E, dopo la lite con Termica, ora è il turno di Stagista: e la colpa è sempre di fess-buk.. e di Segretaria..
L’urlo di Stagista quando apre la sua pagina di fess-buk risveglia tutti dalla concentrazione lavorativa. “MAPPORCAPUTT..!!!”
Accorriamo tutti (Termico, Termica e io) accanto a lei, casomai svenisse e ci fosse da rianimarla con la respirazione bocca a bocca, e scopriamo che è infuriata per quello che è apparso sulla sua bacheca: una simpatica frase da chat scritta da Segretaria, nulla di particolare, se non fosse che, leggendo tra le righe della frase stessa, si notano diverse cose che lasciano intuire (anche ai meno fantasiosi) un mucchio di dettagli sulla vita privata della ragazza, dettagli che lei avrebbe voluto tenere privati, almeno a giudicare da come si affretta con sguardo omicida a cancellare il messaggio, urlando “Fanculo sto fess-buk! Mi ci levo subito!”
“Ma perché?” fa Termico, iscrittosi da poco “Perché non è giusto che chiunque possa sapere i caxxi tuoi e pubblicarli ovunque! Ci tengo alla mia privacy! Mi cancello!”
Io mi ricordo alcuni dettagli notati sui forum cui partecipo e le faccio “Ma è possibile cancellarsi o si resta solo sospesi?”
Lei mi guarda, capisce che non la sto sfottendo e si calma abbastanza da rispondermi “No, c’è un sistema! Bisogna prima di tutto eliminare tutti i propri amici!” e mentre parlava procedeva sul suo ‘pannello di controllo’
“Eliminare gli amici? Ehr.. noi NON siamo amici, vero?”
“Non devo ucciderti! Devo cancellarti l’amicizia così non potrai più accedere ai miei dati!” “Ah, bene.. ma io non accedo comunque: non sono su fess-buk!”
“E allora che ti frega?” “Niente, solo per sapere: ho sentito che non ci si può cancellare e invece tu stai dicendo che è fattibile. Per ampliare le mie conoscenze può essere interessante..”
“Uh, vabbè.. allora quando hai cancellato tutti gli amici, devi prendere ogni cosa che del tuo profilo era pubblica e farla diventare privata!” e via di clic..
“In modo che solo gli amici possano vedere ogni elemento del tuo profilo? Però non avendo amici nessuno lo potrà fare.. ingegnoso!” (*)
“Si, e a quel punto.. chiudi il tuo account!”
“Ma.. non l’hai eliminato?”
“No, non ci si può cancellare.. ed è una caxxata: per la legge sulla privacy io dovrei poter dire loro di eliminare i miei dati, ma sembra che non si può fare!”
“Ah, quindi questo che hai fatto è praticamente un surrogato alla cancellazione dell’account?”
“Si, ed è il massimo che si può fare su fess-buk per salvarsi il culo da certe stronze bastarde!!!”
“E funziona?”
“Termico! Accedi al mio account!”
“Un attimo.. no, non posso accedere, non ci sei più!”
“Funziona!”
“Ok, grazie per la spiegazione..”
“Prego..”
In realtà c’è anche un altro vantaggio: quando le cose si sbolliranno, c’è sempre la possibilità di riattivare l’account e riprendere i contatti..
(*) si: ho usato lo stesso tono di Bisio nella pubblicità del 892424: l'unica differenza sta nelle dimensioni fisiche e nel numero di capelli, oltre che nell'ammontare del conto in banca, purtroppo... :-(
Ulteriore passaggio a nord-ovest...
Ecco che ritorna la mia solita sfiga cosmica...
Stavolta con un disastro di proporzioni bibliche, una perdita sul campo, una nuova amica e un prossimo divorzio annunciato dopo anni di felice convivenza, il tutto visualizzabile su questa rete...
Stavolta con un disastro di proporzioni bibliche, una perdita sul campo, una nuova amica e un prossimo divorzio annunciato dopo anni di felice convivenza, il tutto visualizzabile su questa rete...
Annunci sentimentali 3
Come ho detto, molte telefonate erano strane, molte proponevano un incontro per una partita a carte (peccato che io avevo capito di giocare a scopa e invece si giocava a briscola), ma un giorno arrivò una telefonata diversa dal solito: una ragazza con la voce squillante e ridente, ma con un tono diverso dal solito: un tono serio e riservato...
Una ragazza che si presentò dicendo che aveva letto l'annuncio ed era interessata a conoscermi (come tutte le altre che l'avevano preceduta) ma che era timida e solitamente non rispondeva ad annunci simili, ma qualcosa nel mio l'aveva particolarmente colpita (come dite? Il fatto che la Stagista mi avesse fatto passare per un milionario? Maddai, non avete alcuna fiducia nel genere umano...).
Per farla breve, che altrimenti andiamo alle lunghe dato che la storia con questa ragazza è durata alcuni mesi, costei cominciò a telefonarmi tutti i giorni: sapeva l'ora della mia pausa pranzo e si era presa il nobile impegno di farmi digiunare... almeno finchè non ho capito che riuscivo comunque a mangiare e parlare quasi contemporaneamente... (o meglio, a mangiare mentre lei parlava...)
Ben presto divenne un'amica fedele, compagna di pranzi e merende. Per telefono si faceva passare per una donna elegante e raffinata, una ragazza di classe. Presto cominciò a dirmi di smetterla con la pubblicazione dell'annuncio che tanto avevo già trovato lei che era sicuramente il meglio per me (evidentemente Stagista continuava a far pubblicare l'annuncio...), cominciò a suggerirmi cosa dovevo fare e come dovevo farlo... cominciò praticamente a pensare di farmi cambiare in qualcosa di diverso da quello che ero, cosa molto difficile.
Mi telefonava sempre più di frequente, e pretendeva che la chiamassi con la stessa frequenza, ma solo in certi orari, che altrimenti non rispondeva, dicendo che avrebbe infastidito una fantomatica sorella con la quale conviveva.
Un giorno mi squillò il cellulare mentre ero in una posizione particolarmente rischiosa, sulla cima di un quadro elettrico, presi il trabiccolo e aprii l'antenna, quindi risposi “Pronto?” e dall'altra parte mi giunse la sua voce “Ciao, ti disturbo?”
“Scusami, ma in questo momento sono in una brutta posizione, possiamo sentirci più tardi?” “Certo, volevo solo salutarti...”
“A dopo, allora, ciao...” “Ciao...”
Richiusi l'antennino e riagganciai il telefono alla cintura dei jeans, ma evidentemente non lo agganciai bene e dopo un istante si staccò e cadde giù, facendo in volo i 2 metri e mezzo dell'armadio power center dov'ero arrampicato, infilandosi nel sottostante cunicolo dei cavi di bassa tensione per un altro metro e beccando giusto il foro del grigliato che gli permise di cadere anche per un ulteriore ottantina di centimetri nel cunicolo dei cavi di media tensione... dopo il difficoltoso recupero, mi accorsi che si era piegato l'antennino e la voce aveva assunto un tono metallico, ma continuava a funzionare perfettamente (tecnologia tedesca...)
L'avevo appena recuperato che subito squillò nuovamente e apparve il suo numero.
Uscii dalla cabina e risposi, e lei mi disse “Senti, penso che potremmo vederci domani sera a cena in pizzeria...” “Scusa, ma domani dovrò lavorare fino a tardi, facciamo dopodomani?”
“Ecco, lo sapevo che non hai mai tempo per me, mi trascuri, non mi consideri, non mi vuoi bene!!!” “Ma che stai dicendo?”
“Ti odio! Non farti più vedere!” “Ma sei fuori completamente?”
“Non osare darmi della matta, cafone!” “Ma che diav...”
Non finii la frase, che lei aveva attaccato.
Ero inferocito, e non la chiamai.
Dopo un paio di giorni, sbollii e provai a chiamarla, ma niente: non rispondeva mai, o meglio una volta ha risposto facendosi passare per la sorella... peccato che io conoscessi bene la voce... e mi ha detto che avrebbe riferito un messaggio, e le dissi che dovevo parlare con la sorella.
Dopo un paio d'ore mi telefonò e mi disse “Che vuoi?”
Le risposi “Ciao, volevo parlarti...” “Non ho niente da dirti!”
“Ho io qualcosa da dirti!” “Non mi interessa!” e attaccò.
Per due giorni non ebbi notizie, poi il cellulare squillò in pausa pranzo e risposi.
“Allora, ti sei calmato?” “Calmato?”
“Ci vediamo stasera per le 7?” “Stasera? Alle 7 sarò ancora in viaggio: sono al confine tra Lombardia e Veneto!”
“Allora vaffan...! Dimenticati di me!” e attaccò.
Smisi di cercarla, e dopo un paio di settimane mi ricontattò lei “Perchè non ti sei più fatto sentire?” “Perchè non ho tempo da perdere con le matte!” e agganciai io.
Non la sentii mai più, ma non credo di averci rimesso.
Quella fu l'ultima ragazza che rispose all'annuncio, con cui ebbi a che fare per un periodo di tempo più lungo di quello necessario a prendere un caffè in un bar.
Ero quasi felice che si fosse sistemata la situazione, e proibii alla Stagista di far ripubblicare l'annuncio, ricorrendo anche a minacce di ripercussioni fisiche nei suoi confronti (che ovviamente non avrei mai fatto, ma ero veramente furioso in quel periodo).
Una ragazza che si presentò dicendo che aveva letto l'annuncio ed era interessata a conoscermi (come tutte le altre che l'avevano preceduta) ma che era timida e solitamente non rispondeva ad annunci simili, ma qualcosa nel mio l'aveva particolarmente colpita (come dite? Il fatto che la Stagista mi avesse fatto passare per un milionario? Maddai, non avete alcuna fiducia nel genere umano...).
Per farla breve, che altrimenti andiamo alle lunghe dato che la storia con questa ragazza è durata alcuni mesi, costei cominciò a telefonarmi tutti i giorni: sapeva l'ora della mia pausa pranzo e si era presa il nobile impegno di farmi digiunare... almeno finchè non ho capito che riuscivo comunque a mangiare e parlare quasi contemporaneamente... (o meglio, a mangiare mentre lei parlava...)
Ben presto divenne un'amica fedele, compagna di pranzi e merende. Per telefono si faceva passare per una donna elegante e raffinata, una ragazza di classe. Presto cominciò a dirmi di smetterla con la pubblicazione dell'annuncio che tanto avevo già trovato lei che era sicuramente il meglio per me (evidentemente Stagista continuava a far pubblicare l'annuncio...), cominciò a suggerirmi cosa dovevo fare e come dovevo farlo... cominciò praticamente a pensare di farmi cambiare in qualcosa di diverso da quello che ero, cosa molto difficile.
Mi telefonava sempre più di frequente, e pretendeva che la chiamassi con la stessa frequenza, ma solo in certi orari, che altrimenti non rispondeva, dicendo che avrebbe infastidito una fantomatica sorella con la quale conviveva.
Un giorno mi squillò il cellulare mentre ero in una posizione particolarmente rischiosa, sulla cima di un quadro elettrico, presi il trabiccolo e aprii l'antenna, quindi risposi “Pronto?” e dall'altra parte mi giunse la sua voce “Ciao, ti disturbo?”
“Scusami, ma in questo momento sono in una brutta posizione, possiamo sentirci più tardi?” “Certo, volevo solo salutarti...”
“A dopo, allora, ciao...” “Ciao...”
Richiusi l'antennino e riagganciai il telefono alla cintura dei jeans, ma evidentemente non lo agganciai bene e dopo un istante si staccò e cadde giù, facendo in volo i 2 metri e mezzo dell'armadio power center dov'ero arrampicato, infilandosi nel sottostante cunicolo dei cavi di bassa tensione per un altro metro e beccando giusto il foro del grigliato che gli permise di cadere anche per un ulteriore ottantina di centimetri nel cunicolo dei cavi di media tensione... dopo il difficoltoso recupero, mi accorsi che si era piegato l'antennino e la voce aveva assunto un tono metallico, ma continuava a funzionare perfettamente (tecnologia tedesca...)
L'avevo appena recuperato che subito squillò nuovamente e apparve il suo numero.
Uscii dalla cabina e risposi, e lei mi disse “Senti, penso che potremmo vederci domani sera a cena in pizzeria...” “Scusa, ma domani dovrò lavorare fino a tardi, facciamo dopodomani?”
“Ecco, lo sapevo che non hai mai tempo per me, mi trascuri, non mi consideri, non mi vuoi bene!!!” “Ma che stai dicendo?”
“Ti odio! Non farti più vedere!” “Ma sei fuori completamente?”
“Non osare darmi della matta, cafone!” “Ma che diav...”
Non finii la frase, che lei aveva attaccato.
Ero inferocito, e non la chiamai.
Dopo un paio di giorni, sbollii e provai a chiamarla, ma niente: non rispondeva mai, o meglio una volta ha risposto facendosi passare per la sorella... peccato che io conoscessi bene la voce... e mi ha detto che avrebbe riferito un messaggio, e le dissi che dovevo parlare con la sorella.
Dopo un paio d'ore mi telefonò e mi disse “Che vuoi?”
Le risposi “Ciao, volevo parlarti...” “Non ho niente da dirti!”
“Ho io qualcosa da dirti!” “Non mi interessa!” e attaccò.
Per due giorni non ebbi notizie, poi il cellulare squillò in pausa pranzo e risposi.
“Allora, ti sei calmato?” “Calmato?”
“Ci vediamo stasera per le 7?” “Stasera? Alle 7 sarò ancora in viaggio: sono al confine tra Lombardia e Veneto!”
“Allora vaffan...! Dimenticati di me!” e attaccò.
Smisi di cercarla, e dopo un paio di settimane mi ricontattò lei “Perchè non ti sei più fatto sentire?” “Perchè non ho tempo da perdere con le matte!” e agganciai io.
Non la sentii mai più, ma non credo di averci rimesso.
Quella fu l'ultima ragazza che rispose all'annuncio, con cui ebbi a che fare per un periodo di tempo più lungo di quello necessario a prendere un caffè in un bar.
Ero quasi felice che si fosse sistemata la situazione, e proibii alla Stagista di far ripubblicare l'annuncio, ricorrendo anche a minacce di ripercussioni fisiche nei suoi confronti (che ovviamente non avrei mai fatto, ma ero veramente furioso in quel periodo).
Con lei non ci parlo
E venne il giorno in cui entrai in ufficio e fui accolto da un urlo disumano!
Ripresomi dallo spavento solo ricordandomi che essendo un non-morto non posso avere un attacco di cuore, mi approssimai alla mia postazione per scoprire che Termica era rossa come un pomodoro maturo (eppure non credo che durante la notte sia andata a prendere il sole..) mentre Termico e Stagista la stavano trattenendo a forza sulla sua sedia continuando a dirle frasi sconnesse del tipo “Calmati!” “Lo sai che è così!” “Non pensarci!” "Rilassati!", mentre Termica continuava a urlare e sbraitare senza ritegno, lanciando insulti e offese che avrebbero messo in imbarazzo persino me..
Ovviamente, non mi faccio mai i caXXi miei e, anche solo per evitare di rimanere coinvolto in quello che pareva proprio essere uno stupro all’interno del luogo di lavoro, o peggio, chiedo “Cos’è successo?”
Stagista si volta verso di me “Ciao, è colpa di Segretar..” non finisce di dire il nome che viene interrotta da nuove urla “Quella putt.. tr.. schifosa bast..! Che le venisse un accidente e la portasse via! Maledetta zocc.. putt.. bag..!”
Mi volto a guardarla e dico “Si, credo proprio che ce l’abbia con lei!”
Siccome non si riesce a parlare con lei davanti, faccio cenno a Stagista di venire a prendersi un caffè e spiegarmi tutto in un luogo appartato tranquillo, lasciando Termico occupato a stupr.. ehr, a tenere inchiodata Termica sulla sedia in attesa che si calmi.
Riassunto della spiegazione, che si è dilungata parecchio, mi è costata un caffè e mi ha fatto conoscere altri dettagli sul mondo femminile e sul vero significato del concetto di ‘vendetta, tremenda vendetta’: pare che Termica abbia scritto qualcosa sulla sua pagina personale di fess-buk (questa parte non era chiara, ma se ho capito bene si tratta di una romantica poesia dedicata al fidanzato per il compleanno..), e che l’amica Segretaria, convinta di essere spiritosa, le abbia aggiunto alcune frasi di contorno e modificato alcune ‘rime baciate’ adattandole a una sfera meno romantica e più prosaica. Pare anche che, non essendo stato privatizzato, tutti gli amici e le amiche di Termica abbiano quindi interpretato la versione revisionata come un’esplicitazione delle preferenze intime dei due piccioncini.. tra questi amici e amici degli amici pare ci siano anche le varie colleghe del fidanzato, che hanno letto e ora non la piantano più di prenderlo per i fondelli, e che lui si sia incazzato con lei al telefono e che lei abbia quindi riletto tutto, capendo al volo chi poteva essere l’autrice di certi versi danteschi (de vulgari eloquentia allo stato puro, da come mi ha raccontato la ragazza, che dice non aver nemmeno capito a cosa facevano riferimento alcuni termini.. dice...)
Conclusione: da allora saranno un paio di mesi che le due gentili donzelle non si parlano più! Nemmeno per lavoro: se è proprio necessario un confronto, entrambe si rivolgono a qualcun altro da usare come intermediario (o citofono), proprio come in certi film comici del passato..
Ripresomi dallo spavento solo ricordandomi che essendo un non-morto non posso avere un attacco di cuore, mi approssimai alla mia postazione per scoprire che Termica era rossa come un pomodoro maturo (eppure non credo che durante la notte sia andata a prendere il sole..) mentre Termico e Stagista la stavano trattenendo a forza sulla sua sedia continuando a dirle frasi sconnesse del tipo “Calmati!” “Lo sai che è così!” “Non pensarci!” "Rilassati!", mentre Termica continuava a urlare e sbraitare senza ritegno, lanciando insulti e offese che avrebbero messo in imbarazzo persino me..
Ovviamente, non mi faccio mai i caXXi miei e, anche solo per evitare di rimanere coinvolto in quello che pareva proprio essere uno stupro all’interno del luogo di lavoro, o peggio, chiedo “Cos’è successo?”
Stagista si volta verso di me “Ciao, è colpa di Segretar..” non finisce di dire il nome che viene interrotta da nuove urla “Quella putt.. tr.. schifosa bast..! Che le venisse un accidente e la portasse via! Maledetta zocc.. putt.. bag..!”
Mi volto a guardarla e dico “Si, credo proprio che ce l’abbia con lei!”
Siccome non si riesce a parlare con lei davanti, faccio cenno a Stagista di venire a prendersi un caffè e spiegarmi tutto in un luogo appartato tranquillo, lasciando Termico occupato a stupr.. ehr, a tenere inchiodata Termica sulla sedia in attesa che si calmi.
Riassunto della spiegazione, che si è dilungata parecchio, mi è costata un caffè e mi ha fatto conoscere altri dettagli sul mondo femminile e sul vero significato del concetto di ‘vendetta, tremenda vendetta’: pare che Termica abbia scritto qualcosa sulla sua pagina personale di fess-buk (questa parte non era chiara, ma se ho capito bene si tratta di una romantica poesia dedicata al fidanzato per il compleanno..), e che l’amica Segretaria, convinta di essere spiritosa, le abbia aggiunto alcune frasi di contorno e modificato alcune ‘rime baciate’ adattandole a una sfera meno romantica e più prosaica. Pare anche che, non essendo stato privatizzato, tutti gli amici e le amiche di Termica abbiano quindi interpretato la versione revisionata come un’esplicitazione delle preferenze intime dei due piccioncini.. tra questi amici e amici degli amici pare ci siano anche le varie colleghe del fidanzato, che hanno letto e ora non la piantano più di prenderlo per i fondelli, e che lui si sia incazzato con lei al telefono e che lei abbia quindi riletto tutto, capendo al volo chi poteva essere l’autrice di certi versi danteschi (de vulgari eloquentia allo stato puro, da come mi ha raccontato la ragazza, che dice non aver nemmeno capito a cosa facevano riferimento alcuni termini.. dice...)
Conclusione: da allora saranno un paio di mesi che le due gentili donzelle non si parlano più! Nemmeno per lavoro: se è proprio necessario un confronto, entrambe si rivolgono a qualcun altro da usare come intermediario (o citofono), proprio come in certi film comici del passato..
Quel ramo del lago di Como
Io sono uno di quelli che evidentemente non impara mai.
Sapevo benissimo che andare in vacanza nelle terre dei longobardi NON è cosa buona e giusta, ma questo non toglie che ci ricascai.
Perché andare solo al Lago Maggiore?
In Lombardia ci sono diversi laghi, ricchi di arte e cultura, quindi perché non andare a vedere le terre che hanno fatto da sfondo al più famoso romanzo storico italiano?
La sorellina trova un alberghetto su internet e prenota per tre notti (con la possibilità di ampliare a una settimana).
Detto fatto, partenza e via: destinazione Como.
L’autostrada Torino Milano era già preda delle devastazioni allucinanti dell’alta velocità, quindi procedetti con la dovuta cautela fino all’uscita di Milano, dove cominciarono le difficoltà di inserimento nella giusta coda per procedere verso Como, dato che evidentemente le segnalazioni in Lombardia costavano troppo all’epoca..
Superata l’imbarazzante difficoltà di chi arriva da una corsia e scopre solo all’ultimo istante di doversi spostare dalla parte opposta, mi trovai a pagare una tariffa abbastanza spropositata (per uno che era abituato alle tariffe delle strade statali piemontesi e valdostane..) per poi immettermi in una strada che mi portò a Como.
Dopo parecchie informazioni, giunsi all’hotel (scoprendo subito che non era quello rappresentato nelle foto su internet), chiesi dov’era il posteggio interno e mi indicarono una piazzetta nella via laterale, con una catena che circondava un paio di posti auto disegnati (il ragazzo venne con me, aprì il lucchetto della catena e lo richiuse non appena infilai la macchina).
Portate le valige dentro, scoprii che quell’albergo doveva essere rimasto all’epoca manzoniana, inoltre scoprii che la tanto decantata vista lago funzionava solo dalla cima del tetto, mentre dalla camera c’era una splendida vista cortile con immondezzaio..
In quel momento mi rammentai di tutte le volte che mi sono sempre trovato male in Lombardia e di come ogni volta giuro che non ci ricascherò... prima di ricascarci... e il bello è che lo giuro sulla testa di Maria Antonietta, che possa cascare se ci ricasco!!!
Vabbè, bisogna sempre cercare il meglio ovunque!
Como si è rivelata comunque una simpatica cittadina, anche se era evidente che l’evoluzione si fosse bloccata all’epoca manzoniana.
Chiese e monumenti contornati da episodi e ricordi della pestilenza la facevano da padroni.
La navigazione turistica sul lago era gradevole come quella dell’altro lago, anche se il tour completo terminava in un paese che si chiamava Colica (???) e che lasciava presagire solo problemi... ma nonostante tutto venivano mostrate con enfasi le ville di personaggi che sicuramente saranno famosi, da come ne parlavano tutti, peccato che, non seguendo le riviste di gossip, non sapevo di chi stessero parlando.
Notevole il museo dedicato a Volta, illustre aborigeno famoso per l’unità di misura della tensione e per la pila elettrica (con la quale pare avesse fatto rizzare i capelli anche a Napoleone, che così era sembrato meno pelato e più alto...)
Visto tutto quello che c’era da vedere, decidemmo di superare le 3 notti e tornare infine alla civiltà, per la serie “Ok, vista anche questa: adesso possiamo dimenticarcene!”
Sapevo benissimo che andare in vacanza nelle terre dei longobardi NON è cosa buona e giusta, ma questo non toglie che ci ricascai.
Perché andare solo al Lago Maggiore?
In Lombardia ci sono diversi laghi, ricchi di arte e cultura, quindi perché non andare a vedere le terre che hanno fatto da sfondo al più famoso romanzo storico italiano?
La sorellina trova un alberghetto su internet e prenota per tre notti (con la possibilità di ampliare a una settimana).
Detto fatto, partenza e via: destinazione Como.
L’autostrada Torino Milano era già preda delle devastazioni allucinanti dell’alta velocità, quindi procedetti con la dovuta cautela fino all’uscita di Milano, dove cominciarono le difficoltà di inserimento nella giusta coda per procedere verso Como, dato che evidentemente le segnalazioni in Lombardia costavano troppo all’epoca..
Superata l’imbarazzante difficoltà di chi arriva da una corsia e scopre solo all’ultimo istante di doversi spostare dalla parte opposta, mi trovai a pagare una tariffa abbastanza spropositata (per uno che era abituato alle tariffe delle strade statali piemontesi e valdostane..) per poi immettermi in una strada che mi portò a Como.
Dopo parecchie informazioni, giunsi all’hotel (scoprendo subito che non era quello rappresentato nelle foto su internet), chiesi dov’era il posteggio interno e mi indicarono una piazzetta nella via laterale, con una catena che circondava un paio di posti auto disegnati (il ragazzo venne con me, aprì il lucchetto della catena e lo richiuse non appena infilai la macchina).
Portate le valige dentro, scoprii che quell’albergo doveva essere rimasto all’epoca manzoniana, inoltre scoprii che la tanto decantata vista lago funzionava solo dalla cima del tetto, mentre dalla camera c’era una splendida vista cortile con immondezzaio..
In quel momento mi rammentai di tutte le volte che mi sono sempre trovato male in Lombardia e di come ogni volta giuro che non ci ricascherò... prima di ricascarci... e il bello è che lo giuro sulla testa di Maria Antonietta, che possa cascare se ci ricasco!!!
Vabbè, bisogna sempre cercare il meglio ovunque!
Como si è rivelata comunque una simpatica cittadina, anche se era evidente che l’evoluzione si fosse bloccata all’epoca manzoniana.
Chiese e monumenti contornati da episodi e ricordi della pestilenza la facevano da padroni.
La navigazione turistica sul lago era gradevole come quella dell’altro lago, anche se il tour completo terminava in un paese che si chiamava Colica (???) e che lasciava presagire solo problemi... ma nonostante tutto venivano mostrate con enfasi le ville di personaggi che sicuramente saranno famosi, da come ne parlavano tutti, peccato che, non seguendo le riviste di gossip, non sapevo di chi stessero parlando.
Notevole il museo dedicato a Volta, illustre aborigeno famoso per l’unità di misura della tensione e per la pila elettrica (con la quale pare avesse fatto rizzare i capelli anche a Napoleone, che così era sembrato meno pelato e più alto...)
Visto tutto quello che c’era da vedere, decidemmo di superare le 3 notti e tornare infine alla civiltà, per la serie “Ok, vista anche questa: adesso possiamo dimenticarcene!”
Annunci sentimentali 2
E fu così che il mio cellulare cominciò a squillare quasi in continuazione (con una strana variante rispetto al pressochè totale silenzio normale).
Rispondevo e dall'altra parte udivo voci femminili che mi chiedevano chi fossi, che facessi, dove vivessi, come lo facessi e simili scassamenti di sassi fessi... ;-)
Sul momento non avevo capito il motivo di queste telefonate, ma un giorno mi chiamò quella stagista chiedendomi se potevo andare a casa sua a sistemarle qualche problema al computer (ogni tanto capitava che le facessi assistenza tecnica a domicilio) e, mentre ero lì, mi suonò il cellulare e risposi all'ennesima chiamata di una ragazza assatanata... lei si mise a ridere e mi confessò quello che aveva fatto, e che ho già accennato, rivelandomi che alcune frasi di quell'annuncio erano estremamente pubblicitarie, facendo intendere che fossi un ingegnere (e fin lì era giusto) ma anche che fossi relativamente benestante economicamente (e qua siamo nella serie così falso che di più non si può). La ringraziai per questa gentilezza che mi aveva fatto (promettendo di vendicarmi appena possibile), ma il danno ormai era fatto: le telefonate erano cominciate.
Malgrado tutto, all'epoca ero una persona quasi affabile e vagamente gentile, quindi non mandavo direttamente all'altro paese le mie misteriose interlocutrici, ma rispondevo loro gentilmente e con qualcuna di loro le telefonate hanno avuto un seguito, ma ci sono state altre telefonate a dir poco strane...
Una in particolare mi ha lasciato estremamente sconcertato: una donna matura di professione professoressa di chissàchè mi raccontò una strana storia secondo la quale sua figlia aveva una serie di problemi, particolarmente nel socializzare col prossimo, per cui lei chiedeva se potessi andare a trovarli, fingendo di essere un suo allievo invitato per un recupero, che avrebbe colto l'occasione di conoscere la figlia, se ne sarebbe innamorato follemente e l'avrebbe spinta a uscire di casa e frequentare il mondo, magari permettendole di trovarsi un fidanzato e di conoscere i profondi misteri della vita di coppia...
Troppo complicato da leggere?
Ebbene, è stato complicato anche da capire, e siccome io detesto le cose troppo complicate, ho risposto alla signora che mi spiaceva per la figlia, ma io non ero il tipo da fare il finto fidanzato... La cosa doveva essere veramente seria però (chissà quella stagista quanto ha fatto capire che io guadagnassi...) visto che la stessa "mammina disperata" ha comunque cercato di convincermi che avrei avuto un "trattamento speciale" anche da lei stessa, se accettavo di sottopormi al machiavellico giochino, ma io non ho affatto il fisico giusto per nascondermi sotto un letto o dentro un armadio all'arrivo del legittimo consorte, e vista la mia risoluzione, la professoressa si arrese...
Come ho detto, molte telefonate erano strane, molte proponevano un incontro per una partita a carte (peccato che io avevo capito di giocare a scopa e invece si giocava a briscola), ma un giorno arrivò una telefonata diversa dal solito: una ragazza con la voce squillante e ridente, ma con un tono diverso dal solito: un tono serio e riservato...
Rispondevo e dall'altra parte udivo voci femminili che mi chiedevano chi fossi, che facessi, dove vivessi, come lo facessi e simili scassamenti di sassi fessi... ;-)
Sul momento non avevo capito il motivo di queste telefonate, ma un giorno mi chiamò quella stagista chiedendomi se potevo andare a casa sua a sistemarle qualche problema al computer (ogni tanto capitava che le facessi assistenza tecnica a domicilio) e, mentre ero lì, mi suonò il cellulare e risposi all'ennesima chiamata di una ragazza assatanata... lei si mise a ridere e mi confessò quello che aveva fatto, e che ho già accennato, rivelandomi che alcune frasi di quell'annuncio erano estremamente pubblicitarie, facendo intendere che fossi un ingegnere (e fin lì era giusto) ma anche che fossi relativamente benestante economicamente (e qua siamo nella serie così falso che di più non si può). La ringraziai per questa gentilezza che mi aveva fatto (promettendo di vendicarmi appena possibile), ma il danno ormai era fatto: le telefonate erano cominciate.
Malgrado tutto, all'epoca ero una persona quasi affabile e vagamente gentile, quindi non mandavo direttamente all'altro paese le mie misteriose interlocutrici, ma rispondevo loro gentilmente e con qualcuna di loro le telefonate hanno avuto un seguito, ma ci sono state altre telefonate a dir poco strane...
Una in particolare mi ha lasciato estremamente sconcertato: una donna matura di professione professoressa di chissàchè mi raccontò una strana storia secondo la quale sua figlia aveva una serie di problemi, particolarmente nel socializzare col prossimo, per cui lei chiedeva se potessi andare a trovarli, fingendo di essere un suo allievo invitato per un recupero, che avrebbe colto l'occasione di conoscere la figlia, se ne sarebbe innamorato follemente e l'avrebbe spinta a uscire di casa e frequentare il mondo, magari permettendole di trovarsi un fidanzato e di conoscere i profondi misteri della vita di coppia...
Troppo complicato da leggere?
Ebbene, è stato complicato anche da capire, e siccome io detesto le cose troppo complicate, ho risposto alla signora che mi spiaceva per la figlia, ma io non ero il tipo da fare il finto fidanzato... La cosa doveva essere veramente seria però (chissà quella stagista quanto ha fatto capire che io guadagnassi...) visto che la stessa "mammina disperata" ha comunque cercato di convincermi che avrei avuto un "trattamento speciale" anche da lei stessa, se accettavo di sottopormi al machiavellico giochino, ma io non ho affatto il fisico giusto per nascondermi sotto un letto o dentro un armadio all'arrivo del legittimo consorte, e vista la mia risoluzione, la professoressa si arrese...
Come ho detto, molte telefonate erano strane, molte proponevano un incontro per una partita a carte (peccato che io avevo capito di giocare a scopa e invece si giocava a briscola), ma un giorno arrivò una telefonata diversa dal solito: una ragazza con la voce squillante e ridente, ma con un tono diverso dal solito: un tono serio e riservato...
Io non sono la segretaria..
Metà mattina di un giorno qualunque, quando un urlo improvviso rompe il silenzio della trincea, destando tutti “MAPPORCACCIAZZOZZA!!!” (*)
Tutti ci siamo voltati a guardare verso Stagista che, infuriata e livida come non mai, urlava e imprecava in modo tale che, se la sentiva il suo diretto responsabile (RSPCapo) l’avrebbe scomunicata direttamente senza passare dal via.
Alla richiesta, la ragazza ci mostra una mail di un cliente dove risulta che ad una riunione a cui erano presenti anche RSPCapo e la ‘sua segretaria’ è stato deciso di seguire una particolare procedura in termini di sicurezza del cantiere da gestire, e ora necessitavano dei disegni e delle relazioni esecutive.
“C@##o!!! Io non sono la segretaria!!!”
“Tutto sto casino solo per quello? Diglielo! Gli mandi una mail di risposta spiegando che tu sei una collaboratrice di RSPCapo e non la segretaria!”
“NO! Non è solo per questo!”
“E allora? Che altro c’è?”
“Questo!” fa lei, mostrando un’altra mail, dalla quale si evince che aveva girato la prima mail a RSPCapo e costui le aveva risposto “…telefona quindi a Cliente, prendi un appuntamento a distanza di un paio di giorni per me e nel frattempo mi prepari i disegni e la relazione relativi alle modifiche da apportare in cantiere… e già che ci sei, io adesso devo uscire ma sarò di ritorno alle 17.30, fammi trovare un caffè caldo!…”
Guardammo tutti allibiti la mail (che peraltro era così stranamente discordante dal tono classico di RSPCapo) mentre lei ricominciava a imprecare e urlare “Io non sono la segretaria! Tantomeno la SUA segretaria!!!”
(*) questa è ovviamente la versione soft…
Tutti ci siamo voltati a guardare verso Stagista che, infuriata e livida come non mai, urlava e imprecava in modo tale che, se la sentiva il suo diretto responsabile (RSPCapo) l’avrebbe scomunicata direttamente senza passare dal via.
Alla richiesta, la ragazza ci mostra una mail di un cliente dove risulta che ad una riunione a cui erano presenti anche RSPCapo e la ‘sua segretaria’ è stato deciso di seguire una particolare procedura in termini di sicurezza del cantiere da gestire, e ora necessitavano dei disegni e delle relazioni esecutive.
“C@##o!!! Io non sono la segretaria!!!”
“Tutto sto casino solo per quello? Diglielo! Gli mandi una mail di risposta spiegando che tu sei una collaboratrice di RSPCapo e non la segretaria!”
“NO! Non è solo per questo!”
“E allora? Che altro c’è?”
“Questo!” fa lei, mostrando un’altra mail, dalla quale si evince che aveva girato la prima mail a RSPCapo e costui le aveva risposto “…telefona quindi a Cliente, prendi un appuntamento a distanza di un paio di giorni per me e nel frattempo mi prepari i disegni e la relazione relativi alle modifiche da apportare in cantiere… e già che ci sei, io adesso devo uscire ma sarò di ritorno alle 17.30, fammi trovare un caffè caldo!…”
Guardammo tutti allibiti la mail (che peraltro era così stranamente discordante dal tono classico di RSPCapo) mentre lei ricominciava a imprecare e urlare “Io non sono la segretaria! Tantomeno la SUA segretaria!!!”
(*) questa è ovviamente la versione soft…
Annunci sentimentali...
Millenni fa, quando lavoravo ancora nella Piccola Ditta, c'è stato un periodo in cui sono arrivate da noi un paio di stagiste.
Una delle due (Stagista1) era una donna matura che voleva imparare a usare il computer, ma aveva il terrore di toccare il mouse (non voleva maneggiare un topo) e così lo spostava dandogli dei colpetti o tirando il cavo e facendolo quindi saltellare sul tappetino, e quando veniva il momento di cliccare, lo faceva con una matita, a distanza, velocissimamente, prima che il mostro potesse rivoltarsi e divorarla in un sol boccone. Non oso pensare cosa abbia imparato nella scuola che frequentava.
PiccoloCapo era sconvolto perchè se l'era dovuta accollare lui per i primi giorni, prima di affibbiarla a me, visto che in quel periodo io ero fuori sede.
L'altra (Stagista2), alla quale ho invece dato il benvenuto io direttamente (visti gli ordini terrorizzati di PiccoloCapo) era una ragazza giovane e meno impedita con l'uso dello strumento, oltre che molto volenterosa di apprendere, al punto che, per sopperire a eventuali emergenze, le avevo dato il mio numero di cellulare, e un paio di volte ero andato a risolverle dei problemi direttamente a casa.
Vista la sua disponibilità e volontà di apprendere, io cercavo di farla partecipare costantemente alle mie attività facendomi aiutare: dato che il mio compito principale in ufficio era compilare la documentazione finale relativa alle verifiche e alla messa in servizio degli impianti, allegando fotocopie di cataloghi e di documentazione tecnica varia, avevo ovviamente bisogno di qualcuno che mi facesse le fotocopie e le rilegasse opportunamente, ma non Segretaria.
Quando non era impegnata con la fotocopiatrice e la rilegatrice, le facevo scrivere le lettere di consegna al computer, e quando non sapevo che farle fare, la lasciavo giocare, e il suo gioco preferito era scrivere al computer con word.
Fu così che, avendomi preso in simpatia (o forse avendo cominciato a odiarmi anche lei, non saprei dirlo di preciso) un giorno lei scrisse al computer un annuncio che stampò e poi andò a pubblicare su un giornale gratuito, un annuncio che mi riguardava e che conteneva il mio numero di cellulare.
Era uscito da poco, che ho cominciato a ricevere misteriose telefonate da diverse ragazze interessate all'annuncio stesso, telefonate che avevano come scopo quello di conoscermi e avere un appuntamento con me. Incredibile ma vero!!!
E grazie a quella stagista è quindi cominciata (o meglio, è ricominciata, che di gaffe io ne facevo già a quintalate senza problemi, e questa è solo una delle tantissime...) una serie di mie gaffe epiche con le rappresentanti del gentil sesso, che riporto qua per il divertimento dei lettori (almeno potranno servire a qualcosa...).
Poi magari ci aggiungo anche le altre, così il divertimento aumenterà... ;-)
Una delle due (Stagista1) era una donna matura che voleva imparare a usare il computer, ma aveva il terrore di toccare il mouse (non voleva maneggiare un topo) e così lo spostava dandogli dei colpetti o tirando il cavo e facendolo quindi saltellare sul tappetino, e quando veniva il momento di cliccare, lo faceva con una matita, a distanza, velocissimamente, prima che il mostro potesse rivoltarsi e divorarla in un sol boccone. Non oso pensare cosa abbia imparato nella scuola che frequentava.
PiccoloCapo era sconvolto perchè se l'era dovuta accollare lui per i primi giorni, prima di affibbiarla a me, visto che in quel periodo io ero fuori sede.
L'altra (Stagista2), alla quale ho invece dato il benvenuto io direttamente (visti gli ordini terrorizzati di PiccoloCapo) era una ragazza giovane e meno impedita con l'uso dello strumento, oltre che molto volenterosa di apprendere, al punto che, per sopperire a eventuali emergenze, le avevo dato il mio numero di cellulare, e un paio di volte ero andato a risolverle dei problemi direttamente a casa.
Vista la sua disponibilità e volontà di apprendere, io cercavo di farla partecipare costantemente alle mie attività facendomi aiutare: dato che il mio compito principale in ufficio era compilare la documentazione finale relativa alle verifiche e alla messa in servizio degli impianti, allegando fotocopie di cataloghi e di documentazione tecnica varia, avevo ovviamente bisogno di qualcuno che mi facesse le fotocopie e le rilegasse opportunamente, ma non Segretaria.
Quando non era impegnata con la fotocopiatrice e la rilegatrice, le facevo scrivere le lettere di consegna al computer, e quando non sapevo che farle fare, la lasciavo giocare, e il suo gioco preferito era scrivere al computer con word.
Fu così che, avendomi preso in simpatia (o forse avendo cominciato a odiarmi anche lei, non saprei dirlo di preciso) un giorno lei scrisse al computer un annuncio che stampò e poi andò a pubblicare su un giornale gratuito, un annuncio che mi riguardava e che conteneva il mio numero di cellulare.
Era uscito da poco, che ho cominciato a ricevere misteriose telefonate da diverse ragazze interessate all'annuncio stesso, telefonate che avevano come scopo quello di conoscermi e avere un appuntamento con me. Incredibile ma vero!!!
E grazie a quella stagista è quindi cominciata (o meglio, è ricominciata, che di gaffe io ne facevo già a quintalate senza problemi, e questa è solo una delle tantissime...) una serie di mie gaffe epiche con le rappresentanti del gentil sesso, che riporto qua per il divertimento dei lettori (almeno potranno servire a qualcosa...).
Poi magari ci aggiungo anche le altre, così il divertimento aumenterà... ;-)
Eh ma.. sono in ritardo..
Stagista sta lanciando in stampa una serie infinita di documenti, e SuperAmministratore entra infuriato dentro la stanza urlando “Chi è che sta lanciando quella stampa infinita?”
Lei lo guarda stupita, poi risponde “Io, perché?” “E quante pagine sono?”
“E' una relazione che contiene in sè una ventina di documenti diversi, saranno circa 400 pagine in tutto”
Lui la guarda con gli occhi fuori dalle orbite, e urla “Ma io ho lanciato un'offerta nel mezzo! E sono in ritardo!!!”
Lei si alza e va verso la stampante prendendo i fogli già usciti e dice “Se mi dai una mano, cerchiamo la tua stampa!” (per fortuna erano comunque documenti separati, quindi poteva benissimo essere finita in mezzo l'offerta di SuperAmministratore)
“No, non posso: non ho tempo: sono già in ritardo!!!”
Lei posa il mazzo di fogli, comincia a sfogliarli e vede quasi subito i fogli diversi da quelli che ha lanciato “SuperAmministratore, sono 5 fogli?” “Si”
“Allora sono qua!” “Va bene: pinzali e portameli qua, che ho fretta!”
Lei li pinza e glieli porta, lui li prende li controlla e poi li mette in borsa, dicendole “Avevo lanciato in stampa un'altra copia, quindi fai attenzione quando esce: eliminala direttamente col trita-carta! Non come MK che ricicla i fogli per scrivere appunti..”
“Va bene!” risponde lei e lui esce dal suo ufficio.. per infilarsi dentro la saletta della macchinetta del caffè e prendersi il caffè
“Ma scusa: non eri in ritardo?” “Sono in ritardo, ma siccome la riunione non comincia se non arrivo io, tanto vale che me la prenda comoda!”
...
Quando se n'è andato, lei mi guarda e dice “Ma hai sentito?” “Certo!”
“E che razza di discorsi sono? Che è, colpa mia, se lui è in ritardo?” “Una volta ha detto che, qualsiasi cosa succeda, non può MAI essere colpa sua!”
“Ma tu che avresti fatto?” “Al tuo posto o al suo?”
“In entrambi i casi” “Al suo, avrei sospeso la tua stampa, fatto passare avanti la mia, recuperata e poi avrei riavviato la tua!”
“Si può fare?” “Lo faccio sempre: ogni volta che lancio in stampa qualcosa di grosso io, arriva qualcuno che ha fretta, urgenza, bruciori al culo o similari, e mi tocca sospendere la mia stampa per far passare avanti la sua.. ovviamente ciascuno di noi può farlo solo con la propria, ma SuperAmministratore lo può fare con tutti!”
Lei riflette un po', poi chiede “E allora perché non l'ha fatto?” “Credo che certe cose bisognerebbe prima saperle, per poterle fare..”
Lei lo guarda stupita, poi risponde “Io, perché?” “E quante pagine sono?”
“E' una relazione che contiene in sè una ventina di documenti diversi, saranno circa 400 pagine in tutto”
Lui la guarda con gli occhi fuori dalle orbite, e urla “Ma io ho lanciato un'offerta nel mezzo! E sono in ritardo!!!”
Lei si alza e va verso la stampante prendendo i fogli già usciti e dice “Se mi dai una mano, cerchiamo la tua stampa!” (per fortuna erano comunque documenti separati, quindi poteva benissimo essere finita in mezzo l'offerta di SuperAmministratore)
“No, non posso: non ho tempo: sono già in ritardo!!!”
Lei posa il mazzo di fogli, comincia a sfogliarli e vede quasi subito i fogli diversi da quelli che ha lanciato “SuperAmministratore, sono 5 fogli?” “Si”
“Allora sono qua!” “Va bene: pinzali e portameli qua, che ho fretta!”
Lei li pinza e glieli porta, lui li prende li controlla e poi li mette in borsa, dicendole “Avevo lanciato in stampa un'altra copia, quindi fai attenzione quando esce: eliminala direttamente col trita-carta! Non come MK che ricicla i fogli per scrivere appunti..”
“Va bene!” risponde lei e lui esce dal suo ufficio.. per infilarsi dentro la saletta della macchinetta del caffè e prendersi il caffè
“Ma scusa: non eri in ritardo?” “Sono in ritardo, ma siccome la riunione non comincia se non arrivo io, tanto vale che me la prenda comoda!”
...
Quando se n'è andato, lei mi guarda e dice “Ma hai sentito?” “Certo!”
“E che razza di discorsi sono? Che è, colpa mia, se lui è in ritardo?” “Una volta ha detto che, qualsiasi cosa succeda, non può MAI essere colpa sua!”
“Ma tu che avresti fatto?” “Al tuo posto o al suo?”
“In entrambi i casi” “Al suo, avrei sospeso la tua stampa, fatto passare avanti la mia, recuperata e poi avrei riavviato la tua!”
“Si può fare?” “Lo faccio sempre: ogni volta che lancio in stampa qualcosa di grosso io, arriva qualcuno che ha fretta, urgenza, bruciori al culo o similari, e mi tocca sospendere la mia stampa per far passare avanti la sua.. ovviamente ciascuno di noi può farlo solo con la propria, ma SuperAmministratore lo può fare con tutti!”
Lei riflette un po', poi chiede “E allora perché non l'ha fatto?” “Credo che certe cose bisognerebbe prima saperle, per poterle fare..”
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