Annunci sentimentali 7

Per un bel po' di tempo, non ho più avuto rotture di pelotas da parte di fanciulle assatanate o di colleghe rompiscatole.
Nel frattempo ho cambiato lavoro, mi sono pure messo in proprio, e infine ho cominciato a costruirmi una vita diversa su internet, aggregandomi prima a un forum poi a un altro, finchè diversa gente mi conosceva, probabilmente avevo più conoscenze nel mondo virtuale che in quello reale.
Tra i vari amici virtuali, ce n'era una in particolare, una donna simpaticissima, che ha un suo sito, dedicato alla propria attività professionale in ambito sanitario, con annesso forum.
Costei mi ha chiesto, un giorno, di partecipare al suo forum nell'angolo delle chiacchiere da bar (che nei settori specialistici non avrei mai saputo dove andare a parare) e io ho infine accettato, iscrivendomi e postando alcune volte.
Tra i vari utenti del suddetto forum, c'era una sua collega abitante a Torino, che saputo di essere mia concittadina ha espresso la volontà di incontrarci.
In un attimo mi sono tornate in mente le scene quasi apocalittiche che ho visto nel passato, ma nel frattempo alcune cose erano cambiate: ero diventato più vecchio e più acido, il mio caratteraccio schifoso aveva preso il sopravvento, e un'uscita con una ragazza che di mestiere faceva la dottoressa non sembrava certo la cosa più adatta a me, ma in fondo si trattava solo di uscire, andare a prendere un aperitivo al bar, nulla di più... inoltre, l'incontro era a due passi da dove lavoro, quindi anche comodo.

Esco la sera dall'ufficio, raggiungo la piazza adiacente e mi avvicino alla fermata del tram, dove tra le molte persone vedo una donna che indossa un cappello particolare, corrispondente a quello che la suddetta ragazza mi aveva indicato come segno di riconoscimento. Mi avvicino e le chiedo se è lei, lei si volta verso di me sorridendo, annuisce e ci salutiamo, quindi ci dirigiamo verso il bar in piazza e ci sediamo.
Prendiamo un aperitivo e chiacchieriamo tranquillamente, ma a un certo punto mi accorgo che lei devia la discussione direttamente sul forum dove ci siamo conosciuti e in particolare su alcuni utenti del suddetto forum, utenti che conosco ormai da lunga data, ma è strano.
Il discorso diventa quasi un pettegolezzo, dove lei chiede sovente informazioni su altri utenti, finchè ottiene conferma di una sua idea, secondo la quale pare che alcuni utenti di quel forum abbiano una relazione tra loro... francamente a me non importa assolutamente: sono comunque adulti, quindi sono cavoli loro, ma dal tono e dalle parole, mi sembra di capire che costei sia parecchio alterata da questo fatto.

Possibile che in realtà anche lei fosse invaghita del suddetto utente?
E allora, per quale motivo non ha chiesto a lui di uscire?
Che bisogno c'era di uscire con me, se il suo interesse era lui?

Mah! E poi dicono... è vero: per un uomo (specie un idiota come me) la mente femminile è realmente un labirinto inimmaginabile e incomprensibile...

CAD per Linux

Ho risolto il problema che mi assillava di trovare un CAD nativo per Linux che funzionasse bene senza emulatori.

Continua a leggere...

Architetta non plotta.. 3

Devo aver già detto da qualche parte che, di recente, i plotter sono stati portati nello scantinato, a metà strada tra l'ufficio della truppaglia (il cui responsabile è PiccoloCapo) e l'ufficio dei Progett Mannaggiament (la cui responsabile è Architetta).
Un giorno, Architetta decide di (tentare di) fare un plottaggio in prima persona, lancia la stampa e dopo una decina di minuti scende a vedere, per prendere il prodotto finito (per fortuna, i plotter non si trovano più in Siberia quindi non deve necessariamente surgelarsi nell'attesa).
Arriva sotto, scopre che il cestello del plotter è vuoto, controlla l'altro plotter e scopre che anche quello non ha dato segni di vita di recente, allora torna al suo ufficio, prende il telefono e fa il numero delle emergenze: 911.. e quindi sento squillare il mio telefono, al ché rispondo con la necessaria professionalità: “Chi è che rompe i cojoni alla gente che lavora?”
“MK? Sei tu?” “Io sono io, ma tu chi sei?”
“Sono Architetta, ho un problema grosso grosso..” “Solo uno? Allora mettiti in coda e prendi il numerino!”
“No, aspetta! Aiutami! Peppiaccere peppiaccere..” “Che problema?”
“Il plotter non va.. mi odia.. aiutami.. vieni che ho assoluto bisogno di te.. peppiaccere..”
“Che ha il plotter?”
“Non va.. non mi vuole stampare.. nessuno mi vuole bene.. sono triste e sola.. vieni.. peppiaccere..” “Uff!!! Ok, arrivo!”
Vado sotto e lei non c'è (e già questo mi fa incazzare), guardo il display dei plotter e mi incazzo ancora di più, lanciando una serie di imprecazioni degne di passare alla storia, ma non in questo sito.. e salgo nell'altro ufficio entrando infuriato senza bussare nella sua stanza dove lei sta giocando con qualcosa che ronza sotto la scrivania.
Lei spalanca gli occhi e spegne immediatamente l'aggeggio sotto la scrivania “Caz.. cosa fai qua? Ehr.. Perché non hai bussato?” “Tranquilla, non ho visto niente! Allora, qual è il problema?”
“Problema? Non lo so! Che problema c'è?” risponde lei agitandosi freneticamente sotto la scrivania “Che, mi prendi per il culo? Che problemi hai col plotter?”
“Eh? Problemi? Col plotter? Ahhh! Si, scusa.. allora.. ho lanciato il plottaggio di questo file che mi è arrivato da fuori come allegato a una mail inviatami dal cliente e che rappresenta una planimetria edile con alcuni prospetti e sezioni ed è disegnato in formato A0 allungato e che devo per forza stampare perché se non lo stampo non riesco a vedere come risulta il loghino colorato nell'angolino del testalino che secondo i clienti è colore del mare al tramonto in estate e secondo me è colore del mare mezz'ora prima del tramonto ma in autunno o al massimo a fine estate diciamo fine settembre inizio ottobre e..”
“Vuoi che ti dica subito quanto mi interessa il colore del loghino? E cosa penso del fatto che per vedere un loghino colorato che puoi stampare sull'A4 normalissimo vuoi plottare un lenzuolo a tre posti?” “Eh? Cosa? No.. Ma non trattarmi così: io sono brava bella e buona.. e tu sei così antipatico con me..”
“Vuoi smetterla di dire caxxate e spiegarmi che caxxo di problemi hai con sto caxxo di plotter? Altrimenti torno al mio posto e ti arrangi da sola a risolverti tutto!” “Eh? No no, non andartene.. allora, il plotter non mi ha stampato, e io non so cosa è successo..”
“Andiamo!” “Dove?”
“Sotto, dove c'è il plotter..” “Ma devo venire anch'io? Perché sono impegnatissima e..”
“Hai problemi?” “No, veramente adesso non ho nulla da fare..”
“Allora muovi il culo!” “Ehi! Non puoi trattarmi così..”
Credo che abbia riconosciuto la luce omicida nel mio sguardo (o che temesse ricatti per la storia del vibratore) perché si è comunque alzata di scatto e mi ha seguito fino alla sala plotter, dove mi ha indicato il cestello vuoto del primo plotter “Vedi, signor SoTutto? Non mi ha stampato niente!”
Io le indico il display “Sai leggere?” “Certo! Mi prendi per i fondelli?”
“Io a te no, e tu a me?” Lei fa per rispondere, poi si ferma e si avvicina al display e legge “sostituire rotolo carta e cartuccia nero”
“Oddio, no.. adesso devo cambiare il rotolo e la cartuccia? Ma io non so come si fa, non l'ho mai fatto, non sono capace, sono tanto brava bella e buona ma certe cose non le so fare... Me li cambi te? Peppiaccere..” Ormai ero lì, e non ci voleva poi molto tempo, quindi “Ma solo per questa volta, quindi guarda e impara!”
Cambio il rotolo e la cartuccia, facendole vedere come si fa, e poi faccio per tornare indietro e lei mi fa “Ehi! E il mio disegno? Perchè non lo stampa?” “Devi rilanciarlo!”
“Nooooo! Questo plotter mi odia.. non mi vuole bene.. io sono tanto brava bella e buona.. Me lo puoi lanciare te?” “Ciaooo..” e me ne vado (prima di lanciare a lei fuori dalla finestra, che poi essendo nello scantinato manco si faceva male... purtroppo...)

Annunci sentimentali 6

Come dicevo, Amministrativa conosceva effettivamente molte altre ragazze, e forse voleva realmente avviare un'agenzia matrimoniale.

Mi sono quindi trovato alcune volte a casa sua, a ripetere l'esperienza già vissuta, con delle ragazze sempre più strane.
Ogni volta, quando la ragazza in questione se ne andava, lei mi tratteneva per darmi suggerimenti o chiedermi pareri a caldo, e ogni volta le mie risposte erano sempre più drastiche.
Una volta le ho detto chiaramente "Ma scusa, veramente io dovrei uscire con una così?"
La sua risposta è stata "Beh, forse non è propriamente il massimo, ma quando l'ho conosciuta era una bambina deliziosa..."
"Una bambina?" "Eh si... quando l'ho conosciuta io aveva 8 anni..."
"Ma... quindi non la vedi da oltre 20 anni, non la conosci e me la vuoi affibbiare?" "Ehm..."
"Ciao neh!" e me ne vado.

Passa del tempo e un venerdì in serata mi ritelefona "MK, sono Amministrativa" "Ciao, cos'è successo?"
"Come sarebbe cos'è successo?" "Beh, mi telefoni sempre quando succede qualcosa, quindi..."
"Senti, verresti a trovarmi sabato?" "Perchè? Cos'è successo?"
"Ma niente... se vieni, ti presento una ragazza che conosco!" "Un'altra fuggita dal manicomio?"
"Ma no, certo che no! Questa è una brava ragazza che conosco da..." "...da quando era bambina, però nel frattempo l'hai persa di vista e non sai che ora va in giro come una metallara dark strapiena di spuntoni e spilloni che finge di essere una vampira satanista?"
"Ma no: quella era un caso particolare! Questa è una brava ragazza, tutta casa e chiesa..." "E già questo implica che non potremmo mai andare d'accordo!"
"Uffa! Allora, vieni o no?" "No: uno perchè non posso e due perchè sono stufo di queste matte che mi vuoi affibbiare!"
"Non vuoi venire?" "No: non vengo!"
Ero fiero di me e della mia decisione, ma non è così semplice spuntarla con certe persone, abituate ad avere sempre l'ultima parola...
"Allora le do il tuo numero di cellulare e vi mettete d'accordo voi! Ciao!" e attacca prima che possa dire qualsiasi cosa.
Passa il sabato e anche la domenica, e mi dimentico di questa cosa (la mia RAM è nota per essere facilmente resettabile...), il lunedì sono sul lavoro e improvvisamente mi suona il cellulare.
Rispondo e una voce femminile con accento straniero mi dice "Buongiorno, sei tu MK?" "Si, sono io. E tu chi sei?"
"Sono AmicaDiAmministrativa, lei mi ha dato il tuo numero e mi ha detto che non ci sono problemi se ti telefono, ma se disturbo stacco subito!"
Beh, in fondo sembrava anche più imbarazzata di me e, appena nominata Amministrativa, mi è tornata in mente tutta la discussione, per cui "Sei l'amica che voleva farmi conoscere?" "Si, ma se disturbo puoi chiamarmi più tardi, il mio numero dovrebbe essere apparso..."
"No, non mi disturbi, dimmi tutto!" "Ecco, preferirei parlarti di persona..."
"Va bene: possiamo vederci stasera al bar, prendere un caffè e parlare?" "Si, ci vediamo al BarTizio?"
"Ok, è anche vicino a casa mia..." "Penso di si: Amministrativa mi ha detto che abiti vicino a dove abito io!"
"ok, a stasera!" "A stasera!"
La sera, tornato a casa dal lavoro, mi preparo ed esco, raggiungo il bar in orario e prendo il cellulare, compongo il numero e sento all'improvviso una suoneria dietro di me, mi volto e vedo una ragazza che cerca trafelata il cellulare nella borsa, le chiedo "Sei tu AmicaDiAmministrativa?" "Eh? Si, sono io, e tu sei MK?"
"Si, ciao" "Ciao" e ci stringiamo la mano, poi entriamo nel bar, ci sediamo al tavolino e ordiniamo un caffè a testa.
Cominciamo quindi a parlare per presentarci, e lei mi racconta di essere originaria dell'est europeo (come era chiaramente comprensibile dall'accento) ma di essere una brava ragazza (evidentemente era convinta che i suoi connazionali non fossero brave persone).
Alla fine, durante il discorso, mi rivela che lei, pur facendo diversi lavori in nero, risultava in Italia con permesso di soggiorno studentesco, ma che il permesso era ormai prossimo alla scadenza in quanto aveva terminato gli studi.
E quindi, continuando il discorso, mi rivela che era desiderosa di conoscere un bravo ragazzo italiano, che le volesse bene, che potessero mettersi insieme, meglio ancora sposarsi, ma soprattutto avere un figlio al più presto, così lei avrebbe potuto restare in Italia senza problemi, ed eventualmente avrebbe potuto aiutare i suoi famigliari rimasti al paese, in previsione di un futuro trasferimento in massa in Italia.
Al termine del discorso, usciamo dal bar e camminando lei mi indica un palazzo, e mi dice "Io abito lì, all'ultimo piano!" "Complimenti, bel palazzo..."
"Si, un alloggio comodo e grazioso... Lo vuoi vedere?" "Eh?"
"Massì! Vieni su, ti faccio vedere il mio appartamento: è solo cucina e camera da letto, ma è carino: il letto è comodo!" "Ma..."
"Dai, vieni su! Tu mi piaci: ci troveremo bene!" "Come sarebbe a dire?"
"Beh, credo di essere una bella ragazza: possiamo metterci insieme e..." "Ehi! Calma! Io non ho detto che voglio mettermi con te!"
"Ma perchè? Sono una ragazza a posto, religiosa, di sani principi, voglio solo metter su famiglia!" "Mi spiace, ma io non sono la persona giusta per te..."
"Come fai a dirlo?" "Ne sono sicurissimo! Ma non preoccuparti: una ragazza bella e di sani principi come te non avrà problemi a trovare la persona giusta per metter su famiglia! Addio!"
E me ne torno a casa!

Il giorno dopo telefono ad Amministrativa e le comunico ufficialmente che non ho più intenzione di partecipare ai suoi giochi matrimoniali, diffidandola dal continuare.
Questa è stata l'essenza, ma ammetto che la mia telefonata in realtà è stata piuttosto pepata, ma come dicono nella capitale "quanno ce vò ce vò!"

E per un po' le minacce hanno funzionato...

Non riesco a rimetterla dentro

Telefonata di primo mattino, brutto segno!
“MK?” “Ciao MK”
“Ciao Segretaria” “Per favore, puoi venire da me?”
“Che è successo?” “Una catastrofe.. non ci riesco più! Puoi venire?”
“Non riesci a fare cosa?" "A rimetterla dentro!”
“Cosa?" "Mi è uscita fuori e non riesco a rimetterla dentro! Vieni, presto!”
“Ok, arrivo!” “Grazie!”
Vado da lei, convinto che ci sia un grave problema al computer e.. indovinato!!! A proposito, dov’è il tabaccaio più vicino per giocare al superenalotto?
“Cos’è successo?” “Non lo so, non ci riesco più..”
“A fare cosa?” “Questo – indica il monitor del computer – non funziona più!”
Guardo il monitor acceso con le solite diecimilaottoventisette icone, muovo il mouse e vedo la freccia che si sposta e le dico “A me sembra che funzioni..” “NO!!!”
La guardo perplesso, lei indica lo schermo e quasi piangendo esclama “Mi è uscita fuori e non riesco a rimetterla dentro!”
“Non ho capito” “Quella – e indica lo schermo – è uscita fuori dalla cartella e ora non riesco più a rimettercela dentro!”
La guardo, seguo l’indicazione del dito e vedo che indica un’icona classica delle cartelle condivise in rete.
“Quale cartella?” “Questa..” clicca su un’altra icona e si apre una cartella dove ci sono altre icone di cartelle di rete (ovviamente, essendo l’icona delle Risorse di Rete).
Prende il mouse, clicca sull’icona nel desktop e cerca di trascinarla nella cartella, non riuscendoci “Vedi? Non riesco a rimetterla dentro!”
La guardo, allungo la mano verso il mouse, lo sposto sui pulsanti nella barra blu dell’Esplora Risorse di XP e clicco sul primo (Aggiungi risorsa di rete..), seguo la procedura e le ripristino l’icona smarrita, poi le restituisco il mouse.
“Prova un po’!” clicca e funziona tutto bene
“Ma.. ma..” “Uh?”
“E quella?” indicando l’icona sul desktop
“Funziona?” indicando la cartella aperta
“Si, ma quella?” indicando ancora l’icona sul desktop
“Tasto destro, elimina!” “Ma si può fare?”
“Certo” “Ma è una cartella di sistema”
“Più che altro è un collegamento..” “Allora la elimino?”
“Si” “Posso davvero?”
“Dammi il mouse, lo faccio io!” “Ma no, mi fido.. ok, tieni..”
Eliminata l’icona sul desktop, le indico quella che le ho ricreato un attimo prima e le dico “Riprova a cliccare, donna di poca fede!”
Lei clicca, si accerta che la cosa funziona e “Grazie, ora vai pure: non mi servi più!”

Sei pagato a chilometri.. 2

PiccoloCapo entra in ufficio mezz’ora prima degli altri, apre le finestre del suo antro e del mio (che gli serve per vederci mentre passa) e si piazza nella sua sedia a consultare internet per leggere il giornale.. dopo una veloce scappata alla macchinetta del caffè e al bagno..
Arriva l’orario e cominciano a entrare i vari schiavi, per cui PiccoloCapo si alza e comincia a passeggiare lungo il corridoio avanti e indietro, controllando chi arriva e facendo contorsioni allucinanti per guardare l’orologio senza farsi notare (vizio copiato pari pari a GrandeCapo), e una volta entrati gli automuniti, ecco che cominciano ad arrivare i dipendenti dai mezzi pubblici, allora nuova passeggiata con controllo contorsionistico dell’orologio.
Poi, PiccoloCapo torna al suo posto, si immerge in un’attività ronfatoria nel suo antro, fingendo di usare il computer, finchè non gli suona il telefono, allorchè comincia a dare grandi dimostrazioni di eloquenza dotta e forbita intrattenendosi col cliente dall’altra parte per diverse decine di minuti.
Terminata la telefonata (con grande gioia delle nostre orecchie, stanche di sentire un simile cumulo di caXXate degne solo delle barzellette su cui si basavano i vecchi film della “commedia all’itagliana”), si dedica alla fase di stampa delle relazioni universitarie della figlia (quelle che, a volte, non riesce nemmeno a impaginare e si rivolge disperato a me), quindi comincia la passeggiata verso la stampante, dove scopre immancabilmente che o è finita la carta o è finito il toner, lancia urla allucinanti e comincia a dedicarsi in prima persona alla sostituzione.
Tornato infine alla sua postazione, comincia a telefonare ai suoi ex colleghi per organizzare qualche incontro (che fa passare per incontri di lavoro)
Arriva quindi il momento in cui è costretto a fare una passeggiata verso il bagno.
Tornando indietro si ferma alla macchinetta del caffè (è solo la seconda volta nella mattinata, e mica il caffè gli può far male.. anche se il suo organismo è allo sfascio totale..) e si legge il giornale.
Tornato al suo antro, attende: è l’ora in cui solitamente GrandeCapo passa a controllare la truppa, poi si ferma nel suo antro e cominciano a discutere su quale elemento del personale al momento sta facendo le maggiori cojonate (ovviamente se sono da questa parte discuteranno solo di coloro che sono nell’altro ufficio, e viceversa.. ma questo implica che PiccoloCapo corra dall’altra parte nell’ufficio di GrandeCapo, e questo di solito succede nel pomeriggio..)
Passato il pericolo, arriva Segretaria che lo chiama per un caffè e i due si avviano alla macchinetta per la pausa caffè-spetteguless.
Al loro rientro, solitamente procedo con la mia pausa caffè, e al mio rientro me lo trovo davanti alla scrivania “Caxxo! Non ci sei mai!” “Stavo prendendo il caffè, che c’è?”
“Ecco, siediti che ti spiego..” e comincia a farmi uno spiegone di qualche lavoro, condito da vecchi ricordi di come lui aveva già risolto un problema simile in epoche primordiali, e di come nel frattempo qualche suo collega – che non ho capito se dovrei conoscere – ha fatto delle corbellerie, che mi racconta per filo e per segno, come se mi importasse qualcosa, e alla fine, dopo aver pastrocchiato una serie di fogli e infarcito di ditate e sputazzate il mio monitor, mi fa capire cosa devo realmente fare (ovviamente dopo la mia classica domanda: “Si, vabbè, ma IO che cosa devo fare?”) prima di andarsene, per la gioia delle orecchie delle colleghe Termica e Stagista.
Fatto ciò, torna nel suo antro per dedicarsi nuovamente alla fase di stampa di qualche cosa divertente (per lui) trovata in qualche sito strano su internet (non ho capito se sono solo io ad avere i filtri..), quindi cominciano le passeggiate verso la stampante, con i conseguenti cambi della carta e a volte dei toner.
Telefonate di livello boccaccesco con clienti (per la gioia delle nostre orecchie) e infine si giunge alla pausa pranzo.
Parte, arriva alla porta e si ricorda di aver dimenticato qualcosa, torna indietro, ritorna alla porta e si ricorda di qualcos’altro, ritorna indietro e ritorna nuovamente alla porta, esce, rientra e ritorna a prendere le ultime cose che si è dimenticato, quindi esce e se ne va al bar dove pranza.
Al termine della pausa pranzo, quando rientro, lui è dentro ad ascoltare la radio o leggere le notizie su internet, appena sente i rientri, si lancia deciso verso il bagno, poi va alla macchinetta del caffè (si: l’ha preso anche al bar..).
Alla macchinetta controlla chi passa e chi prende il caffè, poi si dirige al suo antro (prima che arrivino i capi, che non è necessario controllare anche loro) e comincia a telefonare, per facilitarci l’ascolto dello Zoo di Radio 105 con sottofondo di battute alla Pierino.. sovente le cose coincidono in un modo straordinario.. ovviamente parla con i clienti..)
Dopo un po’, si alza e va dall’altra parte (ufficio di GrandeCapo) a completare l’opera di spetteguless sul personale.
Tornato di qua, per evitare di annoiarsi, comincia a lanciare in stampa le numerose normative, dato che pare che quando ha dato analogo ordine a Disegnatrice (???) lei sia riuscita a stampare solo il 50% di ogni singola normativa, a pagine alterne (Disegnatrice? Ma se non sapeva nemmeno impostare una stampante..)
Parte quindi a controllare che la stampante proceda (sovente le normative raggiungono anche le 200 pagine, si sa mai che può succedere..) e ovviamente sapete cosa succede, vero?
Stampate un paio di normative, va da Segretaria per farsele rilegare, poi torna, lancia in stampa altre normative e va a farsele rilegare, poi torna, lancia in stampa..
Uscito dal loop è ora di andare via, al ché corre “Io vado, che ho gravi impegni personali e poi mi sono anche rotto i cojoni di stare qua!” poi si volta verso Stagista “Vuoi un passaggio?” “Si grazie..” e se ne vanno.
Anche lui deve essere pagato a chilometri

Annunci sentimentali 5

Come dicevo, si stava aprendo un altro fronte nel mio futuro battagliero.

Vi ricordate che, oltre a Segretaria, c'era un'altra donna nella Piccola Ditta? Si: Amministrativa!
Ecco, a differenza di Segretaria che era un pelino più giovane di me, (anagraficamente aveva un anno in meno, mentalmente ne aveva moltissimi in meno...), Amministrativa era più anziana, non al punto da farmi da mamma, ma abbastanza da assumere comunque il ruolo di sorella maggiore/vice mamma, e costei aveva un difetto grossissimo: aveva deciso che non le piaceva che io fossi ancora single, e siccome Stagista le aveva confidato il suo piccolo trucchetto, ecco che le erano venute stranissime idee in mente!

Un venerdì sera mi telefona a casa e, dopo i convenevoli, mi chiede se l'indomani posso andare a casa sua, aggiungendo un perentorio “da solo!”
Ok: è una donna più anziana di me, è sposata, ha due figli, mi reputa come un fratello più piccolo... non credo proprio che abbia strane idee su di me, o che abbia voglia di un rapporto incestuoso, quindi accetto di andare da lei.
Vado, posteggio l'auto e suono al citofono, lei mi fa salire e la raggiungo a casa sua.
Stretta di mano e bacetti sulle guance, poi mi fa accomodare e mi accorgo che la casa è deserta: i figli e il marito non ci sono.
Lei si siede accanto a me e cominciamo a chiacchierare, quando il discorso comincia a vertere su amore, relazioni, eccetera... Occacchio! Allora mi ero sbagliato: ha realmente intenzioni strane su di me!
Quando stavo ormai cominciando a tremare, ecco che lei inizia a spiegarsi, ma forse la spiegazione mi fa tremare ancora di più.
In pratica, mi ha invitato ingannevolmente, con l'intento di presentarmi una ragazza che conosce, figlia o nipote di qualche sua amica, che secondo lei sarebbe adatta a me.
Ormai comunque è troppo tardi per fuggire, infatti poco dopo suonano al citofono e, dopo alcuni istanti, la porta si apre rivelando una ragazza con la quale non riesco a capire cosa posso avere in comune, e soprattutto come possa essere adatta a me.
Lei la fa accomodare, ci presenta, fa una chiacchierata introduttiva per metterci a nostro agio (???) e si allontana con la scusa di dover preparare qualcosa, obbligandoci a chiacchierare tra di noi.
La chiacchierata verte sui più disparati argomenti, ma nessuno dei due arriva al punto di chiedere il numero di telefono all'altro, così lei ritorna e ci ordina esplicitamente di passarci il fatidico numerino.
Poi comincia a chiedere a ciascuno di noi cosa pensa dell'altro e gestisce la situazione con le capacità di una esperta Amministrativa che vuol giocare a fare l'agente matrimoniale.
Alla fine la ragazza se ne torna a casa, e anch'io faccio per seguire l'esempio, ma lei mi ferma.
Mi fa tornare sulla sedia e comincia a darmi consigli e indicazioni per il primo approccio.
Io mi adeguo alle sue indicazioni, e poi finalmente torno a casa.
Era ormai tarda sera. Il giorno dopo decido che posso seguire le indicazioni e provo a chiamare la ragazza, che mi risponde di essere impegnata e di richiamarla più tardi.
Riprovo più tardi e non risponde.
Ancora più tardi e non risponde.
Alla fine, mi convinco che non abbia molta voglia di uscire con me, quindi sospendo le chiamate (in fondo era ormai una settimana che provavo invano).
La mia collega mi chiama chiedendomi com'è andata, le racconto ogni cosa e lei ammutolisce un attimo, poi mi dice “Non preoccuparti! Quella ragazza non è del tutto a posto... Ma ne conosco molte altre!”
E attacca, con questa non-troppo-velata minaccia...

E infatti ne conosceva davvero altre...

Sei pagato a chilometri.. 1

Era il mio primo grosso lavoro, in Abruzzo: dovevo costruire gli impianti elettrici per l’ampliamento di un grosso stabilimento industriale. La ditta dove ero stato assunto aveva vinto l’appalto, e serviva un po’ di carne da macello da mandare sul posto..
Trasportavamo (a traino di mulo.. bipede..) il trabattello con sopra la cassetta degli attrezzi e la saldatrice portatile, oltre alle varie prolunghe per alimentare le apparecchiature, se si trovava qualche fonte di energia (non necessariamente delle prese a norma, che a fare i collegamenti farlocchi eravamo specialisti.. a giudicare da quante volte saltavano gli impianti nelle aree in produzione..)
Buona parte del lavoro consisteva nel montare le canalizzazioni sulle staffe precedentemente fissate, per cui una parte delle canaline veniva piazzata direttamente sul trabattello, poi si posizionava il trabattello nel punto giusto (all’interno di 2 staffe adiacenti), lo si bloccava, si saliva e si montava la canalina (eravamo in due, ciascuno di noi si occupava di fissare su una staffa), dopo di chè uno dei due (il più giovane e forte, indovinate chi?) scendeva, sbloccava e spingeva il trabattello fino a posizionarlo all’interno delle successive staffe, per poi ribloccarlo e risalire a fissare la nuova canalina, tenendosi comunque il più vicino possibile alla canalina precedentemente fissata, dato che bisognava comunque collegarle entrambe mediante quelli che in gergo venivano chiamati fazzoletti (lamiere pretagliate e preforate appositamente per coincidere con i fori della canalina e permetterne l’imbullonatura).
Dopo un po’, le canaline di scorta finivano, per cui occorreva che uno di noi (il più giovane) scendesse dal trabattello, tornasse alla baracca di cantiere (che ovviamente era dalla parte opposta dello stabilimento) e si caricasse a spalle delle canaline (e nel tascone dei fazzoletti) per proseguire l’opera. Ovviamente, le canaline erano di metallo, per cui abbastanza pesanti, e le dimensioni erano tali da produrre un certo “effetto vela”, specie in una zona dove il vento soffiava abbastanza deciso.
Per farla breve, non riuscivo a portare più di 2 canaline alla volta (che poi dovevo anche mettere sul trabattello, ma lì mi dava una mano il collega anziano: gliela alzavo che lui riuscisse ad afferrarla e poi se la girava dentro il trabiccolo da solo, io dovevo solo fare attenzione a non venire coinvolto in qualche collaudo di nuovi tipi di ghigliottina..).
Dopo poco tempo, dovevo quindi ritornare a prendere altre canaline, per la gioia del CapoCantiere che vedeva il lavoro progredire lentamente e mi sbraitava contro “Ma che, ti pagano a chilometri?” Siccome consideravo molto il parere di costui, gli rispondevo “No, era compreso nel contratto un trattamento completo di dimagrimento in palestra!”
In effetti è vero: in quel periodo sono dimagrito abbastanza..

Annunci sentimentali 4

Quella fu l'ultima ragazza che rispose all'annuncio, con cui ebbi a che fare per un periodo più lungo di quello necessario a prendere un caffè in un bar.
Ero quasi felice che si fosse sistemata la situazione, e proibii alla Stagista di far ripubblicare l'annuncio, ricorrendo anche a minacce di ripercussioni fisiche nei suoi confronti (che ovviamente non avrei mai fatto, ma ero veramente furioso in quel periodo).

In effetti, dopo quella volta, per un certo periodo di tempo le chiamate smisero (evidentemente Stagista aveva capito di smetterla di far pubblicare l'annuncio), e cominciai a tirare un sospiro di sollievo.
In quel periodo, Segretaria venne da me e mi disse “MK, ti andrebbe mica di passare una serata in allegria insieme a me?”
La guardai stupito (ok, lo sapete che, in fondo, meritava guardarla) e le chiesi “Che vuol dire passare una serata in allegria insieme a te?”
Ehi, so benissimo cosa state pensando, e vi assicuro che ho pensato la stessa cosa, ma ricordate il quasi-marito formato armadio?
“Ma niente di strano: usciamo tutti insieme e ci divertiamo per la serata, e magari per la notte!” “Tutti insieme chi?”
“Io e te, insieme a PiccoloCapo e Stagista!” “E il tuo quasi-marito”?
“No, lui è fuori città, quindi non viene!” “Io con chi dovrei stare? Con te o con Stagista?”
“Beh, tu sei quello che la frequenta di più, quindi staresti con lei, ma siamo tutti insieme per divertirci, mica facciamo le coppiette...” “Ok, quindi io farei coppia con Stagista e tu con PiccoloCapo?”
“Ti ho detto che non facciamo le coppiette! Io sono una ragazza seria e ho il mio quasi-marito per certe cose!” “Quando sarebbe quest'uscita di gruppo?”
“Domani sera! Vieni?” “Ok, ma solo per salvare Stagista dalla compagnia di PiccoloCapo!”
“Va bene!”
L'indomani sera, l'auto di PiccoloCapo si fermò sotto il mio portone e mi chiamò al citofono “Scendi o me ne devo andare?” “Scendo, scendo...”
Scesi in strada, salii in auto e andammo a prelevare le fanciulle, che si sedettero sul sedile posteriore, con un certo disappunto di PiccoloCapo.
Andammo in un locale che lui conosceva, ci sedemmo al tavolino e ordinammo da bere, mentre chiacchieravamo allegramente con le ragazze.
O meglio, man mano che la serata proseguiva e i bicchieri vuoti si accumulavano sul tavolino, mi accorsi che io e Stagista stavamo chiacchierando allegramente, ma Segretaria non era molto allegra e non chiacchierava parecchio con PiccoloCapo... anzi, era continuamente in agitazione, allontanandosi da lui e sovente finendo addosso a me, finchè mi voltai incavolato “Che diavolo hai?”
I due si bloccarono, specie PiccoloCapo, e lei ne approfittò per alzarsi in piedi e spostare la sedia accanto a Stagista, rossa come un pomodoro maturo, mentre PiccoloCapo, altrettanto rosso, si spostava sulla sedia e si raddrizzava.
Naturalmente, io ero abbastanza idiota da non aver capito nulla di quello che era successo, e da non essermi accorto che lei si allontanava da lui per via dell'incredibile allungamento delle sue mani, che sembravano costantemente essere magneticamente attratte da ciò che si trovava sotto la minigonna di lei...
Nessuno dei due disse nulla, ma ormai era tardi ed era ora di rientrare, e lei si confidò durante il viaggio di ritorno con Stagista, per cui pochissimo tempo dopo seppi tutto anch'io...
Alcuni giorni dopo, in ufficio, Segretaria entrò nel mio ufficio e mi si avvicinò.
Io la guardai e le chiesi “Cosa c'è?”
Lei non disse assolutamente niente, mi venne vicino e mi diede un bacio sulla guancia, poi disse “Grazie: mi hai salvato da un disastro!” e se ne andò.
Ci misi alcuni minuti a capire a che disastro si riferiva, ma da quel giorno, ogni sera prima di andare via, Segretaria entrava nel mio ufficio e mi salutava con un bacetto... e PiccoloCapo diventava ogni giorno più intrattabile e scontroso, specie con me...

Ma questa è un'altra storia!


Peccato che comunque si stava aprendo un altro fronte nel mio futuro battagliero...

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...