Presentazione...

 Il giorno designato mi presento quindi all'indirizzo e individuo subito il cantiere (da un lato della strada c'è un paio di edifici e qualche negozio, dall'altro un benzinaio con dietro una recinzione al cui interno torreggiano un edificio in costruzione, una gru e una serie incredibile di ponteggi.

Entro e mi si avvicina un personaggio che risulta essere il responsabile del cantiere edile.

CapoCantiere: "Buongiorno! Che volete?"

Io: "Sono MK, GrandeCapo mi ha detto di presentarmi qui oggi!"

"Ah! Voi siete l'ingegnere?" "Beh, per essere ingegnere lo sono, non so però se sono quello che intendete!"

"Se voi siete l'ingegnere elettrico allora siete quello giusto!" "Sarei elettrotecnico, ma adesso ci chiamano tutti elettrici quindi si: sono io!"

"Allora venite, che vi porto dal vostro collega!" "Ok, la seguo!"

Mentre cercavo di capire se mi dava del "voi" per via del mio fisico a due piazze o per via delle sue evidentissime radici "diversamente nordiche" lo seguo mentre camminiamo sul fango e mentre urla ordini a destra e a manca col tipico fare di un dittatore, e infine scavalchiamo quella che dovrebbe essere una finestra ed entriamo nell'edificio, dove vediamo un altro che urla e sbraita in continuazione, ma con un accento più vicino a quello locale.

"PiccoloCapo!" "Che vuoi tu?"

"C'è sta qui l'ingegnere vostro!" "Ah, sei tu MK?"

"Si, sono io..." "Ciao, io sono PiccoloCapo e sono il responsabile di questo branco di sbandati che realizzeranno gli impianti per questa struttura!"

"Ciao..." "E lui, invece, è CapoCantiere, il responsabile di tutto quello che c'è qua dentro!"

"Ciao..." "Buona giornata, ingegnere!"

"Ora andiamo, che ti mostro la roulotte-ufficio, poi ti faccio fare un giro turistico qua dentro, in modo che tu prenda confidenza con questi labirinti..." "Che labirinti e labirinti? Io ho costruito una palazzina precisa e perfetta, mica un labirinto!"

E mi rendo quindi conto che c'è un continuo battibeccare tra i due, ma d'altronde è normale: edili e impiantisti non vanno molto d'accordo, quasi come ingegneri e architetti... a proposito: PiccoloCapo è architetto!!!

Comunque la struttura risulta ben sistemata, anche se tutta in cartongesso (le pareti interne, ovviamente, che quelle esterne erano mattoni e cemento) e i labirinti si riducono a un solo corridoio ad anello per ciascuna delle due ali di ciascun piano.

Mi volto verso di loro e chiedo "Ok, bella è bella, ma cosa dovrebbe essere questa struttura?"

Uno mi guarda come se fossi appena sceso dal lato opposto della Luna, l'altro scoppia a ridere "GrandeCapo non ti ha detto nulla, vero?" "Se me l'avesse detto non l'avrei chiesto!"

"Giusto. Allora, questa sarà una RSA! Qua ci verranno un centinaio di anziani, la metà circa probabilmente affetta da disabilità! Nella baracca ti darò la chiavetta USB con i file di progetto, così potrai vedere cosa bisogna fare!"

Dopo che CapoCantiere si è quindi allontanato, io e PiccoloCapo andiamo nella baracca dove mi fa vedere alcune tavole stampate e mi rendo conto che c'è una discreta dose di lavoro, poi mi dà una chiavetta USB con tutto il carico di file di progetto (un paio di centinaia di PDF) e mi dice "Ti conviene studiarteli bene!"

Lo guardo un attimo e gli chiedo "Quando si comincia?" "Oggi è il nostro primo giorno qua dentro!"

"E quando va consegnata?" "Entro fine novembre!"

Quando mi riprendo dall'attacco di singhiozzo lo guardo stupito "Ma siamo a metà maggio e cominciamo oggi! Come si fa a consegnare a fine novembre?" "Infatti!" risponde lui.

Poi usciamo e mi fa "Lunedì ci sarai?" "Credo di si: almeno i primi giorni cercherò di essere presente!"

"Ottimo! Adesso andiamo a conoscere l'elemento fondamentale che tiene in piedi tutto questo casino!!!" mi dice sogghignando.

Lo seguo e, usciti dal cantiere attraversiamo la strada e ci infiliamo in un piccolo baretto, dove lui entra ed esclama "Ehi, Bionda! Ti ho portato carne fresca!"

Io lo guardo stupito poi sento una voce femminile "Ma ciao! E tu chi sei?"

Mi volto e la vedo: bionda, giovane e bellissima, ma bellissima davvero! Resto quasi scioccato da cotanta bellezza, ma è pur vero che lei mi ha fatto una domanda ed è giusto che le risponda

"Ciao, io sono MK!" "Ciao, io sono Bionda! Lavorerai anche tu in quel cantiere?" e mi dà la mano attraverso il bancone.

"Si, credo di si..." "Ma aspetta: ma tu sei mica l'ingegnere?"

"Beh si, sono ingegnere..." "Ohhh! Ma allora sei un cliente di riguardo! Aspetta un secondo!"

ed esce dal bancone, fa il giro, mi si avvicina e mi abbraccia appioppandomi un paio di bacetti sulle guance, poi mi sorride "Questo è il mio benvenuto personale! E ora prendi questo!" e mi dà un biglietto da visita, che leggo prima di mettermelo in tasca.

"Lì ci sono i recapiti del locale e il mio cellulare! Ogni volta che avrai voglia di qualcosa ma non potrai venire qua da me, mi chiami e verrò io da te!" "Qualsiasi cosa?"

"Qualsiasi cosa che sia presente in questo bar!" "Compresa te?"

Lei scoppia a ridere e PiccoloCapo interviene "Niente scopate e niente pompini! Al massimo ti masturbi pensando a lei..." 

Lei lo guarda male ma scoppia a ridere "Non porre limiti: al massimo sarò io a limitare i servizi offerti!"

Lui la guarda sogghignando "Ehi, e queste confidenze con i nuovi arrivati? Con me mica hai mai fatto così!" 

Lei scoppia a ridere "Tu sei un architetto sposato, lui è un ingegnere scapolo: è ovvio che preferisca lui a te, no?" e mi strizza l'occhio ridendo.

...

Vabbè, almeno pare che ci sarà un lato divertente, in questo lavoro!

Intervallo

 E infatti, poco prima dell'inizio di questa avventura, mi aveva convocato un altro vecchio conoscente, di cui non ricordo assolutamente se ho già scritto o meno in queste pagine.

Un geometra che pensava in grande e voleva conquistare il mondo, soprattutto quello degli impianti elettrici, dato che quello dell'edilizia sembrava fosse già di sua pertinenza, e ovviamente quando cerchi di entrare nel mondo degli impianti elettrici e hai idee meravigliose, ma nessuna esperienza, cosa ti serve?

Un elemento capace, esperto e pronto a scendere in campo, e io, dopo la Serbia, ero relativamente libero!

E fu così che mi convocò, mi fece i soliti discorsi pregni di gloria, sogni, speranze, castelli in aria e quant'altro, poi quando io stavo già per alzarmi e andarmene, si ricordò che ci conoscevamo già e mi disse: "Io ho bisogno di qualcuno che mi gestisca la parte impiantistica ed elettrica nei cantieri! Qualcuno di cui posso fidarmi! Ho bisogno di te!"

Lo guardai e pensai che forse potevo fidarmi. Gli dissi quanto volevo e lui accettò, quindi tornai a casa e attesi per qualche mese la sua chiamata (ovviamente arrivò prima quella di GrandeCapo, ma abbiamo visto che non ci fu grande seguito)

Poco prima dell'ultima vicenda narrata, però, mi chiamarono e mi dissero che il cantiere stava per partire in un paesino della prima cintura torinese, peraltro proprio dal lato dove abito io: per una volta la fortuna giocava nella mia stessa squadra.

Risolto il problema di GrandeCapo e Architetto, malgrado le urla di quest'ultimo, le minacce di richiesta danni e il tentativo di intimidirmi con la denuncia di essermi appropriato di materiale aziendale (corrispondente alle mie versioni dei programmi che passai loro per fare i calcoli) e alla mia sonora risata di risposta, me ne andai e attesi il momento di presentarmi nel nuovo cantiere.

Nel frattempo, ovviamente, continuavo a gestire i lavori dei miei clienti principali che dormono parecchio ma quando si svegliano hanno sempre una fretta indemoniata, ma anche le consulenze al mio amico elettricista, che sovente sono estremamente semplici ma talvolta mi impegnano a sufficienza da evitare di annoiarmi e mettermi a suonare il violino o imparare a giocare a scacchi per non annoiarmi.

Ma per la partenza del cantiere ci andava praticamente un mese, e cosa può fare in un mese una persona che si annoia facilmente se non ha il cervello impegnato?

Intendo, cosa può fare oltre ad accumulare un po' di ore di crediti di formazione per far capire all'ordine che sono ancora in grado di lavorare?

Nulla!

E infatti mi misi ad accumulare crediti, raggiungendo il massimo livello annuale in quel mesetto scarso.

Ma alla fine il mese passò...

Rivelazioni

 In quei giorni mi accorsi che, malgrado la disinvoltura con cui GrandeCapo accettava ogni offerta e ogni richiesta di rimborso spese, non sembrava che uscissero facilmente soldi dalle sue tasche.

Eravamo ormai alla scadenza del mese e parlai con lui "Allora, essendo passato il primo mese direi che possiamo parlare di bonifici, giusto?" "Certo certo, mi pare ovvio!"

"Bene, allora ti posso preparare la proposta di parcella per il mio lavoro qua?" "Certamente, preparala pure, ma se vuoi fammi pure la parcella definitiva, non la proposta..."

"Mi spiace, ma la mia commercialista mi ha detto di fare sempre la proposta di parcella e preparare la parcella definitiva al momento del pagamento, e io seguo le regole!" "Certo certo, mi pare ovvio!"

"Vado dalla Segretaria a farmi dare i dati per la parcella?" "Certo certo, mi pare ovvio!"

E dopo di ciò è trascorsa ben una settimana durante la quale il famoso bonifico non arrivava e io cominciavo a pensare che ci fosse qualche impedimento, ma GrandeCapo sembrava fosse sparito e Architetto non rispondeva mai, come non rispondeva mai nemmeno ProgettaMannaggiamenti.

Stanco di aspettare, un giorno, approfittando che gli altri erano andati a pranzo ma io sarei andato via e quindi ero rimasto a raccogliere il mio materiale, sono quindi andato dalla segretaria e le ho spiegato la situazione, lei ha smesso di sorridere, mi ha guardato seria e ha detto a voce bassa "Senti, tra 5 minuti è ora di pranzo anche per me, se ti va pranziamo insieme e ti spiego un paio di cose che credo non ti abbiano detto..."

Siamo andati in un locale tranquillo e, mentre mangiavamo, mi ha raccontato un po' di cose.

"Questa è un'agenzia immobiliare, che come saprai è gestita dal tuo vecchio collega ProgettaMannaggiamenti..." "Si, infatti, questo lo so..."

"Ecco, lui lascia che stia in piedi quest'altra società, tenendola in quei due uffici: è socio anche lui anche se la maggioranza ce l'ha GrandeCapo seguito a ruota da Architetto..." "E anche questo lo so già..."

"Infatti, ma quello sono abbastanza sicura che tu non sappia è che, in realtà, questa società di ingegneria non ha praticamente nessuna entrata!" "In che senso, scusa?"

"Nel senso economico: in questi ultimi due anni se hanno avuto un fatturato di 10.000 € è praticamente quasi un miracolo!" "Intendi 10.000 all'anno, vero?"

"No: non credo proprio che abbiano raggiunto i 10.000 € in 2 anni, e non so perché ProgettaMannaggiamenti lascia che GrandeCapo continui a giocare a far finta di fare il mega imprenditore presidente..." "Ehm... ma quindi i lavori di cui mi ha parlato..."

"Per quello che ne so io, loro partecipano a innumerevoli gare di appalto, ma francamente io non ho mai visto risposte positive, e sono io che gestisco la posta in arrivo, comprese le mail della società di ingegneria..." 

La guardo un attimo stupito, poi le chiedo "E quel ponte autostradale in Scandinavia?"

Lei scuote la testa poi mi chiede "Ti hanno mica detto che dovrai andare sul posto?" "Si..."

"Ecco, lo hanno detto a quasi tutti quelli che ti hanno preceduto in questi due anni..." "Preceduto?"

"Certo, non sei il primo che arriva per lavorare con loro e che, dopo 3 mesi, scappa via..." "Tre mesi?"

"Tu sei qua da circa 1 mese, ma nessuno degli altri ha resistito più di 3 mesi, anche perché non hanno mai visto un centesimo dopo il primo mese, e talvolta nemmeno quello..." "Quindi l'acconto di cui mi hanno detto?"

"Quello è fatto: il bonifico l'ho preparato io stessa, ma mi è stato ordinato di farlo uscire tra una settimana, ed è meglio così: almeno ci saranno un po' di soldi nel conto la settimana prossima..." "Ma..."

"Senti, io non so che rapporti tu abbia con loro, o meglio qualcosa mi hanno raccontato su di te, ma se posso darti un suggerimento, tu non mi sembri uno di loro: scappa e mollali prima di subito! Questi non durano niente e non hanno niente da offrirti se non grossi guai!!! Vattene, fidati di una sconosciuta e dammi retta: scappa!"

La guardo un attimo! E' vero: non la conosco e non l'ho mai vista prima di questa situazione, ma mi sembra sincera, o meglio: il suo discorso coincide con molte delle sensazioni che ho già provato lì dentro e questo mi fa davvero paura.

"Perchè mi dici queste cose?" "Non lo so, a occhio tu mi sembri una persona onesta e tranquilla, e questi ho già visto che sono bravissimi a ridurre sul lastrico molta gente!"

"E' difficile crederci, conoscendoli..." "Credo che tu li abbia conosciuti com'erano una volta, ma ti posso assicurare che sono cambiati, e in peggio! Io ho davvero paura, quando sono sola in ufficio con loro, specie con Architetto: ha uno sguardo crudele e un atteggiamento davvero bastardo!"

La guardo ancora un po', poi accenno un sorriso "Ok, grazie!" "E di che? Potrei anche averti mentito e potrei cercare di mandarti via per qualche scopo mio personale! Non sei obbligato a fidarti di me, ma spero proprio che tu lo faccia!"

Sono andato ancora qualche giorno, facendo finta di lavorare, ma ho chiesto informazioni e spiegazioni in continuo, e ben presto mi sono reso conto che le cose stanno esattamente come mi è stato detto.

Un giorno, in particolare, approfittando della temporanea assenza di Architetto e GrandeCapo, viene da me ProgettaMannaggiamenti e mi chiede "Ti è arrivato il bonifico dell'acconto?" "Si, mi è arrivato!"

"Ok..." poi abbassa la voce "...hai capito com'è la situazione qua dentro?"

Lo guardo un attimo e lui annuisce "Si, dai tuoi occhi capisco che sai tutto e hai capito perfettamente tutto!"

"Allora è proprio così?" "Vista la storia del mercenario, ti confermo che questi sono gli unici soldi che vedrai qua dentro!"

"Uhm..." "Quel furto che abbiamo subito la settimana scorsa..."

"Si, un pochino strano..." "Non immagini quanto sia strano davvero!"

"???" "Non sei scemo: lo sai benissimo che non c'è stato nessun furto ma è solo per l'assicurazione!"

"E me lo dici così?" "Senti, tu in Serbia eri l'unico che non si è trasformato in un animale ma sei rimasto un essere umano degno di fiducia e stima!"

"Non credo che tuo cognato la pensi nello stesso modo..." "Lascia perdere! Hai preso i soldi? Approfittane! Scappa!"

"Beh! Se devo dirla tutta, clienti precedenti a voi mi hanno chiamato: il mese prossimo dovrà cominciare un cantiere!" "Ecco l'occasione giusta! Non farti fregare e vai in questo cantiere! Lascia che questa baracca affondi come si merita!"

E fu così che il giorno dopo avvisai che lasciavo tutto quanto per via del nuovo cantiere, dando disponibilità part-time e dall'esterno, e beccandomi di nuovo le stesse frasi che all'epoca mi aveva rivolto FratelloGrandeCapo, ma ora era Architetto a fare il "poliziotto cattivo" mentre GrandeCapo cercava di capire se in qualche modo qualche cosa sarei riuscito comunque a farla lo stesso.

Ma questa volta rimasi irremovibile!

Dai Balcani ai Vichinghi...

Andando a parlare con Grande Capo, mi resi conto che qualche contatto l'aveva tenuto, infatti il cliente finale era ancora una volta quella fabbrichetta quasi sconosciuta alla periferia sud di Torino, come sempre.

Mi ha parlato di eventi paranormali e situazioni ai limiti della fantascienza, tutte correlate all'analisi armonica dei carichi di alcune linee, analisi che avrei dovuto fare io, sulla base di dati che lui aveva in qualche modo rilevato sul posto, e sulla base dell'analisi avrei dovuto trovare le giuste soluzioni da proporre per risolvere i problemi.

Mi faccio dare i tabulati dei rilievi e comincio a fare le mie valutazioni, compresa l'offerta per svolgere tale attività, offerta che GrandeCapo accetta senza nemmeno discutere (cosa che mi fa dubitare di essermi tenuto troppo basso, ma ormai è tardi)

Accordatomi con GrandeCapo, interviene Architetto nella discussione e mi parla dell'altro lavoro: la realizzazione di un ponte autostradale nell'estremo Nord del continente: terre vichinghe!

"Cosa dovrei fare?" "Semplice: analizziamo i progetti preliminari e li rendiamo esecutivi!"

"E come dovremmo farlo?" "Io faccio i calcoli  illuminotecnici e sistemo le planimetrie, tu verifichi le lunghezze delle linee e determini i cavi necessari con la ciofeca!"

"Avete la ciofeca?" "No, la prendi te!"

"Quindi devo prendermi la ciofeca e anche office..." "Office te lo posso dare io!"

"Hai una copia di office a disposizione?" "Certo: quella che usiamo tutti qua dentro, rigorosamente craccata!"

"Capito..." "Però devi essere qua: non posso fare i lavori, mandarti i file via email, aspettare i tuoi risultati e ricaricare tutto nel computer per completare la mia parte!"

Alla fine ci siamo accordati che sarei andato lì col portatile da cantiere per 3 giorni a settimana per un paio di settimane, ed è cominciata l'attività lavorativa in quel buco di culo, dove speravo solo di non arrivare all'estate, altrimenti sarei morto.

E durante tale attività, mi è stato più volte chiesto se fossi stato disponibile a una "breve" trasferta in mezzo ai vichinghi per dirigere la realizzazione del famoso ponte che stavamo progettando.

"Perchè non ci vai tu? Sei molto più bravo di me a fare il direttore dei lavori!" "No: io non ho più voglia di andare a farmi il culo all'estero per niente, rischiando la vita per quattro spiccioli..."

Lo guardai fisso "E dovrei farlo io?" "Tu non hai una famiglia a carico, quindi che problema c'è?"

"Non vorrei che si ripetessero episodi di un passato ancora troppo recente..." "Non ti trovavi bene in Serbia? Con la Spagnola è andata di lusso e la Segreteria non faceva altro che guardare te e sembrava pronta a dartela subito!"

"Non parlo di quello ma di come ero trattato!" "Beh! FratelloGrandeCapo ha trattato tutti di merda! E alla fine un po' di merda ce la siamo meritata tutti, in fondo!"

"E siccome la merda serba non è sufficiente, dovrei andare a prenderne altra anche dai vichinghi?" "Magari ti trovi una vichinga da trombare, che problema c'è?"

"Il problema è che, dopo la Serbia ho faticato a recuperare un po' di clienti, e non posso sicuramente mollarli adesso per andarmene a fare il turista nel Baltico, ma soprattutto il problema è che non ho ancora visto un centesimo da parte vostra, e per un mercenario questo è gravissimo!" "Ancora con sta coglionata del mercenario? Guarda che FratelloGrandeCapo a me ha detto molto di peggio: mi ha definito e trattato come un alcolizzato e un drogato!"

"Tu sei alcolizzato, non credo drogato ma alcolizzato di sicuro! E solo perché adesso hai smesso di bere non significa che tu sia guarito!" "Fanculo!!! Ci vai o no, dai vichinghi?"

"Farò la mia offerta a GrandeCapo per questo e vediamo!" "Fai come cazzo credi!"

E presentai quindi la relativa offerta a GrandeCapo, che l'accettò senza nemmeno discutere, cosa che mi fece quasi star male da quanto puzzava di marcio la cosa (vero che sarei passato anche dalla Danimarca, ma se già sentivo il marcio in Italia le cose non potevano certo andar bene nella terra della sirenetta e tantomeno dall'altro lato del Baltico!!!)


Comincia il lavoro

E andai, nel tardo pomeriggio, parlammo e ci accordammo.

Dopo alcuni giorni Architetto cominciò a mandarmi materiale per iniziare a lavorare, e cominciai a gestire le loro attività come tutte le altre.

Ogni tanto andavo lì a prendere informazioni e, alla fine, persino la Segretaria aveva capito come mi chiamo e quando suonavo e veniva ad aprirmi la porta continuava a ripetermi "Ma buongiorno, ma prego, ma si accomodi, ma le pare... ma le chiamo subito Architetto (o GrandeCapo, a seconda dei casi)" e io le continuavo a rispondere "Grazie, molto gentile" e lei ribatteva "Certo certo, mi pare ovvio!" mentre spariva nel dedalo dell'unico corridoio presente, lasciandomi in piedi davanti alla porta aperta... d'altra parte prima ci stava davanti lei quindi non potevo entrare...

Poi l'altro mi chiamava o veniva direttamente a prendermi "Ciao, come va? Tutto bene? Vuoi un caffè schifosissimo? Un bicchiere di acqua dal rubinetto del bagno?" "No grazie, sono a posto così!"
"Certo certo, mi pare ovvio!" e si procedeva con la parte inquisitoria-lavorativa.

E le cose procedevano così, con Architetto che ogni 2 giorni mi telefonava per sapere a che punto ero e soprattutto se ero disponibile a rintanarmi presso di loro, in pieno centro nel mezzo di un'isola pedonale dove facevo più strada a piedi scendendo dal tram per raggiungerli di quanta ne avevo fatta col tram da casa mia alla fermata più vicina al loro ufficio, raggiungendolo nel suo ufficio monoposto a misura di hobbit, con una temperatura e un'afosità estiva che potevano fare a gara con la foresta amazzonica, a far da fermaporta lavorando sull'altro lato della sua scrivania, con il mio portatile e i miei programmi preferibilmente coincidenti con quelli che loro volevano che io avessi (soprattutto la ciofeca, che ovviamente costa parecchio ma avrei dovuto comprarmela io, e prima di subito per lavorare con loro) e io che rispondevo con una sonora risata prima di salutarlo e chiudere la telefonata.

Finché un giorno mi chiamò GrandeCapo in prima persona personalmente e di persona, per una questione di estrema urgenza...

Il ritorno...

E me ne andai, ma in serata squillò il cellulare!
“Ciao GrandeCapo!”
“Ciao MK! Ero convinto di trovarti al lavoro!”
“Senza prima parlare di cosa devo fare e, soprattutto, di quanto mi offri per farlo?”
“Certo certo, mi pare ovvio!”
“Ma cos’è? Lo slogan aziendale?”
“Cosa?”
“No niente! Allora?”
“Ci vediamo domani?”
“Ci sei?”
“Io no, ma c’è Architetto e potete cominciare a lavor...”
“Scusa, ma quale parte di ‘senza prima parlare di cosa devo fare e di quanto mi offri’ non era chiara?”
“Ma che c’entra? Ci conosciamo da anni! Non hai più fiducia in noi?”
“Dopo che mi hai lasciato a casa per un anno e mezzo perché non c’era più lavoro, e poi mi hai mandato in Serbia con accordi specifici che tuo fratello si è rimangiato completamente e mi ha sbattuto fuori quando ho fatto esattamente quello che mi aveva detto?”
“Ma quello l’ha fatto lui! Io non ti avrei mai mandato via!”
“A parte la prima volta, ma per quanto riguarda la seconda non mi ricordo che tu abbia detto nulla a riguardo!”
“Vabbè! Acqua passata! Ci stai o no, a collaborare con noi?”
“Ne discutiamo per telefono o ne parliamo seduti a un tavolo?”
“Ma io non ci sarò fino a domani sera!”
“Ok, a domani sera, allora!”
“Ma...”
“Prima ne parliamo, prima prendiamo una decisione e prima posso cominciare a collaborare con voi!”
“Certo certo, mi pare ovvio!”
“Appunto! A domani sera!”
“Ok!”

Primo incontro!

E fu così che quel lunedì andai!

Raggiunta a piedi l'area pedonale, mi sono diretto verso il palazzo extra-figo (che francamente a me fa un po' cagare, ma sono io che sono strano...) e entro nel portone, raggiungo l'ascensore e salgo fino all'ultimo piano.
Esco dall'ascensore e mi trovo davanti 2 porte: una è intestata a una famiglia e l'altra a un'agenzia immobiliare! Ma di società di ingegneria nemmeno l'ombra.

Incerto sul da farsi, provo a chiamare GrandeCapo, ma il cellulare praticamente non ha segnale!

Allora suono al campanello dell'agenzia immobiliare!
Mi apre una donna, evidentemente la segretaria, che mi fa "Buongiorno, si accomodi pure!" e mi fa entrare.
Io le dico "Mi scusi, sto cercando l'ingegnere GrandeCapo..."
Lei mi guarda un istante "Certo certo! Mi pare ovvio!"
"Ma è qua?"
"Certo! Mi pare ovvio!"
"Ah, a me nemmeno tanto, ma se lo dice lei ne sono felice!"
"Certo certo! Mi pare ovvio! Lei chi sarebbe? Chi devo annunciare?"
"Io sono MK, e ho un appuntamento!"
"Certo certo! Mi pare ovvio!"
Si allontana e dopo un paio di minuti arriva Architetto "Ehilà! Mk!"
"Ciao Architetto!"
"Vieni vieni! Accomodati! Prendi un caffè?"
Io lo seguo, e incrociamo la segretaria di prima "Ah! Ci pensi te? Che io GrandeCapo non l'ho trovato!"
"Si Segretaria: ci  penso io! Quando arriverà GrandeCapo digli che MK è con me!"
"Certo certo! Mi pare ovvio!" e sparisce rapida dentro un ufficio

Architetto mi offre un caffè, poi mi fa fare un giro panoramico dell'ufficio e infine ci sediamo alla sua scrivania, dove mi ha illuminato sulla situazione: lo studio ha un paio di lavori da gestire, prettamente elettrici, e ovviamente (come sempre) hanno bisogno di qualcuno che levi loro le castagne dal fuoco e, quando castagne e fuoco sono elettrici, chi possono chiamare?

"...e così, occorre che tu ci dia una mano in queste attività..."
"Ne dobbiamo parlare... anche con GrandeCapo, anche per chiarire la situazione economica oltre che quella tecnica..."
"Certo certo! Mi pare ovvio!"
"Uhm... e GrandeCapo dov'è?"
"Oggi è da un cliente ma arriva più tardi, siediti pure e cominciamo a lavorare!"
Lo guardo con una luce fredda e senza alcuna espressione, poi sento la mia voce sibilare "Se non ho indicazioni precise da GrandeCapo io non comincio nulla!"
"Ma te lo dico io..."
"Sei tu che mi pagherai?"
"No, la società..."
"E allora devo parlare con chi materialmente emetterà i pagamenti!"
"Ma arriva nel pomeriggio e noi abbiamo fretta..."
"Anch'io ho fretta! Devo tornare in sede a completare un lavoro per i miei clienti!"
E in quel momento, dall'altra stanza, sentiamo una voce femminile "Certo certo! Mi pare ovvio!" e uscire con una sonora risata.

Convinto quindi di esser stato preso per i fondelli, mi alzo e vado verso la porta per andarmene via!

Il mondo del se...

O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...