Era il mio primo grosso lavoro, in Abruzzo: dovevo costruire gli impianti elettrici per l’ampliamento di un grosso stabilimento industriale. La ditta dove ero stato assunto aveva vinto l’appalto, e serviva un po’ di carne da macello da mandare sul posto..
Trasportavamo (a traino di mulo.. bipede..) il trabattello con sopra la cassetta degli attrezzi e la saldatrice portatile, oltre alle varie prolunghe per alimentare le apparecchiature, se si trovava qualche fonte di energia (non necessariamente delle prese a norma, che a fare i collegamenti farlocchi eravamo specialisti.. a giudicare da quante volte saltavano gli impianti nelle aree in produzione..)
Buona parte del lavoro consisteva nel montare le canalizzazioni sulle staffe precedentemente fissate, per cui una parte delle canaline veniva piazzata direttamente sul trabattello, poi si posizionava il trabattello nel punto giusto (all’interno di 2 staffe adiacenti), lo si bloccava, si saliva e si montava la canalina (eravamo in due, ciascuno di noi si occupava di fissare su una staffa), dopo di chè uno dei due (il più giovane e forte, indovinate chi?) scendeva, sbloccava e spingeva il trabattello fino a posizionarlo all’interno delle successive staffe, per poi ribloccarlo e risalire a fissare la nuova canalina, tenendosi comunque il più vicino possibile alla canalina precedentemente fissata, dato che bisognava comunque collegarle entrambe mediante quelli che in gergo venivano chiamati fazzoletti (lamiere pretagliate e preforate appositamente per coincidere con i fori della canalina e permetterne l’imbullonatura).
Dopo un po’, le canaline di scorta finivano, per cui occorreva che uno di noi (il più giovane) scendesse dal trabattello, tornasse alla baracca di cantiere (che ovviamente era dalla parte opposta dello stabilimento) e si caricasse a spalle delle canaline (e nel tascone dei fazzoletti) per proseguire l’opera. Ovviamente, le canaline erano di metallo, per cui abbastanza pesanti, e le dimensioni erano tali da produrre un certo “effetto vela”, specie in una zona dove il vento soffiava abbastanza deciso.
Per farla breve, non riuscivo a portare più di 2 canaline alla volta (che poi dovevo anche mettere sul trabattello, ma lì mi dava una mano il collega anziano: gliela alzavo che lui riuscisse ad afferrarla e poi se la girava dentro il trabiccolo da solo, io dovevo solo fare attenzione a non venire coinvolto in qualche collaudo di nuovi tipi di ghigliottina..).
Dopo poco tempo, dovevo quindi ritornare a prendere altre canaline, per la gioia del CapoCantiere che vedeva il lavoro progredire lentamente e mi sbraitava contro “Ma che, ti pagano a chilometri?” Siccome consideravo molto il parere di costui, gli rispondevo “No, era compreso nel contratto un trattamento completo di dimagrimento in palestra!”
In effetti è vero: in quel periodo sono dimagrito abbastanza..
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Il mondo del se...
O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...
-
Il giorno designato mi presento quindi all'indirizzo e individuo subito il cantiere (da un lato della strada c'è un paio di edifici...
-
Ogni tanto mi capita di imbattermi nei controllori, ovvero gli addetti dell’azienda al rilevamento delle infrazioni, in particolare la veri...
-
Architetta è evidentemente esperta di computer: nel suo corso di laurea è compreso un esame relativo all'utilizzo di autocad (e pensare ...
E poi ci si chiede perché i vecchi facessero salti mortali per far studiare i figli e sottrarli al lavoro sotto padrone...
RispondiElimina