Corso di lingua 3
Dopo
i convenevoli, le chiesi conferma per la serata, e lei confermò,
anche se un poco titubante, cosa che non capivo bene, dato che in
fondo si
era offerta lei,
prima ancora che io ci pensassi.
Ormai
non poteva comunque più tirarsi indietro, senza perdere la faccia,
quindi decise di fare buon viso a cattivo gioco, sfruttando il più
possibile la situazione, infatti mi disse di passarla a prendere
verso le 20, per andare a mangiare insieme.
Passai
da lei, accostai la macchina, lei scese, rivolse un cenno di saluto
alla figlia che ci guardava dalla finestra, poi entrò in macchina e
io mi avviai, notando che inizialmente sembrava parecchio nervosa e
quasi infastidita dalla situazione.
Arrivammo
al ristorante, le aprii la porta per farla entrare e la feci
accomodare al tavolo che voleva, e queste galanterie evidentemente la
impressionarono favorevolmente, visto che cominciò a rilassarsi e a
sorridere, anche se continuava a giocherellare col suo telefonino.
Ammetto
che la cosa non mi stava certo predisponendo favorevolmente.
Cominciai quasi a temere che avesse mandato un messaggio al suo
compagno, dicendogli di venire a farmi fuori... o a perire nel
tentativo!
E
più continuava a giocare col telefonino, più aumentava la sua
soddisfazione e più aumentava in corrispondenza la mia
preoccupazione.
Alla
fine, terminammo la cena e uscimmo, salimmo in macchina e lei mi
disse che voleva andare al disco-pub.
La
guardai confuso e le dissi in inglese "Ma scusa, ma tu non
bevi..." "Stasera è una serata speciale, voglio bere
qualcosa!"
Andammo
al locale, ed ero quasi convinto che ci avrei trovato il suo
compagno, con altri 3 o 4 amici, al punto che ero incerto se entrare
o rimettere in moto e andarmene, abbandonandola lì... ma l'istinto
ebbe il sopravvento sulla ragione, e scesi anch'io dalla macchina.
Entrammo,
e il locale era sempre il solito: buio, affollato e avvolto in una
cappa di fumo, che ci fece tossire entrambi, e decidemmo di recarci
nell'angolo non fumatori, accanto alla finestra aperta da dove
entrava aria fresca.
Ci
sedemmo, ordinammo da bere e, mentre sorseggiavo la mia birra e lei
la sua coca, cercai di avvicinarmi e abbracciarla. Lei si tirò
indietro e non si mostrò affatto partecipe, e ben presto ricominciò
a giocherellare col telefonino, allora mi alzai e feci per
andarmente, lei mi guardò “Dove vai?” “Me ne vado: è evidente
che non hai voglia di fare niente!”
“No,
aspetta ancora un poco!” “Per cosa?”
“Aspetta!
Ti prego!” “Ok, ma solo il tempo di un'altra birra!”
Era
ormai evidente che stava aspettando qualcuno, e lentamente mi
allontanai da lei, spostandomi un pochino verso il lato opposto del
tavolino, anche per evitare che l'intenzione fosse troppo evidente, e
poter fuggire via appena vedevo arrivare il suo ragazzo, osservando
dalla finestra.
Ovviamente,
non vidi arrivare nessuno, ma ormai la birra stava finendo e, alla
fine, mi alzai per andarmene.
Lei
mi chiamò “Ma dove vuoi andare? Aspetta un attimo!” “A che
scopo? Ti avevo detto che finita la birra sarei andato via!”
Non
poteva ovviamente farci niente, così mi guardò mentre andavo verso
la porta, ma un istante dopo la porta si aprì ed entrò la persona
che stava evidentemente aspettando, e che mi ritrovai quindi davanti
senza possibilità di evitare un incontro che stava quasi per
diventare uno scontro!
…
[to
be continued!]
Tsk tsk... Questo non è il comportamento di un ingegnere torinese! A te la Serbia fa male... :)
RispondiEliminaInfatti, devo disintossicarmi... chissà com'è il Brasile? ;)
EliminaMah, dipende... Belo Horizonte? Itu? Sorocaba?
EliminaPernambuco...
EliminaAh, l'ho capita solo oggi
EliminaBeato te!
EliminaIo ci sto lavorando, ma ancora non l'ho capita... ;)
Mah, una cosa è essere indecise e ci può stare, ma prendere in giro le persone se si vuole si può benissimo evitarlo...
RispondiEliminaPerfettamente d'accordo con te.
EliminaAaaaaaah curiositàààà!!!
RispondiEliminaC'è un solo rimedio: aspettare... :)
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