Procedere per Kragujevac
Partiamo quindi dall'aeroporto di Belgrado e imbocchiamo immediatamente l'autostrada, attraversiamo Belgrado e usciamo fuori, nel mezzo della buia notte serba, in mezzo al nulla più assoluto. L'autostrada sfreccia sotto di noi (sfrecciare è una parola grossa: il limite è 120 e il tassista lo rispetta appieno) e a un certo punto dal nulla appare una stazione di servizio che, oltre che di carburante, fa anche il pieno di viveri volendo, e noi vogliamo: ci fermiamo e il mio collega ordina un paio di sendvik za promsuta innaffiati da una coka (scopro che si tratta di sfilatini con prosciutto e formaggio e coca cola), mangiamo e poi ripartiamo. Noto che i cartelli stradali sono scritti in bilingue, o meglio sono scritti in serbo (alfabeto cirillico) e croato (alfabeto latino), e mi accorgo che riconosco molti simboli dell'alfabeto cirillico (evidentemente la 'campagna di Russia' ha influito parecchio su di me), e mi accorgo anche che la nostra destinazione (Kra