Verona

Stando a Verona per alcuni mesi, qualcosa della città ho imparato a conoscerla.

Ovviamente il punto di ritrovo (uscendo dalla caserma) era sempre la piazza centrale (piazza Bra), da dove era immediato raggiungere la stazione (per consultare gli orari per partire qualora ci scappasse una licenza) o più semplicemente prendere un caffè e passeggiare per via Mazzini girando attorno all'Arena, proseguire quindi da piazza delle Erbe verso la tradizionale casa di Giulietta, dove una folla numerosa attendeva paziente di poter palpare le tette (ormai lucidissime) della statuaria padrona di casa, e infine proseguire verso quella che veniva chiamata la Porta dei Leoni, dove in un seminterrato era possibile vagare attraverso una serie di bancarelle di libri usati, dove ho scoperto un mondo nuovo (le opere di Lovecraft, nell'edizione millelire e il libro che mi ha tenuto compagnia per tante notti di servizio, il Signore degli Anelli)

A volte, la passeggiata avveniva con un amico col quale si proseguiva oltre l'Adige e si saliva su una collinetta dove c'era (oltre ai trasmettitori televisivi) una fontana freschissima molto apprezzata al termine della salita.

Altre volte il giro aveva scopi più prosaici, voltando verso la stazione e risalendo lo stradone verso l'Adige, fino a giungere a un chiosco dove, con pochissimi soldi, si poteva acquistare un panino enorme, comprensivo di qualsiasi fonte di imbottitura potesse passare in mente, che accompagnato da una birra era sovente la mia cena.

A volte ancora ci si dirigeva verso un negozio dove il proprietario vendeva le crepes, a qualsiasi gusto, e ne gustava parecchie anche lui stesso, ironizzando sulle proprie dimensioni e sul proprio livello di colesterolo.

Una volta andammo tutti insieme al MacDonald, dove un commilitone (ragazzo siciliano che poi si è fatto riformare dopo un disguido con firme e servizi volontari) cominciò a imprecare per il fatto che “Spinnio nu capitale ma nun si sazziau mancu nu dente..”

Ma una delle tappe immancabili era sempre la pizzeria vicino all'ospedale militare, dove il figlio del proprietario non mancava mai di offrirmi una birra e chiacchierare un po', rievocando i tempi in cui anche lui era obbligato a sprecare un anno di vita indossando la divisa.
...
Naturalmente, ogni tanto c'erano anche altri scopi alle passeggiate... ;-P

Commenti

  1. Lovecraft nell'edizione Millelire... Ho ancora il cofanetto dei 5 volumi nella mia libreria! Solo che le traduzioni erano pessime, ed alla fine mi hanno spinto a leggerlo in originale. Beh, alla fin fine, comunque un risultato positivo. Intanto, mi immagino un'invocazione "mavainmona Cthulhu fhtagn!
    Bella l'imprecazione del commilitone siciliano. Devo rivenderla quando mia moglie mi convince a portarla da McDonald's - anch'io ne esco sempre affamato. (Da Burger King, in paga...)
    Comunque, mi è piaciuta molto questa tua descrizione di Verona. Ha uno spirito quasi deamicisiano. Il dettaglio della fontana freschissima è veramente ottocentesco. Bravo, bravo.

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  2. E come per magia, quando i racconti parlano di pelo i commenti si impennano, quando parlano di altre esperienze personali i commenti sonnecchiano. Forse, se questo posto lo intitolavi "Verona fa rima con mona" ricevevi più segnali di interesse!

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    Risposte
    1. ahahahahahah hai ragione, ma come si dice "tira più un pelo di Architetta (o di Stagista o Termica) che mille post noiosi di vecchi ricordi..." :D

      se tanto mi da tanto, la futura serie serba dovrebbe avere centinaia di commenti... :D

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