Usciresti con me stasera?

Era un po' di tempo che incontravo la dipendente civile dell'ospedale militare, quella che era talmente bella che tutti se la sognavano senza speranza..
Io, che sono estremamente timido, ebbi un giorno l'occasione di fare la mia bella figura di m.. proprio con lei.
Lavoravo già in reparto, e tra i miei incarichi c’era quello di accompagnare i ragazzi che venivano dai vari distretti militari nei vari reparti in cui sarebbero state effettuate le visite specialistiche.. (lei lavorava presso uno dei reparti più frequentati.. purtroppo a stretto contatto con un capitano rompipalle..)
Appena venne l’occasione di portare i primi ragazzi mi alzai, raccolsi le loro cartelle e dissi loro di seguirmi, avviandomi con passo deciso..
Raggiunto il reparto entrai, dissi ai ragazzi di sedersi nella sala d’attesa e bussai alla porta del capitano per consegnare le cartelle.. “Avanti” riconobbi la sua voce (era difficile confonderla con quella del capitano) ed entrai, vidi subito che il capitano non c’era, mentre lei, con un sorriso meraviglioso, mi faceva “Ciao MK” (mi aveva riconosciuto – d’altronde ci vedevamo ogni giorno – e si ricordava persino il mio nome – non lo aveva di sicuro letto sulla divisa.. non lei.. no.. per favore, lei no..)
Visto che il capitano non c’era e potevo quindi rispondere, le risposi: “Ciao MeravigliosaCreatura, ti ho portato un paio di clienti” (ca##ata: non c’era nessun altro motivo per cui io andassi lì, ma col capitano presente consegnavo le cartelle, scattavo sull’attenti facendo il saluto e uscivo, senza dire una parola.. le rivolgevo solo uno sguardo velocissimo appena entrato: non potevo fare altro..), lei rispose “Oh bene.. appena arriva il capitano cominceremo a visitarli..”
“Uh? Non c’è il capitano?” “No, ha telefonato che arriverà tardi per un problema in famiglia.. sai che abita nella CittàVicinaDoveSiMagnanoIGatti?”
Non me ne poteva fregare di meno del capitano e delle sue passioni culinarie, ma l’occasione per passare alcuni minuti con lei era troppo ghiotta, così approfittai e le dissi “Senti, posso chiederti una cosa?” “Ma certo, dimmi..”
“Ecco.. io..” tremavo e sudavo, contrastato in tutto dalla mia innata timidezza, ma alla fine riuscii a dirle “Senti, è un po' che volevo chiedertelo: usciresti mica con me, stasera? ..O una di queste sere?”
Lei mi guardò stupita, poi accennò un diplomatico sorriso (almeno non si è messa a ridere..) e mi disse “Mi dispiace: sei molto simpatico, ma non credo di poter uscire con te stasera.. o in altre sere..” “Ma..”
“No, non prendertela: è che io sono fidanzata, e il mio fidanzato non sarebbe molto contento se uscissi con altri..”

Boh.. almeno non si è messa a ridere, come dicevo..

2 commenti:

  1. Been there, done that, e non mi hanno nemmeno dato la maglietta. Dicono che siano cose normali, che capitano a tutti, eccetera: ed allora, perché, a distanza di 20 anni, se ci ripenso ancora mi girano le ${sfere_inferiori}?

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  2. > perché, a distanza di 20 anni, se ci ripenso ancora mi girano le ${sfere_inferiori}?
    Sembrerebbe che anche questa sia una cosa normale, che capita a tutti, eccetera :-)

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