Pausa pranzo – lunedi

Come ogni giorno, alla fine si arriva all'una.
A quel punto, l'intero ufficio è in fermento (già da almeno mezzora), perché si è giunti all'ora della pausa pranzo, dove ognuno dà libero sfogo alle proprie preferenze culinarie.
Il regolamento interno della Grande Società prescrive che si mangi nella saletta interna appositamente dedita allo scopo (ex gabinetto riadattato per ospitare la sala da pranzo oltre alla macchinetta del caffè e al fornetto a microonde)
Il locale è realmente microscopico, al punto che occorre fare i turni per mangiare, ma tant'è: l'ex sala da pranzo è stata riadattata a sala riunioni, chiusa a chiave e impedito l'accesso.
Nel tavolino ikea a 3 posti si asserragliano quelli del primo turno deponendo un fazzoletto di carta a uso di tovaglietta e cominciano a divorare il pasto (chi un panino, chi un qualcosa di strano da scaldare nel fornetto), mentre quelli del secondo turno aspettano in piedi davanti all'ingresso, ostacolando il passaggio a chi deve invece recarsi al bagno...
La ventola (ultimo ricordo del fatto che il locale era un cesso) continua a urlare tentando di aspirare gli odori di chi sta scaldando zuppe di cavoli o pasti a base di aglio...
Passati i minuti dedicati al primo turno, questi vengono fatti alzare e cacciati fisicamente via dal locale, mentre quelli del secondo turno si scannano per occupare i posti e per decidere chi userà per primo il fornetto...
Finito il secondo turno, arriva RSPCapo, che entra, fa levare chi occupa il suo posto e si siede spaparanzando il giornale (rigorosamente di parte, visto che riesce a osservare tutto direttamente dalla capitale), e cominciando a leggere a voce alta le notizie segnate (che, ovviamente, coincidono con la verità rivelata...)
Ed ecco che gli ultimi tenaci difensori della postazione si arrendono e scappano via, permettendogli di sistemarsi meglio e continuare la lettura.
Ultimamente, grazie alla presenza di Stagista, obbliga la malcapitata a leggergli il giornale (la frase è “Se hai finito di mangiare, dedicati a qualcosa di utile: leggimi il giornale, che fa bene anche a te!” (*)) mentre lui mangia il suo piatto di salame e formaggio stagionato scaldato nel fornetto (nel senso che taglia fette di salame, posiziona sopra una fetta di formaggio e piazza il piatto di plastica dentro il fornetto per far fondere il formaggio sul salame... e il piatto su entrambi...)
Appena si leva la puzza di diossina liberata, corre ad aprire il fornetto e tirare fuori i resti, raschiando via i pezzi e mangiando ciò che dovrebbe essere ancora commestibile (ma anche il resto: perché sprecare?)
Ecco le condizioni in cui trovo il locale il lunedì al mio rientro (alle due) entrando a prendere il caffè (**) e dovendomi sorbire parte della lettura.
Ammetto che Stagista non vede l'ora del mio arrivo, visto che non riesco mai a trattenere la mia battuta bastarda di commento alla lettura, così lei scoppia a ridere e smette di leggere, lui non riesce nemmeno più a dirmi nulla, dopo le nostre infinite discussioni passate, in cui lo rintuzzavo continuamente e io posso sorbirmi il caffè in pace, senza sentire cazzate...

(*) agli inizi, aveva provato anche con me: finito il mio pranzo accettavo di leggergli il giornale, ma lo leggevo a modo mio, commentando ogni frase... dopo una settimana non mi ha più chiesto di leggere... siccome commentavo anche la lettura di altri, dopo altre due settimane non ha più letto il giornale se mangiavamo insieme... all'epoca non si dovevano fare i turni, visto che la sala pranzo era l'attuale sala riunioni...
(**) purtroppo, il lunedì il mio bar preferito è chiuso, quindi devo prendermi il caffè in ufficio...

Commenti

Post popolari in questo blog

Presentazione...

Comincia il lavoro

Rivelazioni