ExStagista deve seguire un cantiere presso uno stabilimento e sta cercando di documentarsi sui procedenti lavori fatti per quello stabilimento dalla Grande Società, per non essere proprio impreparata.
A un certo punto si rende conto che gran parte della documentazione è stata archiviata opportunamente in cantina, in quanto abbastanza vecchiotta. Si prende quindi i numeri di commessa dei lavori che le interessano, si fa dare da Segretaria le chiavi della cantina e decide di scendere per recuperare la documentazione.
Segretaria le fa “Guarda che è meglio se ti fai accompagnare da qualcuno: se succede qualcosa, chi ti trova più?” ExStagista ci pensa un po' e si convince che il discorso è giusto, scopre che Segretaria non è disposta a scendere con lei e si dirige verso l'area tecnica..
L'unico presente in sede sono io (gli altri sono tutti fuori: era il periodo delle olimpiadi...) e così mi fa “Vieni con me in cantina?”
La guardo un attimo e, con un sogghigno diabolico, le dico “Non c'è nessuno, possiamo benissimo stare qui senza andare a gelare la sotto...”
Dopo avermi dato una veloce ripetizione letteraria sul contenuto del “De vulgari eloquentia” di Dante, ExStagista mi dice “Dai, vieni con me in cantina che devo recuperare della documentazione!”
Scendiamo in cantina, individuiamo la cantina giusta tra tutte quelle condominiali, ExStagista apre la porta ed entriamo dentro, cercando la documentazione “Che commessa è?” “Quella di TizioCaioESempronio, la numero TalDeiTali” “Ok, tu cerca di là e io cerco di qua” (la cantina è abbastanza grande, e la documentazione è posata dentro scatoloni accumulati su vari piani di scaffalature vecchie e praticamente marcite, con scritto a pennarello sbiadito il numero di commessa)
Seguo la mia fila di scaffalature cercando tra gli scatoloni, finché sento la sua voce “MK!” “Trovato?” “Si, ma c'è un problema!” “E ti pareva...”
La raggiungo e... lei indica uno scatolone abbastanza in alto, anche per me (arrivo al piano dello scaffale, ma lo scatolone è rientrato e non riesco a raggiungerlo per prenderlo)
“Come si fa?” “Boh? Sicuramente questo scaffale non mi regge... forse non regge nemmeno a te, e non intendo ripagare uno scaffale alla ditta...”
Lei mi guarda un attimo, poi ripete “Infatti, ma... come facciamo a prenderlo?”
Io la guardo un attimo e, prima che mi molli un calcione, le chiedo “Quanto pesi?” Lei afferra al volo e fa “Ma dai... non vuoi mica sollevarmi?” “Allora vai su a cercare una scala...” “...sono sui 50kg... forse un pochettino di più...” “Vediamo un po'... dovrebbe andare bene così...” e intreccio le dita delle mani per farle da scalino...
Lei mi guarda preoccupata, poi si decide a mettere il piede sulle mie mani e, stando il più avvinghiata possibile a me, si dà lo slancio per sollevarsi...
“Ce la fai?” “Io si, e tu arrivi a prendere lo scatolone?” “Si, ci arrivo... senti... se mi reggi un attimo, prendo solo i dossier che mi interessano e non lo scatolone completo...” “mmmgghhh...fffai puee... mmmmgghh”
La mia risposta era un pochino soffocata, perché si era un po' spostata per avvicinarsi allo scatolone e di conseguenza aveva aderito maggiormente a me... coprendomi naso e bocca con... il cavallo dei suoi pantaloni... ;-P
Per evitare i fulmini, sto a gambe larghe..
ExStagista (come ogni stagista che si rispetti) seguiva i cantieri.
Siccome era inconsueto che una ragazza si presentasse in cantiere (molto meno del fatto che una stagista si presentasse in cantiere), costei si rivolgeva sovente agli altri cantieristi per avere consigli su come agire, come comportarsi con gli operatori e come risolvere i problemi senza finire per sbaglio dentro una colata di cemento..
Un giorno seguiva dei lavori relativi agli impianti elettrici e, in mancanza di meglio, venne da me per chiedere consigli..
“Ciao MK” “Ciao”
“Senti..” “Uh?”
“Avrei un problemino..” “Uno solo? Beata te!”
“No dai.. ho bisogno del tuo aiuto!” “Per cosa?”
“Sto seguendo quel cantiere e abbiamo piazzato la gru!” “E allora?”
“Per l'impianto elettrico della gru come devo fare?” “Lo devi fare te?”
“Dai, devo fare i disegni e dare le indicazioni, così lo faranno in sicurezza..” “Allora, l'alimentazione la prendono direttamente dalla fornitura tramite interruttore e linea dedicata..”
“Si, ma la terra?” “Non c'è l'impianto di terra in cantiere?”
“Non lo so” “Cominciamo bene.. allora, devi scoprire se c'è l'impianto di terra, e ti colleghi lì, con cavo giallo-verde pari alla sezione del neutro..”
“E se non ci fosse?” “Glielo fai mettere.. altrimenti pianti due picchetti in diagonale sulla base della gru e colleghi la carcassa..”
Rinfrancandosi a quelle parole, mi chiese “E per i fulmini?” “Bisogna fare le verifiche, ma i picchetti fanno anche da dispersori..”
E le feci una lezione sulla protezione contro i fulmini.. ma io ho sempre detto di essere un pessimo insegnante..
Alla fine, per capire, lei mi chiese “Ma i fulmini colpiscono le parti più alte?” “Di solito si, a meno che non ci siano percorsi ionizzati che facciano da 'corsia preferenziale'..”
“Ma allora se una persona sta in piedi ed è più alta di tutto il resto, è possibile che venga colpita dal fulmine?” “Si, certo.. ma dovrebbe essere veramente l'elemento più alto in tutta la zona, in caso di forte temporale con molti fulmini..”
“E questo se sta dritta?” “Be.. si..”
“Allora per evitare i fulmini dovrei stare a gambe larghe?”
Sguardo stupito.. “Come?” “Così!” fa lei, allargando le gambe il più possibile (a rischio di strapparsi i pantaloni) fino a perdere l'equilibrio e piantare una culata per terra..
La guardo un attimo trattenendo una risata, poi faccio “In effetti, adesso sei un pochino più bassottella.. ma attenta a fare così: se anche eviterai i fulmini, rischi comunque di farti lo stesso molto male..” e me ne vado via ridendo mentre lei cerca disperatamente di recuperare l'equilibrio per lanciarmi contemporaneamente addosso qualcosa di molto più doloroso dello 'stronzo' che mi ha lanciato dietro..
Siccome era inconsueto che una ragazza si presentasse in cantiere (molto meno del fatto che una stagista si presentasse in cantiere), costei si rivolgeva sovente agli altri cantieristi per avere consigli su come agire, come comportarsi con gli operatori e come risolvere i problemi senza finire per sbaglio dentro una colata di cemento..
Un giorno seguiva dei lavori relativi agli impianti elettrici e, in mancanza di meglio, venne da me per chiedere consigli..
“Ciao MK” “Ciao”
“Senti..” “Uh?”
“Avrei un problemino..” “Uno solo? Beata te!”
“No dai.. ho bisogno del tuo aiuto!” “Per cosa?”
“Sto seguendo quel cantiere e abbiamo piazzato la gru!” “E allora?”
“Per l'impianto elettrico della gru come devo fare?” “Lo devi fare te?”
“Dai, devo fare i disegni e dare le indicazioni, così lo faranno in sicurezza..” “Allora, l'alimentazione la prendono direttamente dalla fornitura tramite interruttore e linea dedicata..”
“Si, ma la terra?” “Non c'è l'impianto di terra in cantiere?”
“Non lo so” “Cominciamo bene.. allora, devi scoprire se c'è l'impianto di terra, e ti colleghi lì, con cavo giallo-verde pari alla sezione del neutro..”
“E se non ci fosse?” “Glielo fai mettere.. altrimenti pianti due picchetti in diagonale sulla base della gru e colleghi la carcassa..”
Rinfrancandosi a quelle parole, mi chiese “E per i fulmini?” “Bisogna fare le verifiche, ma i picchetti fanno anche da dispersori..”
E le feci una lezione sulla protezione contro i fulmini.. ma io ho sempre detto di essere un pessimo insegnante..
Alla fine, per capire, lei mi chiese “Ma i fulmini colpiscono le parti più alte?” “Di solito si, a meno che non ci siano percorsi ionizzati che facciano da 'corsia preferenziale'..”
“Ma allora se una persona sta in piedi ed è più alta di tutto il resto, è possibile che venga colpita dal fulmine?” “Si, certo.. ma dovrebbe essere veramente l'elemento più alto in tutta la zona, in caso di forte temporale con molti fulmini..”
“E questo se sta dritta?” “Be.. si..”
“Allora per evitare i fulmini dovrei stare a gambe larghe?”
Sguardo stupito.. “Come?” “Così!” fa lei, allargando le gambe il più possibile (a rischio di strapparsi i pantaloni) fino a perdere l'equilibrio e piantare una culata per terra..
La guardo un attimo trattenendo una risata, poi faccio “In effetti, adesso sei un pochino più bassottella.. ma attenta a fare così: se anche eviterai i fulmini, rischi comunque di farti lo stesso molto male..” e me ne vado via ridendo mentre lei cerca disperatamente di recuperare l'equilibrio per lanciarmi contemporaneamente addosso qualcosa di molto più doloroso dello 'stronzo' che mi ha lanciato dietro..
Vuoto...
Oggi mi è capitato di osservare una cosa strana: per alcuni istanti ho fissato gli occhi di una persona che mi guardava in silenzio, senza proferire parola... per alcuni istanti, perché poi non ce l'ho fatta a sostenere quello sguardo, per via di quello che ho visto.
Mentre guardavo quegli occhi, ho visto dentro un baratro profondo: una voragine buia e cupa, un buco nero dove regnava solo la disperazione.
Mi sono trovato per un istante lungo una vita a precipitare dentro quel baratro, scorgendo lungo la mia caduta i resti di una vita disperata e svuotata da ogni bellezza: un vuoto ipnotico dove non era difficile scorgere i resti di una serie infinita di sogni infranti e di disillusioni costanti, di tradimenti e di ferite, di rabbia e rancori profondi, di devastazione e di morte, di disperazione e di perdita totale.
Nulla poteva più colmare quel baratro, eppure era evidente che c'erano stati accenni di ricostruzione, anche recenti, come era evidente che non era sempre stato così, e che oltre quel vuoto spaventosamente angosciante era presente una fame atavica e feroce di conoscenza e si intravedeva anche un lieve bagliore che indicava la presenza di una scintilla di vita: di un'anima devastata e disperata, dannata quanto volete ma pur sempre un'anima.
Devo dire che è stato davvero sconcertante e non ce l'ho fatta a reggere a lungo quello sguardo.
In certe occasioni sono felice di essere un vampiro, almeno so che quello sguardo non può essere il mio, anche se l'ho visto in uno specchio...
Mentre guardavo quegli occhi, ho visto dentro un baratro profondo: una voragine buia e cupa, un buco nero dove regnava solo la disperazione.
Mi sono trovato per un istante lungo una vita a precipitare dentro quel baratro, scorgendo lungo la mia caduta i resti di una vita disperata e svuotata da ogni bellezza: un vuoto ipnotico dove non era difficile scorgere i resti di una serie infinita di sogni infranti e di disillusioni costanti, di tradimenti e di ferite, di rabbia e rancori profondi, di devastazione e di morte, di disperazione e di perdita totale.
Nulla poteva più colmare quel baratro, eppure era evidente che c'erano stati accenni di ricostruzione, anche recenti, come era evidente che non era sempre stato così, e che oltre quel vuoto spaventosamente angosciante era presente una fame atavica e feroce di conoscenza e si intravedeva anche un lieve bagliore che indicava la presenza di una scintilla di vita: di un'anima devastata e disperata, dannata quanto volete ma pur sempre un'anima.
Devo dire che è stato davvero sconcertante e non ce l'ho fatta a reggere a lungo quello sguardo.
In certe occasioni sono felice di essere un vampiro, almeno so che quello sguardo non può essere il mio, anche se l'ho visto in uno specchio...
Pausa pranzo – lunedi
Come ogni giorno, alla fine si arriva all'una.
A quel punto, l'intero ufficio è in fermento (già da almeno mezzora), perché si è giunti all'ora della pausa pranzo, dove ognuno dà libero sfogo alle proprie preferenze culinarie.
Il regolamento interno della Grande Società prescrive che si mangi nella saletta interna appositamente dedita allo scopo (ex gabinetto riadattato per ospitare la sala da pranzo oltre alla macchinetta del caffè e al fornetto a microonde)
Il locale è realmente microscopico, al punto che occorre fare i turni per mangiare, ma tant'è: l'ex sala da pranzo è stata riadattata a sala riunioni, chiusa a chiave e impedito l'accesso.
Nel tavolino ikea a 3 posti si asserragliano quelli del primo turno deponendo un fazzoletto di carta a uso di tovaglietta e cominciano a divorare il pasto (chi un panino, chi un qualcosa di strano da scaldare nel fornetto), mentre quelli del secondo turno aspettano in piedi davanti all'ingresso, ostacolando il passaggio a chi deve invece recarsi al bagno...
La ventola (ultimo ricordo del fatto che il locale era un cesso) continua a urlare tentando di aspirare gli odori di chi sta scaldando zuppe di cavoli o pasti a base di aglio...
Passati i minuti dedicati al primo turno, questi vengono fatti alzare e cacciati fisicamente via dal locale, mentre quelli del secondo turno si scannano per occupare i posti e per decidere chi userà per primo il fornetto...
Finito il secondo turno, arriva RSPCapo, che entra, fa levare chi occupa il suo posto e si siede spaparanzando il giornale (rigorosamente di parte, visto che riesce a osservare tutto direttamente dalla capitale), e cominciando a leggere a voce alta le notizie segnate (che, ovviamente, coincidono con la verità rivelata...)
Ed ecco che gli ultimi tenaci difensori della postazione si arrendono e scappano via, permettendogli di sistemarsi meglio e continuare la lettura.
Ultimamente, grazie alla presenza di Stagista, obbliga la malcapitata a leggergli il giornale (la frase è “Se hai finito di mangiare, dedicati a qualcosa di utile: leggimi il giornale, che fa bene anche a te!” (*)) mentre lui mangia il suo piatto di salame e formaggio stagionato scaldato nel fornetto (nel senso che taglia fette di salame, posiziona sopra una fetta di formaggio e piazza il piatto di plastica dentro il fornetto per far fondere il formaggio sul salame... e il piatto su entrambi...)
Appena si leva la puzza di diossina liberata, corre ad aprire il fornetto e tirare fuori i resti, raschiando via i pezzi e mangiando ciò che dovrebbe essere ancora commestibile (ma anche il resto: perché sprecare?)
Ecco le condizioni in cui trovo il locale il lunedì al mio rientro (alle due) entrando a prendere il caffè (**) e dovendomi sorbire parte della lettura.
Ammetto che Stagista non vede l'ora del mio arrivo, visto che non riesco mai a trattenere la mia battuta bastarda di commento alla lettura, così lei scoppia a ridere e smette di leggere, lui non riesce nemmeno più a dirmi nulla, dopo le nostre infinite discussioni passate, in cui lo rintuzzavo continuamente e io posso sorbirmi il caffè in pace, senza sentire cazzate...
(*) agli inizi, aveva provato anche con me: finito il mio pranzo accettavo di leggergli il giornale, ma lo leggevo a modo mio, commentando ogni frase... dopo una settimana non mi ha più chiesto di leggere... siccome commentavo anche la lettura di altri, dopo altre due settimane non ha più letto il giornale se mangiavamo insieme... all'epoca non si dovevano fare i turni, visto che la sala pranzo era l'attuale sala riunioni...
(**) purtroppo, il lunedì il mio bar preferito è chiuso, quindi devo prendermi il caffè in ufficio...
A quel punto, l'intero ufficio è in fermento (già da almeno mezzora), perché si è giunti all'ora della pausa pranzo, dove ognuno dà libero sfogo alle proprie preferenze culinarie.
Il regolamento interno della Grande Società prescrive che si mangi nella saletta interna appositamente dedita allo scopo (ex gabinetto riadattato per ospitare la sala da pranzo oltre alla macchinetta del caffè e al fornetto a microonde)
Il locale è realmente microscopico, al punto che occorre fare i turni per mangiare, ma tant'è: l'ex sala da pranzo è stata riadattata a sala riunioni, chiusa a chiave e impedito l'accesso.
Nel tavolino ikea a 3 posti si asserragliano quelli del primo turno deponendo un fazzoletto di carta a uso di tovaglietta e cominciano a divorare il pasto (chi un panino, chi un qualcosa di strano da scaldare nel fornetto), mentre quelli del secondo turno aspettano in piedi davanti all'ingresso, ostacolando il passaggio a chi deve invece recarsi al bagno...
La ventola (ultimo ricordo del fatto che il locale era un cesso) continua a urlare tentando di aspirare gli odori di chi sta scaldando zuppe di cavoli o pasti a base di aglio...
Passati i minuti dedicati al primo turno, questi vengono fatti alzare e cacciati fisicamente via dal locale, mentre quelli del secondo turno si scannano per occupare i posti e per decidere chi userà per primo il fornetto...
Finito il secondo turno, arriva RSPCapo, che entra, fa levare chi occupa il suo posto e si siede spaparanzando il giornale (rigorosamente di parte, visto che riesce a osservare tutto direttamente dalla capitale), e cominciando a leggere a voce alta le notizie segnate (che, ovviamente, coincidono con la verità rivelata...)
Ed ecco che gli ultimi tenaci difensori della postazione si arrendono e scappano via, permettendogli di sistemarsi meglio e continuare la lettura.
Ultimamente, grazie alla presenza di Stagista, obbliga la malcapitata a leggergli il giornale (la frase è “Se hai finito di mangiare, dedicati a qualcosa di utile: leggimi il giornale, che fa bene anche a te!” (*)) mentre lui mangia il suo piatto di salame e formaggio stagionato scaldato nel fornetto (nel senso che taglia fette di salame, posiziona sopra una fetta di formaggio e piazza il piatto di plastica dentro il fornetto per far fondere il formaggio sul salame... e il piatto su entrambi...)
Appena si leva la puzza di diossina liberata, corre ad aprire il fornetto e tirare fuori i resti, raschiando via i pezzi e mangiando ciò che dovrebbe essere ancora commestibile (ma anche il resto: perché sprecare?)
Ecco le condizioni in cui trovo il locale il lunedì al mio rientro (alle due) entrando a prendere il caffè (**) e dovendomi sorbire parte della lettura.
Ammetto che Stagista non vede l'ora del mio arrivo, visto che non riesco mai a trattenere la mia battuta bastarda di commento alla lettura, così lei scoppia a ridere e smette di leggere, lui non riesce nemmeno più a dirmi nulla, dopo le nostre infinite discussioni passate, in cui lo rintuzzavo continuamente e io posso sorbirmi il caffè in pace, senza sentire cazzate...
(*) agli inizi, aveva provato anche con me: finito il mio pranzo accettavo di leggergli il giornale, ma lo leggevo a modo mio, commentando ogni frase... dopo una settimana non mi ha più chiesto di leggere... siccome commentavo anche la lettura di altri, dopo altre due settimane non ha più letto il giornale se mangiavamo insieme... all'epoca non si dovevano fare i turni, visto che la sala pranzo era l'attuale sala riunioni...
(**) purtroppo, il lunedì il mio bar preferito è chiuso, quindi devo prendermi il caffè in ufficio...
Pausa pranzo
E' l'una, malgrado tutto non piove, così approfitto per fare la mia solita pausa pranzo godendomi anche la mia solita ora d'aria (o di libertà).
Metto il giubbotto (siamo a ottobre e fa freschetto anziché no...), prendo il sacchetto con il mio paninazzo ed esco, dimenticandomi di ogni singola cosa relativa all'ufficio, tranne che di bloccare il computer a scanso di usi impropri...
Apro il portone, esco in strada e attraverso la via, devastata dai lavori in corso, giungendo sulla passeggiata dei Murazzi.
Scendo fino alle panchine, mi accomodo in una panca al sole (stile lucertola) e, incurante di coloro che portano a spasso i cani (freddolosi e frettolosi, che trascinano la bestiola mentre sta facendo, provocando danni inimmaginabili...) mangio il mio panino.
Appena finito mi alzo e scendo sull'altra passeggiata, quella proprio sulla riva del fiume, ammirando il ponte di piazza Vittorio, la cupola della Gran Madre (che è una chiesa molto particolare...) e la collina dei Cappuccini.
Il Grande Fiume scorre impetuoso anche per via del passaggio ridotto dalla ricostruenda diga che dovrebbe evitare le alluvioni (e che è stata cancellata completamente nell'ultima alluvione...), do una rapida occhiata all'isoletta dove le garzette (piccoli aironi) stanno nidificando e allo scoglio dove gli svassi spiegano le ali per asciugarle dopo aver pescato in immersione totale, e mi avvio lungo la camminata, in direzione della collina di Superga che appare quasi spettrale dietro la foschia.
Lungo la camminata si ha modo di ammirare una grande varietà di fauna locale: dai vari pesci che ogni tanto appaiono a galla, agli uccelli che aspettano in agguato (garzette e aironi cinerini, svassi, anatre e germani, gabbiani di vario tipo) per non parlare dei corvi e degli stormi di colombi che aspettano il cibo dai passanti. Una volta, quasi di sfuggita, tra le piante dell'ex zoo, ho visto persino librarsi un falchetto (non sono in grado di specificare la specie esatta, dovrei ricorrere alle competenze di un amico falconiere, ma non ho foto da mostrare e solo la mia descrizione di un falchetto velocissimo e apparentemente delle dimensioni di un corvo non penso sia sufficiente).
Se procedessi in direzione del Valentino, vedrei anche dei cigni, ma sto andando nella direzione opposta...
Naturalmente, sorvolo sulla fauna più comune e tipica (a quattro zampe, velocissimi e con una lunga coda...) che saetta attraverso la vegetazione che appare tra le aree di terra emersa disseminate lungo la riva un paio di metri sotto i miei piedi... e sulle striscianti biscie numerose sulla riva opposta...
Arrivo all'ultima scala prima del ponte di corso Regina, e salgo (starei a guardare il panorama, ma ho solo un'ora di pausa e siamo già a metà percorso...), raggiungendo quindi il corso e procedendo verso la famosa via Vanchiglia (che dà il nome all'intero quartiere) e risalendo, fino a quando appare l'insegna del mio bar preferito (inconfondibile per qualsiasi utente di Linux...).
Entro dentro, accolto da un'atmosfera allegra e gradevole, oltre che dalla simpatia della titolare che, con un meraviglioso italiano condito da un accento spagnolo, mi chiede conferma della mia solita ordinazione.
Scambiando qualche battuta sia con alcuni dei clienti abituali che con la stessa titolare, sorseggio il mio cappuccino e giunge quindi l'ora di tornare indietro. Pago, saluto e vado via, reimmettendomi su una strada fredda e cupa, raggiungendo il portone dove ha sede la Grande Società, e piazzandomi al mio solito posto di lavoro...
Sono le due, la pausa è finita e devo riprendere il lavoro...
Metto il giubbotto (siamo a ottobre e fa freschetto anziché no...), prendo il sacchetto con il mio paninazzo ed esco, dimenticandomi di ogni singola cosa relativa all'ufficio, tranne che di bloccare il computer a scanso di usi impropri...
Apro il portone, esco in strada e attraverso la via, devastata dai lavori in corso, giungendo sulla passeggiata dei Murazzi.
Scendo fino alle panchine, mi accomodo in una panca al sole (stile lucertola) e, incurante di coloro che portano a spasso i cani (freddolosi e frettolosi, che trascinano la bestiola mentre sta facendo, provocando danni inimmaginabili...) mangio il mio panino.
Appena finito mi alzo e scendo sull'altra passeggiata, quella proprio sulla riva del fiume, ammirando il ponte di piazza Vittorio, la cupola della Gran Madre (che è una chiesa molto particolare...) e la collina dei Cappuccini.
Il Grande Fiume scorre impetuoso anche per via del passaggio ridotto dalla ricostruenda diga che dovrebbe evitare le alluvioni (e che è stata cancellata completamente nell'ultima alluvione...), do una rapida occhiata all'isoletta dove le garzette (piccoli aironi) stanno nidificando e allo scoglio dove gli svassi spiegano le ali per asciugarle dopo aver pescato in immersione totale, e mi avvio lungo la camminata, in direzione della collina di Superga che appare quasi spettrale dietro la foschia.
Lungo la camminata si ha modo di ammirare una grande varietà di fauna locale: dai vari pesci che ogni tanto appaiono a galla, agli uccelli che aspettano in agguato (garzette e aironi cinerini, svassi, anatre e germani, gabbiani di vario tipo) per non parlare dei corvi e degli stormi di colombi che aspettano il cibo dai passanti. Una volta, quasi di sfuggita, tra le piante dell'ex zoo, ho visto persino librarsi un falchetto (non sono in grado di specificare la specie esatta, dovrei ricorrere alle competenze di un amico falconiere, ma non ho foto da mostrare e solo la mia descrizione di un falchetto velocissimo e apparentemente delle dimensioni di un corvo non penso sia sufficiente).
Se procedessi in direzione del Valentino, vedrei anche dei cigni, ma sto andando nella direzione opposta...
Naturalmente, sorvolo sulla fauna più comune e tipica (a quattro zampe, velocissimi e con una lunga coda...) che saetta attraverso la vegetazione che appare tra le aree di terra emersa disseminate lungo la riva un paio di metri sotto i miei piedi... e sulle striscianti biscie numerose sulla riva opposta...
Arrivo all'ultima scala prima del ponte di corso Regina, e salgo (starei a guardare il panorama, ma ho solo un'ora di pausa e siamo già a metà percorso...), raggiungendo quindi il corso e procedendo verso la famosa via Vanchiglia (che dà il nome all'intero quartiere) e risalendo, fino a quando appare l'insegna del mio bar preferito (inconfondibile per qualsiasi utente di Linux...).
Entro dentro, accolto da un'atmosfera allegra e gradevole, oltre che dalla simpatia della titolare che, con un meraviglioso italiano condito da un accento spagnolo, mi chiede conferma della mia solita ordinazione.
Scambiando qualche battuta sia con alcuni dei clienti abituali che con la stessa titolare, sorseggio il mio cappuccino e giunge quindi l'ora di tornare indietro. Pago, saluto e vado via, reimmettendomi su una strada fredda e cupa, raggiungendo il portone dove ha sede la Grande Società, e piazzandomi al mio solito posto di lavoro...
Sono le due, la pausa è finita e devo riprendere il lavoro...
Fess-book...
Sono appena entrato in ufficio, in ritardo come ogni lunedì, quando vengo accolto da una marea di risate, che mi fanno pensare di avere qualcosa di strano addosso... controllo subito di non avere tracce addosso del motivo del mio ritardo o di non avere dimenticato la bottega aperta, ma quando mi convinco che è tutto a posto e io sono sempre affascinante come al solito (*) ecco che mi rendo conto che le voci ridenti sono le solite (Disegnatrice, Termica, Stagista e Segretaria) quindi capisco che non c'è nulla di interessante, ciò nonostante attivo lo stesso il neurone dedicato e vengo colto da frasi del tipo “Ma mi fai amica?” “Si, ti ho fatto amica, e ora fammi amica tu...” “E io posso fare amici i tuoi amici?” “Si, ma prima devono chiederti se li fai amici...” “E gli amici degli amici?” “Sono miei amici...”
Non sono sicuro se sono entrato in un asilo (vista l'età fisica dei soggetti non credo... per quella mentale nemmeno, al massimo il nido...), così mi accingo a chiedere chiarimenti... (c'e sempre la possibilità che mi possa servire a qualcosa, anche se non so a cosa...) e la risposta, data col tono che usano normalmente nei miei confronti (della serie “ma sei arrivato adesso dall'altra faccia della luna?”) è “Ma è fess-buk!!!” (giuro che me l'hanno detto esattamente come l'ho scritto)
Il mio neurone dedicato ha preparato la risposta “Beh, visto che ci siete in mezzo voi, non poteva essere altro che un fess-buk” ma non ho molta voglia di litigare con 4 donne di lunedì mattina così chiedo spiegazioni.
Incredibile ma vero: Disegnatrice è ben lieta di erudirmi su questa mia lacuna grossa come una laguna e mi fa approssimare al suo computer dove mi mostra su internet (**) il popolare sito di 'social-network' dove vedo la sua pagina, i link degli amici (tra cui i rinvii alle pagine delle altre...) e una serie di foto (alcune delle quali la mettono in una luce diversa... un pochino più... rossa)
Sta per cliccare sul link della pagina di Segretaria quando questa interviene urlando “NOOOO!!! Non fargliela vedere!!! Non voglio che mi veda!!!”
La guardo e le faccio “Guarda che ti vedo tutti i giorni, e sono ancora vivo...” “Vaff... str...!!! C'è il filmato dell'ultima festa e non voglio che tu lo veda!” “Quale? Quello dove hanno detto che ti sei messa a ballare seminuda sul tavolo? Guarda che ti ho già vista in 'completo da spiaggia'...” “Rivaff... ristr...!!!”
Dopo alcuni minuti Segretaria se ne torna al lavoro nel suo ufficio e Disegnatrice mi chiama per mostrarmi un po' bastardamente il famoso filmato: lei è sua amica quindi può accedere, a quanto pare...
Effettivamente, ammetto che non me la ricordavo così... (***)
Ma mi sono venuti due dubbi:
1)gli amici degli amici possono accedere?
2)forse Segretaria ha sbagliato sito, o fess-buk è collegato, in qualche modo, a yu-pork...
(*) Che ridete? Se capitassi in un'isola deserta e fuori dalle rotte commerciali con solo alcune donne naufragate lì da qualche anno e affamate di sesso, anch'io sarei affascinante... ;-P ...o più probabilmente contribuirei all'incremento dell'omosessualità femminile nella suddetta isola... :-(((
(**) Ma non gliel'avevano levato? Gliel'hanno rimesso? No: si collega usando la password di Architetta, che ultimamente è difficile trovare in ufficio...
(***) Già: io ricordavo che era più merito del sostegno... per il resto, non me la ricordavo proprio, ma vista un'inquadratura, direi che potrebbe benissimo fare la controfigura di 'basic istinct'...
Non sono sicuro se sono entrato in un asilo (vista l'età fisica dei soggetti non credo... per quella mentale nemmeno, al massimo il nido...), così mi accingo a chiedere chiarimenti... (c'e sempre la possibilità che mi possa servire a qualcosa, anche se non so a cosa...) e la risposta, data col tono che usano normalmente nei miei confronti (della serie “ma sei arrivato adesso dall'altra faccia della luna?”) è “Ma è fess-buk!!!” (giuro che me l'hanno detto esattamente come l'ho scritto)
Il mio neurone dedicato ha preparato la risposta “Beh, visto che ci siete in mezzo voi, non poteva essere altro che un fess-buk” ma non ho molta voglia di litigare con 4 donne di lunedì mattina così chiedo spiegazioni.
Incredibile ma vero: Disegnatrice è ben lieta di erudirmi su questa mia lacuna grossa come una laguna e mi fa approssimare al suo computer dove mi mostra su internet (**) il popolare sito di 'social-network' dove vedo la sua pagina, i link degli amici (tra cui i rinvii alle pagine delle altre...) e una serie di foto (alcune delle quali la mettono in una luce diversa... un pochino più... rossa)
Sta per cliccare sul link della pagina di Segretaria quando questa interviene urlando “NOOOO!!! Non fargliela vedere!!! Non voglio che mi veda!!!”
La guardo e le faccio “Guarda che ti vedo tutti i giorni, e sono ancora vivo...” “Vaff... str...!!! C'è il filmato dell'ultima festa e non voglio che tu lo veda!” “Quale? Quello dove hanno detto che ti sei messa a ballare seminuda sul tavolo? Guarda che ti ho già vista in 'completo da spiaggia'...” “Rivaff... ristr...!!!”
Dopo alcuni minuti Segretaria se ne torna al lavoro nel suo ufficio e Disegnatrice mi chiama per mostrarmi un po' bastardamente il famoso filmato: lei è sua amica quindi può accedere, a quanto pare...
Effettivamente, ammetto che non me la ricordavo così... (***)
Ma mi sono venuti due dubbi:
1)gli amici degli amici possono accedere?
2)forse Segretaria ha sbagliato sito, o fess-buk è collegato, in qualche modo, a yu-pork...
(*) Che ridete? Se capitassi in un'isola deserta e fuori dalle rotte commerciali con solo alcune donne naufragate lì da qualche anno e affamate di sesso, anch'io sarei affascinante... ;-P ...o più probabilmente contribuirei all'incremento dell'omosessualità femminile nella suddetta isola... :-(((
(**) Ma non gliel'avevano levato? Gliel'hanno rimesso? No: si collega usando la password di Architetta, che ultimamente è difficile trovare in ufficio...
(***) Già: io ricordavo che era più merito del sostegno... per il resto, non me la ricordavo proprio, ma vista un'inquadratura, direi che potrebbe benissimo fare la controfigura di 'basic istinct'...
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