Riccione, truppe coloniali..2

In realtà, dopo l’apocalittica esperienza da campeggiatori, e dopo un anno sabbatico di meravigliose vacanze torinesi (le colline di Torino sono uniche al mondo..), venne l’idea di ripetere l’esperienza, ma stavolta la decisione non si pose: la colonia!
Io tremavo per i ricordi di rigidezza e disciplina ma tremavo di più all’idea di finire al campeggio.
Raggiunta la colonia, scoprii che l’ambiente era sempre lo stesso, comprese le signorine.
Ovviamente ci divisero a me e mia sorella, ma stranamente le cose erano diverse: lei fece immediatamente amicizia con le bambine della sua età e io feci amicizia con alcuni ragazzini del mio gruppo.
La colonia era gestita con disciplina, ma le signorine sapevano come far divertire e come organizzare giochi e svaghi.
Un giorno ricevemmo la visita di un carretto di gelati, spinto da un vasto gruppo di gelatai (il gruppo dov’era mia sorella, acconciato con costumini di cartone di tipo carnevalesco), poi lei ogni mattina scappava dal suo gruppo per venire nel nostro (ormai era una specie di mascotte..) senza dimenticarsi prima di mettere in tasca un po’ di panini per una ulteriore colazione, mentre giocavamo tutti insieme. Ovviamente, le rispettive signorine erano d’accordo tra loro e fingevano solamente di non vedere nulla, ma erano attentissime.
Una volta organizzarono le gite, e i più piccoli (quindi anche lei) furono portati all’acquario per vedere i delfini, mentre i più grandicelli (quindi anch’io) fummo portati a vedere le Grotte di Frasassi.
Stranamente, malgrado la rigidezza dei regolamenti, quell’estate ci divertimmo parecchio. Peccato che io avevo raggiunto il limite superiore d’età, quindi per me quello era l’ultimo anno.
Mia sorella, sebbene si fosse divertita, al ricordo degli incubi del campeggio, decise di non andare da sola, quindi quello fu l’ultimo anno in cui sfruttammo le risorse estive del posto di lavoro di mio padre.
Dopo quell’anno, le vacanze estive furono brevi ma intense, nella casa dei miei nonni, in Sicilia.
Finalmente passammo a una zona civile di matrice ellenica, e finirono quindi i problemi correlati alle terre bizantine, che lasciammo alla massa che cominciava a riversarsi già da allora sulla riviera adriatica.

Commenti

  1. Insomma, per una volta che in colonia ti era andata bene, non hai più potuto andarci. Decisamente, tu e la colonia non siete nati per intendervi... Vabbeh, vacanze lampo in Sicilia alternate a permanenze estive in Torino dovrebbero essere state una buona soluzione! Anche se non era ancora la Torino ripulita e rimessa a nuovo del post-Olimpiadi.

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  2. > Insomma, per una volta che in colonia ti era andata bene, non hai più potuto andarci. Decisamente, tu e la colonia non siete nati per intendervi...

    Infatti, io e la colonia siamo proprio incompatibili...

    > Vabbeh, vacanze lampo in Sicilia alternate a permanenze estive in Torino dovrebbero essere state una buona soluzione!

    Diciamo che la parte torinese andava anche bene (afosità a parte), ma per la parte siciliana qualcosa da dire potrebbe anche esserci... ;-)

    > Anche se non era ancora la Torino ripulita e rimessa a nuovo del post-Olimpiadi.

    No, per dare un'idea cronologica, quella di cui si sta parlando era la Torino della seconda metà degli anni '70, praticamente il periodo degli "anni di piombo" e del terrorismo: questa vicenda appena narrata è ambientata nel 1976, poco dopo l'Italia è stata sconvolta dal caso di Aldo Moro

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  3. PS: scusa, è ambientata nel 1977...

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