Metà mattina, le galline del pollaio si sono radunate tutte nell’aia.. cioè, nella saletta caffè (come cacchio hanno fatto a entrarci?) ed è un continuo “blablabla” “blebleble” “blublublu” che riesce a danneggiare le orecchie persino nel mio antro di tenebra.. (neanche a dirlo che la voce più squillante/assordante è quella di Disegnatrice, che sta raccontando qualcosa su un suo week-end di sesso sfrenato all’estero, parlando di “…viaggio pagato da uno che se la vuole portare a letto…” “…ma che non è venuto…” “…e lei è andata con un altro…” “…che aveva una dotazione eccezziunale veramente…” (queste sono le frasi che giungevano alle mie orecchie e che il neurone dedicato, non ancora completamente spento, continuava a elaborare)
A un certo punto, forse scocciato da tanto battibeccare, giunge GrandeCapo in prima persona personalmente e di persona, con l’evidente intento di prendere il caffè alla macchinetta.
Brontolando qualcosa sull’incredibile quantitativo di persone dentro una stanzetta che normalmente ne tiene la metà, e sui pericoli in caso di incendio dovuto ad un eventuale cortocircuito della macchinetta… e un lievissimo accenno al fatto che la pausa-caffè non deve diventare una pausa-chiacchiericcio e non deve durare molto di più della durata del bicchierino di caffè… convince le gentili donzelle a dedicarsi a qualcosa di più proficuo e lasciarlo libero di prendersi un caffè leggendosi il giornale.
Mentre le fanciulle escono e le pareti della stanza riacquistano le dimensioni normali, lui entra e vede a terra una bustina quadrata di plastica, si china a raccoglierla e le richiama tutte dicendo “Di chi è questo?”
Quella frase mi ha immediatamente riportato alla mente una vecchissima pubblicità con la quale si cercava di incentivare l’uso dei preservativi, e stranamente non mi ero sbagliato più di tanto.
Sento immediatamente la voce di Disegnatrice “Ah, scusa: è mio!”
GrandeCapo sbotta “E cosa ci fai con un preservativo in ufficio?”
Disegnatrice risponde “Beh, non si sa mai chi posso incontrare al bar durante la pausa pranzo…” prende il preservativo, lo rimette in tasca e torna al suo posto.
…
Ora vi chiederete come faccio a sapere tutti i dettagli senza aver visto nulla?
A parte che ho sentito buona parte della discussione, ricordate che parliamo di Disegnatrice!
Appena seduta al suo posto, che sappiamo essere a fianco al mio, ha afferrato il telefono e ha chiamato tutte le sue amiche (una per volta, ovviamente) raccontando a ciascuna tutti i dettagli che ho riassunto in questa breve storiella (dopo averli imparati a memoria per eccesso di ripetizioni).
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Chissà perché, personaggi del genere mi risvegliano dentro uno spirito a metà tra Savonarola e Torquemada... Probabilmente è per l'esagerata ostentazione (derivante magari da superficialità) di qualcosa che invece personalmente ritengo molto, molto privato.
RispondiEliminaSono d'accordo con te, ma pensa che tu non hai avuto "quel personaggio" seduto accanto a te per quasi 5 anni, altrimenti ti assicuro che avresti avuto anche uno spirito da Leatherface
RispondiElimina>Beh, non si sa mai chi posso incontrare al bar durante la pausa pranzo…
RispondiEliminaAh, siamo alle avances sessuali al capo? Oppure si vorrebbe accoppiare con la macchinetta?
No, niente avances al capo e niente macchinetta: lei andava a mangiare al bar in piazza, e siccome si tratta di una piazza abbastanza centrale e quindi in zona di passeggio, sperava che passasse da lì qualcuno di suo gusto per completare l'ora di pausa... ;-)
RispondiEliminaGran donna lei, gran donna
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