Piange il telefono..

Lunedì sono entrato in ufficio, mi sono seduto alla mia postazione, ho acceso il computer e, quando finalmente si è reso operativo, ho cominciato a completare le lavorazioni in sospeso di venerdì sera.

A metà mattina mi sono reso conto di una cosa strana, una sensazione che sentivo nell’aria ma non riuscivo a individuare… mi sono accorto che c’era una misteriosa sensazione di silenzio, eppure eravamo tutti presenti: Termico stava imprecando al telefono con qualche Cantierista che pretendeva di saperne più di lui (Orrore!!! Un banale Cantierista che realizza impianti termotecnici da anni e osa pensare di saperne più di un ingegnere laureato da poco in tutt’altro???), Termica stava imprecando con il programma (la termociofeca) che osava ribellarsi alle sue volontà (Orrore!!! Un banale programma di calcoli termotecnici che osa disubbidire ai comandi di un’ingegnere neo-laureato in tutt’altro???) e… no: Disegnatrice non c’era! Ecco la sensazione di disagio e di silenzio strano che percepivo.

In quell’istante mi torna in mente il venerdì pomeriggio, ormai rimosso da un bel fine-settimana (si: a volte capita anche a me di passare un bel fine-settimana)

Era un venerdì abbastanza impelagato, eravamo solo io e lei (Termica era al corso e Termico era in cantiere) e le mie orecchie erano ormai stufe di sentire migliaia di volte le sue telefonate sempre identiche, visto che raccontava qualcosa a un’amica (via mail o su fess-buk) e le arrivava il messaggio di un’altra amica “…Tizia mi ha detto così e cosà, ma è vero?…” e lei prendeva il telefono e la chiamava “Mannò… massì… mafforse… la storia è così: …blablabla…” (moltiplicate questo per un numero N molto poco minore di 40 e vi renderete conto del motivo per cui, preparando la borsa al mattino presto, dovevo accuratamente ricordarmi di levare ogni cosa che potesse essere usata come arma)
Verso le 15.30 suona il telefono di Disegnatrice, che risponde “Disegnatrice! … Si, ciao GrandeCapo … No, non c’è problema: vengo subito da te … Si, arrivo … Ciao” e attacca, poi si alza e mi fa “Se qualcuno mi cerca avvisa che sono andata da GrandeCapo che mi deve parlare e …blablabla… quindi se è urgente mi chiamino lì, altrimenti li richiamo io…”
“Ok, ok… ma guarda che a GrandeCapo non piace aspettare troppo…”
“Ti sto solo avvisando che sono di là e…”
“Ho capito: non ricominciare! Vai da GrandeCapo, che ti sta aspettando!”
Lei si alza sbuffando, brontolando qualcosa che non capisco, e se ne va nell’altro ufficio.
Dopo le 16.30 (saranno le 16.45, visto che ho già preso il caffè e sono di nuovo immerso nelle ‘elaborazioni ciofecali’), lei ritorna con la faccia livida ed un’espressione spenta. Non chiedo nulla perché subito dietro di lei si materializza GrandeCapo.
Lei si siede alla sua postazione con lui in piedi affianco (avrà qualcosa da farle fare urgentemente) e comincia a copiare diversi file dal suo computer su una chiavetta USB, poi gli fa “Vuoi controllare?” “No, va bene così”
Lei leva la chiavetta, la mette in borsa e poi telefona a Segretaria e le dice “Mi puoi portare uno scatolone, che devo mettere via un po’ di roba?” Segretaria porta uno scatolone, Disegnatrice apre la cassettiera e comincia a infilare la roba dentro lo scatolone mentre GrandeCapo da uno sguardo intorno alla scrivania e alla cassettiera, annuisce soddisfatto e se ne va.
Appena sparisce, lei scoppia “Maledizione! Razza di bastardo! Spero che crepi!” e sento dal tono di voce che sta piangendo.
Mi volto e, infatti, piange, ma lo sguardo è furioso: temo possa diventare veramente pericolosa, così evito di farle notare la mia presenza, invano… lei si volta verso di me ed esclama: “Ma non può farlo!”
“Cosa?” “Non dirmi che non lo sai!”
“Non te lo dico, se vuoi, comunque non lo so! Cosa avrebbe fatto?” “Mi ha licenziata!”
“Eh?!?!” (ero realmente stupito: non me lo sarei mai aspettato)
“Mi ha cacciata! Gettata via come uno straccio! Mi ha detto di prendere la mia roba e non farmi più vedere!”
“Ma che stai dicendo?” “Che mi ha sbattuto in mezzo alla strada!”
“Scherzi?” “Ti sembra che sto scherzando?”
“Siamo in periodo di carnevale, quindi…” “Mavaffan… anche te e il tuo carnevale!!!”
“Ok, non stai scherzando! Allora, che motivazioni ti ha dato? E il preavviso? E il pagamento finale?”
“Ca##o ne so? Mi ha detto che hanno meno lavoro e io non gli servo più! E che oggi è il mio ultimo giorno, di prendere la mia roba e non farmi più vedere!”
“Cosa? Ma non può farlo! Per un licenziamento in tronco ci vuole un motivo valido!”
“Gliela faccio vedere io! Adesso vado ai sindacati e gli faccio chiudere tutto! Gli levo anche le mutande!”
“Si, ma adesso? Cosa farai?" "Cosa farò in che senso?”
“Sto parlando della tua situazione: il mutuo della casa, il figlio, le spese..." "Non preoccuparti! In qualche modo me la caverò! Qualcosa la troverò! Qui non si meritano di avere una professionista seria come me! Altrove sarò apprezzata maggiormente!”
Non rispondo altro che un "Allora in bocca al lupo!" accorgendomi giusto in tempo per fermarmi che avevo anche pensato di darle un abbraccio di incoraggiamento (per fortuna è intervenuto l'istinto vampiresco, così ci ho solo pensato e mi sono fermato in tempo!!!)

Si, in quel momento ho scoperto che, malgrado tutto, mi ero affezionato a lei e alla sua presenza (quasi) costante accanto a me per quei lunghissimi 5 anni e mezzo...

Commenti

  1. Successo anche a me lo stesso di disegnatrice, solo che hanno fatto finta di non sapere nulla, anche se sapevano di già da qualche giorno.
    Però la situazione dopo è migliorata enormemente e non me ne dispiace per nulla :D

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  2. Mi spiace, anche perchè so benissimo come ci si sente, ma almeno a te è poi andata bene :-)

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  3. Ho una strana sensazione... che per quanto sia la dipartita di questo soggetto abbia sì ridotto il tasso di rotture di membro, ma anche aumentato il tasso di rogne... Mi sbaglio?

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  4. È sempre brutto venir licenziati, pensando poi che dovrebbe esser stato due anni fa, era ancora peggio.

    PS
    10 minuti fa ero io quello che ti ha chiamato.

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