie doti intellettive: il neo-caporale Barzelletta.. (ovviamente non si chiamava davvero così, ma il nome è adatto al ruolo..)
Costui venne insignito del ruolo di fare il contrappello serale all'ammaina-bandiera..
Siccome molti di noi lavoravano nei reparti (dove c'erano anche dei ricoverati) non era possibile chiudere tutto, presentarsi all'ammaina-bandiera e poi tornare su e vedere se qualcuno era morto nel frattempo, così di solito andava giù uno per reparto e rispondeva per tutti.. provocando le ire degli ufficiali di fureria (che col loro 'minuscolo cervellino da uffiziale' non capivano certe cose)
Quel giorno sapevamo che chi non si fosse presentato al contrappello serale sarebbe stato punito in modo esemplare, ma eravamo comunque decisi a lottare a oltranza.. per il reparto dov'ero io, ci presentammo in due (gli altri due erano rimasti a controllare i ricoverati) e, dopo la cerimonia pomposa dell'ammaina-bandiera, cominciò il contrappello..
Il tenente fece la sua ramanzina adducendo la necessità della disciplina a ogni costo e del non permettere che una istituzione come l'esercito venisse ridicolizzata (anche se quello non era affatto una caserma operativa come quella a cui lui era abituato – e da cui lui era fuggito piangendo quando la situazione era cominciata a diventare difficile – e il compito non era quello di provvedere alla difesa della patria ma a controllare che quelli che 'giocavano ai soldatini' non si facessero la bua..), poi lasciò il posto al neo-caporale che cominciò a chiamare i vari nominativi dall'elenco, mentre lui si segnava i nomi di coloro che non rispondevano o che rispondevano troppe volte..
Dopo poco più di un minuto, questo caporale chiamò “Barzelletta!” attese un secondo, ma nessuno rispose “Presente!” così richiamò “BARZELLETTA!”.. il tenente si voltò a guardarlo a occhi sgranati, mentre il caporale per la terza volta ripetè quasi urlando “BARZELLETTA!!!” attesa di una risposta, mentre noi stavamo trattenendo a stento le risate.. poi il caporale si voltò verso il tenente e disse “Tenente, il soldato Barzelletta non risponde al contrappello!”
Dopo un secondo esatto di gelido silenzio, la risata scoppiò insostenibile, mentre il tenente si passava la mano sulla faccia disperato e fissava il neo-caporale con chiaro intento omicida.. poi si voltò verso di noi e urlò “Non crediate di cavarvela così! Andate via tutti! Rompete le righe!!!”
Ci allontanammo tutti, mentre lui si avvicinava al caporale ringhiando un “Vieni qua, tu..”
Lei se ne vada..
E’ una tranquilla giornata di primavera, il cielo è sereno e tra le rade nuvolette svolazzano saettanti sagome di volatili felici, i cui versi sono coperti dal sottofondo del (non troppo) lontano strombazzare dei camion lungo l’autostrada bloccata e devastata da serie infinite di cantieri chilometrici per la realizzazione della tratta ad alta velocità.
I capi mi domandano come mai io preferisco la statale all’autostrada, dicendo che perdo tempo eccetera, ma per andare al ‘mio’ cantiere il percorso più breve si snoda tra statali e provinciali, e non certo lungo l’autostrada (poi, se magari mi dassero anche il rimborso spese, potrei provare a prendere l’autostrada.. e arrivare dopo.. ma questa è un’altra storia!)
Io solitamente percorro queste stradine strette in mezzo a paesini di altri tempi, ammirando il panorama del cielo pulito, delle cime ancora innevate, delle vacche al pascolo.. dei passaggi a livello incustoditi in cui o sai l’orario del passaggio del treno o devi sperare che la macchina non decida di fermarsi proprio nel mezzo del passaggio..
Al termine di queste belle stradicciole, quando la puzza di smog cittadino e stradale è stata completamente sostituita da un’ancor più nauseante puzza di fieno appena tagliato con contorno di vacche che hanno completato la digestione.. che implica la chiusura immediata dei finestrini e il collaudo funzionale del climatizzatore, ecco che appare il muro dello stabilimento, pronto per essere circumnavigato fino alla parte opposta (per giungere al cancello di ingresso).
Arrivo al cancello e posteggio la macchina, scendo facendo attenzione a non beccarmi in faccia i rami dei rovi che circondano la radura-posteggio e mi avvio lungo il prato verso il cancello dove vedo che si è radunata parecchia gente.
Mi approssimo e scopro che il sorvegliante (classico esempio di caporale/sergente in pensione scartato da qualche caserma di sfigati frustrati..) è indaffaratissimo nello smistare urlando e imprecando quella ventina di persone che aspettano lì, richiedendo a ciascuno i documenti, il nome della propria ditta, il motivo per cui si trova lì in quel momento, il nominativo della persona da cui deve andare e facendo quindi compilare il registro delle visite che, appositamente compilato e firmato, dà diritto a ricevere non una bambolina ma bensì un tesserino col quale si ha libero accesso all’ufficio della persona precedentemente nominata (in questo caso uno dei direttori dello stabilimento, comunemente chiamato Dottore).
Appena arrivo, alcuni di quelli che mi conoscono già si avvicinano per i saluti di rito, cominciando con un simpatico “Oh là, ajè si!” (N.d.A.: Oh, eccolo qua!) e uno di questi cerca di farmi passare davanti a tutti, ma il sorvegliante scatta inferocito, azzannando da bravo mastino “EHI! Lei si metta in coda!”
“Ma lui è..” “Nommenefreganiente di chicca##o è! Si mette in coda come tutti gli altri!!!”
Il tipo fa per reclamare, ma io lo fermo “No, ha ragione! Aspetterò il mio turno!” e vado a sedermi sul gradino fuori a crogiolarmi al sole stile lucertola..
A un certo punto il sorvegliante si accorge che nessuno si era allontanato alla volta dell’ufficio, ma immagina che vogliano procedere tutti insieme, però la zona comincia a diventare affollata.. così si stufa “Insomma, andate dentro l’ufficio!”
“Ma..” “Niente ma!!! Siete qui per quello, quindi andate dentro l’ufficio, che il Dottore vi aspetta che sicuramente ha già cominciato!”
Io mi alzo e gli faccio “Non credo proprio!”
Lui si volta verso di me, urlando furioso “Lei non faccia lo spiritoso! Cosa crede? Qua noi si lavora!!!”
“Certo, ma non credo che il Dottore abbia già cominciato!”
“Il Dottore fa quello che vuole! Lei guardi che non la faccio entrare e la rimando indietro!”
“Boh, come preferisce..”
“Venga qua, piuttosto di fare tanto lo spiritoso! Mi dia i suoi dati, e vediamo chi riderà dopo..”
“Ok, sono MK della Grande Società SuperEsperta..”
“E allora? Chi si crede di essere per pretendere di saperne più del Dottore?”
“Le assicuro che, in questo caso, IO NE SO VERAMENTE PIU’ DEL DOTTORE..”
“Se ne vada! Via!”
“Ok, arrivederci..” ed esco dal gabbiotto andando verso la macchina, incurante delle proteste degli altri e delle urla del sorvegliante (e ignaro del fatto che uno di quelli che mi conosce va di corsa dal Dottore)
Immediatamente suona il telefono al sorvegliante che risponde, impallidisce e poi mi corre dietro, raggiungendomi mentre sto per mettere in moto la macchina.
“Si fermi!”
“Perché? Ha detto che dovevo andarmene..”
“Ma no.. Che dice?”
“Io nulla: lei mi ha detto di andarmene e io torno a Torino, dove farò rapporto al mio GrandeCapo, il quale si metterà d’accordo col suo Dottore per fissare un nuovo incontro!”
“E ma.. e quelli?”
“Ritorneranno in altra data, oppure ci penserà il Dottore a spiegare tutto! Non aveva già cominciato?”
“Eh? Ma no! Macchè.. Io dicevo per dire.. Come poteva cominciare senza di lei?”
“E va bene: per stavolta posso passarci sopra! Ma, GIOVINOTTO, la prossima volta cerchi di essere un pochino più educato con il prossimo!”
E poi entro dentro e mi approssimo nell’ufficio del Dottore, dove consegnerò a coloro che si erano lì riuniti la documentazione (e le spiegazioni) per partecipare alla gara d’appalto dei lavori di cui sono stato progettista (e a seguire anche direttore dei lavori).
I capi mi domandano come mai io preferisco la statale all’autostrada, dicendo che perdo tempo eccetera, ma per andare al ‘mio’ cantiere il percorso più breve si snoda tra statali e provinciali, e non certo lungo l’autostrada (poi, se magari mi dassero anche il rimborso spese, potrei provare a prendere l’autostrada.. e arrivare dopo.. ma questa è un’altra storia!)
Io solitamente percorro queste stradine strette in mezzo a paesini di altri tempi, ammirando il panorama del cielo pulito, delle cime ancora innevate, delle vacche al pascolo.. dei passaggi a livello incustoditi in cui o sai l’orario del passaggio del treno o devi sperare che la macchina non decida di fermarsi proprio nel mezzo del passaggio..
Al termine di queste belle stradicciole, quando la puzza di smog cittadino e stradale è stata completamente sostituita da un’ancor più nauseante puzza di fieno appena tagliato con contorno di vacche che hanno completato la digestione.. che implica la chiusura immediata dei finestrini e il collaudo funzionale del climatizzatore, ecco che appare il muro dello stabilimento, pronto per essere circumnavigato fino alla parte opposta (per giungere al cancello di ingresso).
Arrivo al cancello e posteggio la macchina, scendo facendo attenzione a non beccarmi in faccia i rami dei rovi che circondano la radura-posteggio e mi avvio lungo il prato verso il cancello dove vedo che si è radunata parecchia gente.
Mi approssimo e scopro che il sorvegliante (classico esempio di caporale/sergente in pensione scartato da qualche caserma di sfigati frustrati..) è indaffaratissimo nello smistare urlando e imprecando quella ventina di persone che aspettano lì, richiedendo a ciascuno i documenti, il nome della propria ditta, il motivo per cui si trova lì in quel momento, il nominativo della persona da cui deve andare e facendo quindi compilare il registro delle visite che, appositamente compilato e firmato, dà diritto a ricevere non una bambolina ma bensì un tesserino col quale si ha libero accesso all’ufficio della persona precedentemente nominata (in questo caso uno dei direttori dello stabilimento, comunemente chiamato Dottore).
Appena arrivo, alcuni di quelli che mi conoscono già si avvicinano per i saluti di rito, cominciando con un simpatico “Oh là, ajè si!” (N.d.A.: Oh, eccolo qua!) e uno di questi cerca di farmi passare davanti a tutti, ma il sorvegliante scatta inferocito, azzannando da bravo mastino “EHI! Lei si metta in coda!”
“Ma lui è..” “Nommenefreganiente di chicca##o è! Si mette in coda come tutti gli altri!!!”
Il tipo fa per reclamare, ma io lo fermo “No, ha ragione! Aspetterò il mio turno!” e vado a sedermi sul gradino fuori a crogiolarmi al sole stile lucertola..
A un certo punto il sorvegliante si accorge che nessuno si era allontanato alla volta dell’ufficio, ma immagina che vogliano procedere tutti insieme, però la zona comincia a diventare affollata.. così si stufa “Insomma, andate dentro l’ufficio!”
“Ma..” “Niente ma!!! Siete qui per quello, quindi andate dentro l’ufficio, che il Dottore vi aspetta che sicuramente ha già cominciato!”
Io mi alzo e gli faccio “Non credo proprio!”
Lui si volta verso di me, urlando furioso “Lei non faccia lo spiritoso! Cosa crede? Qua noi si lavora!!!”
“Certo, ma non credo che il Dottore abbia già cominciato!”
“Il Dottore fa quello che vuole! Lei guardi che non la faccio entrare e la rimando indietro!”
“Boh, come preferisce..”
“Venga qua, piuttosto di fare tanto lo spiritoso! Mi dia i suoi dati, e vediamo chi riderà dopo..”
“Ok, sono MK della Grande Società SuperEsperta..”
“E allora? Chi si crede di essere per pretendere di saperne più del Dottore?”
“Le assicuro che, in questo caso, IO NE SO VERAMENTE PIU’ DEL DOTTORE..”
“Se ne vada! Via!”
“Ok, arrivederci..” ed esco dal gabbiotto andando verso la macchina, incurante delle proteste degli altri e delle urla del sorvegliante (e ignaro del fatto che uno di quelli che mi conosce va di corsa dal Dottore)
Immediatamente suona il telefono al sorvegliante che risponde, impallidisce e poi mi corre dietro, raggiungendomi mentre sto per mettere in moto la macchina.
“Si fermi!”
“Perché? Ha detto che dovevo andarmene..”
“Ma no.. Che dice?”
“Io nulla: lei mi ha detto di andarmene e io torno a Torino, dove farò rapporto al mio GrandeCapo, il quale si metterà d’accordo col suo Dottore per fissare un nuovo incontro!”
“E ma.. e quelli?”
“Ritorneranno in altra data, oppure ci penserà il Dottore a spiegare tutto! Non aveva già cominciato?”
“Eh? Ma no! Macchè.. Io dicevo per dire.. Come poteva cominciare senza di lei?”
“E va bene: per stavolta posso passarci sopra! Ma, GIOVINOTTO, la prossima volta cerchi di essere un pochino più educato con il prossimo!”
E poi entro dentro e mi approssimo nell’ufficio del Dottore, dove consegnerò a coloro che si erano lì riuniti la documentazione (e le spiegazioni) per partecipare alla gara d’appalto dei lavori di cui sono stato progettista (e a seguire anche direttore dei lavori).
Sistemare VirtualBox
E come se non bastasse il modulo dei driver audio, ogni volta che si fa un aggiornamento del kernel, sovente si scombina anche VirtualBox.
La cosa è analoga alla precedente: basta riconfigurare il modulo giusto, e anche questo si fa prima con una serie di comandi da terminale...
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La cosa è analoga alla precedente: basta riconfigurare il modulo giusto, e anche questo si fa prima con una serie di comandi da terminale...
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Sistemare i driver audio
Questa la metto qua solo per ritrovarla in fretta quando mi serve (e mi serve praticamente ogni volta che si fa un aggiornamento del kernel, con quella stramaledetta scheda audio).
Dal comando
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Dal comando
lspci | grep audiorisulta
Multimedia audio controller: VIA Technologies Inc. VT8233/A/8235/8237 AC97 Audio Controller (rev. 50)
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Siamo uomini o caporali?
Premessa: non tutti i caporali sono così, solo buonaparte.. o almeno solo alcuni di quelli che ho conosciuto io.. in particolare quelli che sono convinti che una o due striscioline grigie sulla manica (o sul petto) facevano di loro degli dei scesi in terra.. senza ricordarsi che il caporale non è realmente un 'sottufficiale', ma solo un 'graduato di truppa'.. perfettamente equivalente a qualsiasi altro soldato nella scala gerarchica..
Abbiamo già visto l'episodio del caporale che, per troppo zelo, aiutò il tenente a smontare i fucili (ma non a rimontarli..)
Abbiamo già visto anche come i caporali istruttori del CAR cercassero di inculcare in noi il pieno rispetto per gli altri
Adesso vediamo altre caporalate, che mi hanno fatto capire come il grande Totò avesse sempre ragione..
In fureria c'era un caporale che era mooooltooooo 'simpatico' a tutti, e che, quando qualcuno chiedeva (e otteneva) una licenza, lo convocava (d'altronde era lui che doveva materialmente consegnare la licenza) e solitamente gli diceva “Qua c'è la tua licenza bella e pronta.. entra in vigore tra due ore, quindi hai giusto il tempo per fare pulizia in tal posto..”
Reclute e novellini cadevano spesso in queste trappole, ma egli ci provava con tutti, anche con gli anziani..
Un giorno chiamò un soldato che aveva chiesto la licenza e gli chiese lo stesso favore “..bagni della camerata..”
Il soldato (abbastanza anziano, gerarchicamente) gli disse “Non capisco: dovrebbero essere già puliti!” “No, non sono affatto puliti”
“Ma sei passato a vedere?” “Andiamo!”
“Prendi la mia licenza, che se sono a posto me la dai subito..”
Si alzarono e andarono giù entrambi verso la camerata, dove raggiunsero i bagni e il caporale sogghignò “Non sono affatto puliti!” il soldato si guardò intorno e disse “A me sembrano perfettamente a posto”
Il caporale sbuffò e si avvicinò alla turca (che effettivamente non era affatto pulita) dicendo “Guarda!” e il soldato gli prese il braccio e, con una mossa degna di un cartoon giapponese, lo capovolse letteralmente, infilandogli la testa dentro la turca.. strofinò ben bene e poi disse “Adesso è pulito! Dammi la mia licenza, o preferisci controllare se sono pulite anche le altre?”
Abbiamo già visto l'episodio del caporale che, per troppo zelo, aiutò il tenente a smontare i fucili (ma non a rimontarli..)
Abbiamo già visto anche come i caporali istruttori del CAR cercassero di inculcare in noi il pieno rispetto per gli altri
Adesso vediamo altre caporalate, che mi hanno fatto capire come il grande Totò avesse sempre ragione..
In fureria c'era un caporale che era mooooltooooo 'simpatico' a tutti, e che, quando qualcuno chiedeva (e otteneva) una licenza, lo convocava (d'altronde era lui che doveva materialmente consegnare la licenza) e solitamente gli diceva “Qua c'è la tua licenza bella e pronta.. entra in vigore tra due ore, quindi hai giusto il tempo per fare pulizia in tal posto..”
Reclute e novellini cadevano spesso in queste trappole, ma egli ci provava con tutti, anche con gli anziani..
Un giorno chiamò un soldato che aveva chiesto la licenza e gli chiese lo stesso favore “..bagni della camerata..”
Il soldato (abbastanza anziano, gerarchicamente) gli disse “Non capisco: dovrebbero essere già puliti!” “No, non sono affatto puliti”
“Ma sei passato a vedere?” “Andiamo!”
“Prendi la mia licenza, che se sono a posto me la dai subito..”
Si alzarono e andarono giù entrambi verso la camerata, dove raggiunsero i bagni e il caporale sogghignò “Non sono affatto puliti!” il soldato si guardò intorno e disse “A me sembrano perfettamente a posto”
Il caporale sbuffò e si avvicinò alla turca (che effettivamente non era affatto pulita) dicendo “Guarda!” e il soldato gli prese il braccio e, con una mossa degna di un cartoon giapponese, lo capovolse letteralmente, infilandogli la testa dentro la turca.. strofinò ben bene e poi disse “Adesso è pulito! Dammi la mia licenza, o preferisci controllare se sono pulite anche le altre?”
Strani giorni
Sono strani giorni questi, subito dopo il periodo vacanziero.
Praticamente non sto facendo assolutamente niente, anche se debbo comunque ricorrere ogni tanto ad aprire schermate di programmi particolari, anche solo per evitare che GrandeCapo si innervosisca vedendo sempre il computer spento.
Ovviamente potrei benissimo dirgli che sono fermo e permettergli di trovarmi qualcosa di urgentissimo da fare, ma perché devo farlo io quando tutti gli altri passano il tempo alternativamente? Essendo un consulente esterno, potrei anche dirgli che me ne sto a casa in attesa che le attività riprendano, ma siamo in periodo di crisi e non mi va di suggerirgli strane idee, mentre tutti gli altri cazzeggiano senza farsi problemi.
E così, mentre aspetto la ripresa delle attività, con i soliti momenti in cui le 24 ore non bastano (qui è così: ci sono periodi di calma piatta e periodi di tempeste con onde al cui confronto impallidiscono gli tsunami), alterno le visite mediche per la preparazione all'intervento presso il reparto macelleria del vicino ospedale, con le sistemazioni delle programmazioni a medio-lungo termine delle mie storie, che sono andate a farsi fott..benedire quando ho provato a fare alcune modifiche allo script che le gestiva, cercando di alternare meglio le categorie delle storie (probabilmente capiteranno alcune vicende in ordine diverso da quello effettivo, me ne scuso in anticipo con i lettori)
Dovrò seriamente prendere in considerazione l'utilizzo del famoso CMS FdT di Davide Bianchi... chissà se riuscirò a utilizzarlo con i layout di blogger?
Come dicevo, sono strani giorni...
Praticamente non sto facendo assolutamente niente, anche se debbo comunque ricorrere ogni tanto ad aprire schermate di programmi particolari, anche solo per evitare che GrandeCapo si innervosisca vedendo sempre il computer spento.
Ovviamente potrei benissimo dirgli che sono fermo e permettergli di trovarmi qualcosa di urgentissimo da fare, ma perché devo farlo io quando tutti gli altri passano il tempo alternativamente? Essendo un consulente esterno, potrei anche dirgli che me ne sto a casa in attesa che le attività riprendano, ma siamo in periodo di crisi e non mi va di suggerirgli strane idee, mentre tutti gli altri cazzeggiano senza farsi problemi.
E così, mentre aspetto la ripresa delle attività, con i soliti momenti in cui le 24 ore non bastano (qui è così: ci sono periodi di calma piatta e periodi di tempeste con onde al cui confronto impallidiscono gli tsunami), alterno le visite mediche per la preparazione all'intervento presso il reparto macelleria del vicino ospedale, con le sistemazioni delle programmazioni a medio-lungo termine delle mie storie, che sono andate a farsi fott..benedire quando ho provato a fare alcune modifiche allo script che le gestiva, cercando di alternare meglio le categorie delle storie (probabilmente capiteranno alcune vicende in ordine diverso da quello effettivo, me ne scuso in anticipo con i lettori)
Dovrò seriamente prendere in considerazione l'utilizzo del famoso CMS FdT di Davide Bianchi... chissà se riuscirò a utilizzarlo con i layout di blogger?
Come dicevo, sono strani giorni...
Relatività temporale
Come disse tempo fa Einstein, tutto è relativo.
In particolare, il concetto di relatività è facilmente applicabile al tempo, visto che per due osservatori diversi il tempo non scorre nello stesso modo.
Per chiarire meglio il concetto relativamente difficile, mi affiderò ad alcuni esempi che, come da regole fisiche, chiunque di noi è in grado di ripetere facilmente senza nemmeno la necessità di un laboratorio.
Questi esempi da soli dovrebbero chiarire e dimostrare la tesi esposta, ma occorre un ulteriore passaggio: determinare un'unità di misura per il confronto!
Nel primo caso si è parlato di mezz'ora, quindi ci si affida a un orologio che ovviamente deve essere un punto di riferimento indipendente da ciascuno degli osservatori (volete mica che i ragazzi che giocano si fermino a controllare l'orologio per vedere quanto manca allo scadere del tempo? O che l'insegnante stufo non cerchi poco democraticamente di anticipare i tempi?) quindi si aspetta che l'orologio elettrico della scuola suoni la propria campana, ma essendo un orologio elettrico può avere problemi di funzionamento e quindi come si controlla l'evolversi dinamico senza un riferimento reale?
Nel secondo caso la tempistica è affidata egualmente agli orologi, sia quello del docente (che infine decide comunque, in maniera semi-dittatoriale) sia quello dei singoli studenti (che guardano sempre più terrorizzati, sapendo che alla fine non è il loro orologio quello di riferimento effettivo), ma siamo sicuri che tutti gli orologi segnino la stessa ora? E se ci sono problemi di sincronizzazione? Mica possiamo telefonare al Galileo Ferraris per sapere l'ora esatta ogni tot minuti, come sarebbe bene evitare che alla fine il docente urli “Consegnate!” e qualcuno cominci a dire “Ma mancano ancora 5 minuti..” avviando un contraddittorio che dura ben più dei suddetti 5 minuti, ma non serve a nulla a chi lo ha avviato per cercare di completare il proprio elaborato.
La cosa migliore è cercare una unità di misura del tempo base accessibile e ripetibile da chiunque, che permetterà di verificare l'esattezza degli esperimenti, senza problemi di sorta in caso di contraddittorio.
Il vero problema è definire tale unità, visto che, come disse tempo fa Einstein, tutto è relativo, compreso il tempo, e questo influisce nella stessa determinazione dell'unità di misura fondamentale, come possiamo chiarire facilmente con un ulteriore esempio, sicuramente dimostrabile da tutti, in cui si cerca di definire ben due unità di misura temporali, che risultano coincidenti quantitativamente ma estremamente diverse qualitativamente:
In particolare, il concetto di relatività è facilmente applicabile al tempo, visto che per due osservatori diversi il tempo non scorre nello stesso modo.
Per chiarire meglio il concetto relativamente difficile, mi affiderò ad alcuni esempi che, come da regole fisiche, chiunque di noi è in grado di ripetere facilmente senza nemmeno la necessità di un laboratorio.
- Primo esempio, la ricreazione:
- Secondo esempio, l'esame:
Questi esempi da soli dovrebbero chiarire e dimostrare la tesi esposta, ma occorre un ulteriore passaggio: determinare un'unità di misura per il confronto!
Nel primo caso si è parlato di mezz'ora, quindi ci si affida a un orologio che ovviamente deve essere un punto di riferimento indipendente da ciascuno degli osservatori (volete mica che i ragazzi che giocano si fermino a controllare l'orologio per vedere quanto manca allo scadere del tempo? O che l'insegnante stufo non cerchi poco democraticamente di anticipare i tempi?) quindi si aspetta che l'orologio elettrico della scuola suoni la propria campana, ma essendo un orologio elettrico può avere problemi di funzionamento e quindi come si controlla l'evolversi dinamico senza un riferimento reale?
Nel secondo caso la tempistica è affidata egualmente agli orologi, sia quello del docente (che infine decide comunque, in maniera semi-dittatoriale) sia quello dei singoli studenti (che guardano sempre più terrorizzati, sapendo che alla fine non è il loro orologio quello di riferimento effettivo), ma siamo sicuri che tutti gli orologi segnino la stessa ora? E se ci sono problemi di sincronizzazione? Mica possiamo telefonare al Galileo Ferraris per sapere l'ora esatta ogni tot minuti, come sarebbe bene evitare che alla fine il docente urli “Consegnate!” e qualcuno cominci a dire “Ma mancano ancora 5 minuti..” avviando un contraddittorio che dura ben più dei suddetti 5 minuti, ma non serve a nulla a chi lo ha avviato per cercare di completare il proprio elaborato.
La cosa migliore è cercare una unità di misura del tempo base accessibile e ripetibile da chiunque, che permetterà di verificare l'esattezza degli esperimenti, senza problemi di sorta in caso di contraddittorio.
Il vero problema è definire tale unità, visto che, come disse tempo fa Einstein, tutto è relativo, compreso il tempo, e questo influisce nella stessa determinazione dell'unità di misura fondamentale, come possiamo chiarire facilmente con un ulteriore esempio, sicuramente dimostrabile da tutti, in cui si cerca di definire ben due unità di misura temporali, che risultano coincidenti quantitativamente ma estremamente diverse qualitativamente:
- un attimo: il tempo che passa tra lo scattare del semaforo verde e l'idiota dietro che suona il clacson
- un'eternità: il tempo che passa tra lo scattare del semaforo verde e l'idiota davanti che si decide finalmente a partire
Manca l'icona
Un bel giorno, Termico fa il suo ingresso in ufficio tra urla e imprecazioni varie assortite (naturalmente aveva telefonato a Termica prima per sapere se c'erano i capi, e vista la risposta negativa, aveva dato sfogo alla propria mania di protagonismo).
Siede alla scrivania, accende il computer, segue la solita tiritera di urla, spintoni, lancio del mouse, eccetera, per tutta la durata di caricamento di XP (ma quanto cacchio ci mette?).
Appena il computer gli permette di accedere, sposta il mouse e “MAPPORCACCIAZZOZZA!!! Ma dove diavolo è finito?”
Termica accorre immediatamente, scodinzolando, e gli fa “Che c'è? Hai perso qualcosa?” “Quel caxxo di programma! (N.d.A.: la 'termociofeca') Non c'è più!”
“Mica può essersi disinstallato da solo! ..o si?” “Caxxo ne so! Mica sono un ingegnere informatico come te!”
Visto il tono, Termica si rintana nel suo guscio e smette di rispondere, e lui allora si alza di scatto urlando “Sto caxxo di XP! Non serve a niente! Sarebbe ora che passassero a un sistema operativo serio come Vista!” mentre si allontana nel corridoio.
Dopo un minuto ritorna con la scatola del programma, la apre, prende il CD e procede con la reinstallazione, voltandosi verso la ragazza “Che codici devo usare per la licenza?” “Quelli che sono scritti sulla scatola!”
“Oh, ma che hai? Se non vuoi aiutarmi, dillo subito!” “Volevo aiutarti, ma mi hai offesa e maltrattata!”
“E allora vaffan..!!!” “Vaffan.. tu!”
Dopo una decina di minuti (abbondanti) di silenzio (quasi) assoluto, la reinstallazione ha termine e ovviamente il programma ha sovrascritto tutte le impostazioni ripristinando quelle originali. Termico sa che non riuscirà ad avere informazioni utili da Termica, per cui comincia a imprecare e bestemmiare mentre cerca di ricordarsi quali impostazioni aveva e come rimetterle.
In quella, arriva PiccoloCapo che gli fa “Che è successo?” “Questo caxxo di programma! Mi si era disinstallato da solo!”
“Addirittura?” “Certo, altrimenti mica l'avrei reinstallato! Tutta colpa di sto caxxo di XP!!!”
“Allora ha ragione lui (e indica me) che sarebbe meglio usare quell'altro coso, ComeCaxxoSiChiama?” “Macchè! Quello è una merda peggio di tutto il resto! Basterebbe passare a Vista, che funziona tutto bene!”
Vistomi chiamato in causa direttamente, rispondo “Ma che è successo?” “Non c'era più il programma!”
“Il programma? Sicuro?” “Certo! Ho cercato l'icona sul desktop e non l'ho trovata, quindi il programma non c'era più!”
“Cioè? Manca l'icona e tu reinstalli il programma?” “Per forza! Se manca l'icona ci sono problemi e il programma non funziona, perché non posso nemmeno usarlo!”
Persino PiccoloCapo l'ha guardato male, mentre io mi rotolavo dalle risate, poi ha cominciato a guardare male anche a me quando ho smesso di ridere e gli ho detto “Guarda che i programmi funzionano anche senza l'icona!”
“Ah si? E come caxxo faccio a lanciarlo?” “Start, Tutti i programmi, cerchi il programma e lo lanci!”
“Lo so e l'ho anche fatto: non sono un cojone! Ma quel programma non c'era nell'elenco: c'era solo Offish!” “Hai guardato nella cartella col nome della casa produttrice del programma?”
“Non c'è nessuna cartella!” “Impossibile!”
“Ti dico che non c'è nessuna cartella, tantomeno con quel nome! Come caxxo si chiama?” “Hai la scatola in mano! Leggi!”
Legge, guarda il suo iper-caotico menù di XP su tre colonne, strapieno di tutto e di più, e trova la cartella, la apre e trova il programma, poi mi guarda e fa “Ma io non facevo tutti questi passaggi: era qui davanti, insieme a Offish e a quell'altra merda di Fairfoz!” “Quindi stai parlando del menù di avvio rapido? Cioè, ti sparisce un'icona dal menù di avvio rapido e tu, senza nemmeno guardare, reinstalli il programma?”
Mentre mi rotolo nuovamente dalle risate, PiccoloCapo fa “Ma come ha fatto a sparirgli l'icona? Sarà stato un virus?”
Termico scatta “Macchè virus! I virus non esistono: sono solo balle denigratorie contro Windows: se ci fossero i virus, perché solo Windows sarebbe infetto? Allora i virus li creano quelli di MAC!” “Sarà, ma allora come diavolo ha fatto a scomparire l'icona?”
Tra una risata e l'altra, rispondo “Basta semplicemente un clic sbagliato sull'icona stessa o sulle impostazioni di ccleaner..”
Siede alla scrivania, accende il computer, segue la solita tiritera di urla, spintoni, lancio del mouse, eccetera, per tutta la durata di caricamento di XP (ma quanto cacchio ci mette?).
Appena il computer gli permette di accedere, sposta il mouse e “MAPPORCACCIAZZOZZA!!! Ma dove diavolo è finito?”
Termica accorre immediatamente, scodinzolando, e gli fa “Che c'è? Hai perso qualcosa?” “Quel caxxo di programma! (N.d.A.: la 'termociofeca') Non c'è più!”
“Mica può essersi disinstallato da solo! ..o si?” “Caxxo ne so! Mica sono un ingegnere informatico come te!”
Visto il tono, Termica si rintana nel suo guscio e smette di rispondere, e lui allora si alza di scatto urlando “Sto caxxo di XP! Non serve a niente! Sarebbe ora che passassero a un sistema operativo serio come Vista!” mentre si allontana nel corridoio.
Dopo un minuto ritorna con la scatola del programma, la apre, prende il CD e procede con la reinstallazione, voltandosi verso la ragazza “Che codici devo usare per la licenza?” “Quelli che sono scritti sulla scatola!”
“Oh, ma che hai? Se non vuoi aiutarmi, dillo subito!” “Volevo aiutarti, ma mi hai offesa e maltrattata!”
“E allora vaffan..!!!” “Vaffan.. tu!”
Dopo una decina di minuti (abbondanti) di silenzio (quasi) assoluto, la reinstallazione ha termine e ovviamente il programma ha sovrascritto tutte le impostazioni ripristinando quelle originali. Termico sa che non riuscirà ad avere informazioni utili da Termica, per cui comincia a imprecare e bestemmiare mentre cerca di ricordarsi quali impostazioni aveva e come rimetterle.
In quella, arriva PiccoloCapo che gli fa “Che è successo?” “Questo caxxo di programma! Mi si era disinstallato da solo!”
“Addirittura?” “Certo, altrimenti mica l'avrei reinstallato! Tutta colpa di sto caxxo di XP!!!”
“Allora ha ragione lui (e indica me) che sarebbe meglio usare quell'altro coso, ComeCaxxoSiChiama?” “Macchè! Quello è una merda peggio di tutto il resto! Basterebbe passare a Vista, che funziona tutto bene!”
Vistomi chiamato in causa direttamente, rispondo “Ma che è successo?” “Non c'era più il programma!”
“Il programma? Sicuro?” “Certo! Ho cercato l'icona sul desktop e non l'ho trovata, quindi il programma non c'era più!”
“Cioè? Manca l'icona e tu reinstalli il programma?” “Per forza! Se manca l'icona ci sono problemi e il programma non funziona, perché non posso nemmeno usarlo!”
Persino PiccoloCapo l'ha guardato male, mentre io mi rotolavo dalle risate, poi ha cominciato a guardare male anche a me quando ho smesso di ridere e gli ho detto “Guarda che i programmi funzionano anche senza l'icona!”
“Ah si? E come caxxo faccio a lanciarlo?” “Start, Tutti i programmi, cerchi il programma e lo lanci!”
“Lo so e l'ho anche fatto: non sono un cojone! Ma quel programma non c'era nell'elenco: c'era solo Offish!” “Hai guardato nella cartella col nome della casa produttrice del programma?”
“Non c'è nessuna cartella!” “Impossibile!”
“Ti dico che non c'è nessuna cartella, tantomeno con quel nome! Come caxxo si chiama?” “Hai la scatola in mano! Leggi!”
Legge, guarda il suo iper-caotico menù di XP su tre colonne, strapieno di tutto e di più, e trova la cartella, la apre e trova il programma, poi mi guarda e fa “Ma io non facevo tutti questi passaggi: era qui davanti, insieme a Offish e a quell'altra merda di Fairfoz!” “Quindi stai parlando del menù di avvio rapido? Cioè, ti sparisce un'icona dal menù di avvio rapido e tu, senza nemmeno guardare, reinstalli il programma?”
Mentre mi rotolo nuovamente dalle risate, PiccoloCapo fa “Ma come ha fatto a sparirgli l'icona? Sarà stato un virus?”
Termico scatta “Macchè virus! I virus non esistono: sono solo balle denigratorie contro Windows: se ci fossero i virus, perché solo Windows sarebbe infetto? Allora i virus li creano quelli di MAC!” “Sarà, ma allora come diavolo ha fatto a scomparire l'icona?”
Tra una risata e l'altra, rispondo “Basta semplicemente un clic sbagliato sull'icona stessa o sulle impostazioni di ccleaner..”
Piccoli attimi fuggenti..
Oggi (si, oggi: 10 settembre 2009, questa non è una storia programmata come le altre, che risale quindi a circa un anno fa) stranamente è una bella giornata: la temperatura è quasi prossima ai 30°C, ma non c'è molta umidità, per cui rispetto ai giorni precedenti con 35°C e 75% di umidità, si riesce a respirare e posso anche farmi la solita passeggiatina in pausa pranzo senza remore.
Osservo dal ponte i lavori per la famosa diga, ormai giunti a buon punto (stavolta credo che ce la faranno a completare prima delle piogge autunnali, vedremo poi in primavera se servirà a evitare le piene) e poi scendo sulla riva del Grande Fiume, camminando lungo i murazzi, sul filo del marciapiede, osservando la vita nascosta nell'acqua, un argomento affascinante che mi fa pensare che Torino sia una città speciale: non ho mai visto altre città con simili angoli di natura in mezzo al grigio cemento.
Le nidiate dei pesci nuotano sfuggendo alla mia ombra, mentre le libellule volano sopra l'acqua e i gabbiani e le anatre pescano, sia tuffandosi al volo sia nuotando. In mezzo al fiume uno svasso si ingozza con un pesce abbastanza grosso, mentre lungo l'erba della riva, un airone bianco sta passeggiando e cacciando, col lungo collo che scatta come una molla, preciso e letale per le proprie prede.
Stranamente non si vedono in giro gli abitanti più tipici del luogo (i mammiferi quadrupedi con la lunga coda che vivono lì sotto), come non c'è nessun'altro che passeggia sulla riva del fiume.
Giunta l'ora del rientro, lascio quell'angolo di natura ignoto ai più (difficilmente la troupe di superquark passerebbe da queste parti, visto che sicuramente non avrebbe molto ascolto la trasmissione, ma chi ha un briciolo di spirito di osservazione non può che essere concorde con me, quando dico che difficilmente si potrà vedere in altre parti del mondo un simile angolo di natura) e proseguo la passeggiata oltre il fiume, lungo le vie del borgo, fino al fatidico momento in cui mi rintanerò di nuovo nel mio antro per uscirne la sera... e questo fa automaticamente sparire ogni sensazione di bella giornata...
Osservo dal ponte i lavori per la famosa diga, ormai giunti a buon punto (stavolta credo che ce la faranno a completare prima delle piogge autunnali, vedremo poi in primavera se servirà a evitare le piene) e poi scendo sulla riva del Grande Fiume, camminando lungo i murazzi, sul filo del marciapiede, osservando la vita nascosta nell'acqua, un argomento affascinante che mi fa pensare che Torino sia una città speciale: non ho mai visto altre città con simili angoli di natura in mezzo al grigio cemento.
Le nidiate dei pesci nuotano sfuggendo alla mia ombra, mentre le libellule volano sopra l'acqua e i gabbiani e le anatre pescano, sia tuffandosi al volo sia nuotando. In mezzo al fiume uno svasso si ingozza con un pesce abbastanza grosso, mentre lungo l'erba della riva, un airone bianco sta passeggiando e cacciando, col lungo collo che scatta come una molla, preciso e letale per le proprie prede.
Stranamente non si vedono in giro gli abitanti più tipici del luogo (i mammiferi quadrupedi con la lunga coda che vivono lì sotto), come non c'è nessun'altro che passeggia sulla riva del fiume.
Giunta l'ora del rientro, lascio quell'angolo di natura ignoto ai più (difficilmente la troupe di superquark passerebbe da queste parti, visto che sicuramente non avrebbe molto ascolto la trasmissione, ma chi ha un briciolo di spirito di osservazione non può che essere concorde con me, quando dico che difficilmente si potrà vedere in altre parti del mondo un simile angolo di natura) e proseguo la passeggiata oltre il fiume, lungo le vie del borgo, fino al fatidico momento in cui mi rintanerò di nuovo nel mio antro per uscirne la sera... e questo fa automaticamente sparire ogni sensazione di bella giornata...
“No, non MK.. gli altri due..”
Quella mattina, avendo smontato dalla guardia e non sapendo che fare nell’attesa di aprire l’ufficio (no: non c’era nessun periodo di riposo nel mezzo), non potendo andare a dormire per solo un'ora, decisi di farmi la barba.. al contrario dei miei colleghi che cercavano di farsela crescere..
Era giunta l’ora per una bella pausa caffè, così io e i miei due colleghi uscimmo dall’ufficio per recarci a chiamare il quarto membro della squadra (il piantone del capitano), quando attraversando il cortile ci accorgemmo che si stavano recando dal capitano anche due colonnelli: il comandante della fureria (e firmatario delle nostre licenze) e il comandante stesso della caserma.. (col quale, fortunatamente, non avevo mai avuto a che fare, al punto che ero sicuro che non mi conoscesse nemmeno..)
Appena li avvistammo, il dietro-front fu immediato e ci accingemmo a tornare indietro, proponendoci di chiamare il nostro amico direttamente dallo spaccio..
Peccato che anche i colonnelli ci avessero avvistato..
Uscirono e il comandante ci chiamò “Ehi, voi!”
Il colonnello della fureria si intromise “MK!” (lui si che mi conosceva bene..)
Mentre mi sentii gelare il sangue dentro le vene, e mi preparai a fermarmi e accettare le più crudeli torture, udii la voce tonante del comandante in capo della caserma urlare “NO! Non MK! Gli altri due!”
In quel momento capii che, malgrado tutto, il comandante mi conosceva.. il colonnello della fureria non conosceva di nome i miei colleghi e aveva chiamato a me perché era il solo nome che ricordava.. il mio cuore e soprattutto la mia vescica e il mio intestino erano veramente forti..
Mi accorsi anche che i miei colleghi tremavano più di me, e quando il comandante si avvicinò a noi (che eravamo scattati sull’attenti da bravi soldatini) capii il motivo, visto che disse loro “Com’è che MK è appena smontato dal turno di guardia e si è rasato e voi che avete dormito tutta la notte non vi siete preoccupati di rasarvi?”
(che vista: aveva notato la barba non rasata da una discreta distanza..)
I due tapini cercarono di rispondere, ma il colonnello era irremovibile: le sue stelle dorate erano bordate di rosso e si diceva che usasse il sangue dei soldati che puniva per ottenere quell’effetto scenografico.. ma quel giorno era stranamente allegro, così disse loro “Adesso i bagni sono chiusi per la pulizia, ma nel pomeriggio vi voglio vedere rasati alla perfezione! Passerete da me e userò il cotone per vedere se vi sarete rasati!” “Sissignore!” “Ora andate!” “Sissignore!” saluto, dietro-front e via..
Era giunta l’ora per una bella pausa caffè, così io e i miei due colleghi uscimmo dall’ufficio per recarci a chiamare il quarto membro della squadra (il piantone del capitano), quando attraversando il cortile ci accorgemmo che si stavano recando dal capitano anche due colonnelli: il comandante della fureria (e firmatario delle nostre licenze) e il comandante stesso della caserma.. (col quale, fortunatamente, non avevo mai avuto a che fare, al punto che ero sicuro che non mi conoscesse nemmeno..)
Appena li avvistammo, il dietro-front fu immediato e ci accingemmo a tornare indietro, proponendoci di chiamare il nostro amico direttamente dallo spaccio..
Peccato che anche i colonnelli ci avessero avvistato..
Uscirono e il comandante ci chiamò “Ehi, voi!”
Il colonnello della fureria si intromise “MK!” (lui si che mi conosceva bene..)
Mentre mi sentii gelare il sangue dentro le vene, e mi preparai a fermarmi e accettare le più crudeli torture, udii la voce tonante del comandante in capo della caserma urlare “NO! Non MK! Gli altri due!”
In quel momento capii che, malgrado tutto, il comandante mi conosceva.. il colonnello della fureria non conosceva di nome i miei colleghi e aveva chiamato a me perché era il solo nome che ricordava.. il mio cuore e soprattutto la mia vescica e il mio intestino erano veramente forti..
Mi accorsi anche che i miei colleghi tremavano più di me, e quando il comandante si avvicinò a noi (che eravamo scattati sull’attenti da bravi soldatini) capii il motivo, visto che disse loro “Com’è che MK è appena smontato dal turno di guardia e si è rasato e voi che avete dormito tutta la notte non vi siete preoccupati di rasarvi?”
(che vista: aveva notato la barba non rasata da una discreta distanza..)
I due tapini cercarono di rispondere, ma il colonnello era irremovibile: le sue stelle dorate erano bordate di rosso e si diceva che usasse il sangue dei soldati che puniva per ottenere quell’effetto scenografico.. ma quel giorno era stranamente allegro, così disse loro “Adesso i bagni sono chiusi per la pulizia, ma nel pomeriggio vi voglio vedere rasati alla perfezione! Passerete da me e userò il cotone per vedere se vi sarete rasati!” “Sissignore!” “Ora andate!” “Sissignore!” saluto, dietro-front e via..
La precedenza
Oggi ho scoperto una cosa che dovrebbe essere sempre chiara, ma evidentemente per me non lo era: il capo ha sempre ragione, e soprattutto ha sempre la precedenza!
No, non si tratta di un incidente automobilistico.. semplicemente di una questione di priorità nello svolgimento delle funzioni inerenti l’attività professionale!
In definitiva, essendo cominciato l’inverno ed essendo la mia postazione la stessa dell’anno passato, subisco gli effetti della progressiva era glaciale per la gioia delle mie vecchie ossa, e per la felicità della mia vescica che diventa ipersensibile e iperattiva..
Stamane, mi alzo dalla mia gelida postazione in preda ai crampi e mi dirigo verso il luogo dove posso svuotarmi da ogni impurità interna, quando dall’altro lato del corridoio appare GrandeCapo in prima persona personalmente di persona, che si fionda dentro il locale verso cui mi stavo dirigendo fulminandomi con un’occhiataccia e bisbigliando un frettoloso “Scusa..” che sicuramente intendeva essere un gelido “C’ero prima io..”
Ovviamente non posso stare lì fermo a fare la posta, quindi mi allontano e, quando sento aprire la porta, riparto.. ma spunta fuori SuperAmministratore che si infila rapido senza nemmeno mormorare uno “Scusa..”
Mi allontano di nuovo (anche perché quando si infila SuperAmministratore solitamente è per motivi solidi.. e non c’è ventola che tenga..) e, quando sento aprire la porta mi munisco di maschera antigas e mi avvio, ma vedo spuntare PiccoloCapo..
Lui sta pochissimo (gli ci vuole di più nei preliminari che nello svolgimento effettivo) ma ha la capacità di trasformare il locale in una piscina olimpionica.. però assorbirà gli odori..
Resto lì, munendomi di pinne, fiocina e occhialini, e aspetto: lui esce e io faccio per entrare mentre spunta Progettista, ma resta bloccato dal mio aspetto frettoloso, dal mio sguardo minaccioso e dalla punta a tridente della fiocina dritta davanti ai suoi occhi..
“FINALMENTE!!!”
Oggi ho scoperto che ci sono certe precedenze, che la prossima volta che devo andare a innaffiare è meglio fare prima un preventivo giro di telefonate e che se mi trattengo troppo, poi diventa rischioso per la navigazione sul Grande Fiume.
(In effetti, ora che ci penso, mi era capitata una cosa simile qualche mese prima, e le conseguenze furono piuttosto devastanti.. eppure non mi sembrava di aver bevuto tanto..)
No, non si tratta di un incidente automobilistico.. semplicemente di una questione di priorità nello svolgimento delle funzioni inerenti l’attività professionale!
In definitiva, essendo cominciato l’inverno ed essendo la mia postazione la stessa dell’anno passato, subisco gli effetti della progressiva era glaciale per la gioia delle mie vecchie ossa, e per la felicità della mia vescica che diventa ipersensibile e iperattiva..
Stamane, mi alzo dalla mia gelida postazione in preda ai crampi e mi dirigo verso il luogo dove posso svuotarmi da ogni impurità interna, quando dall’altro lato del corridoio appare GrandeCapo in prima persona personalmente di persona, che si fionda dentro il locale verso cui mi stavo dirigendo fulminandomi con un’occhiataccia e bisbigliando un frettoloso “Scusa..” che sicuramente intendeva essere un gelido “C’ero prima io..”
Ovviamente non posso stare lì fermo a fare la posta, quindi mi allontano e, quando sento aprire la porta, riparto.. ma spunta fuori SuperAmministratore che si infila rapido senza nemmeno mormorare uno “Scusa..”
Mi allontano di nuovo (anche perché quando si infila SuperAmministratore solitamente è per motivi solidi.. e non c’è ventola che tenga..) e, quando sento aprire la porta mi munisco di maschera antigas e mi avvio, ma vedo spuntare PiccoloCapo..
Lui sta pochissimo (gli ci vuole di più nei preliminari che nello svolgimento effettivo) ma ha la capacità di trasformare il locale in una piscina olimpionica.. però assorbirà gli odori..
Resto lì, munendomi di pinne, fiocina e occhialini, e aspetto: lui esce e io faccio per entrare mentre spunta Progettista, ma resta bloccato dal mio aspetto frettoloso, dal mio sguardo minaccioso e dalla punta a tridente della fiocina dritta davanti ai suoi occhi..
“FINALMENTE!!!”
Oggi ho scoperto che ci sono certe precedenze, che la prossima volta che devo andare a innaffiare è meglio fare prima un preventivo giro di telefonate e che se mi trattengo troppo, poi diventa rischioso per la navigazione sul Grande Fiume.
(In effetti, ora che ci penso, mi era capitata una cosa simile qualche mese prima, e le conseguenze furono piuttosto devastanti.. eppure non mi sembrava di aver bevuto tanto..)
Facciamo la spesa..
A volte capita di dover andare a fare la spesa..
In quel periodo, l'ospedale militare aveva assunto (finalmente) un cuoco civile, che non faceva normalmente il muratore e quando preparava le cotolette alla milanese non faceva in modo che l'impanatura stesse sopra la cotoletta come fosse una strada porticata (avete presente la lettera D coricata sulla schiena? Ecco, il tratto orizzontale era la cotoletta, e il resto era l'impanatura.. No: non ho mai capito come facesse..)
Al contrappello serale di solito chiamavano anche i nomi di chi sarebbe stato comandato di corvè il mattino dopo e quella sera dissero “..MK, addetto ai rifornimenti.. Tutti quelli nominati si presentino qui al mattino in tenuta da lavoro!”
E fu così che, il mattino dopo, mi presentai assieme agli altri nel cortile.. salii sul camion e raggiungemmo la caserma di rifornimento..
Il primo camion fu completamente riempito di scatoloni di alimentari (al punto che non ci stava più nessuno dentro..) e così ci dovemmo arrangiare nel secondo camion, quello dove vennero sistemate le casse di beveraggi..
Il fatto di fare un lungo viaggio sotto il sole caldo con a fianco delle bottiglie invitanti era troppo forte, così cominciammo a prendere una bottiglia di birra a testa, stapparla e berla.. ma il viaggio era lungo.. così prendemmo un'altra bottiglia a testa.. e poi ancora un'altra..
Quando arrivammo all'ospedale e cominciammo a scaricare, era tardi per il pranzo.. ma al termine dello scaricamento il cuoco civile ci diede una pizza a testa “Visto che tardavate, vi ho preparato queste.. almeno non state a digiuno..” “Grazie, molto gentile, ma.. non manca qualcosa?”
Lui sogghignò “Eh no, ho visto che la vostra dose di birra ve la siete già scolata: avete svuotato ben due casse.. adesso, se volete della birra, ve la comprate poi allo spaccio quando apre.. altrimenti dovrete tornare a fare la spesa per il rifornimento di birra..”
In quel periodo, l'ospedale militare aveva assunto (finalmente) un cuoco civile, che non faceva normalmente il muratore e quando preparava le cotolette alla milanese non faceva in modo che l'impanatura stesse sopra la cotoletta come fosse una strada porticata (avete presente la lettera D coricata sulla schiena? Ecco, il tratto orizzontale era la cotoletta, e il resto era l'impanatura.. No: non ho mai capito come facesse..)
Al contrappello serale di solito chiamavano anche i nomi di chi sarebbe stato comandato di corvè il mattino dopo e quella sera dissero “..MK, addetto ai rifornimenti.. Tutti quelli nominati si presentino qui al mattino in tenuta da lavoro!”
E fu così che, il mattino dopo, mi presentai assieme agli altri nel cortile.. salii sul camion e raggiungemmo la caserma di rifornimento..
Il primo camion fu completamente riempito di scatoloni di alimentari (al punto che non ci stava più nessuno dentro..) e così ci dovemmo arrangiare nel secondo camion, quello dove vennero sistemate le casse di beveraggi..
Il fatto di fare un lungo viaggio sotto il sole caldo con a fianco delle bottiglie invitanti era troppo forte, così cominciammo a prendere una bottiglia di birra a testa, stapparla e berla.. ma il viaggio era lungo.. così prendemmo un'altra bottiglia a testa.. e poi ancora un'altra..
Quando arrivammo all'ospedale e cominciammo a scaricare, era tardi per il pranzo.. ma al termine dello scaricamento il cuoco civile ci diede una pizza a testa “Visto che tardavate, vi ho preparato queste.. almeno non state a digiuno..” “Grazie, molto gentile, ma.. non manca qualcosa?”
Lui sogghignò “Eh no, ho visto che la vostra dose di birra ve la siete già scolata: avete svuotato ben due casse.. adesso, se volete della birra, ve la comprate poi allo spaccio quando apre.. altrimenti dovrete tornare a fare la spesa per il rifornimento di birra..”
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