Piani di fuga

In quel periodo, non era solo l'Italia che cambiava la propria classe politica, ma anche la Serbia stava in piena campagna elettorale, e vivendo in Serbia noi eravamo particolarmente interessati alla situazione.
Secondo il regolamento locale, il presidente serbo si era dimesso, ricandidandosi, come gli altri candidati, in una situazione strana e incomprensibile per noi italici, talmente abituati al fatto che il vecchio presidente aveva il culo talmente appiccicato alla sedia, che talvolta dovevano buttarlo via insieme alla sedia stessa quando si insediava il nuovo... ma non confondiamo le cose: questa era l'Italia, e ora stiamo parlando invece della Serbia!

Ogni giorno ascoltavamo le notizie locali, con la massima attenzione di cui eravamo capaci.
Un giorno, escono infine i risultati delle votazioni, e scopriamo che il vecchio presidente è stato sconfitto, e al suo posto è salito un candidato diverso.
Noi ci guardiamo attoniti!
Il presidente che aveva voluto l'ingresso dell'Italia in Serbia, che aveva redatto gli accordi commerciali con la più grande fabbrica italiana, che aveva spinto per favorire l'ingresso della Serbia nell'Unione Europea, che puntava all'euro-zona e alla collaborazione con l'occidente, il presidente che avevamo visto un paio di volte da lontano in visite nella fabbrica che aveva voluto, era stato sconfitto e si era ritirato dalla vita politica!
Eravamo tutti sgomenti! Com'era possibile? Cosa sarebbe successo?
Al suo posto, un nuovo presidente, un uomo che era stato il vice di un altro presidente nel passato, durante una guerra catastrofica, un uomo che aveva a cuore esclusivamente il proprio interesse, esclusivamente le proprie ambizioni e che voleva ricreare la grande Serbia, inviso a tutto il mondo occidentale e contrario all'Europa, con la quale aveva già avuto disaccordi nel passato, sfociati in una guerra e una serie di massacri allucinanti!
Un uomo il cui primo diktat ha riguardato direttamente l'esercito e gli armamenti!
No, non sto parlando di un politico italiano: adesso sto parlando della Serbia!

Eravamo terrorizzati!
Era evidente che quest'uomo voleva riportare la Serbia ai livelli di prima della guerra, che ce l'aveva con gli stranieri e soprattutto con gli italiani, e che non tollerava le intromissioni delle aziende italiane nel proprio paese.
La logica ci faceva pensare che difficilmente ci sarebbero stati problemi, considerando tutte le grandi aziende italiane e non solo che stavano investendo in Serbia, e considerando che comunque per armare una nazione e prepararla a sostenere una guerra ci vanno soldi, tanti soldi, e sapevamo per certo che la Serbia non aveva i soldi, ma avevamo comunque una certa dose di panico, sentendo i molti serbi che urlavano di gioia e festeggiavano la salita del partito nazionalista, serbi che si ubriacavano la sera e urlavano contro gli italiani...
Eravamo impauriti, ma avevamo sempre una soluzione attuabile, se le cose si fossero messe male!
Non potevamo certo aspettare i comodi della Farnesina, che nemmeno sapeva che ci fossimo noi in Serbia, e anche se l'avesse saputo se ne sarebbe sicuramente fregata, visto che non siamo persone importanti o di spicco, ma solo un semplice gruppo di sbandati, un'Armata Brancaleone senz'arte ne parte, spedita allo sbaraglio senza informazioni e senza aiuti o speranza di rinforzi.
Le nostre automobili erano tenute sempre col serbatoio pieno, noi stavamo il più possibile insieme, con a portata di mano tutto l'indispensabile, pronti a ogni evenienza, pronti a balzare tutti insieme in macchina e partire decisi, abbandonando tutto quello che avevamo lì, pronti a imboccare la strada e dirigerci immediatamente verso sudovest, una sessantina di chilometri, non di più.
Saremmo arrivati in Kosovo, e lì avremmo trovato le truppe della NATO, dato che nel Kosovo si continua a sparare, anche se la gente non lo sa, anche se i telegiornali non lo dicono, e il Kosovo con le sue sparatorie sarebbe stata la nostra salvezza, perché da lì le truppe NATO ci avrebbero rimpatriato senza problemi, e quello era il piano.
E se le truppe NATO si fossero rifiutate di aiutarci? Poco male: a due passi dal Kosovo c'è il confine albanese, e in Albania ci sono le forze dell'ordine italiane, pronte a darci una mano, e se non fosse stato così, in Albania ci sono continuamente crociere specializzate organizzate appositamente per l'Italia!
Si, in qualche modo saremmo tornati in Italia, superando tutti i problemi!

E se proprio non fosse possibile, se tutte le cose fossero finite male... beh, il fondo pensionistico per gli ingegneri garantisce comunque il rimpatrio della salma... si: in qualche modo saremmo tornati in Italia!

Commenti

  1. Bell'articolo ma ste battutine di seconda Categoria sull'Italia potevi risparmirtele.. Abbassano la credibilità del pezzo.

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    1. Quali?
      Quella sui politici italiani attaccati alla poltrona o quella sui politici italiani che pensano prima di tutto agli armamenti?
      Effettivamente sono entrambe poco credibili, hai ragione... :)

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    2. Vista la media dell'età della classe politica, mi sa che la loro priorità è mantenere stabile la produzione dei pannoloni per adulti...

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    3. effettivamente, ho l'impressione che siano tra le poche ditte rimaste in sede... o forse mi sbaglio?

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  2. Ecco un caso in cui la disoccupazione è un'alternativa interessante...

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    1. Sicuramente meno rischiosa, ma sono stato disoccupato abbastanza a lungo da non voler ripetere l'esperienza... ;)

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  3. BTW, fossi in te costruirei un tunnel di fuga dal tuo appartamento e terrei pronti un paio di fumogeni per coprirti la ritirata.

    Come auto non avete nessun fuoristrada? Perché se capita un casino da "Devo levare le tende ORA!" mi sa che le strade a quel punto sarabbero da evitare...

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    1. uhm... un tunnel di fuga dal mio appartamento mi porterebbe dritto nella camera da letto della vicina al piano di sotto, e temo che, forse non lei ma sicuramente il marito, avrebbe qualcosa da ridire in merito... :P

      niente fuoristrada, ma le punto di cantiere hanno superato eventi drammatici: c'è stato un periodo in cui le strade interne dello stabilimento rivelavano fin troppo bene che la zona era stata bombardata parecchio... ;)

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