E alla fine s'è chiarito!
Ero fuori quando ha cominciato un diluvio che la metà basta.
Nel giro di pochi istanti ero ridotto letteralmente come un pulcino bagnato.
Non sapevo che fare, quando mi sono reso conto che ero comunque vicino alla fermata dell'autobus che mi avrebbe portato a casa, così mi approssimo ma non c'è traccia dell'autobus e la folla asserragliata sotto gli ombrelli mi fa dubitare dei tempi di attesa indicati in tabella.
Non ho un ombrello, quindi occorre che mi riparo in qualche modo alternativo e mi rendo conto che, di fronte alla fermata, c'è il bar ed è aperto!
Mi avvicino alla porta e vedo il barista uscire di corsa, mi guarda un istante e dice «Scusami, devo correre subito a casa!» Poi si volta verso l'interno e urla «Ci pensi te?» scappando prima della risposta e infilandosi in auto, mentre mi dice «Un minuto e arriva!»
Entro lo stesso e, dopo pochi secondi, appare lei, con un sorriso bellissimo mentre si aggiustava una ciocca di capelli ribelle «Oh ciao! Ma che fai qua fuori con un tempaccio simile?» poi mi guarda stupita «Ma diamine! Sei tutto bagnato! Non hai un ombrello?»
Accenno un sogghigno «Quando sono uscito non pioveva e nemmeno c'era sentore di pioggia!»
Lei mi guarda «Comunque bisogna far qualcosa: qua rischi di prenderti un malanno!»
«Che faccio? Mi spoglio e mi asciughi tutto, compresi i vestiti?»
Lei scoppia a ridere mentre mi passa la mano sulla testa arruffandomi la peluria «Non esagerare! Vai a sederti, che ti preparo il solito cappuccino!»
Una volta pronto, si avvicina al tavolino dove sono seduto e mi consegna la tazza, sempre stando praticamente a contatto con me.
Io la ringrazio, al solito, e lei mi guarda un istante poi si abbassa su di me e mi appioppa un sonoro bacio sulla guancia, quindi si allontana ridendo.
Io la guardo stupito e lei, continuando a ridere, alza il dito ed esclama «A cuccia! Fai il bravo, altrimenti niente più cappuccini!»
La guardo stupito «Ma...» «Sssh! Fai il bravo e bevi il tuo cappuccino, mentre è caldo!»
Obbedisco all'ordine, mentre lei torna dietro il bancone e riprende le sue attività canticchiando a bassa voce.
Quando ho finito, mi alzo e mi avvicino al bancone, lei si volta sorridente e mi guarda in attesa.
«Hai qualcosa di diverso oggi, bacio a parte è la prima volta che ti sento cantare!»
«Oggi sono particolarmente felice!»
«Mi fa piacere, ma cos'è che ti rende così felice?»
Lei mi prende la mano tra le sue e sussurra «Sono incinta!»
La guardo con un misto di sensazioni differenti «Wow! Congratulazioni!»
Lei sorride «Grazie!» esce fuori dal bancone, mi abbraccia e mi piazza un altro paio di bacetti.
Le do i soldi della consumazione, lei torna alla cassa e fa lo scontrino, quindi mi da il resto e mi accorgo che ha nuovamente aumentato il prezzo: mancano 20 centesimi dal resto.
Sogghigno «Hai aumentato i prezzi o ti sei fatta pagare il bacio?»
Lei scoppia a ridere «E pensi che un mio bacio ti costerebbe solo 20 centesimi?»
La saluto ridendo ed esco, mentre vedo l'autobus che si avvicina, per riportarmi a casa.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Il mondo del se...
O vvero, cosa sarebbe successo se...? Il primo esempio che mi viene in mente è cosa sarebbe successo se me ne fossi fregato del mobb...
-
Il giorno designato mi presento quindi all'indirizzo e individuo subito il cantiere (da un lato della strada c'è un paio di edifici...
-
Ogni tanto mi capita di imbattermi nei controllori, ovvero gli addetti dell’azienda al rilevamento delle infrazioni, in particolare la veri...
-
Architetta è evidentemente esperta di computer: nel suo corso di laurea è compreso un esame relativo all'utilizzo di autocad (e pensare ...
Nessun commento:
Posta un commento
Tranquillo, il tuo commento dovrà essere approvato dall'amministratore.
Non preoccuparti se non apparirà immediatamente, non sono sempre online... ;)